Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

LE _NOTE Milano e Palermo Un ,1ilo diretto, leg,ci gli avveni– menti che maturano (t Milano ed a Palermo. La direzione D.C., ha usato i: modi bruschi con i « basisti » di Milano che tentavano di dare alla Provincia lombarda unn amministrazione di centro-sin i.< tM. Tale f alto è stato ufficialmente giustificato dalla direzione con la esigenza di applicare la direttiva di formare maggioranze «convergenti"> ovunque la cosa ,fosse stata possibi– le, e con la volontà di iwn creare << yrane » al governo. Le ragioni addotte dalla direzio– ne D.C. per legitHmare la presa di posizione nei confronti dei « basi– s:.i » milanesi avrelJ.bero convinto nel caso che le stesse fossero state prese sin dal momento che, si era nel mese .di novembre dell'anno scorso, il comitato provinciale D.C. di Milano aveva reso noto ufficial– mente che la sola maggioranza « po– litica » possibilP- a palazzo Isimbar– c.i era quella di centro-sinistra. Il fatto che la direzione D .C abbia preso posizione contraria ai delibe– rati della D.C. milanese solamente dopo l'apertura della crisi 'in Sblia, attenua di molto ai nostri occhi la vnlidità della stessa. Questo in quanto, a noi pare, la decisione interessante la giunta pro– vinciale di Milano ha tutta l'aria di voler rappresentare una scelta tat– tica in vista delle decisioni che, a breve scadenza, la stessa direzione D.C, sarà chiamata a prendere sul ben più comple·sso e rilevante pro– blema di <j;are un nuovo governo re– gionale alla Sicilia. Ci spieghiamo. L'on. Moro ha sem– pre formalmente sostenuto che le « aperture a sinistra » o!f)erate nei grandi co•muni e nelle provincie do– po il 6 novenibre erano giustificate da esi.genz,e « numeriche », anche se, in ,diverse occasioni, egli ha attri– buito alle stesse un . chiaro signifi– cato politico, quando ha parlato di « caute sperimentazioni » della vo– lontà socialista di contribuire all'al– largamento d~lla base democratica nel paese. E che si tratti di fatto po– litico è confermato dal lungo tempo trascorso dal 6 novembre per giun– gere agli accordi e dalla natura de– gli accordi, per cui i basisti sono molto più coerenti che non la Dire- 6 bibliotecaginobianco zione del Partito e politicamente per– seguono per la pro,vincia di Milano il fine che hanno raggiunto per il Ccmune. I tramvieri milanesi nel frattempo fanno servizio d'ordine al Congresso del P.S.I. La situazione siciliana è tale da non offrire nessuna possibilità di soluzioni nell'ambifo della « con– vergenza». Escluse dei deltberati del Consiglio Nazionale le soluzioni <<organiche» di centro-destm, alla direzione D.C. non restano ohe tre possibili solu– zioni. Quella « organica » di centro-sini– stra - DC., PSDI, PSI, USCS ;- i:l varo di un monocolore DC. « pro– grammatico », che non chieda voti e non contratti appoggi; lo sciogli– mento anticipato dell'assemblea e la indizio-ne di nucve elezioni. La prima soluzione urta contro resistenze ed ostacoli presso che 'in– superabili nonostante sia a!f)erta– mente sostenuta dalla sinistra D.C., dai Socialdemocratici, dalla USCS e dallo stesso PSI. Lo scioglimento anticipato della assemblea non dipende solo dalla direzione D.C., e comunque non sa– rebbe una soluzione alla quale il partito di maggioranza relativa può guardare con favore, considerati i rischi che una consultazione eletto– rale potrebbe comportare per la DC. Non resta che il monocolore, ma tale soluzione, ap•parentemente sem.– plice, pone, al contrario, una serie di' interrogativi e di problemi che sono alla origine delle riserve da noi avanzate accennando all'atteggia– mento assunto dall'on. Moro avanti al problema della giunta milanese. Un monocolore «progra,mmatico», proprio perché tale, già di per se comporta una chiara scelta politi!Ca, anche se dovesse nascere senza « contrattazioni e patteggiamenti ». E' certo, infatti, a prescindere dal– la volontà dei vari grup,pi rappre-sen– tati alla ARS di appoggiare un go– verno in cui non siano rappresenta– ti, che il « program,ma » dell'even– tuale monocolore D.C. rappresente– rebbe un autentico setaccio politico, che automaticamente riproporrebbe il problema delle « scelte »,,.. che in apparenza la soluzione monocolore vorrebbe evitare. Il « programma », infatti, potreb– be essere ap!f)oggiato dal grup!f)o missino, dei monarchici dei liberali e degli indipendenti. Ma in tale caso si ricomporrebbe, di fatto, q,ueUa maggioranza « ano– mala» denunc'iata da Moro al con– siglio nazionale, accettando la quale la direzione DC. sconfesserebbe cla– morosamente i suoi atteggiamenti politici, oltre che coprirsi di ridicolo per avere, di fatto, provocata una cri:si senza offrire alternative con– crete alla stessa. Esclusa per le ragioni di cui so– pra che la diirezione DC possa ac– cettare tale soluzione, esclusa una soluzione « amministrativa » di at– tesa, per la quale manca qualsiasi base parlamentare all'ARS,. npn re– sta che da considerare l'eventualità di una soluzione « programmatica » gradita alle « sinistre ». • Potrebbe la direzione DC. accetta– re tale « gra..dimento »? Sicuramen– te, diciamo noi, per i seguenti mo– tivi: 1) non esiste nessuna preclusiva di consiglio nazionale e di direzione nei confronti della stessa; 2) tale soluzione rientrerebbe nel quadro di quelle a..dottate da Mo– ro in caso di difficoltà « numeriche » a comporre maggioranze « conver– genti » 'negli organismi ammini– st.rativi; 3) potrebbe e•sserepresentata da Moro come ulteriore tentativo pe/f' « sondare » la « disponibilità demo– cratica » del PSI. Ostacoli a tale soluzione potreb– bero venire, per un verso, dall'oppo– sizione di alcuni settori della DC siciliana contrari al reinserimento dei c. sociali, sia pure indiretta– mente, nel circuito di potere; per un altro, dalla opposizione di certi set– tori « moderatì » del pairtito, preoc– cupati del suo valore politico. La prima O']JqJOsizione potrebbe es– sere da Moro superata, noi ritenia– mo, con una facilità, attraverso un « oculato dosaggio » degli assesso– rati. Per vincere la seconda, l'ono– revole Moro avrà a disposizione la « carta » di Milano. Egli, infatti, sarà in gmdo, di op– porre alla accusa, che gli si potreb– be muovere da quei settori, di « aprire, di fatto, a sinistra » nella Regione siciliana per una deliberata scelta politica, il suo comportamento nei confronti delle amministrazioni pirovinciali di Milano.

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