la Libertà - anno I - n. 19 - 4 settembre 1927

ANNO 1° - NO 19 Pare che occorrano ripe– tute esperienze per convincere certi politici che tutto cio' che è perverso non è abile. CARLO CAITA.l\'EO. la L • ertà Un Numero 0.40 Dalla partecipazione alla Conferenza lnterparlamenJa. re alle stupide provocazioni antifrancesi. Ecco la politica fascista. GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA ORDINARIO ABBONAMENTI ~ Per 50 Numeri.,,,,, ••.• ,.,,,,, 20 fr. Per 25 Numeri,.,, .•.•.•• , .. ,.. 10 fr. SOSTEN\TOltE so f,. 25 fr. PARIGI 4 SETTEMBRE 1927 Il DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 50, Rue Labat, 50 - PARIS (18' An') - Telefono, B01za,;, 25-99 IL GIORNALE SI PUBBLICA LA DOMENICA ESTERO : IL DOPPIO SI CHIAMA IL BOIA giurali, sopratutto in tema politico e di stampa, \n Italia col fascismo si fa il cammino a ritroso - a ritroso dei secoli e della civiltà - arrivando, dopo una E SI CONGEDANO I GIURA TI ~!d\~afer~fo~f![~'!e ~~1 ~i~tjli~f~ 0 ~~•i ;l~~ II boia fa il reingresso solenne in Ha– lia. E' il simbolo pili alto e perfetto della 1( Restaurazione)►, Se il boia ha ragio– ne, vuol dire che cinque anni di signo– ria fascista hanno riportato il popolo italiano ai tempi più bui della crimi– nalità feroce, hanno cancellalo la ascen– sione civile di sellant'annt di vita na– zionale unitaria, resa nulla l'istruzione obbligatoria, cancellato l'addolcimento dei costumi e la consuetudine delle lotte politiche incivilile mediante la candida scheda. Se il boia ha ragione, noi pro– clamiamo al mondo la nostra inlima barbarie ; noi confessiamo al mondo l'impostura della nostra civiltà. Oppure il boia ha torto ; esso non è reclamato dalla pervicace selvaggeria delinquente degli italiani, da tln crescere dei più nefandi crimini - tranne quelli 11 fa– scisti » che non entrano nel conto, et pour cause - ed allora il boia r.on :rientra nei nos1ri codici e nelle nostre ~sanze che come uno strumento di Go.. verno, un ornamento a scopo terroristico, 1un-agge$'giopreminente nella. danza. de– gli scuoiatori. Il regime che non· ha più per trave 'di volta il cittadino e la sua scheda iavrà il boia e la sua S<:ure.E' nella lo– gica. E 1 il disseppellimento dei cimi– teri della storia dei regimi morti, tra– volti dal soffio rigeneratore della rivo– lÙZione nazionale ! Perchè Pltalia nuova aveva eancellato dai suoi codici la legge del boia ? La i;cuola vi dirà le sue ragioni.. .. scolasti– che ; vi dirà che la pena oapi1ale cozzava contro la mitezza dei costumi, che la sua esemplarità è un supposto che la sperienza ha dimostrato senza fonda– mento. L'èra dei più atroci delitti è al– tresì l'èra del più grande lusso di pene capitali, incrudelito con torture racca- f.f:;~t~~~ibittà sd~1~~ ~~fi?;~;i s~irà 1f!6 rendeva ossessivo il terrore dellffrrore giudiziario, togliendo al giudice-giurato la fredda serenità del giudizio. La ·scuo– la infine ammonirà che la società non ha diritto di incrudelire oltre la stretta necessità della sua sicurezza. Se è pos– sibile paralizzare vita natural durante Je attività criminose dell'individiJ.o, chiu– dendolo negli ergastO'li, il resto è eccesso atroce di vendetta, che in cerlo qual modo abbassa la società al IiveJJo pas- !}~o:~i~~J~~~~\ei;t~~5r~ ~ c~: deità con l'uomo del delitto, .perchè essa. rappresenia un concetto morale supe– riore, di cui la clemenza è parte inte– grale. E' questa è hr ragione del nessun fondamento al detto famoso di Alfonso Karr contro l1abolizione della pena di morte : u Oui, que messieurs les assds– sins commencenl "· No ! la società mi– tiga le pene dei suoi codici per rispetto di sè, senza attendere che ~li « assassi– ni ii glie ne diano l'esempio. Ma al di là delle dottrine penali c'era' Una ragione tutta politica che aveva fatto licenziare il boia dalla società italiana. n boia era l'argomento sommo .delle ti– ranniche dominazioni s1raniere. Duran– te le lotte, le cospirazioni del Risorgi– mento contro i Governi stranieri e quelli ~ispotici interni il boia aveva trop-J>? la– voralo per tenere col terrore gli 1lalis.ni pppressi. Il patibolo era stato l'onore estremo dei « patrioti », - da Andrea Vochieri a Tito Tazzoli, da Monti a To– gnetti a Oberdan e Battisti. L'Italia nuo– va, democrat-ica, unita come nazione, negava il patibolo negando la necessità ,di governare col terrore, fondando il diritto dei governanti sul consenso libe– [O dei governati. Ora eccoti che col regime fascista il boia fa il suo reingresso solenne in Ita– lia. E 1 la confessione dell'identità di natura, comecchè di molto pegs-ior:ita, della tirannide fascista e delle tiranni– di straniere. Tutte essendo contro la vo– lontà della nazione, tutte opprimendo .spietatamente la nazione, debbono aver rJcorso alla pena capitale ... E specialmente nei delitti politici, Cioè jn quei delitti più formali che sostan– ziali, nei quali non solo minima è la criminalità dell'agente, ma, al contrario, è massimo lo spirito del11altruismo, la passione di un ideale elevato, a cui il te delinquente}) sacrinca tutto se stesso, in un impeto d'amore senza limiti per i suoi concittadini. In fatto, anche le le– gislazioni che non seguirono l'esempio italiano dell'abolizione della pena di morte, la mantennero soltanto per i più atroci crimini comuni e la cancellarono per quelli politici, almeno in tempo di pace. li nuovo codice italiano che annunzia quell'anima torva del min. Rocco, se– condo i riassunti che ne danno i giornali, assorbe tutte le ultime leggi speciali che ~~n'1j~s~~~i~d~itfe~r a1t~i ~~~~~ èitg~~,~i dire che il fascismo disperando di essere mai accettato dagli italiani, fa diven- !!~~or~,n~;~c~~ Ìn 1~:~f s~:~i~~z~i~e di~ vevano valere soltanto per un periodo transitorio, quello della stabilizzazione della cosidetla rivoluzione. Quesla è una confessione che per inolli versi ci con– sola. Il fascismo sa di accamparsi in Italia come un esercito invasore e siste– ma la sua difesa coi metodi eccezionali ~t;:~~ ~~t:s~H: d:Aic;~g:z~in:i~l; non è affatto della società e della nazione italiana, ma esclusivamente sua, del fa– scismo come nemico occupante il nos!ro povero Paese. z)~~ fu~~Ì1•~~~~~i~nd~ 1~1Ì!t~i~~jJ'~~= polare: altro caposaldo della legislazione t~i~i~: 1 raf!n1edi~r:iiosi~sè)q~!!l~s~~- ~~ f1 nemico ,> non se ne può lasciare la applicazione ai giurati, espressione de– ~gata.. della nazionP oppressa. 11 regime non può ammettere altri « giudici » che i suoi impiegati, i stioi servi, i suoi sche– rani. C'è .una logica. I martiri italiani furono sempre giudicati da « commis– sioni speciali». Le forche di Belflore hanno consegnalo all'esecrazione degli italiani non i nomi di cittadini giurati, ma il nome del famigerato giudice Sal- :6i\1!·nf~J'(~f;iin3::~\o"/~~r~t ~ c~~°u! no a certe domande sopra le circostanze di un determinato fatto ; ma il proprio della. « giuria n in tutti i paesi è di te– stimoniare la coerenza di una legge alla coscienza mnrale e giuridica di un paese. [n Italia, per esempio, finchè durò l'aber– razione di considerare J1infanlicidio co– me un omicidio, punendolo con le stesse g~~:1~ ~~~~a\~e~i!fe 0 ns:; 0 d:tra.1tri ...nFii~ chè il legislatore capi e distinse nella classificazione penale l'infanticidio dal– l'omicidio. La giuria concepiva così la sua funzione in un certo senso legisla– liva, ossia attestava la convenienza della legge al caso che le veniva presentato ; che se tale convenienza non ravvisava. poteva salvare il giudicabile dalla con– tingente ingius\izia della leg~e. Funzione squisitamente politica, in cm si ritrovava la nazione depositaria del diritto, so– vrana. delle sue leggi perchè padrona sempre della sua «volontà"· Nu1la.di più naturale che la. tirannide, spogliando la nazione della sua sovra– nità, e ben decisa a calpestarne la vo– lontà, giunga, di eccesso in eccesso, aUa soppressione ·del giudizio dei giurati. E cosl mentre in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Scandinavia, in Ameri– ca, ovunque c'è democrazia la tendenza è di allargare la sfera dei giudizi dei rati. Ciò completa - ripetiamo - il richiamo del carnefice dal suo congedo, .che doveva essere definitivo, ed il lusso veramente straordinario dcli' estremo supplizio prodigato non solo per i reali comuni più gravi, ma sopratutto per i reali politici. Correlativamente sono tutte le pene nel codice fascista c!tesi fanno più gravi e crudeli, per ogni specie di reati. E' sempre la stessa. esigenza del terrore, propria dei governi di estremo dispoti– smo, quella che trascina. Esigenza vana, però ; perchè - come la storia dimo– stra - oltre un cerio punto lo spavento della pena non agisce più - anzi su– scita lo spirito della ribellione e la vo– lontà del sacrifizio per liberare il po– polo. I supplizi atroci inflilli ai primi cristiani non salvarono l'Impero roma– no, ma anzi contribuirono a disinte– grarlo nel suo interno, mentre dal\'ester– no picchiavano le incursioni, prima, e le invasioni barbariche poi. I ro$"hidell'In– quisizione arsero dei pensalor1 liberi, ma non impedirono lo svolgersi e l'affermar– si del libero esame. L'Ausiria potè bene far pagare anche la corda agli 1mpicc,: 1.ti, rei di cercare con l'alto tradimento la libertà della propria patria. La salvò ciò dalla rovina ? O da ciò la sua rovina non fu forse affrettata? ... Così fu, cosi sarà ! Richiami i'I fascismo a puntella.rio il carnefice; stabilisca, sopra la giuria sop– pressa, i suoi tribunali di sa11gue. Se non basta, ristabilisca la tortura per ::~:ecrr:r~ 0 ir~~~i~~~~rl:i~~iu~~~i r~::~ volge al1 1 occaso e cotesti suoi imbestia– limenli ve lo precipiteranno con acce– larazione di ritmo. Il destino trova sem– pre la sua via. LA IENA AVRA' DEGLI OSSI DA SPOLPARE LJ. ROVIlf ADELLE PROVIICE AGRARIE ED I CA UPLASMI DEL FRATELLO DIS.E. Dal/ " Impero " : Non ai lavora qaaai più e Ira qualche mese vi aaranno de cine di migliaia di disoccupati " l'l~tacr~!~1~!}~: ~~~;!~~:e a~f~;~:, ~= venna, Rovigo, ecc. è giunta ad un pun– to tale di gravità che la stampa fasci– sta non ha più potuto tacere. Ha cominciato il Corriere della Sera con una serie di articoli che hanno valso al suo autore l'accusa di disfattismo ; ha seguilo in questi giorni Penologo Ar– naldo, fratello di S. E. e perciò perso– naggio influent~ del regime. L'Arnaldo ~:i ~a:~ ~j'i\;!W~!ii~:li 0 deff~af:git!f;, J~rr~er~g~ ::~:~~- 1:}~;e~~n~:zi:~!ni~ anche a~ altre provincie e per questo panico, che Arnaldo Mussolini dice giu– stamente contagioso come il contagio, :i~a:~n~~ 0 d~cr~~ di r:i1ga;~c!t dis~;~ cupali "· Le cause? I rimedi? Le cause sarebbero, secondo l'Arnaldo, nella pigrizia con cui i ceti agrari vanno verso la quota 00, quota cui deve ade– guarsi tutta l'economia nazionale ; nella altezza dei fitti ; nella scarsezza di de– naro. Esse sono, per la verità, più comples– se e più antiche. Resterà meritò grandis– simo dei Governi e delle amministrazio– ni pre-fascisle, la grande, vastissima opera dì bonifica e di valorizzazione del– le provincie agrarie del centro. Questa opera è stata compiuta in grande parie dalle Cooperative socialiste, ed essa sa– rebbe ancora allo :;lato di progctlo senza la pressione continua delle masse ope– raie sui Go,·erni, nellr amminislrazioni comunali, sui privati capitalisti. L·orga– nizzazione socialista operaia è stata nel– la Valle Padana l'elemento decisivo del proB"resso.Quelle agitazioni, quegli scio- ~![i11 f~,~t't°slr~rtif~~~~ri~i ~i,~;;i~i~ 1 ~; perchè fo:::seliquidata una economia ar– retrata, perchè fossero spezzate le resi– stenze di proprietari dalle idee antidi– luviane, perchè lo Staio si rendesse conto della sua funzione. Oggi Game.re del Lavoro, Leghe, Coo– perative sono distrutte. Onde as:::istia– mo di nuovo al prevalere di piccoli me– schini interes~i individuali, contro i grandi interessi sociali e collettivi. Ecco la vera cau~a d('l]a.cri,,i rhe tra– vaglia l'economia agraria in Val Pa– dnna. si:drs:ira a~l~?ctcr~~::~~j//ia:rco~= verno; inflazionista Pno ad un anno fa, poi bruscamente ·deflazionista ; :prima ~:~~~~~afoel~'~n:~i~r~li;;~;~~~~=l de~r~ ruralizzazione ; sempre dissangualr!ce. Lo Staio agisce in Italia come una :~~~:;.1;:a~d~~~i~~g!in~!! 0 !!~n~~~~gr Queste le cause. Quanto ai rimedi è chiaro che ve ne sarebbe uno solo di efficace, quello cioè che rimuovesse in pieno le cause poli– tiche e sociali che ha~r'IORòrlalò a que– sta situazione. Nell'attesa che pensa il regime? Esso pensa, com'è suo costume, ad accen– dere un debito. Oh una faccenduola da nienle ! Un chiodo di mezzo miliardo ! Udite l'Arnaldo, fratello di $. E. : u Enti parastatali - ovvero una emis– sione dì cartelle fondiarie - ovvero un prestito estero - dovrebbero fornire mezzo miliardo scaglionato in un quin– quennio alla provincia di Ferrara ; - le garanzie saranno fornile dnlla terra, che può anche subire delle ipo– teche; - lo Stato, a norma Oei vigenti rego– lamenti, interverrà con il solito contri– buto per il pagamento degli interessi. Cifra irrisoria di fronte alla vastità del– l'opera dei capitali. L'esposizione non è finita. Vi è il credito di esercizio che non SI può mi– surare con il contagocce. Bisogna razio– nalizzarlo ed ampliarlo. Vi è inflne lo intervento dello Stato in questi primi an– ni di avviamento n. Paghi dunque lo Stato quel che i pa– droni non vogliono sborsare. Quanto ai lavoratori, ebben(' chi ~e ne frega? L·enologo fratello di S. E. si li– mita a proporre per il settembre pros– simo un nuovo contratto di lavoro che u non dimentichi il genere di lavoro. la neces~ità di nd('guar.:;i a quota novanta ed una certa cla.:;licità (ahi !ohi/) nrl numero delle giornale lavoi·alivc JJ. Si .S!3- quel che. un simile .linguaggio vuol dire : vuol dire che per I lavoratori che non re::.leranno disoccupati, ci ::ano nuovi sacrifici da fare. .L~ggeremo, fra po?o, che gli operai d1 J.errara hanno ch1e:;to una diminu– zione di ,;alari e la rinuncia all'imponi– bile di mano d'opera e che tanto hannll in,:;i,-,tito e ~lrC>pilalo e pianto minacciln– do di gellal'-.i lutti nel Po 'con le mo– gli cd i flgli, che il Gover~o ha dovuto cedere, non :-cnza profltlare dell'occa– sione per 11ddilarc il IOl'O 1.'-.('mpioai l padroni in.~cn~ibili alla voci"'della cara patria ... La nota dellla settimana Un nuovo incidente PIU' allafrontierafrancoitaliana FARE DI Da molte parti si dice alla Concentra– zione : - Fate di più. I consensi attorno a noi sono sempre fervidi, il giornale t~;:a:;r:\ht ,zuff~:e sl:n:!:ieizt volgarità e dalla demagogia, si vede con piacere che voi non lasciale pa-Ssareoc– casione, per isolare e per denu11ciare il (ascismo davanti all'opinione pubblica internazionale, voi avete finalmente ri– solto - e risolto dignitosamente - il grave problema della rapp1·esentan:a an– tifascista all'estero, ma le masse atten– dono che facciate di più.. Altri ci dicotlO: - Precisale i vostri obbiettivi 71olifici anche se qllesto do– vesse limitare il vostro campo d'azione. Abbandonate il linguaggio vago di un generico antifascismo per assumere 11na chiara e precisa fisionomia politica. Ci sono 1 infine, quelli che consigliano l'opposto : - Guardatevi dalle delimi– tazioni polit.iche troppo precise, che di– vidono ed isolano. Fate appeUo a tutti gli antifascisti. I pa.rliti, oggi, dopo le prove recenti e passale, non inco11trano eh.e scarsa fiducia; essi sono disertati dalla massa che pure è antifascista, ma che ha visto nelle loro lotte intestine la ~1~~~o:ech!\~':fe,ilfel{: 1 fo~: ~Jt1'~!~ losie, la condizione per cui il fascismo resta al potere. C'è in tutte queste critiche un po' di vero del quale occorre tener conto. Nessun dubbio, per esempio, che si possa e si debba fare di più. Afa non sif1t11o soltanto noi al centro a dover fare di più, sono tutti gli antifascisti colletti– vamente ed individualmente presi. La abitudine di attendere tutto dal centro ha pregiudicato seriamente, in taluni momenti storici, la nostra balla.glia. «Audacia», dovrebbe essere la divisa di ogn,mo di noi, in tempi in cui non sempre si pU-0 sperare che le direttive ufficiali e dcbilament.e timbrate pos– sano giungere a tempo. Questo diciamo sopratutto nel confronto dei nosfri amici che lottano in Italia e mi quali r-icade il massimo di responsabilità, di oneri e di onori. Gli impa:ienti fra noi, debbono abi– tuarsi all'idea che il terreno dell'a:ione è l'Italia 1 che la nostra funzione e la no– stra opera qui, seppure importantissi– me, non possono sostituire l'azione e la opera dell'opposi:ione in Italia. .Molte delle manife$lazi'oni dt irre– quietezza che si ma'nifestanu 9ui, pro– ven!}ono proprio da una specie dt di– stacco ideale fra il paese e taluni cen– tri antifascisti. Ed eccoci così agli altri critici. Essere meno vaghi J La Concentrazione non è mai stata vaga. Basterebbe considerare separala– ment.e le forze politiche ed ideali, di cui è la conflllen:a, per definirla. Ma essa ha provveduto da sè a chiarire le sue finalità. Interprete di vaste correnti po– polari, essa conduce la sua lotta avendo per obbiettivo un'Italia veramente de– mocratica, un'Italia in cui La libertà, l'or– dine, il progresso abbiano la loro sal– vaguardia nella coscienza democratica del paese e la loro base nella giusti..:ia sociale; un'Italia in cui le forze popolari ;inir:,;:o ~~ t~~rr:1:t1;r::tvft~~1:ati.sperien:e Perciò la Concentrazione ha lanciala la parola d'ordine della Costituente, nel momento stesso in cui il capo del fasci– smo a11nunciava alle sue mili:ie La fine del suffragio universale. Fascisti33are ... Pare che 110n tutto sia fasci.stiuato nel bell'italo regno. Questa è almeno la opi– nione della Tribuna-IdeaNazionale, Opi– nione altamente rispettabile, come voi im– maginate. Secondo fa Tribuna-I. N. sono a11cora Ùl Italia da fascisti'.;;.arela Lega Navale, la Dante Alighieri. l'Istituto Coloniale, il 'l'ouring. Quanto al Rolary Club "di eso– tica importa;io11c n quello è semplicemente da spa;.;ar via. « Non può esserci attività che possa sottrarsi all'impronta cd allo spirito fa– scista>) ; dice la Tribuna-I. N. Diamine! Qllesto si sopeva bene e nell'anno V questo doveva essersi fatto. Chi diavolo d1mque 8i sarà infiltrato nelle "patriottiche n istitu;ioni dove resta a11coraqualcosa da... fascistiz;are (Leggi: da mag1wre) ! Il corrispondente del Temps da Cham- ~:'Joi!eK:~: f:t1o l:o: 0 t:~a;~r~! ::n~~ :ione il racconto seguente pubblicato dai giornali locali : « Il 22 agosto, verso le 16, setlanlaquat– lro uffloiali appartenenti a diversi reg- f!~~~ti s~W1 iar;oniier~afi~test :u::~h~ quali si trovavano quattro generali, sono venuti all'ospizio del Piccolo S. Bernardo, che è al punlo estremo della frontiera. « A un certo momento, il generale co– mandante il s-ruppo si è abbandonato, in presenza di diversi borghesi, ad una ma– nifeslazione singolare. Preso un sasso, egli lo ha scaglialo con violenza nel suolo fran– cese dicendo ad alla voce : " Questo ter– ritorio ci è stato strappalo nel i860. Giu– ratemi che esso sarà riconquistato n. « Tutti gli ufficiali presenti, fra cui di– V!:lrsiappartengono allo Stato ~laggiore, giurarono ad alla voce n. Questo racconto non è stato smentito. Noi non abbiamo nessu.n.a informazione diretta. Non ci recerebbe però sorpresa alcuna che esso corrispondesse esatta– mente alla verità. Il fascismo ha fatto e fa tulio quello rhc può per creare un irredentismo sulle frontiere francesi dopo che la guerra ha risolto il proble– ma di Trieste e di Trento. D'altro canto il fascismo Ira posto una specie di civet– teria ad assumere la posa dell'r:mti– Francia. I francesi hanno dimosltato - ed a~sai saggiamente a nostro yiudizio - dt non vrendere molto sul serio l'im– perialismo fascista. Essi "6anno ancora fortunatamente distinguere fra il fasci– smo e l'Italia, fra 1m regime terroristico ed il popolo che ne è vittima. Esclusione fatta dei fascisti, nessuno pensa in Italia che ci siano delle fron– tiere da recuperare. L'irredentismo che i fascisti vorrebbero resuscitare e sotto ogni rapporto assurdo. Essi dimenticano fra l'altro, che l'irredentismo è una que– stione non di frontiere, ma di libertà. Da questo punto di vista se c'è qual– cuno che attende la liberazione è l'Italia. Attende d'essere e sarà liberata dalla lotta dura ed eroica del suo popolo per scacciare l'invasore, il quale per es– sere italiano, non è per questo meno di– spotico, delle signorie straniere. INMEMORIA DIS CCO E YANZETII A.,"NS."-1.ASSE, 24 ag.. - Il dolore e 40 sdegno dei soci dì questa Sezione della Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo per l'assassinio di Sacco e Vanzetli furono espressi ieri sera eloquentemente dal prof. Chioslergi, della Sezione di Ginevra, con un nobile discorso tenuto davanti a una numerosa ass.emblea, presieduLa dall'ami– co Biasini. I convenuti si raccolsero poi in silen– zio nel ricordo dei martiri e conclusero la commemorazione votando un ol'dine del giorno che « chiede al C. C. della Lega di aprire in OE{ni Paese una sottoscrizione il cui frutto sia deslinalo ai soccorsi per le famiglie di Sacco e Vanzetli, ed a tutte quelle opere che, tendendo a realizzare ~l~d:~~ ?! Vnii~iz~a~t~ri:aante!iv~uiil E;t ~~~~~n~~I N~fiffoe !a°aW!~t?no 10 1'1~:~~g~1~ bile dolore di tutti gli spiriti liberi n. cilnS~e~~ln~iott~~~~e:;~nL~tU. voto comin- Una manifestazione a Muret MuRBT, 2~. - Non appena giunse la notizia dell'assassinio di Sacco e Vanzetti, i numerosi lavoratori italiani della zona abbandonarono spontaneamente il lavoro, convenendo dai campi nella città per una manifestazione di protesta. I dimostranti si raccolsero numerosi nel salone dei mutilati, dove parlarono, entusiasmando e commovendo, l'avv. AJ– bisson, aggiunto al Maire di Murel, Adel– mo Pedrìni e Giovanni Faraboli. Di poi si formò un corteo guidato dai Lre oratori, sfilando ger le vie della citlà ~è[~r~~f ;~/!~f~i;rini~;i\~· i~ 1 ~~~l~~~f6 ai morti in guerra, assooiando cosi Sacco ~,of~1~ze~. ~ ~~fd~Ìig~!~~t n~~I~~:;apno~ poichè tutti avevano offerta la vita per una superiore e comune aspirazione alla Liberlà. La manifcstàzione, svoltasi nella forma più civile, ha attestalo una volta di più la nostra forza nella zona muretana ed ha prodotto eccellente impressione tra la cit– tadinanza francese. UN CONSIGLIO DI MINISTRI A ROMA TIUnUNALIDELDEGI.ME La vecchia compagna Vittoria Mariani arrestata a Riccione La Tribuna di domenica scorsa 28 corr. pubblicava la seguente corrispondema: R1ccm:-:s. - Come a suo tempo vi an– nunciai, il giorno 23 co"rr., nelle ore po– meridiane, si diffuse rdpidamenle la voce. di arresti di due sovversivi riccionesi, Villa Ugo e Silvio Mancini, e di una si- Fa0~~3I~i~\0~l:1o~~~~ia;ii ~~r~i11~;;r~t~;:: ~~~t~u ip:~[?~ie•df11faòfr~~t~o~c!r~of!c~~;i~ a compimento delle indaiini svoll-e,siamo in grado di dare i particolari della bril– lante operazione di polizia, il cui merito principale è dovuto al comandante della locale Stazione dei RR. CC. maresciallo maggiore Tito Quilichini. li Quilichini, ave,·a, da un po' di tempo, sospetti che la ~1~ 1 :, irft~~f! 1 ~r d~e~i&n~fa~~~!a~f1~ ~t gnora Mariani Vittoria, vedova Rambelli, nata a Sogliano al Rubicone, e domiciliata a Roma, via del Babbuino, 56, di anni 70, benestante, nota quale fervente socialista, era frequentata da persone sovversive di Riccione. rn seguito alle risultanze sopraccennate, il 23 corrente venne operala una -perqui– sizione nella Villa Mariani, ila! mare ... sciallo Quilichini coadiuvato dal mare– sciallo capo Vìvarelli Lindo, della Stazione principale di Rimini, qui in ser.'Ìzio spe– ciale ; perquisizione, che, ci risulta, portò al sequestro di importanti documenti, quali : una cartolina postale ed una let– tera a firma Olinto, dirette alla Mariani ; sette lettere dell'ex deputato on. Oro No– bili, -pure inviate alla Mariani ; due minute di lettere spedite dalla Mariani all'avv. !Qobili,.un piego contenente tre manife– stini del Comitato di Concentrazio'1e di azione antifascista dei fuorusciti di Parigi. I documenti sequestrali alla Mariani h,anno carattere di propaganda antifasci– sta e sovversiva ; la vecchia propagandista era in realazione con un noto agitatore che vive a Roma e che, nella sua corri– spondenza, anche secondo conferma d~lla Mariani, ha riferimenti all'ex deputato Arturo Velia. Oltre a ciò risulterebbe chia– ramente il tentativo di riorganizzazione del Partito soci~ista, al quale la Mariani intende rimanere devota fino agli ultimi anni della sua vita ... ; ma la trama sem– bra si estenda in altre citlà, e a tale intento l'Autorità. ha iniziato delle indagini. An– che la questione pecuniaria non sembra stata dimenticata. La signora ~ariani, che, come abbiamo detto, ha asserito di essere fortemente so– cialista, tentò anche di nascondere i ma– nifestini sovversivi ; alla minaccia di es– sere perquisita nella persona, essa. con&e::, gnò però le suddette stampe ; ci risul.la alt.resl, che fornì notizie sulle relazioni d'ordine flnanzia'ho da Jej avute con f'avv. Nobili. Circa i suoi rapporti con il Mancini eii il Villa, risulterebbe che con il Villa era conoscente di vecchia data. 11 Villa, du- ~t:t~ l~i!\t~~f~d;:t~.~ttev~~1t:!~. s:ri~~ pare, di riallacciare relazioni amorose con ~i~~tgnorina che accompagnava la Ma- Il Mancini, invece, non sarebbe mai stato ~~ict~av~:~~a i!~f~!~~R~i~Ma~~sflr:ie!! accompagnata solamente fino all'uscio del– la casa Mariani. J. Vedete du~9ue q~ali miracoli sa com– plere _ la polma ilaltana e per eua il suo campwne maresciallo Quilichini I Unavec– chia sp~iali.stasettantenne è sorvegliata e perqu1stta come si trattasse di una dina– mitarda. Si trovano in casa sua delle... car– toli11epostali ad un misterioso Olindo, una ~et~clfeùìeft~~/ 1res1~~f ::u1-:;:~ 0 N:blif. Questavecchia soci::tsta è arrestata e sono ~rrestatf due la.vora,ori sospettati. d'essere in relazione con lei. Ma la. poli~ ha ·trovato dell'altro in. casa della compagna RambeUi : ha tro– vato cioè tre copie del manifesto della Co11cen.trazione. Come giunte a Riccione F :~::t:1~e~~~ l~e~;~ 1 ~!:bvJifi s:r/::a e~[; R~mbeUi. 01tei manifesti sono giunti a lei, come a centinaia di rascU-tied a mi– gliaia di cittadini, semp icemen/e per la. posta, che è monopolio dello Sta.lo fasci.– sta e contro la. quale soltanto si potrebbe sollevare l'accusa di complicità nella no– stra propaganda. Ma la polizia ha avuto un'altra ragione per arrestare la compagna Ramòelli : essa si è foi!Jattuta in un caratlere, 1·n una donna fier_a della sua fede socialista, in una vecchta romagnola che non ha esitato ad auto-accusarsi del delitto d'essere so– cialista l(Jnoriamo se Si troveranno dei (Jiudici per condannarla. Ma è cerio che -con que– sto arresto il fascismo dà ttna nuova prova della sua abbie:.ione. L'accusa di tentato espatrio contro Lazzari è sfumata Mn.A.~O. - Si apprende che Costantino Lazzari è stato scarceralo. L'accusa dì ten- ~~~inei~~f 1 ~ii 0 .ç~;!:!a /~i!~1t:t~ 1 f~fi~~~~ Coslantmo Lazzari si era recato a Varese soltanto per visitare certi suoi parenti. Arresti di sovversivi nel Novarese Nov,uv,.. - Nella notte del 22 agosto scorso vem,,ano affissi per le vie di Bor– gomanero parecchi manifesti invitanti a una dimo~trazi_oneper la morte di Sacco e Va[!2:ett1,unitamente ad alcuni numeri del giornale «Battaglie Sindacali » con– tene.nle _un vibrato articolo di }lrotesta per la .r1duz10!1e. d~i salari. Iniziale le indagini da, carab~n.1er1, .dopo molte l'icerche, si è cre9ulo d1 1dent1flcaregli autori della af– fissione che sono stati arrestati. Due giornalisti fascisti denunziati per diflusione di notizie false Av~LINO. - In seguito alle indagini CSJ?er1te~a! questore comm. Daminni e dai carabinieri locali, è stnlo identificato nella perso.na del corrispondente da Mon– teforte Irpmo del giornale il Roma di Na– poli, l'autore. del.fantastico canard del pre– teso assass1mod1un bersngliere nella cam– pngn~ e che venne pubblicata con un im- ~~ffi1~?~1~t!!/u~s;nt~ifac 1 ~:~fi~~~J:~,frst !~i°~o~!.~~~~gs?;~sd~~~~~l!t ~ll~~~~~~cm~ gmdlz1ar1a.

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