Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961

a) la terra ai contadini. E' questa la linea maestra che ha procurato loro le maggiori adesioni nelle campagne. Che il comunismo di fatto nei paesi dove ha il potere agisca in modo opposto ed incontri anzi uno dei maggiori avversari proprio nei contadini non ha mai osta– colato l'efficacia dell'azione propagan– distica dei comunisti. b) organizzazione di complessi coo– perativi. In sempre più numerosi settori le cooperative comuniste funzionano in forma di vere e proprie avviate imprese commerciali, sostenute per giunta dalla simpatia dei clienti mezzadri. Ciò ha dato convinzione ai contadini di potersi inserire con successo non solo nei rap– porti commerciali ma anche in quelli imprenditoriali, sempre organizzandosi in aziende cooperative. Noi abbiamo proprio su queste pagine, qualche mese fa, richiamata l'attenzione sull'esperi– mento condotto dai comunisti a Corto– na ed in altre città dell'Italia centrale con delle imprese agricole a carattere cooperativo. c) la trasformazione fondiaria e la meccanizzazione agricola. I comunisti sanno che ben presto non potranno più contare su una massa di disoccupati e sotto occupati nelle campagne, per il fenomeno di progressivo abbandono del– la terra. Pertanto hanno audacemente rovescia– to la loro impostazione tattica nel set– tore: mezzadrile basata su una politica <t negativa > di spregiudicata sobillazio– ne dei contadini contro i proprietari. Ora la politica comunista è passata ad una seconda fase che potrebbe definirsi « positiva », di concrete e durature: ini– ziative volta a legare a sé i coltivatori in una intricata rete di interessi econo- SICILIA 1961: « Credo sia sul punto di esprimere ciò che pensa per quanto sta succedendo all'Assemblea Regionale,, miei, che ha fatto ad esempio così buo– na prova nell'Emilia, ormai feudo del Cùmunismo italiano. In realtà anche la mezzadria come tutta l'agricoltura italiana sta attraver– sando una prima fase di trasformazione, caratterizzata principalmente, per ora, da una forte diminuzione della pressio– ne demografica sulla terra. I contadini se ne vanno ed i primi sono i più irre– quieti ed i più scontenti, quasi sempre il nerbo degli aderenti al PCI. Il comu– nismo stringe le file e si riorganizza. Nelle zone mezzadrili da partito « massimalista ,, di massa sta divenendo una solida organizzazione: inserita pro– fondamente nc:l settore: economico. E' un momento di trasformazione delicato quello del PCI che un intervento poli– tico deciso potrebbe mettere in crisi pro– prio in queste zone della mezzadria do– ve esso è più forte. Ma da dove potrebbe venire questo intervento? Dall'immobilismo assoluto dell'attuale governo non c'è davvero da sperar nulla. D'altra parte, bisogna dir– lo francamente, ad un compito così po– litico anche nel suo aspetto economico, non basta opporre la formula economi– c1st1ca di « Provare, Produrre, Pro– gredire». E allora? Anche questo è un altro grosso interrogativo che nel voluto im– mobilismo della attuale situazione po– litica italiana non trova risposta. Non verrà data risposta a lettere che accompagnino articoli inviati per essere pubblicati su «LOSTATO» quan– do gli stessi non siano stati richiesti dalla direzione. Lo STATO 21 bibliotecaginobianco

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