Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

stazione che il Parlamento aveva cerca– to di costruire per dare almeno una par– venza costituzionale alla legge 741. Questo è il fatto più delicato perché tutto fa credere che ci si adagi su que– sta legge chiamata transitoria e non ci si preoccupi di provvedere urgentemen- . te a sanare la situazione con la legge sindacale da tanto tempo attesa. E' purtroppo quindi prevedibile che ci si troverà impreparati quando verrà il momento in cui la legge 741 (che blocca la situazione ai contratti vigenti al 2 agosto 1960), sarà superata. Già ora con il dinamismo della contrattazione colletti va ed anche con la proroga di cui alla legge 1. ottobre 1960, molti contrat– ti collettivi, resi obbligatori con decre– to, sono già stati superati da nuovi con– tratti e sarebbe veramente impensabile una nuova proroga della legge 741 per rendere anche questi obbligatori. Soluzioni obbligate La non applicazione della Costitu– zione nei suoi. artt. 36, 39 e 40 è una delle cause fondamentali del profondo malessere· sociale che grava sulla nostra economia, il cm cosi detto miracolo potrebbe anche trasformarsi in una grave crisi, se non si provvede in tempo con formule tecnicameente razionali e non demagogicamente inutili o peggio con– troproducenti per i lavoratori. La via maestra che si doveva seguire per attuare anzitutto l'art. 36 della Co– stituzione non era certo quello previsto dalla legge 741. Occorreva bensì fissare un trattamento minimo per legge, ma non già riproducendo le difformità •contrattuali che dipendono da vari mo– tivi e cause sindacali e che non hanno assai sovente alcun substrato di equità e di giustizia, sopratutto nella presente situazione sindacale italiana. Una legge applicativa dell'art. 36 del– la Costituzione poteva tener conto dei contratti collettivi di lavoro, ma non già doveva adeguarsi tassativamente ad essi e questo è stato il grave errore del progetto Vigorelli, che purtroppo il Par– lamento accettò e che l'attuale applica– zione ministeriale ha portato alle più paradossali conseguenze. Se non si provvede da un lato ad emanare la legge sindacale, quale pre– vista dagli artt. 39 e 40 della Costituzio– ne e d'altro lato a stabilire un minimo trattamento di legge, noi corriamo il rischio di aggravare sempre più la si– tuazione economica- delle zone depres– -se perché sarà ben difficile aumentare sindacalmente le retribuzioni del Meri– dione per eliminare le attuali gravi spe– requazioni, mentre è dovere impellente dello Stato intervenire perché vengano ad essere alfine fissate condizioni sala– riali in queste zone che non ci pongano in una situazione paragonabile solo ai minimi livelli mondiali. Non possono e non debbono esistere due ltalie e purtroppo solo lo Stato può correggere questa innaturale situazione che non tende a sanarsi e anzi si può sempre più aggravare e sa:rebbe vera– mente doloroso .il voler illudere i lavora– tori attraverso una legge sbagliata nelle sue premesse e peggio applicata. •Ecco perché è auspicabile che si pre– sentino al più presto al Parlamento quei provvedimenti che la Costituzione ha previsto e che la faziosità di alcuni fal– si sindacalisti hanno impedito. Solo così si potranno veramente crea– re le premesse per il migli0ramento delle condizioni di tutti i lavoratori e non solo di una parte di essi. Quando la prosa politica si trasforma in. arte « Lo scrittore politico di destra più vicino ai parlamentari, il più incline al liberalismo e a quella cortesia distinta che si apprende con le buone maniere, è Alfred Fabre-Luce », dice un suo cri– tico, il Vandromme, dedicandogli un capitolo intitolato il « borghese genti– luomo». Nato a: Parigi nel 1890, Fabre– Luce, nipote del fondatore del Crédit Lyonnais, appartiene ad una dinastia di banchieri ed è quindi un rampollo di quelle « 200 famiglie » contro cui si esercita dà tempo la polemica di tutte le sinistre, ivi comprese quelle che es– sendo avanzate solo socialmente, ma politiaamente ancorate ad una gelosa difesa della tradizione e dei valori fon- 24 bibliotecaginobianco <lamentali della nostra società, vengono liquidate come « fasciste » da molti av– versari. L'essere afflitto da un bel po' di quat– trini, tanti che basterebbero a farlo vi– vere senza ii fastidio di dover lavorare, e lavorare lo stesso sgobbando con minu– zioso impegno artigianale al ritmo qua·– si sempre rispettato di un volume al– l'anno, è cosa che molti colleghi scrit– tori e pubblicisti non gli s;mno perdo– nare. Sostenitore del Maresciallo Petain do– po l'armistizio, fu ~rrestato dai tedeschi .p<".r l'opposizione manifestata alle depor– tazioni e alle leggi raz1iali. Finita la guerra fu nuovamente arrestato sotto l'accusa di collaborazionismo, ma rico– nosciuto innocente e liberato prima del processo. Negli anni torbidi dell'imme– diato dopoguerra si rifugiò in !svizzera, per poter liberamente scrivere quello che pensava. Queste disavventure non han– no mai inciso sulla sua serenità: un mo– derato in cerca di· guai, fra tanti fanatici in cerca di prebende e di sistemazioni.• Il suo libro più importante, di cui ri– marranno alcuni brani come una auten– tica irruzione di poesia nel centro di robuste pagine politiche, è probabilmen– te il fournal de la France 1939-1944, pubblicato anche in italiano sotto il ti– tolo « Un francese risponde». La de– scrizione di quegli anni tragici è obiet-

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