Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

cista in piazza per rilanciare il centrismo in Parla– mento... Ci sembra dunque che l'autonomismo si sia messo in una via senza prospettive. Cioè che esso non abbia proprio quello che si vanta di avere nei_confronti della sinistra carrista: cioè una politica. A meno che non si voglia dire che questa politica è la conver– genza (cioè, ormai, il centrismo). Le forze che possono porre in crisi l'attuale si– stema della convergenza (se si fa astrazione dal «temperamento» dell'on. Saragat) sono tutte al di fuori non solo delle disponibilità dell'autonomismo socialista, ma anche al di fuori della sua linea po– litica. Si vedrà che cosa uscirà dall'articolo dell'on. Sa– ragat. E' certo che il tripartito di ferro è cosa molto difficile. Ma allò stato attuale delle cose, è ancor più difficilela linea del congresso socialistadi Milano. La offerta che l'on. Nenni ha fatto a Ferrara dei voti socialisti ad una politica di centro sinistra è un'of– ferta stanca e senza speranza... . Il problema ritorna al punto che abbiamo tante volte indicato: il socialismo deve porsi il problema dello Stato. Nella presente confusione, niente è possibile,altro che una confusa, corrotta ed infeconda egemonia comunista. Se il PSI non consente che si ponga un poco di ordine nella cosa pubblica, che si ripristini un minimo di autorità dello Stato, un minimo di in– dipendenza delle istituzioni dalla partitocrazia, tutto \ e vano. L'autonomismo non avrà mai una politica, ma soltanto una tattica oscillante tra il frontismo e il cen- Lo STATO bibliotecaginobianco trismo. L'autonomismo rischia di essere declassato a un fatto puramente parlamentare o di sottogoverno. Si noti che la giusta via per il PSI non è la più difficile, è la più facile, la più produttiva. Guardiamo il caso del luglio. Il PSI aveva v0tato contro tutti i governi della DC, doveva quindi votare anche contro il governo Tambroni. L'errore non fu dunque compiuto in aprile ma in luglio. Mai il PSI avrebbe dovuto avallare sino a quel punto l'ope– razione frontista sulla piazza, mai avallare sino a quel punto l'operazione centrista in Parlamento. Se il PSI avesseevitato la crisi del governo Tambroni e affron• tata il corpo elettorale nelle amministrative di otto– bre senza la convergenza, non avrebbe perso voti né a destra, né a sinistra. Non a destra, perché i sara– gattiani non avrebbero avuto a un tempo i vantaggi del centrismo e del centro sinistra; non a: sinistra, perché il PSI non sarebbe stato oggetto delle diffi– denze e delle critiche comuniste per la partecipazione indiretta alla convergenza. Quando la wnvergenza porrà fine ai suoi giorni, tutti i problemi morali e politici del paese si saranno aggravati e nessuno risolto. Il comunismo sarà molto più forte e lo Stato molto più debole. Se questo era il fine dell'on. Nenni, allora, onore al merito, la convergenza, è st-ataper il leader d~l PSI, un grande succes5o.Ma se le p,~roledi rinqova– mento per il leader del PSI er?-noqualcosa dj più che degli stratagemmi, allora raramente un3 giusta inten– zione è stata peggio servita da una politica sbagliata. G. BAGET-BOZZO 5

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