la Libertà - anno III - n. 33 - 18 agosto 1929

!8 AGOSTO 1929 Il. Il regime sindacale e la forza del regime fascista < 1 l L'ultima pa.rte del libro delJ'Helll!I" è dedicato allo Stalo corporativo. 11 fasci– smo va spacciando, e i:'n molli circoli ba fallo credere, di avere crealo una. torma fondamentale di soluziono delle criticòe determinale dalla Jolla di classe. Si vuol vedere nello Stato corporativo una sintesi del pensiero nazionale e del pensiero so– cialist.a, che scioglie pacificamente la crisi dello Stato di classe. E• ciò vero ! Intanto ride!1 non ò punto orlJinale. T;n·aspinzio– ne smdacale-stalalc si è alYcrmata.in lutti i paesi in questo secolo, ed anche in Ifa– Jia, coi progetti del senatore Ruffini con la ~arta del Quarnaro di D'Annunzio: con Je 1dce esposte da Arturo Labriola e da Panunzio, che te'ntarono l'accordo tra lo Stato e il sindacalismo rivo!UZionarJo di Giorgio Sorel. E prima della guerra i na– zionalisli ilaliani sollo l'influsso di Georges jValois delinearono concetli in cui emer– geva la unione dello Stalo borghese con Ja riviviscenza dele medievali corporazioni di arU e mestieri sopra l'abolizione del parlamentarismo. Si affacciava l'idea del– lo • Stato dei produttori •. U nuovo sin– dacalismo di :Mussolini non ha nuUa da fare con quello suo di avanti guerra. E..."– so nacque, come egli dis!e, dalla distru– zione delle fortezze sovver3!ve, in servi– zio delle cls!!l po!sidenli. E' una lotta di classe di caralLere anliproletario, con– tra.55egnala dalla legislazione economica e tributaria a favore della proprJetà. La co– .!idella sintesi di nazionalismo e di soeia– lismo si residua nella cancellaz.ione del socialismo e nella ge11eralt:zazicme del ca– pitalinno. Il liberismo primitivo cli M.u.s– solinl si mula rapidamentç.. con la ditta– tura ne.Ila tendenza n.dun « illuminato as– solutismo n che esige la iniziaLiva capita– listica. Le turbe chiedono a Mussolini (se– condo costui disse una volta) non Ubertà, ma pane ad assisl.e.nza. Xon dunque lotta di classe ma tutela degli interessi del la– voro e( in quanto non conlraddicono agli interessi dello Slalo n (!). • Co1laborazio– ne JJ, egli dice, e dimentica che il soeia– lfsmo Haliano, auspice Filippo Turati, già aveva armonicamenlo integrato la lotta di cJat1see la collaboraziorie di classe, secon– do la rase sociale, senz'altro risu.llaLo che di essen lrallato da traditore da Mu.5so– lini. L'Heller espone largamente la legge &indacate fa.!cista e i suoi sviluppi tino all'abolizione di ogni unita proletaria. sot– to le denunzie degli industriali, col Jicen- 1.lamenlo del Ros.soni e fa rilevare come la Corporazione non è una .,persona giu– ridica n ma .,un organo dell'ammihi.stra– zione dello Stato n. Cib distrugge alla base l'idea di una costruzione corporativa _dcl– io &aro italiano. Lo Stato non emana dal– le Cocpor;nion.i, l.e Corp9ra2oJonk" emanano dallo Slalo. La volontà comw1e che ra, se– condo l'Hcller, l'essere dello Stato, non na– sce dal grembo sindacale ma. .scende dal– l'alto per un'imposizione dittatoriale. Se è dichiaralo nella legge che l'organizza– zione è libera, ciò è ~ritto sollanto, dice raulore, per l'estero. per il Bureau Intcr– Mli<male du Traxafl di Ginevra. La coer– cizione ò già nel privilegio accordalo ai sindacali fascisti di rappres entare lulta la ela536 e in quello di adire es.si soli alla magistratura del l&voroe di avere e!Si so– li diritto all'assistenza. all'educazione, ecc, II tartufesco dirilto teorico lasciato agli operai di organizzarsi Cuori dei sindacati fascisti ebbe pe1· sanzione l'incendio e la de,·astaz:iono della Confederazione Gene– l'ale del Lavoro che aveva voluto mellere alla prova la lealtà della legge fascista. lleller documenta largamente i saccheggi e le distruzioni del novembre 1926. Il pat– to Vidoni del 2 ottobre 1.925 non la.scia agli operai non organizzati faseislicamen– le quasi alcuna speranza di trovar lavoro. II pa.s5aggio delle masse dalle vecchie alle nuove organizzazioni fu tumultuario come l'acqua che esce da un ghiacciaio per fn– canalarsi nel nuo,o letto. La violenza è il so-lo fattore di integrazione dei sinda– cati fascisti, dice He1ler. Una camunru1:a cli i:otontà e di val?r€ it fCJ1ci,mCJ no~ tii ha sr:Uuppato e non può .sviluppare. Le elezioni uJtime per i con.sigli di fabbrica furono tutte trionrali per i socialisti, e, dopo di e;;:;;:i, ravore,•oli ai comunisti ed ai cattolici. I fasçisti non raccolsero Yoti. Xon restò che sopprimere con le commissioni di fabbrica queste ultime elezioni. E riu– f orzarc l'autorità sui sindacali fascisti, de– l-liluili di ogni autorità, Più di ottomila funzionari tutll eletti dal go,·crno. Tutta rammihistrazione sindacale è opera Oi ac– centramento burocratico - che si svolge tra il prefetlo e il ministero delle Corpo– razioni. Ad onla di tutto ciò i capi dei .sin– dacati non sembrano elementi di tulta si– curPzza per il regime fascista. Pertanto 1 $indacali rascisti per la parie operaia so– no nati per violMZa. e con la ·violenza <;i mantnegono. La collabora:io11e in conse– guenza non è il frullo dei sindacati e del– la volont.a ra...::cisla,ma soltanto l'impero della dittatura. La sles3a legge sulla ma– gistratura del Javor~ att~ta la netta e_de– cisa soppre:5sione dt ogn~ autode~erm1_o.1- zione e cooperazione dei partecipanti e come poco seriamente il fa-=cism~ o~era per raggiungere una re~le _coorchnazt~ne e armonia degli interessi dei Iavo~tor1 _e degli imprenditori. L'Heller considera 11 Dopo lavoro coma un preg~vole struI'.'~nlo dell'educaziooe igienica dei lavoratori ita– liani ma nullo per l'educazione intclleL– tuaJ~. E' un'istituzione che serve ~d u~ ullcriore controllo sulla massa e_su, suo, senlimenti cd un alleltamcot.o d1 vanta~– gi materiali ; ma che non puo affaH~ a-g,– r-e per formare una. "comunanza d1 vo– Jonlà. D. Se si formasse, sarebbe la fine ~tessa dello Stato corporativo, il q~al~ non è lo Stato in mano delle Corporaz1om, ~a è lo Sta1o che tiene i'!lmano ~eCorpor--«t210: nL Ciò ,·aie per oggi e varra per domani e per sempre. Ogni ideologia eh~ mette p:r preme:;::a la n~gazioh~ del pens1e:o pohh– co delle m:v• ... e è de.5tinata a fall!re, come ogni economia non integrata. d~l!a politica non formerà mai uno Sfato_politico. In so– o:.tanza il fa... cismo non puo assolutamente ~anta/si di una nuova !orma di Stato, ma ba dato alla ~ocielà capitalistica la iorma corrisp ondente di Dittatura. Quanto_ alla mac.sa , che !l'Qnsi educa con sen-::odi re sponsabililà Girella a risolvere le rne que– stioni coi datori del lavoro, che non è mai il 80(/{Jetto della decisione ma l'oguetto, e~a non si eleverà mai alla. formazione di una volontà comune nazionale. Cot.esta sentenza CO!l recisa è ben quel– la a cui arrivammo noi, sempre, aYYersari del fascismo. E un conforto per noi che ci sia arrivalo, procedendo da tutt'altre premesse ideologiche, l'insigne scriilore tedesco, attraverso un'analisi metodica, fpassionata ed una conoscenza meraYiglio– !amente completa di tutti gli clementi del problema. L'Heller termina. il suo libro con uno ~guardo allo sviluppo della rorza eeono– mlca. italiana. durante fl fascismo. Egli trova. che per fare la corte al fascismo ,si misconosco'no lutti i progre.iJsi antece– denti fatti da!J'Italla. Con ogni prudenza egli afJerma che oggi non ii pub decidere se la dittatura abbia economicamente rin– forzato o indebolito il Paese. Constata Jo errore della rivalutazione della lira, Ja cri3i grave seguitane, la snazionalizzazione del capitale italiano per J'amcr -icani:Ja.Zione dei prestiti. )l'on vede un"a zione deci s.a ca– pace di .spezzare il latifondo. Può darsi, come pretende lfussolini, che il numero ~ia potcn:.a; ma raccrescimenlo della po– polazione senza accrescimento dei mezzi ii1e~ 0 f,:~~i :1 ~~i ~~~oN:a:!W~g;; corruzione ; il regime dittatoriale toglie o– ~i inc_entivoa denunziarla, a reprimerla ; 11 fascismo ha, come tutto il resto, cen– tralfz.zata la corruzione. Le gravi accuse contro cerLi gerarchi sono rimasle senza risposta. Può Jl ditlalore nel suo interesse cercare nel suo circolo di reprimere l'af– farismo, gli ecandali di Yilano che si chia– mano Giampaoli e, aggiungiamo noi, Bel Ioni hanno il loro significato, portato in~– i:.orabile del regime dittatorio e dei suoi mezzi di pressio'ne politica ed economica. La conclusione delle conclu3ioni è che se la forza deJlo Stato è quella degli strati che compongono la nazione e che .,voglio– no lo Stato n ne.s3un Stato è più debole dello Stato rascigta. Il plebiscito ha pro– Yato troppo per provare qualche cosa in contrario di questa sentenza, perchè le sue cifre sono soltahto possibili attraverso una enc..rme pre!sione dittatoria, Chi ne du– bitasse, consideri solo i risullati ciel pie biseito in Allo Adige, dove, secondo i ri– sultali numerici, non ci sarebbero più ... tedeschi. :I!:' uno Stato quello 1 fascista dove non è possibile la rormazione selettiva del– le élitcs. La stessa gioventù fascista chie– de il diritto alla critica, sugli uomini e sui metodi del partito ... Tutto soffoca sotto il tallone della dittatura, Sarà. torse, con– cede l'autore, che li centrali301o statale sia per far cre...c:ccre un senlimentO p1ù u nitario, un'autocoscienza più Corte nella politica interna ed estera {e non arrivia– mo a concepire la coerenza di"cotesta con– cessione cdn la constatazione che H fasci– smo non pub determinare la "comune ,:o– lontà- D di uno "stato di dir i Ilo D ). ln ogni caso, il più ragionevole è ancora conside– rare il fascismo secondo diceva Enrico Ferri, come una reazione al comu'nismo del dopo guerra, lfa se non è che aueslo (e non è neppure questo - poiche • u che il fascismo abbia salvato l'Italia dal bol– ~vismo è da mettersi nel regno delle leg– gende n ha dello Heller) esso ha già da gran tempo perduto ogni ragione di es– sere e l'Europa non ha nessuna ragione di vedere nel fascismo qualcosa di più di ciò che vedeva quel !aseisJa... Enrico Ferri. Tale la conelusiO'nedi queslo libro mi– rabile sul rasci:imo, fondalo sopra pre– messe e tendenze Ideologiche, volte più a favore dei vincitori che dei vinti nella tragedia italiana, e che l'analisi sollanto della realtà (i Calli e leggi del fascismo) ne fa una delle più terribili requisitorie che contro il fascismo si siano elevate. L'Eu– ropa dal fa.!=ci~mo non ha che da guardar– sene. Xon un"idPa - non una nel fasci– :;mo è stata lealmente prospettata, roante– nut.:i, dife.:;a; tulio nel fascismo si sforma per diventare soltanto sozzo strumento di oppre.s:.ione, I più disingannati debbono e55ere quei critici della democrazia e de– gli ccce-=sidel parlamentarismo che un mo– mento hanno creduto di vedere nel fasci– smo il correllivo giusto e leale. I più ri– voltali sono qui>i sind.icalisti che - co– me Giorgio ,Yalois - sperarono nel fasci– smo di vedere attuata una vera e leale col– laboraziolle dello Stato e del sindacallsmo, Il nostro autore stesso non nascondo il suo dispregio per J'6ra pre(ascisla e assolve– rebbe certo il fa.o:.cismo venuto rivoluzio– nariamente al potere ove a\·esse nella Co– stituzione riversato il programma det' fa– sci del i919 - anche con le correzioni successi\ e fino alla marcia su Roma. 11:a le idee dPI ra~ismo non sono che teoriche per molivare le azioni che le precedono. l"na dottrina fasch-ta pertanto non esiste. 11 !asci::mo adopera le idee come adopera gli uomini ; sono oggetto del suo uso; e valgono esallamenle quello che la dilta– lura vuole che valgono, secondo la biso– gna del momento. Qui è lo spaventevole cinismo del fascismo e qui ancora è la sua inellitudine a diventare una regola per la Europa, appunto perchè la regola del Ca– srismo non ha tie~,-una stabilità, nessuna forza di obbligazione, spaziando al capric– cio del dillatore tra i termini più contrad– dittori. Como tale il fascismo è sterile; non ha forza di propaganda in Europa; gli eJemenLi foscistici dell'Europa sono nazionalistici piil clic fascisti ed hanno, buone o ealtive, Jc loro regole, che il fa– i-cicmo non hn. Per esempio, nessun na– zionalismo leale potrebbe mai venire a ce– derP all'eterno nemico dell'unità dello Sta– to, una parte della capitale ! Il rasci~mo ba la sterililà della sua mo– struosità, Ecco cib che rirnlla come in!:egnamento alrEuropa dal libro dell'HeUer, che ha que::ta forza, di ignorare la partigianeria ; anzi, se parli da prevPnzione pa:ieologica, essa era a favore del rasci.~mo.:\"onci stu– pi.:;ce che il libro sia corso ampiamente in Germania, che ne siano pronte l~ tra– duzioni in spagnuolo, in inglese, che, co– me ci si annunzia, la cuoia del prore.:sore LA LIBERTA' Heller all'Cni\rer~ila di &rli'no sia diven– tato una fucina di t~,i antifasciste eul 8in– Oacali.smo, 5ullo Stato 'di dirittlJ, sul porl.a- 11L"1llo corprn-atit:o, ecc., ecc. Ciò ri-=ponde al bisogno del tempo di avere una ri5posta allo interro,ati\·o europP.o sul razeismo, Somm"rsi nel ridicolo dr,lla propria Crh·o– lila. le inchieste dei giornali:-ti dr>llagrande ,;fampa che vanno in Tlalia per olio giorni, senza sapere una parola di italiano, con qualche lettera in ta..ca di rar.comanda– zione per gerarchi fascisti, con la aspira– zione suprema di a-.·ero un'inLervisla sen– sazionale con )Ius~oli'ni per chiudere il re– porloyc, o trinciano e giudicano senza sa– per nulla nè visto nulla, l'inchiesta diven– ta scientifica ed unh'crsitaria e si esercita 5ul blocco della lf'gi!filaziono e deili atli del fascismo. Ed è tale inchies;;(ach'è morta– le per il faechmo - almeno per la sua. rL<q>ellabllitàldeologic,i.e storica. R. MAURO. Un assenzaed un voto .t_ ToloM, al 10:-~•-· o rldU1. J",_•de– ru.:wne Xa=iannle dei lni:ornlrJri d,.l li!Jro. Seduta di ùwu911rri;ùJ11e, Cnt) li ,,.ca tlai banctJ d"llc presirl,:011;,1.; i il sc9r~tarfo y~– nerafo L1Jchon. E ,/ir,: : - C',.ra u11a frnrl1:i.m1c ili rinquant'nrmi. iYoi l'abldamo i ;fofo.tn. Ll'l tradi:ifJ11~ era di ini;itare i nostri co11frntrlli rtllnli1, a JC– dere lm 11oi, a r,r,,mJ,.rc JJOrt,. m 1w1tr-i ln– t·ori . .Yoi qu,:osto inritrJ nQn nbbin,,1rJ fnllfJ. I nostri VPri compng11i non ai ;rr.bl ,cro po– lf!-l'! l1J11-:rW. CiO sarrbb11 1tato lrJrr, i!1'P08- 1ibile, paieM 1111« diltal11ro. - ignobile co– me tutte le dittatura - li intcrrliee tli ouni libertà. Jla noi d1Jbbiama 1Jll".,lorf! i no,tri stntimenti di 10UdtJrirl{l ai 1w1tr-i comp1J– gni d'Italia.. fonn.ulnndQ il t·oto che ceni aUa fine per il l,t;rQ brllo e n;cnturoto pae– se recli&si della libertà. Mai 1aJ.ve rommo11a di appla.u,i accfJglie te nobili parole del segretario della Fede– nuione dei lavoratori del libro, che tcf!n– deranno al cuore nQn .solo dri numero,is- :,/::~:t:n 't::::1a: ~:l1r:u{:Fut ontifucilii. Ee!ini di libertiz, ecliui di vita. Il fascismo e l'Egitto . ------- - - -- -- - ---- -- . -- ··-··-· -- ----------- . ------- .... --- . L'educazione all'Europa Qualchevolla mi avviene <1iSvegliarmi a ~~~i 1 ~ii~icfi~ 0 ~i~ !~t~tll~ ::~~1fr~~ cassale e le abbia ancora Imprigionate nel gesso, sentendosi cosi gulelo nel pieno be– ne3.sere, non può credere, smemorato, di trovar3i in uno sta(o orribile, crede di aver sognato, crede in un incubo - cosl io mi domando se il fascismo, che ci ingessa ~fùm':ftf1ieilg;~~ÌCr~tJ,:la i:;!f1~'!t\~!: ~~! sia stato un Incubo, non sia. stato un fan– tasma. In me, intorno a mc, fra gli amici d'Italia e di Germania e di .America, è la sle.saa euforia, è la stessa libertà, lo sles- !~"~~\ 0 a 0 ~°f:ffo: l 0 d~il~~: !c~~.s~~if~~: p2r tanto tempo ed attraverso tanti tor– menti noi dobbiamo rimanere separali an– cora dalle nazioni sane o comalescenti ? Sono uscito da un incubo? lii ritrovo fra amici onesti, che hanno sempre avuto, che avranno, la stessa fede. la ste.ssamora- 13; perchè dunque ci dtbatliamo contro ~~i:. 10 t~r:t~u:l:r~~ra~i~, 0 ~1i~ 10 ~eS::~ dolore? L'istinto umano ,-uole un perchè. Ii mio istinto ottimista vuole che un bene nasca da un male, Forse tutta la nostra esistenza ~arà sciupata. sarà. annientata dalla forza bruta che dura. For-,e avremmo dovuto sacrificare la ,·ila, mancata, Mi luoghi an– ni di aspeltalivn. Perchè? ,.J~ ~se~~: J~l 8 rn!f:.r;~1r~ ~cf~~~a bi1~~ liana: l'educazione all'Europa, al nlore della civiltà int~rnazionale. ~essuna propaganda di parole avrebbe potuto tanto dimo.strare la realtà di una ci– viHà.comune al di là dei confini, come que– sto giuoco mostruoso del fascismo op– pressore. Da questo '."pasimo fiorisce dovunque sia, una creatura sana. ramore d'Europa: reaJtà pre.sente, In.sopprimibile, venuta a tare il nido da ~è in ogni cuore. Ogni antma virn anela alle porte él'Italia e al di là: là do,,e ~plende ancora al Juce, che nel la casa chiu~a e murata hanno sap– pres.so : là do,·e si respira ancora l'aria mossa p ura, che nella prigione tetra non penetra -più. laA~e~U:z:eti~?tn:.i r~· 0 :~ ~nè1.ra~ r l~g~~~~ messa del riscalto di domani : al di la. dei confini è al ,·ila delle patrie, onde la pro– pria patria sle~sa rivivrà- Cosl si infrangono per sempre, supe– rati i preconcetti oscuri di un'educazione arr~trala, i confini della nozione come con– fini della comunilà, della società, della stes– sa giuslizia e della morale. Co.sisi allarga il sPnso della propria ap– partenenza a una collettività. costituita so– pra principii di libertà e dt giu~tizia, di– venuti es~enza della no~tra mentalita. Cosl si aboli~e quel semo di chiusura che mi ra orrore. quel Sf'n:o che pone un abisso tra la nazioM e tulle le altre, una differenza fondamentale rra ogni straniero ed i connazionali. Dalle terre oppresse sale l'anelito all'ar– monia civile comune. Gli Stati nuovi infa– tuali di nazionalhnio, imparano attraver.ro ~~f:::~il~n~ ~~rl~~i~~~s1:\~i!~'if':ip~~~i! -. ad amare prima al libertà e la le~e che qualunque formula superpatriollica, Prinli df'i diritti clcmrnlari dell'uomo, questi nazionalisti di ieri im·ocano, d'istin– to, un tribunale di giu:.tizia i'nternazio– nale : è quello che è successo in Croazia. Chi più avrà sofferto, sarà più pronto do– mani, nella unionr europea, a promuovere l'armonia concorde, Ab. raria europea. nell'ltalia liberata, quando si spalancheranno le porte e si in– frangerà il lugubre silenzio ! )lai sorflo !re.scoazzurro d'aurora, alitò più puro sul– la fro nte di un m alato dopo una notte in– .sonne ,tormento.sa di f~bbre, vinto il male; quella ondata di v erità, dopo tanta umilia– zione, rivelerà Ja fusione inlernazionale ay·venura. Ed eC'codunque '.<I! ques 1 o può essere il s~n;;odJ>I laborioso cammino della storia. ecco il dovere di tutti i giorni. I ruoni:-citi italiani non i:.onouomini ir– rigiditi in una oppo5itione furibonda e impotente contro un nPmico "incitore; ma sono uomini inl~gri che <1sanza_no diritti verso la mèla comune della c1vlilà euro– pea: che colla rampogna uni~cono l'an– nunziazione luminr.,~a e sicura dell'avve- nire : sono i vi[[oriosi, au·avanguardia, ~~°:r1f~o~ ~~~iiuiJ1~s1ifà~l nemico so- :'.'(on clamanli invano contro una potenza schiacciante, ma necess:iriamente fedeli a una fede umana, nella quale l'antifascismo è jmplicito; non rapprcsenlanti di una r:rl,!t!if:11;::a~ ~~1f:r~l~Z:~enr:l~~;l~ L~~l :~ 0 a:ert!~~ 0 ~:e ~~~l:~~rd1°tot;;e e~~:~ venga, ma continuano il loro cammino sul– le vie lumino.,;edel mondo, che quel po– tere non ha sbarralo : per preeedere il oo– p_oloincatenato alla ,-ella più alla, dOve sarà il convegno di tutte le genti, Quando H velario si Jeverà sul paese soffocato. la gioventù cresciuta nel buio, ritroverà e ,riconoscerà gli uomini che hanno lavorato msonni e che sono i loro maestri, i loro ~~fl" ia..-oro è lungo e duro, è Catico_:.o e immane. c·è posto per ognuno che abbia una coscienza ..-iva e una voce. Ù! nazioni più progredite non sono senza aver bisogno di aiuto: ogni italiano Cuori d'Italia ha un doppio dovere di agire, fra i propri con– nazionali per salvarli o per spronarli, fra gli stranieri per predicare la neces-,ilà ur– gente dell'ora. Ogni italiano fuori d'llalia de,,e riscattare con la prt)p:1ianda delle idee fa propria nazione dall'onla di essP– re alla retroguardia di ogni azione e di ogni agi-tazioneverso questo progresso. Due umili ilaliani hanno già aperalo, or sono ormai due auni, questo miracolo. ~n .il proprio y1arlirio e con 13: propria d1gmtà serena hanno trailo lutto 11 mondo, in una unità subitanea di grido umano, a chiedere per loro giuslizia : invano ; ~hO ~ù 5 ~~b~i PSrit,~~ai1i~~i~~~t~u,iu1i~~~g in tutte le cillà d1>Jla!Prra non valse a strappare dalla morte Sacco e \"anzetLi; ma essi furono i prolagoni:.:i di una unio– ie qu;i:.siincon.scja e '."lupendadi lulti gli anirai, di tutti i giusti prote5i verso un unico punto della terra, per s::ong-iurareun delitto, L'ardore che incendiò tutte ,,. melropli di lutti i continenti, il fervore che confu~e gl'infaJ.icabill difensori, uno svedPse, altri francesi, tedeschi, austrialiani, ru vano ; ma fu un r atto morale di una bellezza me– raviglio.sa . Con il loro contC$nO limpido, co~gioso, sereno, due itailan1 quasi anal– fabeti avevano commesso il mondo, e lo a,·evano ruso in uno ;:,lanciounico di com– passione generosa, La rivelazione d':!ll'unilà internazionale si imporrà ai popoli co,.;l: nella gioia e nel dolore, nel pianfo e nel riso, 111>llo ste$SO entusiasmo e nella stessa commozione si rivelano ai popoli come agli individui, i f~i~p~\-:~ 1 rm~ 0 :to cg;:1cri!:i~ 0 e te t-1~! 5fa!~~ trovare nella Yila pri\·ata. unili !O'!"Provvi– samente, le braccia al collo, uomm1 che da un malinteso erano stati lungamente d!– ,·isi. Gli italiani dim~nlichcranno il praprio stesso dolore nell'aTl:lore p1>runa azione santa comune: azione chr>vale qualunque sacrificio, azione sopratulto ~he richiede la milizia alacre dei credenti, in ogni ora di ogni giorno. Essa si realizza n"lla con– versazione privala come nPlla conferenza. nella stretta di mano modesta come nel gesto più grande Augusto vuole la guerra ? A Lii;onw, per il varo df'll'incro~i•1tl)r~ argentino 25 de )[ayo, dopo la fumaonc dt con.3egnadei pugnali ai militi, quell'insi– gne fu11ombulesca sc(Jrctario del Partito, l.'A.ugustQ T1Lroli, pro,11m;iò il solito di– scorsaccio pieno di parofo cbre. • Tulle le mète - egli sbraitò - non sono ancora raggiunte e per nostra fortuna abbiamo ancora gambe e pugni per cammi– nare ed avanzare nel mondo. • Siamo lieti del no~tro de~tino che oggi è_di attesa, di preparazione e di vigilia. Rifiutiamo il comodo ad:ittamento delle fr3!1quille vicende quotidiane perch.P.tra le 1ofln.jlestrade che portano vPr~o !I d0- rr:ani abbiamo .scelto. per volontà del Ca– P'!- I~ più aspra_.la piu lormP1itata, I.apiù ~1ffic1le" ::.appu:imoche la ::Iroda e è, e<I e la buona, n . Jla ch-1 c1sa. è questa strada. o buf{Qni de.stinati a so{f1Jcan! n~lla retori,,; i' E' la (JUl.'rra, che volet~ f E diteff) una b1to11a t:olta 1 e ch.iaram~11te e sem[Aic,.menl"". Il ritornoalle insegne ùal. i n,;i;~ml.,rc 1ft!!1, 011.nun=;'I 1111 ,V..-rtll'/, l'hl' abt,itvno riprt;,ik,tlo ,.,t ,tum,er,, U&11'•• tu:le fr !erilfr in lOl(,lwt t,i;tuc.a '61'f77l110 Ufi.– nUfr:am,nte i;ldal,: n,u,i prf.ft :!ncia d,I B,;;l;nrtl}. l;~rm:zu;:,~ m;:;:i ~? J:!:':cr';;,isf:o"~ .. ~t fld. p,,,,.,.dert:. fosla:mil) U ,,,..,.,111,,_ CQR aVUM ani!l'iJ:'0--?lm.i d~u,. mi..surc. Se lll . tampa ,ttna rll l ;:g;1=~~~~ ~~:~~f'1t~nAt~ st !~~ttr,:, :grv1; rtcru.Je plu femd ,wUa m"W(n1,, 1frgU lnfr,r- ~~Z:i ~i:?::/~f °a,~eaiaia 1::~1t1::;r:;;,,1a <hl nlUca, •1uando il. pul)bU,:o n{ln ,e ne men:i:i;i.– gl/a più. C~ai' Qtl:t1HU r,e, ù lnr,ld, ,J,1 rimil,rt. CtJlf anunt oggl per lt: 1crllte ter.J.ncM. Qu,,tn dtatlo era &lato r,r,.ctdUl(J daU'e•l'Ct.eUr.1t nella r,r.Jrlt: r,lù a.UCIIUIIJ.ml 'nlr, Vdl'JC/J, e &l't,. ,,.,ntrlrAl'J[', {Jl'/l(l Tl'(Jlm", d)p,n(J"'11ll' dfl. JJr,,. n~r:k. LlJ, oltre che ,vt lur,ghi giutJ.catl i1tt,– ramfflie t:alimri o ladmi, Le u-rllle ttdLicke ntm(J oill state fR/1:rarrunte caru:tllatt. ..4 Bolzmtn e Merano im:ece ((IUcroJt, al •tcondo p,;sUi. Dal primQ ,un;embrc 1ctimp:1riramto. Onde per ll"g!Jtre af(isdlml t,-dnr-he, !ff Maa dfseai'.1ere ft7to 1ul. lago dl (}ordn : comi!' -,Nr ar::ere l~offl di tecte,co, btsognt'ril tnuferlnl da 8c,1.;a.M a JIUONJ. E' il. rilonu:, alt'arte dtlle fn1to11e_ Le grtmdi :~rJ~~u:~~~~~' o:f:f~~ n!t't~~,:;to,n! 0 :'a tera arn appUcllla ca,aUerlltica: ognl albergo t:$p(ITl«a un·tn,egn4 g,andit;$4 ta artlatlca, ct;n antmnli e fiori e formt: di tutti ! gen~ri- L'origtne di qutllo fatfo tra 11.l!'U'analfabe– llsmo. L'insegn/J ua n.tc1:s-1arla pl'rchè troppo '(Xirhi saperono trovare l/J casa ,: il neacr.fo souanto dalla scritta. Cc,n Il diffondersi deU'l&tru;wnt:, le lns1:anc fa.talmente scomparlt10111J. Gli amfcL della ucc/U,i arte non poter;ano far nulla. Rlmanet:ono ancora !Ollanto alrune ln.stf111e antiche, {JIGrlos,: : opr.,ure !n qu1.1.ld.e Luogo soltanto il nomt. Ora le tnseqne rina.!ct:n:mn'J. .\tua ~il tipici.! arie Wt:Oll, t,- forme flgu– ml1t:e nfioriranM, onde oglU contaai,w potrfl. kg9erc ancc;m, cm:alU,w e orso t corcm~ ,: tre re, albergo e osteria, forno e maceUuia. SI trta;eranno mu:M nuot:e... fl!Jure per lndl-– care le .tiltgole !lan:t. IL gor:erno f'}TOV1ruien:lale P,!)lbllu di ,eriure ~ d~l:t'~~i~ emnuntccion.e ritorna qubidl ,wl;'- ,:::i:ia't:i''~"/~ :eo"'t~:tr: ch!r ~ .. ~~ •i dc.crebbn'o impedire - 9rotte~c1J ~ s9ram– mattcato., ai:ubb~ potuto contrtbtdre a un fn.ftgnamento pratico della l!Nyua. L'abGll:io1u del ltth&co to!]UC l'aeeti,o. La icrlUura ~r gll abitanti tedcachf, ntm t plU scrlUura ; mn eh,: Importa que,lo al f}Or:erno '! La facciata t Italiana: e lxuta la ft!Ccfala. Due nomi _li no~t!'o ricor-do della splendida pagina d1 Rosell~al processo di Savona per il de- f!{[ 1 li~~~~ii~~nsecrWtti~~~faorI~f:t~J:~: nosa e tumultuante deirora rapida, non era completo. Roselli ce lo ha ratto subito notare. -:- Come avuto potuto lasciare nel)a _pen– na 1I nome di Bojanzè che, munito d1 re- g;~~e de~f!af~i~• i!Pfig;o s~~P~j1~ 1 :C s~~ b1to la frontiera di mezzo. cor?e a Spe-zia ad_av,·1:rlire i tornanti del pericoli che li m1nace1ava ? E De Bove ? De Bon, un ::/e~f~o~~d;\ti::~~~f!it:1 ~~.i!:! s1 ~i ~~= ganizzazonie è fu uno dei dirigenti la tra– ve.sala verso -Calvi, sopra un mare tem– pestoso ? De Bove oggi è a Lipari, ne ba per cinque anni. Al proccs:.o tenne un contegno magnifico, degno della sua fie– rezza. Colmiamo. con calda simpalia, la lacuna. Non bisogna dimenticare nulla e nessuno o_iqu.eJHche agir_ouoe agi~ono da uomini lrber1 verso la dittatura. L!anlma ila.liana si Integra in quesli nomi di gio-.·ani ar– denti, gsempio alla nuova gioventù, cui In– combe l'alto deslino della rl\•endicazione della libertà italiana. Le brillanti.. in~enzioni del "dace" Un precursore diEdoarda Frosini Diccmm'>, nel 11umcro 8Cor,o. come il m.a(J;lifico duce, per ricattare il papa, . e fors onche per le!]iltimarc ,movi alti <li rappresaglia contro m.at1011i v-::-ri, abbfo. rico8litrtilo in Italia la ma.110,ic-ria dei ri– fiuti, che_ fu (Jià di Raoul Palermi, mcllcn- dovi a ca7lo un mattoide e cicchellaro, quanto Potermi .screditato e ,pregctolc, Edoardo Frosini. Pore impossibile. tutti gli atti del regi– me e del suo capo-paranza trova110 ri1con– ti•i storici non meno abietti, da porle co– stanlemcnte dei peggfori regimi che conti la storia. 9ucsto episodio Di una massontria apo– e~ij~ e poli:._i.e1ea si ritrova a .Vapoli, nel i,,':. sotto 1l Borbone, conseguc11:a. di!fJli alfrzh fra la r"gina. C11roli11a e il mini1l1'1'J Tanucci, attriti che hmmo tanfi riflessi 11~lle OOicrne di{fercn:e tra il «duce• e I'fo Xl. • . Carolina protrgg1Jta i manoni; il re e tl Ta11ucci inrecc li dcteslai:0110 e t'cr,c– !JUilavano, .-td un tratto. che fa, che 1ncen– ta il ministro { Fa co,tituire una nta .rso111!'– ria composta. di elementi tristoioli, fra cvi qualche ladro e t:orii pregiudico.ti . I.a 1·i– i•cla.;icme di tal,. .socfotà avrebbe dov1llo autori;;are la piiL clamorosa ripu911an.:a dclltt 9cnle 01,csta verso tutti i mo,so11i, anche quelli veri ed 011csti; avrebbero tlo– tmto fare da tutti 11.pprovarc fr severe san– :ioni contro di loro. e avrebbe messo ili regina nr:.lla impossibilità di conlinuore a difc11dcre i mossoni del regni). .Ya per evitare polemiche, recrimina:io– ni e smentite. ci voleva a ww prova ta11ui– bile. indiscutibile; e fu incaricato il rapo della poli:.ia, don Palla11te. pcrchè orgam:– :assc un rumoro8o colpo dt scena, Di/alti, la scM del 2 mar:o, irl unq villa di l'apadimontc, all'improvciso, iu u11a sta11:a parala a tempio masso,iiea, irrmup,. don Pallante con yroua fnr:a tli sbirri. \'i trocoro11!J vn certo numero di fratelli. ma cotlil:o soggetto che li prc.sicdci;a, e, pcr– elti: nulla numcas.te alla... estetica della !~~f~eb:~Jn~:~~~,~~ !f?-f:t~fo;~c:J::':;cJ°;d~ binello delle riflusioni. T1,tti t:cm1cro arrestali, arrestati {,trono i mi9liori e più nobili cspo11cnti del pa– ll"iottismo partenopeo, c la r-e9ina Carolina restii per un nwmento mortificata cd estcr– refalla, ~e 11011 che Jlario Paua110, twt:ocato di grido, mossone e patriQta, l1'>tlfJlONJ i11d,.fcs– so (che_ :23 mmi dopo lo.sciù La vita s11l 1,u– libolo), indaga11do e, minocciando, riusci a scovrire il trucco, e polè docum1Jntarc che (]li arrestati di Capodimo11tc erano q1'asi tutti co11fidc11ti di poli:.ia; che ln [,~: 0 i:z1:,:r:~~e=: :;;i,i: 0 i~l 0 T~~i'1 1 /::r ° cZ~ la massoneri,;i. aute11liea nulla ai;cva a che fare co,1 quella specie di o.uocia::iont. a delilrquere. Jfolti de9li orrestoti t:cnn-!ro rilasciati, e la re9ina Carolillft impos( ed ott~nnc lo arresto di ... (fon Pallnnll! ! Occhio, a Frasi,ii ! I truccafoli deUa tufJ specie fnnno la fi– ne o di Palcrmi - eh'! si u9a le t:euc dei polsi; o di don PaUant-1 - eh-!. di carce– riere dii;ien carcerato ... Qua11to ol e dnce , . ci farà la figura chi! gli è del resto abituale, poiclte iL pnpa non la bevera certamente, e .sfJrom10 sciupati comi! sl!mprc i d,:nari di questa atv!?ntura massonico-poli::;i,:$ca.

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