Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961

L'offensiva della '' Base '' Non è molto che su que\ta r.ivista I: stato espresso il giudizio che fra le cor– renti D.C. inserite nel circuito di pote– re del partito, la sola ad avere una linea politica chiara e conseguente è. quella della « Base ». Tale giudizio ci sembra venga confer– mato dal contenuto del documento ap– provato da « esponenti qualificati della corrente» al termine di un convegno tenutosi domenica 30 Aprile a Ravello. .Il convègno era stato indetto al fine di mettere a punto una « piattaforma programmatica » in vista del congresso nazionale del partito che « per dichia– razione del segretario politico on. Moro, dovrà aver luogo in autunno ». I punti essenziali del documento sono i se– guenti: In ordine alla politica estera, s1 auspica una rapida soluzione del pro– blema algerino nel senso indicato <la 1. l'FLN; un inserimento organico della Gran Bretagna nella comunità europea; una politica di « concreti aiuti » di questa ai paesi sotto-sviluppati ed una realistica impostazione dei problemi re– lativi al disarmo. In politica interna; il convegno ha sottolineato l'aspetto positivo della « for– mula delle convergenze parallele > che avrebbe permesso il superamento « di un grave stato di emergenza verificatosi durante il governo Tambroni »; ha ri– cordato che .tale formula non nacque da una pregiudiziale chiusura nei con– fronti del PSI, né come premessa ad una ricostituzione del « quadripartito >. Ha ribadito che nessun fatto nuovo s'è verificatQ che valga a mutare « lo atteggiamento di attesa reciproca (fr~ D.C. e PSI) per quanto riguarda il PSI », e che, al contrario, gli esperi- 10 bibliotecaginobianco menti in atto di collaborazione fra i due partiti in decine di amministrazioni lo– cali confortano quanti vedono in tale collaborazione la ~ola via possibile da battersi per un sostanziale allargamen– to della « base democratica » nel paese. Detto questo, il documento indica una serie di punt.i programmatici sui quali, a giudizio della corrente, il governo do– vrà impegnarsi al fine di rendere sem– pre più concreta la possibilità di impe– gnare a fondo tutte le forze « demo– cratiche » operanti nel paese. I punti interessano il problema di una programmazione degli investimenti pubblici; il problema della nazionaliz– zazione delle fonti di energia; la neces– sità di una nuova legislazione per le società per azioni; l'attuazione dell'ente regione; la definizione organica di una politica della scuola; il problema di una politica per le aree fabbricate ed al– tri. Il documento chiude con la richie– sta agli organi· centrali del partito di risolvere la crisi siciliana con l'appoggio del PSI e con l'appello per la rico– stituzione, in sede pre-congressuale e congressuale, del « cartello .delle sini– stre » che valga a frenare i sintomi di una involuzione « filo-centrista e filo-de– stra » che affiorano nella politica del partito. La prima osservazione che si può fa– re alla lettura del documento è che lo stesso potrebbe essere sottoscritto, se_nza mutamenti di rilievo, da tutte quelle forze politiche che si collocano in un arco che abbraccia il PSI, il PSDI, il PRI ed i radicali, con l'aggiunta dei « sindacalisti » e dei «fanfaniani > per la DC e della « sinistra liberale >. A noi pare che proprio tale fatto val– ga a confermare il giudizio che « la Fra le correnti d. c. m– serite nel circuito di po– tere quella di "sinistra,, è la sola ad avere una chiara linea politica e tale linea non ha niente in comune con la dottrina e la tradizione cattolica Base » sia la sola corrente DC, inserita nel circuito di potere del partito, che abbia, come detto, una linea politica chiara e conseguente. Chiara in quanto propone un'alterna– tiva possibile alla « non politica > della direzione del partito e delle forze che, per il calcolo o forza d'inerzia, la fian– cheggiano. Conseguente, in quanto « la Base » mostra con le sue impostazioni di fondo di accettare in pieno e di svi- 1uppare coerentemente quella « politica .Ì delle cose >, avulsa dai principii e con– dizionata dalla spinta che alle « cose >, italiane hanno impresso le sinistre, che dopo il 1948 ha caratterizzato l'impe– gno di partito e di governo della classe dirigente DC. A nostro avviso l'accettazione aperta, chiara e programmata della « politica delle cose» deriva alla corrente « di Base » da un rifiuto esplicito di consi– derare ancora possibile in Italia la con– creta realizzazione di un impegno poli– tico che tragga ispirazione da una ideo– logia derivante dai principii della ·tra– dizione e della dottrina cattolica, Im– pegno tale da contrapporsi con possibi– lità di successo alla linea politica che guida le mosse della « sinistra· democra– tica > italiana, che nella valutazione de « la Base > comprende ormai in modo definitivo anche il PSI, che anzi ne rap– presenta la forza più autorevole e qua– lificata. Tutto ciò in contrasto con le altre cor– renti « di potere > della DC, le quali pur accettando di fatto la « politica del– le cose > mutuata dalla vecchia linea « centrista », tentano, . per ragioni di puro calcolo, di mascherare tale accet– tazione dietro una serie di dichia– razioni che esprimono formule osse-

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