la Libertà - anno II - n. 31 - 29 luglio 1928

AN.NO 2 - N° 31 Un Numero : 0.40 Ora che si puo' fare il bilrotcio della spedizionepolareordinatoda Mussolini,l'Italia ha il diritto di domandaredei contia Mussolini e l'umanità di domandarneal fa– sci,mo. Manchette del « Quotidien ». la Li ertà « Pn noi, socialisti e repubbli· cani, i proscritti rapprese!danola veraItalia,allo stesso titoloche un tempo i deportatie gli esiliativo– lontaridelDueDicembre. Roma non è pO~ in Roma, e tutta con loro ». LEON BLUM- GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA ORDINARIO SOSTENITORE ) Pe1 un anno .••...• , . • • . • . • . . 20 fr. 50 lr. ABBONAMENTl Pe1 iei me,i . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 fr. 25 fr. ESTERO : IL DOPPIO LO SPIRITO CHE E LIBERT A' (A proposito di cultura e di fascismo) Vn tale Castelllno,profe&soreper me– rUt fascMtl, in wm tmlversit~ del 1le9no, ha creduto di sbottare sui Giornale d'Ita– lia.una aua qercmladc sopra U àccadl– mtnto degll &ludi !n /talla. La stampa sclcntlflca non ha ptù Jtt tettori. 11:è scrit– tori. Neuuno più studia nè produce per la scltn:a. Cl vogliono rimedt, ecc., ecc. Parten.M da questo dato. Arturo La.briola d scoppiato In questa santa \n'Vt:ltiva, in ln cut ruooe L'Impeto dL una cosc!e11.:::a che sopra ogni aura cosa ha blsor,nodcL sGperc e per sapere ha bisogno delle ll,– bertà. I no&trl lettori cl saranno grati aeUo rlprod.u.:::lonc dal Nuovo Mondo di questa pagina appassionata, di cui si puo' dtre aavvero: lndJgno.tlo re.cl ~ versu6. Quattro o cinque anni fa,_qu~nd~ la si– nistra congrega a cui era r1usc1to 11colpo ,naestro d'impadronirsi dello Stato e ?elle sue casse, parve disposta, :nella radicale incoscienza della propria az10ne, a butt~r tutto in aria e a fondare un suo proprio ei.st.ema. ; ci furono uomini sperimentati, i quali avverlirono : flnchè si_ tratta delle casse pubbliche, delle pubbliche. hbert~. fate pure, perchè purtroppo ormai non .c è rimedio. La beffa è riuscita . .Arlecchino vestito da Capitan Fracassa è padrone del– lo St:lto. La. !}ttndo.m:-.ngir.. Manfiate pure. !Ila non toccate la cultura. Lasciate le U– niversilà. e le Scuole dove sono. Il ciclone durerà tre, quallro, dieci, vent'anni ; po~ si dissolverà per l'intimo conflitto dei .suoi elementi e delle forze che lo compongono: Quando esso si sarà posalo, a terr~ non c1 saranno più che franLumi e macerie, e al– lora l'ltalia, dall'enorme disostro, tenterà di richiamarsi in vita. La vita non potrà venire che dalle Scuole, dalle Università, dove alcuni lavoratori ignorali ed alieni dal fare il chiasso o di partecipare all'io– .rame carnevale, avranno continualo :nelle loro occupazioni, accumulando esperienze e dottrina. Di quelle esperienze e di que– sta dottrina, il paese bcncflcierà per rilor_– no.re a viVere. Gli csperimcnt2ti maestri, i cultori delle grazie letterarie e del buon gusto classico rilornc1·anno ad insegnare la lezione della norma e della regola. Qual– eho cosa tutti ne profitteremo. L'Ilalìa, sul punto di diventar barbara, si ritroverà. con un patrimonio di coltura, che le per– metterà di ritornare, da eguale, nella so– cietà dei paesi inciviliti. I□vece un torto scolopio fiorentino, guizzante cattolico furore nella sua nuova tonaca fascista, padre Pistelli, a BenedeL– to Croce esaltava il nuovo culto dello sport, verso il quale, per intima ripugnanza alle gipiP, ~Jo spirito, il fnscismo cominciava ad aaiaro i giovani seùotU dalle sue sem– '()iCerne coreografie. li giuoco dei soldati, gli esercizi ginnastici, il meccanico peda– lare, l'abbrutimento delle corse a piedi e lo stupidilà dei campi sportivi erano la sola parentesi disintercs~ata che il fasci– smo concepiva fra le spedizioni pùnitive contro gl'lnermi e lo svaligiamento delle case private, che erano stati il suo primo e più nobile abilita.mento alla vita .. li mu– ,scolo, i violenti esercizi, le parate e i fra– gorosi raduni, i canti osceni e il minac– cioso prepotere della violenza impunito.ria e senza pericoli ; questo era il nuovo culto del fascismo. Ad esso corsero e corrono i giovani, repugnanti per indole dallo tran– quille applicazioni, inclini alla impune cru– deltà, sprozza'nli dei laboriosi travagli del– lo spirito, non alti a vaJula1e le sottigliez– ~e dell'intelligenza. Ii fascismo ralior-Lò questa naturale tendenza doi giovani; .nè .altra avrebbe esso potuto rafforzare, così goffo come è, c.osl ottuso, cosl vo.lto alle cose materiali, indirizzato alla oscena pre– potenza, co.~ì nlieno dal placido dispiega– mento d'un coraggio consapevole di sè, gonfio, turgido, teso e tumido di stupido orgoglio e di ignorante disprezzo per le cose che gli sono estranee, cioè, in piana lingua, per tutte le col:ledello spirito. Nb il fascismo si formò Il. Sbalordito ~folla inconcopibile fortuna che la follia generale gli aveva preparato, incapace per– t.nnto di valutare il sonorissimo vuoto del– Ja propria inesistenza morale, come una birba di monello vizioso rima~to padrone della casa che molle a soqquadro, spez– zando porcellane artistiche e belle collc– iioni ; esso si lanciò con furia iconoclasta su tutto quello che non compre11deva, e purtroppo era molto I Licenziò maestri, revocò vecchi professori, tolse ad nitri la cattedra, riformò gli studi, nominò i suoi ligi a quei delicatissimi uffici (- e s'im– magini che roba nominò I -), terroriuò gli editori, che, di indole, non sono eroj, confiscò ogni Jelleratura scientifica che gli faceva omb1·a (- e che co~a non doveva far ombra a quei bestioni ! -), e fece nella Cllllura italiana il deserto. I soli li– bri che oramni µ-li editori si facessero le– cito pubblicare erano - ollre le solite ri– stampe dei ùiscorsi, articoli e somiglianti meditazioni del cc Duce II invincibile e dcl– l'onesLissil!lo fratello - i parli cerebrali <!ell'incredibilo turba, che seguiva la ban– da. La Jeltc1·atUl'a italiana, sulla quale se– deva, colando le ullimc sue sbavature se– nili, il rimbambito D'.\nnunzio, diventava un o:,pitio di storpi o di atrofizzati. Quanto alla scienza, eh<? appena. da qualche anno si era messa in rtalia nel ~oleo della ricer– ca europea, cs.:;aricascò in un torpore mor– tale; e siamo arrivali al punto che persino un signor Nicola Ct1stcllino, diventalo scien– ziato per merito di segretariati fascisti so_tto inchiesta, si accorge dei malanni del– la scienza ilaliana, cd invoca per essa lo 11 provvidenze n df'lle ram?SC gerarchie. - Ah, go;.dioffì, f' nO'n capite che dovreste jr.vocure il ye,..tro suicidio? .. Puii 1br"i chi"! , ivrrc <la unrnini :1llro non voglia dire ~r non un vivere nella li– bertà: dli'' fnrsr lihcrlà. e umanità. siano sinonimi ; ma è cerio che una cosa non vi– vrà mai fuori ,!ella lib< >rlil.cd è la cullu– ra. Cf'nlorinqunnta anni di un \"ivC're ap– pro!-.~imalivanwnl•' lii No. trnnno fotto pf'1• la cullura quf'IIO che nei dodici :-ccoìi e mezzo C'IH',anno dalla radula dPI mondo 2 ntico sino agli inizi della rivolu~ione li_- 1'erole, non si sarebbe nemmeno 1minag1- nato. Cultura e libertà son parole di suono diverso e di significato identico. Togliete ad 1m paese la libertà e la cultura di esso fatalmente si sp"glH'. L'avventura fascista, miscuglio di carnevale e di demenza, ha le ore contalr. \Vali Stroet non paga più e ii partito conservatore inglese è sul punto di essere ~cacciato dal potere. Ora il fa– scismo non è che l'ombra elefantesca di queste due realtà. Il fascismo, che nell'or– dine morale non ebbe mai esistenza, nel– l'ordine materiale b già. una bcslia ranto– lante. )la se l'odio fUJJ.Cstodegli dei per la nostra grande patria O.\'esse deciso per le sue vecchie follie una più lunga espia– zione; la più tremrmda vittima di esso sa– rebbo quo! tanto di cultura, che con le istituzioni libt:rali si era pur riuscito a0 introdurre in Italia. Oggi persino quei rari e radi fascisti che hanno qualche domesti– chezza con l'alfabeto, se ne accorgono. Og– gi essi rilevano che, col successo del fa– scismo, è subentrata la catastrofe della cul– tura italiana. E si scervellano a pen~ar rimedi. Quali rimedi fuori della libertà ? C'è da scrivere ancora una volta il sog– gio di J. S. Mili sulla libcr'Là? C'è ancora una volta da dimostrare che in un am– biento dove la disputa b soppressa, il pen– siero perseguitato, la stampa avversa ai facinorosi che comandano sopressa, ter– rorizzati gli editori, incoraggiala la bassa adulazione degli eroi di cartone e di stop– pa, falla dell'enfasi e della pompa uno sti– le, dei vaneggiamenti d'un irresponsabile vanitoso un tipo di prosa; che in questo paese il pensiero b stato condannalo a morte? Ogni giorno ohe passa reca una prova novella dì questo irriduttibile conflitto fra la vita moderna e il fascismo. Ora esso at– tacca lo spirito, lo spirito che è la libertà. Ma può morire lo spirito '! I fascisti lo ucciderebbero volentieri, perchè lo spirito è un tremendo e. implacabile accusatore, e la mano nefaria trema sempre che l'ac– cusa non abbia a prorompere. Ed essa lo stringe, lo serra, lo sopprime, lo piega, lo rovescia, nella folle speranza di obbligar– lo a tacere. !\la. lo spirito si divincola e sfugge, ripiegondosi e . assottigliandosi ; poi ingrossa sui polsi della mano nefaria e la spezza in una sublime risata. O poveri servi della livida paura, o fascisti pavidi dell'immanente catastrofe, voi avete sfi– dato lo spirito, e di voi non avanzerà nem– meno il ricordo dello enormi riha..lderie. ARTURO LABRIOIA L'ABATINO FEDELE Fra i ministri sciocchi clel fascisrno che hanno ricevuto da JfussoUni il cùusico calr-io dell'asino c'è S. E. Fedele. Fedele, un piccolo alUevo dei 9esuiti, chierirltino fanati,.o e timido, storico im– pavidom,.ntc borcwto in tuUi i concorsi, aveva savuto avvedutamente sfriittare la ~:it~~~~~r~itri~cis::t~i17t~J::~:,a~~~~~! ~r;; f;r_ffi!i~::~a~1cJ~~'tGc~~'.t~ ~ ~·;s:t!:ia::i ~ sciata ,ma tradi:ione di esperienza e di coltura versonale, e dove e9li si dispon,:va ~ef1":8:e:,}:f;~t%~cf1ta~u!t!,,li~n~a;s:o:l::c~ revocò e dimise secondo i su{J[Jerimeuti dei se(lrrlari dei fasci, spesso semplici r,oi·– tavoci di gelosie e di appetiti personali, srn:a un dubbio, scn:a 1m -momento di e– sitazione, pronto.a servire chi comandava, che era il fascista come avrebbe potltto es~·ere il comunista. Gesuita e biuotto, na- ;fo:: ;t~~Ji~~:.il~~(;~el~n~rfai~~:;~!J[;}i: ziot1e della sc11ola. L'opera di spiona9r,i: 1 e dela:ione neU'inseqnamento fu da lui perseguita ron evangelica fede. Che tutto ciò doves,1e me1Utrr prima alla dentorali:– .:a.:::ion,:, ,poscia "llo Sf/l"f"lolamr11todcU'or– ya11iz:a:ionr della coltura, egli nè eom1,re– se, 11(!, oomprc11dC11àolo, rimu1:iò a co11li- 1marr. Questo organismo· delicato deU'w– sc(l1wmnito, fatto di t>lrmc,1Hi1npo11dt?ra– bili, tu.Ili lf't7ati fra di loro, 11011 può 1:i?N;oe che nella fiduciit e uclla libertù, in un mn– Uie11tc,JJt·rcosi dire, d'impunità dcll'erc.,ia. 1Yo1i s1•mpre l'uomo colto è un uomo Coraggioso; quo11dnl'i1np1·rvcduto risul!ulo del suo trava9lio gli sembra essere la per– dila della carriera, per non parlare deUrt pena ffaica o tif'llft sita paura. spesso si «l/l-Osf'fo,si «bbatte, se11teparali::arsi, am– mutolisce; e la roltura si arresta. - E questo tcrrori:;;amcnlo drlla roltm·a, l'an– tico alUevo rfri gesuiti, rima:,to un docile str111nr11to<lella Com1mg1lia, a sod<lisfa– :ione drl sito livore clrri,.ale f' del man– da/I) fasrisla, si assirnse di e.,cgui1·c. Jfo ora i l'isultati si scorr101io.Qua:che Pon:il') Pil'lto della soli/a fabbrica di rar– trmc fa.,cfata tlemm:irt i 9nai della collum. Son .,i lc9y,· 71iù, 11011 si st1ulia più, non ~i pubbliN1 J)iit 11ullaclu· si(Jnifichi qualt:h.J rosa per il mondo deUn gr11le colta. rii il fas1·iM1w r/11• (l,,i.metodi varlamcntari eo- 11oscc ,w{11 fati grossolanamente 11iUron– ,vcnirnti, 1 ..-:1•:di i1uliiiiduai-e 1m respon– sabil•'. e 111 .,c-a,.cùtdoll'tt{licio, per sosti– tuiryli wl'altm Mmpor,rn, che dovrà con– tinuare la cle,1asta:io1ic: salvo a prepa– rargli la medesima sorte. . - - -- .. --- ---- - . - -- ....... - --- .. LA CRISI YUOOSLA V L,1 J11r10.1l,11:ùt lut u11 mi11i~ter11 n,,1 110n h,, l'iwlla la Hlft aiù. Tal,, è almc110l'opi- 11iu111.: dei due :at:c:i',~~:c::osi:ione Rodie Il PARIGI 29 LUGLIO 1928 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE SO, Rue Labat, SO - PARIS (18' A,r') - Telefono: Botzori, 25-99 IL GIORNALE SI PUBBLICA LA DOMENJ'CA 11 problema demografico IL NUMERO E' POTENZA Net problema dcmoqi-afico sono guai : i r: 0;:t1::tr~r~i 0 èi i~ivi~:;idl"J~~i:J~~~i. del- Risullato, a11elte questo. delle battaglie fasciste. La cosa 110n è parsa così. t,:rribile ad uno scrittore del Secolo-Sera, U q1tale ha uritto un 01·licolo pc,· sostenere la tesi che la diminuzione del mtmero delle nascite ~oc~,:Tc!~~.a~roil:u ::~:i:}~~f. k'fa~ttio~e- Ma la stampa fascisl<I oli è saltata ad– dosso col "duce» in persona in testa. Il quale "cltlce » ha scritto un arlicalc, per dire che "il 1uwtc1·0 è pote11za "· Ah sì 1 E allora la Cina è la più ora11depotenza del mondo! Avendo scomodato Babilonia, k, Grecia, :j~~l:~ ~~t~~:t~a!~11~,t -~~:f ;gt:i !o~~l~:fei~ "lfei cimiteri c'è la pace dei morti, non fo potenia dei vopoli "· Non è, come vedete, la scoperta della America! Nè scoprono l'America gli altri t7iorna– listi del littorio insorti contro i reliquati dell'Italia, atea, positivista, q.nti-reli9iosa. Il numero è potc11za ! Il nrimero è anche poten:o, se coincide con tutta una 1erie di altri fattori di cui ii principale è l<iricche:ua. Ma essere molti e essere poveri non fu mai un bua,l a/{().re. Nè per la pace. Nè per la guerra. I fascisti e l' Anschluss Comunica11do nella rcliuionc di Schubert della ca11;:;onc popolare, duecentomila te– deschi di Germania e d'Austria si sono, la scltimana scorsa, incoutrati a Vienna, e, com'era naturale, si sono, mw. volta di più, riconosciuti f1·atelli. Cosl la questione dell'« Anschluss n, e e,ioèdell'vnionc qcnncmi,.o-austriaca è sta– ta pasta una volla di piit. D'hanno posta qli uomini politici - il bor(Jo11wstroviennese Seitz; il presidente del !lcich,tn(J, Loebe ; il ministro del Reich, Severin(J; i socialisti ed insieme i naziona– listi. Jfo assai J)iù eloqui?ntementc l'hanno posta i fatti. O(J(Ji l1tlti sanno che l'« Ansehluss" è per i tedeschi di Germania o d'Austria 110nuna questia11'?voliiica, ma una que– stione nazionale e sentimentale. Popoli della steua ra:za, della stessa lingua, aventi comunità cli interessi, pro– clamano davanti al mondo la Wro volontà di non essere pit't,a lu11goseparati da una frontiera artificiale, imposta da un trat– tato. Di fronte a questa proclamazione, la stampa fa&cista italiana, ed una parte di quella francese, (]ridano allo scandal-0 ed alla violazione dei trattati. Come sempre, la posizione del fascismo è buffa. E' di un mese fa il discorso del «duce,. dove i trattati erano dichiarali caduchi visto che non .son-0opera divina. I Divina è dunque questa separazione della Germania dall'Austria? E se i trattali sono caduchi per qua11to concerne le frontiere 1w9hercsi, come mai possano essi essere intnn(Jibili per ciò che riguarda un'altra frontiera? In materia è tiota l'opinione nostro. Noi non abbiamo mai ,.011siderati i1Wm9ibili i trattati del 1919-20. Appena essi erano sti– pulati che ne vedemmo i periroli. Jla sempre pensammo, è piit ancora lo pensiamo oggi, che quella della revisione dei trattati è materia scottante. 1\'ona tutti i: data maneg(Jiarla. Per i Mussolini, per gli llorty, per i \'ald,.marns, la revisione dei trattati è opera di guerra. Per le de– mocra:ie è opera di 7)ace, per il consoli– da1nm1todella pace. Si yricla in ltfl.lia, dni fascisti, al 7Jeri– cala· d".'lla Grallde Grr11umia. E' forse se– condo 1m calcolo aritmetico cli popolazioni e di fl'anliere che un periodo tedcs,.o J)UÒ esistm·e 1 Germania più Austria, ug1wle pa,.e, se la progressione delle forze social-democra– ticltc prosegue e se le classi lavoratrici han... no la niono - n almeno u11anwno - sulla repubblica. Germania più o meno Austria, ug1tale (]Uerra, se Germania od Austria dovessero divenire un feudo reazfonaria del fasci– smo e del ra.:::ionalismo. 'l"ale e il problema. Si lavora per la pace non impcdendci la unione di due popoli fatatme11te portati, per ra9iani storiche cd economiche, ad 1tnirsi, ma lottando e vincendo i due floqelli della epoca: fascismo e nazionalismo. IL DRAMMA DEL POLO Nobile na.viga. verso l'Ita.lia. Sul dramma del Polo l'ultima parola è già stata detta ? I competenti s'accordono a dire che non c'è più speranza di poter salvare il secon– do gruppo degli italiani, quell-0 Alessan– drini trascinato chissà dove dall'involu- f•~~ei: ~i u;;r:a~a~i:/:en:~:~i~c:.rsuir baud e l'equipaggio del Latham 47. Ma mentre le ricerche d1trano, la sta,n– pa interna:ionale continua l,a. sua impla– cabile critica della spedi.zione. Taluni motivi, veramente anti-umani, di fosse da chiunquP avanzata sarebbe imme- l Questo diceva con molto tatto la Ga-i– d!atamente resJ?int~. Mentr~ deve e~sere zetta di Francof~rte in un suo tmmcro re– ricordato che 11 primo avv1statore d1 un cente. Questo giornale, vantandosi di non gruppo di n.au !rag~i _fu l'~vi~t~re ~t?,liano avere pu~bli~ato le atrocità "mise" con– l\faddalena, il Cons1gho dc, Ministri mton- tro Zappi, rtlevava che, insieme al mera– d~ di farsi interprete del sentimento una- viglioso salvata{Jgio compiuto CUJUa Kras– mme del popolo italiano, ringraziando lutti sin, ci poteva essere un "[atto politico " col.oro che si. s1:moprodigati. al ~lvata.ggio per i russi. Ed agqiu11gcva: · .. Ma astraendo dei naufraghi, m modo speciale 1 russi del anche da tutte le fantasit1 macabre restano 11 Krassin » e vols:endo un pensiero rive- dc9li interrogativi specialmente s~lla sin– rente alla m_cm~ria dello svedese l\talm- folare attitudine del governo ilalinno di gr~i! ~u1e1J~~~l~ft~~-Pomella n, 3~o~t:a a~1~ 1 i;~~n; ;!u~1~~a~1gf~oO ~~i~!~~ La soiloscr_izione ha raggiunto 115.000 franchi. Poco e molto. Poco ri– spetto ai bisogni della " Liberia" che non ha altri mezzi. Molto se si pensa alla esistenza difficile dei profughi. Ma bisogna fare di più. Chr vuole la lotta deve volerne i mezzi. La sottoscrizione del la " Liberia" è il ter– mometro della battaglia antifascista. La popolazione d Nizza non vuol ricevere Mussolini li Comitato Francese d'A7~{~~~A,A~~f)!~Ci- ~tt li~~is~t/°!~;ne lri~~r1si1!:i jr:ir~tt:;~ scgur-nte: « Signor '.'lfinistro, u Il 10 maggi'l scorso, l'Agence Hova,, annunciata che, tra lo perP-onalità che a– \'r<>hheroparlecipato all'inaugurazione del– la linra ferrovia.·ia Nizza-CunPo si snreb– horo trovati il re d'lt.lia e il signor Mus– solini, presidente del Consiglio. "Dn due mesi Lutla la stampa francese ha pubblicato questa notizia senza ohe sia giunta alcuna smcnlita ufficiale. << D'ali ra parte, dei oolloqu i hanno già ~ i,~W 0 1 r~ 0 ~~1faPJo1'~;a~~-\ai I /ir 0 ~1~ 1 ~rg~h gnor Mari, sindaco di Nizza, cd i funziona– ri del signor Tardicu, ministro dei lavori pubblici. 11 Se si aggiunge a questi fatti la doppia ed incontestabile pressione esercitata in 3~:s~e:i~~ ~ae1l~ ~!~~~ 1 ~à ~Iaf~~~~~i ~~! certa stampa accorda a questa cerimonia, noi possiamo concludere che ci si sforza. di preparare l'opinione pubblica, in vista di far realizzare l'annuncio dell'A.9ence llovas. 11 n Comitato d'Azione per la regione nizzarda, raggruppante tutte le organizza– zioni sindacali, politiche e filosofiche a ba– ~1 ~fir~~~f::a~ si vedono nella necessità « Considerando : 11 1 • la -situazione speciale del diparti– mento delle Alpi Marittime, ove vivono J?ib .di. cent(?Cinq_uanla mila lavora!o_ri 1ta– lta01, antifascisti nella quasi totalità; u 2' L'emozione intensa provai . varie ri~~o d~~ 11 beRfcI'o~'t~Jfs~~r!fa~~~~ 0 unadl:uleJ; Mussolini, esaltanti le miro irredentisti– che ed imperialistiche del fascismo, co– me dall'atteggiamento offensivo o provo– calol'io della stampa del (< duce " ; all~ 3 ;,a~~rrt::o,~l:.~:~e~ra~~~7~ec 1 d~ 5 ft/~~ tura fascista, di cui Mussolini è il capo autorevole. ,, li Comitato, essendo giusta.mente g~~~ci~~fltl 0 c ~e'\;:a~tdia if~~~~1f~i us~~ suscettibilo di creare degli incidenti, sulla ~~~1;ii_à d~aid! 1 i vr::m;·,~t.J) 0 ! 0 ~,1ini:i:~~ degli Affari Esteri di voler usare tutli i mezzi in suo potere per far modi0caro 'le disposizioni annunciate per l'inaugurazio– ne della linea Nizza-Cuneo. "La popolazione delle Alpi Mnrittimè non vuol essere spettatrice di una. ceri– monia il oui carattere fascista sarcbbo considerato eome u'na vera provooulone contrc, la quale essa ai erge In anticipo oon tutto le sue forze"· Pubblicando, per informazione dei no– stri lettori, questa lettera (già riprt>dotta dai giornali francesi), dobbiamo far os~er– vare ohe non si tratla. di una manlfeslazio– ne di dcterminaLi gruppi politici di estre– ma, ma di una vera e propria sollevazione di tutta la popolazione di Nizza, di quella gggto~~ziiÌ~le f;;~~sc~~.dsoe~~~: l~s;~:z~~~g; aspirazioni dell'imperialismo ilahµno rap– vresentato da Mussolini. Del Comitato autore della lettera di cui sopra, fanno !?arte : Parti J\épublicnin So– cialiste, Parti Socialiste (S.1".1.O.), Porti Communisto, Jeunesse Communiste, Jeune République (democrazia cristiana), Carte! des Services pubi ics et concédés Carlo I ~itio~eGJ~:;areu~~CTr:~~ffdJ~rtsllir~~nir:i; Française des Droits do l'llomme, Secours Ror~fe~t~~~er~:~~~:~/.,i~;glf!~ei~ge. qualche l&mpo un'nllra. organizznz1one che pUl'0 ~~~ Ltbé/i~tededela c3:;~~~1~! 0 ( r~: f~zc~:r~~~ di cx combattenti francesi). _La.nobile indignazione 'della popola:io11e d1 N1::a traduce certamente i sc,ilimenti della intera popolaziot1e. Ma, seeo11dono– tizie d~ 'f!Oial.tinte alla "'},i!Jliorcfo11lc, tul Mussolmi nè 1l re d'ltalta snrmmo ospiti del (JOVer110 repubblicallo a Niz:u.. Jfossoli11i non ... ama i viaooi. E9li 11èlta tolu.{(} rCc(irSi a Barcellona, do'Vc era fo- ;,:~atgct~l s~~1:l~Ci~i n;a~:~~r,a;l~e~ef:,_[ii~ rf~~:iiu.a Parigi, per la firma del patto Nè sarà a Ni::(I La disoccupazione è in diminuzione Ma è merito dei lavori (lgricoli li nuovo ministro dell'economia t1azio- :]~fcgo~~·r~~~1Ì::11~•atig u~~~~l~rdaLl iifr~ disoccupazione. "Il numero dei disoccupati totalm,.nle 'P<>I' rnancanz'.' di lavoro è di circa 2',7 ood ~on una. diminuzione in' confro'nto del n1e– s~ precedente di circa 59.000. La diminu– z1_one b dovuta, specialmente. al ria~sor– bim_cnto cl~i disoccupati nelle categorie agncole (d1soccupnli 27.3H in confronto d<>i 61.172 dl'i mc.::ieprecedente) o nello çalcgorio edili (rlisoccupali 62.580 in con– Jrontf) dei. 7~.270. del mese precedente). "Una d1mmuz1one !'enslb1le si b vcri– flacata anche nelle categorie le!'!sili (disoc– cupati 5!1.!")25 in confronlo dei 58.350 del mese precedente). Qucs.le c,i.fre uffl~iali vanno prese con bM1<>fk10 cl mvtntar10. Ad ogni rhoclo an– cl~c . cosi. come sono. esse d irono che Ja. ~ltmrnuz.!ono della disoceupuzione non b rn funzione di una ripr'r,;1u induslriale (che non c'è} 'l'!a dei lavori agricoli, che :-ono trmporane1. Vini! i .quc:,Li. lavori gli indici dPlla di– soccupazione r1prend,.r.1,rno n salire, co– nio .h~nno ~af_todal 1925 ad oi;:-gi. E mfa!t1 rnler<>~~anlr 11olare chi' 13<>– ,L'U<>(tdo le cifre uffìc1ali dt'! mrnistro l\lar– !r•J11_, h disoccupazione è aum<>nlala dal lu.t:-!10 !ll:W. (l'poca i~ cui :,i dava la cifra ili :n.6,~ <l1:-otcup::t1) dC'I :w per ccnlo. 1'.ffrt!t (.]ella ... nvalulazione. -- --- -- - - -- - - .. ------ - - --- • 1, /.lo t hr· i furn1tMi!i 111i 1ulir1111J 1, r·nsl 1l "ra.<;" di .llilr~111, .l(11ri11 (:frtmpr;fJliin ~!Ht l'f'ff'll[t• '.f'/'/11/ll///ll .JH'J' l'illflllf/llNJ– •11/JW tf,-f !l''!t'1111,Jr,Jlf1 ,1,-1{,, ..,.;.,,; di C1,1n- 1w.": r111dr1ti. iit J1r•ll1•9ri1111!}!}i,111 .lfiln,w. /:,,snaerr,/1 .' I fuorusciti si contentano di ricordare ~:~i' 1 ;:,:~::i:t~ a(tiltulini 11r,1le ,·apine a

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