Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

Neo-cosmopolitismo: ultima moda letteraria Un'ennesima invenzione basata sul vuoto e sulla disgregazione ideale E' la volta del neocosmopolitismo. Dopo il neorealismo, il neonaturalismo, il neopositivismo e il neosperimentali– smo, l'ultimo « messaggio 1> lanciato è quello del neocosmopolitismo. Con que– sta nuova corrente il livellamento spi– rituale appare completo: ogni tradizione nazionale è negata, ogni caratterizzazio– ne ideologica viene misconosciuta in nome di una « letteratura universale i, avulsa da concreti riferimenti ideali e tendente ad uno scetticismo nihilistico, negatore degli ordinamenti morali e degli impegni civici. Per questi neoco– smopolitisti, così, i versi di Mao Tsé valgono più delle creazioni poetiche di Eliot ed i pamphlets pacifisti e libertari di Sartre, come le pagine autobiografi– che della Beauvoir, sono portati ad esempio di « un pensiero avanzato » in linea con « i tempi di Gagarin ». 11 neocosmopolitismo è, dunque, una delle espressioni << cultura[ i » <lei disar– mo ideologico in atto nella nostra so– cietà e, al tempo stesso, un segno dei progressi raggiunti dal movimento ever– sore che ha sempre fatto della polemica anticattolica e della lotta alla Chiesa ed alle istituzioni religiose il suo primo obbiettivo. L'indifferenza ed il lassismo di tanti « intellettuali » cattolici e di autorevoli esponenti del movimento cat– tolico italiano hanno portato alla capito– lazione di fronte all'invadenza laicista e marxista. Il disarmo ideologico è il cor– rispettivo sul piano delle idee della « di– stensione » voluta e raggiunta da Kru– scev in campo politico. Il disarmo ideo– logico è, senza dubbio, un successo del comunismo. E' ben noto che sono in possesso del marxismo numerose armi, ciascuna delle quali adatta per « sfon– dare » in una determinata situazione. Il neo-cosmopolitismo è un'arma di cui si servono i marxisti italiani per fiaccare gli avversari, per superare le resistenze 24 bibliotecaginobianco che vengono ancora frapposte da quegli uomini e da quegli ambienti che non ce– dono e che rimangono legati alla pro– pria fede, ai propri costumi, alla pro– pria cultura. Non è un caso che ante– signano del neocosmopolitismo sia stato in Italia il settimanale «L'espresso», la cui notorietà si basa sulla continua campagna di odio e di calunnie contro gli uomini della Chiesa e sulla sua azio– ne di fiancheggiamento del marxismo. E proprio un volume del critico let– terario del!'« Espresso », Paolo Milano, può essere considerato il manifesto dei ntocosmopolitisti, il proclama di quei « chierici » che vagheggiano una socie– tà in cui non vi siano più richiami reli– giosi e dove le norme morali siano ade– guate alle « esigenze » di coloro che non seguono più - riportiamo le pa– role del giornale - le supertizioni sug– gerite dal cattolicesimo. Nelle pagine di introduzione al suo « Il lettore di professione » Paolo Mila– no si dichiara contro ogni « ideologi– smo » e, riallacciandosi idealmente agli illuministi, eleva osanna alla « de– mocraticità della ragione » e riconosce in Voltaire il suo « maestro e donne>. E' questa la tipica tecnica di rottura che da un secolo e mezzo è usata per operare la completa laicizzazione del nostro Paese. Compiere anche in Italia la « grande rivoluzione», sconsacrare Roma al fine di colpire inesorabilmente il Magistero di Pietro è stato sempre considerato il punto di arrivo del « libero pensiero ». Nel dopoguerra le forze del radicalismo laicista hanno trovato un buon terreno per la loro propaganda, per i loro mo– vimenti. L'alleanza con i partiti mar– xisti ha permesso di allargare la pro– pria influenza e di poter contare su grandi masse di urto e di manovra. L'anticlericalismo, l'anticattolicesimo - da fenomeno degenerativo di ristretti circoli - è divenuto veicolo di corru– zione che ha fatto raggiungere posizio– ni di .forza quando non ha addirittura assicurato un'indiscussa egemonia in cer– ti settori. La cultura - il caso più grave I - è divenuto un feudo del laicismo e del marxismo. Le prove dell'imbavaglia– mento a cui è soggetta la cultura ita– liana non mancano e sarebbe facile di– mostrare le gravi, spesso vergognose, conseguenze di una dittatura impostasi nel momento della crisi civile e morale seguita alla sconfitta. Oggi, in Italia, sono i laicisti ed i marxisti a dettar legge nella cultura. Basta che la catena della stampa « infeudata » parli in senso negativo di un autore perché il disgra– ziato non riesca più a trovare un edi– tore che lo prenda in considerazione. Né condizioni migliori sono riservate all'artista, all'uomo di cinema o di teatro che non sia gradito agli oligarchi del laicismo. Sembra un tragico para– dosso, ma è così: l'intolleranza più spin– ta, il fanatismo più acceso vengono pro– prio da chi fa quotidianamente: professione di « libero pensiero >. Lo esempio ci è offerto dal settimanale « L'Espresso >, vera centrale della pro– vocazione e punto d'incontro tra Vvari gruppi laicisti. Abbiamo scritto sopra che il ncoco– smopolitismo trova nel!' Espresso il suo organo di diffusione ed abbiamo ag– g'.unto che il « sistematore > delle teo– rie della nuova corrente è per ora il volterriano Paolo Milano. A nessuno può sfuggire, quindi, che il neocosmopolitismo è un altro stru– mento di lotta al cattolicesimo, è una altra via che i laicisti ed i marxisti s1 accingono ad aprire per facilitare la propria assoluta supremazia su •tutta la società italiana. Questi propositi appaio-

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