Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

non c'è per niente la giustificazione uf– ficiale, di comodo, e cioè che l'arretra– tezza dello sviluppo del Meridione deri– vante dalla sopravvivenza di istituti feu– dali abbia plasmato questi esseri (nostri fratelli, nostri concittadini), certo non felici, calunniati per i difetti minori ed elogiati per quelli maggiori. Noi non opiniamo che il feudo c'entri poco, a parte il fatto che ci sono più feudi nel Nord (dei quali spesso amministratore è lo Stato) che nel Sud. L'arretratezza del Meridione è determinata semmai da due fattori: a) motivi di mercato, cioè lo spostamento dell'area di influenza ·mercantile dal bacino del Mediterraneo all'Europa centrale; b) motivi storici, cioè la particolare affermazione dello Stato italiano ad opera della borghesia del Nord e delle capacità politiche e di– plomatiche. Sono - a ben guardare - i medesimi motivi che determinano il fenomeno sconsolante di questo cente– nario dell'Unità d'Italia così poco sen– tito. 11flµsso di immigrazione ha comun– que formato ai margini della metropoli (e di Milano specialmente) nuove citta– delle, moderni castelli di Kafka, le e Coree )), intese a questo modo poiché presero ad apparire ai tempi della guer– ra di Corea. Tra dieci anni, forse meno, quesre Coree saranno assorbite dalla me– tropoli. Cosa accadrà allora? Lo Stato, il Comune, non lo sanno e neppure cer– cano di prevederlo. Saranno ghetti di nuovo genere? In questi agglomerati àbrtati da irregolari - irregolari sotto •tuti gli aspetti - non esiste centro sto– rico, non coscienza comunitaria, non quel lievito religioso e civile che solo può cementare una qualsiasi associazio– ne, e neppure esiste la coscienza di asso– ciazione che si rileva invece tra coloro che per mestiere (e non sempre per vo– cazione) vivono ai margini della Legge. _Questo è il paradosso che deve far ri– flettere: nelle « Coree J>, al contrario di quanto potrebbe sembrare, non esiste sentimento di solidarietà ma diffidenza reciproca e diffidenza verso tutto: sia il sacerdote come il medico comunale, lo assistente sociale come il vigile urbano. Si diffida finanche dell'ECA. Ognuno tende ad isolarsi, si vive alla giornata, si adotta una moralità alla giornata, che: •non è esistenzialismo, ma qualcosa di peggio. La prostituzione (facile guada– gno), il teppismo (facile guadagno), il vittimismo perfezionato ai fini esclusivi di ottenere assistenza (facile gu:-dagnv\ non sono nelle e Coree )), punte feno– meniche, ma confo,-mismo, un fonformi- bibliotecaginobianco smo di nuovo genere che, :zop,,,ito, è ciò che carc.ttcriz,.a sempre più qut;t.2 thtssc di n'Aov'>g.·uc,e che nor. i:a - intendo sempre la maggioranzi - la aspirazione di inserirsi nella categoria operaia e impiegatizia, e neppure in quella dei commercianti e piccoli com– mercianti (dato che quelli «sono con– trollati ») ma soltanto aspira a perfezio– nare e personalizzare sempre meglio questo conformismo. Le: Diocesi avviano inchieste sulla periferia (quasi mai centrate, poiché le « Coree » non hanno nulla da spartire con le: periferie) e frattanto le parroc– chie continuano a rimanere deserte. Pe– rò, se Atene piange, Spa,rta non ride: i giovani immigrati non frequentano neppure le sedi del PCI né votano per quello; a differenza degli immigrati più anzani che nei loro paesi votavano per Lauro e nella metropoli votano per To– gliatti, ma non credono a Togliatti più di quanto prima credessero a Lauro. Questo è pertanto un fenomeno che comincia a preoccupare seriamente e a suscitare inchieste variamente ispirnte. Una delle ultime, quella che ha indotto IL PRIMO LIBRO a queste considerazioni, è stata pubbli– cata da un editore milanese che si auto– definisce moderno (lo stesso che patroci– nò l'Arialda). L'inchiesta («Milanò, Corea »), che ben~ficia di una presenta– zione di Dolci, è stata condotta da Ala– sia e Montaldi sulla base di trentacin. que interviste di immigrati. I racconti di vita che ne sono risultati appaiono, commercialmente, ben coloriti e adatti a sceneggiature di Visconti, però - pur riconoscendo l'onestà (del resto asserita dagli autori) dell'inchiesta - noi ne abbiamo ricavato conclusioni quelle esposte sopra, in parte diverse da quelle premesse dagli autori. Le nostre sono le considerazioni sempre fatte ma mai ascoltate, e cioè che tutto viene dalla mancanza, dal decadimento di senso morale. Decadimento e carenza favoriti - vogliamo presumere favoriti con la più candida buonafede - dallo Stato e dalle sue cinghie di trasmissione. Del che parleremo prendendo lo spunto da altre pubblicazioni del genere, che or– mai stanno diventando di moda. GLAUCO LICATA SULLA NOSTRA ARTE POPOLARE STILE E FOLKLORE A chi consideri l'immensa e varia produzione artistica popolare italiana può apparire inconcepibile lo scarso in– teresse che finora si è avuto in Italia per l'arte delle classi umili, specie se si con– sidera che in altri paesi l'arte popolare è stata oggetto di studio e di ricerche, ab– bastanza progredite, da parte di critici e folkloristi eminenti. Tuttavia questo scarso interesse trova la sua spiegazione in alcune circostanze ben precise, prima fra tutte lo splendore della nostra gran– de arte colta e la sua lunga tradizione, su cui si son sempre appuntati gli sguardi dei critici e degli storici dell'ar– te. E' avvenuto, in tal modo, che le espressioni del gusto dell'umile volgo son rimaste in ombra e non hanno in– teressato la critica ufficiale, intenta a ben altri problemi. Solo in periodi relativamente recenti, anche da noi, si è atteso allo studio del– !' arte popolare e si è scoperto che essa può vittoriosamente sostenere il con– fronto con quella di altri paesi in cui il termine, la maggior parte delle volte, sta anche a significare « arte nazionale ». Non è chi non veda comunque che, no– nostante il grande sforzo di recupero, a tutt'oggi essa non occupa in Italia il posto dovutole nel quadro generale del– la nostra cultura, per i suoi interessi di carattere nazionale, estetici e sociali. L'immediata conseguenza di una tale: situazione è stata la mancanza di una opera d'insieme che con un'adeguata ricchezza di documentazione fotografi– ca e un'altrettanto adeguata organica espos1z10ne fornisse una panorarrilca precisa e completa.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=