Lo Stato - anno II - n. 10 - 10 aprile 1961

LE NOTE .. Sicilia amara Riteniamo che l'on. Moro sia sod– disfatto della piega presa dagli av– venimenti siciliani dopo il voto espresso dall' ARS il 4 u.s. Nel dire ciò non intendiamo fare dell'ironia, ma intendiamo esprime– re un convincimento fon dato su una obiettiva valutazione di fatti, che si riallaccia a quanto da noi sostenuto sul numero 8 de « Lo Stato » in or– dine alla crisi siciliana. Aveva.mo al– lora scritto: « La situazione siciliana è tale da non offrire nessuna pwsi– bilità di soluzione nell'ambito della "convergenza". E·scluse dai delibera– ti del consiglio nazionale le soluzioni "organiche" di oe11tro-destra, alla direzione DC non restano che tre possibili soluzioni. Quella "organica" di centro sini– stra DC - PSDI - PSI - USCS; il varo di un monocolore DC "pro– grammatico" ..... lo scioglimento an– ticipato dell'assemblea e la indizione di nuove elezioni>. E poiché ritenevamo che la prima e la terza soluzione si sarebbero rese impossibili per una serie di fatti oggettivi, avevamo sostenuto che lo obiettivo della direzione DC era quel– lo di costituire un monocolore « pro– grammatico », sul quale far conver– gere i voti di forze politiche giudi– cate « assimilabili » (nuovo vocabolo della semantica morotea) con esclu– sione del PCI e del MSI. Detto ciò, avevamo anche espresso l'avviso che tale tipo di governo era quello che meglio si prestava a con– durre. a termine l'operazione « aper– tura a sinistra » a livello di enti lo– cali, che dal 6 novembre in poi è stata posta all'on. More come obiet– tivo del suo impegno politico, da considerarsi premessa per un inse– rimento del PSI nel circuito di po– tere « democratico » a livello nazio– nale. Eravamo infatti dell'avviso, e lo siamo ancora, che il monocolore « programmatico », proprio perché tale, rappresenterebbe un autentic(') « setaccio » politico, che finirebbe inevitabilmente per far « passare » i voti aborriti della destra di tutte le tinte e gradazioni, e « trattene– re » i voti delle sinistre dal PSDI al PSI. e forse al PCI, passando at– traver.~o l'USCS. A questo punto ci eravamo chie– sti se un governo nato sulla bOJSe 6 bibliotecaginobianco di tali appoggi potrebbe essere giu– dicato in armonia con le direttive politiche della DC, ed avevamo ri– sposto positivamente considera– to che: 1) non esiste nessuna preclusi– va dt organi deliberanti del partito nei confronti di una formula quale quella che potreb,be concretarsi in Sicilia: gli eventuali voti a favore dei comunisti, alla monocolore « programmatico » verrebbero con– siderati « non determinanti »; 2) la soluzione « monocolore » appoggiata a sinistra potrebbe es– sere fatta rientrare da Moro nel quadro di quelle soluzioni ammini– strative « i mposte » dalla difficoltà numerica di crea.re maggioranze con le forze dell a « conv ergenza »; ,3) Moro potrebbe sempre presen– tare tale soluzione come un altro tentativo di « sondare con meditata cautela » la disponibilità democra– tica del PSI. Eravamo anche dell'avviso allora, come lo siamo oggi', che difficilmente il PLI trarrebbe « estreme conse– guenze» dal varo di tale governo, considerato che Moro garantirebbe Malagodi con concessioni sostanziali per la provincia di Milano, oltre che per il fatto che Malagodi appare sempre più deciso ad ingoiare ogni rospo pur di non uscire dal giro del– la «convergenza». Quanto successo a Palermo il 4 u.s. - mentre scriviamo l' ARS è in pro– cinto di riunirsi per prendere atto delle dimissioni dell'on. Martinez - ci conferma nei nostri convincimenti. La << convergenza » si è resa im– possibile per la « non disponibilità » dell'USCS che non tollera, da un la– to, la vicinanza di qualsiasi tipo di destra, ufficiale o cammuffata che sia, e dall'altra nessuna preclusione pregiudiziale nei confronti dei mar– xisti. Alcuni commentatori hanno giu– dicato l'atteggiamento dell'USCS al– la stregua di una manovra concor– data con la ·direzione DC per far fallire ogni possibile soluzione che debba prescindere dall'apporto so– èialista: la cosa, vera o non vera che sia, non ci interessa; quello che ci preme sottolineare è la indisponi– bilità dei milazziani per soluzioni della crisi di tipo « convergente ». Altro avversario della <<convergen- za » si è manifestato, e la cosa è sintomatica, l'unico socialdemocrati– co che siede all' ARS. Escluso un ritorno alla formula di centro-destra, esclusa una soluzione organica di centro-sinistra, ecco che la direzione DC ha dato disposizioni agli organi regionali di approntare un programma su cui possano con– vergere tutte le forze « assimilabili » escluse le estreme di destra e di si– nistra. E' successo, dunque, quanto noi avevamo pensato che sarebbe suc– cesso. Ci si potrebbe obiettare, a que– sto punto, che una cosa è varare un programma, altra è, soprattutto in Sicilia, mettere insieme una compa– gine governativa, anche quando for– ze sufficienti per forma re una mag– gioranza si trovino a concordare su un programma. A tale obiezione si deve rispon– dere che, dato per scontato che il programma sarà di gradimento delle sinistre, come siamo certi lo sarà, a semplificare il problema della for– mazione del governo che dovrà rea– lizzarlo verranno la candidatura di un presidente DC gradito al PSI ed all'USCS; la sostanziale vittoria po– litica dei due partiti che diverranno forze determinanti nell'isola, fatto questo che permetterà loro di non insistere oltre un certo limite nella richiesta di part•ecipare al governo ritenendosi soddisfatti di partecipare in equa misura alla spartizione dei posti di sotto-governo. Altri potranno ancora osservare che il nostro ragionamento non tie– ne conto di possibili reazioni nella DC a tale tipo di soluzione della crisi. Riteniamo si tratti di una obie– zione di valore del tutto teorico. Dando per realizzato il << monoco– lore « programmatico » appoggiato dalle sinistre, Moro non ,avrà che consensi, a Palermo ed a Roma, dalla sinistra del suo partito. Un oculato dosaggio nella distribuzione degli assessorati metterà a tacere i « casi di coscienza » che dovessero nasce– re a Palermo in certi settori del gruppo assembleare DC che amano fare il viso dell'armi ai marxisti. Settori che, comunque, sarebbero pronti a cotprire e giustificare la lo– ro collusione con le sinistre sostenen– do che la loro presenza al governo

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