Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961

La vicenda sud-africana, insieme con la risoluzione di Scarborough, in cui il laborismo britannico ha san– cito il principio del disarmo unilate– rale, anche se l'Unione Sovietica continua a produrre bombe sempre più micidiali, ha segnato una data storica nel processo di disfacimen– to della Seconda Internazionale, in cui due anime : queUa filo-comuni– sta e queUa più propriamente fabia– na si vanno sempre più stagliando sullo sjondo dell'immane contrasto storico tra i due blocchi. IL Com– monwealth, infatti, altro non è che una creatura politica deUa Secon– da Internazionale, in quanto la tra– sformazione dei territori deU'Impe– ro in Stati liberi fu affidata dal sot– tile giuoco delle parti, proprio ad un governo laborista, queUo di Attlee, nel dopoguerra. L'appretto che te– neva insieme il coacervo di stirpi e cli interessi era ed è di marca so– cialista. Questo ideologicamente. Tutto il resto era mercantilismo quasi puro, quello del bel tempo della regina Elisabetta. Ecco per– ché quando si parla di ingresso del– ).a Gran Bretagna nel MEC, si per– dòno tempo e sapone. L'uscita del– l'unione sud-africana dal Common- weaith, uno dei paesi più vicini al laborismo britannico, anche se con una più realistica visione del ruolo dell'Europa in Africa, è una perdita secca per la Seconda Internaziona– le, perdita che non potrà essere ri– conpensata da ne,sun altro sogno di conquista ideologica in Uganda, nel Kenia, nelle Rhodesie, nel Tangani– ca, nell'Angola e nel Monzambico. Non è male a questo punto dare uno sguardo a ciò che succede in casa nostra, ai nostri socialismi, tan– to più che mentre andiamo in mac– china perdura il sentor di moccolo fumigante del congresso di Milano. Tutto il partito è ripiombato, do– cumentatame11te, cioè fuor da ogni vacua asserzione di comodo, sulle posizioni del più inveterato neutra– /.ismo: come a Scarbourgh, i labo– risti; a Milano il nennismo ha sen– tito il richiamo deUa foresta. Dome– nica sera 19 marzo al Lirico, do– menica sera 19 marzo, in Renania– Waestfalia e in Bassa Sassonia, due socialismi, sia pure con relatività di simmetrie rispetto ai propri anta– gonisti, subivano un tracoUo che co– munque qualificato è un indizio si– curo del projondo rivolgimento i- • • deologico delle masse. E', soprattut– to, un indice di radicalizzazione quel– la del contrasto storico tra le due concezioni del mondo: queUa cristia– na e ogni "altra da sé". Chiunque non t'abbia capito, o chiunque finga di non capirlo, mediti sul successo deita democrazia cristiana tedesca. Non si replichi, che si tratta dei vantaggi del sistema "bipartitico". Intanto, non è vero perché anche il partito liberale tedesco ha riportato un clamoroso successo; e poi, il " bipartitismo " non è un sistema: è un portato naturale del buon go– verno. Se la DC italiana avesse sa– puto conservare la maggioranza as– soluta, com'è accaduto in Germania, tutti gli altri partiti si sarebbero a– trofizzati, sino a lasciarle sgombro il campo per l'aperta tenzone con i.I partito comunista. A fronti contrapposti, si vince sempre: come nel 1948. Quando la alternativa è "o noi o loro", l'esito della scelta è scontato. L'errore so– no le leggi elettorali maggioritarie per tenere in vita chi è irrimediabil– mente destinato a scomparire dalla scena politica. L'errore del 7 giugno 1953. La cr1s1 meridionale La proliferazione degli organismi pubblici destinati ad occuparsi di questioni economiche è ben lungi clan' esser finita. Si· annuncia, ora, la costituzione cli nn Istituto di "promozione, svi– ltippo e assistenza tecnica", per le attività produttive del Mezzogiorno. Per giustificarne la creazione si è autorevolmente sostenuto che - lo ha detto il Ministro Pastore - " la politica degli incentivi non è di per sé determinante a stimolare il sor– gere di ad.eguate iniziative, capaci di trasformare l'impresa e in gene– rale l'intero sistema produttivo". E che " le cause di tale situazione non sono soltanto di ordine psico– iogico, come si sostiene spesso da più parti, ma vanno attribuite anche a ragioni di ordine conoscitivo, tec– nico organizzativo e di mercato". Ecco, perciò, che un nuovo istitu– to di sviluppo verrà creato per esse– re messo "al servizio dell'iniziativa privata". Contemporaneamente ver– ranno ammesse a godere di partico– lari incentivi finanziari e creditizi anche imprese di qrandi dimensio– ni. "Bisogna influenzare - ha det– to ancora il Ministro Pastore - 1.e Lo STATO bi llotecaginobianco scelte ubicazionali degli imprendi– tori centro-settentrionali, rendendo quelle meridionali p i ù conve– nienti". Abbandonando il linguaggio pa– ludato e convenzionale (talora an– che ermetico) adottato da una quin– dicina di anni a questa parte dalla classe dirigente poritica, si può di– re con parole più semplici che evi– dentemente la politica a favore del Mezzogiorno fino ad ora condotta ha fatto fiasco; che gli imprenditori, a tutt'oggi, non se la sentono affatto di intraprendere iniziative produtti– ve specie sul piano industriale, nel Mezzogiorno d'Italia, e che il Go– verno, convinto prima che certa ri– trosia e certa lentezza dipendessero da motivi di ordine psicologico, pen– sa ora che dipendono invece dal fat– to che gli imprenditori italiani non conoscono niente del mercato me– ridionale, non sono tecnicamente preparati e non si sanno organizza– re, ragion per cui lo Stato farà il fa– vore di insegnare loro come si fa a diventare ricchi industriali, e do– ve si deve andare per divenirlo. Con una incomprimibile punta di scetticismo su tutte queste iniziati- ve, si decide però, al tempo 1>tesso, di dare più soldi aUe industrie set– tentrionali, specie a quelle grandi che già molti ne hanno, nella spe– ranza estrema che buone iniezioni di quattrini, quasi premi di ingag– gio, convincano gli imprenditori del Centro-settentrione a fare anche ciò della cui opportunità non sono af– fatto convinti. E' un po' la tecnica del bastone e della carota: la minaccia che lo Stato si metta addirittura a fabbri– care gli industriali e l'allettamento di facili e cospicui finanziamenti. Dopo quindici anni è davvero un bel risultato: non c'è proprio che dire! Osservammo, in un'altra no– stra nota, che ci sembrava strano non si trovasse -;n Italia gente capa– ce e fornita dei mezzi necessari di– sposta ad intraprendere iniziative produttive che, in definitiva, pur ar– recando grandi vantaggi sul piano sociale, avrebbero finito per appor– tare nuovi profitti e nuova ricchez– za a quelli stessi che le avrebbero tentate. Se questa gente non si tro– vava - aggiungemmo - era per– ché o non vi erano possibilità di successo neppure in prospettiva o 7

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