la Libertà - anno II - n. 30 - 22 luglio 1928

ANNO 2 - N° 30 « Non è improbabile che contro il vecchio mondo sia necessario aumentare di se• verità>>. ARNALDO MUSSOLINI la Li ertà Un Numero : 0.40 Vecchio mondo ? Aumento di severità ? Il fascismo non ha dunque stravinto ? Ogni oppoaizione non è dunque polverizzata ? Il fascismo ha del piombo nelle ali. ., Popolo d'Italia• del 15 lugllo. GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA ORDINARIO l Pei un anno .••.... , .. ,.. 20 fr. ABBONAMENTI Per ,ei nmi . . . . . . . . . . . . . . . . IO fr. ESTERO : IL DOPPIO SOSTENITORE 50 fr. 25 fr. PARIGI 22 LUGLIO 1928 GUERRA DIGENERAZIONI :\lusisolini farà. la guerra? Xon la fa– rà? Questo è il problema che va scru– tando una stampa leggera, che vive giorno per giorno dei fatti minuti della. cronaca. cd una diplomazia professio– nale che, essa pure, non guarda oltre al «successo» dell'ora che passa . li pro– blema è ben diverso ; esso non è allua– le, ma. poten::.iole. Possiamo dare per sicuro che MuS!-iOlininon voglia fare la guerra. E ciò per il motivo mollo ripe– tuto che non si fiderà mai a consegnare le armi ad un popolo esasperalo della sua tirannia. La sua politica eslcra sarà. sempre vassalla di quella interna, che lo fa essere vassallo di quella inglP.:;e ... Ma la guerra è una cosa che si pre– para le_ntamen.te ne_!fo~do della r~zza_e che poi scoppia, piaccia o non piaccia a quelli che l'hanno preparata. Il fasci– smo con la educazione che dà. a11a ~io– venlù dei 8a.lilla e delle A vanguard1e e con l'urto che sta creando tra la gene– razione che è al potere e quella che le sta immediatamente dietro 1 sboccherà alla guerra. La rivista fascista La Conquista dello Stato nel suo ultimo numero reca un arltcolo nel quale pone la queslione con una precisione che sembra furore. L'ar-: ticolo è inti1olalo La generazione . dei ,,ent'anni. E' quest.a - sostiene l'<!-rhco7 lista - la generazione che ha dinflo d1 dettar legge. Ma essa già sente alle. cal 7 cagna la genera::.ione dei vent'anni. J?i questa ultima dice che sorge con l'ansia di sbrigarsi da ogni tutela e che si tenta," ma se non è ancora arrivata e che lenta, Lo Statuto di Tangeri Martedt a Parigi è stato firmato il nuovo statulo di Tanyrri. L'Italia ottiene le mo– difirar.ioni ur111cnti: tre membri italiani all'assemblea legislativa; un posto d'am– ministratol'c fl,1[/iunto alla gitutiiia; un r,iudic~ italiano ncUa giurisdizione mista; un uf{irialP i'ncaricato di riferire ,uUa o.uervama delle clausole di neutralità del– la zona interna:io1Uile. L'Italia all'incanto Il fascismo pensa di disfarsi delle ferrovie Ro~1.,. 16 luglio (n':'-.ll'a corrispondenza particolare). - Sul rnnpa~to mi'nisterialc -=i comincia a vedr-re un po' chiaro. ln so– stanza c'è un l?a~saggio di poleri da un gruppo affaristico <Hl un a!Lro. Il nuovo gruppo i~perante fa c:1po al senatore ~lc– ye, e.li 'l'rwsle noto p1•-.cccanccle!la N~v\– gazione. Di queslo grup.l?O il nuovo m1~1- slro Mosconi f:aril il c.locil~uomo di p11gl!o. Con quale progrt1111ma ? Si dice che questa gcntf" non puo' più a)1òarc avanti co"i: che hanno aperte Jal– lP tr"mcnde nPl hil1111cio, che hanno necr:-– sità a~soluta di continuarc a spcnUere paz– zescamente come han fallo e fanno, e che sarnnno co::lrctli a qualche colpo grosso. ~~~ d~Wi ;e,~dil~\frt~~o mt~~~do c~~~~~= zo a due miliardi di risparmio ogni anno riducendo l'interes,-e sul consolidnto al 3 ocl al 3 1/2per cento) in un secon<lotem– po vendita delle ferrovie, vendila della azienda dei tabacchi (vincolata fino al 31 dicembre 1928 per l'operazi•mr>di slabi– Hzzazionedella lire). Infine vi è chi parla di prelevamenlo sul 11atrimonio. La conversione della rendila è <hl. tempo pronta ma è slata S4'onsigliala per ora. E' sembrato che fO!<"etroppo vicina l'altra ~~1ftF~~ri!ie ~ul~nico~~~L~;f~~~o.dJfa nd i~~ cietà che dovrebbe rilevarle dallo Sfato sarebbe affidata a la Commerciale che sta y,renclendo una padronanza. as~olul~, con: f~~ci~(/ èf 0 Jf:!a~6e aildre~t~nt~lr!~~~g: 0 ~! Toeplitz in America. non abbia avuto altro scopo che quello di trovare i capitali per il momento in cui il GoYerno df'ciderà la operazione. Negli abissi criminali del {a,ci,mo Toeplilzcontro Toeplitz Il figlio denuncia il padre Chi !P,a-gc soltanto i giornali di informa– ziono d'Italia, lullochè fascisti Lutti quan– ti, non rif'SCCad avf'rC un'idea esatta dei fondi criminali del fasci!.mo. Per politica o per neccssitù. di tiratura cotesti grandi giornali f:Onotenuti a darsi un certo con– tegno. Di rPgola schivano o,rrni accenno alle lotto fratricide interne dP.l fasrismo, limitandof:i alla fanfara per lutti i gerar. chi, senza disfinztone. Per apprendero eh" rosa sia i I fa:,ci~mo biBo~na av..,rc lù stomaro cli spogliare i piccoli rhdomadari, i fo$rliprovinciali, do– ve si !<Caricatutta la melma cli odio, cli rupirli~ia, di livoro che è il substl·ato del fasci!'l-mo.01gi ci capita per le mani un giornaletlo Potria, .~1?ttima11ale di coltura, ~~::ti~~p:tdi1,::,~:z'?lWorL: 0 1;i J1a~!b~~f t luglio cd è lutto uno specimen o se volete tutto uno specchio in cui si rifrange l'ani– ma vera del fasci!òlmo. Lasciamo da banda le polemiche del si- t~~fn~~~uc~gfroR0n~~~0a~t~0 J~a:sta~g~ est no una "entina di volgarità, di impudenza, di inl imidazione ricattatoria. Lasciamo an– cbe fa parie un tranlotlo di colore, preso da un aJtro foglio dello stes!o calibro, Il scl?;agr,io_. Quest9 .ulva(l(lio, riprodotte le pal'Oled1 Musf:olini(cosi... vere I) sul Can– didi?: n In politica non ho mai guadagna– lo un soldo. Odio gli uomini cho la poli– tica arricchisce u aggiunge con il l.ono si– curo di chi sa come vanno lo cose in que– sto mondo... fascista, questo commento : "Si pagherebbe a sapere che cosa pro- [)e;g~170ra~f!flnert~:~: ti.a~~'i. tt J~rf L. ìil. N. O. P. Q. R. S. 1'. U. V. Z. u - tuLto l'alfabeto! ad opera dei (Jiovanissimi arnesi scalale •·••••·•·•··•••••••••-••••••••••••••••••••····••••••••••••••••• disoneste (udile, udite come la .raur8: avara del poslo fa parlare questi ca111 rabbiosi dei loro ... fratelli minori) e che teme che i trent'anni afferrato l'impe– rio creativo ostacoleranno i vent'anni tome non nemici ma co11corre11ti. Ciò che ha formato la nostra attenzione il nostro orrore, dobbiamo dire, è un !ra– flletlo, firmalo Sett (Settimelli ?) ed inti– tolalo Toeplit:. La levatura di questo contrasto è quel 7 la di pancie piene che odi<1:noi .ventr~ !~ri~a~i r: 1 ~e~:;~i!111Iedeo:.:r 0 ~o1f!)~ l'osso per cui la Conquista dello Stato si commuove e per cui esso parla. Balbo Co.radonna, Arrivabene, Bastia.– nini... ècco la gente dei e( trent'anni JJ, che è a posto da uno, da due, da Ire aaDl.,t çhe è preaa dal terrore folle del• 10:'-t;t~""""'b~~- nc:Jla a.3ceia di ,iueni dei vent"iiil'riflr"l!il 'Il' flringe, si agguerrisce per sbarrare la porta verso cui si muovono cou impelo barba- ~i~~n~ f! 0 ;;.~!~~t~~a 1 d(d~~'er~~ ;~~~~~ tentare di restare « applicati " a 750 lire al mese per ... trenta anni almeno, cioè i~s~~~la~ g:~~gefu~~mlaai~~de~/I~~io~~ una gioventù che dai pre~ece_ssori h~ ereditato la fretta-fretta d1 vivere, d1 5alire 1 di godere e di non lavorare. Ossia di lavorare secondo l'esempio dei fratelli maggiori. Ora quale giuo~o s}uoche,rà nei de~ti– ni delle cose la ribellione di questa g10- ventù? E quale influenza esercilerà l'i~– segnamento tutto intuizionista, sen.ti – mentale ed irrazionale che quesla gio– ventù avrà ricevuto e quali contraccol– pi avrà. l'esaltazione nazionalistica im– partita oggi in Italia da tutte )e c~tte– dre? Normalmente, una tal•? situazione è senza. uscita. Tanto maggior pericolo, dunque, che ne cerchi una, anche pazze– sca, jn una qualunque avventura. II gusto dell'avventura, il cuUo del terno secco alla lotteria. della vita e del– la storia 1 non è forse tutto ciò che a questa gioventù è stato insegnato? Ecco come al di là del bussolollismo diplomatico fascista e rlei suoi parlenai: re:, che ne ignorano gli int.im.i.mo_venh e la natura, e si rallegrano o st m_d1gna– no per un discorso bluffistico d1 Mus– solini, sia per la pace o sia per la. guerra - va riguardato il problema umversale della pace e della guerra in rapp?rto al– l'Italia fascista. Esso va posto m rap– porto a q_uest'allra " gioia >) che si sco– pre all'orizzonte - la lotta tra le gene– razioni · quella immediatamente al ban– chetto, Quella immediatamente alla por– ta. Non dimentichiamo che nella grande guerra è caduta grandissima part~ della genera1jone che avrebbe oggi dai qua– ranta ai cinquant'an~i. .I morti h.anno ceduto il posto a questi di trent'anm mal maturati negli anni della guerra e del– l'immediato dopo guerra. S'è prodotto ton jalus: la gente che oggi av~ebbe età, esperienza, famiglia, senso d1 r~– spon3abilità o non cè o è depressa e di– spersa. Prevalgono i più giovani venu~i su dal 1914 ad oggi, nel modo che é r1- ,saputo. In un paese fondamentalmente pove– ro in tuHa l'estensione del termine quale !cf ~~~i~r~a q~~~iaf~t~l~~owisa del fa- tv_fase questo vuoto apertosi improv– visamente nella compagmc della nostra vita naziona'.e è stato esiziale per noi, in quanto ci ha dislolli i seguaci su cui avremmo potuto contare, esso reca pur~ al fascismo ed alla nazione intera degh enimmi pieni di paura. Dopo il salvataggio dei superstiti deJI' "ltalfa" Una lettera di Filippo Turati al Governo francese, ali' Ambasciata russa al Ministro svedese Il KRASSJN ecJ. il prof. SAMUALOV/TC, capo deUa ,-pediiione soviettica. Dopo il salvataggio ad opera della nav~ rompi-ghiacl'io Krassin di due gruppi de, sopravvissuti dell'Italia, Filippo Turati ha inviato la seguente lettera : A Jlonsieur le président du Con– seil des Ministrcs français; A Jlcssicurs tes Ambassadeurs de Russie et dc Suède. d'avant-gardp - dont la {Ate nationale e,t un peu la féte universetle de, peuples civilisés, toua néce11airemcnt conjurés dans l'd.pre lutte d'esprit de liberté et de sotidarité humaine contre toutes les th– r1:mnies - celle des t!léments br1Llauxde la natttl'e, comme celle - plus hideuse en– corc - des ennemis mortels de la démo– cratic et de la pai.r. Eccolo, senz'altro : (e Toeplitz clamoroaom..,nteaccuaato non ha fatto che questo: sfugyire ad. ogni costo ad una qual8iasi e,ame del suo operato. 1, Non sappiamo però se il giuoco può ancora durare. "A tutto il resto una nuova accusa ai sta in queati ultimi tempi a(!(Jiun(Jcndo. E' l'accusa del fiylio Ludovico, O(J(/iSe– gretario del Consiglio d'A mministra:ione della « Terni 11,. che contro il padre acrisse C1;n}f;r~e (À!l !~:1:IIJ:U! "Ba~:~ lo":i~e:: ciale era accusato di (Jravissimi delitti an. !italiani. Anche rccentçmentc il figlio, mcuo riella condizione di precisare I.o aco– po r!i que.•tn libr!', dirhiarò che it libro era stato dettato dal iuo patriotti1mo. e, Talmente i delitti erano oravi che un figlio aveva potuto auperare l'orrOTe di denum:iare il proprio padre ? e, Il signor Consigliere Deler,ato della Banca Commerciale, se non vuole interpre– ta:ioni equivoch.e sul suo conto non le ali– menti con la fuga sistematica dinan::.iayli avversari i. "In ogni modo que1ta volta parlerà il Tribunale». Avete letto? ed aveie capito bene? Toe- ~~/0Rtr?asJf~~i~hG 1 /a fltiigfi~nl~~lai~ ~~rA~~i~fs1~:~i~ 1 n:efer1~r.~oT~1?~i o~i!t 1 :~ il Consigliere Delegato della Banca Com– merciale u accusato di gravissimi delitti an– titaliani u. E scrisse un libro apposta il n Banchiere" conLro suo padre: Libro - dice - dettato dal suo " patriotLismo .,. Oh I patriotlismo, che crimini nel tuo no– me ! PatrioLlismo fascista, patriottismo di degenerati, di disumanati che marciano contro le leggi del sangue e della natura. Di quali u delitti u Toeplitz figlio accusa Toeplitz padre? Noi non lo sappiamo. Il "Banchiere " è un libro che non è arri– vato alla nostra biblioteca. Nella tragedia ~reca, nella famislia degli Atridi, quando 11 figlio assassina 11J)Bdre,la pietà del pae- !en~~ 0 ~6n~~ai 1 n:if}~ftosi~e~~,~~ci~f~n~atfO auk:>rodei suol giorni. Il fascismo ha mo- La nouvelle du brillant sauvetage fait FILIPPO TURATI,député, ancien dernizzato la tragedia degli Atridi. Il figlio par le vapeur Krassine d'un groupe impor- président du groupe aéronau. riconosce il padre e va contro di lui, in- {~;i/[rd~%uc:1d~it[!R:Jia d!~~ile s a1{rc':s~; tique parlementaire. ~~:tl~rÌ c~ns~;Jifn~:i~rnal~~e~~ccqh~~sf~ solitudea arctiqucs, reniplit de joic le cirur La ri.aposta svedese pubblicazioni contro banchieri sono ratte ?,~b;i~le ~sgf;J::;;~a h~:i~1:{tt/1!:::t~se~ La Legazione svedese ha già risposto nei per essere, ~ub~to ritt)~e dal COIJ)~ercio, C'cst en lt>ttrnom - et ma (JUOlitéde seguenli termini : ~~rln: ~ 0 a$~rg, esfa~oltao~~ctgm~dam~~i~ ~~~1n a~~~uy;/aicf'(;~~te,d"f}~~e::;t~st-;;;_ Paris le 17 juiUet 1928. f~~!t~~o~rio~l:}-0tr~ri!~~~i.1t,t~~~1i:i~ ~~= senti-nient unmiime quc je sens le besoi11 JI011sieur le Dépu.té, sicura cho Lutto finirà. in tribunale. Non et le dcvoir d'e:tprimcl', en cetlc occasion, J'ai e1t l'honncur dc recevoir votre let- 10 crediamo... leur recom1aissa11cc é1nu.e,et celle de leurs tre du 17 juillet et ;e voua remercic dea Ma come il patriottismo di Toeplitz pa– compatriotcs d'llo.lie, awr 11atio11sreurs - pal'olea si aimablcs et si reconnaissantes clre è sospetto al patriotLismo di ToepliLz en premièrc li9ne la Ru.ssie, la S1tède et quc vous adl'esscz à mon Goiwcrnement cl figlio ? Toeplitz padre non è andato tcstè ~"ov~l'(l~~;, intcite~ti~cnur[é{!gi~~te;n:;ieai~s~ e:~~t Paf¼~ip;:;· t:i~iig,~;tr':~:é~gi~v~~l b~nt~f;~i:sc1sJ~~~ 6~fg~~ai!oPdYPf~ft~d~ aux nauf 1 ·ar,ésdu Pdle, et d'exprimer à la porlé aux naufrayés du p6lc. gerarchi ? E non appena tornato Toeplitz foia ,•cspofr anxicu:t et l'ardent soultait que Jc ne manqucrai pas d'cn {aire part à ~~~J;g~fi~ah~e1°n~Y:n\~ l~ ~~) 'b~g:,g~)~~~ ta!i~ 1~/,. !~i~~j!~~Jt ;~"! :~l}gi;;b!~s i•Ji1;! mon Gouverncment. lande all'inauguraziono del Grnppo A.::ien– reuse coincidence dc ce modeste témot- ass~cr~~~~~ ~~r~~•- ~~o:i~~~~~t;ele~é:l~t 3 é,dt~ date fascista della sua Banca, sotto il pa- {lnagc dc r_ea1wr,c de reco~moissa~ce af!eC trocinio di :'Ilario Giampaoli ? l'anniversaire de la ylorteuse ltlrération tingués. Che misteri ! Che abissi ! poWiquc du peuple franr;ais - cc peuple Le Ministre de Suède (firma). E chi mai farà luce? -- "" --- - . - -- . -- --- --- ---- .. - -- -- -- -- . ---- -- ---- -- - -- --- ,. - -- - .... ---- -- -- -- . -- --- - .... La repreasinoe L'ex segretario del Partito Socialista al confino Ro~u,., 16 luglio (nostra ~orrispond~nza particolare), - La rcl?ressr,ne contm_ua sistematica. Questa settimana la Commis– sione prefeLtizia ha condannato a due an– ni di confino l'ex segretar.io del P~rtito socialista, Olindo_V~rnocch1. ~o scrittore liberale Mario V1nc1guerra. già. redattore del M01ulo, è stato amm~nito. Pino ~be1;– telli ò staio rimesso in Jlberlà provv1sor1a in attesa di provvedimenti di polizia. UN BOIA DI MENO "FAQON DE FARLER" Un e, nodo», un ((insieme» di fatti 'sembra avviare l'!lalia fatahnente. verso J'avvcnLura, verso cc la i, guerra in ge– nere verso la 1< guerra per la guerra ». E' ii trionfo dell'« i:razi~nale » poi~hè non uno-dei problemi veri ~ella Vita 1ta– Jiana a cominciare proprio da quello della' sua cspansion.~ pr:odutliy3: di uo7 mini e di co~e - prn di uommi che di E' morto a Roma il genPrale Sanna. Era co~c- può essere risoluto, ma soltanl? pref:idcnte dr! Tribunale Speciale. comprome::;~o .dall3: guerra .. Ma lutto 11 Un boia di meno. fa::;cismo è l'« 1rraz1on:'ile » .J! 1 allo e nc:m Strumento fedele al regime, ne rispec- yuò gene1·arc che irraz10nahla e barbarie. i·hiava tlllln 1~ frror-1a o la viltà. L~ ~cn- Gucrra <~i p-c111•_razioni. sorelle. ~~~~e t~~0 ft~~tl~o~~~o!!. \~:. ~~~:~~~n~t CUCl'ra d1 popoli fratelli. . . l trallò di condannare Capello, Sauna ebl~e .\.hl :::e )lu~solini potesse mai domi- PO.!,ll'a e si fece !'llomentaneamento sost1- )1are j fati che ha scatenato ! tuuie : frroco e vile. Odio gli uomini che la politica arricchisce. (Dallememoriedi Musso!lol) IO DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE SO; Rue Labat, SO - PARIS (18' Arr') - Telefono, Bo/zari, 25-99 IL CIORNAJ~E SI PUBBLICA LA DOMENICA Giovanni Giolitti Il politico delle~-~combinazioni" La morto fl.:;icaprrsonal~ di Giovanni Giolitti è giunta quando l'opera sua di !:llatista è completamcnlr di"1ruUa clai fa.scisti, cui egli aperse la via del potere. Per una strana confluenza di cose, que– st'uomo, che all'inizio drlla sua carriera parve quasi un rivoluzionario e ru un innovaLore, cloveva essere l'ultimo mini. stro dello Stato costituzionale e as.iistere - pieno di non confessati rimorsi - alla fine dello Stato parlamenlare. Puro caso? 11 giudizio della storia lo dirà. Gli ele– menti che essa offre fin d'ora non collo– cano certo Giolitti su un piedistallo di gloria. Il Che cosa aveva rapprr>sentato neUa sto– ria italiana il giolittismo ? Il giolittismo era sorto e si era svi– luppato fra due compromessi, il compro• messo fra la vecchia borghesia. reaziona– ria e la. nuova modernizzante, ed il com– promesso fra lo Sto.lo e le organizzazioni operaie. La fine d,3l secolo scm-eo aveva vi~t11 con Adua, con le cannonate di Milano del '98 e con il regicidio di Monza, crollare ri.elsangue e nel fango il monarcato clc– Ticale, imperialistico ed assolutista. L'ora di Giolitti era matu,ala in questa tt'agedia. Freddo e meticoloso lavoratore, questo conservatore piemontese, che aveva per– corso uno ad uno i gradini della burorra– zia, senza lasciarsi dh;togliPre neppure dalla rivoluzione unilaria e dalla campa– gna dell'Indipendenza, era lornalo al po– tere dopo il regicidio con poche idee, ma sufficientemente chiare. Già nel 1892, mentre la borghesia guar– dava con spavento al socialismo - da Crispi denuncialo come un pericolo ed una minaccia per la patria - Giolitti pen– sava "ohe fosse arrivato il momento di prendere in considerazione gli interessi e le aspirazioni delle masse popolari e la– voraLrici che in quasi Lutto il paese sof– frivano sotto la pressione di condizioni economiche, di salario e di viLa, spesso addirittura inique, cd avevano cominciato, tanto nelle grandi città industriali, che qua e là nelle campagne, ad agitarsi cd a farsi sentire 11. Una cicca repressione delle loro legittime agitazioni intese a migliorare la propria sorte non avrebbe - a suo avviso - « risolta ma solo rin– viata la questione, esacerbandola e fa– cendo nas-0ere davvero il pericolo rivo– luzionario,, (1), Egli tornava quindi al potere con un proposito di pacificazione sociale. Con– servatore avveduto, astuto ministro di polizia, dotalo di un solido buon senso, avvertiva quanto vi fosse di assurdo nel– l'ostinala resist,cnza dei ceti conservatori. Perciò li affrontò, sicuro di guadagnarli alla sua causa. Ed agli inizi txovò la via difficile. I conscrvat.ori - specialmente quelli lombardi cd emiliani - lo dissero ebbro di dissolvimento, lo denunciarono come un perturbatore dell'ordine pubbli– co, come un sedizioso allealo dei leghi– sti. Egli lasciò dire. Abile manipolatore di ministeri ed ancor più abile manipola– toro di elezioni, sapeva come guadagnare la borghesia ed intanto si sforzava, da una parte di neutralizzare le forze rivo– luzionarie, dall'altra di impedire la for– mazione di partili risoluti ad una lotta a fondo. Fu il suo, un rinnovato ed ancora più scaltro trasformismo che trovò il suo e– quivalente (Bonomi...) nel riformismo par– lamentare. Giolittismo borghese e riformi– smo parlamentare, ebbero dì mira una transazione fra le cla.."sie bene o male vi riuscirono flno al t9J2. Ben presto i ceti capitalistici si rassi– curarono sul suo conto, quando si avvi– dero che nonostante i;li aumenti dei salari e gli scioperi, i redditi c1·escevano e quando poterono constaLarc che dal Ji. bei·o gioco della domancla e dell'offerta sul mercato del lavoro, la produzione ave. va tutto da guadagnare, allora. gli furo– 'r.o gra(i di no_nrecare ne.Isuo bagaglio al. cuna mtransigenza e d1 garantire l'or– dine senza sollevare l'accusa di reazio– nario. e se1:12a, ~el contempo, rifuggire da mezzi reat.10nar1,come la militarizzazione dei ferrovieri nPl primo sciopero gene– rale e la lunga ti·agica teoria degli cecidi proletari. Il[ La storia del lrasformi.:mo di Giolilli richiama i p~mti salirnl i della storia parlamentare italiana. Eccolo nel 1901 muoversi dal Piemonte a Homa col pro- (J) Giolitti : ~ :-.remoric della mia vita n, posito di fare un ministero assieme a Turati e Sacchi - allora radicalo repub– blieaneggiante - e lungo la strada - di fronte al rifiuto dell'uno ~ dell'altro - dar vita ad un ministero con ampie pro– pa$rgini di Destra. Eccolo nel novembre del 1904 riatrer– mare - in occasione delle elezioni - la volontà liberale del governo, ma dopo il primo scrutinio, Qeluso nella sperata disfatta dei partiti popolari e .$0gllata– mrnle dei socialisti, mendicare e ottenP.re nel secondo scrutinio di ballottaggio l'in– teJ"\·ento in massa dei clericali agitando lo speUro del socialismo rivoluzionario e doll'anticlericalismo. Eccolo ancora nel 1906 - lol'Oato al potere dopo le pa– rentesi Fortis e Sonnino - riprendere il programma del ((mi,1:dioramentodei lavo– ratori n, ma nello stesso tempo condurre a fondo quel proceS!'Odi dP.compo11irione delle forze morali e poHtichc del paese, ohe dovova culminare nella mortP dPi partiti e lasciar posto a quell'inesprimi– bile agglom"rato di interessi che tu da allora la maggioranza giolittiana. Dopo le elezioni del 1909 Giolitti ave~ va lasciato il potere indicando Sonnino per la successione. ì\la il nuovo ministero non aveva baso alla Camera e si ritirò. Giolitti indicò Luz1atti, il quale restò al potere circa un anno P. cadde .su un pro– getto di allargamento di suffragio. L'ono– revole Luzzatti proponeva che fossero elettori quanti dimostrassero di saper leggere e scrivere. La riforma incontra– va grandi ostacoli. Essa spaventava la maggioranza. Avvenno a.I/ora l'incredibile: la Camera, che non era dispo!=ilaa volare la riforma Luzzatti, diventò ad un tratto fautrice del suffragio uni,,er;,alo non ap– pena il dominatore ebbo annunciato il proposito di promulgarlo, roveSCiando il miriislero Luzzall i e riprendendo il po– tere. Fu in quella occasione - nel marzo 191 i - cho Giolilti fece appello a Bis– solati, il quale rifiutò d'essere ministro, ma parteoipò alle consultazioni della Co– rona. La concessione del suffragio universale non c,a rivendicata che dai socialisti e Giolitti la u elargiva" con criteri niente affatto democratici. Al solito, egli si era deciso per un calcolo utilital'io, per e,·i– t are cioè che della concessione del suf– fragio ai soli alfabeti, potesse trarre trop– po vasti vantaggi il partito sociali1ta e per avere il 'modo di controbilanafore coi contadini analfabeti del sud, il progresso socialista fra il proletariato industriale del nord. ~Ile egli partisse da questo disegno, fu chiaro ed evidente nelle elezioni dell'ol– tobre 1913, quando stl'insc un palto coi clericali (patto Gentìloni) per sbarrare la via ai socialisti, i quali ebbero pc1·ò un grande e signifleath-o succes~o. IV Ma intanto era avvenuto un fallo as– sai grave nella politica generale : l'impre– sa libica. Essa fu decisa - fra la viva osLilità del proletariato - nel seltembre-otlobre 1911, giusliflcata come misura di pre– cauzione, bandita come facilo impresa, affrontala con colossale leggerezza e con mezzi assolutamente inadeguati. Durò na– turalmente assai più del previsto, fu fo. riera di grandi complicazioni che la l'i– collegano, attraverso le guerre balcani– che, al conflitto europeo del 191-i, im– poso al paese enormi sacrifici di sangue e di ricchezza, che purtroppo non sono ancora finiti. La guerra libica aprl nella politica ita– liana una nuova e più aspra fase, scosse i; }etargo in cui e~ano precipitali i par– titi, pose problemi formidabili d'ordine interno ed internazionale, liquidò le ten– dente conciliazioniste del socialismo e del– la borghesia, obbligò i partiti e le classi a ritemprarsi nella lotta. Il parLito socialista ne risenti più viva. mente le conseguenze. Dopo dieci anni di quioto vivere, la guerra libica tu come un enorme sasso in un enorme pantano. Le acque morte furono agitate. Furono liquidate le Lendenzeconcilìazioniste e op. portunistc. Nel congresso socialista di Reg. gio Emilia, la tendenza rivoluzionaria e intransigente riprese il sopravvento. Dis– salati, Bonomi, Cabrini, Podrecca, fautori dell'impresa libica .e. ormai aggiogati al carro della monarohia, furono espul!i in seguilo ad un discorso violento di Musso– lini. A Bologna la borghesia formava le sue primo squadre di volontari contro i socia– listi, nemici dichiarai.i della infelice im– presa coloniale. Il tono della lotta di classe e della lotta politica saliva di mol– ti gradi. Nel marzo t9H Giolitti - aspramente combattuto dai soeialisLi e abbandonalo dai radicali - scappò dal potere designando come successore Salandra. Egli pensava ad una delle consuete abili manovre alle quali el'jl abituato e che consistevano nel– lo squagliarsi di fronte alle più grosse dif– ficoltà. Ma maturava l'imprevisto ; cioè la guerra europea. Questa interruppe il processo rivolu– zionario delle nostre masse, E' noto l'atteggiamento di neutralità che Giolitti CO'lsigliOe che gli venne tanta rimproverato. V Ma eooo dopo la guerra e dopo la vitto– ria, in tempi durissimi, ecco che la bor– ghesia Si rivolgeva a lui, come al mago capace di placare la Lempesta. Egli invece do,·eva essere l'ultimo mi– nislro dello Stato costituzionale e liberale. L'on. Giolitti tornava al potere nel H:120 col proposito consueto di sormonlare le difftcollà attraverso pattulzioni coi gruppi e coi partili. rn politica estera ::,i propo. ncva di liquidare la questione adrial ica e di dare al Parlamento - nei p1·oblen1 i della gucna e della puce - Ja slessa au– torità che aveva nella politica interna c:.c.t in quella finanziaria, mo'li!lcando J)Jn'Ciò

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