la Fiera Letteraria - XV - n. 44 - 30 ottobre 1960

Pag. 2 professore Ermanno !sma– ni. ordinario di elettro– tecnica in una università è chiamato al ministero della dHesa dove gli viene proposto di raggiungere una località sconosciuta. dove per alcuni anni, se aocette:à la proposta - d"altronde assai ,,antag– giosa dal punto di vista economico e certo di gran– dissimo interesse scientifi– co - sarà addetto con al– tri uomini di scienza a studi segretissimi ed alla creazione di un impianto di C"'-J..i lo stesso stato mag– iiore non conosce nuUa di concreto: lo scienziato dovrà rimanere c0là al– cuni anni in completo iso– lamento. Egli accetta, spinto dalla giovane mo– glie Elisa che lo segue in un recesso isolato tra le montagne, dove. circon– c'ato da una muraglia in– ,·alicabile un gruppo di scienziati vive attorno al e Xumero uno>, l'impiisn– to circondato dal ferreo segreto. U caPo di quegli scienziati è il grande En– driade che guida i nuovi venuti aJla visita della nuova grande macchina: una serie di costruzioni con torri. antenne, han– J?a:-s. senza finestre e sen– za· porte. che ricoprono i fianchi di un vallone, una sorta di villaggio indeci– frabile, assurdo in appa– renza. nel quale ciascuno avverte come una vita sprofondata e segreta Lo stesso Endriade nel mettere al corrente il col– lega della misteriosa ri– cerca che egli persegue non ne rh·ela !"intimo mi– stero. L'impianto è in so– stanza un tentath·o di co– struire In una macchina l'atth,;tà mentale dell"uo– mo partendola al suo massimo livello di possi– bilità intellettive e crea– th·e. qualcosa di assoluta– mente perfetto capace di offrire la soluzione di ogni problema. di leggere i pensieri. di creare capola– vori. Ma il "·ero segreto sarà scoperto dalla signo– ra tsmani. Ella ha av\·er– tito che dalla macchina si sprigiona una voce che ha potuto riconoscere. quella di una sua amica. Laura. che è stata la prima. bel– lissima e infedele moglie di Endriade. morta alcuni anni prima a causa di un incidente. F.d Endriade le confessa che egli e un suo assistente. che è stato uno degli amanti di Laura, hanno voluto ricreare la stessa Laura in quella macchina e la macchina è divenuta in effetti sia pu– re nell'estrema perfe-zione intellettiva che la scienza vi ha aggiunto. Laura. con la sua passionale fem– minilità. cOn i suoi desi– deri e la sua volontà di vivere, e con un dramma, quello di esser chiusa ne– gli ord¼;mi di non poter vivere ancora la sua vita di donna. Non dirò di più, per non togliere appunto al lettore n gusto della suspenee. tanto più che lo schema sopra ri-port.ato è sufficiente per lumeggiare quanto questa storia cor– ri.sponda al mondo di Buzzatl e alle caratteristi– che della sua narrativa. Vi è anzitutto tl Buzzati illuminista-utopista mo– derno: la !avola che egli ci racconta è appunto in chia"·e di quello che è la dfg~~:e ~ !·ui1;!1~io~~g9l cui non riesce più ed es– sere il demiurgo: la mac– china-mostro perché sem– pre più fatta a sua im– magine e somiglianza e sempre più inumana nel tempo stesso. Vi è inoltre il Buzzati ironicamente metafisico: la realtà che egli crea non viene sol– tanto per una sua carica ideologica, utopistica o il– luminista che sia. ma è anche astratta all'estremo e all'estremo rarefatta: ma a una tale astrazione e rarefazione egli oppone il sottile segno della sua pri– migenia natura di lirico scopritore di climi e di rapporti dell'uomo con la natura: anche in questo romanzo le pagine più belle sono quelle del viag– gio dei coniugi Ismani verso la montagna. e oc– corre anche aggiungere che egli con rara sapienza riesce a far coincidere il saH re verso l'intatto sHen– z.io degli alti monti. il sem pre più assillante mi– stero che è dietro quei monti. Più debole mi sembra. insieme alla struttura del romanzo (la cui carica di mistero si addensa agli inizii in {smani che diven– terà più tardi un perso– naggio pressoché seconda– rio) il fondo surreale e simbolico della storia: la identificazione del-la don– na con la macchina sia pure in funzione di una letteratura da science-Jic– tion. è qualcosa che si ri– tro\·a di frequente in do– cumenti letterari consimili e in particolare in quelli Ispirati da procedimenti onirici del surrealismo. ed è inutile ricordare a que– sto proposito c0me una tale identificazione corri– sponda nella maggior par– te dei casi a frustrazioni sessuali. o a complessi ero– tici individuali e collettivi non di rado teorizzati da psicoanalisti moderni e. se non vado errato, dallo stesso Freud. Che Buzzati sia riuscito a tradurre tali complessi e tali frustra– zioni in termini pressoché moralistici è cosa in gran parte nuova. e corrispon– de all'indole dello scrit– tore. Ma spesso si av-verte oltre e sotto la narrazione il gravare di un signifi· cato simbolico. Laura viva e morta. prigioniera del– la macchina mostruosa è troppo evidentemente un simbolo della libertà uma– na condannata dalla mac– china. FERDINM1DO VI.RDIA Le dicole d lla "Fiera,, * PALER.N\.0 Rivendita CRISCI Vn.LANOVA BELLAVISTA MARCATAIO SCHILLACI MERCURIO CRUCILLA' GIORDANO SANTORO ARCOLEO D'AMICO SERRA COGLITORE COGLITORE AIELLO MERCURIO SCHILLACI MERCURIO Di MAIO LO CICERO LUCCHESE CANTAI.ANOTIE • FASONE MERCURIO SCUDERI CALORO BONFARDECI MORTILLARO FASONE GIO' - Discesa Giovenchi (Ang. Via Maqueda) - Via Maqueda (Ang. Via Trabia) - P. Giuseppe Verdi (accanto alla profu– meria Russo) - P. Giuseppe Verdi 453 - Via Cavour (ang. V. Ruggero VII) - Via Rosolino Pilo (ang. V. Ruggero VII) - V. Ruggero VU, 53 - Quattro Canti (di città) - P. Indipendenza - Corso Olivuzza - Via Dante - Via Terrasanta - Piazza Vittoria - Via Libertà - Via Libertà - Via Villafranca - Via Villafranca - P. S. Oliva - P. S. Fran.co Di Paola - P. Politeama - P. Politeama - Via Roma (vicino Poste) - Via Roma (ang. Via Vah-erde) - Via Roma (sotto Ch. S. Antonio) - Via Roma (vicino Bar Cafisck) - P. Giulio Cesare (vicino Gior.le di Sic.) - Corso Tucory (vicino C. S. Antonino) - Corso Vitt. Emanuele (ang. V. Paternostro) .. Via Bottai - Via Trento REGGIO CALABRIA Rivendita ALPARONE AMATRUDA BELGENIO COGLIANDRO DE MARIA FORTUGNO VISCOJ\1,1 !ANNI' I.ABATE MML~II' MA.\IDORL'IO MODAFERRI Ubr. GRANILLO & ARCIDIACO RITORTO ROMEO .. Ponte della Libertà - Via De Nava - Piazza De Nava - Piazza Castello - Pressi Cin. Margherita - Pressi Bar Laganà - ViaJe Amendola - Pressi Cin. Siracusa . Pressi Bar S. Giorgio . Pressi Giardini Pubbl. . Via De Nava (ang. Via Roma) - Piazza Ca.magna - Corso Galibaldi, 435 - Piazza Italia - Pressi Cin. Siracusa t~ FIERA LETTERARIA Medice, cura te ipsuDI (continua da pae. 1) quell'attitudine senza di cuTia pro!essione non potreb– b'essere esercitata? L'insegnamento è anche un mev z.o per controllare ed equilibrare gli um<>ri. il solo mez.zo . forse. che serva ad elevare l'uomo al grado più alt o della sua propria natura. facendo violenza ad essa, che lo trarrebbe al basso, mediante quella carat– teristica !orza di gravità che è l'istinto. Parlavo in principio della mia piccola condizione di maestro, ma perchè ci sono maestri I quali, e per l'importanza delle loro cattedre e per la grandezza loro, rappresentano una condizione molto più alta della mia. Tuttavia so che non c'è maestro che non abbia un peso, oso dire. terribile, come può capire chiunque rifletta al potere che egli ba di scrivere indelebilmente nello spirito di centinaia di giovani, cose belle e cose brutte. verità ed errori: indelebili, questo è il punto. E dicevo che ho tentato spesso di avviare un dialogo con i colleghi delle materie scientifiche, perchè non ho aspettato il principio dell'èra atomica, per intendere che la cultura non poteva consistere nell'acquisizione di pseudo-verità cristallizzale, corrispandentl ad altri e diversi momenti di civiltà. Ma purtroppa, Sè ho tro– vato spesso matematici eccelsi e fisici di prim'ordine. che sapevano tutto delle loro discipline, non ho trovato quasi mai uomini che intendessero piegare le loro cognizioni (direi: la loro superba presunzione di sa– pere) alle mie modestissime capacità di apprendere, che tuttavia erano meno modeste di quelle medie degli alunni, che io e quei colleghi avevamo in comune. Perchè non pala che io voglia affermarmi superiore ad alcuno. preciserò che a codesti colleghi mancava tanto di umanità o, se preierite, di attitudini umanistiche, quanto a me mancava di attitudini sdenti!iche. A que- Censura ambigua cinema ambiguo (continua da pag. I) E' quel che accade ap- casi a favore di giornalisti, punto in Italia dove non di scrittori e di uomini di di rado la censura - con cinema, dei quali altri- le polemiche alle quali dà menti nessuno si occupe- continuamente adito-cir- rebbe, non esiste migliore conda di un'aureola di co- occasione per atteggiarsi a raggio civile, di audacia paladini della libertà con- intellettuale e di messia- cussa o per firmare una nismo sociale opere le altenosa dichiarazione di quali - serenamente e~a- difesa dei diritti dell"uomo. minate - rivelano soltan- Ed a qual fine è utile in to qualche porcheria of- realtà tutto questo ru.m0- !ensiva per tutti re? A orientarle !a~a!Tlen· Alla base di quel mec- te la pabblica opinione canismo che è denomina- verso opere le quali talvol• to - con parola ormai di- ta hanno l'unico merito di venuta odiosa - la censu- contenere qualche parola ra, è infatti un'esigenza di sconcia o qualche scena igiene sociale: è giusto che spinta ed a !are del pro- siano sottratte alla circo- blema della censura un !azione quelle opere le puro e semplice strumen- quali, mediante una bruta- lo di ritorsione politica al le ostentazione di contenu- di fuori di ogni autentica ti immorali, mirano a con- considerazione di ordine quistare un vasto pubbli- artistico e culturale. co per finalità assoluta- Perché si è determinata mente estranee alla vita in Italia questa situazione. dello spirito. Molto spesso che fra l'altro getta un è difficile stabilire esatta• continuo discredit o sugli mente il confine che clivi- organi de 11 a pl.rt >blica de la cultura dalla specu- amministra:tione, face ndo- !azione, la libertà dalla im- li apparire come i porta- moralità. Ma appunto per tori di un oscurantismo questo una funzione così gretto, ignorante e pavido? delicata e pericolosa deve L'origine di questa si- essere rigorosamente co- tuazione deve ritrovarsi dificata in modo che non net fatto che non esiste si crei una zona di ambi- una legge dalla quale guità nella quale in ogni l'esercizio della censura caso le basse speculazioni sia regolato in maniera sono destinate più facil- inequivocabile con una mente ad allignare. piena garanzia dei diritti Abbiamo voluto indica- della cultura e dell'arte. re i motivi di fondo per i sto punto, sarà lecito accusare la scuola che cl aveva formati, e non in vista dell'unità del sa.pere: quindi. assai più deformati che non adattati a quel medio equi· Jibrio della conoscenza, che dovrebb"essere la piatta– forma comune, su cui anche i più ardui specialisti debbono vivere la loro vita sociale. Se può sembrare che parli con rancore dei mate– matici, è !orse perchè li rimprnvero di non avermi fatto intendere, al momento giusto, quanto avrei po– tuto intendere, in relazione alla mia natura ed alle mie curiosità. Le quali contrastavano, come in tutti i ra– gazzi: questa. spingendosi dovunque fosse sollecitata. spronata. invitata a entrare; quella, soffermandosi pi– gramente laddove mi sentivo forte, meglio dotato e, in pratica, atto a guadagnarmi una lode o la promo– zione con la minor fatica. Nel caso mio e per caso, si trattava di inclinazioni fantastiche, che oggi chia– merei aDche moralJstiche: ceneri di un lncendJo poe– tico avvenuto male o troppo presto, fuori del suo pro– prio ordine, e !orse non senza colpa di chi non seppe far violenza alla mia più !acJle inclinazione, imponendomi il rigore razionale proprio degli studi scientifici. E quando una notte. molti anni dopo quelli in cui anda. vo a scuola come alunno, Incontrai in un libro di divulgazione le geodetiche, e non potei più dormire, come se mi fossi esaltato alla lettura di un romanw o di un poema. non esitai a intendere quell'insonnia come un atto d'accusa. contro i maestri che mi ave\•ano lasciato pascolare soltanto l'erba che più appetivo. Domanderete: che cosa avrebbero dovuto fare? che cosa potrebbero !are oggi. quei maestri. se voi umanisti disputate loro il primato della co:ioscenza. e non volete cedere un millimetro del terreno che vi appartiene? Risponderò che, almeno io, son di quelli che invocano la conciliazione e la collaborazione: e, in quanto al cedere, l'esperienza m'insegna che non basta ritirarsi, perchè altri acquisti, conquisti e coltivi. Gran difetto nostro, credere che ci si possa rinnovare, soltanto smet-– tendo una determinata attività, senza sostituire sùbito e bene l'altra, in nome della quale si distrugge. Non sentite le grida? abbasso il latino, abbasso il greco! Abbasso pure; ma. in alto. chi? e che cosa? Rivolgiamoci agli specialisti. Vi ho già detto: non son molti che sappiano abbassarsi a discorrere con noi. Ma qualcuno c'è. Per esempio, Bruno de Finetti, ordi– nario di matematica finanziaria nell'Università di Ro– ma, di cui leggo un articolo combattivo, in Mercurio (15 settembre 1960). Le sue carte sono in regola, e non perchè egli segga su quella cattedra. La legitti– mità del suo discorso emerge dagli argomenti: a) basta con la cultura !ossilizz.ata, bisogna eser– citare la funzione dinamica dell'intelligenza per le conquiste del futuro (è un argomento antiumanistico? si, se per umanesimo s'intende nozionismo e ricezione supina di formule fossilizzate; ma chi potrebbe accet 4 tare questa definizione per l'umanesimo \·ero, quello, poniamo, di Leonardo. omo, persino, sanza lettere?); b) bisogna sviluppare l'intelligenza in previsione dell'imprevisto che certamente essa dovrà affrontare; cJ non è possibile che i ragazzi ricordino nem– meno la centesima parte delle cose che ciggi si preten– dono da loro, e tuttavia, anche se le apprendessero tutte, codeste cose non sen•irebbero a nulla se non dessero la capacità di affrontare altri milioni di cose; d) occorre non stomacare rimpinzando, ma susci– tare l'appetito con apertivi ed assaggi: e) finchè gli esami saranno concepiti come sedute di e Lascia o raddoppia? :>, i professori dovranno pre– parare gli alunni secondo i) regolamento del giuoco; f) bisogna insistere in ogni ragionamento, perchè l'alunno apprenda a ragionare da sé in casi analoghi; g) conquistare saldamente alcuni ·• punti chiave"; h) partire da ciò che diverte e interessa; i) mettere il giovane in condizione di trovare da sé i concetti astratti, un metodo di pensiero, un prin– cipio informatore; 1) insomma. e ampliare e anticipare l'insegna– mento della matematica. rendendolo più attraente e all'inizio più intuitivo... insegnando a servirsi, nei campi più vasli, dei risultati ottenuti:>. Se queste son le accuse di un matematico, non parrà assurda la risposta che già in principio dava il sottoscritto alle critiche mosse dagli scienziati agli epigoni della scuola umanistica: medice, cura te ipwm, da intendere come consiglio affettuoso e non disinte– ressato, perchè l'umanesimo ha tutto da guadagnare dalle iniezioni di una scienza sana. VLADIMIRO CAJOU Domenica 30 ottobre 1960 ·' .:~ . ._ LA l\fODA ITALIANA * A cura di VANESSA E poi si dice clre la moda non tien d'occhio la vita vi– val che, fissa ai fip1rini di ieri o di l'altro Un, li mo– di.fica li ripresenta aggiorna: li mmtre ignora gli ~petti più figurati o firurab1li del d:nt rrc:~!fa~éat:~i~bf! moda rim.aTTd sempre la grande. calunn.iala di tutti i tempi. Ma a Maria Antonelli t ba– stato slare attenta per tm attimo a un gioco in ,•oga, l'hula-hoop, per trovar~ nella frenesia di que.l movimento e ne.Ila belleUJJ di quel tur– bine di scomposiz.ioni, uno ~:Ou:~ 111~ s;~:~farf:: 1 '1~ artista qual è, nella nuova linea. Vede il cuchio allungarsi, sd,iacciarsi, spostarsi vuso il basso o verso l'alto, di- 1·entare ecce.ntrico o ben ce.n– lrato, sovrapporsi, snodarsi: e scopre che la figura, presa in questa fluuuanler ambigua custodia assume. una sensi– bile. conturbante esilitd. Più grande il vuoto che la cir– conda, più sminuito, miste-– riosa e. solitaria la figura. Un procedimmto del tutto nitd, tanto neU'accostamarto dei colori che nei d~rni, su stoffe estremamente. int}'<!r– tonll che. ci nportano ai fa– sti d'allri tempi/ Anche la linea delle. scolla– ture sul dorso, suggerita, si direbbe, da un nastro che, fermato di qu.a e di Id sul– le. spalle, sande: con u~ cun.-a morbida fino alla vi– ta, è lmla-hoop. Per gli abiti da oockteil va segnalato l'impieeo CU merletti stupendi: su un fon– do Impalpabile, moti\.-i cini– &liali; oppure calligrafici arabeschi in oro. Prevale il faille, insieme allo sluvttung-orga.n:.a o al ra.so , nelle. tenute . da sera'. Alcun e fog~e. destinate agli abiti lunghi, Javorj.scorw un portamento signorile, di.stac– cato, tal\.-olta appena iera– tico. I colori stessi, quanto la linea ricolma e. bella di una ricercata fe.rmezza •. s'in• tonano a tale senso d1 su– periore dolce dtenità: mar– rone. e. beige con ricami in oro, turchese ricamato in argento, verde olha avvici– nato a un ocra freddo, qiuz– si rrigio. La dominante cromatica data dal fuxia, s,ncie nel- ~s1::0 '~F~!~/~e/,~r;~,ff;_ Fra i numte:lli sportivt o comunque da matttna ne se– gnaltamo uno in lana brtl– lanre, a trama unita,_ ,n bleu– rosal, con la massima am– pie:.;: ,adi.se (nata spicca~amen– te so tto , l punto d, vita, ZUC:~r! ;~~ !~p/:::0~ bombato. Del tutto classico, con l caratteri della nuova linea, ma attem4ati f ino a farli rientrare in uno sche.ma ri– goroso, ecco, un altro m an- ~~te. in ril::a,~~~Z:::w lefe:~~~~ ~~;;~ 0 at:E~7,d~:a/:at,~f:,e::: tt:, l'attaccatura dell_a ma– mca. Ancora da mattina, un se.Ile-ottavi color melan::.ana, a doppio fH!ltO. Per la scollatura hula-hoop va men::,ionato uno splendi– do abito di chiffon bianco, con gonna mollo ricca e va– porosa. Un bordo ricamato fittamente di strasse. scorre. sotto la gola e scende mor– bidamente.. opposto a quello di chi cer- •-------------·------– ca di assouigliare costrin– gendo, modellando, incidendo. Una parola•spia t sfuggita dalla nostra penna e. ha sen– ta dubbio raggiunto iniz.iol– mente. le labbra di Maria Antonelli. • Misleriosa •· Il mislcro che oggi la donna ricerca esteriormente. bi• strando l'occhio, lasciando che lo sguardo arrivi da una zona d'ombra intensa, o ca.l– can.dosi il capJH!llo fin sul.le . sopracciglia, o lasciand osi ri– mangiare tempie e. gua~ da. ciocche. di CtJJH!lli, questo mi– stero, attraltiva essenziale di ogni incm110 femminile, la nostra sarta lo raddoppia e. lo concentra in questa cu– stodia lulta mossa e vibra– ta ~ A l'abito o il man– tello o il tailleur, nella linea suggerila dall'andlo che im– paz:,isce.gioiosamente nel pic– colo turbine. de.Il'hula-hoop. I requisiti di qu~ta atlua– lissima serie. di mode.Ili so– no: brio, scalto, mi.stero, e un felièe effeuo di opposi– z.ioni. Attraverso un • massi– mo•, una linea marcala, spesso in rilievo, ch e di vol– ta in volta stabili.sa l'assur– do e.q uator e. della s ilhouette, si fa prevede.re un • mini– mo• o ssia lo ste lo de.Ila pe.r– sona. E ancora, a proposito di opposizioni e contrasti: la gaie:za, giocata dal movimen– to e: l'imponenvz di vari broccati, alcuni dei QUD.li quasi sacerdotali, altri d i una ricchezza cinqueun.te.sca, al– tri intonali a un fasto bi– zantino. E poi: lane brillan– ti come. sete; sete opache co– me lane. Negli abiti desti– nali ai coc.kteils, tale idea ~ messa in evidenza dai vellu– ti in.tagliati a rilievo su raso. Ancora in tema di contrasti: d1e schietta audau modu- VERBA Leda Palm. - Pagnacco (U– dine - Non è possibile re-– stituirc fascicoli di paesic in– \;ati a questa rubnca: rice– \'crli, leggerli e giudicarli c:omportano già un grosso lavoro. Se ci mettiamo anche a restituirli corriamo il ri– schio di perdere le poche ore di riposo che ci rimangono, non Le pare? Attenda inve– ce con fiducia che i suoi ver• si \-Cngano letti. Hoffmann ba ripreso il suo lavoro e non gli manca la fiducia di por– tarlo a termine, OV\"Cro al pa– reggio tra le entrate e le usci– te delle sempre più numero– se lettere. Grazie. VOLANT immobili. Inutile insistCT"esu questa strada che è lastricata di diffic:oltà e non di facil~ ncria e inconcludenza. Luca Del Sam. Napoli - Lei ha ragione, ma non si spazientisca. l suoi versi ver– ranno letti e giudlcau. L>e.l lUDiO ritardo non posso che chiederle scusa. Ricciarda, Napoli - LJl .sua costanza ha vinto, ed è na– turale. Ecco i versi che mi sembrano più riusciti: • Col tuo falcetto d'argento / taglia i fili del mio delirio / na– scondili sotto la sabbia / na– scondili sotto il tuo ciclo. f Occhi sbarrati nell'alba / son le finestre che mi \·cdono I andare. / Cosa chiedi ai mio desiderio / nell'ultima stra– da della vita? / II tuo sospiro è eterno bruciare / tu parli sempre ma non dici mai •· Non mi dispiacciono, c:ome \"ede, per la loro freschezza e sincerità. Anche altre poe– sie meriterebbero la pubbli– cazione, ma l' e aiuola• che posso offrirle è piccola, co– munque è meritata. Spedisca il manoscritto a qualche con– corso per inediti e non si sc:ora&2i. Può trovatt indica– zioni sul nostro giornale. L'operato della censura si quali il problema della presta a tutte le polemi- censura deve essere una ~~:~i~~t:~t ~E,:;iÈ; ~~::~~~~!l:.E della cultura e dell'arte, nelle ricorrenti polemiche Visita diIppogrifo a Peppotoston F. Fitta (firmo. indecifrabile. e senza altra indicazione) - E' una raccolta piuttosto \"O• luminosa, scritta c:on Lt.ttera 22 se non sbaglio, di cui igno– ro la pro,-enicnza. Trascrh"O i \-ersi di e Ho sepolto un so– rino • che portano la data del 3 maggio 1960: • Ho sepolto un sogno nei campi, / fug– gendo il gracidio delle rane. / Dietro il firmamento, / l'amore ba nascosto il volto. / Le stelle, più non sognano / strali d'argento / che solcano il ciclo trepidanti. / 11 gira– sole ha chiuso gli occhi / nel– la notte senza armonia, / e non ,..-edeil pianto / confon– dersi alla rugiada. / Solo, un latrato, / insegue il vento / che sbatte le persiane•· L'au– tore o l'autrice comprenderà che il giudizio è abbastanza favorevole per una certa ge– nuinità di espressione, oggi rara tra quanti scrivono \"USi. Anonimo (le. generalitd so– no andate sniarrite tra le car– te) - L'autore ha datato da Milano 29 luglio 1960 i se– guenti versi: • E forse un giorno i limiti contiene / del– la felicita, ma di più !Pornj, / di più giorni è la vita. Ecco la a:ioia / di\'C~ illusione e sogno umani, / dh-enirc possibile e sparire / come quel giorno di felicità•· Si ri– conosce? In tal caso accolga i complimenti. ln pochi \'Crsi è riuscito a COiliere l'espres– sione di un momento di gr;!• ria, di felicità, cos\ rara nei giorni della settimana, che fa piacere segnalarli, parteci– pandone, se l'anonimo autore permette. proprio perché non è tas- giornalistiche di dubbio (continua da pae. 1) scrissi ìl famoso verso •Sto• sativamente regolato nelle gusto artistico e di dubbia parola era unmisto di suo- mi venne una ve.n.igine che ~r\l 0 ~!/ n~~i ~~:el~i~ onestà culturale. ;e ~ ~~~u~o!a~i; ~~ ~~~ a non pensare legge esiste fatalmente d~v;e~t:~:ir:e1;! c;~:~ sculaomnia·-co,? ... 1em,. oo, • m...,t>:o,.• .~ o m~.e'ia m~fa iieriso~o cg:: rarbitrio. E non è vero .. v ...,.. .... elusa. Col tempo, si mette che questo arbitrio s: ma- punto di riferimento e non stesso facevo l'eco. Cerca\"O giudizio, esclamò Pcppotoston nifesti O possa manifestar- deve essere una comoda l'essenzialità che rasenta il allungando il suono delle si• esclush·amente in colo- esca. Nel problema della :~ .!i~tt:~urt~~A ultime vocali. Verso l'età ma- ro ai quali è affidata una censura noi vediamo so- misura che mi affiatavo con tura mi rilessi i classici e fui determinata funzione di prattutto un problema di la lingua eletta inc:ominciai preso dal dubbio. Mi dicevo: interesse pubblico; ma si ~~~~: ~~~ Pf~!':c:u~f!: ~n~t~~relllc s~=li ~eJ: ~~12:ie!Jn~~ la v~! ~~f~tac:i~~~ei eq~iÙradi stioni di una polemica che \-OCale •a• mi da,-a un ~i:Ua ~~~ ìì:f~l: quella funzione dovrebbe- nelle sue espressioni dete- ~~~l~re~ La.!~. m~i r; mia ossessione pro\·eniva dal- ro accettare lo svolgimen- riori - e sono le più !re- • le parole brevi, anzi addirit- to e viceversa sono posti ~~~n!~a~i:tour?1~i ~~oti ~t~Ìarelunrrco~e f~~ ~r: ~fa "-=ia q~~~ Qj in grado di o;.tet;gi~rlo i° ti avariati. ~~w ~~ti Epc~~•:ri di: <;1: vero, nella lirica, non c'è che ~ ~~:~ fini 1 p;~?c~f:n~ GIOVANNI CALENDOLI nh•ano di notte. Quando il suono, -------------------------------, diu~se~ot:~~~tiUD sorfa1~ to. Mi suonavo da solo. Stan– do al buio, fui preso dalla mania dell'oscurità. Elaborai la poetica del buio assoluto. Ritratto di Diego Valeri (contJnua da pag. 1) capovolto, e della Biennale in salvo sono rimasti soltanto i padiglioni. Chi l'avreb– be mai sospettato? Con quel garbo, con quei sottintesi, con quelle citazioni, que– gli aneddoti, quei. ricordi personali, quei miti richiami e un mondo civile, educa– to, responsabile ... Il tratello di Diego era pittore, mor"..o de tempo, in giovane età, e non è azzar– dato immaginare ·che codesta difesa del– l'Art.e, Valeri l'abbia tentata per • com– memorare» proprio il fratello, altra volta protagonista della stessa Biennale. Sia come sia, ci addita i quadri dello scomparso, e cosi ci dimostra che il dia· logo tra loro due non è stato interrotto dalle morte. E' questo, l'insegnamento che ne riceviamo. Non ci sembra dJ poco conto. Valeri, per documentare la proprie carriera., !.ruga in una piccola libreria, dove sono racchiuse le sue opere: un fa– scicolo della Nuova Antologia, datato 1913, contiene un saggio su André Gide, allora scarsamente nolo persino in Fran– cia. Il primo libro di versi. Saggi. Ritrat– ti di città. U n libretto di versj scritti di· rettamente in trance.se. Conferenze. ti si leva per chiudere la porte posta di fronte a una finestra aperta. Anche noi avremmo fatto lo stesso. Forse anche per superstizione? ...). Invitati a Nervi per un convegno lette– re.rio, Veleri era tra nol, Insieme a Ui:t· garetti. Flora, Vittorini, Goffredo e Mane Bellonci, Angioletti, Baldini, Carlo Levi: parlavamo a turno, all'aperto, dinnanzi ai villeggianti e agli indigeni Ve.Ieri prese raramente le. parole., e par– tì prima del banchetto finale. A San Frut· tuoso, tuttavia, aveva tenuto testa a Flo· ra e a Levi nel mangi.are, a fine pe.sto, montagnole di ricci di mere. Ne er~ ghiotto come un adolescente, Unge.ret~1 insinuò che gU servivano quale afrodi– siaco. Be.ldint. quale commiato, a mo' di ringraziamento, concluse In un t ·tndisi: • Vi rin.gre.ziamo dal profondo del cuore per l'ospitalità. Siamo stati veramente bene. E. questo, soprattutto è il vero mi– racolo: cl slamo voluti bene. Voi non riu– scirete mai ad immaginarvi quanto cl sarebbe costalo, in un altro luogo:>. Se Valer! rosse rimasto sino all'ultimo, che cosa avrebbe detto? Glielo chledle.mo , a bruciapelo, dopo tanti anni . Risponde : e Ebbene, ti ricordi te gare con Flora e Levi? Avrei detto soltanto questo, pensando alla loro mole: ~e ~~!:O~ ~n s!~a~l~r~ dine sparso sulla pagina. I critici, mi dicevo, penseranno a chiarire tutto, anche se non c'è nulla da chiarire. La vera ~;;li.è s~~~: ~~g~~~u perché nessuno li ha mai sentili parlare. Mi dedicai al verso lungo e solitario. Poi affrontai la strofa, l'inno, l'elegia e la canzone sin– ahiozzante. Senza che me ne accol"KUSi, sta\"O rivoluzio– nando la metrica, la proso– dia, la semantica, la fonetica, in una parola, im•entavo, con pochissimo suono e con poco silenzio, la nuo\•a poesia. La critica andò in delirio. Meno capiva e più scrh-cva c:om– menti. E la c:osa più bella fu che i commenti e i &i,udizi =ia. ~~v=~ut~i'!i b:~~ Le citerò qualche verso: Tolto il diadema alla fugge.nte. notte. terra nuda si mostra al nuovo giorno. II secondo ,·erso mi costò un processo per oltrag&io al pudore. Si trattò, s'intende di• E J'c1~~~ueinggg1: maestro, che ne pensa?•• osai chiedere con un filo di voce, come se fossi calato in una tomba. Dall'alto del sea.gio, Pep- potoston urlò: • La poesia di oggi ba le radici ben pian– tate nella mia poesia di ieri. Lo sperimentalismo è l'erede l~ttimo della mia poetica. Sostituire il rumore, o il si• lenzio, come crede, al pen– siero. Siamo nel sottosuolo dell'angoscia vocalica e se– mantica. Abbiamo dato fi– nalmente l'autonomia alle parole, molto prima che non fosse data ai comuni e alle regioni: libertà assoluta. 11 lini\,laggio poetico non cono– sce caserme e dittature. I significati? Vecchie storie. Non c'è che il silenzio a som• mare tutti i significati cli questo mondo•· L'orazione di Peppotoston ml aveva ormai travolto. Mi mancava il fiato, ero diven– tato io stesso una pausa. Guardai dal basso e vidi che i lacci dei mutandoni del vate si erano sciolti in se– auito all'agitazione. •Maestro• - pronunziai a stento - e e la poesia di domani?•. · • O la pagina bianca o la bomba R: non si può sfua– gire a questo imperati\"O. I poeti SODO \-eHenti •. l\ti salutai da Peppotoston con il cuore che batteva nelle ginocchia. Non fiatai più. Sull'uscio ci guardam– mo negli occhi senza che aprissi bocca. Peppotoston mi disse: •Grazie, grazie rlel suo silenzio poetico. Il si– lenzio è d'oro, sempre d'oro• e si ritirò nel buio. IPPOGRIFO C;arlo Levi (eontinu~a pag. 1) partigiana: questo il succo del discorso-fiume dell'anti– comunista Carlo Levi. I professori dell'Atene o di Padova. stan– no preparando un Jbro su VaJeri e un altro collega, professore e critico. anzia– no quanto lui; Diego me ne fa cenno con calore. Si vede che le. testimonianza gli sta a cuore, come gli stanno a cuore tre dei suol Hbr1 rilegati In cuoio pregiato, offertigli degli alunni di Padova, per i! suo 70. compleanno. Eh già, Valeri li ba superati da due o tre anni, i 70, ma dav– vero non 1i dimostra. Sono felice dl non essere e.rrivato ul– timo•. Già. proprio cosL Valeri non arriva mal ultimo {anche se, per pudore, non Sl schiera mai tra i primi). E' l'unico rim– provero che osiamo muovergli. ore che, insieme a colleghi ed .ùunni, anche nlll lntendklmo festeggiarlo cor. questo scrit– to non certo di occasione, che vorrebbe additarlo all'attenzione degli italiani co– me un Maestro non solo all'Università. Era stato annunciato im~– ce un dibattito, • Paese. Sera • ~ Io aveva concla– mato a prova della serietd della manifestazione. Ero al Metropolitan propri o per questo dibattito, avevo por– tato ritagli, statistiche e stu– di sul problema dei giovani e mi proponevo di intuve– nire. Invece il • Ce la fare– mo (• Vinceremo•) di Carlo ùvi ha galvaniu.ato l'udito– n·!' che al grido di • Ban- i r----------, I 1!C:ri ~:s1e• sta:e..riC~~~a~~ EDITRICE bale attreznta, tnn- manifestazione s't conclusa. (Da buoni meridionali, non ci mera– vigliamo di certo nell'osservare cbe e.o– che Valeri rifugge dagU "spifferi"; infet 4 R. M. DE ANGEUS tenD&le upcrlema, a.amlna ma- Mi sono avvicinato al tavolo ooacr11t1, poesie, nOYdle, roman- di presidenza e ho chiesto zl, aggi nrt, pubbUcando • a Carlo Salinari: • Ma il di- landaodo le ope.re merite'i'Oll. a battito ... •. Mi ha gua.rdato condhionl d i partJ colare fa\"Ol'e. come si guarda uno s_orOV\·e- Sa1,~: L'APPRODO DELSUD, duto, con lo stesso sguardo LungoTeatro Nuovo, 29, NapolL ~c_h,i non guarda di Carlo GIUSEPPE TEDESCHI Gi01·anni Giu!.ian, Trieste - Italo Bidditt., Roma - RC,::.. berlo Alt. Tomalin.., Torino - Malilde. Falc., Torino - Ivo Prand., Arqwl Poll!.fiM (Ro– vigo} - Luigi Calde:ran., Ro– ma - Sergio Pirne.tt.., Tneste - PP. Egisto - NicoUJ. De Nigr., Zelgrino (Venezia) - Gianfranco lmben., Carpi (Modena) - Spi acente, ma non posso crea.re illusioni in chi non m ostra d i possedere un minimo di qualità, qualche cosa su cui sperare e lasciar sperare. t loro \"ersi mancano di •carica• e non somiglia– no nemmeno a dei giocattoli Colgo però l'occasione per consigliare che testi e lettera vengano fermati possibilmen– te con un punto metallico ad e,.;tare ogni pericolo di smar– rimento e di confusione sul tavolo ingombratissimo. BOFFMANN Tutte le opere di ALDOPALAZZESCHI__ È uscico il m volume dalle estrose arguzie di 1VITE LE NOVEllE dalle eccitate fant2Sie delle OPERE GIOVANILI passo passo al tnguardo de~ grande =e I ROMANZI DELLA MATURITÀ SORELLE MATERASSI I FRATEW CUCCO LI ROMA lin:ipidee vive opere personaggi testimoni e panccipi di una tra le più ricche "commedie umanc 0 scritte nel-nostro secolo CLASSICI CONTEMPORANEI ITAUANl Collei.ione diretta f da Giansiro Ferrata MONDADORI

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