Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

gliore i comunisti la trovano nei sinda– cati. I socialisti democratici hanno in questo paese naturalmente un loro sin– dacato il quale comprende 400.000 membri, mentre 310.000 e 155.000 membri contano rispettivamente i sin– dacati cattolici e quelli protestanti. I comunisti mascherano il loro sindacali– smo con una formula di sindacalismo indipendente che, non vincolato da re– sponsabilità verso nessun partito, può assumere le più intransigenti posizioni nel settore dei salari e delle rivendica– zioni sociali. Così ai 170.000 iscritti al sindacato comunista si uniscono nor– malmente una schiera di lavoratori in– dipendenti e molti membri dei sindaca– ti socialdemocratici. Si sono così spesso ripetuti violenti scioperi sempre procla– mati dal sindacato comunista ed al qua– le hanno poi finito per unirsi, i sinda– calisti di varie tendenze. Il sindacato comunista recluta la mag– gior parte dei suoi aderenti fra le più diverse categorie di lavoratori comprese anche quelle meglio retribuite. Questo fenomeno del persistere e so– vente del rafforzarsi del comunismo fra le categorie lavoratrici ben retri– buite e ormai trasformate in piccolo borghesi, è anche una delle carattensu– che di una parte del comunismo italia– no il quale è diffuso maggiormente in alcune fra le zone più ricche del Paese e spesso f!'a lavoratori con un tenore di vita relativamente alto. Tale tendenza che smentisce quanto mai chiaramente le teorie di coloro che sono abituati a considerare il comuni– smo come un fenomeno legato alle di– sagiate condizioni economiche di certe categorie sociali è confermato anche in altri paesi europei economicamente più avanzati e precisamente nei Paesi Scan– dinavi. In Svezia, ad esempio, i 190.000 co– munisti, che costituiscono una mino– ranza politica ben più attiva di quanto generalmente si creda, il maggior nu– mero di comunisti si trova tra i lavora– tori meglio pagati del Paese ehe non sono soltanto i minatori di Kiruna e quelli dei cantieri di Gi:iteborg, ma an– che gli impiegati dell'industria chimica. la più modernamente attrezzata e au tomatizzata, ed i lavoratori edili di Stoccolma, i cui guadagni in Svezia sono spesso superiori a quelli di un li– bero professionista. La stessa cosa accade in Norvegia, mentre in Danimarca il partito comu– nista di Axel Larsen ha i suoi aderenti ir. tutte le classi sociali compresa la bibliotec ginobianco media borgehsia. Per costoro il comu– nismo è oggi l'unica dottrina « pura, idonea a salvare l'uomo dalla guerra, dalla miseria e dall'angoscia», come ha detto di recente un noto dirigente comunista danese. Non è difficile riconoscere in queste parole tutti i motivi di una pseudomi– stica palingenetica, la quale caratteriz– za sempre dovunque il diffondersi del comunismo. Ed anche nell'Europa oc- cidentale è proprio questa realtà spm– tuale pseudo religiosa la vera forza sto– rica del comunismo, che per ingenuicl o per falso calcolo politico, qualcuno pensa di eliminare o sterilizzare con delle concessioni sindacali o sociali, qua– si che il comunismo non avesse dimo– strato abbastanza di essere sul piano storico il momento culminante, seppur negativo, di una delle più straordinarie creaz10m spirituali dell'uomo. La forza della . ' ver1ta La magistratura di Palermo ha vibrato l'ultimo colpo di piccone al castello di menzogne che i social-comunisti e gli uomini della « convergenza » avevano costruito sui fatti di luglio Già nel gennaio scorso due tra i pm autorevoli rappresentanti della Magi– stratura italiana, nei rispettivi discorsi pronunziati per l'inaugurazione dell'an– no giudiziario, avevano chiaramente manifestato la loro convinzione sulla reale portata « dei fatti di luglio », co– minciando a smantellare il castello di menzogne, che intorno ad essi i social– comunisti e gli uomini della « conver– genza » avevano creato con l'illusione di poter mascherare la sua facciata con la tinta della verità. I nostri lettori non avranno certamente dimenticato le pa– role pronunziate al riguardo dai Pro– curatori Generali di Genova e di Pa– lermo, quando, senza mezzi termini, affermarono che, a luglio, nei loro di– stretti, « si erano verificati delitti di ec– cezionale gravità ad opera di comuni criminali reclutati per organizzare una azione selvaggia quanto incivile di ban– ditismo, tale da suscitare grave avvili– mento e dolore nei cittadini ». Né essi avranno dimenticato che a queste parole seguì una violentissima reazione dei marxisti, che sulla stampa e in Parla– mento, tra l'imbarazzato silenzio dei « convergènti », attaccarono con inau– dita violenza i magistrati che le aveva– no pronunziate. Ma la forza della ve– rità è tale che, alla fine, riesce a tra– volgere definitivamente ogni resistenza anche se abilmente orchestrata. Ed in– fatti è venuta l'ora di un documento, che per la sua origine e per il suo con- tenuto, ha un valore decisivo e defini– tivo. Si tratta della motivazione della sentenza pronunziata dal Tribunale di Palermo a carico dei responsabili dei fatti di particolare gravità verificatisi nel luglio scorso in quella città. Innan– zi tutto quali furono questi fatti? Ec– coli, nella testuale narrazione dei giu– dici di Palermo: « Il giorno 8 luglio e nei giorni suc– cessivi nella città incombette il terrore. Tutti i cittadini non interessati alla dimostrazione o abbandonarono la città con le proprie rispettive famiglie o fu. rono costretti a rinserrarsi nelle proprie abitazioni. Coloro che si trovarono per strada corsero pericoli i più svariati. E così un'automobile di passaggio, sul– la quale viaggiavano due donne, venne aggredita da due dimostranti, uno dei quali, facendo uso di un lungo palo di legno, minacciò le donne e infranse il parabrezza e i vetri degli sportelli; lo stesso gruppo tentò di impedire il tran– sito di altre vetture; l'avvocato Tomma– so Romano venne fatto segno a colpt di arma da fuoco e ferito alla guancia destra e molti mezzi della forza pub– blica rimasero danneggiati; tutti i sema– fori distrutti, molti alberi rotti, tutti i sedili di via Libertà rasi al suolo, tutti i recinti delle aiuole distrutti; oltre un centinaio di ufficiali, sottufficiali e mi– litari dell'Arma e commissari riporta– rono lesioni, una donna uccisa, mentre stava per chiudere le imposte della sua 13

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