Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961

glielo umo a. Il gioco drammatico è tutto nel contrasto fra il cinismo del– l'industriale -.- 1~ non arretra neanche di fronte al delitto per salvare il suo capi– tale (e studia freddamente il suo pia– no e fr,,,Jdamente cerca chi glielo può attuare speculando sulle debolezze e le ne( t ssità degli altri) e il tormento di un ,,peraio - il sicario, appunto - <.he, pur caduto nella rete di quella terribile tentazione (perché non ha de– naro, ha una situazione coniugale d:f. ficile che solo un po' di agiatezza ri– solverebbe, ha un passato sciagurato) si dibatte per uscirne di nuovo, lotta con la parte migliore della sua coscienza, tenta in ogni modo di sottrarsi all'im– pegno assunto e dopo, quando vi ha tenuto fede, macchiando5i con orrore le mani di sangue, non ha la forza di ac– ~·ettarc il denaro della vergogna e ce– de a una tale crisi di rimorso che, con ogni probabilità, lo condurrà a conse– gnarsi alla giustizia. Travolgerà nel crollo anche l'industriale cui, invece, la <oscienza si è ben guardata dall'avere ,inche il minimo sussulto. Aggiungete che a fianco dell'indu– ~triale c'è una moglie frivola e prodi– ga, attaccata al denaro come lui e in– capace di ostacolare il piano omicida, quando lo apprende, pur essendo pron– tissima, a omicidio avvenuto, a mette– re il muso a] marito. Aggiungete che tutto l'ambiente di ricchi che fa da .contorno ai protagonisti - la vittima, i loro amici, i loro soci in affari - è <lisegnato sempre alla Grosz, con l'in– tenzione evidente di mostrare, sia pure senza calcare la mano (perché Damia– ni, più ancora di Zavattini, ha garbo e tatto nelle sue ricostruzioni) che quel– la società di dirigenti è solo votata al .:ulto del denaro, non ha altra anima che il capitale, altra coscienza che il guadagno, mentre invece la società dei « poveri » che essa opprime, anche ,quando è composta da gente così atta– nagliata dal bisogno da piegarsi a un delitto per denaro, rivela sempre un sussulto di rimorso, un soprassalto di pentimento, l'esistenza insomma, ma– gari nel più segreto del cuore, di un senso del bene e del male. Polemica, dicevamo, già piuttosto vecchiotta, superata storicamente nello ambito dello stesso neorealismo marxi– sta e mai valida, proprio per quella sua tendenza faziosa a generalizzare e, so– prattutto, a ragionare solo in termini unilaterali. Damiani, comunque, non è il solo che (aiutato o no da Zavattini) si di– ,·erte con questa polemica classista, se– condo gli schemi più vieti del populi- Lo STATO bi 10 ecaginobianco smo ottocentesco; molti, tro11i,,iautori italiani, tranquillamente sorrelti dal ca– pitale, festosamente sostenuti dallo Sta– to, proseguono su questa linea che po– tremmo addirittura definire «p0litica», senza curarsi della verità, indifl:urnri alla realtà, solo paghi di poter lJ, e l'occhietto all'intt:llighenzia comuni~ta dichiarata, sottintendendo: <e Noi sia– mo con voi, non possiamo ancora dirlo apertamente, ma intanto, con queste no– stre opere, lo facciamo capire a chi vuol capirlo e, soprattutto, prepariamo tempi in cui potremo dirlo anche aper– tamente». Quei tempi, oYviamente, sono quelli LE SCHEDE in cui questa propaganda abile e vele– nosa avrà fatto il suo effetto e una classe che ha <e pagato » per farsi ca– lunniare sarà franata sulle rovine che la sua insipienza avrà concorso a crea– re. Una insipienza, intendiamoci, che forse non trova nel cinema e nell'indif– ferentismo con cui lo si tratta la sua m;mife~::,zione più vistosa, ma che co– munque nel cinema si esemplifica con witì,,ente facilità. E' in questo campo, del re~ru, che a noi tocca denunciarlo. In pn1 ,,ica lo han già fatto degli altri. E ben 1iiù qualificati di noi. GIAN LUIGI RoNDI La democrazia • 111 Italia Ci troviamo di fronte ad uno dei vo– lumi delle opere di Rodolfo Morandi : il primo nel piano generale, il terzo tra quelli effettivamente usciti. Dell'importanza che Rodolfo Moran– di ebbe nella vita del PSI, è inutile dire. Il recente congresso di Milano ha provato quanta parte di lui sia an– cora viva nella vita collettiva del partito e nel patrimonio di idee e di ricordi dei suoi esponenti e dei suoi militanti. Sia !'on. Nenni che la sinistra si ri– chiamano a lui, sia pure in modo di– verso. Nenni ricorda in Morandi il coarte– fice del congresso di Torino e quindi del dialogo con i cattolici : la sinistra ricorda l'assertore del leninismo quale ideologia del partito socialist;i ed il di- • fensore dell'unità d'azione con i comu– nisti. Questo libro, che copre tutto il pe– riodo della formazione morandiana, da giovane mazziniano a dirigente del Centro Interno socialista dà la chiave dei diversi aspetti della sua personalità. Il marxismo non s<>ese su di una per– sonalità culturalmente grezza o amorfa, nè estinse poi i motivi che la forma– zione spirituale aveva generato ed ali– mentato nel suo corso. All'inizio della personalità di Moran– di sta l'influenza morale di Mazzini che <'gli vide come colui che liberava l'hegelismo dai suoi errori purificando-– lo con una più generosa ispirazione morale. << Li teoria dello St:ito come istituto etico, quale direttamente deriva ditlla metafisica di Hegel trova - s'io non mi inganno - nel pensiero di Mazzini il suo compimento dottrinale ed il con– creto sviluppo del ~uo valore pratico». I punti in cui il pensiero di Mazzini compie quello di Hegel sono, a giudi– zio di Morandi, tre : 1) lo Stato <e immanente :illa coscien– za del cittadino » non può esprimersi istituzionalmente che come « reggimen– to democratico »; 2) <e Una seconda condizione è d:i soddisfare perchè possa lo Stato assur– gere nella società a valore etico e que– sta è data dal concetto di Nazione: è questo il concetto nuovo di Mazzini che non solo s'accorda, ma fornisce l'unica possibilità di realizzazione alla conce– zione hegeliana >l. 3) <e Lo svolgimento della coscienz:i, come coscienza della Famiglia e co– scienza della Nazione, o sia dello Stato, si deve compiere come coscienza dd– l'U manità, per farsi coscienza univer– sale (morale)». <e Lo Stato deve negarsi come indi– viduo per affermarsi come membro del– l'umanità: ... La società delle Nazioni è veramente la necessaria condizione perchè la coscienza dell'uomo si affer– mi come la vera coscienza universale dell'umanità, come volontà umana as– solutamente etica e razionale, cioè li– bera». Ciò che di originale c'è, nel giov:ine Morandi, è l'interpretazione in chiave hegelian,1 degli ideali morali ,: politici 3L

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