La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 42 - 22 ottobre 1961

LAFIERA LETTERARI Anno XVI . N. 42 SETTIMANALE DELLE LETTERE DEhLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 22 ottobre 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA Fondalo da UMBERTO FRACCHIA * DireHo da DIBGO FABBRI QUESTO UMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Roma - Via del Corso. 303 - Tel. 687645 - Ammln1s1.razlooe Te!. 673015. PUBBLlCITA': A.mmlniltrazlooe: «LA FIERA LETI'ERA.RlA» • Via del Corso. 303 • Roma - TARIFFA 1.- !SO aJ mJUimeuo • ABBONAl\lENTI: Annuo lire 4.000 - Sernest re llrc 2.150 - Trimestre Ure 1.100 - Estero: Annuo lire 7.000 - Copia arretrata Ure 150 - Spedizione ln conto corrente poitaJe (Gruppo II) - Conto corr~nte poSlale numero 1131 "-28 Idialoghi di MAROTTA G IUSEPPE \larorra 1,n im•c11tato ,nolti mm, fa - e ci t1c11e a dirlo COII 1111 Sf/0 cn11dido orgoglio Jlt1\'CM1to di ~orridc111c mo– dc:.tia - quel certo 1110,lodi colloquiare col rmbblico elle ormai è fegato ai :.e.ttima– nali, ai rotocalchi, come la testa al corpo. Si11 dai primi mmr di duro appre11d1:,tato l!iornalfatico egli ha i.Hituito col p11hblicr, ( i/ •jUO • rmh– bhco, mai cercato e .sulnto tro,•ato!, 1111 f_itto dialogo di wna11ita, di rro11ia, rispo11- dcmlo a 1111gfiaiadi q11C!,iti, dubbi, curio.,;ità, vroblcmi t'eri e {ahi. cd è .\lato \'Oftn• a 1· 0/lll 11icto:,o e mordace, .,pa, ,o.so e {11/mi11atorc, fi– lo.so fo ·e :,cugni:.:.o. I-la gio– cato co11quc.,to .,110 1mbbfi– co. come co11 1111 gattone dalle mille teste, diverteudo– si, dfrertcudolo. lisciamlotli la gropv,, o facendogli il co11tro11elo. 1Jece1111i di villi italiana sono co.,ì eI11ratI e 11:,citi dalle sue rubriche di • COll{e!,:,0rC.; come ti/I saggio antico s'è fatto di– .lif1011ibilca tutte le richieste, e dicc11do il suo a ciasc11110 ha detto .lie :,(CS.lJ0a lutti, ha raccomaro la Slt>F'in della \1/0 11manità. Il giorno i11 c:ui vorrà, gli basterà cucire i11:,iemc le tlo111andi11c e le risposte del :,110/11111:0 • dia– logo col lettore• per darci 1111 Jihro gra11dc come i .lillOi più grandi, ver metlerc i11-· sieme wia • e11ciclopetlia \fa– rott" •, chiamiamola co.H, 1111 lihro di te.sto per lt1 scuola della 1•ita. l11tm110, .\iamo lieti di 1wter mettere noi, per prinu, le H1a11i nelle :,ue casseforti di i11dmtriale del calore umano, comi,1- cia11do da oggi a vubhficare il \laroita colloquiale di molti aimi fa. \fa chi lo distingucrebhe tla quello di oggi? Il :,110modo, :,tal'amo per dire la ... ua moda. 11011 pajsa e 11011im•ccchia; il taglio della sua ha1t11ta, fa piega della sua ironia, il ri– :,1•ofto della sua tri,;te:.:.a, la mirnra della sua ge11crosita, :,0110 i11co11/011dihili, ingual– cibili, i11dime11ticahili.- fanno pagi11c cli ,ma vro:,a che 11011 ha uguale nella 11ostra let– teratura, tra111ie che 11011 .lii 1 1 oglia andare agli mmi d'oro tiella li11g11ae dc/la vitali/a italitma. 111ancia D. - Sono trn iral:a110 rC',;ide11tc all'estero. Tornnto i11 ltalin. $0110 rimasI0 scanrlni1::0I0 dal/"impertil1e11:rt cou cui mi s1 cl1ie:lc .. la mancia • ... J O c. apisco e apprezzo la . mancia. Essa mi piace, m1 eccaa .. mi chiama: è una rosea scollatura nella gn~ia un:rorme di qualsiasi la\"oro. lo e lei caro lettore. non saremo cosi inJ;!cnui o super[iciali eia fermarci alla parola c:manci;:i,:: andremo ben olttc, noi due! I nomi non ingannan..._l gente come noi. Che cmia C la c:grat1fica> o la ,cointeressenza:t percepita dai pezzi grossi di un'Azienda? Uno speciale rico– noscimento. un compenso c.-ccezionale. aggiunto. corroborante, non cli rado assai più vistoso degli emolumenti fissi (conosco gratifiche e cointeressen– ze equivalenti al vaso che la goccia dello slipendio fa traboccare): una mancia. insomma. un.i. Corm1- dabile mancifl. Obiezione prevedibile: il pezzo gros– so di un'Azienda riceve se mai questo denaro cl.i.I proprietario e non da estranei. Obiezione alla obie– zion e: il proprietario usa quattrini estranei. arfluiti ; 'l.ll' Azienda in quanto Azienda e cJ1e senza dubbio i nci dono sui costi del prodotto: eg'li premia chi gli ha presumibilmente giovato.' proprio come faccio io porgenda una mancia al cameriere che ha scosso il cap.o quando gli ho indicato sulla lista le e: coto– lettine al ì\Iadera :t. \·uole un esempio più clamoro– so di mance che assumono altri nomi? Un ,::enera– lissimo vince una guerra. va bene? Fu regol.i.rmen– te stipendiato per questo. eppure gl i si decretano il titolo di conte, assegni straordin.i.ri vita natural durante. qualche \'illa. un magnifico avvenire po– litico se lo gradisce. un posto nei libri di lettura. ec– cetera. l\Iance, mance: corrispostegli dall'intero po– polo, in rag:one di qualche lira a testa; più mance di cosi.. La medesima cosa che assume un aspetto nobile. favoloso quando se ne avvantaggia un uomo importante. diviene volgnre. umiliante nllorchè ne usufruisce un poveraccio. Non è giusto ... ma sia ben chnro che io sostengo la mancia in ogni sua forma. non ne vorrei vedere orfano ne il condottiero nè il lustrascarpe. O mi lasciate essere sincero o fran– tumate la mia penna e non se ne parli più. Ho sem– pre desiderato che qualcuno, particolarmente socldi– ·sfatto del mio lavoro. mi regalasse una bicicletta. Non per lt1 bicicletta. mi spiego? Non per la man– cia e basta. Oh. cara. affettuo'ia mancia. bella come Llltte le cose che non si esauriscono in se stesse! La mancia è,speranza. è fantasi:i. è sogno: la mancia è l'imprevisto. l'avventura senza cui non si vive. Essa migliora ed arri'na gli uomini. altro che deprimer– li: in vista di un bene inattt?so. imprecisabile. cia– scuno svolj!e con più lena. con più estJ:o. il suo monotono e talora estenuante lavoro. Private delle mance un racchino. la sua esistenza sara un muro altissimo di pesanti valigie sovrapposte, dal quale un giorno la :\!orte lo toccherà improvvisamente con un bastone del golf. La mancia è un imper– cettibile sorriso della sorte: io che purtroppo non ne ricevo sono felice di darne e mi auguro di non morire senza aver distribuito. almeno una volta, mance di mille, diecimila lire ... t1h come sarò guar– dato da coloro che le prenderanno non credendo aj propri sensi. .. e: Per me?> balbetteranno fissan– domi. Credetemi lettori: il Paradiso non ci spetta. abbiamo !"indiscutibile dov~re di servire chi ci ha creati: il Paradiso è la mancia che Iddio larg1rà ai migliori di noi. E per concludere, non mi si V<'lll!'a più a di1·e che in ..\mei:ic;l non rr,ist<' l:t mancia. Mn se nei rilm nmericsni non vediamo altro che eleganti signori i quali trasudano dollari per la sigaraia. per il groom. pe-.-l'inserviente negro dei vagoni-letto, eccetera! Forse i soli bar auto– matici lng~iù non hanno - ma la $:0l?'nano - una tenera fessura per le mance. D. - Caro Marotta. perché la RAI dC'VE'avere il mo11opolio delle Irasmissio11i radiofoniche? '-L'ITALIA e tLl!a. Rep1Lbblicn fondata sul lava– to di citi. essendosi atrrib11ito q11a/cllc incre– dibile privilegio. riesce i11faWbilme11te. con 09ni tempo. sotto onni regime. a coriscrvarlo. Ab- biamo (senza perc/1è) 1111 monopolio della Ti.A.I .. e cc lo teniamo per pau.ra di peggio. Giwi. diciamolo. se si rendesse attuabile iL libero impianlo di sta– zioni trasmittenti. Ogni partito po/irico, ogni fab– briccmtc di qualclic CQSCl., og11tautore di ca11z-011ctle o rivist.e o commedie, eccetera. vorrebbe avere la sua. In pochi anni l'Italia conterebbe più stazior1i trasmittenti delle due Americhe e dell'Impero bri– ta,inico messi insieme: e gU ascoltatori verrebbero costrelti. mediante irreversibili decreti. a pagare altrettcmli abbonamenti. Viva. dunque, la R.A.I. che allontana da noi. momenli similt' Pfortosto. la recla– me. La giustifico per i prodotti di diuersa natura, ma non per quelli della medesima specie. J\li sono appena radioconvi11I0 clic H formaggio B è il mi- (Continua 711:1i;lna 2) • Uomo in ogni stagione• di Rohert Boli. Da sinistra: Loris Gb.zi (Cardinale Wolsey) e Antonio Crasi (Tonmaso Moro) ALL'EST :\lENTE DI:\lJOVO * Loscrittore inRomania * cli l'E'l'IUJ DIJIITRlll I L TERRORE praticato dall'attuale regime co– munista in Romania e certamente il più feroce. e il livello di ,•ila il più bas– so. fra tutti i Paesi sotto– posti al. controllo ideolo– gico dcl!Tnione Sovietica. sal\"O forse l'Albania di Hen,•er Hoxa. E senza dubbio la posizione deji!Ji intellettuali romeni non ha confronti. per le persecu– zioni c-:Ji sono stati soggetti finora. In realtà. J?.li intcl– l~ttuali romeni erano stati colpiti. durante il periodo 1930-1940. dalle idee di de– stra e dalla stes~a ideolo– gia fascista: decimati dopo le sanj?uinose repressiom ordinate da Re Caro! II e dal )laresciallo Antonesco, ave\.·ano accolto l'avvento del re,?ime comuru5ta c0n un certo scetticismo. ma senza una palese ostilita.. Xon mancarono, natu– ralmente. i gesti di aperta opp0sizione. da parte di clementi democratici e h– berali. fedeli alle idee pro– fes!-ate fino a quel mo– mento. ma un ~ran numero di inl.e1lettuali. soprattutto delle ~io,·ani le"·e. si di– chiararono disposti a col– laborge con i comunisti per edificare il nuovo tem– pio della cultura nazionale. "UO~IO IN OG 'I STAGIONE» AL TEATRO DELLA cmrETA DI RO.\IA * I primi anni del potere comun i~ta furono caratte– riua.ti da una serie di pur– ihe c ont:·o J?li intellettuali accu.--ati di aver servito il pas~at'l regime fascista. Finirono in carcere J?li ~torici P. P. Panaitesco. C. G1u:e-~co: i ,l?"iomalisti T. Teodoresco Braniste e ~J. Carandino. Il saggista ~lircea Vulcanesco mori in cella e il romanziere e tra– duttore di Shakespe-are. Dra.1?:o;;h Protopopesco, si suicid'l traiicamente. In polemica con g,li arrabbiati Moro" di Bolt il '' Tommaso· * I L DRAi\•ll\lA di Robert Bolt Uomo m Oini stagione, di 4-.JOVAì\'NI CALENDOLI rappresentato nel Teatro Ja aodc. Quest'uomo di az.io– della Cometa con la regia di ne e di scienza (perfett o cd Giuseppe Di Mar1ino, non equilibrato esemplare rina– pu;• a... cclt:il"'-i s.,con 1icor-. ,cimenl~lc-), infalli, accoglie }a dare che l'at11orc è stato re- fonuna politica con naturale centemcntc imprigionato in- gradimento. adeguando ad !->icmccon Bortrand Russel c:-.:-.:t le sue abitudini: accre– pcr le sue proclamazioni di :-.cc il numero dei suoi :,,er, i, pacifismo. arricchisce la su:t tavola. l\-1a Della propria opera lo stcs- qu~IO stesso uomo crede :-.o Robcrt Bolt ha scritto in anche in una ... legge (umana una prefazione: • Non è fa- e divina) che regge la socic– cilc sapere quale sia esatta- tà; in questa legge ricono5C::C ml'nte l'a..::sunto di un droun- In suprema garanzia del \'I– ma prima di a,•erlo por1a10 , ere civile e si propone di a termine; e a questo punto e~serne il difensore. esso è incorporato nel dram• Avendo deciso di non ap– ma in maniera cosl inscindi- provare l'annullamen10 del bile da non poter esserne se- ma1rimonio di Enrico Vlll parato più di quanto la for- da Caterina e le sue nuove ma di una Slatua non possa nozze con Anna BoJcna, Tom– :-.cpararsi dal ·marmo in cui maso Moro è accerchiato è scolpita. Sc1i"cre un dram- abilmen1c dai legulei i quali ma e pensare, non pensare rt si sforzano di creare un pre– che cosa dover pensare•· tcslo giuridico per condan– Ed infatti l'autentico tema narJo. cl dramma di Roberl dell'opera di Roberl Bolt, Bolt, Tommaso Moro alle scrittore raflìna10, inquieto, insidie dei legulei risponde polemico, impegnalo (egli si con le armi che gli fornisce colloca oltre iz\i •arrabbiati•). la lc~c. Tenta di aver par– non è quello della inalicnabi- tila ,']nla sul terreno della lità della fede o della co- nonna, cioè cerca in ogni mo– scienza e non e neppure do di ricondurre i suoi av– quello della dignità indh•i- ,crsari nell'ambito di• qucl– dualc. E' un tema più sottile l'ordine nel quale egli ritiene e più sfumato, più ampio e fondata la società. L'l. sua più attuale. ,·era battaglia è questa. Ma aftermato, che Robcrt Bolt lo consideri con un senso di pietà comprcnsha. Anzi. Ro· hcrl Bolt Jp mette alla goin~ cercando di :-.faiare una leg- genda, proprio nell'epoca contemporanea abbastanza diffusa a giustifica1.ione di infiniti peccati ,-cniali e non: la leggenda che l'uomo umi– le, confinato in posizioni mar– ginali. perciò stesso non ab– bia colpa. La colpa, in\'cce, anche :,,e è graduabile, è in– !tcindibile. E Robcrl Boll e:-.primc que!!IO conce110 ab– bastanza lucidamente sul pia– no teatrale, relegando qua:-.i nella penonmbra il personag– gio del Re Enrico Vll I e conferendo , 1 ice,•ersa estrema evidcn1.a al personaggio del– l'Uomo qualsiasi. Ed a questo punto Robcr1 Bolt, pur ric\·ocando una \ 1- ccnda di molti secoli addie– tro. propone un altro proble– ma fondamentale dei no:-.tri giorni. il problema del po– polo e della democrazia. Ci sembra che non occor– ra ins istere ancora per dimo– stra.re come la :-.uggestione di Uomo in ogni stag,one, piu che dàlla trama s1orica, sca– turisca dalle molteplici allu– sioni delle quali essa ,·ia , 1 1a si illumina. E' un contrap– punto continuo. un giuoco jm;islito, una dialettica in- , no e stimolante, che ,;;i col– loca idealmenle oltre ij:li « ar– rabbiati •· Alla loro protc:,,ta neHolica, ribcllbtica c~li OP· pone una protesta, 3rlicolata i.:on c~ualc IiccheZ1.a ~p1ri– lllaì.:: ,n:t ... u:-.11utt1,om..:nlc oricntatti.. La conclusione del dramma è certamente amara: :,,e gli uomini abbandonano l'uomo, a quest'ultimo rimane un :-.olo destino, la morte. E' il ,ero ammonimento di Uomo in ogni stagI011e, come e il ,ero ammonimento dei Ri- 11oceronll, ollre i limili di pO!tizioniche possano ris1ret– l3mcnh: ddinir...i l:111.:ht.: o;,– pure religiose. Il fondo del problema e totale, e Robcrt Bolt ne è ben cosciente tanto che non insiste mai sulla questione dello scisma, ma Iiporta costantemente l'azio– ne al suo nodo centrale: la relazione neces~aria e impre– :,,cindibilc fra l'individuo e la legge che costituisce la so– cietà. 11registaGiuseppeDe~lar– tino ha creato uno spetta– colo fluido e colori10. sfrut– tando abilmente una sce– na unica di Ti1us Vossberg: ~i è forse lasciato convincere ccccs:-.irnmenie dalla patina -.torica del dramma e poco dalle sue continue, pungenti. aggressi\'C e allannanli allu– ~ìoni. li Tomma,;;o Moro di Robert Bolt in realtà nen-.a, come il suo autore, alla di– fesa dell'uomo (e della sua ~IOl\i intellettuali. dopo e!"sere stati esclu3i dalla \.i• ta culturaie della nazione. furono eliminati fisicamen– te. :\Ialgrado que:;te pur– ghe, numerosi altri con– tinuarono ad appoggiare il re~1me comunista. sia per sopran·t,·ere. sia perché con~ui~ra1unu le pe~ecu– zion1 come un naturale ri– sentimento contro i ,·ecchi esponenti fascisti. risenti– mento riestinato a ben pre– sto scomparire. Questo ottimismo. come è lo~ico. non pote\"a sus– $iste:·e a lungo. data la impostazione rigidamente mar,is!a dei nuo1,.•igover– nanti. Innanzitutto venne imposta una rigida censu– ra. applicata a tutti i gra– dini di un'opera letteraria e culturale (lettore. redat– tore capo, direttore edito– riale. stampatore. diffuso– re. critica ufficiale). con pieno diritto. da parte del partito. di ritirare in qua– lunque momento dalla cir– colazione un libro o un opascolo incriminato, an– che se a carattere pura– mente scientifico o di\.·ul– gativo 11 Tommaso Moro di Ro- alla fine comprende che è bcrt Bolt ama la dta con una 'inutile, perché essi sono tutti :-.ona di accesa sensualità fi- fuori di quell'ordine e intcn– sica: la assapora intelligen- dono rimanervi.; h.anno abdi– temcnle persino n'elle $Ue ·.c~ito .al raJ)porto essenziale ,________________________________________ _,, manifestazio~i più niodeste; ··della con,ii\'enza:· E ToiTima- ---------------------------------------------------- ~f~!to7u~~~'tt~ P~~•e1e"uj~ {~~aR;bc~reBii~· ~o~erèqui~ ·nraciiorc, ma uno scrittore (Continua3pagina 2) In secondo luoj!o. lo Stato impose il suo mono– polio su tutte le sale da concerto, le orchestre. i di– schi. la radio. le gallerie d·arte. le materie prime, colori. ma~ attrezzi in- (Contlnua a pagina 2) ]I ,1, p R O JB IL E~ A D IE Jr c(iì li OV AN Jl J N F .R.AN CJl..à quella norma éhc, sola, con• sente il dialogo, l'intesa o an- t•l!.JUSONAGGI DJ IEltl E DI OGta * ~i~i l~a~~~fità,, ma in ter- * I ''blusoni neri,, oppure • I aristocratici,,·? '' Il DO Vi S l PARL.I\ molto della &"ioventù. m F_rancia. attualmente. Libri e films, a gara. ci mostrano eroi cd e1oine. d1e non hanno ~cmpre rage:iunto la età adulta. Si sono fatte. incl1iestc per sapere che cosa è la gio\'entù. che t.·o ... a vuole. Le gr;wi Semaine Soc1oles hanno proposto agli oratori della "Semaine )> 1961 il tema: " L'a!-cesa dei giovani della Comunità delle gencr::izioni ,,. E. nello stesso tempo. ciò che è me– no degno cii ~lima. non passa giorno :-enza che la stampa non riferisca gesta deplore\"oli dei ,e blousrms noirs ►1. Questo ratto. facilmente– OS,,'.;f'rvabile. di ciò che si potrebbe chiamare "fat– tualità della gioventù "· si somma ad un altro. più strano. Se le generazioni dei non più giovani si in– teressano molto alla gio– ventù. i giovani. in quanto tali. sembrano aver preso una co:-cienza collettiva di ciò che sonO. della forza che rapprt>sentano. Ce ne possiamo rendere conto ve– dendoli prendere, su alcu- * di DA.\IEL ROPS ni ~a,·i problemi che in– teressano la Nazione. posi– zioni di cui alcune possono essere discutibili. ma la cui franchezza e fermezza fan– no impressione. Ragazzi di vent'::inni. sanno che il loro destino personale si gioca nelle deci sioni che pren– dono quelli maggiori.di lo– ro: non ci si può st upire che desiderino dire la loro parola. Alcuni atteggiamenti as– sunti dai giovani non sono tali. bisogna confessarlo. da non sconcertare gli adulti. Non è da ieri che. tra le generazioni che si succedono. si scavi un abis– ~o di incomprensione. Già dai tempi della Nost..-a in– quietudine e del Nuovo male del secolo. quelli maggiori di noi dimostra– vano qualche stupore da– vanti alle posizioni dei gio– \•ani sui 25 anni. Non vi è nulla di più penoso. r:1g-– giunta o superata l'età adulta, che rendersi conto di ciò che sentono o vo– gliono i raga:zzi e Je ragaz– ze che vi stanno arrivando. Ugualmente nulla e più assurdo che dare. su tutta una genera7.ione. un giu– dizio in blocco. sommario. Qua e là si sente ripetere che tutti i giovani Sono del u blousons noirs "'· in so– stanza e in potenza. Ma. nello stes,.;o tempo. parlan– do di loro in un romanzo. altrettanto generoso che commovente. Miche! de Saint Pierre li chiama I nuovi aristocratici. Chi ha ragione? '/\fon tutti i J!iovani sono uguali e ERTO. i giornali ci in– formano molto più dif– fusamente sui brutti colpi commessi da bande di piccoli teppist~. che 8ullc testimonianze che danno ragazzi della stessa età. di generosità esempla– re. Ne segue Corse che queste testimonianze siano meno valide? Recentemen– te. André Piettre. in un articolo ben informato. rac– contava di alcuni studenti parigini che. ogni sabato. vanno a i'imettere a nuovo dei tuguri occupati da mi– !-erabili. di altri allievi di una scuola militare che passano le loro vacanze nei cantieri di casamenti popo– lari. di altri ancora. infine. che han costituito un or– dine. ordine religioso e or– dine ca\'allercsco nello stesso tempo. per consa– crarsi interamente al soc– cor~o dei popoli sotto-svi– luppati. Testimonianze alle quali se ne potrebbero ag– giungere molte ,altre. come quella degli studeQti di me– chcina di Montpellier che hanno formato una « Asso– ciaziooe Uni\'ersitaria di educazione e di soccorso soc-i alc ,,. !'hanno \anc-iata e.on le poverissime risorse dei loro magri bilanèi di studenti. e si son presi 'a carico quaranta infelici senza fissa dimora ai quali stanno per dare un tetto in cui sistemarsi. Che la gioventù di Fran– sia sia nello stesso tempo quella delle losche impre– se dei maliamati « blousons noirs >) e quella di' queste nobili iniziative. è un fat– to. E Corse si potrebbe tro– vere un denominatore co– mune a questi due atteg– gi amenti contrastanti. Quanto si parla con un giovane francese, si è sempre colpiti di tro– varlo così stranamente maturo, scettico per quen• to riguarda la politica, « realista >) come i mag– giori di lu1 non lo erano certo. Questa generazione ha visto crollare Stati e regimi. ha imparato che le grandi ideologie alle quali quelli della •Generazione precedente si dovettero sa– crificare si equivalgono e portano tutte ad un me• desimo inganno. Diff!dano. sapendo che il morrdo in cui è dato loro di vivere (Continm;-;-paglna 2) • ' fl dramma di Bolt è con– cepito secondo una progrcs- i!~n1 ~~~~~:ri~h{ac1~~~= dano Tommaso Moro escono uno dopa l'al1ro fuori della norma, e con graduale cor- Albu,n cli fan1,igli,,i * rispondenza Tommaso Moro è pervaso da una tristezza sempre più acuta, Egli non di li:NBJCO l•'AUfUI si sente vinto, ma solo, ab- CON IL TRASCORRERE bandonato dagli uomini i deeli at1P1i, s'accresce ~:s~~zasid~~~uom1~i~ra~!ra~li~ iu noi la cuno.sitll' e \'enirc mostri. 7:~~:: taf'~1:~:;i ::r ~O~;;_ Sollo qucs10 aspetto la po- cento letterario e svc.~_,;o ]emica di Robert Bolt in rimpianttiamo che 11 « gene- Uomo in ogni stagione non re• 11on sia, come a/troni. è dis,;imilc da quella di Eu- praticato co11 1 ,H, trasporM gènc Jonesco nei Rmoce:ront,. e impeg 11-, e prestigio. em- Come i personaggi di Ione- pre che càpita, 11011trascu- sco, anche quelli di Bolt si riamo r,erciò di ficcare. il 11a- ada11ano a trasformarsi in so in tulti i libri dove. 1mò rinoceronfi per obbedire alle tro,•are materia e ragione d1 pressioni di una società de- , appagamento il nostro iute- viaia e tinuncialana e l'uni- resse pe.r le persone e 11c1 co uomo che non abdichi le cose le1terar,e a1•viczmla- alla propria umanità, alla tesi 11cl Novecento italiano. legge sulla quale essa si fon- E nella ricerca non ci fer- da, finisce quasi per appa- miamo, naturalmente, alle rirc come una creatura firme e alle opere viii a/to– abnormc, ripudiata anche dai iccate; né ci limitiamo a parènli e daali amici. qt4f!lle degli .lioeciah.,;ti. Co~1 cl dramma di Robcrt Bolt no" pas.lia giorno icn:a ha grande rilic,o un perso- elle ima nuova ~clletlina rn– naggio corale, l'uomo qual- da od aumentare, nella 110- siasi. il quale non si propone stra memoria, /'assorti111e11tl) alcun problema di scelrn e dei tip i e del!li episodi, dei di responsabilirà. Obbedisce luos.hi e dei detti più o me- ai potenti; ma, cosl facendo, no m emorabili. invece di so11rarsi al corso Ala f(I. più iua.,;peuata del- fatale delle de,•iazioni, si tro- le lt0\'0le l'abbiamo {atM in va viceversa a commettere le mezzo ai Personaggi di ieri e più crudeli nefandezze: l: di d; o~gi tCc.::;chi11a, Mil(mo, \'0lta in \'Olla ser.•o, spia e /950), collezhnati da Cesor,'! boia, sia pure per ordine ri- Rossi sulla .licorta dei propri ccvuto. incontri e .,;co11tri, che 11011 E' un p'Crsonaggio profon- dehho110 ess,.re stM{ m! 110- damente significativo, questo chi né lievi je per ve11titrC ~!l,"~~:~ 1~ ~~:ii,d~ nia)~ I f/:;;;• A~:fc"~(/: /a;;~~ef~~~o d~j lui un ~ule_, un galeollo, ri– messo ru libertà soltanto ti 7 aprile del /947. Cardarelli sindaca I i sta 111che consiste la sorpre– .sa? Nell'a1•ere i11co11traw \l mcenzo Car da,elli tra i je ~5.a11taser.re .. perso11aggi » .lic l11:.ze1tat1al la svelta, li/Il .li~mpre dal vero e mai co11 .sIcwnera, dal celebre • Ce– .sa,:t110•· Un Cardarci/i per 1,01 presso che sro11osci1110, quale {11per l'appunto il sin– dacalista. Non che no11 ~e 11c fosse ;:ià suitito parla– ,e, aa tlo11 Vi,1cen.:o .steHo, ma con 1111 10110 d1 leggen– da che 11011 Jini,•a, og11i vol– ta, di ricacci:uci •1e/ d11hbio d'r.,•er a.sco!tato una favola. E invece no: tulio vero, co– me 1estimo11ia 11Rossi in set– te pagi11e11ealla bùona 111a che, proprio per la loro di– me.... çità, adempiono al re– quiçito di non lasciar:,1 co11- sidcrarc. 11i romanzesche r,t! roma11z_atc.. Dal r.m,otissimo /906 r;:,• mano, nel bi!I mezzo del caf– fè Castelli110 o del caffè .-\ra– gno, viene avanti Im Carda– re/li socialista, con • I11uI /olla cd inanellata capiglia– tura castana sulla cui som- 111ita si ergeva uno str,uto cappellino nero tirato all'i11- die.tro in maniera arroga11- te•; con crava11a bianca di. picche, a piastrone. Scende da Cometo, in cerca di /a– ,·c,o, mo e gia • Cardarelli.•: con lo • sguardo altero ed m1perioso, atte1111ato peral– tro da u11a piega del lab– bro che denotava wra ore– cocc amar!.;::..a •. Dapprima G.liC0lta, poi 11:tervIene nel ~ruppo dei oolilici e dei gior– nahjti. S'era al1a vigilia del Congresso soc,ialisra e i11 via Cc.po d'Africa stava per es– $cre inaugurata hl Casa del Povolo. Cardarelli alta il di– to e comi11cia a perorar la causa del Sindacalismo. M'l dmieva procurarsi da ma11- s:iart• e da tfortt11re. Per qual– che mese pro,•o a fare il e10- m11e di studilJ e magari il i,:r1lopp1110elellorale per tav– I·oca10 Ottm•io Ferrari.s sciccl1ettoue e 1ircluo, com~ pag1,o e pad rone. Indi pas– so al ser, 1 I.:I~ dc.ll' ufficio pro– paganda (•sp edire circolari. e arrotolare µacclu •J della Fcdera:.ione Metallurgici. Di h r,a.\SÒ all'Av.in 1 .i ! e comin– ciò la sua bre,·e carriera <11scriuore .smdacal1sta re- :!!~en~~~1~·/!1s1f,,~co ~~b1rt: ccmro il blocc::i popolare de– mo·m{ls.-;onico e 1111 altro per clt/{idare I t.'0SCrllli dell'ò] • Vi vortcra111w in una ca: .\erma do\'e \rrnngiatevi ~ la parola d Jtame e fuoco! (Continm;--:;-1rnsln:\ 2) ...

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