Lo Stato - anno I - n. 2 - 31 dicembre 1960

32 a rendere tempestivo ed efficiente il lavoro de/1'esecutivo. Quanto aUe idee di De Gasperi, è nostro convincimento che le stesse~ ac– cettabili in se per se, fossero viziate dalla mancanza di una chiara e defi– nita piatta/ orma dottrinale, che desse alle stesse una carica di originalità politica che da sole non potevano avere. Questo considerato che si innestava– no direttamente sul tradizionale filone di pensiero liberal-democratico, supe– rato dagli avvenimenti storici dell' ul– tirrw quarantennio, in Europa e nel mondo. · Assolutamente d'accordo sulla dia– gnosi da Lei fatta circa il valore ne– gativo della « politica delle cose>>at– tuata dopo il 194.S in Italia. * * * Sig. Direttore, Io credo che l'uscita <le « Lo Sta– to » sia stata troppo ritardata rispetto agli avvenimenti. Perché mi sembra che la rivista po– teva diventa,re l'organo dei « Franchi Tiratori » che, a suo tempo, hanno stroncato il governo Fanfani di dopo le elezioni. Ma forse Ella si ripromette di di– ventare il loro portavoce ufficiale, se preferisce che tutti g.li articoli siano pubblicati anonimi anziché firmati. bi liotecaginobianco Perché? Forse perché chi scrive non ha il caragg10 deUe sue idee? {se ne ha!). Enrico Zambelli ( ?) Milano Il sig. Zambelli ( ?) - in conse– guenza, forse, dei metodi uf ficali di reclamizzazione del prodotto politico oggi di moda - non viene neppure sfiorato dal pensiero che le idee si af– fermano per la loro validità intrinseca e non per l'etichetta che portano. Quanto poi· ai « Franchi Tiratori» sarebbe interessante chiedere notizie degli stessi a qualche parlamentare d.c. che dall'alto della « direzione uni– taria » dell' on. !vloro si batte oggi a spada tratta in difesa del 3° gabinetto « Fanfani ». E non è detto che debba essere ne– cessariamente l' on. Donat-Cattin a da– re una risposta in merito. * * * Sig. Direttore, Non condivido l'impostazione poli– tica della rivista anche se ho apprez– zato lo stile e la dignità degli articoli. Per tale motivo mi sembrano una no-· ta stonata e di dubbio gusto i due pezzi di « Sala Stampa », nei quali si iro– nizza pesantemente sulla pretesa in– fluenza negativa che '1' azione dell'on. La Pira o gli scritti di autori cat- LO STATO tolici di chiara fama, quali Mauriac, Bernanos, Claudei avrebbero esercita– to sulla formazione dei giovani laici ecclesiastici delle ultime leve. Sono convinto che il tempo darà ragione alla loro sensibi.J.ità per i problemi <le:} nostro tempo, anche se la ]oro opera può sembrare oggi distante dal modo di vedere e di giudicare di molti cat– tolici che si proclamano depositari del– la verità. Giorgio Pucci Ravenna Caro Signore, nel caso di La Pira non abbiamo fatto nessuna ironia, né pesante né sottile. Abbiamo citato una sua frase dal periodico fiorentino che ha pubblicato le « testimo– nianze » del Convegno Mediterraneo. Ed abbiamo detto che il pasticcio della religione niediterranea, con Dio come autore e Abramo, i Profeti, il Cristo e .~J aometto come portatori, è un' ere– sia. Pnnto e basta. Se lei è di parere diverso, se si può discutere una simile affermazione, allora, caro Signore, non c'è più religione. Quanto ai francesi, essi ci presenta– no un cristianesimo inteso come debo– lezza, incertezza ed angoscia. Può ella non sospettare che la religione di S. Paolo, di S. Giovanna d'Arco, di S. Francesco Saverio sia qualcosa di di– i:erso da una religone del dubbio me– todico ? E allora, la preghiamo, ci capisca.

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