la Fiera Letteraria - XV - n. 22 - 29 maggio 1960

LAFIERA · LETTERAR '.Anno 'X-V• . 22 • SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenjca29maggiol960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO NUl\1ERO L. 100 DlRl:"ZIUNE., AMMINISTRAZIONE: Roma • Via di Porta Castello. 13. Telefoni: HedaUooe 65~.481 • A.mmJru.strauone 650.1$8 • PUBBLlCl'lA': Ammln.tst.nWooe: e LA 1' ... l.&HA LETTERARIA• . Vta d.J Porta (.;asteUo. IS K.owa fAJ-Uf1'.A: t.. 150 al millimetro • A BBONAMENTl: Annuo L. 4.000 . Sem~!"e L. 2.150 Trimestre L 1.100 • Estero: Annuo L. 1.000 . Copta arretrata L 150 • Spedlz:lon• ln conto corttnte postale (Gruppo [l) Conto eorren~ oost.ale n 1131426 Lo scrittore e la. società L'"Orestiade,, diretta e interpretata da Gassman a Siracusa, coraggiosa rottura con la tradizione del "classico~~ Per laprima volta un'intera t ilogia * con attori moderni i un teatro antico di OLG.'1. LOJIBAllDI La generosa illusione dei nost..ri scrittori in questo im– mediato dopoguerra fu di potersi attribuire una funzio– ne di guida delle Idee., e di credere di possedere le forze e l'autorità necessarie per in– fluenz.are la tjta sociale e po– litica oltre che quella intel– lettuale del paese. L'illusione nasceva dalla coscienza del fallimento della precedente letteratura che. responsabile soJo in parte di aver asse– condato e celebrata la ditta– tura. era però stata per U resto costretta ad abd.!care persino alla !unzione di se– gnalare e di tenere il passo delle idee. del costume. del gusto; e a vivere una vita oscura e. se non proprio ste– rile, certo di limitata e con– trastata influenza. L'impegno della nuova let– teratura fu dunque antitutto quello di riguadagnare gli anni perduti. sgombrando il terreno da tutte le false con– quiste della precedente lette– ratura che le circostanze ave– ,·ano staccata dalla realtà e. isolata in zone rarefatte. in cui l'uomo uscito dalla guer– ra non tro,·ava rispeechiato il propno destino né depo– sitata una consegna per lui. Se quella letteratura era tn:'1ttuale pere.bé aveva per– duto il contatto con la real– tà del mondo circostante. il primo atto da compiere era di conoscere quella realtà. di r:scoprirla con un rinnovato e ,·ero interesse umano. • Cristo si è fermato a E– boli .. di Levi contiene que– sta scoperta. ristabilisce per la prima volta dopo tanto tempo questo contatto f.ra lo scrittore e una ,·erità umana prima e.besociale. che da lun– ghi anni era stata coperta da fronzoli e usata come fondo a un'arcadia per retorl. L 'u– mile verità e.be Verga ave,·a celebrat"a con Ja sua reticen– te partecipazione tornava a essere protagonista 'dj una rappresentazione. riaequlsta– '"a voce per esprimersi•e per significare. Ma la conoscenza della realtà era soJo la condizione necessaria per operare su di essa. per modificarla; la de– nunzia di una siruazione. il processo a una societ.'J e a un sistema politico dove"ano es– sere le premesse a un impe– gno a inserire la letteratura neUa vita nazionale. a legar– la agli avvenimenti pubblici per influenza:-1i e persino per ·guidarli. Il vaJore positivo della po– lemica contenuta nelle prime testimonianze della nuova letteratura consiste In questa fiducia e in questa illusione; ne tale polemica si limitò a pungere gli errori della so– cietà precedente. ma investi anc-he i modi della lettera– tura che l'aveva espressa. La poesia rifiutò la contratta re– ticenza e l'elusività deù•er– metismo per diventare comu– nicaz.ione e scambio. dialogo umano; la narrativa si scio!SE' datrobbedlenza a un canone stilistico per cui avanti a tut.– to era la modulazione del periodo. secondo un·intima legge del ritmo, J'aCCtJrata S<"elta della parola e un ri– goroso limite a ogni esube– ranu verbale. Nasceva ora una narrativa dettata dall'e– mozione del fatti. con un ri– schioso margine naturali.stico; si aft'ermò una tendenza al rom.ora.zo eome vita. che non si limitava a rappresenatre la vita ma intendeva agire sul– le strutture della società. mo– strarne le crepe. suggerire I rimedi. Il neorealismo tu questo sforzo e quP_stoimpegno: per– ciò ebbe bisogno di un'espres– sione che non serbasse nulla di letterario e di costruito. ma che nascesse in perfetta corrispondenza coi casi. i per• sonaJ?gi. gli ambienti rappre– sentati. Avvenne che per scansare il co.sinuto lette– rario si cadesse nel costruito !'la:uralistico: ma lo sforzo e il tentativo erano giustificati dal timore di ricadere nella sch·avitù della letteratura. cio.! nel di.::tacco daUa realtà e dalla vita. In quel iwn.>do gU scritto– n. specialm<"nte i gio,·ani. intesero contribuire con la loro opera a risolvere la cri– si politica e sociale in at10; in Italia non era mai avve– nuto che la società letteraria avesse un peso determinan– te sugli avvenimenti politici: ma la storia d'Italia sembra– va trovarsi a una svolta nuo– va e decisiva dopo gli avve– nimenti della RP~istenza che na1Jacciavano i nostri giorni ai gh,rni del Risoqi:imento P rfmene,·ano in mott> quella spinta inno\·a: rice che aveva sublto un lun!!O e oscuro ar– resto. Si g1ustiflca,·a dunque l'illusione di poter offrire con ropera letteraria una presen– za morale e di esercitare una critica alla società non sol<? passat.a ma anche attuate: !H g,ustiftcava la spE>ranza. che la critica fosse costrut1tva. impedisse nuovi errori. ~s~n– messe Il giudizio e le asp1ra– t1oni di una comunità o al– meno di un gruppo Vittor-inl e Pavese ebbt'rO prima degli altri e piil chia– ra degli alt-ri la coscienza del termini entro cui poteva ope- rare quella polemica; si ac– corsero cioè che la forza di urto della nuo"-a nar.ratlva do,·eva cercarsi. per svilup– pare positi\•amente le sue premesse. altre dire:doni ds queJla condizionata dall'ideo– logia politica: ma non cessa– rono di credere che la loro opera dovesse essere forte– mente radicata in una realU di comuni esperienze e idee. al di fuori òeUa quale non può essen•i che un prodotto letterario inefficace e inat– tuale. Vittorio Gassman, dopo l'cs perimento della rappresenr..azl one dell' e Adelchi• in un circo •mobile•, si è presentalo come regista ed interprete principale della e Orestiadc •• riu– nita ln un solo spettacolo, come usa\fano 1 greci del quinto secolo. Nella foto: Vittorio Gassman, Oreste, riconosce la tomba del padre Agamennone, nelle e Coefore• n sedicesimo ciclo di spet– tacoli classici nel Teatro greco dl Siracusa costituirà certamente un momento fondamentale nella st.orla dell'lstituto del Dramma ADtlco. che. per avere ini– ziato la sua attività nel- 1914. abbraoc:i.a ormai qua– si meZ20 secolo. La rappresentazione della intera Ort3tia4e (Agamen– none, Coefore. Eumen!dl). che a comm.Jssa.Iio attuale dell'ente Nlno Sammanano ha affidato quest'anno alla regia ed all'interpretazione di Vittorio Gassman. segna infatt.i sotto vari aspetti il lo questo senso la tradizio– ne non può venire io aiuto ai nostri scrittori. ed è per– ciò che il tentati\·o di Prato– lini nel .. Metello .. porta. al di sopra del suoi limiti. U segno di uno sforzo Innova– tore, di una fuga solitaria in una direzione da esplorare. ~ MeteUo » è del '52; dopo questa dat:a si \•erlfica un ri– stagno. una caduta di tono nella nostra narrativa. che corrisponde a un nstagno nella vita sociale e politica del paese. Sempre pil;l lon• tana appare l'illusione di po– ter modit1care la realtà. e inattuabile iJ compito al ope– rare rulle strutture della so– cietà. di fa.re una letteratura. che sia anche anone. oltre che critica UNA PENSATA DEL 1782 AI\CORA COME NUOVA * Il traduttore, questo sconosciuto Ma intanto S! cere.i d1 non perdere i contatti con la real– tà storica. anz1 si tenta dj dame atto Ulustrando qualche carattere particolare della società ('()ntemporanea cen un sottinteso ma chiaro intento dl denunziare quanto c·è dl frmaturale. di fortuito. di so– cialmente non maturo nella nostra dvfltà industriale. Questa rappresentazione muove dalla cronaca. sia am– plificandola con innesti di una stona piil generale ln cui lo sviluppo o la crisi di una ideologia comune sta come problema di fondo sul quale si muo,·e una \'arietà psico– logica di casi umani, sia in– cent.Tandola su pochi perso– naggi forniti di una carica esemplare; si tratta sempre di una umanità vera e slgni– Hcante la cui presenza nel ro– manzo attuale costituisce lo ultimo pegno della vitalità e necessità dì questo. Accanto Al romanzo indu– OLGA LQ;,,lBARDI (Continu;-"a pag. 2) Nell'ullima settimana di aprile, a Tilbìngen - la bel– la città w1i1 1 ersitaria, le cui case sì specchiano nel Neckar con la loro armonia sceno– graficn, e nella cui ù1cantata atmosfera, iu un aereo fiori· re di meli candidi e rosati, passnno come un soffio di– vi110 gli spiriti magni di HOl– derlin, Hegel e Schellfog, - in occasione della riunione di prima,•era della DeutscJ1e A'kade.mie fiir Sprache. und Dicht1mg (Accademia lingui– stiexrletteraria tedesca), ha avuto luogo la premiazione di un traduttore, anzi di w1a traduttrice. insigne. L'Acca– demia tedesca, ua i aii soci corrispondenti, ciOè residenti all'esoero, ci so,w anche tre ilaJiani, Jgn4,,.-ìo Silotu., Bo– nave.urura Tecchi e il sotto– scriuo, convoca ogni anno due assemblee ordinarie.: in autunno a Darmstadt, dove ha la se.de , e i11primavera in un'altra città tedesca, diver– sa di volta in \'Olla: e.saurite le cillà maggiori, l'Accade.mia ·• 11·essuno carrie,·a 111i tentò.o,, * Ricordo di Natta coetaneo di tutti * di ELIO F. ACCHOCCA * DI ERIIU'O POCAR ha deciso di riunirsi in pri– mavera anche nelle città pic– cole, specie dove ci sia :ma w1iversità: e tra le università tedesche Tiibinge.n, fondD.ta ne.I 1m, è certo una delle più illustri. Ora, l'Accademia, giusta– mente appre:zando l'ùupor– tanza cJie.Jzmuw nel mondo di oggi le traduzioni, ha isti– tuito già tre muti fa w, pre– mio da assegnare. a tradu– zioni di valore eccezionale. Es.so può essere. conjtri.to a un traduttore per tutta l'ope.· ,a svol1a o vu un singol.o libro ed è dotato (per ora) della moWta e indivisibile. somma di 3.000 marciti (circa 4501XJO). Si premi.ano di pre– ferenza traduzioni in te~ sco, ma 110,1 è escluso che il premio vada a traduzioni dal te.desco in altre li11g11e. Così, nel 1958,la prima as– segnazione del premio toccò a due coniugi inglesi, Edwiu e \Villa Aluir, le cui tradu– ;Joni di prosatori te.deschi ri– \1ela1w una ge,Uale pene.tra– zione e sensibilità linguistica, ~! ~elJJe.::,i:::;:iiir~ri_anz Nel 1959 fu premiato Ben– no Geiger, scrittore tedesco resideure. da molti anni a Ve.ne.Va,per la traduz.ione. di Giovanni Pascoli, di Dante (Inferno e. Purgatorio) e di tutto il Canzoniere di Fran– cesco Petrarca. Quest'anno il premio è sta• to conferito, durante una so– Ie.,me. cerimonia ,rdla sple.,r– dida sala del nuovo Ginna– sio e Kepler •, alla signora E. K. Rashin. E', questo uno ~!f~'~~:~";~Qd5:,~ 1r~Jl c'J~~ ~ fu I.A. Hallo, tradultore del Don Cbisciotte, di Guerr.:i e Pace, di Delitto e Castigo e de.I Cortegiano di Baldassar Castiglione. LA Spagna ha un premio per i traduttori fin dal 1956 e la Jugoslavia ne ha asse– gnato uno già ,1el 1949a Je.– lisaveta Markovic e al pro– fessor Nedic; nel 1958, per le sue traduzioni dal greco e dal latino, ebbe un premio Milos Kju'IUc, il ,•icepreside11- te dell'Associa::ione dei tra– duttori. La Francia ave\•a fondato un premio ancora prima, ne.I 19.38, il Pri.T:Halférine Kamyu– ski della Société de Gens de Lettres che, ne.I 1939, fu con– ferito pe.r la traduzione fran– cese. di e Via col ,,e.nto • della ,~iti~~\ (:ui'i~:re.enF~mèa:rz~~ oggi presidente della Fédéra– lion lnlemationtzle. des Tra– diicte.urs (alla quale è affi– liata la nostra AJ.T J., l'As– socia:.ione Jcaliana Traduttori e Interpreti). Allora il premio era di 5lXJOfranchi, oggi e di 25.lXXJ, ed è assegnato una volta ranno alla migliore tra– duzione di un'opera conlem– poran&i pubblicata entro i dodici mesi prec.e.de.nti.Della Giuria. fanno parte, tra altri, André Mcmrois, Jules Ro– maitts, Patù Vialar. Qualcosa si è fatto anche in Polonia dove i premi per i tradultori sono asse ,ma.ti dal PEN-Club. Come si ve.de , l'idea non è nuova. E in questi ultimi a11- 11i, dopo che, sotto l'egida dell'UNESCO, si è formata la Federazione intenta:.i.onale., alla quale aderiscono ben 19 associa:.ioni nazionali di tra– duttori, dall'Austria alla Fin– landia, dalla Norvegia al– l'Iran, dalla Sviz.:era alla Ci– na e cosl via, si va sempre più facendo strada il concet– to che l'attività, non solo utile, ma indispensabile., de.i traduttori va incoraggiata e. quando lo merita, premiata.. Per troppo tempo hanno circolato traduzioni lette.ra – ri.e.di poco o punto valore (in Italia, p. es. opere di au– tori russi tradotte alla me– glio dal france.se .!) e per trop– po tempo i traduttori, anche bravi, sono stati negle..rti e ignorati. E' giusto pertanlo che si faccia. una sde.zione. {,.a i traduttori, e il lavoro de.i migliori venga me..sso in rilievo. L'aiuto dell'UNESCO si spiega col primo articolo del suo statuJO che dice: e L'UNESCO incoraggia la oo– nosce.,iza e la comprensione fra le nazioni._, aiuta la am– se.rvazio11e.,il progresso e la diffusione. del sapere, fadl,– taudo con appropriati metodi di collabota;Jone. internazio– nale l'accesso di tutti i po– poli a ciò clte ciascuno di essi pubblica •· Per incorag– giare. la conoscenza e la com– prerrsione fra le dive.. rse.na– zioni quale metodo può es– sere più adeguato di quello del tradurre? L'Istituzione di 1111 e Pre– mio Jnte.rnai,ionale Viareg– gio •, fondato l'estate. scorsa, .se è sta.la ce.rto lodevole pet un se.uso, non ha per contro soddisfatto i t1aduttori. Il premio era destinato a due opere, una di narrativa, una di critica, apparse nel corso dell'a11110 in traduzione. italia- 1ta. ed era e inteso anche a ERVINO POCAR (Contlnuaa pag. 2) * di GIOIIA,\111'1 CALE11·noLI p!il netto. coraggioso e signi– ficativo anche se discutibile dlstaooo da quella e formu– la • dJ spettacolo classico. che. dreata da Ettore Roma– gnoli e da Duilio Cambellot– ti con la collaborazione d1 un gruppo di illustri at~ri (Ann.ibale Ninchi. Gualtiero Twn.Jat1. l\iaria. Letizia Celll. Me.ria Melato. Giovanna Scotto ect altri). era stata in questi ultlmi anni parzial– mente adeguata alle nuove eslgenze della regia e della recitazione. ma. mai radical– men te rinno,,a ta. quella racchiusa 1n EcJtUo e: A.tene, opera del filologo in– glese George Thomson. ap– parsa anche oell'ediz.ione italiana dJ Giulio Einaudi fin dal 1949. F,d alle test del Tbomson accenneremo som– mariamente. senza dlscu– terle. soltanto per chiarire meglio lo spirito o almeno I dati di part.en7,a dello spettacolo presentato a Si– racusa da Vittorio Gassman con la collaborazione del re– gista Luciano Luctgnani. Il Tbomson sostanzial– mente afferma che l'Ore.stia– de., attraverso la singuinosa storia degli Atrldi. vuol rap– presentare l'evoluzione della società greca dall'ordina– mento tribale, nel quale vige la legge del contrappasso, allo Stato democratico. nel quale invece la giustizia è attuata dal giudici at-tra– verso un regolare processo. Questa et"oluzione ha una fase intermedia, corrlspon• dente al regime dell'aristo– crazia terriera. nel quale la redenzione del crimine sv– ,·iene mediante la purifica– zione. I tre stadi ai.t.ra, •erso I quali il problema della giu– stizia arrka finalmente ad una. soluzione razionale. so- Nell'attuale edizione del– l'Orestfad.e la rolontA di un fondamentale rinnovamento è visibile attraverso una serie dl scelte arditamente orientate. come quella del traduttore. che è Pier Paolo Pasollni. l'autore di Una vi– ta violenta; dello scenogra– fo. che è 11 tedesco Theo Otto formatosi alla scuola di Bertolt Brecht; del balletto. che è quello haitiano di Ma– thilda Beauvotr; ma sopra– tutto è visibile attra,erso la intenzione di tradurre sce– nicamente una interpreta– zione pardcolare e tuttora assai controversa. della tra– gedia greca e della trilogia eschilea. è no nell'Ore.stiade rispetti.a- Tale interpretazione .,;.,;,,,,r,J-t'-'ll.l EUano Fantuzrl: e Figura•· A pag. 6 una galleria di disegni dello stesso pittore, presentato da Giuseppe Sciortino mente impersonati dalle Erinnl. da Apollo e da Ate– na. Le Erìnnl. che lanciano contro Oreste la maledizio– ne ancestraJe. rappresenta– no appunto. come dice il Tho~n « l'ordine trlbale della. società. In cui la pa– rentela per pane dJ madre costituisce un legame più stretto del matrimonio e lo omicidio d! un consangu!neo è punito immediatamente e irrevocabilmente col bando dell'assa.sslno •. Apollo, \-"e– nerato dagli Ateniesi come e pa tf'rno •· esprime U mo– mento della puriflcazlo:ie relath·o ad un ordine nel quale la fedeltà al padre assume la supremazia sulla fedeità alla madre. E Infine Atena. che nelle Eu.menldi annuncia l'lstltuz:ione del Tribunale dell"Areopago. neJ quale giudica una commis– sione scelta a sorte fra U popolo ateniese. è 11 simlxl!o del nuorn ordine democra.– Uco. D processo di Oreste. che conclude la trilogia. eschi– lea. come rioorda ancora. 11 Thomson. è il .. primo pro– cesso legale nella storia del– l'umanità» ed il problema. della giustizia. 11 suo sYl– luppo attra,·erso U quale e il conflitto tra la costumanza della tribù ed U privilegio dell'aristocrazia sJ: è risolto in democrazia>. costitu!sce 11 moti,·o conduttore della intera trilogia. Resta. a \·edere in quale misura questa interpreta– zione dell'opera eschilea sia suscettibUe di i.ma traduz!O– ne teat.rale. Se infatti è ,·ero che l'Ore.stiade. trasfi– gura poeticamente il proce– dimento storico della nasci– ta della giustizia. fondata su un giudizio al quale sono ec;.tranel i prù:cipi dell::1 ~~~~~tap~C:~~a&f~ dalla benignità divina. è altrettanto vero che queste prospetuve. pur aiut.ando a. meglio intendere lo splrito eschileo. non banno lascia– to una tale traccia nell'ope– ra del grande Maratonoma– co da oon.senUrne una chia- ra rappresentazione scenica. Proprio muovendo dall'in– dicazione che le Erinnl so– stengono la legge del con– trappasso cioè la norma del– la società tribale. i registi della presente edlzioné del- t·ore.stiade hanno voluto che questi splrlti ancestrali fos– rero impersonati sulla sce.na ~~ ba:~~~~~ti~a~rfncfl:: zione che la trilogia esalta U superamento delle sopravvi– venze tribali hanno voluto che nella soeoa trovassero l)Osto otto imponend trofei totemici. destinati a rima~ nere sempre più nell'ombra. col procedere della tzilogia, GIOVA!\.'NI CALE..:.'\1DOU (Contlnu~ pag. 5) Forse il più bell'elogio che gli si potesse fare ---:– e in vita non ha mai avuto neppur questo - era d1 dirgli, incontrandolo per caso tra i tavolini dei caff P. di piazza del Popolo ch'egli amava frequentare: Tu sei un coetaneo. Null'altro avrebbe accettato, tra i molti compli– menti che si meritava, schivo com'era e pronto ad evitare elogi, 1.Pattesi peraltro per tutti i suoi set– tant'annL una fedeltà esemplare, da cinquant'muii a questa parte ha. dedicato le sue energie ~~de~~~ ~o;trla~i~~ t~~ fatti tutte le opere! E Io ha fatto - conte disse il poeta Wenzer Be.rgengme.n ,tradut– tore a sua volta dal russo, ne.I suo discorso - con rma scrupolosa pazienza e pe.ri: ia. con un fervido amore pe.r le due lingue, il russo e il te– desco, per le due civiltà, per i due popoli; simile in que– sto, lei, già studente.ssa di architettura, a quei costrut– tori medioevali che impegna– vano tutta la vita a erigere un unico duomo. lA Rahsin ha saputo mantenere la pu– re.ua e la libertà della lingua tedesca e, ne.Ilo stesso tempo, il sapore e il profumo de.lla lingua mssa. HITRA.'I"l'O D'UN PERSONAGGIO D' A.VAi'\GUA.RDIA * Era un e coetaneo•• Natta, perché aveva la qualità d1 apparire innocente come un ragazzo (e lo era infatti) allo stesso modo che tale sua qualità lo rendev~ scaltro nella conoscenza degli altri, di chi gli si accostava; e bisogna aver assistito _ad una sua cooversaz.ione, ad un suo incontro dialett1co - quat– tro persone di pubbl~co era il ~assi.mo ~e rh.~iva a sopportare - su gh argomenti ~e più lo _m~: savano: letterati italiani e francest., concetto d1 libertà individuale, rapporto con gli altri, ecc. e Coetaneo • di tutti. perché sapeva scendere o salire al livello di ciascuna età, di ciascun grado di vita senza sforzo alcuno. liberamente. come in UD giuoco del suo carattere. vivo. aperto, rifle5:-o .n:-11? sguardo civHissimo e nella sua parola che d1 e1vilta profonda era nutrita. Un e coetaneo., nato pero - come amava conre3'. sare - agli estremi confini del XIX secolo; ma chi se ne accorgeva infatti! Aveva la mia ~tessa. età. ~ la tua: l'età di quanti g~ parlavano; di quei ~ che riuscivano a tenergli te.sta. ché non era facile. avviato un discorso qualsiasi. riprendere _la parola. Che parlatore era! Squisito. esauriente, logico. Un uomo di spirito. Nato col gusto della oaro!a ( e della magia •) compativa i propri e gli altrui difetti dopo averli m~i in risalto. Si co~~ya, e conosceva a meraviglia i confini del raziocmto. E mostrava di possederne a vagoni: tanti quanti sono i chilometri che 1e2avano la sua città d'origine ( e nella Riviera di Ponente, a sei chilometd dalla Francia • > alla città dove contava molti amici, Roma, che lo ac– coglieva ogni volta a braccia aperte perché qui aveva fatto nido, meglio che altrove. • Sono nato senza premure - mJ confidò una sera - e nessuna carriera mi tentò che non mi dissuadesse. Avre1 potuto diventare cardinale se non mi fosse mancato qualche requisito. Sono nato sotto iJ segno della disubbidienza; allignato fra il disprezzo e arrc:eq~~co/inizio di una sua blogra;fia, l'~vvto per il suo e ritratto su misura_>, uno de.i tanti che stavo raccogliendo in quei periodo, e che. Natta pa fatto in tempo a corre,Egere in bozze come ti compito estr~~no.voteva scriver niente di sé, della propria vita, della propria giovinezza. Tutto aveva raccontat'? per anni. da molti decenni, agli arnicL Era uno scn~tore finissimo e della cui autenticita non ba mai dubitato nessuno, ma aveva sempre scriUo senza prendere la ELIO F. ACCROCCA (Continua a pag. 2) ... ap~i,.,,t~~~: ~:Si ;:wv:gr;: clte l'iniziativa dell'Accademia tedesca non è stata la prima nel mondo. '" Già nel /954 in ltalw. ab– biamo visto assegnare. un premio, sia pure un.a volta tanto, a tradutioni poetiche dal tedesco, il e Premio Riva del Garda • istituito in ono– re e me.moria del compUV1to Vincenzo Errmzte.. lA com– missione era composta di due italiani e un tedesco: Bo– naventura Te.celti, l.Adislao Mittne.r e Stefan Andre..s, e il premiato fu Diego Vale.Ti. In Bulgaria, per mcorag– giare. i traduttori, l'Unione. degli Scrittori aveva indetto, pure nel /954, un concorso per le migliori traduzioni di opere bulgare in prosa O in versi in una lingua straniera. Nel /958 il premio andò a Mario De Micheli, W. Andrea– ni e L. Pampuri per I.e tra-- ~i(:t's~~ B~':;!/:e.,,u:01as ra: z.arov. Anche la Finlandia, per la generosità di un mecenate, ha fondato nel /957 un pre– mio annuale., simbole.agiato da una statuetta, da attri– buirsi alla migliore. traduzio– ne. finltmdese di un'opera letteraria di grande valore artistico. Il pruno ptemiato Denise René rion conosce Roma Denise Ren6 ~ per i giova– ni pittori d'avanguardia un nome di richiamo, un nome suggestivo e un po' magico; un punto fermo nella Parigi artistica. Vi fu un tempo che anche noi \'edevamo quel no– me come un miraggio, o co– me un porto d'approdo, ove pensa,'alllo, per esempio, che la nostra • provinciale• na– ,ricella non sarebbe mai giunta. Confessiamocelo francamen– te una ,·olta per tutte: si ba un bel dire - e ciò accade specialmente in gio,-entù - che l'avventura d'avanguardia è una dissennatena; che non ci interessa. E' \--ero, in\lecc, che segretamente ci turba la idea di una fuga mai tenta– ta, di una disobbedienza mai commessa, di 1.ma follia mai vissuta. Ci sentiamo la mortificazio– ne di essere buoni ragazzi, buoni diavoli: le leggi di una educazione ferrea, di una di– sciplina morale, d'una cul– tura classica sono li come il muro d'un collegio, un muro bianco, invitante all'evasione, all'incognito, all'avventura. Si sa che qui è il nostro desti– no di uomini tutti d'un pez– zo, d'uomini d'un'altra cul– tura, d'un'altra educazione, ma quanto ci piacerebbe una giornata di fuga e quante un'ora di anarchia! Tutta"ia sappiamo chè una tale giornata, un'ora siffatta la pagheremmo con la per– dizione, con la dannazione perpetua; e, una volta dan– nati, o si ba ta forza di es- * di DOJIE.IICO PllRIFICATO sere il dia\'olo in persona, ov– ,-cro si finisce in una condi– zione malinconica e mediocre. Denise René era appunto, per noi, una di quelle divi– nità diaboliche che scombi– nano le oose della terra, an– che contro il volere di Dio. E con questa idea nella mente, per visitare il ·suo re– gno, al 124, una volta a Pa– rigi, percorremmo a piedi in– tera intera, avendola malau– gurata.meo1e imboccata per il verso contrario, tutta la hm– ghissima rue de Boi!tie.. Sa– limmo le scale buie e le ridi– scendemmo; una, due volte fino in cima: la Galleria De– nise René ha un ingresso su un ballatoio che si confonde con quello di un qualunque appartamento privato. Per– ciò dpvemmo chiedere a un fattorino postale, incootrato lungo le rampe, à quel étage. si poteva trovare la Galle– ria. Vi ponemmo piede, do– po tanta fatica in un mo– mento in cui, smobilitata una mostra di non so quale dei tanti pittori astrattisti, se ne f,~~~~aJ~gos~~ del- Due signore di statura mi– nuta si affaccendavano intor– no a un tavolo. Se de\-'O fi– darmi della mia memoria. una delle donne Jo,,e,.,a es– sere Denise Ren6 in perso– na; ma non lo avrei certo im– maginato prima dell'incontro ufficiale, che avvenne qua1- che tempo fa, al tavolo di un ristorante milanese che prende il nome da un ,'Ola– tile piccolo. da1 beCco lun- ~~~~: sf°dire~iedifpc~:~ so e ciarliero, a vederlo in– ciso sulla lista delle vivande. Proprietario del locale, mi dicono, è Duilio l.oi , pugile. campione europeo dei pesi welters; ma gli av.,.entori so– no di varia specie e natura: vanno da.i viveurs agli artisti, dagli industriali ai commessi viaggiatori, dai mercanti di arte agli sportivi e, ovvia– mente, a quel singolare am– biente che vive intorno ai rings, aJle palestre dei pu– gili. Capitò cosl che una sera, intorno a un tavolo del risto– rante anzidetto, affollato di tanta eterogenea clientela, convenissero Denise René e Enzo Pagani, mercanti d'ar– te; Reggiani, Toreato, Bor– doni e io medesimo, pittori: Giorgio Kaisserlian critico. Sartoris, architetto, in com- ~~~ disi~~rembf~~d;' ~= tondetto, straniero di nazio– nalità indefinita e taciturno per giunta. Va da sé che il centro del– la tavola do\·essc essere pro– prio Denise René, al cui no– me trema ancor oggi ogni gio,-ane artista d'avanguardia, desideroso per sé del suc– cesso parigino, della gloria e del mercato internazionale. Ricordavo, per esempio, che fu proprio quel nome che i ragazzi dell'..tge d'or, in ,ria Babuino a Roma. gettarono per i primi sul tavolo delle dispute neJl'ultimo dopoguer– ra, ad avallare il loro sicuro destino europeo e sopratutto a impressionarci con H cri– sma di una personalità domi– nante nel clima rovente e spregiudicato di quella Parigi alla quale tutti guardavamo coI~fo~o~ ~,~ff~ un ri- storante si è un po' tutti uguali e, per quanto si vo– glia restare nella linea del molto rispetto, non ci si pie– ga a formalismi inutili, froo– zuti. lo mc gioca\la, vuoi una educazione che si esplica in doverose att:mz.iorù , vuoi an– che un pizzico di quel mito giovanile, che aveva spinto la mia curiosità allo strano pellegrinaggio in rue Boette.. Ma Tu.reato, per esempio, oc– cupato a discute:re di cose che lo impegnavano più da vicino, rivolse appena poche parole a Denise René, duran- te M~J~':n~ f>e !~· Reoé ha gli occhi chiari. ceJesti. ca– pelli neri corvini, il volto un po' congestionato, non più freschissima. Ha ormai l'età che un gentiluomo av,·ertito non chlederebbe mai a una signora. E' cordiale, simpa– tica, sorridente, aperta; ma non ba una personalità pre– potente: ba piuttosto, la dol– cezza di chi s'insinua, col sembrare disposto a subire. Forse, a motivo del suo temperamento, ella non im– pose un indirilZO alla con– versazione, la quale pertan– to si svolse sul binario di una genericità sonnolenta. A,·remmo potuto, in quella sede. mettere su un tavolo anatomico un qualunque pro– blema d'arte, owero di mer– cato artistico; a,·remmo po• tuto scontrarci su fatti per– sonali o polemizzare come e quando a,•essimo voluto, ar– rivando, se mai, ::i.d esaspe– rare il nostro dire con quel– le affermazioni c:podittichc quanto gratuite, che sovente carauerizzano la polemir.a verbale. Nulla di tutto qlh!– sto e, salvo qualche arguta malignità di Reggiani e la discussione a Iatere che Tur– cato, instancabile, lcne,·a per conto suo, l'arte non fu ìn– ,ritata al nostro desco. Il momento più animato e brillante delle nostre conver~ sazioni fu quando si venne, per caso, a parlare dei tar– tufi, ,-olendosi intendere na– turalmente quei prelibatissi– mi e profumatissimi funghi o d1amp1gnons che in fran– cese si chiamano trnffes. Fu proprio Reggiani che, ,"Olendo parlare di truffe dis– se malauguratamente tartufe. usando un termine che, in lingua francese vuol dire ipocrita, ed ba come proto– tipo il personaggio dell'omo– nima commedia di Moliè:rc. Di qui un fil'.tOSSO equivoco tra fungo e :pocrita portato a\'anti finché, distolta l'at- 1enz.ione dal discorso dell'in– taticabile Turcato, io chiarii il di,·ertente errore. Poi le cose si rimisero sul binario solito. E fu ancora Reggiani, il più premuroso \'crso la nostra ospite pari– gina, che ,·enne a parlare di l

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