la Libertà - anno III - n. 45 - 10 novembre 1929

ANNO 3 - N" 45 Un Numero , 0.40 No ; il trono non si acquista P!! d,iritt'? ereditario, gridava gta I Arcivescovo Adalbéron in risposta alle pretese dell'ul'. timo discendente di Carlo Magno. HENRY DE JUVE1"'EL P: Revue des Vivants "· la Li ertà « Tatte le oolteche nella mecca– nica socialesi giangea qaello che i fisici chiamQJJo il panto morto, à oaolelo spintonedella violenza per mandareavantisia gli individui, sia il popolo.» )IUSSOLThl GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA Discorso ai mutilali del 3 no,·. i929 OlDL'iJ.110 ABBONAMENTI } ~~: ::: ::::::::::::::::: ~~ ::: l ESTERO : IL DOPPIO S05TOOT0" 50 fr. 25 fr. DELIR,IO Che succede, dunque ? Che ripercus– sione ha avuto l'innocente sparo della ri– ·voltella di De Rosa nella coscienza pen– sosa del mondo e nel cuore torvo dei ti– ranni d'Italia? Si direbbe che il Destino precipita i suoi passi. TI duce delira di furore. E, delirando, si mostra intero al– l'aUonito giudizio del mondo. E' il ter– rore che \·uolc terroriz1.are. Ecco il lcr:;o tempo, che è uguale al secondo, come il secondo era. uguale al primo. Il manga– nello, il pugnale tra i denti, i fucili le– vati della. mal fida milizia, le mitraglia– trici, le sentenze giustiziere del Tribu– nale .Speciale .. E poi il richiamo alla guerra : estremo diversivo per spegne– re nella strage del popolo d'.Ilalia l'op– posizione sorda, implacabile, invinci– bile di lutto il popolo d'Italia. Il Duce si rifà. a11a considerazione della guerra vittoriosa per denunziare ed esecrare - ora, dopo tanta vittoria - le resisten– ze del relrofronte. E' l'ossessione che si svela. L'idea fissa che si scopre. La guer– ra per soffocare l'antifascismo che tulle le reazioJÙ più feroci non riescono a do- patatrac. Come l'idea fascista non esi– ste, come Pidea fascista non è che la ebbrezza e il furore della mangianza, cosi non esiste un partito che difenda un'idea che non c'è ; resta lo sfrutta– mento più serralo e imperativo di una organizzazione eretta a fare la guardia ai capi che gozzovigliano al banchetto, do\·e si sen·e il corpo della nazione in tutte le portate. Cosi la riforma del par– tito entra nel quadro delle estreme di– sposizioni di chi si sente fo arliculo mortis; di chi diffida dei propri parti– giani e schcrani, fra cui sente diffon– desi la .stanchezza, il fastidio, la mor– morazione, e di cui già paventa il tra– dimento, e che bisogna comprimere im– periosamente dall'alto con nuovi strin– gimenti di vite che ne paralizzino ogni autonomia di movimento. Che quadro di tenebra ! Sarebbe ter– rificante se non si pensasse che l'ora più buia della notte è quella che pre– cede l'aurora. minare, cui danno anzi alimento e ispi- Dopo Bruxelles razione ; la guerra, non senza però il dubbio tremendo di una spaventevole duplice disfatta, al fronte esterno ed al fronte interno. Sono questi i pensieri che gli suggerisce la commemorazione deUa \ittoria che integra la commemo– razione dell'annuale della conquista. Al centro di quesli pensieri sfa la conservazione unica di sè e del suo di– spotismo e il presa,t?io ossessionante della. rovina irreparabile. Dai colloqui con sir Erick Drummond, :;cgretario generale della Società deJla :\'azioni, e– gli non è u~cito che. per deridere la pa– ce e l'organizzazione tlcmocratica del mondo, argomentando dai non ancora dimes:.i grandi armamenli. Egli è che JJella ~ua menle forsennata egli Ya ::i– ::.lcmando il tcr~o lcmpo dentro e la sul:'rra fuori dei confini, come l'estremo scampo - lo scampo dc-Iladisperazione. AJlora, tutto si coordina :- Pisolamen– to in cui lo lascia il triangolo Parigi, Berlino e Londra i il rifiuto di nuoYi cre– dili dell'America; il cre~ccrc e- rcsa– spcrar;,i dcUa erbi economica, la ribel– Jionc delle eo.-:,c pronuba della- l'ibellione delle pot•~nc, l 1au mcrttato prestigio dcl- 11lntifastismo a.ll .'c~t~o. il ringa:,-liar– dtrt:i tttfti,so ù CU1 antifaieismo all'inter– no. il ~en~o gigant eggiante dctranacro– ni!:mo fas-ci: :to.in una En.ropa dove la democrazia ri prend e e pensa aiumetlcre il cordone sanitario Ira ~è e le dittature traballanli ria ~Iadrid a Kowno ; inflnr. fo rottura dell'incanlo menzognero del– la poteuza (kl fascismo, che pullula. ueHe ironie beffarde, con cui la stes::a più autore\·olc stampa consen:atricc ac– coglie gli scoppi di ira e di rnihacce fu– ribonde del duce ::;pauracchio alle genli. Come, come rispondere ; come ripa– rare? t·n ce1:..·ellopadrone di ::C non e:-iterebbe. l'na nra mento di uomo di Stato, pur tagliato all'antica. come un Jlichelieu, non a\Tebbe un duLbio : :\lac– d1ina1·e la riconciliazione, tentare una ofiensi,~a pac'ifisla e libetale per addor– mentare o di,nrmnre il nemico. Per grande forluna dcll'antifasti:-:mo, il Du– ce non è nè un uomo di Slato nè un cervello padrone di ~è. :'.Ie~~o:::ipce morbo::a megalomania ai centro del mondo nun ha aYulo un'iden - una so– la - che a,·e::~e per obbictti\·o la sua patria e il mondo. Tutti i suoi pro\·\·e– dimenli non souo stati diretti che \id assicurare a lui ed ai suoi complici le gioie del potere, per sfogo del proprio sadismo dispotico. Perciò, perciò, nep– pure sotto il terrore del precipitante de– stino, aon può mutarsi. Dalla sua men– te non possono uscire altre immagini che le consuete di violenza, di coerci– zione, di tortura, di assassinio, di mor– te. L'unico rimedio che gli riesce di ve– « Se fossi belga,assolverei " dere in tutte le difficoltà è di aumentare Emi lo Kahn, ne I.a I.um.ièrc: "·": Bru– la dose. come avviene all'cbro cronico, l:elles, in una .piazza pubblic~, un g1ov3:ne al cocainomane inveterato e condanna- italiano ha tiralo, senza colpire. sul p!'m– to. Bisogna leggere, lradurre, diffondere, cìpe di Piemonte, ereditario della corona spiegare sotto gli occhi dell'unh·ersalc d'i~~~io Fernando Dc Rosa..b~slonat~ dal– quelle illuslrazioni che il fido grande la polizia belga, si meravigliava d1 ~~n sbirro e maestro di tecnica torturalrice, essere stato ucciso. Giudicava la polma il ministro Rocco fa pubblicare a com- ~~aè ~t~~l~n~~ia,p::i~1~t~~11 jd~1~a ;:n~i! mento del codice penate. Come saranno f note, H mondo si chiederà se la follia raE;ir'~\·eva fall':) il. ~acr\ficio della sua del Sonio Ufficio ha diritto di vi\·ere al- ~~ 0Seg~efc~n~ltt'èd'~~\~imc:lo;ir~b~~~ Jorchè prelcnde_propaginarsi fino a cal: spirito nobile. Egli è cr,..sciulo fr~ le a_tro– pestare la sonanit~ legale degli. Sla!t cila Jel fascismo. Ricco. ha lasc1ato.I !l?-– ch·ili? Sta bene « rn casa propria• 11 lia, questa galera. per conoscere I C5)ll~. rovesciamento di lutti i sentimenti e :rb~~1~r~: ~eW·al/1~~1::lo c;~?i1~~ao_a~la Viri~ di tutte le idee della com·i\·cnza umana, S'inS?"annava?• Per noi cittadini liberi d1 dei rapporti tra i singoli e lo Stato, che un pac,•~ libero. qualunque esistenza è hanno segnalo il progresso de_lla urna- sacra. )la lui dov,. ;-,~·cvapolu!n apJ)ren– niFL ){a invadere il territorio politico dere il ri;apetto<lellavita umnna?" altrui con l'organizzazione spionislico- P~fm;od~ot~irl~~!,.:~e;"ìi;~\~W1 .. 0 o:! i 0 ;: inquisitorinle che quel ro\·es_ci_~ento viven n Parigi. Prete:,to buono. ~er la comoorta ecco ciò che apparira mtol- stampa fa<:ci,-ta. serva scatenala. ali~ 1m·et– lerabile ; demente. th·e ce)ltro In Frane:ia.. La Francia oifre Bisogna ugualmente leggere, tradur- fn 1~~~l~i~~owort\~:o: ~~~t~e~~z~, ~ioli;~~ re, diffondere, spiégare la nuo\·a - che giornali : pro\·ocazione ! Per 11 Gto_rnalc non è nU0\'8, se non per la folle teme- i:~fl'°(latl~nGltnc~! ~la dfcotiir~~c\t;I~;~ rarietà della proclamazi?ne uffl~iale -:"" _ et rifiuta le garanzie rnri1spen,.ab1h- organizzazione del partito fascista ;. il intendete. la con;;ezna dei r1fugwt1 a1 Jo– quale, se forse non fu mai u!1 ~~rhlo, ro boia_ \UOl dire che la Francia cerca e da assai tempo c~rto non lo e pt~•·;;~r~ la <f1e~fa·scalenamenlo tradisce un furore per la prima y~Jta e solenn~me~le ~I- e co:,iue;z~o che la nostra ~~mpa di ~~-stra, malo come un 31tra· orgamzzaz1on~ del anch~~::a. s"indigrrn. : • ::,._01 non po~~iamo \·erno terrorista, per assicurare ai_~o_- _ o:,sen·::i r~c:,'! dc Par1s -:- ca'!1b13:r~ i: ~~i capi de_lbriganta~gio la escl~Sl\'tla n~~\r~d~v;~~~~~1 tne: :~;v~:ri~~~àç~ 1 ;~ '!!- delle spoghe d~l Pae:::~ sacc~egg1~l~ e I vera come quella di cui te popolaz,om del dila idalo la.sciando a1 molh, agli in- regno fanno Ja pro\•a. • p · d~lla plebe fascista la voluttà , Tultavia state attenti! _Que5ta bella ~~~aggio e i-[iSCbi del non lontano resistenza non'd9J!laodacbe d1cedere. D Il (LA LIBERTE) =========c=======================-:1 PARIGI 10 NOVEMBRE 1929 Il DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE I 03, Faubourg Saint-Denis- PARIS (I 0') - 7 elefono .- 'Pro"<ne< 96-98 IL GIORNALE SI PUBBLICA LA DOMENICA Quesl: 1 :.:: c:r~~:ii:.::ii e goo- 'Sotto il segnodellapiùcompiuta felicità L'impotenza dei rassegnati fia di futuri. Popolo d'Italia del 29 ottobre. Re Yittorio consegnò la bandiera d'Italia a tanto vessillifero cbe la porterà ... alle (Da nostri corrispondenti dall'Italia) stelle. Discorso d,:.I qu:idrumviro De Yecchi, 28 ottobre. L'Italia per quattro volte ha potuto guardare alle stelle di fronte a tolti i po– poli del mondo; per la quinta \·cita, duce Benito )lussolini, noi potremo guardare alle stelle. Id. id. Un attentato contro il "duce" 7 Da parecchie fonti abbiamo ricevute no– tizie di un attentato compiuto contro il " duce n. Pubblichiamo le tre versioni pervenuteci da tre diverse città : Con lui andremo oltre le stelle. Id. id. )fJL.-~so.- :-.egli ambienti fascisti si narra con insistenza che nei primi giorni di ottobre si è a\·uto un nuovo allentato E questa che non può toccare che il re: contro )Iussoiini. Coslui erasi recalo in "Gli avversari devono arrendersi all'e- automobile, con due altre persone. agli sca– videnza dei fatti, come si arresero per vi di Ostia. ::\"elmomento in cui discendeva vrllà nell'ollobre del ·22. » ,.dalla vettura. furono Lirati nella sua dire– Ga;:.etta del Popolo, 29 ottobre. zione due colpi di rivollella, che non lo Il giro delle mitragliatrici DallDngheria mandano mitragliatrici al– le Heimwehren. ovvero ai fascisti austria– ci. J/a alL'Gnghcria - avvero ai fascisti ungheresi - le mitragliatrici ve11uonofor– nite da altri fascisti. Dal fascis-m.o italiano. Come De Rosa fu trattato dalla polizia colpirono. Solo una delle persone che lo accompazna\·ano rimase leggermente ferita in una gamba. Lo sparatore fu identificato: è un capi– tano della milizia - recentemente punito - originario della provincia di Terni. ::\"enaserata il maldestro sparatore fu ~~~Ì!'.zialo nei pre:=asidell'.\cro-Parco di +++ La seconda versione proviene da To– rino: .\Jala tempora currunt per il « Trucio 11. Sabato 12 corrente, mentre con la solita scorta dì polizia egli si recava ad Ostia, fiunta la macchina in P.rossimità di Borgo Acilia, due colpi di fucile echeggiavano al– l'improv,·iso di dietro ad una siope e due proiellili si abbattevano sull'automobile scoperta sulla quale si trovavano commis- ~!~t~~ ~fep~iilTI.o u;rg~~N1~r~;roar~~-~a a ;!h 0 à i cristalli infranzibili dell'automobile del "duce». Poicbè il più profondo segrelo è stato mantenulo intornc a questo nuovo attentato, non si può precisare che cosa av– venne dopo di esso. Sta dì fatto che a qual– che giorno di distanza l'agenle è morto ~ che I~ polizia in unione col coma.m.1~e1 carabmicri ha s,·ollo e ~rnli~ terr1b1h m– da~ini lun20 lulto lo ::lradone che unisce RoÌna col lllare, operando arrPsli in ma~;;a nei vari baraccamenti occupali dagli op"– rai addetti ai lavori di boniflra e a quelli tli>lle :-lrade. Questi operai .-:onoin mag– ,..inr parte J'OOlll-!:OOli e ~Pmono nella più ~era miseria. I rag:aai manovali percepi– scono rlil"'cil:r<' per ~,.1tin1_ana ! Quanlunqu" la notizia :::i~ c.tala circon– dal;1da un impenetrabile rberbo. e,-::acir– cok! allegramente in tul!i i diz.eor;,ie non c'è italiano che ormai non la cono5'l'a,co– me non manca il rilievo eh~ il "Trucio » ha rinunciato ad in~erire. .sulla base •di cs– ,;a la solita :-pecula;donc.SPgriodei tempi ! L'aria è cambiata ! La terza versione da Roma YP1·.~o la nw!à t.lì f!llo!Jrp• ri gi 11n,;ein rornm :-inll'l ic:1 l a no ti ti a di un a 'tlPnl:i.lo a ;1ftJ:<::-olini._ .\bbier_m, .or.i r\r~\ u_ toparti– tolari ta!nv·ulf' prr,('i-.;.J rhe 11os,-1amo ga– i·antire la nutiida. h:co la cr..,nac-u: n 10 ottobn•. mPnti·,, il rortPo d,•ill' au– tomobili pre,idc•uziali 1,H-.--arn ,-ulJa ro– tabili: Jtoma-U.~ 1 ia rurono •parali due col- 1Ji ,lì fuci/•' ron!ro la ,-p1·01hla .H'llura che ocrhnal'iamN1t1• pu!'ia .\lu,--olirn. YiCt>\"l'r:-a qu.:-Ila ~--:·a il J>11n• '"1'lll\,1 nPl!a h:rza ...-,-uur:.i. f! n('J]a ,-••Mnda --1 trm·a\·ano m– \·,~r,· Giunta. la. n10,zlic,t.:hrn\·oJino,, un'– altra. ,,.Lmot·a. t·u primo rolpn cont!'O il motorr arre,-to' di botto la marchina; il .::Pcondocolpi' di ~iri•rin la -1l!110ra Giun– ta. I pa~::r-J?ZPl'i ~i bullarnno a IP.rra. I :iratori. v'~~u eh,. 11011 -i trattava <li .\lus– <anlini. l'f>.~~aro1:o il fuoco r ri11•drono, 110- no~tanll' J,- .iah·i:-:-;im"rir,.rch,• ~11b1to ini– ziati:'. a fa:• JJCrd"r'l'IP loro lr:trrr. S°'•ila nnltf' '"i fur_{)llt) a O.•tia e dinl~rni circa ;W0 arrf'.~!L Fra ,zli nrrPslati n •Ollf> un <·arabinirN> e dur mil!li dtll:1 ~lc1_1rcaa •.Xazionalf'.::::'!mbrache 11proirllil,. •la del ralibro uc-nalo nlh~ al'mi che porlano ca– rabinini r milizi:1. li fatto ha 1,.H,.ralrncn!,..~ron\'ollo)[u;– so\iai, il quali• ~i i: rr••o ('nnfn che ,,,f> fo.:,•" staio n,•lla -,•cowla urne-china non ~a,'l'bÌJ•! -orlifo Yi\"O daffimbo,;cata. Il ùi . .:,•rw•of11!·io~n J,-nuto alla militia ncl– l'anni\"er;aar:o ct;,IJa mru:,·ia ::ili Homa e che molti hanno ritenuto fo;::~e dornlo :alla notizia dell'attentato di Bruxelles è do– vuto vireversa a que~to nuovo ammoni– mento del malconlenlo generale. I gravissimi d sordini Sulmona Da parecchio tempo covava tra i conla– dini di Sulmona e paesi circostanti un fortissimo malumore contro il fisco e l'amministrazione comunale. A questo mo- ~~~-~l~-~~~0 ~1!~:c~g!;i~~/~tieu~ripl:ce"~~ zona. La città. che è uno dei più impor– tanti centri dell'Abruzzo, era amministrala da un commissario straordinario che si era distinto per la suo odiosa fiscalità. I con– tadini che scendono numerosi prr il mer– cato settimanale, decisi a far ce~,:arc una buona \·olla le angherie e i balzelli ai quali de,·ono sotlostare si concer_taronoe decisero di dare una solenne lezione al)e autorità. Il giorno del mercato, anzichè entrare in città dalle tre porte esistenti, si amma~~arono al limitare dell'abitalo, con grande mera\:i;!'lia dei dazieri che peraltro non riu;:c1rono ad ollPnere spc– f;.!Zione. Imµron-isamf>nte, quando ormai la mas~a s1 era fatta co~pirua, le tre porle furono conlemporan1>amenle supe– rate di corsa e il municipio venne preso ct·assalto tra ~rii, imprecazione e col~i di pistola e infme messo a ~acco. Il com- ---- - .. ---- - .----· - ------ ----- --- -- ---·- - -· .. -- --- - .. Per la Concentrazione Apriamo ancora una sottoscrizione straordinaria. Agli impegni consueti dell3 lotta. altri. urgenti e nuovi se ne aggiungono. in dipendenz.:i delle emer• genze della lotta stessa. Si traila più che mai di affermare b solidarietà nel• la causa dell"antifasci.smo e coi suoi pio• r:ieri, la più eanta e la più nobile delle solidarietà. Davanti a noi sta l'immagine dei no• stri martiri, la visione dei generosi per• ~"'1.!itati che dobbiamo assistere nella loro difesa giud.iziaria. Chi non sente questo do..-ere ? Esso è cosi' fore-amente intui10 che concorsi volenterosi si vcn• gono offrendo .e che non aspeuano che un appelJo e una direzione. Vora è grande per- l'antifascismo. 11 <1 duce» Io sente ed impazza di minac– cie ed.i nuo\·i feroci stringimenti di fre– ni. Biso!?Ila essere su.1fesempio dei rn.i• gliori p;onti ai maggiori sacrifizi. ~oi non facciamo appe1Io che alle borse. Pensiamo a quelli che nella battaglia hanno mostrato di saper gettare in oJo. causto tutta la loro vita. Quale antifa~ista resisterà a questo appello? mis.:ario straordinario e il segretario po– litico del fascio, che erano nel palazzo, si salvarono a stento per la via dei lelt L ::\"aluralmente fu ordinala la mobilila- ~~nii d:l~~o:il~~l~ap~Ì!o~er~urr~v~I~~ ~~; generale. Intanto j due fuggiaschi arrh·a– no a Roma dove rice\·ono ordine cateiori– co di ritornare a Sulmona. I due pero' avevano visto abbastanza e si rifiutano. ~~ur~si~li~!p~lt~[; J~D~is;~n~~l :&Yf.1e n~ia~ do l'aspello minacciosi della città, dopo aver mandalo lo chauffeur ad assumere informazioni sulla situazione gli da or– dine di voltare la macchina e di rigua– dagnare Roma. Nuovi particolari sui fatti di Sulmona La situazione è stazionaria. La città è in stato d'assedio. Recarli di carabinieri e deffesercìto la cusL0discono. :'Ifa di fa– scisti nessuno ne vuole più sapere. I contadini di Sulmona e pae:=ai circostanti persistono da ormai 23 giorni nello scio– pero. La massa è sempre compattissima e non accenna a stancarsi. I prodotti agri– coli marciscono in campagna. ma i con– tadini sono decisi a non cedere. La (-l'OC– cia che fece Jraboccare il Yaso fu la islitulzione di un nuovo balzello sugli erbaggi e sulle uova. La popolazione si ò sollevala come un sol uomo e, rafforzata dagli abitanti dei paesi limitrofi che era– no scesi al mercato. si rovescio' urlando per le piazze e per le strade. Oratori im– provvisati sono sori i qua e là. e uno di questi. ba tenuto un dbcorso violentissi– mo dichiarando che l"ora di finirla era venuta e rhe bisognava spazzar via i la– dri (le.z~i fasrL;;W. LF> rarilf,. delle guar– f.iP Jazia:-ie son., <;l:ilP:\"';a1•Hale inccn– di::ile: il Comunf' sal'c-he,zµ:iato e il Com– mi.~EaT'iO - <'l'Si' aln,,.no. di,'0110 I~ ultime nolizi,. - bastonalo a. ~e.n,zuc.t·n Com– mi.c.sarioJlrciettizio inviato d:i .\quila in vista appunlo d<'!la applicazione cf,.i nuo– Yi dazi ha ratto a !empo fuggire ma, rin– venuto in una c:1~a1~ di ~ampagna. è ::tato pure doll'."n!Nnc>nt p,:,:-co~~o. La :-ommo.<::– sa è durala alr-une nre con un crc.~rr,n,Jo di inten.:-ifà. I unr-hi mili!i del luo.:w, fe<lrli alla lrndizìone. ~r- la ::-0110 ùal;.1 a j?ambe: e i fas.dsti i'f' n,• ;aono!'!ali l°l':!"0- larm,.nlc lappali in ca;a:1.Gli ar:-,•-ti .:-n– no ,,,!a!i numprn;;i<::":mie I,:, misurf' di polizia sono enormi. L'az::azion,. ronl,o la f;<:~:ililitr>,.r,.·:-:i– va e i· •opru::-i o,,! 1,:, inron!rol!::le :1:wni– ni~ll'aziòne fa.::ri:-te ::-i è (':<'.P•·:i a 111:: i !:\ fJ1i\i'!;~~~~a~~~i\~i1r~trci7l:. 1 ~~i;~ii:;Ì;' 1 i:: 1·;,~ Pi,i__ù l;ll\;:e1~-~\-cf ~~~'.li f~;na:~~-~~~~~ i'.~l'~i;r- i tenlato di. JH)>~f'tl1>re a r,,qui,,j,:ioni Hl"'llr? _ca.1r,1>11eml". ma il cnnl~o J1•i C'l):lt111inl h ita!,.o .1:uJl. c'ttè l!r aulo;:11aham!o ~,rcCc– rito rinuncint·\·L r con'tadini hanno n:•,-..;o innHre la rlf'l\– bera1.101wdi n~n pa°gare i fitti aµ,ri,oli. Gi'an• dPlibnazaonf' rhl' m~tlc i p1·aprie– lari nPl!a impo•sibililà di pa!:arr le l:,~>'i:t. :,:,.rnhm ehP :rnrhf' in Caìal,rh il ma!– ronl•·•~tn ~ia \i\"i .. -inw. I.a tti:ii ,·ink,la e nlPn1·ia è tale da. pro\oear~ forti ap– pren~ioui. .\ '.\lc:; ~ina.do \·(' purf' la ~iluatio11l' d1>\l.i ck-'.~P la Y,n-Hl rice n..,n ì· li1•la. ::i ,cono a\·ute di recente parPcchi,. m1111ifl'•IM:io11i rc:ntrari,i :1! fa,:ri"'mo. '.'°f'!Cli ullimi giorni di ollobrP un bPI mattino ii .~unoLrrn·ali imh:·allali ,li _..;/,•re,, t11lli i fa~ci lii/ori chi> fanno brulla mo"lra ,-u/lr• fae<'ial,:, fiç,;zli ~difici pubhliri. D11poc1ualrh1> µ-io:·– no un conmmc-ato Jt'I fa,t'i() a-.,-frm·a,·a lu cifladinam:a rhe. ùalle anali:-i chimiche compiute. rhulla.n t:he loste!'c0 era ... ve1·– niN•. I disordinidi Prezza E'un comuni' d" 3.noo abilanli che <li;;ta_ 10 km. ,la Sulmona. Da le111po~P,r– Jlf'll?l3\"a 11u \·i,·o malumor•i 1wr ranrla– m1>nln .J,-!J,• f'O,,'.' comunuli I'! P"r il siste– ma '•':~atol'in rii 11,~,-azione,<:p1>cie sui con::umr di prima nf'('f'_~si!à. E;::-endoriu– scili infrultuo:::i i tPntativi di ricor;,o, ~6~gf~a~~le 1 aa~;~~~àa 1 fas~fs~~~efie s:r~ it 19 corr., alle ore 20, la popolazione, chia– mala a raccolta contemporaneamente dal suono di tulle le campane, si è radunala minacciosamente sollo la ca;:a comunale e sollo la ca!:;ade-I segretario del fascio e delle varie autorità fasci;:te, lanciando grida non precisamente di affetto. Il portone dc-Ila casa comunale è stato incendialo, ma l'intervento delle truppe tricj::ge~!!?o 1 i~~~~s~~ri· ('~ :er::!ft~ 0 st1i; montagna. La notte sono arrivati 200 ca- d~~~ni~r~a~f a~~~~w.n~r~hgur~n~0ur-r,~ocj~ l'e,: sindaco, che il primo sindaco tasci.:,ta del comune. La conferma uffidale dei disordini d'Abruzzo Cna circolare df'l oretelto di Roma yroibi'ce ai giornali di pubblicare (\Ua- n~~l~.~r~izlizi: !~~f;ec~l~~br~~-a situazione Disordini anche a Carrara Circola in:=ai~lenle la voce che di~ordini irravi si Earcbbero ,·erificati anche a Car– rara. dove sarebbe rimasto ferito il po– destà. La nolizia merila conrcrma. La caduta della lira Una circolare secreta Per ln prima ,·olla, all;:i.Bor~a ~liPnritc_i, lunedi dopo il discor;,o d1 )lu,;:,olini : « H1- sogn3va fuci!arli lutti zii oppo.~ilori n1tl 1922•. la lira scendeva implacabilmente sollo il punto d'oro, da cui non era i::ca'-a mai dalla slab1lizzazionc i11 poi . a 132.8:i . La g-~nte ,::i guarda in faccia e si doma.nt.la: - E' wro? - SicuramPnte e non pote\"a . e<::~ere dh·er."-amentequando la circolazio– ne dei biglietti aumenta. e le riserve d'oro diminuiicOno. ..\dc~~ocorrono ai ripari, ma 30no sforzi :=aupremi. Lna circolare risen,ata è statn diramala a tutte le banche in Ilalia e a tulle le ban– che italiane all'estero per porre freno im– mediato, con tulle le se\·erità abiluali, al– l'esportazione di lire italiane, sia ~olio forma di titoli, che di denaro. )fa eh ,,J ! :Mai Yolpi hanno·da un pezzo fatta la So– cietà di 150 milioni a Bruxelles. E l'C!'O– do continua ... I fedeli amici d1 Libertà sanno che nof noa dh:/diamo il pes-.imismo ,uro elle esprime fn questo articolo Arturo lAbrlola. Crediamo clic i parlili democratici e soclallslL abùiann suf{icienle coscle11=adel pt'ricolo co-- 111uue lle rappresenta il fascismo per mostrare elf1("acemente in ogni occas1r,11e la loro solida– rletiv co1t la lQlta 011ll/asclsta. Ci rcndWmo conto delle piii grtwl resporua– ùlliliJ del aot·erni, ma i:ediamo con $Oddis/a;io– rie elle il ;ascismo i:u sempre pii.I all'isolamenlo. La esperie11:;aci ila lnse911aload essere discreti. -o- Sarcbbe assolutamente impossibile ne– gare che il senso dei do\"eri e delle respon– sabilità internazionali si sia singolarmcnlc .::.ltulilo nelle d&mocr3zie dei varii paesi. Codesta verità è evidente quando noi par– liamo delle democrazie di governo. Appena un piccolo episodio viene a lurbarc l'ordi– nario andamento delle cose, ed anche se questo « episodio » noa si riduc3 ad altro se non ad uno di quei soliti incidenli di vi– vacità e di energia che sono inseparabili dalla vila contemporanea ; le democrazie di go\·erno son pronte a. sbigoltirsi, ed a ra ... g:ionar.ccd agire secondo i desideri e i co~ mandamenti dei gruppi politici più retri– vi. Quando poi questi ephiodi, in un modo o nelrallro, si possono fare risaliro agli «stranieri». allora la causa è giudicala, e non è lecito allendersi dalle democrazie df governo nulla più e nulla meno di quello che si potrebbe aspellarsi da governi pu_, ramenle reazionari. Ma qualche cosa di somigliante avviene anche da parte di quei gruppi e di quegli elementi dei partili democr:'l.licie sociali– l'li, che non hanno ancora le re5po'n5abi– lilà cle\ potere. Di un vero e proprio sen– timento <!elle àifflcolta che nascono per la loro azione dal fatto che le istituzioni li– bere siano sopraffalle in questo o quel paese, che i partili somiglianti ai loro noh abbiano o 3iano violentemente impedili di avere la possibilità, in questi paesi della dittatura o della tirannide. di un'azione a– P' rta e pubblica ; di questo sentimento non si scorgono i sintomi. Si arriva fino - e non sempre - al ~enerico ordine del gior_, no, al voto di condanna e di deplorazione; n,a si capisce che le cose debbono resl-ar Il, • ,·h" non bisocna incomod_arsidi pl\J. E tv, :i: • ~ ,;,uii,,,.ltmo casi d'insensibilità. o li• 1,;m1 in<J;- ,,lihi!mente piU tristi. I r,:,rli'i ,!.,\!,i.. ,iNH•,e1·:izi;i e del socialismo. rh,~ ·t,,:,uo r,"'r ,.n,L,re :il potere o s'illudono 1.'hP il\ cr-,;3 ~(:a p('r far;::i, fuprvUftt.i '9A ~pi– :,,_Otli !t"iw•vit::iJznc-1 onWJlC d:\ parte di ele'." mf'nti '!'ti rnniori -eoni ro sirilbe)i o peri -on e l.!clla\·iolcJWl che sopportano i'n. ca.sa ; rl– pi"e--nnonelle comode lrincee dell e form ule tr,nlitionali P"r sr,pal't1re inesistenti re– :-pon.;:,bililà P- mo.strarsl mondi di ogni col– j"n. 11 che lnl\"fllla è vile, e lnlvolla è stu– i;ido, ma si:mpt·~ danno.sissimo per quelli ~1('_~.,.1 che co,-ì :l:.:ifcono. li ~uaio dP!le democrazie, e degli stessi pnrlil i soci ali;,ti a lti a prendere il governo, C di e~sere co.sa vecchia, che viene dalle tradizioni e dalle e.sperienze del periodo precedente alla a-uerra. Prima della .guerra la possibilità delle pacifiche conquiste e dei comodi adallamenli poteva esser - corno scn·pre - una ·sciocchezza, ma·non era an– cora un errore dimostroto. Prima della guerra sull'indole dei parliLi e delle cor– renti reazionarie si sapeva pochissimo. Le vecchie monarchie, ancora potenti, e ispi– ranti un e3empio all'unica grande repub., blica europea, rispettavano le torme e in– cutevano rispetto. I partili reazionari si rimellevano ad e.:se. )la la scena è cam– biala. Dalle rovine della vecchia impalcatu– ra pre-bellica, con la fine delle grandi mo– narchie - miseranda per trepido collaS30 quelladellamonarchia ilaliana- i partiti, gli elementi e i gruppi reazionari sono sbu– cali fuori con una virulenza e una. mali– gnità cho nessuno avrebbe sospettato. Il loro accanimento e la loro totale assenza di scrupoli desta talvolla raccapriccio, eri– vela quale orrendo accumulo di perfidia si sia operato in seno all"animo umano. Ri– durre questi fenomeni al giuochctto dei "rapporti delle elas:-i » e alla solila urea– zione borghese" dei nostri cari comuni– sti, è ricondursi all'a,,ilo d'inranzla. li feno– meno è infinitamente più radicale cd ele– mentare; e meriterebbe di tentare l'ana– lisi di qualche degno pensatore. '.\fa quello è il fatto. Chi percorre con ln mente la carta geografica delle conquiste reazionarie in Europa e nell'America cen– tro-meridionale, rimane allibito innanzi al– l'incoscienza non solo delle democrazie di governo, ma e degli stessi partiti « estre– mi " che deliziano il mondo occidentale. SI illudono c;:,;:,e d e,,-:.iche, continuando lo cose in colai modo, noi si sottrarremo a questa potente ondata di )ledio-Evo, che ntalia, destinala. daµ-li Dei all'ufficio di precorrl'T<', ha cosl paurosamente e com– piutamente iniziala? Il guaio è che la gen– te !:iÌ è filln in capo che ci sia un diritlo di– vino del vroyrr!sso. che non è nemmeno più una frnse oratoria. ,per concludere un dl– fCOr.50 stanco. I pa.e:;:iavanzano e relroce- 1lono, progrediscono e spariscono secondo che ci sono o no le condizioni per questo co.:;e.Senza una vig-i1ee accorta dife:,a del– le condizioni da cui dipende il vivere libero, gli uomini ricascano nella ser\'ilÙ dei più energici e più avidi che \'i\'ono in mezzo a loro; e fra quc;:ti uomini non esiterei a metterci di quelli che si chiamano comu– ,iisti, e sollo Ja ma;,chera del comunismo nascondono la grinta della bestia rapace. Oggi il baJb,-tllo della pace unive~ale c. della unione degli St:iti, magari interpla– netari!, riempie di giòlilo la volta del cielo. Jla il problema delle conquiste rca;ionaric degli Stati europei non ù1tcre,11a nessuna del/~ democra:,ie di governo e solo lettera-

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