la Fiera Letteraria - XV - n. 47 - 20 novembre 1960

Le richieste cl1 giudizio che giornalmente d pervengono. troveranno risposta oeUe apposite rubriche • Verba Vo-– lant •, • Scripta manent • e e La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti I u FIERA LETTERARIA I ORARJO DELLA RE.DAZIONE ll-13 dal mercoledl aJ sabato Manoscritti. foto e dlsegnl oon rlch!estl non si rc.<11tllubcono DAL ''TACCUINOSEGRETO,,.DI ARDENGO SOFFICI .. __ e .,..;IPC1!_7'~ · l . l'ultimogeorgico Si va a Poggio a Caiano da Ardengo Soffici senza preavviso, sicuri di trovar– lo al suo posto di lavoro, forte come una quercia e sereno come un saggio, in un ambiente campagnolo ma in cui trovano una -na– turale collocazione dei Morandi e dei De Pisis (bellissimi) con dei Ber– nasconi e dei Pregno. Delle passate battaglie letterarie e artistiche è ap– pena un'eco nei volwni di– sposti in ordine nelle li– brerie; e in quell'interesse sempre vivo che l'artista sente per le esperienze dei giovani Scrive per i gior– nali, corregge le bozze del– l'Opera omnia che va pub– blicando VaUecchi. dipin– ge anche: all'aria aperta quando di primavera e d:estate si trova a Forte dei Marmi, guardando il paesaggio dalle finestre della sua casa di Poggio durante l'autunno e l'in– verno. Da Scoperte e ~acri all'Estetica del Fu.turismo, e in molti suoi articoli. è un'assidua partecipazione alle più estrose correnti artistiche france5i e italia· ne; ma la sua collabora– zione a ValC>Ti plastici, svol– tasi durante la prima ma- l turità, accentua la sua in– dole di toscano che delle forme di avanguardia ha saputo assimilare la • so– stanza lirica >. respingendo sempre più decisamente le forme esteriori o gli esco– gitati tecnicismi o ciò che da esse affiora di parodi· stico. Su un fondo macchiaio– lo - un macchiaiolo che ha amato Degas e Cézanne - nasce il nuovo Soffici. de– cisamente toscano, che ar– rlechisce ed invera una glo– riosa tradi.Zione; un Soffici sommessamente lirlco, sa– piente e semplice nello stesso tempo: Il Soffici, sia ben chiaro, che ha ispirato il più virulento e nativo Rosai (Rosai, però, non sep– pe mai Eberarsi di un'ac– centuazione approssimativa estranea a So!.ficl). di GIIJSEPP11J SCIORTl:\'O L'impegno e l'alta qua– lità di Soffici pittore ven• gono anche documentati dal suo instancabile dise– gnare: un disegno sensi– bile, senza sottolineature o impennature, tendendente a stabilire soltanto rappor- ti chioroscurali, quindi lontano da ogni tecnicismo e da ogni insistente grafi– smo. La sua sensibilità di colorista mantiene, con naturalezza, il suo timbro net bianco e nero; sicché i molti paesaggi che Sof- DI D 1! § Cli. JL I E Dall'alto: « Fornaci di Sopra»; « Case a Poggio »; « Schizzo per donne alla fonte »; « L'Ombrone »; « Chiesa della Salute a Ve– nezia »; qui sopra: Soffici a Parigi nel 1911 fici va appuntando nel suo e taccuino segreto > in un certo senso producono gli effetti dei pochi quadri che Soffici va dipingendo senza preoccupazioni mer– cantilistiche. In codesti di– segni viene con equilibrio fermato l'essenziale, fuori di quell'episodicità che fu dei post-macchiaioli. Il pittore e il disegnato– re, intendiamo dire, pro– cedono di pari passo, coe– rentemente, stilisticamente sincronizzati, poeticamen– te della medesima intensi– tà. Come di ogni teoria, così anche di ogni paesag gio, Soffici sa comprendere e assimilare la sostanza, in un libero gioco di rappor– ti, di luci e di ritmi pro– fondi e semplici nello- stes– so tempo. In altri termini, i dise– gni di Sof!ic.i rivelano la contenuta passione del pit– tore, testimoniano di una esigenza poetica che sa pervenire ai suoi più alu esiti senza gon!iori forma– listici; una forza che, per manifestarsi, non ha biso– gno di sforzi. Oggi che tanti manieri– sti confondono la stupidi– tà con l'angoscia e l'inver– sione con l'amore, questo sereno poeta che fa del– l'oggetto un mero pretesto per esprimere il suo reli– gi.050 mondo interiore può essere ancora un fecondo punto di riferimento per quei molti giovani (più di quel che si creda, inten– diamoci) che anelano alla salvezza e aila purezza. Soffici, ad essi e a tutti, ripropone l'eterna e sem– pre nuova poesia d'una natura riscattata per opera della fantasia dal suo inerte vegetare; al freddo trattato del verista e del naturalista, egli sostituisce il singolare empito della ' propria emozione. Da Cézanne a Virgilio il passo è più breve e la coe– renza è maggiore di quan– to, a prima vista, si possa immaginare. Lo testimo– nia, senza equivoci, l'ope– ra di Soffici artista figu– rativo.

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