Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

Lo Stato altri se questi non favorissero il prolun– garsi di due equivoci prima di tutto este– tici: quello di un neorealismo engagé messo in ber1ina dai suoi stessi teorici e quello di un estetismo psicologizzante che in fondo non è che un modo più raffinato e moderno di narrare dram- RECENSIONI macci di appendice. Due equivoci che pubbJico « intelligente » e critica « di sinistra » si accaniscono ad ignorare. I prdblemi sociali, la verità storica non si possono rinchiudere in poche formu– le raffazzonate su schemi letterari più o meno consunti, a cavallo fra sesso e 31 violenza. Accontenta,rsi d,i queste « meL– ze realtà », pa,r.Iare d'Arte con troppa frequenza, farsi imbrogliare da una pa– tina di dignità formale è rendere un cattivo servizio al cinema, è spingere registi e produttori sulla via di un co– modo « manierismo » di dubbio gusto. UN GOVERNO .AMMINISTRATIVO L'on Tambroni ha raccolto i princi– pali discorsi di carattere poliitico da lui pronunciati durante il suo governo co– me in un Ebro che ha titolo « Un go– verno am•ministrativo ». Vi è, nel titolo, una polemica chiara e preci·sa, sotto l'ineccepibile rievoca– zione delila qualifica che il Governo volle assumere innanzi al Parlamento. Ed in realtà nes,uno contestò il valore dol governo Tambroni sul piano della buona am,ministrazione. Ma qual'è poi la .funzione dcl governo se non amjmi– nistirare? E che cosa significa « goveir– no amminisitrait:ivol » se non governo che svolge realmente H suo compito, governo omogeneo a se stosso? Eppure oggi (ed è qui la polemica del titolo, la denuncia implicita, invo– lontaria netlla stessa ovvietà dell'espres– sione) un governo amministrativo vuol dire un governo nemico delle istituzio~ ni, un governo che si insinua nella pausa ddla vita politica e della conti– nuiità isitit:Juzionale: governo ammmt– strativo, (nel particolMe contesto poli– tico italiano di oggi) significa governo eversivo, governo da colpo di Stato. La patologia politica del nostro pae– se non potrebbe esser più manid:esta. Da un lato sta il mondo della pol,i– tìca pura, con i suoi istituti e i pa.rtitì, le sue vestali, gtli intellettuali, i suoi bibliotecaginobianco rnHiitif, le orgainizzaZ !ion.ii parruniloitairi delJ.a sinistra: dall'altro est.remo lo Sta– to ed il Paese, l'amministrazione e la società civile. Questo è così vero che i gove,rni am– ,ministra tivi, quelli che riescono a<l eva– dere dalle maglie del mando della p()– litica pura, sono non solo i governi am– ministrativamente più efficaci, cioè più fermi e più liberi nell'azione, ma anche i più popolari. IJ Paese sente che il dia– fira,rnma partitocratico non s,i pone più f"ra essi ed il governo: che il governo r:erca il Paese ,ome il paese cerca il rgover.no ,a 1l di sopra dellile teste ide.ì ~ boiari »..'. E' come c;e un giusto raµporto civile tra governo e Paese, si ri,stabilisse e -.i rinvigorisse, battendo per breve tem– po la patologia deHa politica pura. Il paese ha avuto due ge,vern,i amJmi– '11\i/s·ura:ti'Vli: quelJ.o ddl'on. 1 Pdla dat-, l'agosto '53 al gennaio '54 e quelilo del– l'on. Tambroni dal marzo al luglio '60. Tutti ricordano la popolarità quasi eccessiva del ministero Pella, che pur segiuiva al governo d~lla mi,gliore fi– gura della ,DC, l' on. De Gasperi. Esso fu rovesciato dalla dire~ione d.c. con il fa•moso discorso di Novara de1l'ono– revole Scdba. Ma la popolarità di cui esso godette fu proprio legata al-la formula: il Pae- se sentì come veramente suo un go– verno che pur essendo meramente legit– timo, era, dal punto di vista dell'orto– dossia di partito, un governo figlio di nessuno. Il governo Ta1mbroni ha conosciuto una reazione dUJrissi1ma. Esso ha avuto çontro le medesime forze ed i medesimi uo.rnini che liquidarono il ~overno del– l'on. Pella: ma questa volta, a mostra– re i tempi diversi, la reazione contro il governo am•minis.trativo non è stata mossa solo dalla DC ma ha avuto fa partecipazione determinante di tutti i partiti italiani, dai comunisti ai Hberali. Ed i comunisti sono stati ,la forza ege– mone e prevalente nella lotta contro di esso. La popolarità che ha accompagnato il Presidente del Consiglio sia durante sia soprattutto dopo la fine dd suo governo (che egli era rimasto presso– ché solo a difendere, poiché, come ai tempi del governo Pella la maggioran– za dei ministri « a1mministrat1vi ~ turo– no ben lieti di ridiventare ministri « po– litici») è prova ancora una volta che il Paese sente e vailiuta la rettitudine istituzionale del governo amministra– tivo. Eppure questi governi, così sicura– mente popolari, vengono detiniti come reazionari ed illiberali, come invisi agli

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