La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 40 - 8 ottobre 1961

LA FIERA LETTERARI Anno XVI - N. 40 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DEbhE SCIENZE Domenica 8 ottobre 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA ... Fondato da UMBERTO FRACCHTA * Diretto da DIEGO FABBRI QUESTO UMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Roma - Via del Corso. 303 Tel 687645 Ammln1str zio e T 1 673015 - PUBBLICITA': A.mmlniltrazJooe: e LA FIBRA LETTERARIA• - Via del Corso. 303 - Roma • TA.Rl.FFA ~ 150 aJ auUtmetro • ABBONAMENTI: Annuo lire 4 .ooo - Semestre lire 2.150 • Trimestre lire. 1.100 • E!te~: A~~uo lire 7.000 - Copia arretrata lire 150 - Spedizione lo cooto corrente postale (GruDDO I I) • Conto COr'T"i-ntepostale numero l/3l 428 Camillo Sbarbaro * Contagocce e Cerca il rumore perché copra il silenzio che ha dentro; corre, e non ha mezzo veloce abbastanza, per fuggirsi. e Dove sei, ~he è_ di _te, Ettore Macstroni? A dispetto dell'accrescitivo da catte?~a ~mvers1t~na, m'era collega in uno di quegli istituti dove, per motivi d1 economia, all'insegnante non si chiede la laurea Un dagherr~tipo. Bass? nonostante le scarpe ortopediche ~u cui pro– cedeva a saltel11m come 11 passero, veniva incontro con occhi festanti nell'~val~ d'un viso c_ol~~ito, da bambola. cui avrebbe dato spicco (o dava.) I abbondante f1scm che I nonni portavano al collo. . Amabile uomo; ma, anche per mei avvistarlo per strada era tentare la iu~a .. Acchiappato, t'inchiodava tra le spinte della folla all1orlo d'un març1ap1ede e, alzata la manina didattica, dava il via al suo dire; inutile protestare urgenze, non avevi scampo. Dalla prima parola, troppo facile p_revedere qua_lc sarebbe stata l'ultima; se la anticipavi, un'ombra di rimprovero. gh passavQ nello sguardo, ma non per questo rinunciava a S~'olgere m ,tut7a_l:3-sua maestosa parabola il periodo iniziato; con un godimento cosi v1s1b1le che rintuzzava nel più crudele la voglia d'inter– romperlo. Con questa disposizione ad ascoltarsi 1 in cattedra trionfava. Non conte~to di_riempir l'aula della voce, teneva l'uscio aperto per darle la magg10re risonanza; pr~nto a calarsi di lassù per venire su quei trampoli a spalancarlo se, avvemva spesso, chi passava nel corridoio s'attentava a chiuderlo. Pubblicità che suonava sfida ai colleghi: facessero lo stesso se si sentivano; i quali in ritorsione insinuavano che in classe parlava sempre lui per garantirsi da domande che lo mettessero in imbarazzo· lasciando così intendere che, per ostentarlo tanto, di ciò che insegnav~ non. doveva essere troppo sicuro Vero è che non intei:rogava mai; se nell ebrezza del porgere una domanda gli sfuggiva, era retorica; s'af– frettava lui a rispondervi Come su quell'onda canora, si teneva a galla sulle apparenze; oltre, si guardava da andare per non compromettere l'equilibrio instabile d'un generico ottimismo: mai. a esempio, avrebbe messo gli occhi, confessava 1 su una tavola anatomica. Credente, specie in vista del Paradiso, di questo s1 prendevà di qua l'acconto che poteva; ma poche distrazioni conce– dendogli i1 fisico disgraziato, il più del tempo aveva bisogno per non affondare di qualcosa d 1 esterno cui afferrarsi: quella specie di bel canto che, difendendolo dagli abboccamenti con sé stesso, gli consentiva l'alibi d'una giovialità di facciata. Bisogno cosi vitale, si vedeva, da far pensare che all'insegnamento si fosse dato p~r soddisfarlo. E infatti.. A metà anno fu sostituito; nel suo modo di far lezione i Padri ave– vano visto la causa del nessun profitto della scolaresca. Accolse il brusco Ecenziamento come se lo aspettasse (non doveva ess~rc la prima volta che gli capitava); e riparò al paese, sapendo che per lo smacco e l'ina– sprirsi dell'artrite non ne sarebbe più uscito. Nella circostanza gli fu vicino un collega che gli somigliava; anche questi si teneva sù con le parole ~' meno innocente. con quelle che presumono di durare. L'altro lo rassicurò al paese, qualcosa possedeva; che lo impauriva, disse, era lassù la difficoltà di comu.nicare; e voleva dire, di trovare udienza. e Chi non ha nulla da dissimulare, la gonna; i calzoni, chi ha. e Entrando nella mia stanza, il collega cercò intorno avidamente i li– bri che non potevano mancarvi. Dalla sorpresa andò a sporgersi alla finestra. _. • Per le sue prestazioni chiede onorari irrisorii, tanto è avaro. e Anche appeso per una mano al tram in corsa) l'illustre C. cava con J1altra Properzio. Latinista in vetrina. e Condizione per far grandi cose, mirare oltr-e. Dante si sarebbe ad– dossalo la somma della Commedia se avesse creduto che tutto quel .che facciamo è fine a sé? • Il cipresso che ieri ancora tra lo sfarzo dell'autunno slava come un rimprovero, oggi alfine coglie il premio della lunga predicazione; con lui nel paesaggio stecchito solo più il solo fiore che ammette: sempre il boccio 1 incorruttibile come lui: gli isolatori di porcellana, sfavillantJ in quest'aria di vetro. 8 U n,forme: d più del tempo, millantalo credito, mentita spoglia; !"etichetta di gran vmo che dura sulla bottiglia vuota. Camillo Sbarbaro ci ha ma11dato questo • co,uagocce • d1cc11dosi 111-– capace di ricordare quale delle • gocce • sia inedita e quale HO, poicl1e, come è .mo coswme, egli si sbara:.:,a immediatamente di ri,•istc e giornali, a11che d, quelli che hanno ospitato s11oi scritti. A pag. 3 Il testo integrale della re– lazione di ANTONIO CIAMPI al conoresso di Firenze dell'AÙ.I. « La tutelamoraledeco– nomica dellecreazioni ar– tistico-letterarie e il pro– lungamento delladurala del dirilfo d'autore» Poesie diWallace Stevens e David lgnatow maitra– dottein linguaitaliana A pag. 5 * Ritratto di Machiavelli * Carducci maestro di polemica LJCBJRJC JPJE'.:JR LA CRONACA * Zebio Còtal e adisperazion e cont ad P RIMA ancora di entrare nel merito del romanzo di Guido Cavani e Zebio Cò1al• c'è da dire questo: che il libro è uscito, in una prima \"ersione, pubblicato a spese dell'autore, qualche anno ra e che nessuno. tranne po– chissimi amici di Cavani, se n'è accorto. Che, nella nuova versione di Feltrinelli. il ro– manzo è uscito ormai da quattro mesi. e a conti falli le recensioni ampie cd au– torevoli che gli sono state tributate stanno fra le dita di una mano, benché tanto Montale che Bo che Dalla– mano e non so chi altri ab– biano parlato del romanzo come di un libro estrema– mente significali\'o. i on co– nosco, o,•,·iamente. il nume– ro di copie di • Zebio Cò– tal• venduto dall'Editore Fcltrinelli. ma non ho nep– pure visto nelle librerie la copertina verde del romanzo corredata di una fosccna * di G/Ail' FltA,ICO lll::,1·i; che dica e decimo migliaio • o e terza edizione•· Lasciamo stare il solito di– scorso sulla critica legata a detcnninati schemi (o peg– gio a de1erminati autori) e lasciamo anche stare l'indu– stria culturale secondo la quale il successo del libro è decretato dal modo in cui viene lanciato. 11 fallo è questo: che ci troviamo di– nanzi a un romanzo di gran– de valore, aperto, come tutti i romanzi di grande ,,a\orc, ad ogni discussione critica, sia ideologica che meramen– te estetica. sia formalistica che contenutistica. e che, vi– ceversa. il libro di Cavani raccoglie o ha raccolto sol– tanto applausi isolati. Tanto per dire: al Premio Viareggio credo che il ro– manzo di Cavani non sia neppure en1rato in discus– sione. Forc;e perché Cavani è uno scrittore uhrascc;san- 1cnne, che se ne \'i\'c in pro\·incia. e che finora ha pubblicato sollanto qualche libretto di poesie? Forse per– ché non si e creduto oppor– tuno a\'\•alorarc ancora una \ olla, con un riconoscimen– to ufficiale. la nuova moda italiana di ricercare una • nou\ 1 eUc vague• negli $Crit– tori improv\'isatisi 1ali che ab~iano superato la cinquan· tina? E Pier Paolo Pasolini, !lan10 cielo I anche lui che ha pur scritto la prcfa7ione al roman10 di Cavani e che ne ha capito forse per primo la bellezza, è mai possibile che non si e sia dato da fa– re• (non si dice così?) un poco di più per imporre, dico imporre, un roman70 simile all'altcnzione del let- 1ori? tadina). Purtutta,;ia è un.ro– manzo che, se ne avess!mo il modo e il tempo, abbLSO– ~nerebbc d'essere studiato nel quadro della letteratura contadina italiana: e che per ciò rimetterebbe in discus-– sione una quantita di af'2:0- menti letteran, storici e po- litici. . Zcbio Còtal, protagonista del romanzo. e un piccolo possidente (un contadino) ~ una grande carogna. C.Osist presenta. \1a un momento. una grande carogna: perché? Ammav.a i figli a botte, as– siste ubriaco alla dissoluzio– ne della sua famiglia. tra i fi2li che sopravvivono c'è chi promette d'esser peggio di lui. L'infemale tragedia <,i compie su di un fazzolet– tQ di 1erra brutta: n regno di Còtal. regno dal quale RILEGGENDO LE OPERE Ol SOFF[CJ * Tutto questo autonzza, anzi convalida, un sospetto nient'affatto nuO\'O nel mon– do culturale odierno. li so– <,pctto che il rapporto tra critici (o diciamo semplice– mente lettori) e opere lette– rarie sia guastato da qual– cosa di più profondo che le mode o le rispettabilis.!>ime intendiamoci! idcolo~ie. Gua· stato proprio all'ona:inc: la crilica, e gran parie di essa, si piglia l'impcino di dibat· terc un libro. in senso po– sili\'O o nega1h·o, princiP.al– mcnte quando in quel libro carpisce qualche aspclto par– ticolare che le fa comodo per dar la stura a un di– scorso personale. Accade, grosso modo. questo: che la critica. militan1e e no, usa le opere crca1h·c come so– stegno ,delle proprie t~i. anziché piegarsi. essa, a 1 comprendere ,·eramentc le opere. Un romanzo, insom– ma, dh·enta un pretesto: non nego che questo, anche questo, sia opportuno fare. scnonallro per tener deste certe discussioni teoriche che hanno un loro valore. Ma resta il fatto che i pre· testi, proprio ·in quanto tali. spesso rappresentano l'aspet– to spurio di un'opera leuc– raria. •errà cacciato a pu~ni in faccia da sua figlia. Intorno a questo re contadino-strac– cione ci sono cada\·eri di fip-li, una moa;Jie rassegnata e impotente ad o~ni reazione, una figlia che per spodestare il padre. e riPOnare cosi un briciolo di dignita nella fa– mi,zlia e un po' di sereno ,;uJla terra. de,·e soffocare in sé anche l'ultimo barlume cli sentimento filiale e ucci· dere pcr-.;ino il senso ata\-ico della famiglia. Ci riesce. e ne rimane affranta. Oucsta è la faccia della realtà che ad· dossa a Zcbio Còtal tutte le sue colpe. Ma c'è l'altra fac– cia della rcallà, non men::, si5!'.nificath·a: ci sono i mo– th·i pei quali Zebio Còtal s'è cosl ridono. C'è la pro– fondi-.sima \'ena di umanità che si nasconde '>Otto la sua crosta di uomo perduto. Una \ ena che palpita sempre più di -rado. solo in momenti di particolare tensione, e che dis, eia allora tutto un mon– do di atrocità e di miserie alle quali Còtal reagisce tut– tora, pur nella sua maniera pa1..za. Il suo modo di essere. il suo modo di opporre ai sentimenti umani il cinismo e la crudellà. il suo ,o!er regnare ad ogni costo su di un simulacro di famiglia senza più morale né umani– 'à, sono, pur essi. indici di I divertimenti di Lem.monio N EL CURIOSO 1;bro dove Paolo Vita-Finzi ha radunato una se– rie di riflessioni intorno a Le delusioni della libertd (\"allecchi. Firenze. 1961). quali. al principio del se– colo. si vennero determi– nando in alcuni politici e in alcuni scrittori. che. do– Po aver vagheggialo, pur essendo di formazione li– berale e democratica. di poter raggiungere la liber– tà atl:nvcrso soluz.ioni drn– stiche e dittatoriali. affat– to pratico si erano dovuti convincere ch·essa era at– tuabile soltanto a stento e non .senza errori ed ingiu- di ENRICO FALQUI stizie, sicché e avevano fi– nito -per ,prenderla a noia>. e credendo di superarla ne avevano invece affrettato la scomparsa: ebbene. in questo curioso libro. uno degli esem,,pi presi in esa– me. da Péglly a Croce. da Sorci a Prezzolini. da Ha– lévy a .Marinetti, C quello offerto da Ardengo Soffici. nel 1912. con il suo Lcm– monio Borea (XVr dei e Quaderni della Voce>: Firenze). Sorta di Cavaliere dalla trista figura. saltato fuori come un misirizzi da un paesucolo della Toscana. a castigar !aJli e a raddriz– zare torti. non è in Lem– monio che si C voluto rav– visare. facendogliene adde– bito. e il primo squadrista anlemarcia de I I a storia contemporanea>? E come in Soffici. e ignaro allora onninamente di qualsiasi questione o sistema di na– tura politica o sociale>, sia sorta l'immagine e ab– bia preso corpo e nome la figura di un simile eore castigamatti. è j?ià stato di delr!ngcnioso l1idatgo don Quijote de la Mancha e della Vida de LazariUo de Tormes y dc sus /orllt– nas II advcrsidadcs. si ag– giunse ridea di un e eroe popolare ,giustiziere>: e domandarsi in base a qua– le imperativo morale reli– ,:?ioso politico eccetera co– stui se ne andava in _giro a far J:?iustizia. non era. da parte di quella critica. come di ogni altra. csi– .[:'enza troppo arbitaria. a meno di considerar Lcm– monio alla stregua di un pupazzo destituito d. ogni serietà e d"ogni raiione. Il (Contlm~ pag. 2) Comunque lasciamo stare: sono cose già dette e ridet– te. e ci ,·uol ben altro che un articolo per spiegarsi. Zebio Còtal. all'apparenza, non offre pretesti. Non è un romanzo saggio, non inau– gura un linguaggio, non ha. sempre all'apparenza. pre– cisi impegni politici. L'auto– re, con 1utta probabilità. non ha piena coscienza del rnlorc del libro (mi scusi Carnni: è un'imprcs<;:ionc sQrla dopo .:.he ci <.iamo parlali e che lui tanto ha insistilo nel dirmi che Zebio Còtal è un personaggio real– mente esistito, quasi per scusarsi d'a,·er messo al mondo questo démone con- (Continui'-; pag. 2) raccontato dallo stesso 1------------------------------- Soffici in alcune ridenti pa,e"ine del suo Autoritratto (Fine di un mondo, 165- 170: Vallecehi. 1955 Cfr. Origine del Lem111.onio: Ardengo Soffici Corri.ere della Sera, 22 giugno 1955). ~la mentre. secondo la idea de I 1" autore. quella specie di poema picaresco avrebbe dovuto e riunire. come in un panorama poe– tico insieme e satirico. i molteplici e pittoreschi aspetti della vita e dei mi– nuti costumi della sua ter– ra di Toscana,. alla cri– tica. allora oinlto!-LO im– perante. del Tilgher e dei ~~i~:lr~~g~r~!rc~er;b~òqu~i~ fosse il problema centrale che l'animava. In classifi– cava. 13 lc_gittimava. e che insomma ne dcJerminava la realtà>. In vero. alla prima idea di un viandante che si comportasse come un sem– plice o~~ervatore ~i ag· ,J!'iunse. di fnnta~ia in fan– tasia. intrecciando i ricor- SCI:LERZ.4/VDO M.4 NON TROPPO * I libri come arredamento della casa e dello spirito I * di JILADHIIRO CAJOLI ,, \ F ORSE, ~ome tanti dico- nema o TV) hanno spinto seli, i libri. E poi, libri da no. anche voi direte: il più di una persona al ripie- Lrccento lire. Forse un cf- libro ,;o~ta caro. E Ro- go della lettura. E poi ci fetto di assestamento? Asciu- ma-ln1cr, da mille a do· sono i fiili e i nipoti e c'è gaLi dal tempo, essiccati dal qucmila? Meglio non comin- - sentile questa capitata a 1ermosifone, si fossero per ciarc coi rinfacci; d'altron- un conoscente - c'è la fan- caso ritirati, come le stof- dc ~o nnch'io che Ccrvan- tcsca. fe? Nessun controllo '1 :lier a tes e Suarez, lli1chens e Sha- Lui. che a scopo di arre- possibile, pcrd'l.C li a.vc" a kespcarc rispondono a dif- damen[o a\"eva appesa al acquislati a metraaiio, e no n lcrcnti esigenze dello spiri- muro una mensola di libri sapeva qu.an1i 1ossero né ~~~cu~c~e rcro~i!~~e d~~i~ :,~e~~-s~c~~dodiii qc~1o df~ ~~\~~~r~ 0 Il 1 ~~o~: rcnzc tlinam:che, porgerl!tc quando un'occhiata soddi- ne i titoli e gli autori. Ma, l'orecchio alle mie, scden- ~fatta al risultalo pittorico. nell'occasione della scoperta, wric? E a\'eva una memoria \;Si• gli rcs1ò impresso il nume- Ci sono libri c:!adue o tre- \'a così perfetta delle costo- ro delle cost·1le anur~ cento lire, belli (teniamoci !e disposte come penncllat: (bianche. per la verità, con per ora alla copertina), dc- m un quadro, da accor~ersi un"alta balza di colore), del- corativi. Orbene.:, i>ensiamo a sùbito se la domestica, :,poi- le gialle, !elle verdi, delle llen1ingway e il • • ro1nant1c1sn10 dell'azione un arrcdamen10 non impo- \'Crando, ne turba\'a l'arn10- n_erc, e un e1orno vide, con- !>tato sui libri. Pannelli. nia primigenia. Allora, scn- to, accertò rhe le nere era- maioliche, qu:idri. mobili di za d1r nulla, con la pazien- no crcsciu1e di numero. e U N romanticismo ~ella az1cne· ecco l'mse– ç.amento della vita e dell'opera di Ernest He– mingway, vita ed opera Fine:olarmente caratterizza– te -la!l'orro.:,0 <ii qual.~iasi .. ,~•;•pratura •· di ogni con\"enzione borghese; dal– la ferma determinazione di partf'Cipare. di e~sere e pl'<' ~ente- ::illa vita•· Tutto Hemingway .:;i può ria~umere in una parola: comballimento. Combatti– memo contro ia donna. contro .;Itri uomini. contro le fiere. contro se stesso. contro la nforte. E' un combattimento inevitabil– mente ~rduto ma. fino a:– l1ult1mo. l'uomo degno di que~to nome de\"e pro~e– guir:o e. per cita:-e il m<f• p:nifico motto di George.:o Bernano- devf' • tener te.:ota• Ecco pc:-ché un .511, 1s:1nt a:1wrieano di diciotto ann; si arruola. nell'aprile cl~ .. 1918. dur.-nte la prim., guerra mondiale. come sol· dato d'ambulanza nell'eser· cito italiano. Ferito duran– te la terribile ritirata di-1 Pia\"e. eg:i 1:-arrit dn que ~ta e:-pe:-u~n:ta il -uo pni bel romanzo: • Addio alic anni •· Considero questo libro. ha dello André ).1al– raux. il miglior romanzo d"amore che sia stato scrit– to dopo Stendhal. Ecco ancora perché. in quel febbrile dopoguerra. un giornalista .;mericano. ?ppassionato di boxe e g:-an bevito:-e. verrà a por– tare in g1:-o per i caffè d1 '.\fontparnasse. sulla terraz– za del Dòme. alla Rot onda e alla Coupole. il suo vi.so abbronzato dt ex combat– tente. Con lui. la gio\~ane letteralUra americana sì ar– fzrmo clamorosamente . .E.;– ra professa il proprio d1· s.prezzo per le ana\i•q psi– cologiche. per le descrizio– ni -d1 stati d 1 aninn e per i .i'cntimenti estetici. met· tendo raccento esclus1va– mente sul compo:·tamento deJJ·essere umano. sul suo lato più ve:-o perché più p:-imith·o i\'laestra ~lemenlare dal profilo d'impen:itore rom3.– no. Gertrude Stein signo– reggia quest('I piccolo mon– -:lo. esiliato in Francia non per dimenticare rAmerica ma for:.e per sentirsi più ; me-ricar,o. Uno l-tilc nuo,·o. fatto di riµplizioni. di br('\'Ì fra-;1 ~lt'gate. di dialogo ;;enza commenti. Parole sempli- * di RE!l,.É l'ARE1~1~E ci-ssime. che pesano con la loro sola presenza. Ecco lo sHle di Ernest Hemingway. uno stile di combatti.mento. fat..10per descrivere i com– battimenti. Le occasion; non man– cano neanche nel periodo fra le due guerre. Nel 1922 il nosLro scrittore-giorna– lista s1 reca a fare il ~or– r:spondente di guerra suJ fronte greco-turco: e cono– scerà anche Mussolini. Nel 1928 Hemingwax_ la– seia Parigi non senza aver dimostrato la propria su– periorità alla boxe in un incontro amichevole con l('I scrittore> !rance5e Jean Prévost. anche lui smanio– so òi mescolar, azione e pensiero Poco dopo egli comince– rà le sue grandi cacce che lo condurranno sulle • Ver– di colline d'Arr1ca,. e al pi€di del Ki!imangiaro dal quale prende il nome una bellissima raccolta di no– velle: e Le nevi del Kili– mangiaro •· Scendere neWarcna è un modo d1 dire. ma non ?t>r il nostro uomo che, ad onta della sensiti.vità a.n– glosassone, divoorà il fer– vente cantore delle corri– de. Divenuto un vero e proprio e aftcionado >, He– mingway stringerà amici– zia con i più famosi tore– ri: ne descriverà lo stile, appassionandosi al loro duello splendidamente fe– roce con la bestia. Parlerà della Spagna a più ripre– ~e. in • Anche il sole sor– ge • e in • Morte nel po– moriggio • con tanta più felicità in quanto -.guesto paE!,,C gli offre lo spetta– colo di una costante tra– gedia. Paese votato al san– gue. a :la morte al piacere feroce ai sussistere perico– :iosame11te. la Spagna ha tutto ciò che serve per sod– :liffore il bisogno di vio– lenza. il sentimento della solitudine. la fraternita vi· rile. il bisogno di voluttà violente che sono d1 Er– nest Heming'\vay. E' un paese fatto per l'uomo che vuole essere uomo. Ecco perché non lo :si può abbandonare quan– do per e;:-:;o ,:opraggiune:e il pe.ricolo, quando sta per essere straziato e quando oltri popo,l.i meno nobili vogliono affondare le ma– ni m questo bagno di san– gue. La guerra civile scop– pia nel 1936. Hemingway è dalla parte de.i repub– blicani. Da questa espe– rienza nascerà un roman– zo che n cmema ha reso popolarissimo: • Per chi suona la campana•. La seconda guerra mon– diale non ispirera al no– stro scrittore opere altret– tanto importanti. E' che l'uomo non combatte più, oramai, per se stesso. per la propria dignità. Nello scontr-0 immane delle ideo– logie l'americano anti-in· tellettuale non sa più ri– trovarsi. • Attraverso il fiume e tra gli alberi • è un fiasco. -~!l'indomani dc.ll' anni– stizio Hemingway abb ando– na l'uniforme di corri– spondente di guerra che Fha portato tra le mac– chie della Bretagna e ri– comincia a percorrere in lungo e in largo il mondo. Sono di nuovo le oolitu– dini delle savane. le cac– ce in Africa (nel 1953 è vittima di un incidente aereo che per poco non ,gli costa la vita e il mon... do lo Cl'ede scomparso t-:-a le Favane dell'Uganda). le grand.1 pesche nell'America centrale. In questo perio– do egh vive a Cuba. ma torna in Spagna e in Ita– lia a. r1Lrovarvi i suoi ri– cordi. E' invecchiato. Il giova– ne soldato dell'esercito italiano è divenuto un co– losso dahla barba bianca. La sua vita sentimentale è sempre tumultuosa (si e 9POSato ben quattro volte). E sempre lo stesso bi– sogno di pericolo. ineb– briante come l'alcool per il . combattente che si rifiuta d1 invecchiare. Hemingw·ay pubblica al– lora. nel I952. il mo libro più celebre. se non il più riuscito: • ll vecchio e il mare •. Il successo mon– diale di questo romanzo. o piuttosto racconto. fruUerà un anno più tardi al sutJ autore il premio Nobel. Nel messaggio inviato àlla Accademia svedese. lo scrittore dichiarerà: •scri– vere vuol dire nel migilio– re dei casi condurre una esistenza solitaria... Lo scrittore lavora d;i; .solo e se è un buono 5erittore (Contlnu°aa.pag. 2) uso inutile IJ incerto, con un za che· de\'C usare chi 3 a diminuite le auurrc. Non po– complemento di ninnoli rispe110 a chi non sa, ~i al- leva trattarsi di tra,·eggole adombranli la funzione a cui 7.a\a e andava a riordinare o di fantasmi: m quella ca– li destinate: quanto cost.:1- i libri. Finchc un giorno si sa. segret:1.-nente, qvalcuno no? Invece, una libreria. uno accorse che la sua memoria lc-gfe\"a. La moglie, no: la scaffale che danno alla sian- coloristica non appari,•a sud- sola applicazione della mo- ~;i~:1a, n~~"'o d~o~~ 0 ~a~~:s~= ~~s~~ 1 :nt iÌ s~~~r: 3 ~ 0 ~~t ~~~Pri~ ~rc'hl~rfer~ ';ìa~:: bili alle borse comuni. La del metraggio. C'era un hu- sono usare :inche avendo ~li ~;l~à ch!ù c~~~-~~~iis]adt~~: ~fic,l:~~ ~ :~~s~~ot~nne:i6~? :~~:re swn1~!·or~ ~~i d~ re1e, aggettando di 15 cm., lmpossibil~. ln quella casa 1-é. si 'PUÒ pensare ad altro. più il ~iuow d'ombre con- nor. li tocca,-a nessuno. ,\la- Nel caso lnstissimo della scmito dalla terza dimcn• siari ci fossero ragazzacci di moglie, di tigli perduti in sione, costa, con i libri e Ql!elli che \"anno a '.':nder- (Contlnu'ia pae. 2) b°c!~-~• lo )~ ;•aie ~~i~d~:1~j~~ ;------------'-------- a questo prezzo? Avrete il \an1aggio di poter parlare rii cinquanta o sessanta au– tori, titoli e ~·ontenuti; e, nel caso che non vogliate leggere, vi resterà lo svago di spostare costole e colori. E' facile prevedere che la pii tura. se arnvcrà mai agli incastri e alle 1nrsie con sca- 1ole di ricamh10, median1e le qu~li il crca1::,re astra11i– s1a e i di~nri possano col– laborare e inteirarsi. si fa. rà pagare salata. Eppure. chi cerca nelle mostre una tela ove predo– mini il ~ugo di cocomero o tutt'inter,l 1'iridc, ?assa per intcndi1orc, ml!tHre chi \'a d::il libraio con 11 me1ro a nas1ro e il c.,mpione della tappezzeria, lo deridiamo senzn pit!tà. lnf.!iustizia. Sce– gliersi come ,nodello coloro ctie leggono, o fingersi il gu– sto loro. è ·1 principio di un'anentllr;.1 lutto può :.uc– cedcre. La ~1ornata vuo1a, ~ 1 a1:~,u~o c~~cchj~~ t~~i~ PREMIATI PASOLil\ì E LA Gl'\'ZBURG * Stelle a lhianciano G IA' du~ mesi or sono a Roma, 11egli ambie11· ti leuerari e m quelli di co,11or:1?, :.i :,ape\'a che. Pier Paolo Pasolu11 avrehbe 01tenuto qu~1'al!t10 il pre- 11110 di poesia Chianciano. E cosi è a1•vtm•1to. Hanno vo!ato vcr Pasol111i: r;~;~fd~cRc:!~tc,~~:itocS~~~ smotctti, Cia11carlo V1~orellì Gf11seppe Villaro~l; ha dettO d1 no soliamo Luciano Fol– go,e che.avrebbe preferilo ve– dere assegnato il tredicesimo tauro di. Chian.ciano a Mar– gherita r.111dacc1r,er t'opera • 1 1 C'~l•a I! r,olve,e • Il libro della Guidacc, e quello di C1Jrrado Pavoiuu • DiArio di un -anno :t- ins~- me 11 • La religione del mio te,npo • di l't.!r Jlaolo Pa:,o– lim hanno COSll!UllO la tradi– :.ionale terna che serve a da– te maggior lustro a colui che è predesti11ato a vincere. Una ret!metta ha je,npre due da– migelle d'o11ore anche nei concorsi di helltu.a. Scco11,to i gwdici, le poesie di Pasolini ~o,io una voce •1110"'.a ne! nostro rempo, una specie dt nuovo neoroman– ticismo come ha spiegato Flo– ,a nella sua co11feren4a-stam– Va di Cl1ianciano. Uu sapore di 11ovità avrebbe du11que /atto predili~ere Pa.çolim uei co11fro11t1della GuidacCI. La gwrra ha .,e.g11ala10ooi tre opere prime di giovani poeti: • l'amicizia amorosa•

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