Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961

Ancora su una polemica LA VERA DEMOCRAZIA tra i punti dell'articolo « Cattolici– democratici cristiani » apparso sul n. 5 de « Lo Stato » più duramente attac– cati dal direttore de « La Discussione » è quello in cui si sosteneva clie la DC deriva la sua ideologia dalla concezio- 11emurriana del potere, poiché « tutto l'ordine sociale veniva ricondotto alla sua origine, la volontà popolare, << nuo– vo ed esclusivo principio di legittimi– tà ll. << E che la tesi modernista - si proseguiva nell'articolo citato - si co– lor;isse del peso che in essa hanno la ~lasse del partito rivoluzionario (mar– xista) in quanto contenuto pieno e ne– cessario della volontà popolare ll era i– aevitabile. Quindi si concludeva logi– camente che la DC tende all'alleanza con i marxisti poiché tali alleanze « di– scendono da una precisa posizione ideo– logica che è appunto il democratismo tl la volontà popolare ll. « L'autore - afferma dal canto suo Schneider nell'articolo apparso a pagi– na n. 1 de « La Qiscussione )) n. 377 dal titolo « Prestigiatori, San Tomma~~ e la famosa apertura a sinistra J> - parla sprezzanteR1ente di democratismo anziché di democrazia ed arriva ad af– fermare che il democratismo s,i subor– dina necessariamente :il classismo J>. Ora lo Schneider ha capito benissimo che i termini di « democrazia » e di « democratismo » non sono artatamente confusi ma con il secondo si è inteso sempre quella concezione democratica condannata dalla Chiesa. Il « democratismo » che sta dando co– sì tristi frutti nell'attuale momento po– litico ha la sua origine in quell'impo– stazione marxista risalente -al periodo resistenziale, fondata sulla concezione della « repubblica democratica e pro– gressista». La DC commise :illora infatti il pri– mo grave errore ideologico ponendo la fonte di legittimità del nuovo stato re– pubblicano democratico nella lotta po– polare contro il fascismo. Coloro che tra i cattolici si richi21mano continua– mente alla solidarietà del m,ovime.nto antifascista, non lo fanno più oggi per es:tltare la giusta lotta del popolo ita– liano contro la tirannia del nazifasci– smo, ma per sottolineare che la legitti– mità del nostro ordinamento repubbli- Lo STATO bibliotecaginobianco cano ha la sua fonte esclusiva in un11 rivoluzione popolare. Ecco perché ac– cettare l'impostazione delle sinistre ri– guardo all'attuale momento politico co– me lottct tra fascismo ed antifascismo significa, tra l'altro, accettare il prin– cipio della autonoma sovranità popola– re che ha in sè la sua ragione suffi– ciente per rendere legittime le istituzio– ni democratiche della Repubblica ita– liana. Tale concezione tipicamente mar– xista e laicista è inaccettabile ab imis fundamentis per dei cattolici per i quali la Costituzione ha invece solo il cara~ tere di legge positiva valida nei limiti della sua conformità alla legge natu– rale. Ora lo Schneider che è ricorso all:i Enciclopedia cattolica dove h:i cercato il termine « democrazia >J avrebbe do– vuto innanzitutto riportare la defini– zione ad hoc di democrazia politica data da Padre Messineo il quale ap– punto definisce la democrazia « come partecipazione del popolo alla gestione della cosa pubblica mediante l'eserci– zio del diritto di voto per l'elezione dei suoi rappresentanti e la vigilanza sull'operato dello Stato effettuata dalla opinione pubblica ». Quindi la democrazia presenta una forma di Go~rno nel quale il popolo organicamente inteso esercita un'Auto– rità che in concreto si esprime nei vari poteri di eleggere, di controllare, etc.. L'Autorità pert:into che spetta al po– polo organicamente inteso è di caratte– re sacro, perché viene da Dio, origi– nario, perché è fondata sulla prima norma di legge naturale che regola la vita della sociocà civile, assoluto perché è la fonte di ogni potere concreto eser– citato dall'uomo. Ma l'Autorità ha an– che un carattere di divisibilità. Questo ultimo aspetto riveste la massima im– portanza poiché la società persegue i suoi fini attraverso vari organismi spe– cificati in relazione alle funzioni, orga– nismi fra cui quello popolare è talvolta preponderante come accade nelle de– mocrazie. Ma normalmente anche altri orgal'li– smi esercitano J• Autorità : il Capo dello esecutivo principalmente nel dominio giuridico, mentre il popolo esercita la Autorità p:irticolannente medìante le elezioni e il controllo dell'opinione pub– blica. Tuttavia accanto a queste cl'ie po– tremmo considerare le funzioni speci– fiche dei singoli organismi sussistono altre funzioni rese possibili dal carat– tere omnicomprensivo dei vari poteri posseduto da11'Autorità: così ad esem– pio al popolo può spettare anche un potere di giudicare (giurie popol;iri), o quello di far leggi (referendum) men– tre al cosiddetto esecutivo è universal– mente riconosciuto il potere di legife– rare (regolamenti) o di giudicare e dare apprezzamenti in determinati settori. Analogamente la Magistratura accanto alla principale funzione di giudicare possiede, proprio perché investita d'Au– torità propri poteri amministrativi (Cor– te dei Conti, nomina di tutori, cura– tori, etc.) o anche legislativi, specie qualora non provveda il diritto posi– tivo. Da respingere in toto è la concezio– ne del popolo come " depositario di particelle di sovranità, (impersonate magari da partiti) le quali assommate alle altre mediante l'espressione della volontà individuale dà luogo alla so– vranità sociale ed alla volontà. generale che diventa legge anche per la mino– ranza n. Ed è questo che lo Schneider fa dire a Padre Messineo nell'Enciclo– pedia cattolica quando, alterando il te– sto, riferisce sulla sovranità popolare che « ereditata dal diritto romano, per tutto il Medio Evo ebbe il predominio incontrastato, la concezione secondo la quale soggetto originario della volontà è il popolo, che ne esercita le attribu– zioni nel Governo della collettività ... ». Invece il testo di Padre Messineo suona come segue : « Ereditata dal diritto ro– mano per tutto il Medio Evo ebbe il predominio quasi incontrastato la con– cezione secondo la quale soggetto ori– ginario della sovranità è il popolo, per investitura del quale la persona fisica o morale, che ne esercita le attribuzio– ni nel governo della collettività ... ». Sa– rebbe stato forse meglio anche da par– te di Padre Messineo parlare di scelta o elezione piopolare invece che di « in– vestitura » poiché il popolo non inve– ste direttamente d'Autorità i suoi capi ma li sceglie affinché in un secondo momento siano invest1t1 d'Autorità, momento quest'ultimo gmieralmente contrassegnato da una particolare ceri– moniale, che nel Medio Evo era una consacrazione in Chiesa e clie o~i prende piuttosto la forma di un giura– ment• :i.ileleggi ddla società civile. Comunq~ è chiaro che i rap-presen– tanti degli organi diversi dal/'organi– smo popolare, una vol,ta int1,estitt' d'Au- 13

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