La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 40 - 8 ottobre 1961

Le richiesi~ di giudizio che giornalmente cl pervengono troveranno n::.posta nelle apposite rubriche • Vertia Vo• lant •, • Scnpta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I tA FIERA LETTERARIA ORARIO DELLA REDAZIPNE 11-13 daJ mercoledl aJ sabato ManoscrittJ, foto e disegni non richiesti noo si rcstitulscono L JH; ~1l O§ T H JB:: JD 'A\. JR 'JC' E ][N JC 'JC' A\. ll..JCA\. * Pittori <l'oggiaTorino * d'i GIIJSEPl'E sc1on1·111 O .LA SETTIMA edizione di e Pitto:-i d"oggi: Fran– cia- Italia •· che si è .inaugurata a To:-ino giorni fa. \•Uol e.s.sere una e sosta > del decennale cammino per una presentazione antologi– ca degJi artisti che sono stati via via 'im·itati alfa manifestazione. lnoltre, co– me al solito. due maesLri - uno francese e uno it-a– ltano - O..."'CUlj)ano. con le lo.ro mostre cicliche. i due sa ioni centrali: Balthus e Campigli. Balthus. pittore costruttivo. con un impegno continuo di giovarsi della natu:a per andare oltre, convm.to che 1-a pittuca de· v e con\·incere e non cho· quer. Dice Camus. presen· tnndo ia mostra: se la na– tura non ci soddisfa, g:i è pe.rché essa è co:1tinua– mente m movimento. negl!i esseri come nei paesaggi. e ii !aut don e la cercher. non la nier; U faut oh01- sir. non détruire >. Campi· gli conferma. con un nutri– b gruppo di opere di diver– se epoche, oltre a un'int1ma costante coerenza. la pal"ti– cclare tendenza della sua fantasia che !o porta a_dar(! ~lt~ o~fi~·,~~i~ f~~cnS6/; IL « TEATRO DI PROPO TA » * Dos Passos a Milano I L TEATRINO del Corso di Milano (uno di quei pic– coli teatri cosiddetti• di avanguardi:I che vanno lìce- 1;liendosi µna élite di spetta– tori tra i ,::ià pochissimi del nostro teatro di prosa) ha aperto i battenti sul suo se– condo anno di atth•ità. Dalle brevi pièce.! e dai quadri umo– ristici che voJ,?liono. in for• ma divertente. denunciare i vizi del tempo e che costi– tuirono i:li spettacoli della ~recedente /sto.,::ione. esso si e si::anciato in modo netto per compiere un passo ardito e più dC'ciso sulla strada del \·ero teatro. Ha portato cosl I suoi attori. tutti _r:\ovani dotati d'entusiasmo. a impe– i::narsi con un copione del più rilevante intcreJ;se nonostan– te le formule dubbie con cui è concepito. LI lavoro è U.S.A. una riduzione per le scene che l'americano Paul Shyre ha operato sulln trilogia dedica– ta ;i~li Stati Uniti dal roman– zicrr Dos Passoi; e che. pre– S<'nlata Il New York nel '59 ndl'amblto dt'lla OFF Brond– way (cioè di quelle s.'lle che pospongono l'interesse fìnan– ziario a quello puramente ar– tistico) ave\'a riscosso un vero successo. E' il materiale necessario ad un'intera commedia Co forse per più di una) srotoln– to con la tecnica del raccon– to visivo. della rapprcsentn– zione cioè eh(' si 3iova di una elementare. appena sbozzata. azione scenica. Teatro intro– dotto dallo stesso attore. che entra cd esce d:'11persona~,l!io. eh<' fa da coro e dn commen– tatore. Questa tecnica. come si può intuire. è quanto mai insidiosa e fatale se nppcna salta~se un con.l!e.l!nO.ma che si conferma ottima se tutto in~ranri. come C avvenuto sta\ 1 01ta. Lo spettacolo infnt– ti ha dimostrato di tener de– sta l'attenzione dello spetta– tore fino alla ;;ua soluzione. U.S.A. si propone di ri– prendere l.t parabola vitale di un americano. di mettere .\ fuoco l'uomo americano. stac– candolo cd imponendolo sul risalto deJ?li av\•enimenti che hanno aJ:itnto la sua <'poca (i primi decenni del secolo):' a\'• venimenti turbanti e sconvol- 1?enticome la guerra mondia– le. o episodi pili vacui riguar– danti l'effervescente carriera dì un dh•o cinematografico (Rodolfo Valentino) o la bre– ve splendente parabola d'una diva delln· danza Osa.dora Duncan). Come contrappunto si è ricorso dì frequente a due motivi J?iil tipici nella narra– tiva di Oos Passos: il tratte.I-!· ii:io in chiave umoristica del profilo del prota,i?onista. il che sutb scena si risolve in un vero e proprio sa).!i:io di di– zione da pnrte dell'attore im– peii:nato. e il .. p:ridnrc ,. l'av– venimento come apparirebbe dal titolo a grandi caratteri sulla prima pagina d·un ::ior– nale. E' una girandolo di pa– role che a prima vista sembra cstrnnea all:i dinamic:'I del testo. ma che finisce invece col fare da perfetto riflettore puntato sulla figura del protagonista determinandone me,l!"lio fa fi$!ura. E' un modo di caratterizzare Il pcrsonag– ,::io (qui. un esperto in PulJllc Relatrons, tipica profcsslo• ne statunitense) dall'esterno. riuscendo a darci la sun in– teriol'ità. Attorno a questo inconfon– dibile Mister Moorhousc. dal– l'esistenza in sé fortunata ma che presenta delle incrinatu– re. si aggirano molte altre fì. ji!ure. vive magari per un solo momento. ma sempre vh•aci. figurine modeste di Uomini con i loro accesi desideri e che \'af:!amcntc ripetono con lo stesso timbro e lo stCS-.'IO calore. le voci dc$:h scono– sciuti della Spoon Rivtr An– rolopy. Timbro e calore cd anche un sottile alone scnll– mcntalc. sollcvnto dalla pen– na graziosamente ironica di Dos Passos. · Credendo di esporsi trop– po. presentando simile copio– ne dalle indubbie oriJ!inalitè. i .eiovani del teatrino milnnc– se. ai qunli non si può non augurnre di tutto cuore un vero pubblico. hanno battez– zato la loro iniziallvn Teatro di Proposta. Domenico Rigo11l emergere da un mondo ap– parentemente arche.:,!ogico. Ed· è questo il contmualo miracolo de!:ia ire.,;chezza di Campigli: superare ogni ini– ziale sost.rato intellet.t,ua!i– stlco per attingere una vi· sione pittorica. italiana e universale. d'una moder– nità e d'una vitalità negat.a a lutti gli attuali l"ipetitori di mode e di moduli .stra– nieri. Il resto della mostra pre– senta un certo numero di pittori (spesso scelti piutto– ::.to ca-s-ua!mente) che do– vrebboro rappresentare le varie tendenze italiane e france..;i; una s-colta cile per nessuno sarebbe stata faci– le e che quindi va guarda– ta senza troppo in::::istere sulle mnnchevolezze. Anz.i. diciamo. che un certo sti– molo di giustizia distdbu– t iva ha dato j suoi frutti. A•bbiamo. nat.urahnent~. !'ideografico Capogrossi. il quale cerca di variare il su::, oto modulo essenzializ– zanOolo; abbiamo la e ac– tion pamting > di Mas-5on che rende greve ogni suo conato :,;emifigurativo; ab· biamo il neof.gurativismo di Peverelli. sulla scia dj pittori francesi e inglesi. Le toppe di Ubac. legate al· l'oggetto. rivelano una na· tu:-ale inventività che man– ca a quelle di Borès; il neo– concrotismo e il oinetismo di PoliakofT partono da un rigorismo geometrico. con– drvtso da Magnelli. che fa da scia al soldatiamo Ra– dice. !\-teno interessante. in un c-el"tOsenso. Ruggeri che lenta di coniugare l'espres– sionismo con l'infonnai.i– smo. Alfa corrente ln(Qrffialc più proprìam~nte appa-rten"' .gono: ALl·o. sempre più in– vischiato in un bisogno di esteriore raffinatezza (New York. potreb;,e essere di· pinta dn Santomaso. che a Torino è presente con tre v;megg1amenti senza tim– bro); Chighine. che fa sca– dere nella noioseria astrat– tistica certi buoni esiLi dt Ve91>ignani (assente): Fau- 1rif."rcon le colDl"azioni del– le stoUe !olclori-sLiche (un fenomeno. appunto. di gon– fiatura): Meloni che. non avendo più nu:Ja da dire. fa il e- pazznrJello > astratteg– giando (e che malinconrn civvcr accennare a cerli sfondi \'ecchiotti di Mafai. con SQpra a.ppiccicate del-la cordicelle pe.r far cmoda»). L'mfoNnalismo è un feno– meno di stanchezza e di n– mm;,,ia: ce lo confermano anche i b.re qu~dri del pur brn-vo Scanavino. Crippa. il quale . su una tavola appiccica dei sughe– ri. è un caso che (uore~ce 'i~,lla competenza del critico d'arte; Manessier è squisi– tamente decorati\'O in Nor– ''-" dell'Epifania: Sou!ages FIUNCO GENTTLlNI: FJgura ( 1Il rassegna di arti flgurallve del Laz.lo) continua ad appoggiare sul segno le sue dilatate com– posizioni; l'intellettualizza– zione di Carmns.s:i porta il giovane pittore a un più. totaile nulfii$010; Dova s1 muove con rosea eleganza sul piano del g,.1,;to. Tra i materici da segnalace: il post-cubismo Qi .'\,imone. vivificato da un alto senso drammatrco: l'ossessione ohe domina Bissière. la qua– le ha la sua origine nel mi· gliore De Stael: il tenue tonalismo di Spinosa dive– nuto discutibile matericità. Oltre ai p!'edetti. ancora più modali ci sembrano Alix. Becchis. Davico. Du– m1tresco. Fontana. France– se. Gischia. Giunni. Lan– skoi. Rambaudi ed étltri. Abbiamo segnalato pillo· ri che nel complesso cpm· pongono oggi il coro del cosidetto astrattismo. Ma la mostra e Francia-Italia> è tutta coro. senza. protago– nisti e deoteragonistli? Di– ciamo subito. no. Cagli, C~ntatore. Corsi. Giacomet– ti. Gentilini. Gultuso, Mor· lotti. Ozen,imt. Paoult:1Ccii. Pignon. Pira.ndello. Singier. S1.ennes e qualche altro !" iescono a dare un senso e un rilievo alla manifesla– zione torinese; un senso at– tuale. senza aberiranti in– formalismi. Su ognuno di qu ti ar– tisti ci .sarebbe ovviamen– te d~ tare tutto un di· scorso. per chiarire - e a volte anche limitare - la portala del contributo da i:ssi singola.rmente e com– plessivamente dato alln buona pittura che. uscita dalle secche dell'Ottocen– to e ciai campi minati e cialle atm()ffcre mefitiche deHa m:llea-iCltà. del tasc1- smo. del gesLu. Vle. del ma– terico e di altre diavole.ne a;,t,rabbi.stiohe. og gi v a sempre più Mfermandosl come nuova V'lsione di una rcallà che può essere a,p– parentemepte anche dclla natura ma che concreta– mente è sempre dello sp1- rito. In confronto a coloro che si attardano a riface i moduli ormai scontati dell'astratti~o. noi sotto– lineamo l'operante presen– za di una generaz!one di pittori - <ruasiti tutti gio– v~mi e giovanissuni che alimentano nuove coorenti flgurattvc. Tali co;rrcn11. a nostro aò\,,viso. si vanno aff'er.mando con una rapidità SOI1Prendente, avendo una coscicn7.a sem– pre più precisa del com– pito altamente storico al quale ve~no chiamate; e già costringono. jn più di un caso. gli astratti al– Ja difensiva. Sono. se vo– giliamo. sulla difensiva an– che a Tonno, dove - per non farli crollare clamo– rosamente - si ò cercato d1 aumentarne H numero. Con quale risultato? Cl1c - al posto di un Ba:rto– lini. l\laccari. Martina. Menzio. Pizzinato, Tambu– ri. Viviani. Ztgaina - so– no siati messi uno Olau– vin. un Couy. un Dora zio. un .Morcni. ecc. che non hanno la personalità pro– pria ai primi. E con que– .st'allro risultato: con l'as– senza dì una scelta anto– logica giustificata in ogni sua componente. Tuttavia il quadro del– l'odierna siLt:azione pitto– rica. composto a Torino, finisce col darci approssi– mativamente gli estremi d'una nuov-.,1.situazione che ,·a meuendo sempre più in crisi l'astrattismo; e che minaccia di !ar ricreder~ - li vedTcmo assai presto, confusi e pentiti - colo– ro i .qunii si erano illusi e avevano finito col rite– nere la faciloneria e le ,e,versioni pseudointellet· tualistiche come i caratte– ri unicamente validi. e sostanzialmente distintivi, della nostra epoca. Ariche là dove. come a ::t:tol'1~rca:it=: ~ve;i~ curezza >, es.."'-0 comfocia a decrescere. n vol.to della nostra epoca, per i fanati– ci dei vnri 0 informalismi, minaccia di non essere so– lamente astratto. Questo ci conferma, in ultima .analisi. la mostca di To– rino. E questo dovrebbe essere il responso della Biennale di Venezia che, superate le secche ammi– nisliralive, si doV'!'à pur tare: nel J962 o nel 1963. CAIUPICLI: Donna col cane - Pittori d'oggi - Torino Mostred'arte ro·mane Fini La galleri:1 e Anthca •, che ha iniziato la sua interes– sante altivit:'l sul finire dell'ultima stagione artisti– ca, inaugura l:'1nu0\1n anna– ta con una curiosa mo::.tra di Leonor Fìni: quadri di– pinti su intonaco e che \'Orrebbcro darci l'affresco I uori della sua sede natura– le Da sottolinc:irc In temati– ca: due donne che :ii bacin– no dietro un ventaglio, una donna che. solletica con una piuma un'allra donna sdra– iata; donne che si abbrnc• ciano, due che corrono nude, ccc. Leo11or Fini. questa \'Olla. dipinge solo donne, sia pure alcune con ai– lan7.a maschile. sto contatto. nasce una pit– lUra che, pur partcrtdo dal reale, perviene all'astratto. Un astratto che si giova di forme, cioè co::.truttivo, fuo– ri di ogni meccanicità cbmc di ogni cosidct 10 informali– ::.mo. L'ogge110. nei quadri ciel llcrgamo (oli o gua1.zi ch<– sinno) ,i libera delle ~uc c,1- rallcristichc particolt1ri. non si preoccupa spesso della ri– cono:,cìbililà: ma al poi;to del reale, nei migliori esiti, nbbiamo una e riconoscibi– lità di forme• che ubbidi– scono ad 0\'\'ic esigem:.c compoJ.ili\'e, ::.ituatc come :-.ono intorno a un punto focale oltre che alla ele– mentare esigenza dell'imma– gine. Dn souolincare la gra:1.ia Donde ncll'Orlandini un senso di probità, nell'ambito di una tradi7ione di cui egli non coglie appieno la dina– mica; senso che ha saputo chiaramente avvertire Mino Borghi occupandosi dcll'ar– tistn in un'ampia e ben do– cumentata monografin. Tale monografia, nccnn10 alla mOSl!':l di cui di:;corria– mo, ra il punto ::.ul lavoro dcll'OrlancÌini come meda– glista e come orafo, collo– candolo tra i meno generici mpprescnt:mti di un'arte (:-.al\o i grandi esempi) gc– ncralmenlc ritenuta minore, \'aie a dire ai limiti dell'ar– tigianato. VICE 1'A RA SEGNA REGIONALE * Artiiigurative di Ron1a e del Lazio * di l!'IIJIIJERTO .IIE11l1\·A L a tena Rassegna di Arti Figurath·e di Roma e cl Lazio, aperta in que– sti ~iomi nel Pala7.zo delle Esposizioni in Roma, è una mostra che mette malinco– nia. giacchè non si può fare a meno di sottolineare. a proposito della maggior par– te delle opere e,;postc, l'ar– retratc7.Za del gusto. la indif– ferenza più assoluta per i problemi di stile che la pit– tura e la scultura son ,e· nutc affrontando in questi ullimi decenni. Si dirà che da una mo~tra cui partedoano poco meno di un migliaio di artisti ap– partenenti per giunta ad una sola regione non si può pre– tendere gran che, essendo inevitabile che i pochi \'era· mente qualificati siano som– mersi dalla valanga dei me– diocri. D'accordo; ma quan– do si dice che questa rasse- 1,?na è terribilmcn1e mnlinco· nica non è alla mancanza di grandi opere che si pcn'la, bensì al li\·cllo p:cncralc, al gusto. all'informa7ionc dct:li artisti partecipanti. E sl che non Vi\'famo in un:'I i;pcrdu– ta pro\•incia, ai margini del– le correnti mock-:rnc. ma :'I Roma. do,·e soprattutto in questi ul1imi anni non ~ono mancale le possibilità di con• franto e di :12:~iornamcnlo. Anche il gusto ha le sue sta• gioni e nel suo ambito ,i possono fare cose lclleraria– mcntc pulite solo se si \'i\c ::.ul filo del proprio tempo. Anzi, da questo punto di \'i• sta, la rassegna laziale con– sente di fare alcune conside· ra1ioni 51cncrali abbnstan7a utili e prima di lutto sotto• Jincnrc come la ,ilu:'17ionc odierna sia la consct:ucnn dell'arresto piuttosto brn,co che tutta la cultura arlbti– éa italiana ha subito ad un certo punto. dopo gli anni, per intendersi. del futurismo e dclln metafisica. Con que– sto non vogliamo affatto di• re che l'arte it:iliana si sin rcrma1a a quel punto. mn solo che il cammino compiu– to poi è stnto un cammino di pochi e di isol;,ti. di alcu– ni maestri che ~ono riuscili. nella comune dnnna1ionc. a sah•arc la propria anim:1. Ma ciò che è mancato alla cul– tur.\ arti'ltica italiana è quel– lo che manca nnchc qui. In que<:la moi;tra, e cioè un ,::11- sto moderno dell'arte, la for– za e la cocrenzll di seguire fino in fondo certe prcmc<:– sc del linguaggio moderno. Un:1 situazione questa che proprio la rassegna laziale esemplifica direi in maniera evidentissima con la retro– speth·a dedicata a Giacomo Balla. Partito dal natura• li'lmo ottoccn1csco il pittore torinese s'incontra ad un cer– to punto della sua carriera con l'arte francese, con gli impressionisti e i divisionisti soprattutto. Quest'incontro si rh·ela subito dccisi,•o spin– gendo l'artista ad abbando– nare il naturalismo di quadri come • Affet1i • (un'opera co· munque non prima di inte· resse) o e La pialla nuo,·a •• con\'en:1.ionale e patetico. e ad ns<rumerc un fare pittori– cri più nU0\'O. Si tralla però ancora di opere ambi:zue, nuo\·e solo a metà. per !'al· tra metà ancora lega1C ad una impostazione ,eristica (• L'l p371.3•, • Villa Borghe– se~). Con • Velocità astrat– ta • e sopratutto con e Linea di ,·clocità • del 'IJ e del, '14 c'incon1riamo con il Balla fu– turista e con il momento più persuasivo dell:1 sua attività. Ma i?ià con opere come e Ri– s\·ej?lio di prima,·era • del 'IS e e L'idea • del '20 l'arte di Balla mostra qualche stan• chczza. appesantita da un .,imbolismo di derivazione li– bcrtv. La terza fase dell'ope– ra di Balla scµna una pau– rosa caduta nel più vieto fi. gurnth 1 ismo ed è così fuori dnlln storia più \'Cra dell'ar– tista da poter essere espun– ta <:cm:a offendere la \'erità storie-a. Per cui quasi non si capi"icc che cos.i abbia spin-· to gli organiuatori a ripesca– re codesti bruuissimi qua– dri. Uno scrupolo filologico for1e? Ma allora che ~enso ha la frase, che si legge nel calalow;o. ~ccondo cui e il su~ 11erfu111rista Balla rimane e rimarrà un pittore d'indi– scusso \'alore, sia che lo ,i con,idcri futurista. i;ia che lo :,i consideri pa.s<;atista •? Vorrà forse intendere il pre– sentatore che il Balla olco– J?l'afico delle uhime cose \'a• le il Bnlla futurista? Tali preferenze, insistite a lai segno da generare un senso di fostidio::.a monoto– nia. pi1toricamcntc hanno una debolissima consisten– za: si 1ra11a di forme ndu– satc, tra il clnssicistico e il ::,urrcalistico; sinmo di fron• te :'l una cromia diluita, o\•vie, ctruschcggiantc - :-.pccialmcntc nCllc piccole cere - tutta francese del colore: , crdi, rossi, bianchi :'lccordati in un.1 singolare :,,imbiosi. Una maggiore in- 1criori1A crom:itica (badare all'essere più che al parere). un più libero canto delle forme (libero dalle suggc– s ton i de I I 'accademismo avnnguardi~tico). cioè una pili viva e perentoria prc– scnzn di pòè5it\; e Danilo Bergamo potrà dire di nvcr n1tin10 un buon traguardo. Ritratto di Machiavelli Anche la re1rospc111,•n di Ora;,:io <\mato pittore j!ar– bato e dignitoso. non contri– buisce molto :1 rimuo,cre la ari11 asfittica che circola nel– le s:1lc del PaJa7.zo delle E– sposizioni. Gli ori;Jnizzatori, poi. hanno accentuato ancora di più l'aspc110 remoto. un po· polc\ oroso della mostra con l;l idea del concorso .ru • Roma nel Risorgimento•, qua:,i non fossero stati ~uffi– cientemenle indic."l.tivii risul– tati in grandissima parti.! di– sastrosi delle illustra7ioni dantesche dell'ultima Qua– driennale. Detto questo, occorre 1cncr p1·cscntc che nella mostra romana non mancano co!.e interc!!.santi: e fa piacere ~onstatarc che esse \'cngono m l,!T:lnpnrte dai {!iovani. da Scrj!io Agostini. a Niko Nar– clulli, a Gl'azioso Dnvid. a Scalco. Gli artìsti più anziani e quelli che possiamo dire della generazione di mezzo appaiono invece un po· fcr· mi cnll'O i limiti consueti. Sono da segnalare però in questo settore, seguendo l'or– dine delle sale, una marina di Bartoli. un p:1csaggio ro– mano di Quaglia. un tenero e intenso • Case fra i mon– ti• di Franealancia, una li– ~ura araldicamente elep-antc di Gcntilini, un poetico. Lnn– gotC\'ere • di Trombadori. e Casa al mare• di Tnmburi. !luovo non solo sul piano (Continua tl:1 1mg. 5) \'ern:irsi secondo quello cscm- ~~~~lit~ ~N:~~()J)~i-~ 1 ~~a~. 1 ~ tanto disproponionato, quan- 10 sarebbe \'Olere che un asino fac.:ssc 11corso di un cavallo• (Ricordi, CX}, Altre e ben più signil'icnti– YC cose abbiamo nvuto oc– casione di ,,edere della stes– sa pittrice: cose che senza dubbio giustiticavnno la lar– ga notorietà di cui essa go– de. da oltre un trentennio, specialmente in Italia e a Parigi. La personale del gio, 1 anc piuorc \'cncziano ha luogo nlla galleria e Giardino delle Arti•. Questo inficianic idealismo c!cl Mnchim·el!i è però an• carato al 'iuo modo d1 vede– re il mondo che è strettn– mcntc na1u 1-nli~ti co; ma che pure dà l' islan.ta, in pienn' ricerca cm,ifr,;;ica, della ne• ccssità di comprendere e na– tura cd t:sperienza per una csigcnza spirituale che en– trambe trn.;;c:=nda. Or.landini, La mostra dcli'< Anthca •• comunque, ha un interesse, se non altro, di curio.<;ilà: anche se da essa esulano le migliori espressioni della pittrice. Bergamo Danilo Bergamo è nato a Venezia; ha studiato a Ve– nezia, Macerata e Roma; attualmente risiede a Parigi. Orlando Paladino Orlandi– ni, maremmano di nascila e romano di elezione, ha spe– so lunghi anni a coniare medaglie e ncll'aucndcrc a raffinati la\'ori di oreficeria {sua materia d'insegnamen– to in una scuola di Roma). A tale anijosciosa contrad– dizione '5i rifa il pcssimjsmo del Machhvelli nei riguardi del Crisliancsimo, considc– ,ato quale religione, come uno dei tanti mcv.i imma– nenti alla necessità politica dello staio. cos\ come cs:li io vede, umca realla empi– ricamente umana. Risiedere a Pnrigi, per il Bergamo, vuol dire essere continuamente a contatto con le correnti più vive, ol– lre che con le stravaganze internazionalcggianti; e, sti– molata ovviamenlc d:'I que- La mostra di cento meda– glie dcll'Orlandini, in atto alla galleria e La Fontanel– la•. è sobrio e \'nlido docu– mento di un appassionato e di(ficoltoso lavoro. adem– riuto senza troppi arditi vo– li e senza scandalose cadu– te. de?1~cs~~i~~i~\~it\c'ìf~~~~;~~ che dcri\'a dai limiti natu– ralistici ,\i una visione del mondo, ha fa110 dichiarare ; Un maestro di franchezza (Conlin~a pag. S) dente, anche a non meltcrci una particolare attenzione, questo intimo conlcmpt!r:tTSi del lirico con ìl polemico, e proprio dove noi sentiamo che la confessione è più vera e totale; ~Traversando la Maremma toscana>, e Davanti a San Guido• (e non saprei tro– \·are poesie più carducciane di queste) sono intimamente armonizzale sulla misura di quel con1cmperamcnto di toni e di umori diversi, di abbandono e di risentimento; • Dolce paese, onde portai conforme - l'abito fiero e lo sdegnoso canto ... • e, più oltre: e e il cuore, ove odio e amor mai non s'ad– dormc ... >. Ricordate, dal passo citato in prccede,a1.a: e Odio la lingua accademica ... tutto ciò che mi ributta esteticamente io lo odio»; candido o innocente \'orrcmmo dire, tuttavia, un odio simile: che sembra nascere sempre dalla fiera gelosia di ciò che il poeta ama, e che sente il bisogno di difendere da tutto ciò che glielo sciupi o minacci. Cosl come insorgeva pronta nel– la memoria pungente l'immagine miseranda ~cln~i~~oerti~fa ~1:le:i!ieni:~/:~ >dic~eoi~ Lucia: e nella pagina not~ che comincia con quel sereno attacco. • Rivedevo il mio dolce paese di Toscana, là dove è più bello, più sereno, più consolato e consolante, m Valdamo >, pagina fra le più indugianti del sobrio Carducci, ceco, anche li, nel pie– no della rievocazione, l'umore polemico af– fiorare, ilare e trionfale, a danno dei lin- fc:f~i ;!~~:;~: ~ 0 ~ei q~~f~ui 3 ~~~11~ 0 ls~~te~~~ s1rofo ai e cari bovi > che gli parlano invi– tandolo al ritorno neJla sua terra con la stessa gentile-aa dei cipressi di Bolgheri e ~t ~~~~i~é: e• ~.i.e q~liin risros~~a a n:nodc~ fossero che delle bestie grandi o grosse e oneste come voi, oh come ci tomcrci \O• lcnticri! •· · e H[ supporrebbe che l'intima calma della rievocazione affetth 1 a del suo paese sc– guis.:;e a breve distanza dalla famosa impennata di umore che: comincia con quc· ste parole: e Tulle le matline io mi S\·eglio con una maledetta voglia d1 fare ai pugni > e, ancora più vicino. che precedesse il ricordo subitaneo e irritante di quei • fa. stidie\'oli smorfiosi e mariuoli procaccianti, i guaii credono al peso specifico delle loro personcine e delle loro ciarle sul globo e che i galantuomini non abbiano altra fac– cenda se non di badare nlle loro civet tede e d'aiutare le loro birberie, e possono im– punemente scrivermi delle lettere che co– mincino così: Ella - o, per farmi più . ira, m::mzonianamcnte, Lei, - che è tanto buono e tanto gentile ... - Ma chi ve l'ha detto? No, io non sono buono: non sono un corrotto, o, io non sono gentile: non mènto>? A questo punto può seguire opportuna– mente, come citazione conclusiva del quasi inesauribile argomento, la dichinraz1one, impei;cnntiva e solenne quante altre mai uscissero dalla sua penna, che SI trova al– ~'inizio di una prosa intitolata e Modcratù– coli •. n~Jla serie seconda di • Concc::.sioni e battaa-lie •: • Lo so: ai lettori del • Prelu– dio> (un giornale dell'epoca) devono onnai parer troppe le mie polemiche: ma essi, spero, mi renderanno questa giustizia; che io non combatto mai per dimostrare che io ~~ry~tab~!~èrabu~n~o~~vfdc/ 0 ch~al!g Jcj: l'anc e della critica, contro quelli che del– l'arte e della critica non hanno la stessa idea. 'E poi c'è chi dice che io non sono idealista». GAETANOARCANGELI al Campanella, 11ppcna un secolo c.lopo, il pensiero di Machia\'clli .1tco e matcdali– :-.tn: • D.1 chi infatti hn il 1\ilachiavclli impamto che la ,cligionc è ,1,r1-:di Sl:ltO C che le Jcgsi sono imposture di uomini astuti e che Dio non cu1-n le co::.c umané, :i~ non d:'I Aristotele, Averroé ... Di quei vien pure la sella dei politici e dei libertini.. .. Ag~iungi i Calvinisti. i Lute– rani e i Puritani i cui ca,,i sono m:ichiat•ellisti cd atei » (Dc Genti/esimo non rc1i- 11eudo, //,). Vero è che gli errori del Machia\•clli sono cosi moder– ni da poterlo considerare il padre di ceno razionalbmo !-toricista e materialista in– sieme, che poi 1 rocede da quel razionalismo idealista al– la cui base c'é un incljmma– bile monismo naturalista. Ma il mondo che noi vivia– mo, b. storia di cui non ve– diamo se non le vcntà par– ticolarmente effettuali ncll'in– r,anno d~i sen~i, può focil– ml•nlc far:i sbagliare, farci perdere di vist.1 non solt:1n10 l'universale, ma, soprattutto, il prov\'idcnziale che domina il male umano, oltre il suo e:sscre uo male. in uno sguar– co che vada oltre l'individuo natura, sguardo vasto quanto lo sviluppo della stessa uma– na storia. E se il grande teorico Ma– chiavelli è fallito nel darci un'impossibile scienza della politica e il magnanimo Nic– colò. pnvatissimo uomo, ha rinunciato 'llla sua teoria diventando fatalista di con– tro a quell'impodcrabilc che è la •·fortuna•: e Et poich~ la fortuna vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto et non le dare briga, et dSpellar tem– po che la lasci fare qualche cosa agl'huomini; et allhora starà bene a voi durare più fatica, vegliare più le cose, Cl a mc partirmi di villa et dire: ccr:omi • (p. 301), il Niccolò cristiano, ncga1osi teoricamente per tutta una vita, ci ha nonostante tra– mandato un csc:mpio cfficnce ;inche se ctal lcuo di morte. P?iché, C(?me scrive il figlio Piero, egh, che in definitiva ha sempre ::immirato quei frat; che peslavano • i fan~i di S. Francesco•• prima d1 morire e Lasciassi confessnre le sue peccata da frate Mat– teo, che gl'ha tenuto comp:1- gni:'I fino a monc » (p. 509). e v~~t: cre[tu~~~l~h/'f~'";~~~ ~g:'a 0 b 8 c~:.<tn cd\~c~~~l~c ;a~! le mentcrcbbcro i gio\'ani pittori impegnati in una ri– cerca realistica: qui possia– mo dire soltanto che il loro impegno, autentico sul piano culturale, deve ancora tradur– si in linguaggio e di con– seguenza la loro pittura. se ~i fa eccezione per il Ganna, 11 quale sembrn a\'cr capilo meglio cene premesse dcl– l'ane modcma. rimane confi– nata entro limiti naturali– stici, nono~tantc la violenza ciel colore e della deforma– zione. Parecchia confusione c'è pure nel settore dct:li ast~ttisti, il quale però ha rcg1stra10 anche il maggior f'!Umcro di astensioni. Segna– han_,o, d~ q~esta parte. gli e l.1m~rari » dt A. Pace, i ge– sti dt Caraceni e ancora le 0PCfC; di Laz73ri., AnS?elini. Canmzzaro, Frascà Conte B_n.mori e Vito Ap~lco', av~ vinto da qualche tempo \'Cr• so una sorta di impressioni– smo astrano. Tra i parteci– panti al concorso e Roma nel Risorgimento II è \'eramentc dinicile s alvare qualcosa: ri• cordia.mo _l'immagine pungen– '<: e 1.r ~lT'!lCa del garibaldino d1 Qu1hc1 - Bu7.zacchi e un notturno (d.-i\ titolo lunghis– simo) di Macera. L"l.scultura denuncia squi– libri e ingenuità forse anche maggiori della pittura. Van– no segnalate però le opere della Raphael, di Gucrrini, ~:llò, Mazzullo. Ricordiamo mfinc, tra gli incisori Vir- duno e Cordio. ' Ol~GO fABBKI Direi tnre re1monsablle Stab. '1'1pogratico U.H.S.1.S.A. Roma - Via lV Novembre 149 tiamo vivo uomo ancora. nei [,---------– suoi errori e nella sua verità come simbolo di quei limiti che provvid~nzialmente umi– liano il nostro potere d'esi– stenza. UMBERTO MARVARDI GUADAGNERETE mo I t o scrivendo soggetti per mms e Radio· TV. Scrlvclccl. ltaly In America, Luna:otea– lronuo,•o, 29 _ Napoli.

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