Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

6 socialista di collaborazione (e quindi, di– ciamo noi l'offerta, sia pure indiretta, del PCI) invocata apertamente dalle frazioni di sinistra, e, probabilmente, ac– cettata per mal impostati calcoli anche da altri settori dirigenziali del partito, per la prevedibile, dura reazione con la quale a tale mossa risponderebbe la stra– grande maggioranza della base eletto-– raie cattolica, inequivocabilmente atte– stata su posizioni anti social-comu ni.ste. Non possono battersi su una dura e decisa linea anti Social-comunista, la .sola valida in questo momento in Ita– lia, in quanto a tale linea non credono; ed, in quanto, quand'anche vi credessero, sono prigionieri del passato di Luglio che li inchioda alla responsabilità dt Dopo il Il dissidio cino-sovietico · non è stato composto. Pertanto si è aggravato. Pekino resta convinta · (e si comporta in conseguenza) del!'inevitabilità della guerra in presenza del capitalismo; Mosca del contrario. Si tratta di una riaggregazione di circostanze storiche e po.litiche che formarono la piattaforma di una delle polemiche metodologiche più aspre della storia del movimento socialista: la rivoluzione permanente. lt paradigma teroretico si trova nell' enun– ciazione che Leone Trotzk_y fece in « N asha Revolutsia » (La nostra rivolu– zione), raccolta di saggi e di cronache riel 1905, ali'indomani dei moti petet– burghesi: il posto e la funzione che il proletariato rurale deve avere nei con. fronti di quello operaio nella lotta al capitalismo. Trotzk_y sosteneva che i contadini hanno un diverso (inferiore) potenziale rivoluzionario e debbono per– tanto costituire l'eccipiente nel passag– gio dalla società capitalista a quella so- cialista. Lenin avversò questo indirizzo bibliotecaginobianco aver àllora operato sulla scia della mt– ziativa Social-comunista. L'impotenza a decidere dei re.sp.Jnsa– bili D.C., blocca gli altri partiti del:a « convergenza » per mancanza di j·eso specifico. Socialdemocratici, repubblica– ni e liberali sanno bene che, abbando– nando le posizioni obbligate degli at– tuali 1·esponsabiliD.C., con i quali con– dividono in pieno la responsabilità del– la linea politica elaborata dopo i fatti di luglio, verrebbero inevitabilmente ri– succhiati dai campi di attrazioni opposti di sinistra e di destra. Le conseguenze di tale situazione di immobilismo calcolato sono più che evi– denti; e possono sintetizzarsi in una sola considerazione: l'iniziativa politica è oggi decisamente in mano alle sinistre Lo Stato socia[ comuniste. Queste, infatti, si accingono a condi– zionare la vita politica ed amministrù-· tiva dei più importanti centri del paese, forse della più importante regione a sta– tuto speciale, di numerose giunte pro– t·inciali. Attraverso le loro organizza.~ionz stn– dacali, complice la debolezza, o acqui– scienza che sia, di alcuni membri del governo, muovonQ all'attacco della sta– bilità economica e sociale del paese. Taie è la realtà dei fatti, e non pen– siamo che siano sufficienti le iniziative più o meno . spettacolari di parte gover– nativa e non per nasconderla agli occhi degli osservatori e della parte di opi– nione pubblica, la più attenta alle cose politiche. vertice comunista ( ecco 'perché nella risoluzione mosco– vita di qualche giorno fa, si scandisce bene: « ... comune visione marx-leni- nista dei problemi del movimento pro– letario mondiale ... »; concetto ripreso im– mediatamente nei discorsi e negli scritti esegetici: ad esempio, Luigi Longo sul– l'Unità di domenica 11 dicembre); Lenin - dicevamo - avversò questo indi- rizzo nel timore che venisu ristretta la base di intesa con i rivoluzionari agrari, ma nel 1917 i fatti dovevano dare ra– gione a Trotzky. E il problema doveva ripresentarsi nel corso della penetrazion, comunista in Cina e in Asia, nei. cin• quant' anni successivi, quando i rap– porti tra urbanità e ruralità assume,-an– no, spesso, anche aspetti cruenti. Trotzky, però, ha mancato la previsione solo nel punto in cui asserisce che i contadini non dando più scampo _alla preminenza operaia, costringeranno i/ proletariato industriale a dirompere in altra direzione, ma sempre verso il capi– talismo, in una serie permamentemen- te concatenata di rivoluzioni. Il dissidio cino-sovietico odierno mostra che invece l'operaismo di Mosca, costringe la ru– ralità di Pekino a trovare scampo nella rivoluzione permanente afro-asiatico– americana. I Cinesi, vogliono - profit– tando, anche, di una particolare con– giuntura militare dei due blocchi - che la lotta sia portata ovunque esista una centrale borghese _di sbocco o dt approvvigionamento, ben sapendo che ivi è un proletariato non operaio e, quindi, rurale o pastorale. A parte i pe– ricoli di guerra integrale costituiti da rimi/e fenomeno, i Sovietici si sono su- bito preoccupati di bloccare l'eresia non tanto per « patriottismo ideologico >, quanto per non snaturare pericolosa– mente l'intero movimento socialista. Sicché, a Mosca, si è vista una parattl di « operaisti» e di « ruralisti >: infatti, con i Sovietici e,-ano schierati soprat– tutto i partiti comunisti dell'Europa orientale, tutti fortemente industrializ– zati; con i Cinesi, tutti. i «diseredati.del

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=