La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 44 - 5 novembre 1961

Le nch1este d1 g1udlz.10 che g1ornalmente et pervengono troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •, • Scnpta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I liA FIERA LETTERARIA UNA MOSTRA CHE E' UN Af!VENlMENTO DELLA STAGIONE II toscano riiore diU$!o Capocchini * tli SILJIAJ\l(J G/11/11/VELl..,I L A QUALITA' rigorosaml!n– te intelligente. eppur tut– ta\'ia non mai arida, del– la pittura di Ugo Capocchini costituisce un dnto d"in1ercs– se costante delle sue mostre, interesse accresciuto non po– co dalla sahuarietà un poco sdegnosa dei suoi espatri da Firenze (Capocchini -,a di e:.– scrc •flagellato• dalla buona fama presso il ristretto mon– do dei poeti, dei lctte1·.i1i,de– gli a1·tisti e :.i direbbe che più di questa privilegiata con– siderazione non chieda, tan– to più che produce a malape– na abbastanza per quanto i « consuma101; • della sua ar– te ~li chiedono). Sono mgioni sufficienti, queste, a farci de– finire la nfoslra dell'artista aperta in questi ~iomi in via del Vanta~gio a Roma, pres• so la galleria omonima, un a,·vcnimento della ,;ta:;:ione. diario di una macerazione ac- pernhro mai imbatlcn·i:.i. non ccttata, sofferta, anno per poche delle •lezioni• pili at– anno, per tutta una vita. La tendibili di quc!--tiultimi cin– passione gli ha come molti- quant'anni, senza pl..!r questo p\icato nel tempo la malizia usc11 ma, dalla p1op1;a pie– di toscano acre e spigoloso; e · c1sa caneggmta Uno squisito quesw, a '-lla volta, h;1 reso istinto critico - quello stes~o totale la sua dedizione, resti- che come si diceva lo ha tucndotc qu:rnto di assor10 e salvnto da ogni immiscrimcn- di vc1·amcnte •religioso• la 10 neoaccademico - gli ha disciplina 'intelligente e co- fatto preferire a ogni illu- stanlc sollecita nelle menti di :.ione probabile una zona iso– anlica civiltà. lata. gn.:mita di sospetti e In questa continua tensione diffidenze salutnri. Qualcuno dialetticn fra i sentimentali potrà dire che i! rillla$tO im– ai·dori non consentiti dalla plicnto in un suo ermetismo moda e gli oscu1i risentimcn- privato e ostinato, ripCt(•ndo ti che me:tono a du- un -;:rrorc di valutazione che, ra pro\•a ogni amore, Capoc- almeno fudr di Toscana, po- chini ha scontato con intc- ~~~,;e~~ ~nig 1 ~ 0 ~c~.~,\ 1 ~1~h; rcua cli impegno la sua scom- considerato 11 confusionismo mcs:-,a difficile, salvando un provocato da certe speciose margine sorprendentemente dispute ideologiche (i toscani vivo a un •ideale• della for- fanno ottimamente le spese ma pillorica che in alu·i - dei vizi critici di moda). soltanto un po' meno di lui A noi rimane però nitida dotali dì mordente - sareb• la figura di un artista che ha be trucco .iccadcmico, sieri- compiuto, senza mai sgarra• le manifestazione di un me- re, una via lunga e faticosa sticrc invano sensibile e raf- verso la prop1·ia sincerità finato. Proprio questa tensia- espressiva. In fondo è pro- ne dialettica gli ha consentilo pdo attraverso le sue 1or• infine di promulgare valori tuose complicazioni app;ircnti pittorici inediti e originali. che iJ linguaggio pittorico di anche se naturalmente non vi Capocchini Jia riconquistato si nasconde la parentela e\ct- libcramcotc una sua agra pu- liva con una tradizione che rcaa di stile - che è ~aldcz'- ha i suoi poli oppo:.ti in Ro- za costruttiva - in perfetta Ugo Capoechlnl: « Lo studio,. (Galleria del Vantaggio Roma) OKARIO DELLA REl>AIIONe 11-13 dal mercolcdl al sabato Man~critti, foto e disegni non rlch,csh non c;frec;titm-.cnno JlL FJlLl\1[ JL»EJLLA !-511-<~'JL"JL' Il ~li I;\~ a * Il Re dei Re ,u. GIA,1 1 IHJ.IIH I L PRIMISSIMO ,ormai lontano Re del Re (mu– to c in bianco e nero) ebbe in tutto il mondo un vastissimo successo. Pote– va dunque HollywÒOd non tornare sull'argomento. so– prattutto ora che il colo– re, la stereofonia e lo schermo panoramico le promettono successi anch,. maggiori con temi di così larga risonanza? Ecco cosi il mm che il protestante Nlcholas Ray. sorretto da un produtto:-e ebreo, -!la realizzato nella cattolica Spagna con gran dovizia di mezzi e che. fra le altre novità ,rispetto ai precedenti esperimenti del genere. ha anche quella di far apparire per la pri– ma volta, sullo schermo il personaggio di Gesù non cautamentf ritratto di sfuggita. ma apertamenti' collocato al centro del:a azione. dai primi giorni della Vita Pubblica fino a quelli dell'Ascensione. La vicenda. certo. non si costruisce unicamente attorno a questa « prese'l– za >1 perché le solite esi· genze dello spettacolo "grosso• hollywoodiano hanno preteso che prima si dilungasse con colorate balt.rfllie sulle lotte fra ~!i Ebrei e r Romani negli an– ni immediatamente prcc.-c– dentl la nascita del Cristn e poi si frastaglias.,:;e in episodi seco■dari riferiti ora ai casi. di B:r;ont;a {gratuitamente de,;.cr!tto come un capopolo alleate, a Giuda per :-estaura'.".. ma sulla terra. il regno rl! Israele). ora ai C<1Si 1,.:1 centurione che troverà l.1 Fede sul Calvario. ora .i quelli di Erode. Erodiadc e Salomò (con tanto 1i (' danza dei setti veli • J mo' di conclusione e con– seguente decollazione 'l~I Battista). Comunque · .~u1· la presenza di Ge~ù che 11 film si co,;tru1sce r.;ull.:a Sua vita. sulla Sua p:-Pdi– cazione: sulla scorta di quanto :-iterito dai Va:-?.– geli. Beatitudini ad altre m~s– c;ime di Gesù e cnstrucncb una pagina corale di JU~– gestiva p<)tenza dramm~– tica). Il pubblico. cosi._ cegue C<'">n-.Jspesa emozione e ancora una volta ,ente ri– -.uonare in ~é reco mai spenta delle ete:-nE' ., Paro– :e di Vi:a •. Aiutato m quE"~to dall;:i ~rena lnlE'– norità d: c:-ui riesee a rfar p:-ova Je!!rey Hunter élrleguandn it ,;uo a.;pet 1 .o a quelle imm;1~in1 eh,. 1a secoli d r;ippresPntano 1! volto di Ce,;ù: con Jna dolcezza. un.a quiete. una mesta ma franca di :rn.tà che <:inceramcnte zom– muovono Cli alt:-i sono Siobhan :\lcKenna ~oprattutto con– ,·incente nell'au~ero 11- -~c>rbocnn cui - in "l.; 0P– quio alla teolr ~ia - :"la !-.lpUICl("<:prlmere. Il d•llO– ~e ~en;,a e~tP:-io:-it.:i dPHa Verj!!ine ( :a MalPr Doloro– sa c-?'e Stnbnt juxta cm.– ceni ma non era ln.c-ri1T'f'J31'l nono.--tante quantp ..-affer· ma la tradizio~ popol~– rf'). Ror\ RandP) _ Hu·d HatfiPld V:vec-a Linriff"':-: C;irmen Sevilla. Frank Thring. Si tratta di una ris1rc11a ma intensa antologia perso– nale che comprende una quindicina di figure. ritraiti e nature morte dnl 1940 a oggi e che tocca la sua pun– ta ma!.sima di qualità nella splendida successione delle I re • Macchine a Lardcrello"', rispettivamente del '59, del '60 e del 'fil : bisognerebbe essere propdo degli svagati in~unribili (o degli insa;,ia– bili) per finge,·c di non ac– corgei-sene. In effetti questa pittura. al– lergica tanto alle declama– zioni ideologiche quanlo ai viziosi compiacimenti del gu• sto pretende soltanto di es• sere lo specchio interiore di una personalità che ha rag– giunto - a prezzo di rinunce mate calcolabili, eppure con un loro peso vi\'O e tremendo - il possesso pieno di uno ~tile, di una ,·occ poetica che ha tono ed energia irriduci• bili. In termini leopardiani :-i potrebbe parlare, appunto, di uno stile • padrone tielle co• se,. (e padrone., in modo or– mai magistrale). Sicché biso– gna dare testimonianza di un risultato che - nella sua ri!a!O– rosa essenzialità - partecipa di una \'irtù morale capace di per sé di tradursi in una le– zione esemplare. sai e Sirnni. somiglianza con l'uomo. C~~C:i1~:~i \o~~e a~~~~:i ddl · --------------------------------------------------- Ad esser sinceri. pe:? ;wremmo prererito che questo rispetto dei V in– geli - solennemente urn· clamato dagli autori - losse più fedele e rigoro– so perché. per conten<a:-~ tutti i gusti e tutte le op1 nioni del pubblico (cri sliarw e no) la figura •li Nostro Signore e il stgm– ficato stesso del Suo in-;e– gnamento sono stati sper so un po' annacqu.n1. quando limitando molto i'. principio della Divin::;:i (nella Natcita, nei mira– coli - pochi e fuigevo– li -. nella Resurrezicin"'). quando tenendosi mo1to nel vago. con interpolazir,• ni e lacune. su taluni aspetti del Dogma eattn:i• co che. per essere contro· versi da alcune confessioni cristiane. non per quest..:> non fanno parte integran· te del genuino messagg1'l di Gesù. Degno il eolore (techni– color>. carico di ec-hi =;te– reofonici il Super Techni• rama 70 mm. cui le imma– gini si affidano spesso con effusa g:andezza. Per natura mtroverso e se· greto fino alla cupezza, quasi invelenito dalle smentite ro– venti che non vengono mai ri– spa1·miate a chi nutra l'aspi– razione ambigua alla classi– cità {non dimentichiamo che Raffaello è il mito, \'idolo as– surdo del nostro 1ribolato pi1- 1ore), Capocchini non ha mai ~aputo, o meglio non ha mai potuto, tradire la sua vaca· zionc alla coerenza e alla fe. dellà. li suo itinerario pitto• rico si identifica pertanto nel Mostre Patella L A MOSTRA di venticin– que incisioni di Luca Patella (oltre a quelle iu cartella) alla Galleria Afi• bert testiwo,iia la passio11e di 1m giovane per la grafica e delle :me oltime qualità. Patella è nato a Roma nel 1934; e giw,gc 11011 di primo acchito all'odierno buon esi– to. Ciarrocchi ci parla - nel– la presemozione in carnlogo - di lui come di u11 giova11e che e vive ili 1111a serra co111e un vecchio guardfoboscl1i ... Egli, come 1111 giardiniere, si è costruito il suo torc/110, i rulli, i tamponi•· Ho voluto far umo da sé, quasi per_ I poter chiedere agli strumenti non di sene o a110111mitlel· le prestazio11i rispontle11ti al– le csige11ze della sua singo– lare personalità. Notiamo nelle i11cisio11i di Patella un contrasto: da w1 canto il bisogno delle forme cltiuse come per 1111acertez· 7a dall'altro l'irrompere di ~,;a fantasia che popola di segni vibratili •tali forme. Dal contrasto, ovviamente! nasce la vitalità, l'umanità, 11se11so 11mlta11ime della grafica pa– telliana. Nel groviglio segnctico _elle_ esalta certe sue fig11raz10111 di bambi11i, Patella rive!~ 1111 se11so del ritmo che riesce a sistemare orga11ica111e11te, quasi a ridi111e11sio11a~e a stabilizzare, le forme: m con– tinuo moto, sen:.a 11ululgere ad oscuri conati di stw1chet.– t.a, se11za_mai perdere ,il filo di un discorso un po gro· vi~fo;t~t~'de1t~e-~;;~~~ ~arar~ teri.stica del li11g11a~gro r!t Patella sta nel difficile_ e_qm– librio tra 1111 • oggett~v,.smo lirico a e un « soggett1~11smo realistico•, tra w1r: dw1e11- sione inconumicab1le. e 111~ denso amore ai tCIIIJ?le a,IL spazi. Ben detto; po~chi _sm– mo già alla caratter1t.za ~1011e d'un artista che, pur g1_ova· nissimo, ha tutti i 11u11_1er1 per un ruolo di primo p1a110. Marcuccl L ROMANO Elio Marcucci J Io seguiamo da te!up~, con 1111 interesse gmsrr- fi~tr~lt:allt~/e1:~fisj~:~: s~'d espressionistiche. lo. perso– nale che egli presenta alla d~m1i~;r~~f)i ,~.~~:•\~ ~.~: JL. Il:{; P J[~ Jl l\'dl JB:; J~A\ P P H JB:; § JB:; N 'JL'A\ Z Il O N Il A\ HO ~Jl A\ gli umori naturali trovano a * poco ~ poco le loro misterio- se concordanze spirituali. E' un processo che si attua con lenlezza esasperante, ma che si tisolve, da ultimo. con un acquisto inconfondibile e per– fino insperato di libertà e di grazia: il risultato grn1ui10 e necessario, appunto, cli ogni fatica spesa bene. Macario, il COilli,co dei semitoni In fondo, 1u110 quello che un artista può 01 tenere d~lla propria arie è sollanto questo prodigio indimostrabile, que– sta certezza di verilt1 che non sarà mai cerlificata da suffi– cienti documenti. Pochi pi1to1·iaffidano, quan– to il Capocchini, il loro mon– do a un senso di gelosa pe– netrazione intuitiva. E' in lui una specie di riserbo inna• to, lo sdegno della conoscen– za improvvisa. Rivela le sue immagini un poco per volta, e mai più dello strettamen– te {\'orremmo dire • spietata– mente•) necessario. E dal let– tore esige un non dissimile sfo1-;.o d.i moderata chiarez– za, Òi graduale assuefazione. Non ammette distraenti rife-. rimcnti, pretende anzi tutta per sé una chiusa attenzione: come chi ha sfiorato, senza E R11JN10 MACARIO da qualche anno ha ab· bandonato la rivista per dedicarsi esclusiva· mente al teatro di prosa. Inaugurando la nuova sta– gione nel Teatro Valle di Roma, egli ha rappresen– tato in queste settimane due commedie. una appo– sitamente immagin·nta per lui da Enrico Bassano e da Dario M<irtini. La bello Rosin. e l"altra, Coniglio l11i, donna tei!, desunta con qualche adattamento da una commedia scritta qua– si mezzo secolo addietro da d'arte Romane * di GIOl'Alllflll A•ugusto Novelli in verna• colo toscano. CALEfl/DtJl..,I possono vestire alla svelta ogni abito. si può cs!-ei·e sicuri che li indossano tutti male. con uno stile uni– forme che distru~ge la va· rietà del discorso teatrale o la crea artificialmente. 1 giov;:inctti. che magistral– mente truccati e riplasma· ti con spessi strati di cc· rane, aop;:iiono sulla scena vecchi decrepiti. sono in un certo senso la ne,?:azione del teatro perché lo trn.· sformano in una specie di esteriore illusionismo. fvfentrc rartc dell'interpre- tazione si giustifica soltan– to come approfondita com– prensione di un testo, come sforzo inteso alla conqui– sta di unn interiorità, come lettura più viva e più vera. Il discorso è stato troppo lungo per dire che apprez– ziamo l'attore Erminio Ma– cario e che proprio i suoi limiti. con~apevolmente ac– cettati. ce lo fanno di più stimare. Ma Erminio Ma– cario meritava questo rico– noscimento. anche se gli scrittori gli sj dimostrano avari di commedie. u SECOLO DA * Anche con questi difet– ti. tuttavia. e nonostante certe ingenuità spettacola– ri che - tanto per fare un esempio - riducono 11 giudizio di Pilato a u;, processo un po' troppo all'americana, il film n~I suo insieme merita mol– ta. doverosa attenzione non solo per l'intrinseca spiritualità che lo perva· de, ma anche da un pun· lo di vista strettamente ci· ncmatografico (baster2b– be, in questo senso il so– lenne dinamismo con clii il regista ha risolto il Sermone della Montagna. sagacemente fondendo le RIVALUTARE VPremio inlernazionale «Etna•Taormina» Sotto gli auspici della Re– gione Siciliana - Assessora– to Turismo - e a cura del– l'Ente Pro,·incialc del Turi• smo di Catania. è bandito per il 1961 il Concorso al Premio lntcrna7ionale di poesia edi– ta • Etna-Taonnina • di lire 2.00J.000. • Possono concorrere al det· 10 Premio tuHi i poeti del– l'Europa, dell'Asia, deilli Stati Uniti d'America. nonchè del· l'Argentina e del Brasile .... h~ abbiano pubblicato un . ,·otu– me di poesia entro gli anni 1959-1961. La presentazione delle ope– re {che debbono ~setC in– viate in 15 copie all'Eme Pro– \'inciale per il Turismo di Ca· tania, via Pacini) scade il 15 no,·embre 1961. galleria •Stagni• merita di essere segnalata con ,ma par– ticolare simpatia. Partendo dalle esperie11:_e vermecchiane, siro11ia11e, al– tardiane, ecc., Marcucci - a 11oi sembra - riesce a i11se– rirsi in 11110spazio che po– trebbe diventare tutto s110. Ciò egli fa con bravura, con 11n vigoroso senso s1,aziale, fuori di ogni comviace11zt1 cromatica. Certe sue figure di 11otevole ampiezza e cer– ti suoi paesaggi rilevati dalla sobria durezza della materia, sono senza dubbio indicativi. morte avpaio110 garbati, la freddezza di alc111Je for111c in esse inserite stempera e an– nulla la nascente e111ozio11e. Quando sulla tela i verso- 11aggi dive11ta110 troppi viene a 111a11care l'ordi11e composi– tivo; allorché l'artista esce dai soliti temi di 111a11iera (letterari), per ispirarsi al vaesaggio (Majorca, Burra– sca nel sole, Cascata S. Gre– gorio). allora, 1mrtropvo, egli diventa ge11erico. Sono ambedue tesJ.i che forniscono all'attore la pos– sibilità di esprimersi nei modi a lui particolari i quali appaiono ben deli– mitati cd inconfondibili. Erminio Macario è un cre– puscolare. Non gli si addi– cono i toni violenti o sem· plicemente carichi. ma le mezze tinte clelicatnmente sfum.-1te. Anche la sua co– micità è lnbile e sottile. basata più che sulle pa– role distintamente 'Pronun– ciatç su quelle appena sus– surrate o subdolamente in· sinuate. Tale giuoco. senza dubbio un po' areo ccl evanescc11te, C sorretto e reso incisivo eia un ~ tem– pismo :t sorprendente. Proprio sul palcoscenico della rivista, nella quale ,gli ele,he.nti meccanici del– la recitazione sono sempre esasperati, Erminio Maca• rio ha appreso mirabil– mente il valore della ,pau· sa. della sospensione, di certi abbassamenti improv– visi di tono e di volume. che coloriscono e sottoli– neano per diretto i mo– menti essenziali di un dia· lo,!!o. ~oi non crediamo tutta– via che si trntti di una limitazione vera e propria. Al contrario. Nel teatro italia11:o la preminenza del– le compagnie nomadi. che sono costrette a fronteg– giare tulle le eventualità di una interpretazione con un mumero relativamente ristretto di componenti. ha determmato a lungo an– dare una prevalenza del– l'attore generico. non \"in– colato a un particolare tipo di personaggio e al tempo stesso più o meno dispo– n_ibile a tutti. E l'esperien– za. compiutà in questo se– colo soprattutto cla~ teatro americano e poi, sulla sua scia. dal cinema. dimostra. che. salvo poche eccezio· ni, rattore ha una poten– za espressi va inversamep.tc proporzionale alla sua di· sponibilità rpsicologica e fi– sica. Gli attori di po,chi personaggi consimili sono non di rado gli attori più intensi_ più persuasivi, rpiù spontanei. Nella loro reci· tazione il margine fra la verità e la finzione è ri– dotto al niinimo. Healistno di Fattori Marc11cci, pertal)lo, 11011 ha vroblemi di colore; è a suo agio qumido può liberame111e operare servendosi della bi– cromia, preferibilmet1lf!- de{ bia11co e nero. Alcw11 suoi olii, infatti, a prima vista sembrano dei (jisegni. Non i11tendiamo, ciò dicew do sottolineare tm pregio o ',111 difetto; ma vogliam~, vil1ttosto, accennare ~Il~ p11~ appariscent~ carattenst.,ca di questo artista. La cm. 1110- stra, diciamo, è specc/110 fe~ de/e di 1111 serio impegno e d1 1111agiusta ambizione. Gasparri T INO GASPARRJ ,1ive e J\ opera ·a Roma -da_mo_lti anni; e se 11011 e r:11- scito ad affermarsi, l'at_w_ale_ ampia personale ( 48 d1pmtt esposti e 1111 po' a111111uccl11a– ti alla galleria • La Barca_c– cia •J dovrebbe i voterlo sp1e- ga$!;1za dubbio la lll(?Stra_dà la misura di Gasparri, poiché essa presenta i vari aspetti di un mo11do - vedremo - q11att10 sincero o escogitalo - che cerca la sua coere11za e la sua. consistenza _neJl'as:– sordante contrasto dei colon, tendenti sempre al dra,(11(/a·. tico. Maschere e Arlecclunr di wtti i colori, negri in tutte le positure, chitarre; scarp~, danzatrici, pagliacci, ecc.: 111 q11esto farraginoso s11cc~der_– si di cose, figure ed amb1e11t.1, abbiamo cercato il proprio dell'artista, l'emergere di una personalità che dia 1~ns_e11so_ a/l'insieme e lo gwst1ficl11 esteticamente oltre clte wna- 11amente. Abbiamo trovalo questo • proprio-~ ~nche se è trat· tata co,i d1s111volt11ra_ la figu– ra di Luce bianca, ct semb_ra stridente proprio la luce d1e~ tro il lume; anche se alcwu parziali esiti delle nature Noi 1•orre111mo, a q11esto 1m1110, aggiu11gere solo zm augurio: che Gasparri, dopo l'esperienza di questa 1110- ~i,~ge~eos~~msìp~~n:~;~,ri,,::; (solo co11 i s11oi mez:.i, anche se modesti) il 111011doche eve11111almenre gli è proprio, di111e11ticando quegli argo· menti con i quali forse pc11- sava di sorprendere e co11- q11istare l'attenzione del pub· blico. Mancinottl B RUNO MANCINOTTI è uno di quei pittori ge– nerosi di cui potrà ca– pitarci di vedere più mostre i11 1111 anno; e non sempre la quantità va d'accordo con la q11alitcì. Però la personale, che egli at1ualme11te presenta alla galleria •"San Marco•• è curata con amore e contiene delle opere di 1111 certo i11te– resse. Ci dispiace l'eccesSiva 111ss11osità co,1 cui è stato compilato il catalogo: il gio– va11e Mancinotti avrebbe fat– to meglio a pres'eutarsi in· 111a11iera più sobria. Nawralmente, data la fret– ta con la quale egli opera, molti quadri e bozzetti i1111- tili zavorra119 la mostr~, che per altro ha ci11q1~e o set ope– re d'una finezza rilevante: al– l11dia1110 a due gra11di vaesag· t ecoafes~~c 1 ;ftr,:~~t1;;:s;:~i~~~~ za di 1111 gusto è (,ltrata co11 1111a coerente cromia. Le qua– lità dell'artista (vibratilità, preziosità, a volte a11che i11- te11sità) hanno, q11i,uli, 1m loro scorrevolissimo svolgi· li/Cli/O. Ci co1111i11co110 assai poco le figure, che ripetono - sia pure variandoli con estrema accorte:.za - noti moduli ot– tocenteschi; a11che se in esse l'amore per la materia (amo– re in senso moderno, 11111 11011a11cora decaduto nella cosidetta matericità) vi si ri– vela sempre presente.VICE In questo _giuoco l'attore è favorito anche dal suo volto che ha il valore di 1.ma maschera, sebbene non sia inciso con forti contras- · segni. Un interprete, che non può liberarsi da ca– ratteristiche, anzi da con– notati così precisi i11senso difettivo, è più di ogni al– tro destinato ad essere ::m:t~isoa~~epgg~~· g::st;~ naggio. Si -pone-quindi-per lui il problema· di un re· pertorio rigorosamente ri· spandente alle sue possi– bilità di espreSsione, il rproblema cioè di una scel– ta orientata in un cam– ipo relativamente assai ri– stretto. Erminio Macario è uno di questi casi e proprio il (atto che il limite della sua disponibilità non sia posto da connotati spe– cialmei;ite evidenti, come ad esempio la corpulenza: ma da linee appena ac– celinate,, eia segni rivela– tori leggeri lo obbli_ga ad una' recitazione raffinata, puntegg-iata e ius~osissi– ma, àppunto perc.h'é impe– gnata sulle note minime. , E' un esercizio artistico, del quale il teatro italiano offre esempi sempre più scarsi. con. _grave danno· per la St}a vitalità. Gli al· tori suscitano un autentico interesse quando sono di· versi. quando la loro pre– senza è specifica. Quando, al c0ntrario, essi divengo– no anonimi manichini che M \LLARtvIE' che tor– ce il collo alla re– torica romantica del– l'Hugo, gl'impressionisti che respingono ogni vir– tuosismo neoclassico o puristico. Torna la cu! poesia tonale riesce a ridicolizzare le espressioni programmatiche d"un l\'JO· rclli. Fattori e Lega Che superano gli schemati•m1i della «macchia• con !'istin– tivo empito delle loro ca– ratteristiche personalità: ecco gli elementi di un de– ciso trapasso dal le forme e dagli ideali della prima met..à dell'Ottocento alle pressanti esigenze umane cd estetiche della seconda metà cli quel secolo. Mario De Micheli, in un suo ampio saggio su Gio– vanni Fattori (Bramante Editrice. Busto Arsizio. 1961), cerca anzitutto di --------------------1 trovare i motivi per inse– y. i~ .. ti: ·_ ·.1-~Jj -.,~.. · _,•~· U;:o Cepocchinl: • fJgura a (Galleria del Vantaggio) - rire Fattori e i macchiaioli migliori nel movimento reaJistico europeo (princi– palmente francese) che ha il suo più. accreditato pro– tagonista. nel Courbet, sia pure denunziilndo negli italiani una minore co– scienza critica dei proble· mi ma non _incapacità a fiutare nell'aPia del tem– po il pullulamento dei va– ri indirizzi. Condividiamo, con De Micheli, la conclusione del primo capitolo - del resM documentata - con cui si sottolinea 1a provenienza· dei pittori dalle varie re– gioni italiane: Francesco e Giuseppe Palizzi da Napo· li (sono abruzzesi), Alta· mura da J..""'og~ia,Costa da Roma. Lega dalla Roma– gna, ecc. Pittori che sono anche stati a Parigi, dove hanno conosciuto (e spes– so ammirato) i vari movi- * «li GIUSiJ;PPE SCl()R'l'INO menti artistici e visti dei quadri di notevole impor– tanza: da Courbet a Co· rot. Ma - stando a De Mi· cheli - bisognerà dire che una spinta fondamentale i macchiaiola l'hanno rice· vuta dalla scuola france– se del '30: ed è una spin– ta realistica. Dunque il macchiaioli• smo è una tendenza pun– to provinciale. certamente intencgionale; una ten– clenz3 sostanzialmente ri• voluzionaria, poichè con– tribuisce a determinare la sconfitta di tendenze che ormai strascicano i piedi. ponendo l'arte italiana su un piano europeo e tale essa venne stimata allor– chè fu gioçoforza fare i conti con i pittori italiani all'opoca presenti nelle va• rie collettive parigine. Siamo. però, a un cpri– mo >, non a un cdopo•. E il cdopo> ci dice che lo Ottocento italiano tutto è stato escluso dalla circola· zione internazionale; sic· chè ci tocca spesso ridi• scorrere, promuovere in– . chieste (come abbiamo pur fatto su queste stesse co• !onne). PerchC cento opere di artisti italiani dello scorso, secolo vengano fat– te meglio conoscere nei principali centri artistici del mondo. Fattori. a una mostra ideale dell'Ottocento ila· Jiano, avrebbe il diritto di intervenire come uno dei protagonisti, e l'appassio– nato esame di De Micheli, se non può far gioca re a Fattori un ruolo europeo. tuttavia contribuisce a ri– badire, chiarire alcune idee e ad aprire nuovi orizzon– ti alla ricerca. I ritratti, le battaglie, i - paesaggi e gli episodi di vita maremmana - co– stantemente dipinti da Fattori. anche dopo un suo soggiorno a Parigi - fini– scono in seguito « in .ma aneddotica priva di una visione più generale delln realtà. in una pitiura sem· pre più soddisfatta dei ~ud limiti•· Ma episodio ,:;ol– tanto provinciale - è sta· to detto. L'insorgere di nuove energie, la confusa proble– matica di nuove ava;1guar· die. i contradittori ma lo· gici sviluppi poliLico·so· ciali troveranno nel già vecchio Fattori un irridu· cibile avversario: e lo vec• chio livornese sto ancora col '48: fortuna che ho 80 anni. non vedrò per lungo tempo questo marciume della società presente. En– trai nel mondo amando e credendo: finirò scoraggia– to maledicendo>. La natu– ra. sempre impulsiva. cli Fattori si rivela anche in questi sfoghi senlìmentall. che ignorano i prismatl:::i aspetti (buoni, cattivi. ecc.) della nuova situazio– ne e che non gli consen· tono di distinguere l'111io dal melmone. Parve. dunque. che la , macchia• - come ogni tendenza artistica italiana dello scorso secono - si fosse isterilita e che (nel– la nuova situazione venu· tasj a creare con respan· dersi dell'arte francese) non ci dovesse essere più posto per i nostri artisti di quel secolo. De Micheli reagisce sostenendo la continuità di un realismo che, sia pure sotto vari aspetli. continua anche og– gi a porsi come vitale tin– ga dell'ispirazione di alcu– ni tra i migliori artisti. E• W1a tesi; una tesi che _potrebbe essere inverala tenendo conto dei valori più propriamente estetici che dovrebbero sempre di-. stinguere l'arte dalla non– arte. Altrimenti si rischta di sopravvalutare Patini e trascurare ìl Piccio. Ma quanto amore e quanta passione nell'informatissi• mo saggio di De i\licheli, che, oltre a una bibliogra– fia. contiene alcune pagine autohiografiche - interes– santissime - di Fattprì ed è corredato da un'ampia se– rie di riproduzioni a colo– ri e in bianco e nero di grande valore mnemonico per noi che nel 1953 abbit1• mo visto a Livorno la più ampia raccolta di opere fattoriane. Nel1a sontuos'a collana di cui fa parte il Fattori di De Micheli (collana diret~ da Enrico Piceni) sono-ap– par~i: Mosé Bianchi di Ugo Nebbia. I fratelli P11lizzi eh Paolo Ricci, Zandome– .neglli di l\Iia Cinotti: ~d appnriranno Segantini di Luciano Budigna. Fontane· si di Ivlarziano Bernardi. Cioè: si cominciano a ccin– fondere artisti di primo e di secondo piano, rischian• do di mettere in fon\e quella giusta rivalutazio– ne ciel nostro Ottocento artistico al quale pochi di noi non hanno mai smesso di lavorare. Torna. il Piccio. Lega so– no dei grandi artisti, sono il migliore Ottocento Vo· glia il Piceni riflette~e su questa per noi incontro– vertibile verità; ed orien• tare in questo senso la sua bella collana. Ult.liU bUSBRJ. Direttore respon .. blle ~tab I 1pug1c1/1co U..t:'..SJ.S.A. Roma - Via IV NO\'Cmbn, 149

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