La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 36 - 10 settembre 1961

le richiest~ di giudizio che giornalmente cl pervengono troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •, • Scripta manent • e • La Fiera risponde• secondo J'ordinc di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I IJA FIERA LETTERARIA I URARIU ÒP..LLA REUALIUNE 11-1' dal mercoledl al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non si restituiscono ; '' UOMO INOGNI STAGIONE" Alcuni interpreti di •Uomo in ogni stagione». Da sinistra Ennio Balbo, Paola Borboni, Nino Pavese, Mila Vannuccl e Antonio Crasi. Un dramma su Tommaso Nloro alteatro Olimpico diVerona I L TEA'TRO Olimpico di Vicenza che . da quattro secoli continua la tradizio– ne di spettacoli classici e che dal 1934, anno in cui si costitui il Comitato permanente, può considerare a1 suo atti– vo edizioni particolarissime di un vasto e quanto mai eterogeneo repertorio. apre il ciclo 1961 (8, 9 e 10 settembre) con "Uomo in ogni stagione •· di Robert Bolt. presentato dalla Compagnia del Teatro della Camera di Roma diretta da Diego Fabbri. Oggi Robert Bolt e un drammaturgo à la page, il successo di critica e di pub– blico ottenuto a Londra nella stagione 1960-61 al Globe Theatre e la qualità degli interpreti. basti citare Paul Sco– field nella parte di Tommaso Moro. lo dimostrano; tuttavia i motivi che hanno indotto Fabbri e l'Accademia alla scelta del suo lavoro. vanno oltre questa pre– senza mondana. Si trattava, dopo un at– tento esame dello spettacolo e del resto. di chiarire se la suggestione dell'argo– mento e della tecnica drammatica fosse elemento esclusivamente essenziale. ov– vero demandasse tale essenzialità ad una certa concretezza morale ed ideologica. vale a dire. se ad una problematicità storica ogiettivamente assunta corrispon– desse una partecipazione umana calata ef– fettivamente nell'attualità della nostra epoca. Le .presunte attese. che del resto si esigono da un testo impegnato, non hanno deluso; jn esso. oltre un valore in– trinseco. è stato ravvjsato un messaggio umano che ne impone la diffusione. Sono riproposti nel!'(( Uomo in ogni stagione ... alcuni fatti avvenuti presso la Corte d'Inghilterra fra .il l526 e il 1535 attorno a due singolari personaggi, Enri– co Vllll Tl.(dor re d'Inghilterra e Tomma– so Moro. insigne Cancelliere e Lord. no– to per la sua temperanza. per H misurato ma costante ossequio alla Chiesa. per il suo acume giuridico. ciò che gli valse l'amicizia e la stima di molti uomini di cultura. irà cui Erasmo da Rotterdam. Il tema !Clndamentale dell'opera è im– postato sullo scontro fatale dei due per– sonaggi rappresentativi portati dalle loro tendenze e convinzioni all'esasperazione toiale di se stessi. La volontà irrefrena– bile di Enrico V1II di travolgere i vin– coli matrimoniali contratti con Caterina d'Aragona e per i quali, dato il vigore di una legge che vietava il matrimonio di una vedova con il cognato, era stato necessario l'intervento della Chiesa di Roma, e altresì, jl desiderio estroso dello stesso monarca di condurre nello sgom– bero letto nuziale Anna Balena. Questo jl mecCanismo morale e politico con cui era concepita la società ingleSe del cin– quecento. i sistemi. in definitiva. per cui era possibile passare dalla volontà alla legittimità. reale che !osse. In conclu– sione. un matrimonio fu sciolto e uno ne !u celebrato. e non e tutto, fu i istituita una nuova Chiesa. a bella posta. che ai valori inalienabili della fede sostituì quelli mutevoli e incresciosi della carne e della violenza. La sorte di Tommaso Moro, che nessun compromesso materiale riusci a rimuovere dalla sua equità e coe– renza morale. fu affidata al boia di turno. L'attenzione dell'autore è rivolta al conflitto delle idee e la sua volontà al fascino di modiucare i lato sbagliati del– la società dove quelle idee germogliava– no. Ecco. dunque. la giustificazione este– tica di un pcroonaggio come quello di Tommaso Moro, l'unico uomo che uffi– cialmente osò contrapporsi agli errori e agli orrori del suo tempo. senza tutta– via squalificare per intero la società. anzi. accettandola. Egli. che avrebbe po– tuto sciogliere l'imbarazzo politico e re– ligioso di Enrico VIII con un semplice cenno, si rifiutò. restando fedele a se stesso e alla Ch.iesa cui aveva fatto giu– ramento. Tullo questo ha un signi(ica– to. Lo stesso Robert. Bolt dice: te La ra– gione è questa. Un uomo fa un giura– mento solo allorché vuol comprometter– si con la sua affermazione in maniera definitiva. quando vuole identificare la verità di ciò che afferma con la sua in– tegrità .mor:ale: e in gar::mzia offre se stesso>, Eppure Robert Bolt, contraria– mente a quanto possa sembrare, non è autore agitato o sconvolto da profonde convinzioni religiose. nè la sua educa– zione è caratterizzata dn una severa im– pronta coniessionale. 'Egli da artista è scosso e attratto dal conflitto ira En– rico VIII e Tommaso Moro. un conflit– to realizzato. in !ondo, ira le possibilità umane nei ,rapporti e la forza spirituale capace di elevarsi al di sopra di qual– siasi fenomeno sociale. La direzione artistica dello spettacolo è curata da Giuseppe Di Martino. or– mai noto al Teatro Olimpico. per aver al– lestito nei precedenti cicli alcune fra le opere più impegnate del repertorio clas– sico. Nella scorsa stagione 1eatrale ha diretto. sempre per la Compagnia del Teatro della Cometa di Diego Fabbri. Il berretto a so11agli (Due atti) di L. Pi– randello e L'orso (Un atto) di A Cecov. I personaggi sono interpretati rispet– tivament,e: L'Uomo qualsiasi da Ennio Balbo; Tommaso Moro da Antonio Crast; Richard Rich da Giacomo Piperno; Il Duca di Norfolk da Nino Pavese: Alice More da Paola B011boni; Margaret More da Mila Vannucci: Il Cardinale Wolsey da Loris Gizzi: Thomas Cromwell da Anto– nio Pierfederìci; Chapuys da Francesco Sormano; Il segretario di Chapuys da Marcello Mandò; William Roper da Ma– rio Erpiahini; li Re Enrico VliII da Franco Graziosi; Una donna da Mirella Gregari; Cranmer da Dario Dolci. Ti– tusi Vossberg ha disegnato le scene e i costumi. La parte musicale. ideazione e registrazione, e opera del Maestro Ma– rio Nicolai. Lo scenario classicheggiante che farà da sfondo all'azione scenica e stato idea– to dal famoso architetto vicentino An– drea Palladio (1508-1580). Sembra quasi una fatale coincidenza. infatti jl Teatro fu ideato e costruito in quegli stessi anni in cui vissero realmente i personaggi sto– rici che Robert Bolt oggi ci iripropone. C )N la fine della Ir guer– ra mondiale, moltissimi giovani cx combattenti rimpatriarono dall'Italia con una nuova conoscenza della arte e della cultura italiana. Negli anni che seguirono ciò si rifletté principalmente nel– la crescente richiesta 'di · li– rica italiana e in una nuova conoscenza della letteratura italiana. I nomi di Moravia, di Levi e di Bacchelli di– vennero ·.familiari ai lettori inglesi quanto quelli di Gais- · worthy e di ··Hugh Walpolc. Le traduzioni di opere di scrittori ·Uiliani· moderni so– no ora presenti; in ogni bi– blioteca pub61ica, e va au– mentando l'interesse per la letteratura:. italiana del pas- 1 • sato. ~la~~i~i italiani i11 ln~~iltm 1 1 1 a La collana inoltre offre la possibilità di far meglio co– noscere ai lettori inglesi al– cuni tesori di un ricco re– pertorio di opere brevi. L'T– taLia è il paese della novel– la, e uno dei primi cinque ,•olumi della collana sarà una raccolta di novelle del se– colo scorso, rappresen1an1i ogni regione italiana, dalle Al– pi alla Sicilia. Verrà poi una raccolta di novelle del Rina– scimento .. Negli anni immediatamen– te succcssh•i al 1950 venne– ro le; traduzioni inglesi di due classici della letteratura italiana, «I promessi sposi• di Alessandro Manzoni e\ le «Confessioni di un ottuage– nario• di Ippolito Nievo, ma continuavano tuttavia ad es– servi grandi lacune nelle di– sponibilità di una letteratu– ra ricca e varia. Machiavelli, per esempio, era rappresen– tato da numerose versioni de cli Principe• e dei «Discorsi•, mentre le sue opere teatrali ed altri lavori letterari era– no relativamente sconosciu1i. Dante è stato -tfaaOtto - una decina di volte mentre Pe– trarca è ignorato .. Non ho citato che due esempi: . mo\- . te opere in1cres~an1i non sono mai state tradollc op– pure sono da molto tempo esaurite. La collana di classici ita– liani progettata dalla Oxford University Press ha princi– palmente Io scopo di rime– diare a queste omissioni, ma darà posto anche a nuove traduzioni di opere note, quando si presenti l'occasio: ne di includervene una d1 qualità eccezionale. Mentre i primi tre volumi presentano opere virtualmente ignote ai lettoti inglesi, il quano è una notevole nuova tradu– zione, in terzine, dell'Infer– no di Dante. La Oxford Library or Ita– lian Classics verrà curata da Archibald Colquhoun, tradut– tore del nobile «best-sellen «-li Gauopardo•, ed ha l'ap– poggio dell'Istituto Italiano e della Commissione Culturale Anglo-Italiana. I volumi sa– ranno scelti, curati e tradotti con la consulenza dei migliori specialisti, fra i qunli il pro– fessor E.R. Vincent della Cambridge School of ltalian Studies, prof. Grayson, tito– lare della cattedra di studi italiani di Oxford, dott. Ga– briele Baldini, direttore del– l'Istituto Italiano, prof. Na– talino Sapegno dell'Univer– sità di Rorna, e l'eminente critico italiano Emilio Cec– chi. L m:; ~1[ O S 'J[' JR JBJ D' .A\ JR 'JC' JBJ J[ N Jl 'JC' AL)[ A *· .A\ JR'.ll'Jl !S'Jl'Jf li TA JL,llll ~ Jl * Il preniio HichettiEugenio Oragute P UR avendo un inconsue– to interesse a vedero la XV edizione del Pre– mjo Michetti, ci siamo recati a Francavilla al Mare cho i prenii erano già stati asse– gnati r,,d era ormai svanito il clamore delle manifestazio– ni ufficiali e delle relative reazioni. L'inconsueto inte– resse aa dato dal !atto che articoli di giornali e un in– tervento unanime del massi– mo organo amministrativo chielino avevano finalmente detto" un "basta., allo scivo– lamento del Premio Michetti nella consorteria astrattisti– ca: sicchè Ja setta informale avova perduto una delle sue importanti pedine. In Abruz– zo solo il Premio "Avezzano., è rimasto alla mercè degli in– teressi milanesi. * loto. ci ha stupiti vedcfvi riprodotte sessanta o~re di cui circa cinquanta sono tra le più insigndkanti della mo- * 11i 4,.JUSEPPl!J SCIOH,'l'INO tli ROD(JLFO P;ll_,l.,lJCCll/1\·1 Nella giuria. al posto di una Bucarelli e di altri con– vertiti all'internazionalismo. era stato messo un Sapori (notoriamente legato al no– vecentismo) e il noto avvo– cato ortonese D'Angelanto– nio, cioè nel iprimo caso si era pas.;;ato da un estremo atraltro (e gli estremi si toc– cano), nel secondo caso s'era creduto di poter sostituire un qualsiasi intenditore di arte con una 'J)C'l"SOnalità che avrebbe certamente potuto più utilmente essere utiHz– zata in questioni di servitù prediali o di delitti prete– rintenzionali. Francamente, di fronte a tale piccolo ter– remoto. anche noi - che pu·re avevamo contribuito a provocarlo - ci siamo sen– titi acc pponar la pelle. Era - ovviamente contro l'inten– zione dei dirigenti che eve– vano operato le sostituzioni - dar ragione agli. astratti– sti. cioè un operare in modo da correre il rischio di far precipitare la mostra a un livello assai basso. Invece le cose, ad onta del– le previsioni alquanto cata– stToflche, non sono andate malaccio; "meno peggio. co– ~munque. dei due anni prece– denti. Sarebbero andate me– glio ove più razionali criteri avessero presieduto. per e– sempio, allo allestimento del– lo sale. Infatti il pili grave difetto di questo ''Michetli .. è il modo balordo con cui. nell'impaginazione. sono sta– ti mescolati i quadri: un solo misero quadretto fiFluralivo in un·ampia sala piena di quadroni astratti; dilettanti intrufolati fra artisti auten– tici: scorie di tendenze ormai tramontate insieme con ope– re di un çmpito nuovo e at– tuale: certi pittori. che sa– rebbero stati. bocciati i.n una mootricciattola di Decimo– mannu o di San Paolo Sola– rino. collocati ai posti d'o– nore. Noi ctentiamo a crede– .re che un Carlo Barbieri. uo- mo di ,ltll5lo.sia il responsa– bile - o corresponsabile - di tanto scempio. E dire che il .. .MlcheUi,. di quesfanno contiene forse più bei quadri che nelle due edi• zioni precedenti; quindi sa– rebbe stato di un·estrema fa– cilità relegare al terzo piano la zavorra (visto che alle sollecitazioni per certi inviti s·cra prestato un po' troppo orecchio) e disporre con lo– gica le opere degne negli al– tri due piani. facendo in modo che le varie tendenze o app:trtenenze risultassero di facil" lt>ttara. Barbieri al– tre volte ha saputo ottima– mente far questo: a chi dob– bia.mo. dunque. attriouire la caotica collocazione di que– st'anno? Tuttavia. dicevamo, lé ope– re egregie non mancano, do- ' vute a pittori di tendenze e di generazioni diverse: Gen– naro ;Picinni ha una sontuo– sa Bnncnrcll:::. del pescatore: 'Domenico Cantatore. una del– Je sue più .gustose Od-0li;clle; Luigi 'Bartolini, un bel di– pinto che ricorda l'artista ,·entenne lungo le rive del Chienti; Pompeo Borra. dei fiori dipinti con :ricca e ap– profondita cromia; Eleonora Posabella. una 1iatura morta rit>olta con una ampia e su~– ~estiva coerenza cromatica: Nazareno Cugurra. un in– gresso del ·porto di. Ancona in cui diventa poesia la dia– fana atmosfera marina: Ren– zo Biasion. un interno di una delicatezza caratteristicamen– te v~cta. L'arsura dell'esti– vo Salento si respira nella opera di Vincenzo Ciardo: la n=t1..1ra 1 1ortccon uv: di Ro– molo Trivelioni ~ di una sin– ~olare trasparenza; il pae– saggio di Franco Miele hn unn sua lindura: la natura morta di Rubens Capaldo testimonia dcll;i. postum;i. poeticità d'una vecchia ten– denza p:trtenopea: Cesc;o Ma– gnolato ha uno dei suoi 'Più densi quadri. raccolta dei oi– raso!i. comp06to espressioni– sticamente: !"atmosfera asso– lata della campagna roma– gnola canta nel pascoliano Anacleto Margotti. Fra quanti dall'astrattismo, invece di lasciarsi invischia- 1·e nell'informale. tentano di prendere mo~e per un nuo– vo costruttivismo. noteremo A. Corrado Russo. la Cui ::uffa di eoni ha un ritmo 1t1Tascinante: Carlo Montar– solo, la cui comp0-1i..::ione m.a– rina e una delle sue opere più riuscite per l'iTTl'J)eJrno •d~~eC\~J'ai!!~\~e;d~l:u~~:; j!ratuito per un più impe- stra: ma qutsta volta. per la t I' ~nato r si~nificante dipinge- vrrltà. il nome di Carlo NON so da quanti ann; Drag.utescu disegni; cer o P '! re: Filippo Scroppo. con tra- Barbieri non figura come di trenta, da quando a Bucarest nel 1931 s1 guadagno liccio .sul verde. testimoni:'\ ("Uratore della di!llgustante la borsa Georgescu. Quanti fogli ha tracciato la sua la coerenza non soltanto !or- parata. mano? A poterli contare saran certo molte migliaia. mnle dell'artista nisseno-lo- Anche non son.·olando sui Per Dragutescu il disegno è sempl:cemente un dOT\~ nnesc. difetti. il Premio Michetli di di natura oppure qualcosa di più? Non c•e dubbio, solo Alberto Gin.quinto, conti- quesfanno ha ! suoi pre21; un lungo cd approfondito Erocinio ha potuto trasformare nuando a ispirnrsi al pae• I' la mostra rimane ncU'in- questo dono di natura, che e il e vedere r:mmagine :-, nel- d~;~~o l~c~l~~:~t~ie:i1~r~t~~nii ;~en°:z~ar;:i i,~!=n~r:_lio D~~= la possibi!ità di esprimersi attraverso di essa, cos1 come Barcone di Francesco Caso- mone atto a Domenico Mar• il pianista o per il cantante non valgono le qualila più rati Pavarolo ha dei carat- chi che la cura con passio- br.illanti se mancasse quel !erreo tirocin:o, che tra.storma teri ingenuamente fiabeschi: ne, considerandola sacro re- la dispos:zione in tecnica interpretativa. Giuseppe Marino conferma le tai?tio paterno. Ed aui;:uria- Come e già stato osservato, Dragutescu. capitando a ~~f pda~t~atiioes~~ 1 t~~~ /i~il~~ m 1 ,.d•,•mHedn;tep:ter 1 u',;.sis 1 t:repr::: Roma verso :l 1939, era venuto in contatto con quella Spizzico ci danno un cantiere scuola romana ,, che s·era 5vUuppala attorno a Scipio- <Francesco) e un paesagtio sioni che annualmente ven- ne, e che, in quel momento, significava Mafai, Tamburi pugliese <Raffaele}. dipinti tono esercitate per inzavor- ecc. Mentre la ventata barocca di Sc:pione si scopriva a con un raffinato gusto del rare la bella manHestationc Dragutescu nel suo s;gnificato espression:stico. non pote- colore: Mario Russo ha una abruzzese. Ci permettiamo di va non interessargli la lezione corrosiva d: un Grosz. Sono . ~n;::,ir~~:Yi}~PJt1~}!!~ ~:•:f:;~i s~~~: 1 ~~ E:~: t~:i};;~~.{~,~{{{~;~~~~:~\g~l:It~f~~;!tn:::~;~ ~\~~e qè~~i J!~~~~~e 1?:i5;~= responsabile. Ma alle solle- elementare: si potrebbe dire che egli ha coscienza della lio Sarra. ~~lri~~i al~~i~~~iis~!·rs~~~;~i sua esisten7.a in quanto disegna. Le apparenze del mondo Altri nomi che. con la lo- del ~cnere. bisogna saper che lo circonda, le voc: deJruniverso in cu: vive. le figure ro presenza. contribuiscono dire di no. Solo 1 pittori di che incontra, le creature che avvicina e che ama. si sve- :i qualificare In mostra: Cola- nessun wilore e di nessunis- lano e Dragutescu solo in quanto la sua mano le ha ciechi. Dc Rocchi. Nicola Ga- sima dignità ricorrono a tali trasformate in materia grafica pulsante. Insomma eg;; ~~~~1~. og~~~intuiiPri~;~:~ raccomandazioni. prende in carico la realtà. sbggettivandola in una graLca Starace. Manzo. Notte. Tro- ,----------·! caratteristica. dal• segno tremulo, sbavato. sinuoso. che so. Sobrero De Stefano. A- Prem·10 c·1ttadella poggia sul contorno. ma che talvolta si r:nfranca anche puleo. Dc Robertis. _:Macern. nel chiaroscuro. · Pelloni. Bellini ì\hrabclla. Nel decennale della fonda- Dragutescu ha eseguito vedute di Roma. di Amsterdam, ~~°ar~;am~al~i~li~i;'i~.tt~r~ai diionp 0 ~si~ C~~~~::ki ~~~~d!\: di Atene, d1 Assis:. di Venezia: ma cercheresti invano le molti abruzzesi citiamo: Car- la•. il Comune di Cittadella caratteristiche obiettive di questi luogh;. Quelle veQute lo.D'Aloisio. Ito.lo Picini. Giu- e l'Ente Provinciale Turismo non sono altro che pagine commosse d: un suo d:ario. tan- seppe Carrino. Bruno Caseel- di Pado,,a desiderano dare to è soggi!ttivo il modo di avvicinars: agli aspetti della la. Giovanni Melaranielo. alla maniks1a1.ionc un par- realtà. Carlo Marcantonio. ).fario ticolarc significato. Con Ja sua grafica Dragutescu registra l'esistenza nel Dell'Agata e Remo Brindi 5 i. A tale scopo il premio di suo diveni:·e. in una continua mutazione - un gesto di ~: 1 \ree 1 fn p;~~~~~~-~~- s\a s~t~; ~~Tlf~i~ a ~~~~~~;odi\';~:~ una figura, un vento che sèuotc gl: alberi e passa su: senza dubbio la Natttra mor- <.ia in lingua italiana. pub- tetti di una città - con modi apparentemente co:si.,.•i. rn di Diana Luise; ma le al- b\it:ata tra l'! a,zosto 1951 e quasi fosse sospinto dalla fretta, da una febbre interiore. \:re quaranta. donne-pittrici l'l sc11cmbrc 1961. Il suo e un disegna che si colora appunto di una ma::n- rimangono sulla coscienza Ùj:!ni concorrente dovr:t conia sottile, struggente, talvolta an,eosciata. dclla Commissione Inviti. <:pedirc una copia dell'opera Nell'attività grafica cosi incessante come e quella di poichè tutti abbiamo il dirit- ~r,nsc~~opd~?riio~;~1i~~f I~ Dragutescu e ovvio che a momenti più esteriori. direi ~~r!ive~~~!liar:erm\:::~nf~ iiuria: illustraliv:, :Si alternino altri più impegnati. Nei momen- volte di seguito nell·errore. Diego Valcri - Presicle111e, ti migliori tu avverti una partecipazione diretta. quasi r µremi. Non crediamo che Dorsod11ro U48/b, \fene;:ia ossessi\·a dell'artista nell'e\.'OCazione suggestiva della tem- siano stati dati (specialmen- Aldo Camerino - S. Lio, poralita incalzante, che non dà tregua. Senti allora la te il primo e il .secondo. che 5990. Vc 11 e::ia qualità di una canea emozionale, d'origine espress:on:- sono poi quelli che contano) Carlo Betocchi • Borgo Pi,i- stica, che colora la realtà di un aspetto quasi delirante. proprio m1tle: a un vecchio ti,C~l~l:ir~i~;:e _ \'in Privata Naturalmente ad un disegnatore delle sue qualità non ~\~1~:i:~~t~:~~;~{ii ,~::;~:t:,~f : o,\ ~~;:~•:::: ii~;;~f f,tti~ i;~l;~~~t un primo premio (ricordia- deGi~~~P~::::K1~~{~~:i"' _ VG~LJj~~ Nel disegni più recenti di Dragutescu si è inserita una moci che al ..Michetti .. han- rn Veut:ln (Padol'a) . nuova ricerca. più sistematica e costrutt:va. che sembra no avuto primi premi un Aldo Pa]a;,.zcschi _ Canuare- ispirarsi alle strutture grafiche di Villon. E' senza dubbio Vincenzo Colucci. un Carlo s:io. 4263, Vene;:ia una ricerca che non solo significa volontà di rinno\-'a- ~nau~ufdo:1.~au;e~~it :c~~r ri:.inCitt~(:/:t-J!at(P;d;;;;{eta- mento, ma che imprime al suoi mod: grafici una nU0\",8 e a un cantatore. che è tra La proclamaz.ione dei ,,in- consiste,~~a. ~;:a strutturazione più caima ed al tempò i più validi della ,genera- citori avrà luogo a Pado,•a, stesso p1u soh a. E' un nuovo approdo. che tra l'altro ci zione di me;,.zo. è stato ben nella Sala det Gi~anti del Li- rive.la un nuovo stato d'animo dell'artista: all 'affanno.sa assegnato il secondo premio. viano (Università) verso )a ricerca di una angoscia esistenziale è subentrata una nuo- Piuttosto. passando al cala- fine di ottobre. va certezza, quella della fede cristiana . UN GlORNO LO COSTRINGEREMO A DAR PAGO ALLA SUA ISPIRAZIO 'E. A NON DlFFJDARE Dl BAUDELAJRE * Guerrisi, scultore e castigamatti U N" GIORNO scoprii lo scultore Guerrisl , sui gradini di Santa 1',·laria de.I Popolo a Roma; misurava col metro certe «corrispondenze» architeltoniclte. certe ar– monie segrete tra la facciata e gli archi di Porta del Popolo. Era cosl intento ai suoi calcoli che esitai a salutarlo. Tuttavia. al mio saluto. urbanamente rispose, seguitando a borbottare. come di solito fa, contro le fac– cende odierne dell'Arte, imbastardite. fuori di ogni regola e misura tradizionali. Agli occhi dell'improvvisato cronista, Mi– chele Guerrisi potrebbe ,passare per un neo– classico di gusto canovi8no, ed è etichetta ~J~;i.!~~~r~~~ hun~~~:::i~os;gul~~~et~Jib~~~~~ emigrato al Nord anche per insegnarvi. non esitò a proclamarsi «patito» dell'arte clas– sica, del buon periodo latino. del verso dai sicuri e impavidi accenti. Poiché Guerrisi è uomo colto. ricco di. conoscenze svariate, e scrive di critica con rigore vichiano. disce– polo di Croce come del resto si vanta di es– sere. poeta ispirato, spirito schivo di com– promessi. esigente, persino temerario. Debbo a Francesco Flora la conoscenza dell'Artista, che allora abitava in un appartamento sul– l'Aventino, tra i ruderi e le rose di S. Saba, e da quel lontano periodo verso li '36. i no– ,stri rapporti si sono rinsaldati traverso in– contri e dialoghi, in venticinque anni di scontrosa amicizia: ruomo non è facile, al contrario è ricco di punt,e polemiche. di ma– lumori. rivolte. Tuttavia uno si meraviglia sempre del candore del suo animo, dato che Guerrisi è in lotta aperta contro i mestatori e i ribaldi - che sarebbe come dire contro buona parte del genere umano. Bisogna. comunque. per intenderlo. darg!i credito di due cose: l'amore per l'Arte, e il rispetto della tradizione cioè a dire un·_au– tentica vocazione per la scultura, e un biso– gno di misura, di armonia, che gli derivano da un'antica origine. Guerrisi è artista co– sciente, incapace, come egli confida, di av– venture e capricci Questo non significa che egli sia un conformista: _al contr~rio. non , esita a scrivere. ad esempio, che « tl plltore non deve preoccuparsi della maniera di di- feinl!eI~~~i~~l~~t~ue;f~~fi~e~i1~0f~~~g1~~à creativa saprà trovare I suoi modi espressi– vi, senza cercarli, in piena libertà»; pensiero che lo porta a superare senz'altro le viete polemiche che hanno afflitto - e afTliggo– no - il mare agitato dell'arte contempo– ranea. Guerrisi. nato a Cittanova, educatosi a Fi– renze, a Roma e a Napoli, non trascura di pr:iticare i filosofi, partendo dai pitagorici, e .rivendica la fierezza di esser cittadino di Magna Grecia, rivolto pertanto a un mondo che solo gli arruffoni credono superato. La coerenza di Guerrisi è, senz'altro. autentica c. da buon calabrese, egli m più tardi pos• sibile) morirà sulla breccia della sua trincea mirabilmente architettata. Quarant'anni di !edeltà alla scultura, al mondo greco. allo spirito della tradizione che per lui è ricerca e verità, ne fanno larga e storica testimo- 1 nianza. * di P-. iU. UE A.ì\'GELIS Anemmo già finito di parlare di lui. e del– le sue opere. se 1a sua polemica non persi– stesse nel sottolineare una rinunzia. una ri– fiuto in blocco: Guerrisi. negandosi alle esperienze del secolo, dopo un timido ap– proccio col futurismo. condanna l'arte con– temporanea. che non esita a definire stram– palata. Ma qual'è, per lui. arte contemporanea? ,, L'arte che si avvale più de~li orecchi che degli occhi» suggerirà. ripetendo un epi– !?ramma del Bellori; e la colpa sarà da at– tribuirsi senz'altro rilla mancanza di vera cultura, che :tffligge la mente degli artisti di oggi disposti pertanto ad essere suggestio– nati e travolti da ogni stramberia che Ji esalti e li -sospinga verso il caos. Cuerrisi ha goduto dell'amicizia e del con– senso di Benedetto Croce. e gode di essere compagno prediletto di Francesco Flora - due santoni dell.:l critica. non certo i preferiti esegeti dell'arte del nuovo mezzo secolo. Ma tant'è. Guerrisi non rinunzia né al suo Brunelleschi, né al suo Michelangelo ~ come non rinunzia al suo Croce e al suo Flora. Chi oserebbe dargli torto? Il Problema è un altro. e tenteremo di sbrogliarlo. Come si inserisce l'arte vagheg– e:iata da Michele Guerrisi nel pensiero con– temporaneo, nel suo svolgimento, nellC sue rappresentazioni? Una monografia dedicata all'Artista. e pub– blicata dai Fratelli Palombi in Roma. ci aiu– terà. traverso l'iconografia delle opere del Nostro. a stabilire i rapporti necessari per nominare a chiare lettere Michele Guerrisi scultore. Muoveremo, pertanto, dal lontano 1921 che lo vide trionfare nel concorso per il ..Monumento ni Caduti studenti dell'Uni– versità» di Napoli. che è la prima opera d'impegno compositivo, senza trascurare le teste di bambini, datate 1916 e 1918, che già lo portano a un verismo trasfigurato in una resa d'interpretazione psicologica. · Nel ritratto di Benedetlo Croce (1922) e in quello di Vecchia si.gnora 0920) la creta mo– stra un lievito espressionista. sia pure ac– cennato. come. pili tardi. l'Artista sperimen- ì\UCHELE GUERRISI: • Rltra tto della sl1Dora Pugliese». terà nel ritratto di Giorgio de Chinco 0!133) o nel ritratto di Francesco Flora (forse dellil stessa epoca). e in altri pezzi di ottima fat• tura. Guerrisi passerà - anche lui! - traverso la serie dei monumenti ai caduti. in cui un realismo macabro è costretto a sen·irsi di una decadente simbologia. ma è tributo piut– tosto imputabile al «costume .. retorico de.I tempo di «assalti». « feriti a morte~. e ..,rupi più o meno titaniche». che non con..iteniale all'ispirazione dell·Artìsta. Guerrisi non tar• derà a imboccare la giusta Yia de!!ll atleti e dei nudi femminili. che gli procureranno 1 riconoscimenti più sensati da parte di critici severi e punto disposti all'indulgenza - da Ojetti a Soffici. da Carrà a Guglielmo Pe– troni. da Repaci a Viri:Uìo Guni. da Borgese padre a Borgese figlio. Si potrà obiettare che Donatello non ha sentito alcun bisogno di imitare i Greci. ma nessun elemento prova, nei nudi delle Veneri ,rnerrisiane. che il calabrese sia partito da un esempio classico particolare. piuttosto che da quell'esigenza di armonia che nel corpo umano trova il più naturale rapporto tra nu– mero e volume. luce e spazio. Un giorno costringeremo Guerrisi a dar spago alla sua ispirazione. senza nntercape– dme critica dei ragionamento. e avremQ uno !fii~t~r~e?~~~~~~/~~s:s:~o~~~~e:;is~~ri;~ senza ricorrere ai trucchi e a.Ile patine. alle stravaganze e alle interpolazioni. E forse. se avremo la fortuna dalla nostra. lo persuaderemo a non diffidare di Baude– laire. proprio allorché quel poeta tratteneva la mano del marinaio in procinto di sca– gliare tra le onde un idoletto negro. In fondo. !"arte dei primitivi non esiste, poichè l'arte, per essere tale. è primitiva - almeno in un certo senso. Etruschi e cinesi, ejl:izianì e greci. a loro modo non possono passare per primitivi? Non s0110 primitivi? E' Wl dubbio che tenteremo di inoculare neu·animo, pur cosi aperto. del nostro ami– C!).chiuso. s~condo noi a torto. a certe espe– rienze che riconosciamo utili e tese alla n– cerca dell'universale. proprio come quei rap– porti riscot?e;tt da LeonaT'do sul corpo umano e_che condiz!onano, con la memoria dei gre– ci, la concezione dell'Arte di Michele Guer– risi - scultore. t Guerrisi ci è caro appunto per 13 sua ipo– condria da castigamatti ma sappiamo che d_a teml?o ha scoperto la pittura. nella quale s1 esercita da par suo. proprio con l'intenzio– ne sacrilega di rompere il po.norama circo– spet~o di una tra.dizione che. per restare tale, ha il dovere dt essere sempre diversa e sempre attuale. _Egli stesso. con La negra, premiata aUa ~1e~nale del '26, con la Testa di negro e con 11 _R!tra~to della madre Velinotti. ci rassicura; ~h t_doh hanno avuto. anche •per lui. un certo fascmo. (E badare alla soluzione della capi– gliatura del 1tegro. ad esempio, potrebbe es– sere, anche per lo stesso Guerrisi. ricordo da tener sott'occhio. da sperimentare con maggior audacia e decisione!)

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