la Libertà - anno V - n. 47 - 19 novembre 1931

19 NOVEMBRE 1331 LA LlBERTA' IL DESTINO DELL'Eu--:ROP A Cretinismo aa antologia La lettera è già lunqa e 110n li posso parlarr, dei miei compa(Jni e di (Jt,rllo che faccir>. U nazionalismo economico Tu che cosa fai·? Jlan9i uva f Ti saluto. YlTTORIO :x• z. Appendicedella libertrl DL fASCISMO IN ITALIA = di 89UON KING - CAPITOLO I[ Jèi!Zl DEL FA5CIS)JO Cn giovane rnedìco, compa-esano di :\Iatteotti formo' nella prima.vera scorsa, il progeUo di libera:re la si– gnora ~atteoU.i e i suoi bambini dal– la pri6ionia in cui è tenuta e di con- A1lafine di febbraio il dotior Gen– nari varca la frontìe-ra... Dipoi man– ca ogni notizia. E' arrestalo? E' morfo ? Silenzio assoluto. Soltanto alla fine di marzo i parenli vengono a sapere che è in 'Carcere a Roma per essere lradotto al Tribunale Specia– le. Da allora sono pasisati otto mesi. Il detenuto non ha ancora parlalo col 6Ut.'.) difensore .nè sa di che cosa ò accusato. Davantil al Tr.ibunale &'peclale si è condotti soltanto pPr delitti contro la sicurezza dello Sta– to. Sarebbe un delitto cootro fa si– curezza deJ.loStato cercare di lrarre dalla patria. - diwnu-ta ,per ~i un lnf,emo - una donna e doi bambifli, afOnchò non maledi'cano l'umani-tà? E il tenleti\"O è un'azione politica? E' noto con quale violenza il Tri– bunale Speoiale ..-ii accanisca contro glì intel!etluali. Sono di ieril le con– dal"KlO di Vinciguerra ~ di Rendi per IJ)rapagan:<la borghesie-democratica, di Rossi-Doria e Sereni pPr propa– ganda comunista a 15 anni di car– cere. Di che si accuserà qu~sto gio– \"ane medico per poterlo ...~ludlcar'¼? E:S,liha voluto trarre quattro peno– rie da un ambient.s im cui soffocava– no per portarle fuori, all'aperto, al– l'ania ,libera. Egli non voleva com– piere un deli'lto ma porr~ fine ad un dclit.lo . L'a..ffare ~!aUeolli non ri-– guarda più l'Ilalia sola, ma l"umani'– t-à intera. TuUa l'umanità, iU prole– tari·ato internazionale in primo, de– vono gettare il grido : Si vuole por– tare al banco d'accusa e sepellire in ~arcere un uomo per il solo fatto di avere pensato di compiere uo gesto che ,s.D impom:!vacome un dovere. Sottoscrivete per «LA LIBERTA» • Il fascismo tende a strapparealla donnail dirittoallauoro e di mettere in ualore la sua personalità » Jlfncr,:a, il grande organo femmi- me modello la famiglia patriarcale ni.sla francese, ha due modi di ve- <ii Roma antica. ~lentr~ in lulli i òere il fa~ismo. L'uno è il solito, il pae;;i la donna si sforza di emancl– superficial~. che .<:ih.«cia prendere -parsi dalla triste eredità del diritto a1 momlismo Pm~m'e e declama- romano, (he, proptcr u;i;u., imbccil– tore; l'altro più ;:Pri'o,pjù p~netran- litatem, la poneva sollo la perma– le, che .<:crostala vernice e vede cio' nente tutela mas'chlle, l'Italia fa;:ci– ch~ è sotto. Il primo punto òi vista sta mira ad introdur.re lo spiri~o di è ,stato presentato dalla signora Bré- quelle leggi nella !ocielà dPI XX Se– maud, cho ha preso troppo ~, f'?- colo. rio le « battaglie " «mtro la pto5li- In un volume, che reca una pre– tuzione, per la proteziooe (?) òPlla fazione di Mussolini, la Civiltà fa– donna e del fanciullo, e'cic.La solilla sci4ta, specie di programma del re– polvere negli oocbi. L'altro è da<o gimP, un capilolo « Il fasoismo e la sostenuto dalla sfgnora C.A.De.smou- donna " è con«a'Cralo alle questioni lins-Ennesch. f'!mminili. Eccone un'Idea : Questa acuta scrittrice è ri«a!ila 1, Regina della vita, cuatode del al {Pmpo anteriore alla dH.latura, ed focolare, la donna l'ilornerà aHa ca– ha trovato t1;1llaun_alegi.sla~ioneche sa; un ritorno intelligente, una rl– .sonpa~ava 11 codre~ ?1 :\a~eo~ naacenza della sooielà, come la pre– sanzlona,ndo la ~parazaone dei benn vedera li ,;ognodi Augusto... n (!). tra i co~1iugi, _ÒO\"'!:. no~ sia _un con- Certe riforme pre\'edono elle la 1.raHodi ma(r1mon10, I abohta auto- dor.na possa esercitare una profes– rinazione maritale per l' ~erciz.io sione per aiulare suo marito, mal di una profes-sione o di u.n commet'- (Jer sostituiTlo. La moglie non con– eio, l'acce<;"O JihPro alla maggior par- la che in quanto 11 madre fa poten– te delle carriere, ecc., ~c. ::a " e « compagna fedelmente pro- QueslP. leggi i1 fascismo non ha telta da. suo marito ,, t u aiuto e revocate: ma le SUP. lendenz~ di op- oonsolatriice devota P.. pia "· pres~iOM sistemalica e il suo spiri- L'arlicolista conclude che " nena to ultra-rea11ionario soffocano ora società contemporanea la donna, ac– -iu Italia ogni manife&l.azione della canto al marito ed i figli, è una per– ipe~onalilà femminilP.. S!. cerca di sonali(à; essa ha de~ bisogni fisici allontanare la donoa dai lavori trop- e morali; ha diril(o al lavoro ed allo po duri, s~ prescrh·ono cure speciali svi~uppo df'l suo io. Yolerla confina– alle madri ed ai 'bambini. Ma dov'è re nell'unico dominio della cucina eh~ questo non avviene? Persino e della pueriçolt1Jni, riporla soUo la nella Russia sovietica, che ha aboli- tutela del ([ pater familias ", è in– to ogni diff!?renza di .sr>S5o Ira i la- giusto e segna un rltonio ai costu– "'·oratorìl, i::i sono mantenute misure mi delle società primitive "· protetti\·& della gravidanza P.. del par- Xoi ci permettiamo di soggiunger'! to. 11 fascismo, come ogni dittatura, che è ben questo l"l.lffi'eiodei fasci– è t==~nsibil-:i alle que!!lioni di pre!li- smo sotto ogni rapporto; il ritorno gio... )la al di là di tali misure di al più morto e più condannato del prol~ziooe il fascismo lotta lmpla- passati. E noliamo che bi.sogna e~e– cabile conlro ogni lavoro della donna re bestiali per ritenere al tempo no– neg:liuffici, nelle fabbriche, nei ma- stro che per far~ una buona educa– gazzi)ti, ossia tende a strappare al- (rice, una madre esperta di a pue– la donna la prima dell43sue cooqui- ritoltura » non occorra aYerc un'a– slc, il diritto al lavoro e la messa in nima, una individualità, una perso- valore della .sua personalità. nalilà propria. " Preconizzando il rilorno al fo- La dillatura tutto avvilisce la colare - scrive ta signora Desmou- donna e la madre come l'uomo ~ il lins-Ennesch - il fasci~mo pooo co- cittadino. E' fa(ale. cooservatori, da ufficia!! dell'eser- massa odiasse la guerra e tut.t.o cio' dono' presto la sua professione, e, e un cattolico praticante, un repub- U~11 ~i:f~tt~uj~I t~i;!Usn~~ea1f~ 8 Fi~ ;~;ci\~s}~s!~t~~\~ ~~ ~:~, c"c!1nesi~!: ;~l~.~,f,on~,~s_,;a~en p 5 0 a~:t: ,~emru,pn,',!g 0 i( 1 i,r",~ 0 °,1 0 e~t 1 ,~, ~l~c~n~ne:U"er~:i~Ì~h~~ 0 'si~da~!fi~t; ne del secolo passato, ma che so- razione e gli ex-combattenti fo«sero •• .. d1 ... i-ivolu1.ionario e un patrono dei bc– gi1avano ancora una politica di e- negletti. Ma il parti<o rloe\'etle la f;:vilzzera. E:pulso dalla Confedera- neslanti. a Egli è - scri\"o un fasci– spaoslone e un go\"erno « forte ", ~ua prima forza anche dal suo rro- zione. non è chiaro se per ragioni '$la che fu in intima relazione con nei limiti ed oltre l limiti ,folla co- g-ramma sociale. :\lussolini, prnna politiche o d'altro genere, torno· in lui - a. ,·olla a volta cii.nicoe senti- !\I!~~b~~W~n~: 0 ~~!ifgss1~~r~;~J ~;::: fr1ae:i~~·e e~~a!\a~~,i~iisti Je 3 1)! f}~la e:t~~~4~~/t~Ji~~~~e ,~i~~oc~~ ~e~ta;:udi!rf,u/~it;~n~i~:~f:• /~~~ 1 ~t dello spirito guerrl!::,Coe miraYano scuola sindacali~ta; adesso eccita,a me poi, col suo ;:1::guito di sindacali- Hante "· 'fradirà un :.imicosenza il ad allargare i confini ti"Ualia senza i suoi' seguaci alla rilvolla, s~erando ;:li rivoluzionari' lanciasse il suo gril- mlnimn !lCrupolo, e non esprimerà rispetfo per le altre nazionaliU e col loro aiuto di scavalcare I socia- Jo in favore dP.Uaguerra e come do- mai dispi'al'ere o rimorso per I suoi per la Società delle Xationi, a fare lisli. Il suo programma del '19 in- po la c1J"rra fonda!se un partilo e- rapidi cambiJ.1mentidi dirctti,a. Le <iell'Adrialico un mare italiann. e a dudeYa un'.\ssemblea Co:::.titui-nle~almente rivoluzionario: il fasci- sue contraddizioni potrebbero c~ser creare un impero coloniale. I grandi nella quale i fasci i anebbcro lavo- :.ta. E' un uomo dit fibra rozza, ora parte di un doppio gioco o polreb- ~~u~hr:a~c~iS~if~!~~r~dnLgi!~~ai ~~~o J~!\~~itd~Y1~bg~1~:~rp~~'~7n;;: ~-~fi;~~~ 0 atl~u1( ~a h:,u~~;Od~~u~re~ ?::: i~~~~~fu~a t~an~amflifoi!~r:g~; grassi giorni che ~ve,·a loro porla- Jario minimo, per il diriltlo legale con un certo ch1Jrme. La sua arden- violenza. Si accellerebbe \"Olenlicri ~~r~~ r~:~~a,ugrrii~~\ 13 ~;~~p~~~b7!; : ~itlio~pde~i1~ ;~bt~f~~tp~~~ 1: 1 1: e~~= l~. ac~~i~i:i:; iu~ :~ip~;~i~1~!~ 0 d~1 !~ 1~c~~1~ri~tg:\:rrt~c:b~u:fi1~; ~i t;ee5~~~.~ ;~trrei~\~iun~~;i, t~~~? 1 ~t u~~ dd~l\::~~vr~~:~1fcf 0 ~l~c~;t~: !~nr~p~~m~~t~ 0 • df es~so~ancJ~v::~~~ ti 1 ~~3u~~~lrte q~ee5ft~nrr;~~id:~: poter togliere ai liberali il govcnio. nizzazioni proletarie :o, per una im- portarlo in prima liena in un paese do l'accusa che gli ri\'olgono ;;:tli uo– Da soli potevano fare poco danno, posta sul reddi'to fortemente pro- llo\"ei partiti e i loro dirigenti! pren- mini che sono stan suoi intimi col– ma Ja sorte pose sulla loro via il gressh·a che dove,·a portare a una devano la via piana e scansavano le laboratori. Xon è per nulla che egli ~~~~o afi~~~l~dr:~.~i;l~OsiP~z~ 0 1J11n; ;h~:;;ia;: ù~~roer~iez~i:e r~~l~zi~~~ ~t~Hf~ 1 ~~1 g~~i!r~n~~~ga~lo~~~ ~ael~ ~idt èt~~t 0 uo1a;~~ar~!~ 1 ~1a 5 ~o~~~ti!: propria forza. r pfimb gr?p~i _fasci- ,, contro il decrepito vecchio stato " l'approfittare delle circostanze. Il la sua violenza e la sua crudellà, ~i furono fondati al prmc1p10 del consi~teva m~I distruggere i {>arti~1 magneti"ffio della sua per5ona e la non possiede una vera forza. Benchè ; 1 ~0WvF~t! 0 tt 0 o~ii~!~~niimfakf~~~ ;g;;}j~~~i~n: 1 1~e1i·eJi~r~:i!· u!:~~~~l~ ~u:i11;~~o~~noml~ag;~ 1 :~ae einfi~ 1 !~~ ~~t~to vi~ 11 ~~~~i:lji/~r itc:m~~: ::ii Sf' 1 1 principale tra e"'!! fu un \rra- nilà co!lettivi~h sulle ro,·ine <l~lla :-uì .:uoi seguaci, !-pccialmente sulla sP lascia facilmente influenzare e zione,ole ma mlen:.o palr1ott1smo borehe,ia. I fa:cbti !'iCOl'Òa\·ano che ziovcntù :nensiera.ta che forma la non ha mai rischialo un insucccs~o aliment:llo dalla commz1one che I I- il l'arlamento avc,a ::,ià nf'J ·15 ce- parlf' atL,:1 ò1 e•:a;i Sf'nonchè, pur per e::i~erff'dele a un principio. t:n talia fo"~f!staia u derubata dei frut- dulo alla minaccia della violenza. c1:•rndo I doni d1 un dPmaqogo, 1c;;rhuomo di volontà mediocremente for– ti' della ,·itlori'a n. e sopratulto che Il loro capo, Benito ?.lu~:o!ini, era 11011 pos~!\!de che le qualità inferio- te puo' rlom!nare un popolo che, co-: gli .\!~ali Qon le avessero pcrme 7 :;o fr.l'li~ d_i u~ fabb~? .,ocialLHa d!'lla I ri dell'uomo di Slato. La sua moole 1 . mincil1:1do d_a! re, non, ab~nd!1 d! ~lr',.1!te~f 1,- E>a~ia 1 E::-~si m- prO\"JDCiadi Forh .. \ve,·a !!tud1ato) male as:~e:.~atae tumu!tuma, ha fat- ~orag;no po.litico; e nel! Italia d oggi ~~ oo icàl~lli com la "ran Iper ma1>~lroelementarP, ma abb<m- to di lui, a hrr:\·i intervalli, uu at~o, puo' leYars1 ben allo un uomo, che •= CRONACHE GINEVRINE Ascoltando Sforza +++ Anchf' ha detto \Vili iam Rappard. ~ro 0 r~ 0 o !\ PJr 0 !~nt :~~~od\ 1 Jt;;,~ ,·ernare i popoU : c\è quello direflo, ctre ~i esen:i1a stando al potere, c"è quello ffidirelto, mi>no appari«cent" ma lalora più efficacP, che comi~te nPI òil'i~re e illuminare l'opinione ,pul2',blica,dare e disculeTe idee ad– dilarP. i prob!Pm~ e le YÌP, de11·awP– nire. Yot, Sforza. avete a un cerlo momenlo rinunoiato a QUf'! primo iper iu~!'!o o:econdo;ma noi fappia- ~~;rae ~ 1 el~~\~~n°ir~i.r:~t~u~~~tt,;~I~ Professor Wiih1un Rapparc( prcsi- ~e~!"br/d!~~~:;~~~~i 1 i~ri~ nda:lo~!~e~ dali. ecc.. <'CC., è un uomo cho per l~ sua positio.ne accademica e poli– ti.ca n1>1 due mondi non ha hi"5ogno dt adulare nessuno: è un diplomati– co perfelto, oltrcehè uno studioso ~rs~1 ~o.ea ~T:, 00 1bn~~?riln;,e,nia~l1~; ~of 1 !o~~rodii~ii,~~f{:r~oe~{~1f:J'J> 0 u?~ ffoiale e coi delegati, più o meno fosci<::li, del go\·erno fascista alla Società delle :\'azioni. Se ha detto cose che possono dilspiacere al po– ~t~ticf'~~b·/uol dire pn lo me no +++ 111 domandavo. osservando la ~a– la e ascoltando Sforza: da che v.ie – ne quP.sto euccesso, veramente uni– co e irr~sistibile ? giacche.,non era .solo un successo di affluenza, che 1-1 spieg-herebbe con la curiosilà; mai ·ho sentilo un uditorjo cosi' eccezio– nale, d~cui quasi ogni m1>mbroè u– na personalità nel mondo iM.cma- ~~~a~enlbde1~~. s~~i~ 6oi:~\~tft~i~~I~ l'oratore e dai suoi argomenti fin quas~ a intuire ogni suo pensiero e ogn~sua allusione al primo accenno. Qualità personali dell'uomo? sen– za dubbio, e di quelle dhe uno non si puo' dare. Eppure non è « orato– re n. almeno nel senso latino della parola - se mai, nel modo anglosas– sone - eppure parla il francese da !rieo~teil 1 ~11Ji~~~hrn c~1fsc:rr,,.r~;~n~g~ cerca di :i.ppari!re queifo che non è, nò di straJ}'Pari>un diploma di in– segnamento per scuole complemen- 1 ari. Discorre, come in una coo\·er– sazione tra persone colte, con ceri f' xa~~el~~ ;~!ll~i cii:e~~~ ~~;er~~i::: bile interlocutore; accenna, racconta un aneddoto. rievoca un ricordo, a'b- ~~~~:s~n~ic~a!i8:;~~• fgp~! ~? sC!: glio », ripete: « ma in Iondo gli uo– mini non sono mai tanto cattivi oè t.i.nlo furbi quanto si crede 11, quan– do vuol fare una critica grave dice : a lo ha fatto per innocenza ,i, non nomina mai le persone che non me– ritano di cs.<:f'renominate, fa J"elo– gio della tolleranza, aggiunge che, come .nimmum jua, .s"umma injuria. cosi' spesso l'ecceS!o dell'ordine è il peggiore dei! dl60t"dini. Buon senso, scherzo, am8'bile scetticismo, fram– me1rtarietà.; ebbene, più parla e pi'ù gli uomini sentono che sollo questa apparente, gradevole leggerezta Y!– bra una vita jnterfOre profonda, ar– de una fede inestinguib~(', si na– sconde una conoscenza rara della: -storia ':l degli uomini, una visitmr. nella organica precisa rlei prob1r-mil d'oggi, una te:s1 Iungumentc matu– rata; sollo la posa - ma non è posa - del ragaztacclo senza cattiveria che si dl\"erte a prendere in giro ~è ete,,so e gli allr', un caraltere di ferro. +++ Co<-i' dr,l!e "Ile idee; qua!i in nf'!- 6Un punto delle roe ciuque lezioni, salvo in due o tre fraal conclusi\"e, egli ha accennato a formulare una tesi, meno che meno un programma. Jnvoce la tesil il programma o al– mooo la previ!>ionec·è. Ognuno che lo abbia ascoltato attentamente è in ~ado di foi·mularl!. perchè cgi ha al~~t<;.i~!d\~1~~~~er~ri~.~}a\\l::Jta~j ciascuno .senza mai enunciarla. Ec– cola in due parole. La Chiesa, in profonda decadenza spirituale e in- in Inghilterra o in Germania reste– rebbe a un li\'ello più basrn. Xci variopklto corso della sua vi– la poli1ica vi sono pochi (ralli con– linuL Il suo nazionalismo a olll'an- Ì~pcehr1af!. isroirraal!~t~:.·~a &~to;~ ,rande ltali:tl, che potrà cogliere l'occasione di: allargare il suo terri– torio. Probabilmente spera ancora di rinnel(ere un giorno la Dalmazia e l'Albania;. spera in un impero colo– niale. Perc10' è un cattivo Europeo. :\°on r~onosce alcun diritto ai· sud– diti non ilaliani di razza, finchè non abbiano rinuncialo olle loro tradi– zioni e alla loro lingua. Odia i1 u malsano internazionalismo ", ed è ~~i: ~W 1 ~~a~~1t~i 1 tr~eR!~~~c I~~ i popoli n; accetta la Società delle XazionB solo In quanto vi è obbli– galo. E la .sua Italia non ha da es– sere una comunità di uomini liberi, non deve andare per la slrada che i più sceglierebbero, ma deve e«sere soggetta, anima e corpo, allo Staio onnipolente. L·indi\"i'duo non conta; non c'è posto per le varie tendenze e aspirazioni di una comunità demo– cratica. Il roverno, che In ultima a– nali:si significa :Uu».:olinistesso, de– ve dominare o:;ni pensiero, ogni pa– rola, ogni allo; e quelli che non ,·o– gllono a~cettare la sua autocrA1.i1. devono rinunciare ai loro <lirillti di cittadini. L'ipotesi che P'.;\i ste,,o po~.!'aerrare sembra 00:1 arrat!::lar– glisi neppure alla mente, e 11 ma 4PIJettua!e oel ,;ecolc,XL\: {\"ed~ Gre– gorio X\"! r Pio IX; a\"eqi. trovato, nella perdi! a r!f'I poler~ li:tmporale e nella pa1;ee libP,rtà autentiche as– siruralP.lP ~Pnz~chi'as~o e ppnza for– muli! dalrltalia I ibPrale. una silua– zionr, fa,·ort'\·ofi.-.5ima :i.Ila rmascita òf'I ."'110 p:-eati:?fo •pirituale e mter– n..won;i!P. Ci vorna tutta rinnocen– ,a di chi ha <.fi'pulatogli accordi d':ll 10Zll, da una parti' e. dall'altra, pPr riapri're o piull~lo pPr creare una « q-uestion,. romana ,. che prima non c·era m,i,isl~a v1>ramente,e eh~ ora e·~. ro è gra\·e. Dio \"oglia che il po– polo ilaliano non ~t la::1ciLrascinaTe un giorno dal desMcrio di far pa– ;?arf' caro alla ChiPc:;aque<:tosuo P,r– rorP. <li cui ~nno rr,~ponsat,ili le cor– renti antili'berali e antimoderniste IOl'll:'llr> in au2'e dopo BPncdetto AV. La 1olleran1.a è la caratteristica del– le ci,•illà politiche sttperiori. augu– riamoci eh~ l'Hai'a s:appia r1tro\"ar– la e non più. pe1-derla. +++ ~la r"è nel «ucce.s:~o iii Carlo Sfor-, za a GineHa - ambienle sintoma– tico quanl'allro mai _ una ragione che -trascoode !"uomo.per quanto ec– cezionale; rairionP che locca !°Pc,:en– za ~e!sa. della causa italiana e il ~~i1o~a1r;·ere~hdiv!~~:!\~~1ror~~l~'!!: cau.<:auniver.sale. William Ral)pard ha adombrato ;inche questa ragione, dicendo con nobile semplicità : " la ragione del w)<:lroi;ucce2'so, P. di quello dei vo- ~~i;~c~e!;::s~ 0 1(:s!~;al~h1•1~~ Ha, f' più ancora la Libertà; racco– gliendoci intorno a voi, sappi:amo di poter In qualche modo manifestare questo [!ostro duplice amore "· Du– ,plice, e per noi indl.~:solubile. Perchè, ogg~ la cama dell'Italia è la causa della Libertà nel mondo, a\"vicne appunto che noil esuli tro- ~~ma~zia /;~~~J~ ~~ ~~~1n~ibit ~~~i ,~~tg~/~~e;r~f~~hri ~~r~s:~ \"eri e incerti del pane di domani, <:iamo ricchi di un leforo di tede e d'idee di cui gli altril ci chiedono e f~°n° ti~~:na;t~iarreòv!i~r~i~e~i danaro per i suo~ grossi bilanci, noi t~ 0 ;\t~~u~iJ~Pf~~t! 0 in:sl~n}bJ! 0 di credito che è la fiducia, in molli la. certezza, del oostro avvenire; noi~ sconf~sati dalla Patria ufficiale, te– niamo alto tra i popoli, noi soli, il nome italiano. Tutti oggìT, m Europa e nel mon-. do, soffrono J?iù o meno di un oscu– ramooio dell"1deadi Liberlà e di una crisi delle libere iétiluzioni che m~ naccila tulta la nostra civiltà; ma in noi italiani la co«cienza dii quesla crisi è più profonda, I& volontà di liberazione è più forte e più deci– sa: ~ nostri! eroi e i nostri martiri, da Matteotti a De Bosis, dal più il– luslre confinato al più oscuro pri- t~~I~)~, ~g~ga~r~tioi ~ali ~~~~~ia~1 fotta l'umanitit Jjbera. E per ques1o anche il nostro pensiero e i nostri pensatori aoquislano un valore uni– ver38le, per cui coloro che in appa- ~j~;~o 6 ~iZ, i ~1~ti i~~~~~ffi~~~.i i maestri di coloro ohe pensano e lottano per un avveni'I'e migliore. Xon c·è in questo momenlo - P.Bre un assurdo, ma è giustizia e verità e qui' a Ginevra si sente e si sentirà $empre meglio - pensiero politico E~~\!:1~~ft~~~;i:r~n ifili~ 0 ng~nira8!~ no, dico, e non fascista, come non ~~èe '~~(~~~!!~: f~ù rgw~ /h~i!i~ talìa. Se gli stranieri ci ucollano - giac– chè il miracolo di Sforza lo compie più mdde.slamente ma quotidiana– meute quasi ogfluno de noi - è per– ché, ammaestrati da una drammatica cspcri!enza, forti dcli& nostra co– €Cienza, illuminali da una grande :d~~bgi~ciÌIv1~(i, 1 ':~fr!~~fl.i lese::.: veri, abbiamo qualche cosa da dire. ARMANDO ZANEITn 1A beUa corrlspOfllkn:.a dl A. Zanetli., che Illustra vividamente cot sucu,ao at Carlo Sfor:.a a Ginevra U succtuo dtlta causa Ualklntt, porta un cotflcUla. Carlo Sfor::<znon è solo t.Ol coaftrtn:lerc. E' u,w scrittore dt lena lmparegglabllt, t cul libri volano Il mondo tradotti In tutte le lingue colle. Al Bàl!s6eurs di, l'Europe nomclJo ha fatto U!Julre In. que,tl olam, un COltmlt dl Clii Il tUalo dk11 a.,.sal: Dictateurs et Dlctatures{Pa– ri,, Galllmard), deve passa In rM&e!JM definendoli nel loro tralll dif{erenzlaU I governi dl flUcl&mo. L'l.1plrazlonc t srm,:,rc animala dall'ard.ort combautvo per fil tiberta e Il metodo ~ quello stttso che descrive Zanelli•: la cldart:Z'l, l'a– neddoto, la conflden:a moraace cht til.. vlflca, muml11a, t fa della lttlura una dcll:la. !A Libertà st deve dL tornarci ,u. Il lottare eleva l'uomo, an.. che quando la battaglia è aenza vittoria, e aolo è •pre– gevole chi rifiuta la lotta e ai dà vinto prima di batterai. ~IANTEGAZZA autobiografia non è che una ma!i'n- ~~~: 1 ~ 8 cf15t 0 e 5 ~flog: ~~ll:e b~t~~:o.~; morta uniformità, alla quale eglì mi– ra deve essere raggiunta pe~ forza. Egli condivide la doltrina comuni– sta secondo la quale spetta a ooa mi– noram:a l'imporre la rivoluzione so– ciale a una nazione cbe noo la vuo– l~. Gli piacerebbe un'obbedi<enza ;fso:A!r~an~a·si!in~g;,ili~fo u_neta~: benissimo di non a,·cr1o raggiunto - eg-li confida soltanto nella forz3. « La violenza - dice _ è per me per– fettamente morale, più morale eh~ il co:npromesso o l'accomodamento." Per qualche me:e il fascismo noh fece alcun progres..so. A parte altre ragioni", il suo alt~iamento di fron- ~el~~ael~f~~f 8!~ ~1be~~";~a~aa~~; un solo posto alla Camera, e nella provitncia di :.lllano ~lussolinl rac– colse 5.000 ,·oli su quasi 350.000 vo– tanti. La sua fiducia nelle masse Ita– liane. che non era mai stata molto ~randi:?,si ridusse al minimo, e nel- ~:ft 1 e«~~b'i! 0 sc1~s~ea~elb~~:h~~r; lo Slalo soc~li~ta; d'ora in poi a– Vl'O' soll.anto l'assurda ma senÌ.prc cons~latricc religione dell'anarchia"· Per 11momento la funzione rivolu., zionaria c1-a passala aeli cstremi!'ti ~uoi 1·i\'ali, a~ comunisti, che riee– ve,·ano ordini da '.\losca. {contiftua)

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