Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961

LETTERATURA IL NIPOTINO D E L L' I NG EG N E R E Da Parigi a Portofino sempre in moto è l'Albertino, con i soldi di babbino giunge pur fino a Pechino e da lì manda un « pezzino » : pien di grazia e di maniere il nipotin dell'ingegnere. Per chi è ,abituato a serie e sol,ide letture questi versi dal tono chiariamente burlesco po– tr,anno sembrare un po' troppo ermetici e qualcuno, forse, c-er– cherà di scoprirne l'arcano si– gnificato. Non è, invero, il caso di sforzami. Questa strofetta, alla « corrie- . re dei piccoli », infatti, che è stata coniata da akuni buon– temponi, abituali frequentatori dei salotti letterari e dei caffé alla moda di Roma e di Milano, è stata dedicata ad un plurimi– lionario figlio di papà, ben noto nei suddetti ambienti ed il cui nome è Alberto Arbasino. Se qualcuno, poi, desidererà avere maggiori chiar,imenti sul– l'ultimo verso, spiegher,emo che si tratta di un'autodefinizione, chiara parafrasi dell'espressione usata da Gra,1nrsciper crittcare gli scrittori tradizionalisti. Il fondatore del PCI, com'è noto, chiamò « nipotini di Padre Bre– sciani » ,quegli ,intellettualri che, irifiutando certe idee correnti, rivelavano, a suo giudizio, la lo– ro spirituale parentela con il coraggioso sacerdote della Com– pagnia di Gesù che si batté bibliotecaginobianco senza tregua contro il giaco– binismo. Nel presentarsi come «nipo– tino dell'ingegnere » Ar<basino, che ama trastullarsi nel gioco del << letterato brillante», ha te– nuto sot·tolineare la sua affini– tà con Carlo Emilio Gadda il quale è, appunto, l'ingegnere delle lettere italiane. Ecco riso}to il rebus dei sette versi iniziali. Versi che, se non hanno ambizioni poetiche, co– stituiscono, però, un preciso «ritrattino» della giovane spe– ranza del bel mondo intellet– tuale nostrano. Arbasino, di-cevamo, è prov– visto di una buona rendita che gli serve per girare il mondo tranquillamente, senza avvalen– ti pressioni di natura finanzia– ria. Da ogni -città in cui sog– giorna A. A. (per i grandi nomi bastano le sigle: vedi Brigitte Bardot) invia una corrisponden– za (un « pezzino », dicono gli amid) ai var.i giornali e riviste che lo hanno come assiduo col– iaboratore. Questi giornali e r,iviste sono, naturalmente, in linea con i tempi: in politica si dichiarano per il centro-sinistra e per il neutralismo; in campo cultura– le sono aperti a tut·te le ,cosid– dette «esigenze moderne» e non fanno, quindi, distinzione tra realisti ed astrattisti, tra esi– stenz,ialisti, neopositivisti e mar– xisti, purché diano la garanzia di opporsi all' « oscurantismo clericale e fascista »; nel settore dell'attualità e della critica del costume sono «spregiudicati», contrari a'lla censura ed alla morale tradizionale e favorevoli alla compieta Mbertà sessuale, all'aborto legale ed a tutte le altre « conquiste » raggiunte nei paesi più evoluti. Lo scrivere deve costare ad A. A. una fatica immane non tanto perché gli sia arduo met– tere nero su bianco, quanto per la sua ostinazione a voler appa– rire ad ogni costo sbarazzino ed eccentrico. E' a ben vedere, la solita storia di chi sopperi:.Srce alla manc 1 anza di idee con i pet– tegolezzi e le battute di 1 spirito o ritenute tali. Arbasino riesc·e, tuttavia, ad inserirsi con pieno diritto in quel nuovo genere saggistico, basato sulla descrizione minuziosa - e non priva di particolari « pire– canti » o, in ogni ,caso, scanda– listici - dei pensieri, dei gesti, dei fatti, delle abitudini e attitu– dini del personaggio del giorno. Dove, però, non è più l'elemen– to culturale, la componente estetica che interessano, bensì l'aspetto mondano deU'uomo e della donna intervistati o stu– diati. Ed Arbaisino ha dei colleghi illustri; A. A. può riferirsi a pre– cedenti che fanno testo. La Si– mone Beauvoir non ha dedicato pagine e pagine alla Brigitte Bardot e Alberto Moravia non ha scritto un saggio-intervista

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