Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

LE NOTE Frutti della " convergenza ,, I nodi vengono al pettine. Non è questa una battuta gratuita, ma la sintesi di una situazione che ogni giorno che passa si delinea in termi– ni sempre più chiari. L'assurdo della linea politica volu– ta da Moro e dai segretari dei par– titi « convergenti » comincia a dare i suoi frutti. A Milano la giunta co– munale che voleva essere la giunta « pilota » del « nuovo corso » politi– co inaugurato dal segretario DC do– po il 6 di Novembre è stata sa vata dai voti comunisti, graditi ed ac– cettati dalla DC, dal PSDI e dal PRI, sulla questione della municipalizza– zione della metropolitana. A Torino, la giunta <,convergente» si è spaccata sul voto per la nazio– nalizzazione delle industrie elettri– che e nucleari, ed il PCI ed il PSI sono riusciti con·i loro voti sommati a quelli del PSDI ed a una parte di quelli DC a far trionfare le loro tesi in materia. A Pisa, le sinistre eleggono sinda– co e giunta con l'appoggio del PRI e del PSDI, e cacciano la DC all'op– posizione. A Roma la giunta minoritaria DC è entrata in crisi, e già si manovra sotto banco per avere la grazia di una astensione del PSI, che valga ad evitare il commissario alla ca– pitale. A Bologna il PSDI ed il PRI ac– cettano l'invito social-comunista di entrare a fare parte delle commis– sioni comunali, dalle quali la sola DC resta così esclusa. A Torino, nelle elezioni per il rin– novo delle C.I. FIAT, la CGIL avan– za in voti e percentuali, come in mi– sura minore la UIL, e la CISL perde voti e seggi. In Sicilia, dulcis in fundo, Alessi rifiuta di formare il governo regio– nale sulla base delle indicazioni for– nitegli dalla direzione centrale DC per via del ricatto milazziano e del– le intransigenze del PLI e del PSDI; e rinfaccia apertamente a Moro di aver fatto cadere il governo Majo– rana seguendo il disegno delle s1te astruserie politiche e prescindendo in tutto da una obiettiva e pacata valutazione della realtà politico– amministrativa della situazione si– ciliana. Quanto al governo, imbarazzato dalle polemiche che infuriano tra i Lo STATO bibliotecaginobianco « convergenti >, pressato dalle agi– tazioni volute, è proprio il caso di dirlo, dall'assurdo modo di proce– dere di alcuni ministri; con un pre– sidente del consiglio « itinerante » in Calabria per un « viaggio di la– voro », secondo la versione ufficiale dello stesso, ma in realtà per evita– re di trovarsi al centro della bufe– ra, mostra in ogni senso di doversi considerare in situazioni « assimila– ta » per il dinamismo delle conver– genze. Tale è il bilancio politico. Il bilancio politico di quella linea che doveva « consolidare le istitu– zioni e la democrazia in Italia », che doveva opporre una « diga invalica– bile » all'avanzata del social-comu– nismo. Tutto questo ha una sua logica interna alla quale i « convergenti », e segnatamente l'on. Moro, non pos– sono sfuggire. E' la logica, l'abbiamo sostenuto sin dal primo numero della rivista, che prende l'avvio dal modo con cui nel lugìio scorso la dirigenza d.c. ed i « convergenti » hanno risposto ai moti di piazza scatenati dai social– comunisti. E' la logica che ha portato i diri– genti d.c. a vedere nella collabora– zione con il PSI l'unica via di sal– vezza per la democrazia italiana. Quella logica, dunque, che da un lato ha riportato le sinistre sulla cresta dell'onda, in veste di prota– goniste e determtnatrici delle cose politiche in Italia; e dall'altro le ha rese consapevoli come non mai di essere le forze sulle quali si fonda il futuro politico del paese, conside– rato il fatto che i responsabili dei quattro partiti che in luglio hanno dato l'avvio alla politica « conver– gente » hanno preclusa ogni possi- bile via di ritirata. ' L'hanno preclusa, in quanto è im– pensabile la ricostituzione di una maggioranza << centrista », poiché al– l'interno di tre dei quattro partiti le forze che si oppongono a tale so– luzione sono talmente forti da sfi– dare la stessa dfaciplina di partito. L'hanno preclusa, in quanto i re– sponsabili d.c. con solenni deliberati, hanno escluso per sempre ogni pos– sibile soluzione politica che tmpe– gnasse il corpo elettorale. P,er tale ragione non resta alla « convergenza > altra via se non quella di seguire passivamente il corso della corrente, nella speranza che eventi eccezionali offrano ad es– sa un'àncora di salvezza. Ed il corso della corrente, come abbiamo visto, spinge in una precisa direzione. Spinge ad accettare i vo~i comunisti a Torino e Milano, spinge ad officiare in Sicilia l'or •. D' Antoni - capolista del PCI a Pa!ermo - perché voglia contribuire << ad allar– gare la base democratica del gover– no siciliano »; spinge in Sicilia la DC a considerare l'USCS - che a suo tempo era stata accusata, in modo più che documentato, di avere avviato deliberatamente un proce.,so di <<Comunistizzazione» dell'Isola - garante di un eventuale governo de– mocratico. Spinge la CISL ad accet– tare passivamente l'iniziativa sinda– cale social-comunista ed a offrire « piattaforme unitarie per lavorato– ri:. ai marxisti, dimenticando di es– sere nata per la spin'a anti-marxi– sta della corrente sindacale cristia– na in seno alla CGIL. Quando avevamo sostenuto a chia– re note che la politica dell'on. Moro e della « convergenza » non portava alla « cauta sperimentazione di nuo– ve soluzioni politiche tese all'allar– gamento della base democratica nel paese ~. ma ad un ced'mento pro– gressivo nei confronti del comuni– smo, eravamo stati dipinti come fa– ziosi o visionari. Ora sono i fatti a darci ragione. Sono i fatti che si incaricano di spazzare via tutti glt artifici dietro i quali Moro, Saragat, Malagodi e Rea 1 e hanno tentato per mesi dina– scondere la l.oro impotenza a resi– stere alla pressione delle sinistre, nella vana speranza di ritardare il momento in cui avrebbero dovuto rendere conto al paese del loro ope– rato,. Siamo ora giunti al punto in cui i auattro segretari hanno persino gettato alle ortiche la maschera della coerenza formale e. non cre– diamo di usare parole grosse, della responsabilità, a fronte di im1J'lani precisi assunti con i1 povn7o e'P-t'nre. JVTa7agoditace sui vn+i cnm11:11.i.ott a Milano, ed accetterPhhe D' Antn-rii in un governo di coalizione in Si– cilia. Saragat, che sempre ha strepitato sulla impossibilità a convivere di li- s

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