Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961

La Comunità Europea degli Scrittori è al servizio della cultura sovietica Un grottesco articolo del Presidente, Giovanni Battista Angioletti, sulle qualità terapeutiche dell' '' anima slava,, L'operazione neofrontista per una drastica svolta a sinistra della società italiana prevede, come è noto, una pri– ma fase sperimentale nel campo della cultura. E' con gli « intellettuali », in– fatti, che i comunisti e gli esponenti della sinistra democratica sperano di organizzare le truppe scelte per l'of– fensiva psicologica tendente a neutraliz– zare, ad eliminare ogni resistenza tra– dizionale al nichilismo marxista. Si de– ve constatare, purtroppo, che almeno nella prima fase il piano comunista si sta realizzando. Il p.c.i. ed i suoi alleati socialisti e radicali sono mobilitati a te– nere in «agitazione», con un'ampia manovra a scacchiera, i settori della poe– sia, dell'arte e della scienza. Non è stato difficile, naturalmente, formare un nu– cleo di « compagni di strada » adatti agli usi più diversi e pronti ad agire come elementi di provocazione e di rot– tura nello schieramento dell'anticomu- 111s1no. Dopo le delusioni successive alla « de– bacle » del '48 e dopo il fallimento del « fronte della cultura », i comunisti ave– vano bisogno di nuove formule propa– gandistiche e di nuovi mezzi di contatto con gli intellettuali. La viltà di tanti '-:'. cattolici >> e l'impotenza dei laicisti hanno favorito il loro gioco. Intorno alle parole d'ordine della pace, della disten– sione, dell'apertura a sinistra, della li– bertà d'espressione, i comunisti sono riu– sciti a creare una larga piattaforma ed a stabilire le premesse di una nuova « alleanza » o, come si è espresso Ali– cata, di un « c.l.n. per la cultura ». Per riuscire più facilmente i comunisti han– no adottato anche quegli spunti propa– gandistici fino a ieri esclusiva dei par– titi democratici-borghesi. L'europeismo, per esempio, contro il quale nel passato si rivolsero con dure polemiche, oggi li trova entusiasti assertori. L'unità della cultura europea è il te– ma più diffuso sulle riviste e nei dibat– titi organizzati dai vari circoli legati al p.c .i. Il fine è chiaro: spezzare defini– nvamente l'isolamento degli scrittori, degli artisti e degli scienziati sovietici che potranno divenire, all'interno delle consorterie occidentali, ottimi veicoli 26 bibliotecaginobianco della penetrazione comunista in tutto il continente. L'europeismo culturale, così, è la ban– diera di una complessa organizzazione voluta e diretta dai marxisti che si ser– vono di compiacenti intellettuali << bor– ghesi » per avere maggiore libertà di movimento. Tempo fa è sorta, infatti, la Comuni– tà degli scrittori europei che raccoglie, accanto all' « intellighentia » radicalso– cialista, il fior fiore della letteratura in– feudata d'oltrecortina. Presidente di questa comunità è Giovan Battista An– gioletti, narratore e saggista non certo eccelso, ma che risponde ai requisiti ri– chiesti dai dirigenti della politica cul– turale comunista: quietismo piccolo– borghese, sterile e lacrimoso umanitari– smo e, soprattutto, complesso di infe– riorità e di colpa verso le conquiste « estetiche » della Russia sovietica. -Proprio su questo balordo complesso fanno affidamento i comunisti per te– nere legati e per poter utilizzare come apologeti del marxismo tutti quegli scrittori che ne sono vittime. E ancor di più: gli uomini come Giovan Battista Angioletti sono impiegati nella lotta contro gli uomini di cultura, contro que-_ gli intellettuali fedeli alla propria· mis– sione che non cedono, che non si piega.– no, che non si attardano su posizioni ri– nunciatarie. Si legga, per convincersi di ciò l'articolo di Giovan Battista Angio– letti su «Europa letteraria», organo della Comunità Europea degli scrittori. Arti-– colo che dimostra tra l'altro, l'assoluta mancanza di ogni valida argomentazio– nt'. nei partigiani della << distensione cul– turale tra Est ed Ovest». Perché non si può certo considerare convincente e se– rie: Angioletti quando ci parla dellOc– cidente, « incamminato sulla strada del– l'utilitarismo e del tecnicismo », che avrebbe bisogno del « potente soffio ideale» dell'anima slava incarnata ne– gli scrittori sovietici. C'è da chiedersi se Angioletti si sia mantenuto al corrente di quello che è avvenuto nella cultura dell'URSS in questi ultimi quaranta anni. Noi non lo vogliamo credere in malafede a tal punto da sostenere tesi senza avere una adeguata preparazione, ma come si fa a parlare di anima slava? Che cosa c'è di « spirituale» nella narrativa, nella poesia, nella pittura, nella musica so– vietica? Non siamo tra i malati di «an– ticomunismo viscerale » ma come pos– sic1mo negare che oggi con Krusciov, come ieri con Stalin, la cultura nella Unione Sovietica ha un valore strumen– tale rispetto al partito e che l'intellet– tuale ha la funzione di diffondere, di s1Jiegare, di illustrare, di esaltare le de– liberazioni e gli obietti vi del partito? E che cosa si propone il partito se non di mettere l'URSS in grado di affrontare con gli Stati Uniti la gara per l'egemo– nia tecnica e scientifica e per la mag– gior produzione dei beni di consumo? Il comunismo non incarna « l'anima slava », ma la ha anzi avvilita, rinnega– ta, distrutta. Il comunismo, così come lo intendono Krusciov ed i suoi collabora~ tori, è la via che deve permettere al– l'URSS di raggiungere e di .superare gli Stati Uniti nella ricchezza e nella po– tenza materiale. Gli scrittori, i poeti, i pittori ed i musicisti sono chiamati a fiancheggiare i politici, i tecnici e gli scienziati in questo sforzo permanente inteso a rendere sempre più florida la economia russa. Gli intellettuali debbo– no agire da sprone -tra il popolo per fa– cilitare l'attuazione dei piani fissati dal comitato centrale del p.c.u.s. Così stando le cose, G. B. Angioletti ci deve spiegare m cosa consi– stei l'insegnamento dei sovietici agli scrittori occidentali. Ma una spiegazione è impossibile se non si ha il coraggio di dire la verità e di ammettere che il dia– logo tra occidentali e orientali di cui si fa patrocinatrice la « Comunità Euro– pea degli Scrittori» non si propone la valoriz~azione dell'anima slava - pie– gata e piagata dal comunismq - ma, attraverso un riconoscimento di libero accesso alla « cultura » sovietica, punta ad estendere l'influenza del marxismo sull'Europa occidentale. Angioletti ed i suoi am1c1 della CES non troveranno, purtroppo, il co– raggio per un sincero e salutare esame di coscienza che li purificherebbe da tutti i compromessi accettati e da tutte le rinuncie subite. FAUSTO BELFIORI

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