Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

1) Riattivare il mercato dei terreni mediante la concessione di elevati mutui ai contadini che voglicmo comperare. Molti picco– li proprietari svendono i laro po– deri a prezzi disastrosi e rispar– mi di intere esisten~e vanno in fumo; un tale provvedimento gioverebbe all'una ed all'altra parte e sbarrerebbe la strada ai comunisti nelle campagne, fre– nando contemporaneamente lo esodo verso le città. 2) Promuovere la costituzio– ne di cooperative bianche in tut– ti i settori, specialmente in quello dell'organizzazione. commercia– le. Ciò scrollerebbe dalle spalle dei contadini il gravoso f ardel– lo dell'attuale sistema di distri– buzione antiquato ed esoso, at– traverso il quale il -prodotto agricolo arriva al consumatare sovente raddappiato o triplica– to di prezzo. Nell'attività delle cooperative potrebbero trovare posto contadini e tecnici agri– coli eliminando lo scandalo che quanto il contadino guadagna in un anno di lavoro, il distribu– tore lo guadagna in un giorno o anche meno. • . 3) Concedere mutui (e in questo senso il piano verde è sulla buona strada) per la mec– canizzazione, per la trasforma– ziooe .fondiaria, per la costitu– zione di cooperative o consorzi di produzione. 4) Eliminare la legislazione sul blocco dei contratti oggi di– venuta assurda e contraria agli interessi dei contadini migliori sovente esclusi dalle terre più . produttive e pertanto costretti ad abbandonare per sempre la attività agricola. In oltre tale legislazione è un ostacolo insor– montabi'l,e per quegli agricoltori che vogliono riardinare con cri– teri moderni le loro proprietà. Ma, in questi e simili problemi non si discute nemmeno alla Conferenza Nazionale dell' Agri– coltura. Si discute in maniera intermi– na'bi!le sull'istruzione prof essio– nale, pur utile e necessaria ma dimenticando che il bravo con- Lo STATO bibl10ecaginobianco tadino « si fa » sulla terra quan– do ha una adeguata assistenza tecnica, che veramente specie nell'Italia centrale e settentrio– nale è più che sufficiente. Si parla delle necessarie co– modità che il contadino deve avere in campagna per impedire l'esodo rurale, ·come se la -causa di ciò non fosse proprio il basso reddito oltre a fattori psicologici legati al « complesso del conta– dino » finora troppo trascurati in questo paese tanto democra– tico. Per quanto poi concerne il problema della « previdenza e dell'assistenza sociale» vengono ora al pettine i problemi che con notevole · incoscienza e la ben scarsa conoscenza della psicolo– gia delle campagne furono a suo tempo suscitate dai vari sinda– cati, specie da quelli che si dico– no anticomunisti. Il « successo » della pensione ai contadini ad esempio ha avu– to ripetcussioni totalmente ne– gative. Prima la famiglia conta– dina non ha mai sentito il biso– gno di una pensione sia per la profonda solidarietà del gruppo familiare rurale, sia perché le persone anziane in campagna non vanno mai « in pensione » quanto le attività più diverse possono essere svolte anche da persone di una certa età. • Tuttavia una volta ricanosciu– to e demagogicamente predi– calo tale diritto il diverso tratta– mento con le altre categorie di lavoratori _fasentire tutto il pe– so di una ulteriore discrimina– zione contro il contadino, che ha conseguenze psicologiche incal– colabili. Il costo del sistema di distribuzione delle varie forme di assistenza e previ.denza è tale che il tutto costituisce piutto– sto un altro gravame che un vantaggio per la agricoltura. Quanti interventi più produtti– vi si sarebbero potuti fare con .i miliardi così dispersi. Ancora una volta si possono chiaramente vedere i risultati della politica demagogica ed elettoralistica dei vari partiti che di fronte ai proolemi più gravi agiscono senza il. senso di una politica organic,a e respon– sabile. U « secondo classificoto in un premio letterario » 19

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