Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961

quio ai principii della tradizione e della dottrina cattolica. Quanto sopra detto a proposito della linea politica e programmatica della corrente « di Base », giustifica rigorosa– mente il mancato accenno nella « piat– taforma congressuale » elaborata dalla corrente, ai problemi di fondo della vita italiana lasciati insoluti, come gli stessi esponenti della corrente hanno ricono– sci uto in diverse occasioni, dall'impegno di partito e di governo negli anni dal 1948 al 1960. « I problemi dei rapporti tra autorità e libertà, dei rapporti tra cittadini e Stato, i problemi della pro– prietà, della certezza del diritto, della rappresentatività e della efficienza delle istituzioni, in una ·parola tutti quei problemi legati ad una chiara conce– zione dello Stato di diritto ». Tali problemi, infatti, per la corren– te « di Base » si risolvono, evidentemen- te, nel quadro delle impostazioni· ideo– logiche e programmatiche delle forze politiche di « sinistra democratica », che dalla « Base», come detto, vengono con– siderate le sole in grado di imporre agli stessi una •« moderna e concreta so– luzione ». Dal che ne deriva che la corrente si colloca all'interno deila DC in una de– finita posizione ten_dente non già a ca– ratterizzare il part1to attraverso una sua autonoma ed originale fisionomia ideo– logica e politica, bensì a portarlo ad una accettazione integrale delle tesi ideo– logiche e programmatiche della « sini– stra democratica » italiana. A chi volesse obbiettare che non era pensabile che in un documento con- . gressuale venissero affrontati anche i temi di fondo a cui sopra abbiamo fatto cenno, si dovrà rispondere - oltre che con la constatazione di fatto della con– cordanza assoluta delle tesi della cor– rente·« di base» e della « sinistra demo– cratica » in ordine alle soluzioni rite– nute valide per gli stessi - che tali problemi si dice siano da tempo al centro delle preoccupazioni dei diri– genti DC se è vero, come è vero, che l'on. Moro da circa un'anno ha in ani– mo di indire un convegno che abbia co– me tema « la verifica della ideologia po-– litica della DC ». Per cui è pensabile che al prossimo congresso (dubitiamo molto che venga indetto per l'autunno) volenti o ;;-olenti i responsabili del partito, gli stessi saranno al centr0 del dibattito. E se la « Base » sarà, come lo è stata fino ad ora, coerente con se stessa, riteniamo, che avremo in quella occasione una ve– rifica ineccepibil~ di quanto abbiamo sostenuto in questo scritto. I bilanci al Senato Una politica economico-finanziaria indecisa non cor– risponde all'auspicato progresso sociale L'esposizione che il mm1stro del Bi– lancio, on. Pella, ha tenuto al Senato, Fer iniziare il dibattito sui bilanci finan– ziari ( 1), ha fissato delle premesse di estrema importanza: - mai come oggi sentiamo che pro– blemi sociali, economici, finanziari stret– tamente si collegano tra di loro quali aspetti di un unico grande obiettivo da raggiungere: il migliore benessere ma– teriale del popolo italiano; - le gigantesche realizzazi~ni del– la tecnica, il vertiginoso ritmo con cui esse si presentano, non consentono l'at– tardarsi su posizioni che potrebbero con– durre ad una progressiva scle,osi della nostra economica, oggi così felicemente competitiva sui mercati internazionali; - una congiunta visione economia ca-finanziaria-sociale proiettata nel pros– simo e nel lontano futuro sembra indi– spensabile nell'affrontare lo esame dei bilanci finanziari, poiché il Bilancio del– lo Stato da gran tempo più non potreb– be essere avulso dal più ampio Bilancio Economico Nazionale e dai problemi che a qùesto si ricollegano. Trattasi di una impostaz.ione -realisti– ca di indubbio valore, che vorremmo Lo STATO bib11otecaginobianco lV avesse per il Governo il significato di una « autocritica », dato che in questi mesi non abbiamo avuto la sensazione chi! tale ,impostazione sia stata alla ba~e dell'azione del Governo medesimo. Constatazioni ed impegni. Entrando nel mer,ito della succitata esposizione non ci intratterremo sulla parte relativa al consuntivo del 1960 e cioè del cosiddetto « anno del miracolo italiano », ,in quanto di ciò si è ampia– mente parlato da mesi ed anche perché riguarda il complesso dei risultati di go-· verni ad impostazione politica comple– tamente diversa dall'attuale, di governi che hanno realmente segnato una pagina di progresso per ,il nostro Paese, con una diuturna « politica dei fatti concreti ». senza esagerate programmazioni e tanto meno con demagogiche « circolari » mo– ralizzatrici che, alla prova dei fatti, la– sciano il tempo che trovano, mirando non a mutare un costume (ammesso .e non concesso che sia necessario farlo), ma a sostituire uomini secondo un ben chiaro piano di rafforzamento di' una determinata formula politica. Passando, quindi, alla parte che ri– guarda gli impegni futuri, diremo che il ministro del Bilancio ha richiamato a meditai-e su alcuni aspetti 'della nostra attuale finanza pubblica: - lo sviluppo della spesa pubblica globale secondo tassi di incremento su– periori ai tassi di incremento del reddi– to nazionale; - la persistenza di un disavanzo . cronico, che negli ultimi tempi ha ri– preso il suo cammino ascensionale; - l'esistenza di notevoli oneri pro– gressivi, non completamente acquisiti nei precedenti bilanci e che dovranno essere gradualmente assorbiti nei bilanci fu– turi. Probabilmente, in quanto preoccupato dalle moltissime critiche formulate nei confronti della sua azione - che, in questi mesi, non ha certamente favori– to un miglioramento della situazione - il Governo ha voluto, attraverso 41mi– nistro del Bilancio, dare alcune assicura– zioni al Parlamento, ponendo l'accento: a) mlla necessità di evitare un ina– sprirsi della pressione tributaria; b) sulla esigenza di una più stretta osservanza dell'art. 81 della Cost~tuzio– ne, che richiede la copertura con relative entrate di ogni nuova spesa; e) sulla graduale eliminazione del deficit del Bilancio, stabilendo annual– mente quale parte delle maggiori entra– te deve essere destinata a tale scopo; 11

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