La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 42 - 22 ottobre 1961

Le rich1es~ dì giudizio che giornalmente cl pervengono troveranno risposLa nelle apposite rubriche • Verba Vo~ lant •, • .Scnpta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I t.A FIERA LETTERARIA I UKAKIU l)l,.LLA KEUALIUNE! 11-13 daJ mercolcdl al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non st restituiscono lL FlLM DELLA SETTlMANA * Francescod'Assisi * GIAf\l LUIGI RONDI I N OCCASIONE della fe– stività di S. Francesco di Assisi. è stato proiettato in tutte le principali città italiane (e nella stessa As– sisi) il film a colori e in cinemascope che Hollywo– od ha voluto dedicare alla vita del Fondatore dell'Or– dine Minore Francescano. Un film che. nonostante talune varianti un po' ar– bitrarie e una narrazione piuttosto scucita ed cste- · riore non ha mancato di commuovere il pubblico. soprattutto in un momento come questo in cui il ci– nema sembra sempre più allontanarsi dai temi e dai problemi dello spirito. L"azione. raccontata da Vale 1 Forsyth e Thomas, sulla scorta di un romanzo di Louis de \Vohl. ha ini– zio negli anni in cui il giovane Bernardone bdlla- va nella sua citta soprat– tutto per la sua scapatag– gine e per la facilità con cui dissipava le sostanze poterne: si sposta quindi sui campi di battaglia do– ve Francesco ode da una voce interiore il comando di non uccide're (durante la campagna cli Gualtieri di Brienne in difesa di Re Federico) e ci fa assistere dopo al ritorno del Aiova– ne in Assisi dopo aver de– posto le armi. E" un diser– tore e lo arrestano come tale: liberato. segue fimil– mente la sua vocazione che. dopo talune esitazio– ni (le voci gli ingiungono di ,c,r'icostruire la casa cli Dio• e lui ricostrnisce le chiese) si ·riassume nello arduo compito di .-rico– struire la Chiesa> agli or– dini del Papa: con un gruppo di amici - i primi dodici compagni - scrive allora la Regola. rie~ce a farla approvare eia Inno– cenzo III nonostante la se– verità con cui vi applicava gli inviti cvan,!!clici alla povertà. va in Terra San– ta per convertire il Sulta– no. al ritorno trova che frate Elia ha tentato di mutare l'austerità della sua Regola. riceve le Stim– mate e muore: non senza aver prima visto converti– to un amico di cui per an– ni aveva cercato di contra– stare la protervia cd i vizi. Il racconto, forse. pote– va essere più esauriente e puntare di meno sugli av– venimenti solo dstosi. tra– scurando quelli più inte– riori ed utili alla logica comprensiçme della vicen– da: la vita del Santo. in– --------------------. fatti. passa sullo sch·ermo Mostre li' !\rieroma11e Salone d'Autunno A LLA gall'!rra « S. Marco,. prccede•1tc,nc11te aveva- 110 avuto w,a raccolta di pillori dell'Ortoce11!0, vie– si a caso e 11011 sempre co11' opere d'un cel'/o interl!sse artistico; adesso abbiamo w1 « Salone d'a11twmo,. tut– to fallo di ovue astrarre (quasi che per l'astrattismo sia venuta la lc11ta mortz .... a111w111ale). Fra i pre,;cnti 11otiumo M11::..?i che rifa 1111 certo Cagli e lo stesso Ca{ l.li elle adope– ra il colore come peui di collage; le mosse e il ricco colore di Carro/I co,11 rastano con gli anemici gialli di w1 Sadun adoprati per rappre· set.tare il .. uulla •· Cosrna– tivo e croma1ica111e11te cali– brnto Brrmori; gra:.ioso tm Burri del ·51; vivace Afro; adi.iritttÙ'a piro1ec11ici Rotel– la e Sanfilippo, mentre /'At– tardi - in cerca di 1111 or– dine - lrn esiti artigia,wll decorativi. Scarpitta, persuaso di cl1is– sà quali effetti fa11toma11- ci, adopera la S?-arza,seguilo da Mauri. Samo11à, di t•n-tice ingegno, ha ridoflo i suoi effetti alla cromia sele:ulica { wt Trombadori se11za voe– sia). Giostra110 a 1•11010, 1•it– ti111e del /allo modale, A11- geli, Moriconi, Pc.l'il/i, T11rca– to ed altri. Anche la scult11ra allinea alcuni autori: dal piccofd ma.<•so inespressivo di Gt1cl'– ri11ialle i11terrol'a cli Alive111i; dai sugheri chiodati di Cer– velli aHe fantasie di Pevv-::r; dalla scultura macabra di Hc,rdzi al feticcio atzeco ,di Mirco (un'opera i11terc.ssa11te , sul piano del raffì11a10 divc.r– timtnto ntl ,·ilare ciò elle µo– Zrt!bbe fare m1 selvaggio). Scultori sempre di ·viva ispirazione è Calò; intere::.– sanre Tot; Consacra ::.i attar– da r. ripc.zere, rimpicciolite, le trovate che caratterizza· vano la sua ultima person,le alla Bie11nale di Venezia,· fra gli altri j,resenti Leo11icilla, Mamwcci, ecc. Quattro pittori Alla. .. Fo111a11ella • 1101ia1110 la prese11za di q11attro pit– tori, di cui almcnto tre si– g11ificati11i. Pratelli ha un q11adro con gallo s11 una sedia, di 1111a ::.ostc.n11teu.a pittorica che è 1111 veccato 1101: .çia pres,mte in 111t10 il quadro; Fa111uz– :.1, ottimo in 111tte le opere esvoste, ci viacc. - per 1tl rmrezza - in 1111 ritratto di razza con fiori. A11che l'an11i Ila delle ove– r~ che de111mcia110 l'aute11ti– cità · do?;lgbvane pillare. I molti quadri rii Bc.11edetto To:.zi. sulla scena ormai da molti aimi, rappresentm/0 forse 1111 momento di riltlssa· mento e di stanche:.za della fanta:;ia: colori crudi, sgra– de110/i, approssimazioni ri11ro– d1111ivistiche. Dispiace dirlo, sembrano i q11atlri di 1111 pri11cipi.'l.11te, Noi abbiamo visto il Toz– z.i (di Subiaco) altre volte impegnato III opere di .•10· bile. fatt11ra e e/re doc1m11m– tava110 la sua apparte11e11:.a alla ~ scuola l'.:Jma11a ,. di ;,ie- 110 diritto; a quella .scuola elle ci ha p11rdato artisti buo– ni: da Scipio11e a Mafai, da Pirm1del/o a Ccracchini, da Barbieri a Strado11e. Metelli Afranio Metc.1/ì, che si prc– sc.11ta al Giardino delle Arti con 1111amostrn di 11a111re morte, deve essere 1111 priii– cipiante. Come raie ci sem– bra s11perfl110 msistere nel uotare le sue incurc:.:.e co111- posi1i11e, la timide:.:.a croma– tica, CGC, Piuttosto lodiamo la serie– tiz CO/I Clii eRli si impegna, in 1111'epoca di sciocche ed assurde fa~ilo11?rie; serie.fil che lo re.ude tlc.g110 di 1111 i11- coraggiame11to a persistere, poiché ci sembra destitiato a migliorare. come un se~uito di episo– di scarsame.nte collegati fra di loro. separati gli uni dagli altri da lacune di anni e di eventi che niente interviene a colma– re od a spiegare. dando non di rado 1a sensazione di un certo schematismo narrativo, estraneo a qual– siasi tentativo di appro– fondimento non solo del personaggio - e di un si– mile personaggio - ma anche del clima in cui vis– se. delle vere ragioni che lo condussero ad agire. del– l'autentica rivoluzione da lui suscitata nel mondo agli inizi del Duecento. La regìa di Michael Cur– tiz non ha molto riscattato questo difetto. più attenta ad una ricostruzione holly– woodiana dell'epoca che non ad una indagine psi– cologica che chiarisse la vera figura del Santo. i suoi drammi intimi. i suoi rapporti con Santa Chiara, con il Papa, con frate Elia. con i primi compagni. la sua lotta interiore per da– re a Dio tutto quello che Egli incessantemente gli chiedeva. comunque. spe– cie in taluni momenti si– gnificativi - l'approvazio– ne della Regola. la mona– cazione di Santa Chiara. le Stimmate, il Transito - è riuscito a far scaturire dal testo un'atmosfera emoti– va particolarmente effica– ce: ed è questa soprattutto che ha conquistato senza fatica gli spettatori. Fra gli interpreti merita speciali lodi Bradford Dil– lman che. nelle vesti del protagonista, ha trovato i giusti accenti di pietà. di macerazione. di ardore ispirato e persino di so– vrannaturalità: senza mai un errore di tono. Un "Mantegna,, assente alla Mostra di Mantova li lettore Giorgio Perocco di Bologna ci segnala un ,. i\'lantegna • non esposto a Mantova: Madonna ,col Bambino (i\foseo Diocesano, Recanati) UNA MOSTRA DELL'INCISIONE ORIENTAJ;.r. * Giapponesi a Ro~a * cl:i FILIBEHTO 1IIE11 1 11 1 1I E· aperta in questi giorni presso la Calcografia Nazio– nale in via della Stampe– ria nna mostra dell'incisio– ne. giapponese contemporanea comprendente ventuno arlisfl e centocinquanta opere 'tra xilografie. acque/orti, litogra– fie. Nel complesso si tratta dt ttna mostra di notevole infc– res.~e sia per la qua!ud degt1 espositori sia per le reta..:1or11, a volte strettissime. che In essa si ·rivelano tra rarte giapponese " l'arte occiden– te/le. L'inci.s1011e. specie nel gc.- 11ere xilografico. ha 1n Giap– pone una tradizione ant1c111s– sima. che risale aH'ottauo e 110110 secolo dopo Cristo. L'ac– qua/o ne.. la litografia e il mezz-otinro sono invece più. recenti. L'incisione g,iappone– se è venuta però a contatto con la civiltci, ·occidentale e nello stesso tempo si. è u111- versalme11tc. cliff11sa solo a comi11c11.1redalla fine del se– colo scorso. Ghmt.a in L1tro– pa. sembra come carta di im– ballaggio di mercanzìe, la stampu giapponese ebbe. co– me si sa. particolare Jortuna presso i. pittori 1mpressiontstt e post-impressionisti. i quali trovavano in essa gid felice– mente risolti tutti quei ,movt problemi di spazio e dt impa– ginazione posti dal Tifiuto della s-pa::ialità prospettica n– nascimentale. Da allora rin- 1c.grazionc. dell'arte giappone– se cd orientale in genere con la cultnra europea si e Jaua • nella 111ostra romana una rappresentanza della corren– te 1.radizionalisra, capegg,1ata dall'arte popolare, ma. ratfina– tissinta. di Shiko Munakata. Assai belle. in questo sc.1t.ore della esposizione. mi .1011 par– se anche le xilografie di Y1s111- to~hi /\fori (.~i veda ad es. ., Danza sacra,. o ... L11 stra– da ... ). di U11ichi Hiratsuka (... Ve,1to del nord,,.) e quelle di Minami evocanti un 111or1- do fiabesco. dove. però. è dato dì. avvertire qua e là il ricor– do dell'arte non meno fauo– losa di l{lee. U~A .llONOGH.\l•'I.\ DI ()l.n\UUJ.\ IUJ:l<'ICl<J * Il cavaliere calabrese * di Glt;SJ<;ppf<} SCIOB'l'li'.\'O L 'ULTIMO mezzo secolo ha visto un susseguir– si di studi su Mattia Preti (n. a Taverna In quel di Catanzaro nel 1613, m. a Malta nel 1699); tuttav:a di monografie vere e pro– prie - se si esclude quel– la. notevole, di Alfonso Frangipane -, nessuna. Ab– biamo avuto quasi sempre saggi parziali, note sinte– tiche. qualche indagine at– tribuitiva: da Bernardo De Dominici, ritenuto poco si– curo ma oggi riabilitato, a Roberto Lons:hi: dallo Sca– ramuccia a Raffaele Causa che approfondisce l'indagi– ne longhiana; da L. Pa– scoli al De Rinaldis: dalla !\1'ontalto al Rusconi; da A. Venturi al Mariani; dal Bri– ganti al Brandi; dal Mo– randotti all'Aicangeli, ecc. Un valido contributo, di– cevamo, alle conoscenza del Preti in primo luogo è quel– lo del Frangipane che vede. con l'artista calabro, affer– marsi in Calabria l'arte se– centesca e là dove il gran– de pittore nostro fissava sulle vaste tele, con magi– ca tavolozza, tutte le vi– sioni tumultuose dell'anima ardente di pura fede e tut– te le smaglianti apparenze della natura, amata, inve– stigata, ansiQsamente com– presa nei suoi gioiosi mi– steri della bellezza e dc.11a luce•; in secondo luogo da Lina Montalto la quale - pur limitandosi all'attività napoletana del Preti - gli ha riconosciuto la ifacoltà di e esprimersi subordinan– do luce e colore alla poten– za rappresentativa di una composizione solenne e agi– tata•· Osservata un po' da tut– ti le. continua simbiosi tra l'arte preliana e le mi– gliori espressioni pittori– che del suo tempo; sicché egli coesiste occasional– mente con Caravaggio (pe– rò ,. mentre Caravaggio ele– vava a protagonista la ri– cerca luministica, nel Preti essa è soltanto un mezzo peT lasciar luogo al 'Più grande interesse - tutto squisitamente secentesco - verso la rappr'esentaz.ione drammatica•), col Guerci– no, con i neoveneli e con altri, e - concludendo in un certo senso il Cinque– cento - preludia al Sei– cento napoletano di Soli- - mena. De Mura e Diana. Del!' interesse (almeno tare, affreschi - parzial– mente già noti, studiati o comunque catalogat: - te– stimoniano ancora oggi del continuo travaglio dell'ar– tista calabrese, che in mol– ti luoghi Ja,sciò traccia del– la sua instancabile attività. Il primo documento pit– torico pretiano Io troviamo a San Carlo ai Catinari a Roma (un'opera che risen– te soprattutto del Sacchi); segue una Flagellazione eseguita per una chiesa del– l'Isola Tiberina, definita dalla Refice e la più ro– mana delle opere pretiane: anche iconograficamente, infatti. il Preti ha voluto fare un'aperta allusione a certi aspetti più caratteri– stici della città. rinnovan– do nell'edificio sull'estremo sfondo a sinistra il moti– vo architettonico brunelle– schiano di Santo Spirito i,. Segµono Baccanale e Con– certino, sui quali si è par– ticolarmente appuntata la eistrosa indagine di Roberto Longhi. Nel 1651 il Preti ese– guì degli a,ffreschi a Mo– dena (anche per questo nel– la decorazione di S. Bia– gio ha degli elementi guer– ciniani, idem nella Divina Sapienza. oggi a Palazzo BaTberini in Roma). Ed an– che negli aflfreschi M. P. non ri!iuta •la tecnica e ,gli influssi dei maestri del Cin– quecento: e ciò gli accade anche nella cattedrale di Modena, dove ampie parti replicano con identità di immagini la decorazione degli affreschi dell'Orato– rio di S. Silvia a S. Gre– gorio al Celio a Roma ese– guiti da G;uido Reni•. Sac– chi, Guercino, Giordano e Reni sono gli dspiratori dell'iniziale attività, piut– tosto eclettica, di M. P. e Questo primo periodo - scrive la Ref.ice -, che può essere senz'altro definito romano, è con chiarezza indicativo di quali !urono le reali fonti da cui Mattia trasse insegnamento e gui– da •· Dopo, come vedremo, la personalità del Cavalie– re Calabriese non rmuterà altri notevole arricchimenti. Con l'esame del primo periodo pretiano la Retice si propone soprattutto di identificare le varie espe– rienze e simpatie del Preti per i più noti artisti ita– liani e stranieri, in rap– porto ai quali il nostro ebbe propositi di s(ida e di assimilazione (spesso ·nello stesso tempo). attingendo via via una sua coerenza e quindi una calibrata flsio– nomia data da particolari esigenze stilistiche. oltre che dal progredire di una coscienza estetica· che ebbe le sue basi specialmente in alcuni fra i più impegnatì pittori napoletani dell'epo– ca. Difatti uno dei suoi più Importanti quadri. il Mar– tirio di S. Gennaro, de– nuncia rapporti fra Mat– tia, Bernardò e Cavallino. il maggiore protagon;sta delle sue compos:zion!, del suo essere - volta a volta o sincronamente - classi– co, romantico, religioso, pa– gano, sensuale o spirituale. L'esame della Refice, con– cludendo, si fa più sciolto: tanto da pervenire e. una sintesi d'indubbio r'!lievo, vale a dire a risultati cri– tici che rappresentano il punto più avanzato degli stud: pretiani, pur non tra– scurando la fedeltà rias:mn– tiva. Due modi (riferisce la Refice) abbiamo evuto per considerare la v:talità di :M. P.: ritenerlo protoro– mant:co e quindi precurso– ri di alcuni pittori dell'Ot– tocento se non addirittura dell'impressionismo; oppure riconoscergli una fedeltà alla trad!zione napoletana che giunge all'estremo d:– sfacimento col Morelli. La Refice, ovviamente, resp!n– ge tento la prima quanto la seconda interpretazione: e ci sembra più propensa ad accettare quanto scris– se nel 1913 i1 Longi per sostenere la modernità pre– tiana. avendo riscontrato nel Preti particolari pitto– rici in seguito ripresi da Gauguin. Cé.zane. Oecas e Van Gogb. Quanto scritto da Lionel– lo Venturi nel 1952 viene dalla Refice citato soltanto in nota. Del resto si tratta dì piccole osservazioni par– ticolari o di idee generiche che non aggiungono nulla alla intet'lpretazione de!ro– pera fornita da M.P. ed e. noi sinora nota. Seguono, ne! volume re– ficiano, una bibliografia piuttosto ampia, 70 tavole in bianco e nero e quattro a colori (stampate male): il che ci conferma, ove ve ne fosse bisogno, la serietà e la competenza con cui Ja nostra studiosa ha con– dotto a termine il suo am– pio e severo lavoro mono– grafico, che vorremmo di buon auspicio per quella grande mostra delle opere di M.P. che i calabresi non riescono, purtroppo, a rea– lizzare. Il "t~m,,o libe1•0~, (Continua ~pagina 5) E ' SOPRATTUTTO da ques10 punto in avanti che il libro di Gianni To1i si ra interessanle, poi– chè a11ra,·crso l'elencazione e- la discussione dei fatti l'autore indica lino a qual punto polè essere dramma– tizzata, e resa lragica. la giusta aspirazione al • tem– po libero • dei salariati. Govoni ronta-tiziere sempre pilÌ. stretta a mapo a mano elle si sono sv1l1Lppat1 t ger,ni della rivol1tzio11e 11n– pressionistica. la-..quale ,1on Ju solo un fatto tc.cn1co-p1tton– co ma innanzitlttlo tma Tivo– /u=ione spirituale.. che, ,capo– uolgendo il /011dame11to an– tropocenrrico della cultura occidentnJc, doveva aprire ta via ad u11a comprensione sempre più profonda de!/11 c1- v1ltà II dell'arie g,iappo1tese. aperte alrm/ìnitamente vano spettacolo del mondo. Non meraviglia quindi che anche in questa mostra organiu-aia dalla Calcografia Nazionale. t rµpporti !rn gli artisti orien– tali e l'arte europea e ame– ricana si rivelino quanto mat stretti. C'è da aggltmgere pero iL fatto assai significativo, ve– rificatosi con le tiuoue 11ene– ra,;::1011i artisriclle aìapponesi. della iit /111c.n.za , non meno evidente, che molti artisti oc– cidentali hanno esercitato sul– la culi.lira c.strc.morientale. Segno elle il processo dt 111- tegrazio11e, iniziato il se.colo scorso con l'ass1mila.zione da parte europea di certi fatti della cultura orientale, Ila raggmnto. per cosi dire, it punto di equilibrio proprio in questi 1lltimi anni, quando cioC molti artiSh giapponest sembrano Tecuperare la loro prand1uima tradizione arti– stica per vie che non passano attraverso le nostre contrade. E può anclte accadere elle glt artisti occidentali delle 11lu– me generazioni guardino opg! all'Oncnte attraverso l'opera dc.i loro maestri. ... E' eviden– te - lia scritto in proposito il pittore Alc.cl11nsk11 - che oggi le culture si fondono ... cominciano segTetamente a HAMADA CHIMEI: Canzone d'amore, 1957 presso gU studiosi) suscita– to dall'accennata attività di critica e di ricerca su Mattia Preti è testimo– nianza nella monografia dedicata e.I pittore calabre– se da Claudia Reficc Ta– schetta (Ed. Abicca, B,in– disi, 1961), saggio condot– to con acutezza d'indagine. larghezza d' informazioni, senso storico ed ottimo orientamento estetico, nel quale - dopo un ampio capitolo sulla vita e l'arte di M. P. nella bibliografi.a - vengono esaminate buo– na parte delle opere dal– l'artista prodotte durante il periodo g.fovanile, la matu– rità e la vecchiezza. Opere su tela, pale d'al- mettere il dito su un comune ,--------------------– Dopo aver eseguito a Na– poli ·il Cristo !enraro e al– cune tele in S. Pietro a Maiella. M.P. si trasferisce a Malta. dove trascorrerà quasi tutto il resto della sua vita. compiendovi ope– re spesso importanti, sino' ad acquietarsi in modi e moduli che accusano la ca– renza fantastica, vale a di– re la decadenza artistica unitamente a quella fisica. Quegli St~ssi imprenditori che dovevano il proprio suc– cesso e il proprio peso nella socielà alla di::.gregaz1oncdel mondo feudale av,enula con l'illuminismo. si tro\'a\'ano or.i nella possibilità di ne– gare gli s1essi principi illumi– nistici a ,•anlaggio proprio: in ciò soslenuti, naturalmen– le, dall'ancor rigida slruttura sociale e dalla persistenza della generale convinzione - durata tulle l'O11ocen10.e poi esplosa ai primi del No– vecento nella lcttera1ura de– gli irrazionalisti - che l'u– guaglianza degli uomini fosse realizzabile. (Conllnua da pagina 3) dato, malgrado certe c\h•aga– zioni non necessarie e certe compiacenze, da una sua fre– sca energia pittorica e de– scrittiva, dalla ::.u.1 acce~a tensione drammatica, dalla sua profonda dimensione fan– tastica che ti trasporla di visione in visione, di sequenza in sequenza, davanti ad un mondo di diseredali, di umi– li, di poveri, s1oricamente e socialmen1c vero. Nato a Ta– mara, nella bassa ferrarese, da una famiglia di mugnai e di agricollori e vissu10 lun- ~=n~a~~noqu;~': ~rre,,o1~~ hanno ispiralo le sue poesie e le s\Je prose, Corrado Go– voni narra1ore n0n po1c,·a non avvenire la suggestione ~~ 11 ~o~i!1e~ 0 ~I~ar~ill~~rn~!~= mo, anni or sono, in un lun– go saggio, il suo eterno ri– chiamo alla sua padania, alla sua casa na1ìa, alla sua for1e stirpe contadina. Esso rap– presenta il suo ,. milo poeti– co», un ·mito man1enu10 sem– pre nitido e vivo dalle mi– steriose ragioni del sangue; un mito che in .:inquant'anni di amorosa dedizione alla poesia, è diveJ?,tatocarne del– la sua carne ,il suo fantasma lirico più lucente, idealizzan– dosi come una meravigliosa favola narrata da un silvano dio 1errcstre. Anche qui, in questo e Uomini sul. D~lla •: ri1orna, sull'onda dei ncord1 e degli affetti, queslo amore struggente e nostalgico per la 1erra madre che lo vide fan– ciullo, giovane e forte, ma accompagnato da un deside– rio di verità e di gius1izia e dall'intento di riprodurre con ardente fcdeilà, un ambien1e e situazioni e loue e fatti realmente accaduti. Il quadro si fa plastico, fi.gurati,•o, den– so, scintillante di colori; ~i accorda come un poema sin– fonico con llltle le YOci nr– cane della terra, del ciclo, delle acque, variamente mos– so dalle singolari vicende che lo animano in un arco di tempo che comprende all'in– circa un cinquantennio di storia. dalla prima guerra mondiale alla Resistenza. E nel quadro si agitano gli in- 1ercssi individuali e collel– tivi; esplodono gli istinli e le passioni sfrenale; si muo– vono i protagonisti. tulla una galleria varia di tipi umani: braccianti poveri e ribelli, pe– scatori umili e pazienti, con– tadini anarchici e rissosi, mendicanti ironici e burloni, ragazzi violenti ed aggressivi, belle e fiere popolane, madri logorate dalla fatica e sfian• cate dalle continue maternità e su tutli la figura di Ti,•àr, stranissimo tipo di idcalisia e di agitatore, dal cuore gene• roso e leale d'un poetico fan– ciullo, campione della mise– randa condizione dei lavora– tori del Della. E' tutto un piccolo mondo agricolo e bracciante, insofferente d'ogni freno ci\!ile cd incapace di trovare ira i suoi elcmemi una solidarietà Cos1ru11h 1 a 1 perché umiJiato dal disumano lavoro, mortificato dalla pe– renne miseria, diviso fra clas– si antagohis1e e da feroci egoismi contrastanti, anche se nel fondo è buono e cristia– namente rassegnalo al suo destino. Un 1ale mondo, in verità, cr:i apparso già nei racconti e nei romanzi prcce– denli di Govoni, ma mai era stato esplora10, con così ac– cani1a analisi e con così ap– passionalo amore, nella sua selvaggia cd atavica bellezza, nella sua precaria e dolorosa esistenza economica e socia– le; mai così frugato nei suoi aspelli cupi e crudeli, nei suoi sordi e implacabili con– fli1 ti, nel cah•ario dei suoi abitanti, nel dolore e nel– l'amore e· soprallutto nella sua verilà poc1ica ed umana. Da qui deriva anche il valore di documento che ha il ro– manzo. Govoni ripropone an– cora una volla agli uomini responsabili il problema della giuslizia sociale, il problema d'una regione, di una popola– zione • abbandonata e taglia– ta fuori dal consonio civile• che ,. da tempo immemorabi– le vive o per meglio dire muore, rassegnatamente di miseria e di malaria», tra ,. i bracci torluosi del Delta• in • una 1erra ingrala, Ira s1er– paglie, lingue di sabbia ed acquitrini». li suo inlento sociale e mo– rale è evidente ed anche se in alcuni momenti appare 1roppo,.scoper10 o 1roppo ri– sentito, esso è sufficien1e per darci la misura del coraggio– so impegno umano dello scrittore. In quanto alla violenza ed alla audacia di certe accuse, Govoni scende in lrincea sul fronte dei nullatenenti e dei derelitti, pronto a demolire con mlii gli umori lllrgidi e sanguigni del suo tempera– mento. Dalla sua penna par– tono dardi, revolverate, mi- 1ragliate che non risparmiano nessuno: contro le guerre, le ingiustizie, i •soprusi, il mal– coslUme, il malgoverno, i po– liticanti, le mode, il divismo, gli sfru11atori. Sono le sue pagine più terribili e più amare, anche se le meno belle e le meno controllale. Ma l'impelo polemico, dopo cerle solenni sfuriale, si placa nel– la orcheslrazione poetica e musicale della natura di cui Govoni è un maeslro dal polso portentoso ed insupe– rabile. Allora il suo regis1ro ~~::~o\l ~~~\r~l i s!~~~i~~~u; 1ut1e le piccole miserie uma– ne, gli odi e le passioni, la fatica e l'indigenza, s'immer– gono in una luce pie1osa di commossa ed alla poesia che santifica la povertà e risca11a l'uomo dai sensi e dall'abbru– timento. Si leggano in pro– posito le stupende pagine de– dicale alle nolli ;nvcrnali sul Della, al mutevole avvicen– darsi delle stagioni, au;eb– brezza di Tivàr jr. in .mezzo ad una natura da paradiso lcrrestre, alla bellezza mor– dente della Bella Villana, alle scorribande dei ragaui nei boschi e lungo i fiumi, al ri– cordo del padre e della ma– dre di Tivàr, alla descrizione dell'arrivo della neve, dei temporali, della pioggia.: alla mus'ica del vento, delle acque, degli uccelli. Le imm·agini scawriscono dalla memoria dei luoghi cari, dei perso– naggi amati, con un ,,ero scialo di colori e di suoni, a ondate scin°1illanti, fresche, violente. Ed attraverso esse Govoni rivive la ·realtà del suo ,. favoloso,. passato con 1u11ele sue più accorate ma– linconie, i suoi dolori e le sue gioie, i suoi impeli e le sue ardenze, il suo genuino sapore paesano cd i suoi so– gni delusi. Ce n'è tanlo da rica,,arne più d'un libro di aulentica poesia. li romanzo di ben 570 pa– gine non è che il primo tomo di una vasta trilogia che ve– drà prossimamen1e la luce ed avrà per sfondo ancora il Delta padano.' Non deve far mera, 1 iglia quindi se la ricca ed avvincente trama rimanda la sua definitiva conclusione ai due libri successivi, che saranno,, è fuor· di dubbio, dello stesso inieresse e dello stesso valore e segneranno un'altra tappa felice della carriera artislica di questo estroso cd oriiinale scri1tore che non as$0.m1gliaa nessuno. MARIO CORI!l.'I denominatore, su una nuòva immP'gine del mondo. E' sor– prendente co'ltstatarc - scri– ve sempre rartista - elle le Ticerche condotte in Europa da uomini come Klee o Kan– dinski offrono all'Occidente IO poss1b1li1à di abbracciare ttn a.spetto imporrante della ci– vil!à giapponese .... Gi"incìsori che espongono in questi giorm a Roi-na., so– prattutto i pi!L giovani. mo– strano che le cose stanno pro– prio cosi: essi cioè sembrano ritrovare il volto della pro– pria tradizione guardando agn artisti occidentali. 'Le incisio– ni di Ichihara ad esempio, dove l'aspirazione a Jonders1 con la natura. propria dell'ar– te giapponese, si mamfesla attraverso u~a ricos~ru.zione quasi ossc..esiva de'l. Tea/e (11n minuscolo groviglio vegetale. uno strato fermentante dt terra, bolle e crateri micro– scopici di una Toccia) non st spiegano del tutto senza te texturologies dubuffettiane. Cosi senza i-ascendenza della poelica surrealista no,i s'm– tendono apJ)ieno le opere d.t un Fukazawa, di un Hamada, di un Komai o di un Yoshida. 1 grovigli organici di Wols e forse anclte i disegni di fos– sili di Moore non sono certo estranei alla formazione cut– turale d.el giovane Mitsuo Ka– no cd ai suoi bellissimi Jos– sili e fiori; né l'arte dt un Hartu.ng può dirsi estTanea at gusto di Yamagucht, di cu1 però essa non -mortifica t'in– canto evocativo e il sortite Lt– rismo. Lo stesso famoso Ha– maguclli. di cui abbiamo po– tuto vedere una serie vc.Ta– ,nenlc splendida di incisioni nell'ultima Biennale venezia– na, non saTebbe riuscito in t quella sua misteriosa evoca– zione di. ogget.ti senza fl Tt– cordo di certe atmos/ere sur– Tealiste. Naturalmente non manca Una nuova rivista: ''Quadrivio,, Noti.::iario - Teatro, cine– ma, concorsi intenia::ionali, educa.::io11c, mtiversitd, tecni– ca, congressi, arti, legislazio– ne, storia archeologia, vita religiosa, varie. Antologia - Pagine di auto– ri classici. Sotto gli auspici del ./lfo1i– stero denli Affari Esteri, la •·Dante Alighieri .. ha ini.::ia– to la pubblicazio11e di una Tivista ~imestrale dal titolo "Quadrivio". dedicata alle re– la:'io11i cidturali con l'estero e diretta da Luigi Pignatelli, Bino Sanmi11iatelli, di.rettore. ,_________ _ responsabile Vincenzo Cap– pelletti. La nuova rassegna si affianca al "Veltro", dive– nuto dal gennaio 1961, .- Ri– vista delta civiltd: italiana .... La nuova rasseg,na, clte si presenta in veste mollo ele– gante e c1trata. ha auuto il suo esordio ufficiale con un ricevimento offerto dal pre– sidente della .. Dante Alighie– ri•·. sen. Aldo Ferrabino. e dal direttore delle rela:ioni c11l– t11 rali al Mi.nistero degH Af– fari Esteri, ambasciatore Del Balzo, nei saloni della "Dan– te,. a Palazzo FiTenze. Sono intervenuti, insieme a nume– Tose altre personalitd: italia– ne e straniere: il sottosegre– tario agli Esteri on. Carlo Russo, H. VieHlc.fond, J. Gra– ham, Alberto M. Ghisalberti, Franco Valsecchi, Enrico Ce– rn!H, Giuseppe Padellaro. Ecco il .1ommario del pri– mo numero di "Quadrivio": presentazione - Enrico Cerul– li: ai11ti ai Paesi asiatici ed africani; Pietro Gauola: il dramma dei monumenti nu– biani; FTanco Valsecchi: sto– riografia germanica e Ris0r– gimento; J.R. Vic.illefond: le rela.:ioni culturali franco-ita– liane; Aldo Visalberghi: uni– versità italiana e americana; John Graham: cultura ingle– se in Italia; Giorgio Pratsi– cas: cultuTa italiana in Gre– cia; mi questlonario .sull'inse– gnamento delle lingue anti– che. • Errata - corrige * Libti .su Ila guena 11011 militaristi ~ell'articolo di Sabine Brandt, ~ Scrillori, prendete le armi: parola d'or,dine nella Germania dell'Est,., pubbli– cato ne ..La Fiera Letteraria., di domenica 15 ottobre 1961, nella traduzione del 6econdo capoverso è sfuggito un erro– re che non muta la sostanza del discorso. ma che egual– mente intendiamo segnalare. Le opere elencate nel sud– detto passaggio, e cioè: "Sta– lingrado,. di Theodor Pliever, "11caso del sergente Criseha., di Arnold Zweig, ''Guerra., di Ludwig Rcnn. ''Battaglia d'Inverno.. di J ohannes R. 'Becher, ''Madre Coraggio., e "li processo di Lucullo,, di Bertolt Brecht, non appar– tengono alla letteratura mi– litarista. ma a quella sulla guerra di ispirazione più o meno pacifista. Convegno al PEN Club Dal 1. al 4 novembre pr.:>s– siml sl svolgerà a Roma (Palazzetto Venezia) un Convegno del PEN Club In– ternazionale. organizzato dal PEN Club Italiano. A Malta, dunque, Mattia Preti decora Je chiese di S. Giovanni de La Valletta, l'Oratorio dei Cavalieri. di– pingendo - quasi come una parentesi - alcuni di quei quadri di natura piut– tosto caravaggesca ai quali abbiamo accennato. Duran– te un breve ritorno a Napo– li, M.P. compie gli affre– schi della cupola di S. Do– menico Soriano {adesso qua– si scomparsi). che si ispi– ravano a note composizioni di Correggio. Tornato definitivamente a Malta, il Preti dipinse alcune tele che oggi si tro– vano nella natia Taverna. In queste, come nelle sue più tarde opere, affiorano i modi pittorici che furo– no più e.ari all'artista ca– labrese e che fanno di lui un pittore complesso, lega– to agli esiti del Cinque– cento ma senza dubbio pro– teso verso I nuovi proble– mi che già affioravano nei migliori pittori di lui più gioveni; problemi che non soltanto nel Settecento eb– bero una piena attuazione. Claudia Refice, dopo la ricognizione di molte opere prctiane, passa a trattare della personalità e del ca- Tori dà rilic,·o particolare alle giustificazioni pseudomo– rali con cui le classi dirigenti cercarono di limitare o di togliere del tuuo il .. tempo libero• ai lavora lori: si arri– ,,ò" in eflelli al punto in cui ogni ri\-endicazione per la limi1azione d'orario fu spac– ciata dalla pubblicislica uffi-, ~ia1~g;fti~r:.ai°af~,\~\~. all'ozio Lo sviluppo, nell'età con– temporanea, della concezio– ne di • tempo libero,. è con– nesso all'estensione di questo lcmpo disponibile: mentre le lotte operaie per le dicci ore lavorative, contro gli orari precedenli che assorbh·ano tulla la giornata dall'alba al lramonto, avevano come principale fine quello di ga– rantire agli operai il nlinimo riposo necessario alla so– pravvivenza, la lotla succcs– si,·a per le 01to ore è :lncor più determinante in quan10, :~lra;j~~n°di!1n~s~f• cfl~ilt~pe; formarsi una dta propria al di fuori del lavoro, una vila non solo famigliare ma spi– rituale e culturale. Na1uralmcn1e la riduzione d'orario ~ soltant<? uno degli argomcn11 da d1bat1ersi a questo proposito: il proble– ma avrà la sua risoluzione solo nel momen10 in cui il la\'oro QUOlidiano ricn1rerà nella esigenza creatiYa del- 1 'individuo; nel momento cioè, in cui ,errà meno 1à condizione e alienata • del– l'individuo immerso nella odierna industria. · ADRIANO BOTTA rattere dell'artista e schiet- DlEGO FABBRI to figlio delle sua terra e Direttore responsabile del suo tempo•; ci parla l;s:::-,::.b:-.-:;:T,-ip.,.og-,-.,,-,c-o'--;U,-. •. "s . : 1.S.,,.-.A. del suo colore che è sempre Roma • Via IV Novembre 149 ..

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