Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

gorie interessate. Ma costoro dovrebbero abbandonare ogni speranza che da un simile governo e da un simile Parla– mento possano venire dei provvedimen– ti positivi. Di fronte a tale situazione non resta– no, a nostro giudizio, che due possibili scelte per gli agricoltori interessati. La prima è quella di disfarsi delle terre realizzando il massimo possibile, cosa questa che potrebbe, tuttavia, favorire ·il gioco delle sinistre. La seconda, quel– la di unificare i loro sforzi al fine di ovviare, dove la cosa fosse possibile, alle conseguenze deleterie della politica agraria sino quì seguita dai governi che si sono succeduti dal 1945 ad oggi. Ma questa seconda scelta, quando do– vesse essere fatta, implicherà, logica- mente, anche una revisione totale dei loro orientamenti nei confronti di quel– le forze politiche e di quella classe di– rigente che ha portato l'agricoltura ita– liana sull'orlo del fallimento. Sarà anche bene dire che unificare gli ~forzi comporterà, innanzi tutto, l'esi– genza di sensibilizzare ai problemi ed alle eventuali soluzioni che per essi verranno prospettate il più largo nume– ro possibile di agricoltori; anche fuori, se fosse necessario, dei tradizionali or– gani rappresentativi degli stessi, che hanno quasi sempre operato, ed opera– no, nel quadro della politica agraria portata avanti sino a<l oggi dai vari g0verni. Non è forse a caso che gli esperimen– ti di cooperative comuniste si veriticano per la prima volta in una delle zone agricole più in crisi e che questa zona sia proprio nella provincia di Arezzo dove appunto si trova Cortona. All'at– tuale presidente del Consiglio è ben no– ta questa parte della Toscana poiché egli è nativo proprio di questa zona. Qui è anche il suo collegio elettorale, qui la sinistra DC è forte, qui le cose vanno ptggio che altrove; la rovina totale del– l'agricoltura è un fatto già acquisito e i contadini sono definitivamente abban– donati in mano ai comunisti. Se non c'è il determinato proposito di porre in crisi le nostre strutture agri– cole, c'è certamente un'assoluta incapa– cità ad una sana amministrazione da parte di chi è tutto assorbito dagli in– trighi di partito e dalle alchimie dello inserimento di un partito cripto-comuni– sta alla direzione dello Stato. Il sistema delle • • promoz1on1 • lll Magistratura I_l disinteresse della magl!ioranza per il disegno di legge relativo alle promozioni negli alti gradi della magistratura rischia di lasciare mano libera alle sinistre in una materia che interessa direttamente l'avvenire degli istituti democratici E' in corso al Senato la discussione del disegno di legge di m1ziat1va go– vernativa, relativo alle nuove norme sul– le promozioni a magistrato di Corte è.'Appello e di Corte di Cassazione. Per lo scarso rilievo dato dalla stampa al– l'avvenimento, l'opinione pubblica non ha potuto rendersi conto della sua par– ticolare importanza per l'avvenire della Magistratura e, quindi, dell'amministra– zione della giustizia. Nè sembra che gli stessi ambienti parlamentari e poli– tici abbiano mostrato quella doverosa sensibilità, che la Magistratura si atten– deva, se è vero che finora i soli inter– vc-nti di rilievo che si sono registrati sono stati quelli del comunista Terra– cini in sede di Commisione e di due altri parlamentari di estrema sinistra nella parte iniziale della discussione in Assemblea; ma, poiché un provviden– ziale rinvio della discussione è stato ot– trnuto « in extre:nis ~ dal Senatore de– mocristiano Jannuzzi, non possiamo far– ci sfuggire l'occasione per manifestare le nostre perplessità sul contenuto del disegno di legge in argomento. Dobbia- I.o STATO inobianco mo, intanto, premettere che ci ha colpi– to la sintomatica circostanza, per la quale i più accaniti e intransigenti fau– tori della più immediata approvazione della nuova legge per la progressione cli carriera dei Magistrati, che pure è di iniziativa governativa, sono i parla– mentari di estrema sinistra. E poiché sappiamo bene, e non ci stancheremo mai di ripetere, che una delle esigenze fondamentali della tattica marxista nei regimi democratici è quella di scredi– tare quanto più è possibile le istituzioni dello Stato, il dubbio ci ha colto che il disegno di legge di cui ci stiamo oc– cupando non possa per avventura con– tenere qualche germe pericoloso per l'avvenire e il prestigio del terzo potere dello Stato. Questo dubbio ci ha consi– gliato di procedere a un esame appro– fondito del nuovo sistema delle promo– zioni in Magistratura proposto al Parla– mento, di scoprire le forze politiche, che hanno concorso a prepararlo, di ri– cercare e valutare criticamente i prece– denti storici e legislativi del problema. In verità, non ci è stato particolarmen- te difficile rinvenire il germe pericoloso, della cui presenza l'atteggiamento dei social-comunisti ci aveva fatto sorgere il sospetto. Per la prima volta, infatti, nella storia della Magistratura italia– na, viene proposto al legislatore di da– re nella progressione di carriera dei Ma– gistrati un peso preponderante all'an– zianità rispetto al merito, e ciò addirit– tura in maniera quasi esclusiva per le promozioni in Corte di Cassazione, cioè nel settore più delicato e impegnativo della vita giudiziaria. La spiegazione dell'impegno dei mar– xisti in favore del disegno di legge go– vernativo è tutta quì. Oltre alla loro esi– genza tattica di vedere, nel volgere di pochi anni, del tutto screditato il presti– gio della Magistratura, essi non pote– vano non vedere esaudito uno dei po– stulati principali della loro dottrina: quello per cui tutti gli uomini, nessuno escluso, debbono esser considerati sol– tanto come enuta numeriche, tutti uguali tra loro dalla nascita alla morte, senza alcuna considerazione o indul– genza per le esigenze spirituali e intel– lettuali di ciascuno. 19

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