Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961

... .. .... •· .... I ~-------------------------------------------------.r.•--------------------------.-. SALA Scuola senza idee Noi ormai siamo abituati da anni al fatto che i cat– tolici debbono, per non riaprire lo « storico steccato), ri– cordarsi dei principi cattolici solo nei comizi elettorali per sostituirli poi, quando entrano negli organi del pubblico potere, con i « principi democratici». Questo è un vecchio errore, condannato dalle encicli– che, dai vescovi, dal!'ovvio senso della fede: oggi non si condanna più nessuno, ognuno fa i comodi propri e noi facciamo, il nostro rimanendo fedeli alle antiche verità. Ci troviamo bene con esse, danno pace al nostro intelletto e gioia al nostro cuore. Da questo punto di vista, diciamo che la politica sco– lastica vigente è una cosa gravissima per questa sola ra– gione: che non esiste. I comunisti sanno che la scuola è il seminarium reipublicae e cercano di inserirvi gradual– mente i loro falsi assoluti: per questo hanno dedicato # loro ultimo comitato centrale a discutere del problema della scuola~Essi sanno quello che si fanno. Alla scuola impegnata dei marxisti che cercano di of– frire dei loro falsi valori all'educazione, si contrappone una sorta di superiore neutralismo democratico. I principi cattolici non entrano nemmeno in discus. sione. Eppure basterebbero le semplici verità della legge naturale ravvivate dal Cristianesimo a dare una solida base alla nostra coscienza nazionale. Educazione civica, ma su quali valori? Su quelli della tradizione classica e cattolica? O su quelli del laicismo e del marxismo? Quali sono i valori che oggi lo Stato affida alle gio– vani generazioni? Signori, tacciamo: essi sono pii ed anche moderni, benedetti dalla parrocchia, dalla sezione e dalla loggia. Eppure conducono l'Italia sulla via della vergogna e della rovina. Malagodi e il fumo negli occhi Malagodi ha proposto che il monumento al Genio italiano distrutto dai teppisti austriacanti venga rico– struito con i soldi raccolti attraverso una sottoscrizione nazionale. Evidentemente, in questo modo il segretario del PLI sperava di convincere l'opinione pubblica dei suoi sentimenti di italianità. Invece, è riuscito a coprirsi di ridicolo e a fornire un'altra prova di quanto fosse disonesta ed ignobile la gara di patriottardismo svoltasi con la partecipazione di tutti i massimi esponenti dei partiti i convergenti >. lvf alagndi con la proposta della sottoscrizione si au– gurava di riguadagnare la stima che ha perduto con il suo atteggiamento di lacché della politica di centro-sini– stra. Ma ha dimostrato di aver troppo sottovalutato le capacità di giudizio dell'opinione pubblica. Questi gesti retorici ,infatti, non convincono nessuno. Il patriottismo non si dimostra donando diecimila lire per la ricostru. zione del monumento al Genio italiano, ma battendosi giorno per giorno affinché possa rimanere lontano dal nostro paese il pericolo della dittatura comunista. Il pa– triottismo si dimostra opponendosi efficacemente ad ogni tentativo di apertura a sinistra anche in sede ammini– strativa. Il patriottismo l'on. Malagodi poteva dimostrar– lo smascherando l'indegno connubio che ha portato il Comune di Milano in mano ai marxisti. Meno pianto iprocrita, on. Malagodi, e più decisione. E' l'unico modo per provare un autentico sentimento di italianità. Nel Sud le parallele non convergono Le mozioni meridionalistiche dei «convergenti» han– no rivelato una difficoltà di fondo. l repubblicani stanno facendo proprie tutte le tesi della sinistra e presentano una mozione che potrebbe essere firmata dai comunisti. Sul piano amministrativo e programmatico, l'unità ideologica che già esiste in tutto il settore che va dal PCI alla sinistra democristiana si traduce immediatamente in unità politica. Ora nel problema del Mezzogiorno tale tesi si manifesta come una pratica preminenza della pia– nificazione statale e regionale che dovrebbe assumere in proprio la gestione dello sviluppo meridionale. Su questa materia, la nostra posizione, che si ispi"ra ai principi cattolici non conosce apriorismi, salvo quello generale del carattere suppletivo e non sostitutivo dell'in– tervento statale. Ad avallare questo principio sta il fatto che nelle presenti condizioni lo Stato è riscattato dai partiti, tra cui un partito totalitario e snervato dalla cor- 1·uzione, sicché oggi, è dolo,·oso a dirsi, estendere il po– tere del 'amministrazione vuol dire estendere il dominio del privilegio legale. E' per questo difatti che i comunisti lo vogliono. E la convergenza cederà, non vi è dubbio, prima o poi, apertamente o nascostamente .. Per parafrasare una frase celebre di Sturzo, chi vuol combattere i comunisti con la convergenza, vuole com– battere un carro armato, non diremmo con una sciabola, come nel!'originale, ma con una trombetta. Certi cattolici e ''Santa libertade" L'avventura della nave pirata si è conclusa inglorio– samente così come era iniziata. Dopo lunghe esitazioni il governo brasiliano, in ossequio ai principi sanciti dal diritto iniernazionale, ha costretto il gruppo di banditi che si era impadronito della nave a scendere a terra ed a lasciar liberi i marinai ed i passeggeri. L'episodio, però, offre lo spunto ad alcune considerazioni di costume. Un ----------------------------------------.-.-.-.- ........... . .,._..,,,_._._. _ _ ________________________ ..... ________ . _ ____________________ . . . . . 16 ibtiotecaginobianco .. ·. . . . . . .

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