la Fiera Letteraria - XV - n. 51 - 18 dicembre 1960

Le tichicste di gjudìzio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– Jant •• • Scripta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordìoe di arrivo. Si prega pertanto di astcoersi daJ solleciti [ IA FIERA LETTERARIA ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 daJ mercoledl aJ sabato Manoscritti, foto e dtsegnl non rlch:esu non si re.stttutscono JlL FIL.N\. DEJLJLA * SE'Jl'TI.N\.ANA ~ IL SINDACO DEL_ RIONE DI SANITA'" AL TEATRO QUIRINO * Letteredi,?na novizia Romanticagiustiziadi Eduardo di GIAlV LlJIGI RONDI Il film che Alberto Lat– tuada ha tratto, con egual titolo, dal romanzo di Gui– do Piovene Lettere di una novizia, riproPone il non risolto problema della tra– SPosizione cinematografica delle opere letterarie. Come va giudicato un film che dichiaratamente si ispira ad un romanzo? Va considerato in sé. nei risultati che ci propone. indipendentemente da quel– lo che era il romanzo, o va soppesato anche alla luce delle intenzioni p.:>etiche del testo letterario e della loro sopravvivenza o me– no nella traduzione cine– matografica? Una risposta che ci consenta di optare definitivamente per l'una o l'altra soluzione forse non si può dare, almeno in sede teorica, perché se è facile sostenere che un film è un'opera a sé e che. perciò, non ha passato, è altrettanto facile obietta– re che quando un film apertamente si rifà a un"altra opera, ne è tri– butario e deve, perciò. ri– spettarne le intenzioni o, almeno, certi limiti. Si veda, ad esempio, que– sto film di Lattuada inti– tolato nello stesso modo del romanzo di Piovene e animato dagli stessi per– sonaggi. Chi non ha letto il romanzo se ne farà di certo conquistare: si tro– verà infatti di fronte al suggestivo personaggio di una ragazza che, proprio mentre sta per farsi suo– ra, scrive una lettera ano– nima al Vescovo della sua citt3 (Vicenza) informan– dolo che la costringono a prendere il velo. Il Vesco– vo manda al convento un sacerdote per una inchie– sta e la ragazza. che non tarda a rivelarsi una au– tentica isterica, malata per di più di mitomania, pri– ma nega di aver scritto lei que1Ja lettera e di non vo– lersi monacare, poi am– mette tutto e, un po' in confessione, un po' in con– versazione, un po' menten– do, un po' ritrattando le sue bugie, racconta di es– sersi innamorata dell'aman– te della madre e di averlo ucciso quando si era ac– corta che lui non l'amava. La madre aveva scoper– to i1 suo delitto e, per sof– focare lo scandalo (la sua . famiglia era una delle più aristocratiche della città) l'aveva rinchiusa in con– vento costringendola a prendere il velo: pena la immediata denuncia. Dopo queste confidenze, che con– sentono di scoprire nella novitia un singolare e quasi diabolico carattere di bugiarda e di neura– stenica, tutto si conclude con un processo la cui so– luzione il pubblico igno– rerà perché le sue ultime battute sono le ultime parole dell'imputata e la sua ennesima bugia: e So– no :nnocente >. Questo personaggio e questo dramma - rico– struito tutto con il raccon– to alla rovescia - Lat– tuada E ha disegnati con estremo vigore, attento ad ogni passaggio psicologico, ad ogni rievocazione di fi– gure secondarie, di climi, di stati d'animo; felicissi– mo nella evocazione dei contrasti fra la ragazza e Ja madre, una donna già matura, vedova, ancora vo– gliosa, e dei contrasti, me– no subdoli e cattivi, ma altrettanto sottili. tra la ragazza e l'innamorato, un giovanotto solo in parte per bene (nonostante la buona famiglia cui appar– tiene) che cede all'amante meno giovane di lui quasi solo per interesse. E at– torno a questi contrasti e a questi drammi ha sapu– to far scaturire, con acu– me sottile, un annoiato ambiente patrizio di pro– ·dncia, perso in maldicen– ze, in festicciole, a volte anche in ristrettezZe e non di rado autentico e vivo. fino ad essere (o a sem– brare) verosì-mile. Un buon film, perciò. so– lo in parte inficiato da un racconto spesso un po' fra– stagliato Chi ha letto (e apprez– zato) il romanzo di Piove– ne non riesce però a gu– stare in egual misura la fatica di Lattuada: quella novizia che, come nel te– sto letterario, si chiama Rita Passi. quell'amante che si chiama. Giuliano, quella città che si chiama Vicenza (anonima in Pio– vene, ma così evidente come se fosse nominata io tutte lettere), non hanno il saPore cl e ci si aspet- ginalità se invece avesse tava. non hanno le dimen- portato sullo schermo il sioni poetiche sperate. i ritratto vero di Rita Passi ti nuoYo dramma ctiEduar- Don Antonio Barracano significati cui legittima- e la sua vera città e le do De Filippo, Il Sindaco del senza alcun luc,o, anz.i con ;i~~!:nf 0 1 1 set:~rc~? t~:e;~: ~~=- cre~~;~b~: 0 ~::o bi~ ~fi~o ~ 1 :1~1 !~~;~e~:l~ ~i~1ir;~~{~~1;{ ii::~i; una bugiarda, una sottile, film misterioso e poetico, za ., che, scappato in Arne- zioni: che anzitutto il mec- abilissima bugiarda, capa- carico di sottili suggestio- rica per sfuggire alla condan- canismo della giustizia uffi- ce di mentire e in buona ni, pesante di cupi veleni. na, dopo avere commesso un cialmen1e organizzata. atlui fede> in confessione per lacerato da drammi molto omicidio, è ritornato a Napo- in realtà una serie di in- la complessità dei suoi più intimi e torvi di quel- :!e:%~~~ r~;iic~i~gi~J:: Pa~~!!~ ~~n~~rfi~j~t~le ~t~~ processi psicologici, il suo li che lui ci ha proposto. ziario ed è ctivenuto capo ri- secondo luogo, che solo una rS:&.~i~~~\;~~1!'~~,r:~: ,c:i:· t~~i,:"';;i"~~vi~:: !1~ ~:}1Cii:~il~ ;~ ~~ 7?::~~~~r ii:~;: Qual'è, del resto, la sua Jean-PauJ Belmondo, Giu- le leggi dell'c onorala so- delitti possa spezzare la ca- storia. quali sono i suoi liano. ciet3 •· tena di ricorrenti vendette drammrr E' tropPo bu- ---------------------. nella quale la societ3 è im- giarda per dircelo e nel ,,....... ~ pi~iat~n tale entusiasmo ~fme~fi~ii~;e~~~ st ~ eqt1a; f -::ai ~t~~~\~c~~~;:, 0 • p~~ lettere che lei scrive. le segue la sua missione di _pa- molte verità della sua vi- ciere e di giudice che, cono- ta emergono a PoCO a po- sciuto da Rafiluccio Santa- co. tra una bugia e l'altra. niello il proposito di ucci- ma emergono così soffocate ~!~,:~ ~~~~~~h!ttS:O~f~j tra il viluppo delle bugie caparbio genitore e ne riceve che non ci si riesce a ere~ una coltellata mortale. Ma dere fino in fondo e cosi, non per questo, sia pure in in definitiva. si finisce per punto di morte, recede dai ignorarle. per non esser- suoi ideali e con un furbesco ne mai certi. d~t~ge~':::reco!lrifirii~I i~; Questa incertezza s u i rilevante somma e quindi fatti accaduti a Rita era spira, avendo disposto un la chiave Poetica del ro- cerchio di testimonianze dal- manzo di Piovene. unita le quali risulter.:1 che la alla suggestione di quel morte ha avuto cause natu- carattere complesso uni- ~ ~I~ ~bi~é 1~r!~i~3/p~s~~ co, !orse, nella nostra let- lasci appunto uno strascico teratura e unita anche, in i di vendette. modo determinante, a NeUa nobile e macabra fin- quella cornice veneta che, zione, con la quale si con- con Je sue ville patrizie, i elude la sua esistenza e la colli attorno alla città pal- sua missione, Don Antonio ladiana. la molle vita di } Barracano ba invocato per provincia, la sua atmosfe- !:ndies~~n mv:;tt: 0 ,laF~~~l~t; ra felpata e rarefatta sem- gli è rimasto per trentacin- ~~~:•ap=~~~a~!i i;~n;~t f · ~~~pi~~nl s:1a~~~euo 1 ~i ~~~ ma avevano smarrita. rare i feriti nelle risse e per- Lattuada ha ignorato sino di redigere all'occorren- questa chiave: di Rita ha ~ :rihisi ilce~~~~is:o m~~:~ fatto una malata, le sue giustizia ufficiale non intral- bugie. alla fine, le ha ciasse l'azione della giustix,ia chiarite tutte, come in un clandestina di Don Antonio film giallo, e la sua città :# Barracano. Ma dopo la scom- I"ha trasformata in scorci parsa del suo padrone, che campagnoli (neanche vi- ~f~n~~~!..Jli a~cll!miondi!:':ie~ centini) alternandovi gra- ~che minacce, Fabio ba un tuite visioni di Padova e improvviso moto di resipi- di Chioggia. Poteva farlo, Aurelio De Felice: • Adoles~nte •• un'opera ispirata alla scenza e, disponendosi a com- ma quanta maggiore ori- notissima poesia omonima di Vlncenxo Cardarelli pilare il rererto del decesso, La eiwiltà · de,:li et1·usehi * cli GIIJSEPPh' ~CIOH'l'lll/0 Uno schema esiste sulla vano. nel contenuto della lo- pareti interne sono dipinte ziosi e sotto l'aspetto archeo– vita del popolo etrusco. e in ro tede, le forme rappresen- con figurazioni che vanno logico e storico. questo schema tante cose ri- tative _per ciò che riguarda- dalla descrizione della vita 11 libro del Vacano, poi. mangano misteriose e sono va la morte». di chi vi è sepolto al suo tratta l'argomento con com– possibili le i11azioni più va- Non meno interessanti so- viaggio. dopo la morte. ver- pletezza parlando della or– rie. Tante volle si è tentato no le testimonianze (che si so gli inieri, Codeste tombe, ganizzazione politica delle di ro7:1pere il diaf:ra?'!"a! ricavano soprattutto dalle oltre che come _documenti. citt_à :trusche, .delle _loro re~ ma inststendo nell'analisi d1 terrecotte) dei rapporti de- sono state studiate come laziont con gli altri popoh quell'arte funer~ria .. « la pi~ gli etruschi coi greci e con opere d'arte. . . e de~e guerr~ C?n i ~al~ .e importante teshmomanza d1 altri popoli: il vaso. spesso Anche se molh s, esalta- con 1 Romam. 1 quah fm1- questo po~lo, tra!"andataci dipinto, è in genere di buona no di fr0pt~ a q1:1e11~ pi!hl- ròno con. Pab~atle_rl!, e col attraverso 1 seeoli • e che fattura artigianale· quando re. alcuni mtenditon, dice- farne de, « c1ttadm1 roma– « offre immagini delle divi- non assurge _ specialmente vamo. le ~anno volute esa- ni • (durante la guerra ci– nità e dei defu~ti glorificat_i, se figurato - a un'autentica mina~ dal punto di vista vile del 90-~~ a. C._). . quell'aspetto cioè della c1- tonna d'arte. ln proposito estetico. Da questo punto Una notizia sui musei viltà degli etrusc!li. che nella abbiamo anche un'« epoca di vista sono indubbiamente etruschi in Italia conclude loro gerarchia spirituale oc- orientoaleggiante•, di cui uno discutibili quanto sono pre- la fondamentale opera. cupava indubbiamente un dei gioielli è il vaso del fa- ,---------------------, posto di primo piano>. raone Boecoris, trovato in Ora un libro di Otto W. una tomba aperta nel 1895 ~~n m~!~:n°an~~~i. !~c !?rr/nog~tifupr;>e~ostin~e%1i R. Landaw, Ed. Cappelli, tallo e in ceramica. La co- 1960) riesce a tracciare un sidetta Pietra Zannone è nuovo quadro della civiltà strettamente 1_egata alla Si- ERI - EDIZIONI RAI Via Arsenale, 21 - Torino etrusca, mettendola in rap- ria settentrionale. Nella collana « Saggi» è uscito porto con la coeva, ci~iltà Le tombe di Cerveteri. im– mediterranea: dall .ordina• portanti per la loro comples– mento sacro d~ll_a "!t~ alla sità architettonica, contene– d°?-'mentata,. uruta sp 1 ?tuale; vano oggetti atti a testirno– da1 rappo~ti con . 1 Europa niare la vita e i cosumi etru– Cent~ale a1 legami con la schi, i loro usi funebri, il Grecia. . . loro attaccamento al grup- 11 Vacan~ .. parlami~ dei r1- po familiare di appartenen– trat~i ~colp1.t1,not~ ~ 1 m~gn_o za; e fra gli o~etti _ oltre degh 1gnot1 ~r~f 1 c 1 _a m? 1 - a otto scudi rotondi _ sono viduare la. hs1onomta. n~- interessanti i buccheri (sot– scendo cosi a dare - più tili O pesanti) che denun– della stessa Roma - un 1 m- ciano una raggiunta perfe– pulso alla scultura euro~- zione artigiana. confermata, Scultura. quella etrusca. 10 dalle lavorazioni in oro. buona par~e sePolc:ale: ~ Co- Ma le tombe che hanno ~e::Ii;t~ 0 ~t~~t~~:~.d:t:= di ~iù a:tir~to }'atte~o_ne C'he per gli uomini di Villa- d~gh st~d1os1 e la cunos1tà nova fu caratteristica Fin- d1 molti sono quelle nel– tensività con cui essi ricerca- l"agro di Tarquinia. Ivi le I BIBLIOTECA I VALENIINO BROSIO, e Por– cellane e maioliche dell'Ot– tocento •• Antonio Vallardi Editore, 138 pagg., 100 il– lus1razioni e 8 tavole a co– lori, L. 3.500 All'Editore Antonio Vallar– dì il merito d'aver iniUato una collana L'Arredamento traliano attraverso i secoli di cui il volume in parola è una delle gemme più preziose: e Vetri del Cinquecento• e e Mobili del Cinquecento • , completano, per ora, la rac– colta. è gi3 avuta dall'estero; oggi in Italia, questo volume si propone cti riaprire la strada a più important'i ricerche, 1racciando con una minuzio– sa bibliografia la strada da percorrere per giungere a più completi ed esaurienti studi. La materia. trattala in mo– do serio ma non pedanle, è resa piacevole e facilmente comprensibile grazie alla co– piosa documentazione foto– grafica di cl.ti è corredata. La riproduzione cti alcune marche cti ceramiche otto– centesche completa la ricer– ca dell'Autore che, ::ùla pas• sione di collez.ionista, unisce la compe1cnza di studioso Antonino Pagliai-o ALESSANDROMAGNO L. 2.500 L"autorc, te,~ndo preJcnte lo .1ta10 attuale della sto– riografia, ill.udro la. figura del Macedone, nella &ua proie:.ione sulle vicende delrEura&io e nei &uoi ri- 1 /leui leuendari sulle leueraturc dcirOrien1c e del– l'Occidente. Il volume è comple1010 do illu.Jtrazioni in bionca e nera, do un'ampia bibliografia, d.a indici dei nomi e dei fatti piii noteiioli. Nella collana « La Spiga» di prossima pub, blicazione TEATRO FRANCESE DEL GRANDESECOLO Praientazione di Gio,·.anni Macchia Il volume pre&enta un panorama del tca1ro fran– ce&e del XVII &ecolo. il quale ha certamente occu– . poto un luogo di centro nella cu/Juro delfcpoca di que&la Nazione. Sono pubblicate le &e~en1i opere: Pier-re Come.ille: IL CIO - Je.an Rotrou: LAURA PERSEGUITATA - Jean Desmareu dc Saint-Sorlin: I VISIONA.RI - Philippc Quinauh: COMMEDIA SE. ZA CO.:\DfEDL.\ - i\lolièrc: LE PREZIOSE RI– DICOLE - L'U.fPROVVlSAZIONE DI VERSAGLIA - Jean Rae.ine.: ANDROì\L.\CA - ;'ilolière: ANFI– TRIONE - TARTUFO - Jean Racine.: BRITAN– ~~CO. per le traduzioni di Ce.1arc Garboli - Ce.tare Vico Lodocici - Mario lu:i - Euienio Montale - Ales– ~andro Parronchi - Salvotore Quasimodo - Vittorio Sereni - Vittorio Sermonti - Mari<i LW$0 Spazi<ilU - Corrado Turniati.. In vendita nelle principali librerie. Per richieste dirette rivolgersi alla ERI · EDIZIONI RAI Inno ia orua.i;g.ioa rie.biuta de.I catalogo generale. Quasi tutti i libri che tra•– tano di terraglie e di porcel· lane terminano con la fine del Se11ecento; quaJchc ti– mida apparizione di libri sul– le ceramiche dell'Ottocento si attento e sagace. ,..____________________ ., * cli GIOl'ANll'I CALENDOLI si ribella a se medesimo e scrive finalmente la vcril3. Don Antonio Barracano è morto per una coltellata. Ri– conosciuta ormai l'impossibi– lità che un S"Ologiudice o pochi giudici clandestini di buoba fede riescano a stabi– lire una vera giustizia con– tro la giustizia ufficiale, spez– zando la ca1ena inesauribile di vendette, Fabio opta im– provvisamente per la giusti– zia ufficiale che, sia pure co– stretto. egli ba tradito per tutta la vita. Forse in prin– cipio le ,•endette diventeran– no più sanguinose e più nu– merose; ma alla fine la giu– stizia vera, che ha la sua garanzia nella legge, sarà. L3 costruzione logica e psi– cologica instaurata da Eduar– do De Filippo con la vicenda di questo suo coraggioso e impegnato dramma ba, a no– stro avviso, un punto fon– damentale di debolezza: in– giustiria e vendetta, pur es– sendo manifestazioni estre– mamente vicine nel processo sociale, non sono necessaria- dt~!~s~gtdi deaff~~o.ral~~r~ petrano le ingiustizie nel no– me della legge, perché la leg– ge non è applicata o non è rispettata da chi dovrebbe esserne il tutore. E gli uo– mini d'altra parte campionò le vendette, perché non rie- scono ad acquetarsi. non sanno rinunziare al proprio rancore, pretendono una ri– valsa diversa da quella offer– ta dalla legge anche se la legge è equa ed equamente applicata. I problemi sono due e distinli; e nel dramma di Eduardo De Filippa essi sono confusi in uno solo. Da tale confusione deriva una permanente Incertezza sull'ef– fettivo centro di gravità mo– rale ed umano del dramma. incertezza che appare eviden– te se si esaminano i perso– naggi. liberandoli dall"alone di suggestione crealo intorno ad essi dalla interpretazione impareggiabile di Eduardo De Filippo e dalla sua ma– gistrale regia attenta, colo– rita, ma sicura e misuratis– sima nel calcolo de(lli effetti. proprio al fine di evitare ogni eccesso. Santaniello padre e figlio sono ambedue fuori di ogni dimensione di nonnalil.3 um.?– na: l'uno perché si rifiuta ostinalamenle di aiutare il h– glio senza una seria ragione; ma sopratutto l'altro perché premedita tranquillamente di uccidere il padre, pur essen– do legalo ad una donna che sta per dh •eni.re madre cioè !l~s;•it~tre~ill ~~~~rean~t~ se reale. è patolot{ico: non un equo verdetto, sia pure scritto col sangue di un estra– neo. potrà mai guarire questi due ammalati. ma soltanto una cura psichiatrica. E Don Antonio Barracano può veran1ente, dopo essere stato un assassino. ergersi a vindice della giustizia? Ed è e storica• la sua figura di disinteressalo paciere? oi non lo crediamo. I grandi e giustizieri • della malavita non hanno mai agito ispi– randosi ad un senso di as– soluta onestà; ma attuando sempre un'onest3 relativa nell'ambito di una società disonesta. Questo rapporto essenzia.lc non risulta dal ritratto che Eduardo De Filippa fa di Don Antonio Barr3cano e la sua carenza illumina la figu– r3 dcli'• uomo di conseguen– za• di una luce romantica e patetica che non gli si addicc comple1amente. •Anche Don Antonio Barracano è infatti simile ai suoi amministrati: come essi è un crimin~le, an– che se il suo crimine ha mol– te attenuanti secondo il rac– CO'"ltoche egli stesso ne fa. Le incoerenze slrullura.li del Sindaco del Rione Sanità sono 1u11a,·ia molto abilmen– te sanate dallo spettacolo, nel quale Eduardo Oc Filip– po domina incontrastato non solo come interprc1e, ma an– che come regis1a. Don Anta- nio Barracano sembra in ogni momento un personag– gio vh·o, umano, accettabile moralmente. Ma è un"illusio– ne. L'atlore conferisce un peso scenico a Don Antoniu Barracano e, soltanto quan– do il medico Fabio si ribella. si avverte che il dramma po– teva forse essere più csatta– mcnlc imperniato su un re– ciso e consape,·ole contrasto rra questo personaggio, che, sia pure nella condizione del– l'avvilimento, rappresenta la legge, la cultura, la societ3 organizzata e talvolta imbel– le. e Don Antonio Barracano, che. sia pure in modo sim– patico, rappresenta viceversa l'istinto deviato, l'incultura. il ribellismo prepotente e negativo. Il problema della vendetta C ancora più ampio e più al– to: quando l'uomo avrà. su– peralo il senso della ,·endetta non vi sarà neppure bisogno di una giustiria organiuata. perché la giustizia sarà la lo– gica della vita stessa. Se esiste l'esigenza del di– ritto. essa si pone proprio perché il diritto è lo stru– mento sociale che -nei limili del possibile previene e stron– ca le manifestaz.ioni del sen– so della ,,cndetla. rinnovan– do incessantemente l'imma– gine di un mondo libero dalla ,·iolcnza. ~llO§TRE D' A\RTE .PK. lRO~J(lJ. * Arte precolombiana E' la prima volta che 3 Ro– ma si allestisce una grande mostra di Arte Precolom– biana ed è un vero peccato che il nostro deplorevole vi– zio delle polemiche. spesso faziose ed inconcludenti, ab– bia un po· sminuito, nei gior– ni immediatamente successi– vi alla inaugurazione. l'im– portanza di questo avveni– mento di primo plano. Sono quasi cinque secoli che CriBtoforo Colombo sco– pri il "Nuovo Mondo"". un mondo. in effetti, tutt"altro che "'nuovo·•. sede di civiltà millenarie che solo ora in– cominciamo a vedC're in tut– ta la loro complessa mera– viglia. Bru;ti pensare che re– centi scoperte hanno rileva– vate l'esistenza dell"uomo nel– la Valle del Messico fin da epoche remote: si 60no tro– vati. nel l94i. presso Tepex– pan. i resti di un uomo fos– sile di dodici. quindici mila anni fa. Dopa il primo interesse per il favol06o tesoro di Monte– zuma. che aveva incantato anche Diirer. i conquistatori dimçnticarono di propasito quella civiltà e furono i cru– deli artefici di una sistema– tica e 6pielala distruzione che li spinse a radere al suo– lo le città. a demolire le pi– ramidi. a saccfieggiare le tombe. a fondere gli oggetti d'oro e d'argento. a disper– dere le preziosissime inci– sioni in giada. turchese e cristallo di rocce. a dissipa– re i teS6uti. i lavori in piu– ma, le statue di argilla. pie– tra e legno. Cosl. pèr lungo tempo. si seguitò. parlando del Messico. a riferirsi alla sola civiltà Azteca. la più recente. quella trovata dagli spagnoli all"epoca della loro conquista. Solo da pochi de– cenni. con l"accre6ciuto in– teresse per 1a '"arti primiti– ve., e con il continuo pro– gredire deU"etnogra!ia e del– l'archeologia. si è incomin– ciato a studiare sistematica– mente questo universo 6Co– nosciuto. definito. in blocco. con il vocabolo di '"Precolom– biano .. e, di conseguenza. a rinvenirne i tesori, a distri– carne il groviglio delle cul– ture. a valutarne degnamen– te il SinJ?:olare messaggio ar– tistico. Ed ora. grazie alle ricerche stratigrafiche ed al– le ultime analisi col radio carbonio, si è riw.citi anche a datare con preci6ione le opere recuperate. La nostra conoseenza ci permette già di ricostruire. con sufficiente esatteua. le condizioni di vita delle po– polazioni che 6i sono succe– dute nel Messico e nel Nord dell"Ame'Iica centrale. Sap– piamo cosl, ad esempio. che eese crearono per lo più dei governi tribali e sviluppa– rono una religjone piena di riti crudeli. imperniata sul culto delle forze naturali. che coltivarono il mais. il cacao e il cotone, che conobbero il caucciù. che avevano una scrittura a base- di gerolifici. che i loro animali domestici più d.iffw.i erano il tacchino e il cane. che non usavano bestie da soma. che non ado– peravano né la ruota né l'a– ratro, che facevano grande uso d'oro e di argento men– tre ignoravano il !erro e il bronzo. Un mondo immenso che si è evoluto. con alterne vi– cende. per più di duemila anni. si svolge davanti al vi– sitatore di questa mostra aperta a Palazzo dell"Espo- 6izioni, la quale raccoglie l1!l migliaio di pezzi. già pro– venienti dal Messico. dal– l'Honduras. dal Guatemala, dalla C06ta Rica. dal Pana- di LORE~ZA TRUCCHI rù e dall.3 Columbia e tra– smessa quindi al Messico. I Mìxtechi furono anche pitto– ri di codici e usarono ampia– mente il mosaico e la cera– mica colorata. E' a loro che si deve l'introduzione dell"o– ro nel Messico ed è nella fa– mosa tomba n. 7 di Monte Albàn che si è rinvenuto il più .. cospicuo tesoro preco– lombiano. ma ed ora prezioso patrimo– nio di musei e di collezioni private. Ma pur nell'estre– ma varietà stilistica e in una diversa scala di valori, que– ste opere, spes.60 di paesi distanti nesUo spazio e di civiltà lontane nel tempo. hanno in comune una inten– sa drammaticità espre6siva. Una drammaticità che si ma– nifesta nella C06tante ambi– guità tra forme umane ed animali, nell"osseesivo uso di simboli. nel gusto della me– tamorfosi. nella complicazio– ne labirintica de.ll" ornato. in quella perenne contraddizio– ne tra una indubbia Tafflna– tezza formale e il contenuto crudele, 6pesso atroce. di quc,.. simbolismo è sempre limita– to alla sola rappresentazio– ne del dio-giaguaro. Scolpi– scono stele, teste colossali e altari. ma anche delle pic– cole figure in giada, dalle !orme piene e pesanti. con le bocche circonflesse e gli oc– chi obliqui. che rammen– tano gli idoli cinesi e giap– pone6i. La Culture di Teotil:.uccan {200 a.C.-900 d.C.) dal nome dell"antica capitale Teoti– huacan, celebre per lC' gran– di piramidi del Sole e della Luna. conobbe la pittura. ap– plieò il simbolo del serpente e introdusse delle maschere in pietra. di tadio semplice e ieratico. per il culto. Nel Messico meridionale abbiamo la Cultura Zapore– ca (400 a.c.-1521 d.C.) che si caratterizza per un parti– colare c::uHo dei defunti; la ceramica. assai ricca, è pe:r lo più d'uso funerario. Questi vasi di argilla policroma in !orma di animali e di esseri umani, sono ornati di que1 fregi barocchi che costitui– scono uno degli aspetti più con~duti, anche se non dei più !elici, dell'arte messicana. Sotto il nome di Culture deU'Oc::c::idente (500 a.C.-1521 d.C.) 6ono raggruppate nu– mero-se: statuette in 1erracot- 1a, piene di vivacità e umo– rismo. (opere che avevo già mirato, due anni fa, alla Gal– leria Charpentier di Parigi in una mostra meno ricca di questa romana ma, pe:r molti lati, J)iù !é..l~zionala). Singo– lari le figure di Nayarit, pro– venienti da una nota galle– ria americana. di .sapore in– génuo e popolare, e.be fanno rivivere da\•anti ,a noi le sce– ne di vita familiare di un popolo disperso da secoli. Le Culture della Costa del Golfo (200 a.C.-1521 d.C.) ap– partengono a diversi periodi. Segnaliamo sp~ialmente al- ~::;.: ::t.:::, Jt~r!i~~~!~ ! ~ scino e fattura. I Maua fondarono successi– vamente due imperi. L'antico, nel Guatemala e nell'Hondu– ra'5, va dal 317 al 987 d C il nuovo. nello Yucatan, pro~ segue fino al 1697d.C. Al loro alto talento architettonico (scoprirono l'intonaco a cal– ce e la volta ad arco spor– gente). aJla loro perizia di ceramisti e di pittori parie– tali di estrema vivacità ed equilibrio, i Maya acc::oppia- ~n':n:t~r::!ic/ep~i fil~!J!ri fecero uso dello zero e crea– rono un esattissimo calenda– ~i.'è. CM rimonta a 328 anni Cultura dell'Occidente: • Uomo sedulo • (Argilla - Mostra d'Arte precolombiana) La mostra è completata da un largo settore dedicato 3)– le Culture dell"A merica Cen- 1 rnle Orientalt:: Honduras Nicaragua, Costa Rica Pana~ ma. _qui J"arte. ha un• aspet– ~o ~tu selvaggio, la plastica e p1u.grossolana di quella del Mesc;1co. solo la ceramica e l'ore!i<:eria ,raggiungono un alto livello pur risentendo delle influenze provenienti dall"Americ::a del Sud. AUa mostra non mancano esem– plari di oggetli d"oro a stam– po. tipici della cultura Vera– guas, (Panama) e plae<:he di oro battuto Coclé. E' nel Ve– ragu3:5 eh~ ii produsse la mag1po:e quantità di ogge1t1 prez1os1, e forse proprio per questa sua particolare ric::– chezz,a, la famiglia di Colom– bo sc~lte il Veraguas come propno ducato. ste opere. cariche di una loro inconfondibile suggestio– ne espra,;siva e fantastica. Nell'interno dei diversi sta– di della civilihi. precolom– biana - arcaico. classico e barocco - domina dunque !"elemento tragico, il quale altro non è che l"oS6essio– nante e parallelo manifestar– si della !orza dell'uomo e d~l sentimento della preca– rietà del genere umano. Que– sta lotta continua. tra amo– re della vita e coscienza del– la caducità della vita. è pre– sente un po· in tutte le cul– ture precolombiane. inter– corse tra la Cultura Arcaica (1.500-100 a.C.) e le ultime espressioni della Cultura Maya databili intorno al 1690. tut– te ampiamente rappresentate nella mostra odierna e delle quali tenterò di dare i di– versi caratteri generali. se– guendo. per quanto possibile. un ordine cronologico e geo– grafico (dal Messico Centra– le all'America centro-orien– tale). E· con la Cultura Olmeca o La Venta (500-100 aC.) che si entra nella vera e propria arte precolombiana. Gli Ol– mechi sono un po· gli ··an– tichi.. del Messico. n loro Lo stile si complica con I guerrieri Toltechi (856-1168 d. C.) i quali portarono nella religione l"uso di cruenti sa– crifkì umani. svilupparono la lavorazione dei metalli e riprodussero. in grande co– pia. l"immagine del serpente piumato (simbolo del giorno e deUa notte) e del guerrie– ro. Sotto i Toltechi compa– re il crudele dio Xipe. Totec 6pesso ricoperto con la pelle della vittima sacrificata. Al– tro popolo guerriero !urono gli Aztechi. il loro periodo di potenza. pur durando me– no di due secoli 0324-1521 d.C.J. !u determinante. Var– ie AzteCa è un·arte 6acrale e ~:ss~~=:~: ~~~i~~iada = DIEGO FMIBKJ !orza crudele. quasi macabra. Dtr-rttore respousablle sempre permeata da un pro- fondo senso della morte. Te- !:itab. ftl)OKnlhoo U.lLS.I..SA. scbi. sacerdoti rivestiti del- Roma • Via IV Novembn! 149 ~~-~:v~:e~~~1a~a~~!!ov~ ,,1,111,11111,111111111111 1111111111111 Basilea. No=tro Sit1::ore lo scorticato n. 244/F del ca- • • ;~!~~~ose~n~n::l~~~af~ : :;,:;.;:~~~~~= : produzione di vasi e gioielli. • -'~•-. C:.....U. A.mq~ d• Sod. • La Cultura llfixteca Pue- : ~;:c-;.:::;,o:~;.~ •;:• bla (800-1521) brilla soprat- l.l&) De-Nu~~•eF • tu:to per la 6Ua impeccabile • ANISou COURltlElt • oriflceria, importata dal Pe- • '- •- ..._ • Sl'A (Bdpp).. •

RkJQdWJsaXNoZXIy