la Fiera Letteraria - XV - n. 22 - 29 maggio 1960

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 29 maggio 1960 Wiligclmo, scultore di Mode– na e dei tesori artistici delle ,-arie città italiane. Ebbe inizio, "llora, una specie di gara gentile tra l'al– tra signora presente e Ma– dame Denisc Rcné. Il giuoco, allargato il suo raggio a lo– calità remote, durò a lungo: VE 'JrJRJCNE 'Jr'Jr A * Est-ce que voru oom1esse.::? ..• E qui il nome di una qua– lunque città dell'Europa e dell'Africa Equatoriale, owe– ro delle due Americhe e dcl– i' Asia. Tutto questo fin quan– do non si arn,·b al • dun– que•: un dunque inaspetta– to, sconcertante, quanto - a Fiducia nell'avvenire * di VLA.DlìtIIRO CA.JOLI ~ 0 m!~7~n;; sir~;iti~cll~ spire di questa specie di r: finf pc~~~~~i:u non a,·er mai visto Rom3. Fu questa la rfrel:uione sorprendente, come un mi– stero svelato: la nostra gen– tiJe ospite parigina mettc,-a a nudo una piaga, che era la spiegazione di tante cose. Roma la classica, con il seo ordine, con le sue pro– spetth-e, col suo pensiero e - diciamola la parola Lanto te– muta - con la sua tradizjo– ne. non a,·e,•a nemmeno la importanza di un dubbio nel- 1::i mente di JJcnise René; neppure di uno scrupolo. Roma o non Roma, le cose dell'arte anda,,ano per il lo– ro \-Crso, secondo Dcnise René. E Poussin, Lorraine, Oa,·id, Corot, lngres ecc., e tutti gli artisti francesi che s'erano abbe\-erati a Roma non a\"e– vano mai sollecitato nemme– no la curiosità dell3 signora arri\"ata all'arte d'a,-anguar– dia. al suo sacerdozio per quell'arte, evitando ed igno– rando forse di proposito la esistenza di Roma. Ma, fatti i .:alcoli nella mia mente, m'an'idi che i conti torna,ano alla perfezione. Roma era meglio ignorarla, da.e.ché la sua conoscenza e la sua suggestione a,•rebbero forse affascinato la nostra ospite, fino a fuon;:u-la e, da ultimo. a perderla a tut– to danno dei bisognosi gio-– ,·ani dell'avanguardia artisti– ca intemazionnle. DO.\l.ENICO PURIFICATO n nome di Bertrand Russell. filosofo e materna-– Uro inglese. è spesso sban– dietrato dai necro!o:-i della civiltà occidentale. L'abu– so c"è ma non si vede. e consiste nel ridurre uno scrittore tanto sottile e umoroso, a frasi come que– sta: e -.o:a che si può uti– lizzare l'idrogeno, la CW disponibil.ità è praticamen– te illimitata. esistono seri moth; per sperare che l'homo sapiens riesca a porre fine a se stesso. con gran vantaggio per gli ani– mali feroci che, forse. so– ?=avvivranno > ( ABC del– la Telativit.à. Milano. Lon– ganesi). Non è la prima volta che gli uomin.i accettano il pensiero dell'annienta– mento. ma in ques..o caso ci par d'essere lontani dal cupio dissolvi. anche se il Russell dice di e sperare > si avveri il peggio. Pre– mio Nobel nel 1950 come e difenso:-e dell'umanita >. il Russe.11 ama p:o!onda– mente la \c;ta. a condiz.io– ne che sia libera e intelli– .gente. Se qui par-lasse sul– seMo, dovremmo crederlo convertito alla metempsi– cosi. e convinto di poter-si trasfe:-ire in tmo di que– gli e animali feroci che. fo:-se. sopravvivranno >. Quanto alla ferocia della sua visione apocalittica, non par dubbio che sia ra- Ricordo di Natta (Contlnu~ pag. 1) penna: e Facevo e rifacevo frasi, ponderando gli elP.– menu del discorso quasi come fosse sulla carta >. Aveva cominciato a scrivere a trentacinque anni: venti pagine di un racconto; poi riabbandonò la penna. Preferiva scrivere conversando. Molte sue pagine sono affidate alla memoria di chi lo ha conosciuto: e non siamo pochi. Aveva vagato a lungo, da Sanremo dove inc<;>ntr~ alti esponenti, all'inizio del secolo. della colorua di emigrati russi, a Firenze dove s'era recato per cono:– scere quelli della Voce e di I.acerba e anche André Gide alle e Giubbe Rosse > e poi Nizza e Grenoble dove fu studente della facoltà di lettere; a Cannes era stato precettore di una ricca famiglia; Francia. Inghilterra.- A Roma aveva conosciuto Scipione nel sanatorio Cesare Battisti, ed un ritratto fattogli dal pittore è :scomparso da anni. Ora ne esiste uno, non meno prezioso, .dipinto da Omiccioµ, uno dei -~ amici che predilige,·a, con Ungaretll, Monaches1, Neno Gat– tamelata, Calindri, e qualche altro. Anche tre suoi quaderni. fitti di note. riempiti durante il soggiorno senese presso Leone ed Elena Vh•-ante De Bosis, SOno andati perduµ nei suoi. tre: quenti traslochi: erano la materia di due saggi, di due ritratti da anni sognati, di Rochefoucauid e del Monaco che scrisse l'Imitazione. Ultimamente Natta era direttore e cerlmonlere del « Lunedl letterari» di Sanremo. e a Roma capitava per reclutare amici da invitare. in Riviera a tener conferenze Era un lavoro che gli garbava: lo tenPva legato al sUo ambiente, alle persone che egli stimava. Resta di lui un libro: L'ospite dell'Hotel Roosevelt, pubblicato nelle Edizioni Milanesi della 1\-teridiana n~l '53, presentato da U~~aretti. I suoi ~!imi r_acconu, qualcuno dei quali g1a apparso su r1_vis_te,li aveva affidati a Bassani per la collana da lui diretta presso Feltrinelli. Avevano per titolo: Questo finirà ba~hiere. E me ne parlò già cinque anni fa a Bordighera, quando lo conobbi. Un libr!) ~1 qll;alE: _teneva. Un libro al quale teniamo perche c1 reshtulJ"a una parte dj quel suo conversare dialettico e fine che cono– scemmoin pochi. e F..ccom! qul, al traguardo di tanti anni p_ieno dI stupore e cli meraviglia. M.i par _d'essere il r1:5ultato di un mistico conciliabolo. Sono diventato un disegna– tore di mostri. E' assai triste non incontrare ~ai nessuno, un amico, che fermamente creda al_ Demoll;O. Kacqui con un alto amore di me stesso, in seguito molto turbato. Ho potuto paragonarmi a un Ebreo dei tempi andati. Sono passato ogni volta da uno sta~ sociale all'altro, con animo eguale. La voce de~ mio amor proprio è sottile, interdetta. Trovo r~piro «: palpito nel canto fermo: la _musi~a gregoriana ~ rapisce ... Quante volte ho sornso d1.m~, ~ .quante m1 sono preso un Po' in sospetto ... .,: e I m121~ del su~ più recente discorso fatto nella penombra d1 un caffe in piazza del Popolo'. Com.inciaya d.i lì µ ~o e ritr~tto su misura >. Un ritratto ch'egh aveva 1ru:uato a dise– gnare a settant'anni. e ~e ~veva appena letto una sera dinanzi a un pubblico d1 quattro persone. tante quante ne riusciva a sopportare in dta. E. F. A. gìonata e divertita. Diver-, t.en: e. no. Persuasiva. in parte. ~la infine deludente. se il Russe.Il ci desse sol– tanto quello che i pole– misti isolano nel suo di– scorso. per farci drizzare i capelli. Egli invece sa che, dagli alti .intelletti, ,·ogliamo attingere la cer– tezza che di lassù Si veda meglio: orizz.onti ed oasi da mette. con fiducia tra le cose sperate, sulla fede dei maestri. La nostra im– Inag'.nazione facile al ter– rore e la nostra trepida dappocaggine non hanno bisogno di filosofi per di– sperare. Concediamo che loro ufficio non sia la con– solazione dei tap.in.i. ma la onesta e franca r.<:eTC3 del ,·ero. Tuttavia fJa parte della serietà scientilica. anche il dubbio che tutte le previsioni, e special– mente quelle cat.astrofiche. siano inesat.te. Il Russe.il. come ,•ed.'"C– mo .sa queste cose. Bisogna invece rammen~le a co– loro che. abusando dei suoi momenti di umore maca– bro, mostrano di c.."edere alla funzione pedagogica della paura: « Se vi rappre– sentiamo la strage, vi s.!or– ze:-ete di evitarla>. Non è vero. Le suggestioni col– lettive distruggono l'indi– ,tiduo; niente è più !acile e contagioso che rasse– gnarsi a un fatto presun– to. giudicandolo iaepugna– bile. Ma. il Russell non c'en– tra. Ha scritto altrove tante parole consolanti. Anzi. con questo medesimo libro ci con(.orta. per mo– ti',; che banno appunto il gusto di pandossi russel– !iani. Del Hbro, il letto::-e medio capisce poco. e cer– tamente le pagine che con– tano meno. mentre la fa– scetta. dettata òa Hu.xley. ga.:-antisce che la relatività sarà finalmente e accessi– bile a tuUi >. Relatività: quanto ne Sé4)evamo? Einstein. mas– sa energia. spazio-tempo qua:ta dimensione... aJtre briciole: di preciso, nulla. E. dopo la lettura. non molto di più. ma quanto basta !)er esser co.!i~ dalla vertigine. Ci siamo convin– ti che la scienza si allonta– na dagli uomini non dotati. con velocità pari a quella della luce (la massima. ne 11' universo); abbiamo appreso che in cinquanta anni la relatività, madre dell'CDergia nucleare. s'è messa in graòo di àist..-ug– gerei fisicamente. e che spiritualmente ha già di– strutto anche nell"uomo di buona ma vecchia cultura, il senso della stabilità. del– la ce."fiezza e. .into..--no a lui. tutti i punti cli riferi– mento tradizionali e sen– sìbilL Per gente come noi, ferma a Euclide. a Pitago– ra. alle tu-e dimensioni (larghezza. lunghezza e profondità), il messagg::o è pe.:-ento:rio: tu non esisti! non almeno quale ti credi: e non saprai mai cli esi– ste..~. Sé non ~ui&t.ando la possibilità d'intende.e queste formule magiche (vole\•amo dire: matema– (iche), che pochi uomini al mondo, oggi, sanno in– tendere nella loro inte– rezza. Dunque, altro che assJ– cu:-a.zioni dJ Huxley! sia– mo condannati a non ca– pire. Dunque. piano piano. le responsabilità magg::ori saranno tolte di mano a chi non capisce. Quale ot– timismo ci derivi da pro– posizioni siffatte. non è !a– cile a di:si. ma pr-o,-e– remo. A nosL-o av.-iso. il caos (Continua da pag. I) riconoscere ~eriti spesso neglelli di coscie111i.ssimi tra– duttori>. Ora, la Giuria ha premiato due opere - l'wia di un romanziere polacco, l'altra di uno studioso tede- Unapensata del 1782 j,c;' des~;;~l !d 0 ;r::;:~' 0 i pregi di queste due opere... senza neanche ,wminare i due rraduuori! Ciò vuol dire che si sono ,•aiutate le opere e premiati i due autori stra· nieri (i quali dol"evano c~– dere una parte del prermo ai loro traduttori italiani}: ma dov'è andato a finire il n·conoscimento dei e meriti spesso negle.Jti di coscientis– simi tradzatori >? Neanche la pubblicazione del nome! Più negletti di cosl... data del 1782! Qualche anno prima della Rivoluzione fran– cese, quasi due secoli ad– dietro! L'autore sottopone a una critica rigorosa la tra- ~t1~t~etl~~: ~rt~r:~~ia~ scelte o da parte sua o da parte di conoscitori della lettt!ratura antica, provati e dotati di buon guto, e per premiare la tradutione mi– gliore con una particolare medaglia! O possa almeno la benemerita associavone pe,r lo studio dell'antichitd a Casse! spartire i suoi premi fra traltati su argomenti an– tichi e traduzioni! lo sarei orgoglioso di aver, sia pure soltanto suggerito un'islitu– zione che, non ne ho il mi– nimo dubbio, sarebbe molto importanre e utile>. odierno, la delUS:one e la paura sooo causati dalla mancanza di ve..--eautorità. L'uomo, specialmente se privo di fede. non sa pjù a chi ricorrere. che lo so– stenga e p.."'Otegga, che lo guidi, al bisogno (o, più semplicemente, che gli of– fra un punto d'appoggio noo soggetto all'immedia– ta densi:one degli altri uomini). La certezza che presto sa:emo alla mercé di pochi in.iz.iati, può unù– liarci e avvilire la nost:-a intelligenza; ma. che la supe:-bia sia umiliata. non è un male. Possiamo sen– tirci a.ffidati piuttosto che soggetti alle DUO\'e gu.ide. La scienza ha di buono, che non sembra lascia.-si captare a vantaggio dei singoli. indiv.iduì o nazio– ni. E' incomprensibile ai più? I più agiranno diretti da chi capisce. Forse è Lma condizione ba:-barka. cer me ai primordi o quando si ricomhlofa da capo; ma è anche vero che barbari ben gu!dati fondano !e ci– viY..à. e i civili le dissol– vono. per un eccesso della atth;tà critica (e anar– chica) rispetto a quella creativa. Ne consegue l'inutilità dei talenti umanistici e la tirannia di quelli scienti– fici? ~on crediamo. A par– te la salvaguardia della fede. Si osserva che nem– meno g:i scienziati possono prescindere dalla ,;ta mo– ra:e. E quand'anche il gove..""'Do effettivo degli ~ mini dovesse ?"fdursi a una manipolazione elettro– nica di numeri e di equa– z:ioni. non c'è vero moth-o di credere che la mano di un tecn~co abbia a preme– re. o per follia o per sa– dismo. H tasto sbag::::ato. Non siamo ottimisti per vocazione. ma ci pare di poter conclude.re che lo scienziato, ossia chi ,ruol sapere. non distrugge il mondo. cioè lo scibile. né i discenti. cioè le generazio– ni future. 11 Russell ha poca fiducia negli uomini politici, ma nell'uomo o..~: e Coloro che do– vranno condurre il mondo fuori dai guai a,-:--d!lOO bisogno di <=aggjo, di spe:-anza. d'amore. Se p:-ev-arranno non lo so: ma al di là di ogni ragiona– mento io sono iITeducibil– mente persua...Q() che ci riu– sciranno>. Son parole sue. del Rtssell ( e Prologo o epilogo? >. in Questa è la mia filosofia, di W. Bu..– n&t. '.\W:ano, Bompia:ni); e vedi. caso? dove approda 13 scienza di un miscre– dente. Sostituite alla pa– rola e coraggio > la parola c!ede> (nes5Uno sa meglio di uno scienziato. quanto cora&.oio ci vuole per cre– dere), e siamo alle virtù teologali. VLADL~fIRO CAJOLI Corso estivo di Storia dell'Architettura Veneta Dal 21 agosto al 10 settem– bre prossimi. nella Villa C.:or– delhr.c-Lombardi di Montec– chio Maggiore. Vicenza. è or– gani::zato il II corso estioo dt Storia deU"Architeta.ira Vene– ta: ,.. Palladio e il palladiane– simo in. Europa J'. a cura dei Centro internazionale di s1u– di d·architettura .,. Palladio ... di Vicenza. Tra i docenti gid iscritti fi– gurano: Anthonl Blunt,. C.:eso– re Brandi. Anna Maria Bn.:tO, André Chastel. Roberto Pane. Dtego Voleri, Rudolf W1W.:o– ver e altri. Per informazioni riuoioem al Cent·ro ... Andrea PaUad10... - Basilica Palladiana - Vi– cen=a.. Non so se gli emditi di Casse!, nei due secoli tra– scorsi, abbiarw preso in con– siderazio,ie la ge11iale pro– posta dell'anonimo. Reputo però opportuno girare la proposta stessa, come fosse ,mova, agli eruditi della na– stra Accademia dei Lincei che, pur essendo prevalente– mente un'accolta di scien– ziati (ma anche le scient.e hanno bisogno di traduzioni), potrebbe guardare con oc– chio benevolo anche i tra– dullori letterari e istituire wi premio da assegnarsi alla migliore traduzione dell'an– no. Chz sa cl1e i tempi non siano più maturi che nel fi81! E. P. Applicata male, dunque, ma l'idea in sé è certamente buona e speriamo che que– st'anno la Commissione del Premio Viareggio consideri la causa dei traduttori con maggiore simpatia e bene,·a- le impe-;/ez.ioni, cita i passi relatf,,i, berteggia il povero traduttore, un certo Bahrdt, espone i suoi criteri, futt'al– tro che dissennati, mtorno al modo in cui si dovrebbe tradurre e termina con que• sta peri.sala (egli sr_esso la_ cl1iama cosl}: e Pnma di chiudere, devo com1mica~e una pensata che con n11a grande meraviglia nessuno ha avuto, o almeuo nessu!,o ha esposto. Da per tutto s1 so110 fondati isti~uti per_ il proma– dmento di quQS1 tulle le Scrittore e società le/J~ buona ma, ripetiamo, non nuo,•a. Noi ci illudiam? spesso di avert: trovate .ori– ginali e facaamo p0mpa delle nostre proposte, '!'a quando meno ce lo aspe.t_tra: mo, dobbiamo acco~gerci d1_ es.sere stati precedzm da altn con le stesse tro,·ate, con le stesse proposte. . A proposito di p~enu a~ traduuori mi è capllato dt consultare un ,·olumetto che si consen•a nella Biblioteca CenJrale di Zurigo. E' un'o– pereJta anonima, stampa.ta non si sa dove, ma con la :,~er~~~•tf:i~?i &"~g:/i P;~~I~:; elle non sempre ci bi.segna– no gran che di ,mol"? o di imporl!J-llle: ma, _che 10 sap-_ pia, nessuna socretà ha !na~ bandito premi per traduv.om di scn·uori antichi. Eppure, penso, questo dovrebb'~ere; w1 incoraggiamento, cm '?gm_ tanto si andrebbe deb1ton di qualche piccolo caf!OIQ_\-0: ro, in fatto di tradu::.10111, rl quale e in si e come modello sarebbe 1111 dono non trascu– rabile per le lettere tetlesche. Possa qualche società di pa– trioti tedeschi accord~rsi per_. proporre la traduv.one dz opere antiche, saggiamente (Continua da pag. 1) dusfriale anche quello che \·orremmo chiamare picare– sca nspecchia un elemento. sta pure marginale. della so– cietà: con quella concentrata intenzione polemica che la rapprese.ntaz1one ric:bede. E tanto l'uòo che l'altro dilen· dono il proprio titolo a sl- 2nlflcare. a toccare il massi– mo deil•efficacla nella scoper– ta e trn!SSa a fuoco d1 una realtà sociale. con un mezzo di particolare comunicatività semantica. il dialetto, consi– derato l'unico in grado di raggiungere l'intima verità di quel tipica mondo espressh·o. '-la non sarà il dialetto. so– lo in apparenza capace d1 una forte carica espresshra, in realtà statico nel suo sche– ma e di esteriore e limitato potere d"in1Juenz.a. a mante– nere tra Io scrittore e la real– tà sociale quel contatto che appare compromesso e sfug– gente e che solo un vivo e mai stanco interesse a quei problemi umani e sociali può salvare. per sostenere e anzi con nuamente rinnovare la ,·alidità di una narrativa di par.ecipazione oltre che di scoperta. o. X. LA lIODA ITALIANA * A cura di VANESSA Cronaca dell'eclissi * Se si domanda a Donna BeUengbl i:J che cosa consi– ste. sceondo lei. l'arte del vestire. ci sbalordirà con la più inaspettata delle rispo– ste. • Nell"abolizlone di ogni artificio•· cl dlrà. Infatti. Incredibile: quello che fino ad oggi ci era sembrata la somma e la selezione degli. artl6cl. U ph) amabile degli inganni. e cioè la moda. vien presentato. da questa sarta di gran classe. come semplice realtà attuale. commento più o meno acuto e penetrante d'un profilo femminile che si rinno,•a spontaneamente ad ogni stagione. e quasi in ogni umana apparizione. La moda secondo lei. non può essere che vita \•Iva. sen– timento. lnvece. concepita co– me Idea o come piccola se– rie di ..,trovate a, tanto per usare una parola che ba troppa fortuna anche nel campo sartoriale. tende a cri• stallizzarsi lo una geometria inanimata. cerebrale, dialet– tica. La Bellenghl ci dice che partire dall'Idea è un errore. anche se in tal modo si va più facilmente incontro alla approvazione degli esteti .:? dei critici, I quali amano ri– conoscere uno schema. ~ • lo sono per una moda individualistica. via \ia ispi– rata. suggerita. singolarmen– te. da una presenza che ml diventa modello e muo\·e la mia fantasia. non secondo un estro più o meno artificiale o artistico: ma secondo la pro– vocazione. l'esigenza. il signi– ficato della figura che ml sta da\"3.Dtl •· • La collezione•· contmua con bella franchezza. .. è un brillante pretesto per mette– re in risalto l'umore di una stae:ione: ma guai ad anemiz– zarla in una ripetizione in– sistita. Oltre che un p...-.etesto. la collezione. è un·1mmensa vetrina: è. per la sarta che sia artista. un superiore di– vertimento. E. anche un in– dovinello più o meno gusto– so. Infatti il gioco delle pre– \'isioni. e si potrebbe aggiun– gere delle scommesse. ha luo– go sulla passerella. Ma la vera arte del vestire non può che rispecchiare. in una ma– niera temerariamente \·h•a, innamorante e ammaliante, questa realtà. ad ogni stagio– ne differente che è. non la donna tipo. ma la donna nei suol infiniti modi di essere•· ..D grande lavoro della col• lezione per lei non è dunque che un punto di partenza? ... ..Esattamente. Dove per molti altri il gioco è finito, per me comincia. E Donna BeUenghi. con la pacateua gwtJ.le che la di– siingue. ci spiega che il mo– dello scelto fra I numerosis– simi della sua serie. deve essere modificato. interpreta– to. reso \·ivo. proprio in base a chi lo sceglie. Non si trat– ta d\m semplice. indispensa– bile adattamento. Si tratta di avvicinare con naturalezza questa :realizzazione emble– matica. e in certo senso ge– nerica. che è il modello. a una realtà vivente. Si tratta di !are. d·un eccellente lavo– ro astratto. e !orse sterile. un lavoro animato, per dir me• glio. aopassi.onato. Il vestito. essa afferma. deve essere co– me reco d'una personalità: non uno splendido guscio. un piacevole carcere: deve, per mille ,·ersi - sfumatura di colore. linea. andamento del tessuto. sintesi - amalgamar– si con un gusto partieola::-e. con una verace indi\·iduale espressione di vita. Vi sono abiti straordinari. bellissimi. che non riusciran– no mai ad appartenere a chi li ha acquistati. E ciò perché l"artista Ideatore del modello ba badato al risultato in sé, in ultima walisi a s~ mede– simo. e non ad un rapporto \'i.tale. sempre nuovo fra il modello e chi lo indossa. In ogni sarta di ,·alore la vena creativa non può essere separata da una certa gene– rosità che permette di prodi– garsi in spirito d"intuizione. di rintracciare una persona– lità. magari velata o sopita. per esprimerla nel hatti di una umana calda simpatia. ~eUa collezione della Bel– lenghi vi è una spiccatissima differenza fra gli abiti da mattina e quelli da sera I quali devono essere quasi re– gali. e tuttavia semplici. va– le a dire ispirati a una gran– de dignità. «Qualche caratteristica fon– damentale?• .. Nessun ricamo: nulla di floreale: niente Liberty, 'po– chissimi emprimés. Molto ne– ro per i coktails. Quanto agli accostamenti di colore oggi prediletti; viola con verde; marrone con nero; rosa con nero; grigio con beige. Qual– cosa di più ardito. destinato a una tenuta da sera: lilla con un rosso cangiante che dà nel viola. E. ancora per sera. in chiffon. un raffinatis– simo grigio perla con un gri– gio fumo. Per i tailleurs. che sono ge,. neralmente semplici e soven– te a sacchetto. o semi-vita. predomlna lo chantung.cbif– !on. Il lino ingualcibile. la la– na detta a mano secca. I mantelli da mattina han– no di preferenza la linea di– ritta e la manica raglan. L"impiego del plissé si pre– sta alle soluzioni più svaria– te. ad esempio: un completo; l'abito a piccoli volani sovrap– posti; in modo da non alte– rare la linea diritta. ee man– tello che ripete gli stessi vo– lani anche nelle maniche. Un modello di grande ef– fetto. d"intonazione spagnola; è nero. di crespo di seta: e dalla scollatura. che è pro– fonda. sale fino al viso una balza di tulle nera. pìuttosto rigida che circonda le spal– le, scende lungo il «vu .. del– lo scollo sulla schiena. dove ,iene fermato con due 8bbie brtllanti. per ricadere poi, se– guendo tutta la lunghezza del vestito. Si capisce che la balza di tulle può essere gio– caa come un ventaglio. al– zata. abbassata, inclinata: una occasione per mille civetterie. E' lungo, come- tutti gli abiti da se-ra. t quali sono sem– p:-e completati da un man– tello. Concludiamo la nostra vi– sita e la nostra intervista do– mandando a Donna Bellen– ghi qual'è il tratto dLstictivo della sua donna elegante. -.La possibilità che un abl– to le dà di entrare in un 5alotto. i,tnorando se stessa. pur avendo tutti glJ occhi ad– dosso. un·estrema natu.ralez– za. dUDQue. Ogni sarta e ogni sarto. do– tati di spirito lnventi\"O - e da noi. fortunatamente ce ne sono moltissimi - ha una sua fisonomla che si riverbe– ra nella propria produrione. E' lstinti\"O in ognuno accen– tuarne i caratteri. fabbricarsi su dati iniziali e genuini. con aggiunte e sovrapposlzloni. un posto a parte nel pano– rama della moda. Se doves– simo dire in che cosa- si dif– ferenzia la Bellengbi sarem- mo imbarazzati. perchè essa rifugge l:lon solo da ogni ac– corgimento per !are spiccare la propria personalità. ma addirittura sembra proporsi d·attenuare e velare, i tratti più appariscenti; e forse non tanto per riservatezza. quan– to per un suo concetto d"ele– ganza. Ed ecco che vole-odo ap– prossimarsi a una definizio– ne di qu~ta sarta di gran talento dovremo dire che una delle sue caratteristiche con– siste nel suo coraggio dl di• silludere i-li snob. I raffinati di professione. gll abili as– saggiatori. gli estetiuantl lr ger:ere. Il suo lavoro è fatto di pu– rezza: per cui non presentan– do \·istose difficoltà. è non– dimeno tanto difficile. Per assi:rdo. si potrebbe di– re di lei che da ogni even– tuale perdita - perdita dl una certa eccitabilità dello soirito. d"1;m·acees;:iC"Uriosità d'un infatuato stupore - si tro,·a arr.echita. Non cl stupisca perc!b sa– pere che le sue clienti sono anche un pochino sue ami– che. BIBLIOTECHE INGLESI All"JnghiUena bisogna nconosure un tnd&.icultblte primaio 1n fatto d1 organiz::4Z1.onesocu:le. Nemmeno ne– gli Stati Uniu, che pure .sono senza dubbw o.ua 1 pu, ncch1. 1 ciuad1n1 godono dei p-noaleg, e delle ageuota.– :ioni che oh ingleri si sono asncurau attraveno un iti– nerario di sempre p-iik attenta demOCTaztae d1 proJondo 'jj pC:~~ 1 a eu.tturale i stato srmpTe sepu1to con molta sollecitudine e le 1ni...""lat1ue i prot.-i:ed1menti a Jat:iore deil'educa.:iO'ff.( del nttad1no hanno otunuto n.tultah no~ooh.uimi. Quanto olla lellura. ad esempi.o. il popolo bntann1eo è tTa quelli ad 1nd1ce p1ù efeuato. neppure dG metteTe a paragone. a quanto d1cono le nallsttche, 01 dah Telat.ivi alle na.,-.1ont a Civello eultuTale più bauo. come ltaha. TUTChia,Ghana.. y e-men.. ecc. In Inohilterra en– slono oentottomila bibhotech.e. di.sloecte r.eUl: etttd e net paesi e nei J)lù piccoli borghi, alle quch ~um possono otti.npe-re s :en.za trop;x tmped1men.t1 burocrattci e con va– sta poss1b11itd di scelta dato eh.e in totale sono a dupou– rione del pubbhco oltre sessanta m1honi dt volumi. A questi complessi si.abili si sono po,: aggiunte le b1bhot1•cn.e mobih. che hanno superato le duecento unita. le quali portano fin nei co.scinah J.llÙ sperduti Il piacer,. 11conJorto o il contnbuto dl un libro. Sono t1ere e propne b1blwte– che monlote su furgoni appontamente artreZ2att che per– corrono tutto il ttT'ntono a.ssoluendo cll"encomtobtle com– puo di 1rrad1are lo citnltd. Sollanto con il nJormmento di tah orpani:za...~o,u ou editori britannici hanno asricurata una ttrotura noteoo1~ de, loro hbn. Cosa che non capita da noi dove un hC>ro di sueceuo rocca in medta le diecimila copte. e la vendita di ... n gaHopardo .. (oltre 150000 copie) è un ftnomefl.Oa, quale si fa fatica a credere e resterà. comunque. un record per molti, molti anni. ! BIBLIOTECA I LA GUERRA DA SOLO Nel 1944.. Bun:o M1nagawa.. sol.dato deu·1mpero g-.op– ponese era col suo 1epano di rtan.:a neU·1.soladi Gu.am. Quando gh a-mencani a1taccarono l"uo!a in /orz.e e si copi che la res:1s1enza e-ra 1mpo.ssib1le. venne dato l"orthM o Bu.nzo e oi .tuoicompapni di disperderti nello campapn.a n piovane .soldato s'addentrò nella giungla finchi si se"ltl ol sicttro; si coscrui uri • .,.·,o ad orga:-11:::ars1 per oivere e resisttT'e. Quando il cibo dello :?alno finl, ando in cerca di noci di cocco e altri fnm1 relvottCI.. Se era fortunato. rtu.scioa a prendere qualche p,ccolo on.ima~ La vita non era facile. mo poteua tiraTe avanu. TrascoT– sero cosi vane seuimane. poi meri. anni. Ooni tanto Hu.n– :o pensava a casa o s:1 poneva la doma:1.da d1 coro nene succedendo al di ld degli alben: cer--.o gh amenca-ni ao~– uano conquistato Gu.om e lui non potet>a u.sc1r fu.on . sen.za TUchiare la cattura; doveva SQJ)("T aspeuare. forse I suoi sarebbero tornati. Ma aveva poco tempo di pe-n.sarea queste cose con t-uui i pTOblemaquotuhani da nsot11e-re. E poco çopiia.. in fondo. di star U a 1mmahneontrs1. L'uni– forme st s1rappava da tutte le J>(lrUe qu.os1ogni gwmo dove-va rattopparla in qualche modo Aveva comunque 11 suo Budda di legno davanti al quale pregare e da ctn ottenere confono. EDOARDO CACCIATORE: •Lo specchio e la trottola.,.. Vallecehi E'dirore. Firenze. 1960, lire 1.500. - - - Nella poesia contempora- nea italiana. Edoardo Caccia– tore. pure appartl!'Dendo a quella generazione che le ha dato il maggior fulgore degli anni '35- "40. non si è mai creato Co gli banno creato) un i..-nmediatoriferimento di– stinth·o. non ha mal raggiun– to una ~posizione». Caproni e Luti. Sereni e Bingongiari. Bertolucci e Parronchi sono della sua generazione; perché egli non è stato mai inserito in un discorso comune ? Il quesito potrebbe essere risol– to molto a disdoro suo se non esistessero elemwti di certa fonte che assicurano \·I siano ukase e isolamenti: di dispet– to e di carattere. Quante sono le antologie che lo hanno in– cluso? Quasi nessuna. tra le più consultate. quale c. -iti.co ne pone il nome nella stagio– ne che gli appartiene? E' con– solante che non sono le anto– logie, inclusioni. amori. inte– ressi. critici, a determinare una Poesia. gli esempi sono abusati e rise.biamo di sug– gerire il gratuito, di favo– rire errate psicologie. sem– brare saccenteria ricatto !a- cile. E' certo che la poesia di Cacciatore ba grossi e seri contenuti. non da oggi. Do\"e è il friabile. 11 clou oegat:\"O deUa sua storia? * Al\"TOI\70 ALTAMURA: LA letteratura italiana del Se– colo XV - Universale Stu– dium - Roma - Pagg. 170 · L. 300. TULLIO TENTORI: An1ro– polog1a culturale - Unh·er– sale Studium . Roma - Pagg. 188 - L. 300. O. MARIA BARBAXO: Dal– l'una all'altra riva. Medita– zione - Editrice Studium - Roma - Pagg. 48 - L. 250. A!\~01'70 PIOLA!\"TI: L'Eu– caristia - Editrice Studium - Roma - Pagg. 170 - li~ 600. GIORNALE ARTISTICO - l.E1TERARIO cerca nuovi poe:tl, scrittori, musldstl, Giorni or sono due 1nd1oen.i l"hann.o 1n1rat.- iston.el ,0110 della bo$c-apha.Dopo un affannoso in.seauimen10 sono nu– sciti a prenderlo e a trns:etnorlo fino aJ tnllao010. S' stato difficile conmncerlo che non aveva da temere. Uno tazza di caffè e q-ualche parola gentile .sono servite a nus1eu– rorlo, ma eh.e il Giappone av~se perduto la guerra Buru.o non ooleva crederlo, n.é che il con/lino fosse finito ormai da q-uindici anni. Un esemp10 sinoolare di fede e d1 dei:o– rione verso la Patria e eh.i ra-mm1ntStrava.. o forse. ri.st1n– tiva difesa di non ommeture d"aver compiuto un sacrlfiao inutile. M. V. =:~:° ~ 1~:'.;,,':,':, DlFFOJ'vDETE e valorizzazione merite,·oU. ~lr~~~~:o~~I ;"•:' LAFIERA LETTERA RI n111111111111111111111111111n111111111111111111n111111111111111111111111111111111111u1111111111111111111111111111111111111111 IN TUTTE LE CIREZIONI PER MIGLIAIA Cl CHILOMETRI LA RETE OEI SERVIZI AGIP ACCOGLIE CONSIGLIA ASSIST5 OGNI AUTOMOBILISTA

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