la Fiera Letteraria - XV - n. 15 - 10 aprile 1960

Pag. 4 LA FIERA LETTERARI~ Domenica 10 aprile 1960 JPROBLE~JI: DEL GJlOR.NO * RITOfu'iO DI VITTORIO G. RO * • Critica e libertà: l'ambiente conomico Un romanzo stur,ro * * di XICCOLÒ SIGILLIXO di t;.JJBERTO . IU.RL -tRDJ \·endere la sua pe.nna al mag• g:or offerente.. t;n maestro o un profes• sore che scrl\·ano \·ers1 o ro– manzi o studi dt storia let– teraria do\·ranno fare 1 i;alu mortali per ve.ndere cento copie del loro lavoro. se tro• \"ano un editore onesto che gli computi. ma dopo quanti anm, il dieci per cento sulie , ·e.nd: 1e. S1 dirà: ma il mae• sao e il profe550re sono già degli ·stipendiati. o·aceordo, a patto di non considerare il rapporto che interco~ tra lo s:ipendio. la famiglia e i normali trenta giorni di un me.se d'esistenza di queJla ste:.sa. famiglia. Il letterato. anche se stipendiato. non ha altr-a speran.z.a, pe::- poter pa– .gare i debit-t di un anno, se non in un premio che superi dt qualche cosa almeno la mezza annualità de.I suo in– sufficie.nte stipenèio. mente da un dentifricio o da un pa.io di scarpe. come meno pe.r tirare a,·anti. è: e\·idente. che tutti coloro che dichia.reranno non idonea :a sua opera tenderanno a ne• gare la vita fis:ca dell·aru. sta. gli toglieranno la pieco– la somma di quel.J:e,ç-entuale premio con eui e.gli dovrà colma.re la \'Oragine aperta<.i tra .stipendio e mercato. Lo stesso dicasi rigl.laròo agli editori. i qua.li , rla una critica obbiettin sl ,ç-edreb– bero condannato al macero i! settanta pe.t cento di ciò che stampano. In questo in\·i.sibile ma presente SOttOfoQdO econo• mico av~ngono I rapporu tra critici, autori ed editori. complicali dd fatto che il critico è: anche autor,e e vi– ce\·ersa; rapporti che con– ducono necessaria.mente ad uo tacito legame e.be nega la b~rt2 dei diversi settori !erte.rari e degli stessi lette– ra1i .specialisti. ).la po!cbe quel sothntdo economico ba già S\'aJutato nel costume e nella cultura tutta la spirituaJita per eui dovrebM \·ive~ una soc::età. e evidente clle i fini di. un artista non sia.no più per– sonalmente arusllci, ma ten– dano a sperson.alizzal'Sl e ad anmentan.i in quei mezzi per i quali e di cui rive la società, riducendo l'arte a sensazione e, peggio, al suo succedaneo immediato, la !unzione fis:ologica. E la cntica e connivente po:che la società. prima l'ha as...cen:ita con rindigenz.a e qwndi l'ha ridotta ad un ingranaggio del .suo mecca• nismo comme.rciale. in una \;ta prin di ideali e dt poesia.. u;\IBERTO \IARVARDI Vittorio G. Rossi Con il rcttnte Cristina e lo Spin.10 Samo, \"ittorio G. Ros:.i passa inatteSamen1e al tema di carattere storico. do– po una celebrata .serie di li– bri di \iaggio e di pagme sulla ,ic:cnda marinaresC3 di Italia; queste ultime non meno salienti dei primi. il cui esotismo può senz'altro indicarlo come un /tuffi!. kt– terario. La c~t:ca !et:era.ria (ma anche di tutte le a:--..;) ?O· trebbe normalmente assoh-e– re i1 suo alto compito m un ambiente 1n cui il crite:,o della ,·er;.tà nippttsentas~ il più alto lh·el!o spirituale ddia ,ita as.soc:ata. Pttsup– pos10 polluco. quindi, quello della libertà. di cui ogni cit– tadmo qualificato all'atu,,ità di cntico farebbe l'uso ptù .az.~onale a1 5m della propria costruz10M mor-ale. Dunque. m un ambiente moralmente sano. J"e5erc1zio della critica don-ebbe rappttsentare la aspiraz:one ad un equilibrio d: cos.c:.enz.a i cui ,·alon e~te– t1c1 in u.n1\"ers.tle do,·rebbero essere vagliati in h:mzione ò.: una responsabilità ~:-sanale. non soltao:o tecnicil, ma an– che etica. Cosi si potn!bbe reahuare ·un ambiente spi– rituale io: cui rint.era.zione di arte e di cntica rappres.en. t.erebbe una ;;:-monios.a col• laborazione di spirit.uùita per J"incremento e !a difeu de• gh autentio \•alon della so– cietà ~ua persona umana ccme ente sociale. Questo letterato non è: qlllndi un uomo libero, per- I ché dipende da uno stato d1 po\·erta. decorosa si, ma st..--e- 1 mante ed a\.·vik-nte. Egii, se \·orrà scrive.re, dovrà pensa• re ad un pubblico che com– çen il suo libro, piuttosto che alla sua ispiraz.ione: e 11 pm delle \·olte farà lettera– tura per i gusti di quel pub– bi.:co in margine., magan. o al giornaJismo, o al cinema. PROBLEMI DI RBA 1 /STICA E DI l'.l/A.YITA. * .\la opere quali Tropi.ci, Via degli Spag1wli. Oceano, Sab– bia, Cobra, FOll1U1 e Sov1·e.1, oltre che esprime.re un suo temperamento di moderno ulisside Yi3.ggiatore, insom· ma, preso dal fascino di pla– ghe sconosciu(e - lo mostra· no più spesso auorc in ,icis· "-itudini rischiose Ja cui sor– te egli condi,ide insieme ai compagni d'av\"entura con i quali, dunque., forma la strut– tura \ivcnte di codeste nar· razioni. E qui il mondo fisico innanzitutto e protagonista stupefacente. suuesth-o, pau– roso a seconda de.Ile.accezioni. oltre ad essere il nccc:ssario ambiente. in rui si muo\vno cililtà, popoli, costumi. usi, tradizioni locali, riù, folclore, supentizione, magia. li tutto reso unitariamente talora in un clima di gesta cora]e che nei momcnù più alti prende tono di epopea. na1uralistica. Dopo quena premessa. pas• sa:-e a dire che in Italia non esiste più critica. m ltaha. paese democratico. pae5,e'cri• st1ano, polrebbe <jembrare ar· intrario ~e ciò non !os..o:e no– tono e se di tanto in tanto qualche cntico illuminato non ne denunci~ gli aspen1 plÙ :-0\•1nos1, auspicandosi. non sohanto un critico. ma addi– rittura un ipercritico e ma. gan una malalingua t I p 1 Leautaud. come Ennco Fai. qu.1 1n Un cas,igamau, (La Fiera Uuerana n. '43. 1959) p:-opr!o dal ;,unto d1 \"lSta dello s-ca.ndalo e dei suo1 effetti morabz.zaton nei ri• guardi ~U'ambiente; quando poi non si an-i\"a penino a sentire nostalgia èella stron• calura. come '.\far.o Gu1dottl nell'omontmo articolo in La 1-"rera Letterana n. 49. La rivoluzione culturale e industriale In Rossi però la conoscen– za dell"csscre è in prima un fatto dinvcstigazione alta e curiosa, con scarsa adesione morale. agli eventi e senza impegni puramente intelleui– \i, si che poggia intera su interessi d'ossen-atorc perspi– cuo e in anticipo consape\·ole di ciò che si accinge. a sco– pri.re ; un osscn-atorc le cui aueozioni si ri\-olgooo pure all'esistenza in qua dell'uomo. nel rui manifestarsi, intanto, usa cogliere tutto ciò che se ne espande con un senso di primordialità. A motho del suo stesso \ erismo - facol– (oso, sano. qua e la CStn>-– , e.rso - e del gusto che lo anima, egli parrebbe ricalca• re il clichè zoliano, ma que– Sl3 che può dirsi 13 sua poe– tica, testimonia rifraniCJ)zc ideali di autori che cinque secoli addietro ::.ichiamarono "'antiletterali •· Ed è recente una '-U.3dichiarazione di au• 1obiografia artistica. -.ccondo la quale rnlle in origine af · francarsi dal tradizionalismo per conseguire un modello dì scrittura in cui le suggestioni pedagogiche di quegli autori. Ebbene. da ehe cosa d1pen– de questa morte de:la crn1- ca o, ciò che requi\-ale. que• sto conformismo criuco che abbassa tutte le operie d"a.:1.e ad un minimo ~mune mul• uplo? s: e detto: presupposto del fiorire della critica e un re. g:me di llòen.a. E in llaha la ìiberta p,,:ihtica. co:slltu• z1onalmente. i ·abbiamo. '.\la libertà politica coincide se.m· pre con libe.rtà sodale? En– tro le norme del diritto pub• biico che fanno da sostegno alla Jibertà politica, vh·e. una soe1età e.be non rise.nte sol. tanto del proprio regime po– litico, ma anche delle pro• prie condizioni economiche. del proprio costume. òe4Ja propria cultura, della pro• pria spiritualita. Diciamo su– bito che le condii.ioni eCQ.Do– m1e.he di coloro che si dedi• ca.no alla letteratura Aono miserabili e che se un disgra– ziato ha sortito da madre natu.ra tale \·ocazione. o det>e \'l\·ere d.1nobili stenti. o de\·e o ad un qualsiasi succedaneo della sua vera natura di pÒe.• ta. E ciò che egli scriverà s1 do\·rà quindi li\·ellare a: più basso orizzonte de.1 gusto dei suoi lettori, cosi che egli sa.'"2 schia\·O del gTado di co– stume. cultura, spiritualità della società m cui vh-e. E qual'è: il costume. la cultura e la spiritualità del nost.ro «mbiente sociaJe.? Il progres– so macchinale ha alzato j prezzi del me.reato m tal modo che gli stipendi non :si adeguano più agli indici dei beni di consumo stret– ta.mente necessan. a ne be perché quando gli stipendi tendono ad adeguarsi, la speculazione rialza immedia– tamente i prezzi. ~a il pro• gresso ha aumentato a.ncbe i pre.ni dei sen"lz.ì: men.i di comunicazione. diverti• menti. ecc., e contempora. neamente, alz.a.ndo il livello del comfort. ha moltipiieato : bisogm aruficiando un re.• g1me di ,·ita sempre più co• stoso. Questa sperequazione tra nmunerazione del lavoro intellettuale e prezzi de I mercato spingono l'uomo so– ciale a considerare il danaro come la primaria deHe ur• genze esistenziali, ro\·escian. do l'equilibrio dei \"'aJori su cu..:s1 fonda o:ni spiritualità umana e sociale. CD.!"i la cultun, l'arte. non sono più fini ma ma%.i, il cui livello e quello del loro probabile mercato. Ebbe.ne., che cosa c· entr:a tutto questo con la critica? Se l'opera di un artista non differisce comme.rciù- Pocc frequcm sono t llDri di urbanistica o dr economia. di socialogia o di polili.ca cht.. pur analiz=.ami.o oroblemi parlicolari, sim10 1rutlo di una ricerca di natura storica: rari qudli clii! raeriur1eono :ma sintesi critica o una ùitui.:io· ne. In questa ei·entualità. a11· che ,1 testo che traua ar:?o· menti specifici acquista lar• glz~:.a di respiro e profondi• tà; e, quindi. in esso trO\·ano modo di chiarirsi le incute:.– ::e e gli interessi a.nd1e dei leuori abitua/menu imeres– sati a temi dfrersi. Sollo q11esta luce i giusto, a mio a,-..-iso.che al libro di J.F. Gravier • Paris et te de– ~rt fraçais' i Flamnrarion 19· ) sia ~,aro as.-.eJmato il Grand Pri,. Gobert d.Historic de l'Académie Françai:.e NJS. In realt.à esso si propone 50· lamertte di a1?alizzare w1 a• spello della JX!lilica accemra· trice di Panl!i e alcune oro· poste per u11futuro dec.emra· mento ddle atti,•ità. In tlltta la Francia: ma il testo, ricco di stalisticJ1e e grafici, espri– me qfezrivamente un impegno storico-culturale. i,1 cui la ir1• fonna:imte di particolari oro– blemi economici e polilici si elet:a a limpida e stimolante 1'Uionc di una silua::im1e e della sua dinamica. Nor1 bi– sogna può dimenticare cJ,e urt libro come questo. pu la sua natura d, indagine, de,·e LINGUA ECULTURA IT LIANE I GRECIA Nm1 si può dire e/te. in Gre– cia la lingua ilaliaJ1a sia pro· prio sconosciuta. Se non una 1:era C011\'Usa::,io11e, le frtUi CSSDoah pe.r le normali ne· cessità del l-iaggia1ore ve,1go: r,o capile da buou 1wn.ero dt persone, in albergo, al bar, al risrorame, n'4 negq~ L·Jta· lùmo che rw,r parlo altro clre la propria lingua non si tro,·a a disagio, specie ad .4tene, a,ICJ1epu la pronte.:.za d"in– unto e la c :ordia.le simpatia dei Greci pe.r quals;asi slTa· niero. Nelle edicole, oltre ai quo– tidiani locali, tabuti dei qualt a colori - e s011 quelli po· polari - 1,a1eono esposte le riviste e i quotidiani Jra,tU– si, inglesi. 11alia11i, tedeschi. J ,ws1ri quotiditvn possouo essere acquistati ad A1O1e lo stesso giorno della pubblica– Vone. verso le 21 .. Le cope.r_· tine dei se.ttimanalt e penodi· ci ilalimu, largamotle es~· ste, fa,1110 ~re. c/1e un n· vo interesse e, sta verso le cou della nQ.Slra vita adtu· rale. J\.iente di più urato. Scarsissime le traduzio,U (Pi· rmtdel.lo i,man:;i llltto, quintii Papini e qualche altro; eppu– re la lelteratura italiaJ~ per nUJJeche u ne voglia dire, e a torto, tton si è _tu111.a1aa Pirandello). A uu gwva,ie sw.· deme che, saputa la mia na· ;jonalità. /~ si1bito il rwme di Carosom! e di .\loduguo, dico a caso i nomi di ,wst n scrinori modcnii e_ contou: portvrei: sono nomi, t>e;r ltu, oscurissimi. Siamo eqru: per qwmrto riguarda la le11eratura neoellenica. il conw1ie te_uore italiano farebbe al massrmo_ 1 nomi di Nikos Kazantz,akrs, Costis Palamàs, Dionisio Sa· lomòs, e foru di Kava(is e Sikwanòs. A,ssD1ti dalle ,·etrilie souo , ,·olun1i in lingua italiana, m,– clte dalla veiriJUJ di w, ,wro libraio in pi.azza Syntagma1os, WtO dei antri cilladilii. e L'Italia, dopo aver tenuto a baltWmo la uuo,·a le.Jtua· tura greca, si tratl'a alqua,1• to in disparte. per far posto, ,·erso la fi,ll! delYOt.tocento, alla cultura francese ~ talora a w, i,r(lusso gemuuuco nor– dico, come ora a,rglo~ue .• 11ii disse Bruno La"·ag,~4 di: reuore dell'Istituto ltalUJJw d1 Cu1Iur11. ad Atene ,re.il "int.1!!''1· sta cJie. gli feci poco pn!rza che si dimutesse dalla canea. e Ma la continuitd geografica e· 1e affinilà spirituali opera– no con pue:nniJà che pr~ale sui mobili fiuJti 4el~ !'°'!lzco, e duermina. contuwrta d1 rap– porti cu/lllrali "· La cultura Jranusc eserata tutt'oggi una note\·ole. altral· tfra. Ma fra le classì colte, fra i fU)\'·a11i,fa_proe~~ - se,t11.o dei tempi - l m~e. 1 frtvteesi. dd usto dedic.ano * all'arte, all'arclreolotia :recJ1e un cospicuo ,uunero di pub· blica:z,ioui. E trar.ce.se è wi'ol· ii.ma • guida • turistica, me,1· ITC non mi risulta che ne es1- ;>lO wui i1aliana, e/te nort .sia il soli10 resoconlo di \..iagg10 di qz.u.sto o quello scrittore. Auche sulle corriere clie por- 1ano U1 giro i \.isitatori relle ,·arie località tam~, le g,Ji. de spiegano alternatanten.te in fra,~ e U1 inglese (e rita· liano fa di solito parte del gruppo e francese •J. Eppure I' ime.resse per le: li11rua italùnw. no11 è sopito del lUll0. Lo alimenlQJW ' co11mierci~ iJ lllrismo, ran1us– so dei giovani greci.nelle 110· s,re wtivu.sità. E c'è parec• cJzia iente clte parla • a orec· chio • ri1aliano pu a,·erlo ap· preso durante il periodo tn· stissimo della guura, specrt! se bantbino. Ne ho conosc:.u– ro uno, wz patelicc ,·enditore di tappeti, in un paesino pro· so Ddfi. noto pa la sua a,1• tica basilica bizantina.: Ossios J..ucas; ripete\·a contitman1e,1- te: c(Jua,id'ero piccolo io par– lavo italiano •· Avrà oui 1ruita o 1re11.tacinque amii al rrtassi11w, ma non sape,·a d1· re altro in italia110. ... I gio,•tv1i veci die ,·enio- 110 a studiare nelle U1U1,·cr.s:· tà italiaJte SOIW COStTelli, c.l· lo .stcuo aJtu~ a un QJ/a11- noso e affre.ualo studlv pro· pede:ulico della nostr.i li:;:ufl prima della panetl.ZJJ. specu se abitm10 in pro~-utcila Pa quelli che i,rv~ abi1ano a_J .-Irene - ferma restando .o buona ,,olontà di apprendere w1a lingua straniera J, litrti– tati.ssi.ma diffusiorie nel ml.lft• do - si aprono le pone da corsi di line,uz ttaluvta .ù· f/stiluJo Itali.ano di Cut.;ur.i., di quei corsi c/1e cunwlm~•· te alimentano il solo me,cau, del libro italuv10 in <,rec,a: quello dei testi sc:o!asttf..1. Frequc,1tar.o quei. corsi C?ir – ca seicemo studD1lt, suddn,.,– si Uz venticinque corsi sc.ralt. Il primo corso è il più fre– qu.en :taJo, per la notevole af– ;ùunz.a di chi _in101~ _effet_· mare ru1 viaggio tun.sllc:o 111 /l~ e desidera impar0:e le frasi e.sset~i per_ f!lrsr cn– pire da ,w,. Ma chi si propo– rre di venire in Italia pu ra– gioni di studio, nelle Univer– sità neili Istituti d'arte e 11.e1. C~n:atori mu.sicah, fre– quenta a,zche il secondo_ e ti tu:,,o corso (tre ore ~tmta– uali), e a volte pufevona I.a c:o,:oscoi..:a.de.Jla.letteraI_ura e della stona tu.li ' art.e 111 1U1 quarto corso. Alla fi,1e del ter-JJ corso gli studoJti ria:.· vmw un diploma. 1A =1• del1' lstiUao Jiaii,,– n.o di Culttua., uuzuzurata ml '.53, è in ww dei pi.ù modenti e C.OllTali quartieri di Ate,1e, in via Patissia, luogo obbii· gato di transito per qualsiltit \'ia1gia1ore, perché propno m quella via si trova il ,Uuseu , azionale .-lrche.olorico. Al solito in ttvtle faccuuie ila· litvte ci si affida più allo spi• rito di frli:.iaJiva e di ab,u:..– ga::.ionc cJie alle possibihta finanziarie. E' propno 1,•ero d,e la ,-oiortlà e la passione .sopperiscono a parecx:iue co– se (ma non o tulio, è ovvio;. Qu011do Bnmo Lavagr,ini ar• rfrò ad Ateiie, nel 1951, d~l– l'lslituto - che prima delld gue"a a,:eva svolto anche .ar· lività di carattere e.rira•Qll– lurale, allo stesso modo dCa.l– tri Istituti di Cultura all'este· ro - 11011 e.siste\-·apiù uiente. So11rae11do parecchio ,.,,,po ai suoi studi di greci.sia per dedicarlo alle funz.ioni ammi– nistraii"·e La,·agniJU si dedicò airopera di ricosinWone. ;,,. tesa sopraitutto in saiso spi– rituale; e dopo qumtto era acca.dUJ0 a causa della guer· ra si può 001 ca.pire u ce ue fo~ bisogno. Abitava al– lora in albergo, e in quell'al– bereo ristituJo praticamente ric:ominciò a fwttiot1are. Ma fi11almente nel /953 si ebbe l'inaugurazione ufjiciale del.la nuova ~dc- I lOC4li nmt sono molto ampi,. specie ora che. oltre ai corsi serali di lingua italia11a, ha ripreso rallt'!J· tà il liceo-gi.lJ_nasio. Le r,uzra– tive cullural1 sono arric.olate in varie manifestazioni: con– feroize (anCIIL di Greci su ar: !~~~tdi t~:f."t~~di docwnentari., mostre d'arte. Per contribuire alla recipro– ca diffusione del.le _cultiLT~ italiana e greca. rlstauto dr Arene ho dato in:i::,io a un'ac– curaJa, anche se limi1a1a, at– tività cditoriah.. e Occorre che nelk Uni-.·ersità italiane. si faccia posto più di quanto non si sia fatto finora, all'in– segnamatJ.o della lingua e del.la W1ua1ura rieog:r«.a • mi disse ancora Lawzgnini. e Occorre i,rfine che gli edi– tori italiani si mostrino mmo riluUanli a far post.o ,ulle lo– ro collane a buone tradu:z.ioni di opere d.ella rina.sc.ente ma pur ~-igorosa l.etteraJura neo– greca •· E altrettmuo, a~– giamo noi, dovrebbero fare gl.i editori greci, nei confronti de– gli scrittori italiani. e Sarebbe troppo lungo ac– eetmare ad alJTo che. si potrd fare ancora: a radio-tra.smis· sioni ~ allo incumen- 10 del turismo scolastico e dei ce.ti inlllld.tuali. a borse di studio e scambi universi– tari,. D0!.1.ENICO MA.'aEUA * di A.l "TO.HO Fosc_ .t.JU ar,ornenzare le tesi con I dati raccolti, pe,r cui le cortdusio· ni s0110 implici1e nella suc– cessione delle orsen·a.:.iom e dei riltvameuti ~~ rag• fnZen~~IQ cuJ 0 ':n~~~: lalo. Ma nello n-olgùnento ~rrato e couente il sismifi– cato di q11CStostudio acqui– sta ,ma precisa:;ione tale do autori:..:a.rci a Sl·iluppare al– ami temi in modo autonomo. Il ri\..'Olgimento ideologico ed economico del sec. XIX è apparso agli occhi dei suoi sostenitori come un raggiun– gimento compiuto m se sres· .)(), che apre la ,-ia alla com· pre:nsione dello ,·erità intesa come logica ra:,ion.ale. e in egual modo fVmova , conc~l- 1, tradi:.io,1ali delfartl!. I.o ,·alidilil di questo emusiasmo di natura rorruvuica è durata eddcntemente finché i germi ,itali clie tale tensio11e con• lt11ei:a si .sono s,,iJuppati e hanno condizionato la realtà come mw,·e componenti. \fa in chi non sentì questa et o- 1,rjone delridea. orie:inaria. è maturala un astratta com'ln– :.imre che mllo il nw,•Uflento che ,·a sotto ti tK>me di rrn>– lu:.ione mdustriale costituu– u di per sé una finalitd, e come tale a,-e.sse bi.sogno di una sua morale e di un s-.io regime; si i persa. cioè. la ca– pacita di riconoscere in esso d me:::o JNr dar forma u, termini rmod ai valori del· r,.111a11a csisren.:.a. Dalla \-O· lontà di formulare una rmo– ,·a Weltanscbaung si sono ,·e-– mlii allora organi::.:,a,1do 111101-i co,iceui d1e, malgrado la pretesa di ,·alidità assolu– ta, era impensabile conscr– ,·assero sitni{ ica.lo e for_a quando fosse scacbda l'attua– lità dei fenomeni che essi e.sprimeiimio, e di1,·tn1.aro110 pertanio un bagaglio di con- 1·m::,ioni aprioristiche. ... J .F. Graviu, maure da w1 lato fa puupire l'allualitil del generale accrescimento d1 misuro d1e subirono i co1teellt e le fonn« di ,'lta Jd se.e. XIX rispello alle lo· ro espressioni tradi;;,ionali, dalJ'allro raccoilie eli ele– menti per d"unoslrare stoll· camente anche la necessua della successfra \-'ariazio11e ai duno1sione.. Infatti il feno– meno pc.r cui il territorio do– po essersi esteso dallo regio· ,ie alla na:tione. ha ritro,-:-.:o di nuovo la strullura regio– nale, si manifesta con1empo• raneame1:1e in allri selton. Il lavoro artizi.a,tale compcmo1· dosi con le sucassi~-e forme 11U1CTOSCOpiche di indusrria– liz:.,aricme ha, da.lo l--ila. ricco del.lo. ruwva esperie:n:z,a,a 11uo- 1·e forme di a11frita; la dlla cJ,e an~,·a nwlato le funzioru di capoluogo in quelle di me_· tropoli tende ora a ,m eow:· librio izuermedio. Ciascun massimo toccalo nei dfrersi processi ha. am.to il destino di radicarsi come COltCllt0 a priori sou,cututto 111 audla =f:°: ~;,~ere- ~i uppuo tl-'Oh'ell elastica.mat– te le premesse dell'assesta– memo in allo. Lo scnttore frmtc:ese inUr– prela la rivolUVone cullurale e industriale come una taooa t::zro:::i:::, r,r~~u:~~ gli .s1itnoli e le uo,,-itll eccez,o– nali che l'wnanità ebbe a di– sposizione ui camoo scientiii– co erano reafi:;zJu.i a me:-.ao di strumenti tecnici molto :!TOS– solani e imprecisi, dz.e 1Jll loro ruilllra dm'elttro prima essere usali in ermidissima quant.ità per dare qualche fnmo e pour poÌ c:onse~~. in virtù dd loro pufevona– mento, una dimensio~ adaua alla nostra \-ila. Nel libro • Paris e, le déscrt (raoc:ais • si prendono in esame Rii a.spt.Iti di quato problema pa la Francia.. t: di essa si conclude chz ha vissuto nd solco della storia erossornodo fino agli albori della cosù!dez– ta rt\'Oluzione industriale e poi ,wn ebbe ccmsidcevoli evolu::ioni. Po questa ragione essa conset'\,,-a i,1 gran parie tutt'ora una città caDilale sproponiono.ta al oac.se . w, radicato senso della nado1ll! i~~ cn:1: dimensioni non sono più ai– tuali Gravi.er dà tm quadro così ~~~~nuaha~ appare t\..-idmll eh.e. come. ieri una o~ viu2U trm:ava ,nodo di . niluppar.si, solo e,uro quella sua daia ~cala, allo stesso modo oe:t!r le mlOl·e s:nitture da'0110 ri– durre la loro dimensionò! oer garm.Lire una pier.11 \'l;a ci· -.'ile. I mez.:.i_ tecnici /tanno infatti raggiunto tm pe,rfe::,io- 11mnento suffeciertte a garan• ,ire W1a continuità col OO!l'.– sato sen.:.a do,·er rilimare n_essuno dei ,·an1a~i acqm~,- 11. Un'industria alm1a1tata da impia11li eleztrici o atomici. per ese.mpio, non da-e .souo– stare alla necessita del.la 1·ici- 11an::adi una miniera d.i CQr· bonc, evi1ando il concenlra· menlo di attfrità allomo alla sorgente di e,rergia; l'uomo fuori della metropoli pui> ora ,·i\.'erea contatto della natura SDi:,a doi-er rinunciare a mu• .sica e teatro o ad .:1en.i al1ra forma d.i 1,·ita as.sociati,·a. (Questa moditicatiorie in atto è chiamata da molli e secon· da ri,'Oluzione industriale• con rara defini::ion.e infelice che ingigantisce l'asr,euo tec– mco del problema e 11011 cornpre:nde in si lutto lo spi· rito del fenomeno). * Questi temi d,e .sorro al- froruati nel libro con I'intt11· IO di chiarire la situa:;wne fraJ1CCSC, possono essere rife– rm all'Ualia pa opposi:,io,ze o analogia, in virtù del loro approfondimento storico. E 111 questo confronto colpisce !-Oprallutto il constatare che forgm,iz.:.a:;iorll! aJluale del· l'Italia abbia una dimensione di st~uttwe fuso questi ter· mini nel ~rtso dte. hamio acquistato fin qui) ~r alcwu aspclli simile a quella delle comunità p1u sviluppale. Il 1,·alore di questa coù1ciden=.a si precisa, però. solo se .si ossert•a cl1e le dinamiche dei due fenomati hanno direzio· ni opposte, l'wuz di accresct· me,110, l'a}lra di diminuzione, come si riconosce sen:.a alcun dubbio studiando alcwii S(!l· tori delle staristiciie. oartico– larmen.te significativi. PertanlO sarebbe stimola11· te, ma utopisl.ico, supporre che co"eggendo il seiiso dei nostri sfor.J con ima compie· la espalen::.a di aggiomo– mento ci si possa insenre ,:egli S\'iluppi storici più at· 1Uali.Non si potrebbe infam, anche ili quesia ouimisllca ,potesi, partecipare subito t pienamenle al cammnio della storia per colpa del ritardo act:umulato negli ultimi ta,,– pi; per una revisione politica di questa natura il ritardo 11011 dovrebbe essere. come itn-e.ce t. ritardo di prepara· :ione tecnica e umana. di al· tre::::.aJure e di idee. A.Ile col– leuiviJ.à impigri1e è sorte ri· perco"ere ui pane le espe.– ne:JQC e le ùlusioni d, quelle più vivaci, ndl'mtpossibili1a di tr~ i loro· stessi ,·antag· gi perdté ,wn si possono elu– dere, senz,a adae nel tonna· lismo, le ,ruove diveru com– ponenti di cui nel trauon110 si è arricchita la realtà. Un'ultima considerazione, silnile in parte alla pre.ceden- J~ ::se::~ t ::a,d=: non sia mai formulala 11.el i l· bro come conce.no generale. Come si disse per l'aggionta– mento adturale e tecnico dei f:/:li UieJ::.b~t::e e!self: cioè, per un popolo una ric– cJiez:,a o una pCJ\,·ertàcome fatto estrmieo all~mlpeK110 det suoi componenlL Endente· ,,,01u, se cosi rum fosse. non ,·i sarebbe. di.ieren:.a. di me· n.to tra allività fattfre e a1- 1t,ilà inutili o d.isperSÌ\-'C-. J,n,ece et.ò è mostrato non solo su1r indagine compiuta 511territori inrjabrll!nle iden– tici per dima, popolazione, economia, che a causa del dll-erso impegno detli abitan· ti migliorano ,ia ,'UI le pro– prie condizjom in Sviz::ua meni.re le peggiorano 111 Francia. Né dal fatto die ad ac:cresc.ere la quan1i1à e la qua.lilà dell.a l~'OTO.:Ì0~ del /uro. pa esempio, co,uribui· scor.o anche popoli clll! 11011 posseggono fonti di combu– Slibilc e di minerale. come filali.a dal 19~ in poi. \la co,rfe:rma la nostra ipo– tesi anche il constatare lo spreco di beni (come incaoa– dtà di utùiuJufi saggiamen– te) che. caralteriz;uz i p,op,oli cptl\,'eri•, e lo sr,cr,,,ero i,,– calc:olabùe di riccJie::za e di /ore.e dm,;.110 al ma11ca10 ag– giornamento delle initiatn'I! culturali ed umane.. delh cit- 14, ddle indu..s.~ degli eser– citi.. e.cc. E çupafluo ora in· siste.re sul fatto dte wtica anu:t,:.wne efie1t1l-a alla co– sùietta PQ\'erta e la abizuduU! alla morgani:..:.a:.,one ci,·ile. che cos1,tuisce ,m aun.t.o mo· teriale e s111rituale.a clu \IO"" g!ia realmente produrre nella ,·ita artistica o economica di uri dato pal!.Sl!. ,h1alogmnen1e w1lca ric– che:.:.a della cintò è l'tn·ere accumulato uno slancio ideale e un'abitmiirie alla produ:.io• 11e,clie permettono all'uomo di esaltare anche quelle sue mtime caraueristic/U!. cJ1eoe.r mmii/e.starsi richiedono mag• gior seiisibilità, acute:.:.a e profondilà. Il lal-'Oro ti J. F. Gra,·ier merita elogio in quatllo sa i,,rp,-imere w,a rterrosa ~11- •a:.ione di disagio e di im– ·11>Jcc10 \'er.)() quef!li errori che si continuano a compiere. cou la illusa soddisfazìorU! e sicure:_:.p. elle co111Taddi.sti11- g11e i ritardcuari. A.'\.10~,o FOSC\RI Duepoesiedi _Vunzio Cossu e alitai dal òese:-to con la tua pureu.a, entre:-ai nell'aiola degli aromi. sarai cedro de! Libano. benedetta fra le donne sulla terra •: cos.i di Te. i! Signo:e. pe:- bocca de! suo [popo:o. Xelraiola àegli aromi per sua bocca il Signore al !.i,·ido serpente maledisse: e Ti schiacce:'à domani. bello nel sandalo. n piede della Donna•· \"lnne a te l'.-\ngelo. io te abitò lo Spirito. e il grembo ti fiori come fronda di palma; ignara d'uomo. hai dato carne a Dio; ma pòsta al priYilegio fu la Croce. Il Gua..~a dall.a!to. \'ergine. gl'unpur1 "inuùlmeme figli: alla gola ci sale calura d; àeseniche estati. Volgi gli occhi, che sono come ,·ascbe d'Esè.bon. sull'umana ,-igna gravida di !rutti pe:- nebbie èense acerbi: senza luce in pien~ d; sole. Aprici. lladre. a: senso delle Slelle. noi striscianti vermi; angeliche fa:-fal!e su campo di messi n rosse del papavero nemico ci muti la potenza di tua mano. Nell"ombra delle tenebre Tu. po:-ta nelle [mura dell'Eterna Citt3. déstaci al sorriso del Giudice•Figlio. Maria. Ge ii Quando Ja terra colse il suo :-espU"o gi3 feconda,·a all'alito di Dio. Toccò ranima il verbo di Gesù. le apriva il cielo. divina legge d'amore che agli uomini impedi lancio sull'impudica. Così. Gesù. l'umanità non ,·eòe di s.asso 'Te di superbi nemico nell'Ultima Valle, ma semp::-e il p35tore di smarrite r-eggi. E a Te. cosi. nei secoli ogni alba è croce sul Golgota, Signore. n Ho oell'anima i segni delle tue cami lace:-ate. Tu consenti il ritorno di 'Te col ruo Getsemani nel mio cuore. :\fa impeto non mi diventa 1a pietà del Calvario: ogni passo lungo il cammino m'inchioda sulla fronte un'alta. spina della tua co~ona. E' che Mi SCO.Te. Cristo. troppo il sangue ncaduto sui padri a1ru:-!o che ti volle crocifisso. si rispecchia.:.::.ero n:mol3· mente.. giac:che ,agg1unge.,a disimolto) la parola ~luc:h.a- ~~ ~=t:, p=~a ocl t~~ :i.10 aureo - di\enta • una porcheria•· lndubitato che dietro que– ste dichiarazioni c'è una rcal- 1.1.. la ::.ua: di artista ormai identificalo da tempo. anche :i.e taluno ili nmpro\ eri la ::.pinta all'mtlazione delle co– se da dire, l'amore per lo spettaCOlo.:.o do,e un ruolo non aa:::cssorio è :i.\Olto da campionari di specificazioni. Ma è pur chiaro che ea:Ii s1.1 uomo di CC021onale ecletu· ca sensibilila cui la ,it3. af– fluisc:c piena e tro,ano ugua• le accoglienza il beUo e ror_– rcndo, l'impuro e 11caslo. 11 portentoso e l'abnorme, il tragico e il dh'ertente; un ~tirc che sa eone.edere an· che all"arguzia. al grottesco, all"umorismo, ma con un di– stacco che raxnta l'indit· ferenz3. Altri ha oi.senato che, appunto, la sua pagina trae origine dalla sensazione a priori, \ olendo cosi dedurne che. quantunque marcata e talora risentita, pure il suo fondo è 1mpres.sionisùeo. ~\a b~ter.i. misurarne con occhio ::.chietto la na1ura. il gusto e la mo, cnz.a p,:r ~ co– me vi manchino del tutto le qualità .intormath·e delri!'"– pres.siomsmo, che pure in– trodusse nelle lettere Wl3 ;>Ua ,italita guizzante, lucida e frc· ~; Yogliamo precisare che il Rossi non procede per .,.no– tazioni estrose e fulmmee per !)Quillanti oleriorità, p,:r -.ensi ghiotti, estremJ.meme puntuali oppure malizio::.i. giacche la sua \ila emoti\-a è ben profonda, sazia. capace fors'aocbe perentoria. Ciò a pane, in lui giuocaoo. non certo per capriccio o bizzar– ria . di ::.pa\ ·al.do . elementi l: dau delrio 1:,,tmm·o, cioe quei tatti ancestrali della pen.o– nalilà umana che alla luce della morale accettata sareb· be rischioso me.tter fuori e che qui invece assommano franchi, al punto da confe· rire alla pagina un sentore di crudezza come se ne \ ede in HeminK\\"3\. del quali! egli possiede La :,.anguignita * Inoltre la ::..-uafattura ha un·ombra di negbge,u;e, onde i materiali si dispongono e prendono consistenza anisti– ca secondo una loro neccssi• t.a ai fini del modello cui s·c ...ccenoato; in tal modo e mi· sura. che non \i restano ~lu::,.i effetti acremente o bruulmente ica&tici; cosi co– me vi sono imprc\-edibili. raccostamenti, equi,-a.lenz.e e. ,·ivilicazioni ponate con lus· suria d'animo. All'inattesa egli me.ne fuori questo Cristina e lo Spinto aJllo, in cui la regina S\'e– dese appare al momento del· L"\ sua ù(a romana quale ospite e pensionata. del Pon– tefice. L'opera è basata sul procedimento dialog:ico, o meglio sul lungo dire e l'al– trettanto lungo interloquire delle ~ chiamate ad ani– marla; la durata di ciascun 'dialogo ha carattere di • am· bieme • scenico introdotto di \·olla in \Olla da scheletrica didascalia. Ad occhio e croce. ~mbra che l'autore abbia ri– tro\-ato in Cristina di S'"ezia una ua controfigura intima, almeno per ciò che riguarda la spregiudicatezza, l"anticon- '~ \é'nnonalismo e la smce.rita a ohranz.a: c.araueri. que::.o. di \·ui e 1racria profonda nella :?>Ua narrati\a. Gli al tori dcli ·oixr .a ::.ono numcro-.1. ma O\ namenle ..,picca {ra tutti la ~na: - niaJe e orgoglio:i.a. ocentn· Gt e in-.inuame. di::.potica e oompli ... --a1.1.. lìr..enriOSJ e con· tr.Jditton.i.. ln, 1.1le e. m~h– r,a. k1 che .;,·e latta i.:attoh.;,a per mtere:.x e adora i ma– ~gi. gli o:.curi e a \·olte cruddi intrighi. C'è poi re Gu.s1a,"O.eroe ~uico. disgu– stato degli uomini. e senza una orcdsa fede nel mondo tranne quella che e.b~ in ~ st~ 'come oondotuero li– gio al culto dell3 pen.onali1a, dominato da uno stes.:.o a.'IlO-– Te per la donna e la milizia. il godimento e l'elaborato :i.tratcgico. E il diaJQio che si s\·olge tra padre e hglia costirub.ce forse la parte ttn· trale del libro. dO\C. i.nlanto cs.:i.i prendono , ia \i3 un ri– ~lto :,,ug ti,o e toccante; cost. Yogliamo dire. attraYer– so le loro ml!desime. aTi()mcn· tarioni e. discettazioni nel cor– so deUe quali buona patte della storia che li nguarda da \;cino. la \;la e il de--ti– no delle ~enerazioni. il co– -.1umc e la mo~le ,engooo !>Chemiti non ::..enza piccanu chi~ture :?>UI fari:.ei,c;mo ~ dale. Parlano ~i da lute– rani s.macc3ti e tJ-a\iaù. o da indifferenti cxoisti. o non 10- ,cce da creduli e cinici?'. In questa sorta di prorana rappresentazione. do, e la pa– rola e scarna e 1?<1h-aniuata. ugola la prc.enza di \·aniinat .\zzolini - intimo e protetto di Cristina -. ombra ·cinC'(;e. che pure determina 1I com– ponamento della rqina e, senza parere. da tono a piu d'un a,.-,enimemo romano; accanto a lui. momìgnor A2:e· tina. cuore pastorale e tra'-0- :;:nato. mon'-ignoT Cap,,ucchi. men1e salomonica in diummo equilibrio tra i do\eri ecde– sia,1ici e la trista re:lha del– l"ora. Altri e non meno no• te,-oli personaggi affollano Cri.stilla e lo Spinto amo, ma il leuore \OIT3 incon1rar– li da sé deducendo nd con· tempo ciò che la l.llica ,c;ja \."O'>tataalrau1ore. la "-'1i r..-or– ri\ ilà :llla (rarl\ :ha.za !>è'nta ri~ardi (qudla. tk.-nint~. che noi gu:i.tiamo per ri, é'r• bero nella parlata delle sue creature) pare stimolala dallo : -ics.so odore delre-,-o sullo .;fondo del quale la \;~da.– dialogo è ambientata. E q~– :-10 potrebbe spiegare e.erto sapore. che ne sorge. di libel– lo di\·ertito. canzonalorio ed C\ersorc che çj intensifica i.n punte e tratti dove. se non ricorrono &li umori di Lucia· no Aristofane e Gio\"CD2ile, pure an·ertircmo un riOui.re. di facezia quattro e cinque– centesca. e perché no, del· raretinesco dialogo delle Cane parlanti. ,on ,·ogliamo cosi inferire ,.·he l'opera s,e ne gio\-a so– :i.tanzialmente. giacché i suoi ,-aJori primi consistono nella , i, ace rianimazione deU-epo· ca che le appartiene. e nella atmosfera di misteriosità che l'aHolge. do\·e stregata e do-– \-e fosca: in brani e passi, anche. ira il lirico e il fabu– latorio che sembrano ,-oleme mitigare il tono gene.raie: di fatica impegnata al massimo. eppure significativa anche nel quadro de.ll' odiema ci\ihà lette.r.:iria. NICCOLO" SIGil.l.lNO i BUONA PASQUA - E TANTI :!: AUGURI ~ ~ DALLA -" OLIVETTI j LETTERA ~ 22 "' i Preuo lire 42..000 • LG-f:. R,volgetevl ai negoz., Olfve"tti e a quelli dl macchine per 1 ufficio, elettrodomestlc:I • cartolerie che espongono I.a Lettera 22. o.. I!

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