Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

zionali che la politica, divenuta un fatto a sé, svincolata cioè dalla t.ec – nica, dalla cultura, dalla scienza, e dalla religione e rapita nella dialet– tica del potere tende sempre più ad aggravare. Il comunismo vuole ri– vendicare a se, pur s-empre nel qua– dro dell'ortodossi,a marxista-lenini– sta e con la sua interpretazione deL la storia, la tradizione popolare ita– liana dal Risorgimento in poi (vedi l'artificioso legame tra Risorgimento e Resist.enza, assolutamente ,fragile di fronte ad ogni obiett1v,a indagine) per JegittLmarsi sempre di ;più in rapporto alla sua attuale linea di petizione del potere. Esso cruindi ope– ra per legar•e a sé la storia italiana attraverso la intesa con il sentimen– to popolare che viene ad •essere ten– tato da una pol!tica cultura1'e della quale l'azion,e di « Italia Canta» è una delle non trascurabm manife– stazioni. Si tratta quindi di una azio– ne che attraverso la psicologia vuole arrivare al possesso del nostro tra– scurato patrimonio tradizionale. I risultati cons,egu:Lti devono esse:re consid•erati sotto due punti di vista: verso i militanti del ipartito e verso gli ambienti borghesi non impegna– tì. I militanti comunisti trovano in queste opere 1a prospettiva già pron– ta di un mondo culturale conforme al loro impe,gno. Gli ,ambienti bor– ghesi vi trovano di che riempire iun vuoto e formulare quindi una ade– sione apparentemente superficiale ad una logica accettando le premes– se della qual•e non si può non giun– g,ere sino alle conseguenze più estre– me. E intanto l'influenza di un ,certo stilè cominda a farsi sentire anche nelle c•anzoni che la radio riversa quasi ogni giorno nelle orecchie dei membri delle famiglie italiane; J soldi e La torre di Babele sono due esempi di questa influenza, sono due canzoni che la radio italiana mette in onda fu'equentemente e nelle qua– li già si delinea, nel tono scherzoso e nel ritmo allegro della musica leg_ gera di og,gi, il tentaitivo, giustificato dalla miseria di temi della canzone contemporanea, di mutuare un lin– gua;ggio che ha la sua fonte origi– nale nelle ,canzoni di «Italia Canta». Porsi il problema di una difesa contro questo mezzo di penetrazione vorrebbe dire cadere nell'errore fre– quente nel quale cadono i pochi che in buona <fede vogliono combattere contro il Comunismo e cioè nello escogitare strumenti non di lotta ma di concorrenza ·che sempre, e per ovvi motivi risultano pietosamente insufflcien ti. La v•erità è una sola ed ·è che non esiste possibilità di lotta per settori o paTziale contro 11,c,omunismo. O lo si colpisce globalmente o quella del– l'idra mito,logfoa apparirà una ben pallida metafora, dato e non con– cesso che tra gli esercenti del po– tere in Italia vi sia ,un solo Ercole disposto a far cadere anche una so– la testa del mostro. ALESSANDRO DI GABRIELE Lo STATO bibliotecaginobianco CINEMA Delusione Il Festival di Cannes continua: ma ancora non ci ha riserbato quelle sor– prese in cui speravamo. Anzi. I soli film un po' degni di attenzione dal punto di vista della perfezione formale son stati, sin qui, quelli che meno ci hanno convinto dal punto di vista delle loro idee. A cominciare dal polacco Matka Joanna od Aniotow (Madre Gio– vanna degli Angeli) che a tutt'oggi è quello che ha raccolto i consensi maggiori. Diretto da Jerzy Kawalerowicz (un regista apprezzato anche in Italia per Treno di notte, un film presentato con huon successo a Venezia) si rifà - sul– lr orme di un omonimo romanzo di Jaroslaw Jwaszkiewicz - alla nota vi– cenda delle suore •indemoniate di Lou– dun che tanto turbò la Francia ai tempi di Luigi XIII. L'azione è stata spostata in Polonia e. ha subìto anche delle va– rianti tendenti sopratutto a dare dei fe– nomeni di satanismo una interpretazio- 11e solo razionalista. La Madre Superiora perciò, che è la prima a rimaner vittima dell'ossessione diabolica {le altre subiscono sopratutto il suo contagio) ci è descritta come una orgogliosa sensuale che, dopo essersi troppo a lungo ostinatamente repressa - perché, nel suo orgoglio smisurato aspira ad una santità smisurata - cede con lo stesso impeto con cui prima re– sisteva e viene in definitiva colpita da una forma di isteria a sfondo sessuale che essa crede possesso demoniaco ma che, in realtà, è solo il frutto di quella dura compressione. Di fronte a lei, per salvarla, si erge un fraticello che, convinto della presen– za del demonio in lei, ma a poco a po– ro innamoratosi di lei per il troppo fre– quentarla sia pure con oneste intenzioni, finisce per compiere un delitto al solo scopo di richiamare Satana su di sé c strapparlo dalla sua anima. A tanto, sembra dire il film, possono arrivare gli Cannes uomini, sopratutto in buona fede, quan– do la « superstizione » li accieca. Contro questa r,onclusione ci risulta che a Varsavia abbiano ufficialmente protestato alti esponenti della Chiesa Cattolica ed è questa conclusione, in– fatti, e il èompiacimento spessomalizioso con cui nel film son descritti riti e co– stumanze della Chiesa che ce lo rendono inaccettabile, anche se, dal punto di vi– sta formale è doveroso ammettere che Kawalerowicz è riuscito a raggiungere risultati particolarmente efficaci sopra– tutto nelle pagine in cui, in un clima torvo e quasi allucinato, son descritti i vari fenomeni di satanismo e in quelle - affidate sempre a chiaroscuri bianco– grigi - in cui la vita del convento si al– terna alle cerimonie di esorcismo. E' giusto anche ricordare l'interpre– tazìone della protagonista, Lucyna Win– nycka: sul suo viso passano, con sin– golare profondità, non soltanto le lace– razioni dell'isteria mischiate ai fumi di un dubbio misticismo, ma anche - e questo forse il regista non lo deside– rava - le ombre di un autentico dialogo con lo Spirito del Male, il terrore e la gioia mostruosa di un « vero » vis-à-vis con Satana. L'altro film formalmente piuttosto in– teressante, ma ideologicamente alquanto dubbio è stato lo svedese Domaren (Il giudice) diretto da Alf Sioberg sulla scorta di un testo teatrale di Wilhelm Moberg. Il contrasto su cui si costruisce oppone un giovane sognatore ed inge– nuo a un alto funzionario statale che lo ha privato, con cavilli, di tutte le sue sostanze e adesso, per conservarsele, lo fa dichiarare pazzo ostacolando con la corruzione e lo strapotere politico il li– bero corso della giustizia. Fino al giorno in cui un piccolo errore non svela il suo gioco e lo annienta. L'innocente è difeso da un giornale politico di opposizione che ha tutta l'aria di rappresentare gli ideali del so– cialismo mentre il giudice viene incari, 3L

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