La Fiera letteraria - anno XV - n. 5 - 31 gennaio 1960

Domenica 31 gennaio 1960 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 + SCRirfTORI IN PRIMO PIANO + GennaroManna: Unastoriasenzasorprese I L'anno scorso. di questi tempi. mori lo z.io Antonio. fratel!o di mia madre. Nella sua \"ita non c'è stato niente di eccezionale eppure sento che de\·o parlare di lui. Non era un uomo solitario. ma anche qu; ndo si trovava in mezzo alla gente aveva un certo suo modo di arroccarsi in una sua impenetrabile solitudine. Cosa pensasse del mondo. quali cose amasse. nessuno può dirlo. So che non ha mai alzato un braccio per mandare avanti la casa. tutta\'ia non ho il corag&io di biasimarlo. Non era nato per lottare. gli si leggeva sul volto molle e fanciullesco su cui regna\·a t."1.."lO sguardo fiacco e rarefallo. Prende\·a in giro mio padre quando lo \·edeva eccessi,·amente preoccupato per la scadenza di una cambiale o per qualche l'{l.alattia in famiglia. ma una ,·olta che lui si ferì un dito con le forbici. mise in subbuglio tutta la casa per cercare pomate e disinfettanti. Si fece fare persino una iniezione e per una settim~na o due si misurò la temperatura con molta àpprensione. lo lo prendevo in giro per le sue precauz.ioni ecce!ish·e. I\la devo riconoscere che egli non a,·e,·a tutti i torti. Per quel semplice graffio. infatti. per poco non gli venne una cancrena tante furono le complicazioni che t.1e sorsero. l\lio zio Antonio restò scapolo sino alla fine dei suoi giorni. ma la sua vita fu piena di donne. Da giovane. una decina di volte arrivò alle soglie del matrimonio. Quando tutto pareva pronto per il &ran p.3.sSo, però. si tirava sempre indietro. dichiai-ando di nçn sentirsi abbastanza forte per reggere una casa. Non so come riu- ~cisse a incantare tante donne. Se le sceglieva tra le migliori famiglie del paese. e pur senza essere dotato di un fascino particolare. le incatena,•a al suo carro. Le relazioni duravano mesi. talvolta anni. Un bel giorno fnivano così com'erano nate. Le innamorate sparivano dal1a circolazione e si chiudevano in casa. come a lutto. quasi avessero perso ogni capacità di vita stando accanto a mio zio. Qualche volta egli andava in chiesa per ascoltare la predica. Ne tornava con umore afflitto. In quegli iStanti avreste giurato che pensieri profondi i.o turbassero. ma non si confidava con nessuno. Può darsi che avesse il cuore devastato da ferite e lacerazioni antiche e segrete. però sul dso non v'erano stgni di tragedie. ma solo una inerte scialbezza. come una forma di astinenza, di digiuno spirituale, ma anche una specie di distrazione volontaria. Ci fu un'epoca che le cose in casa nostra andavcno male. Mio padre fonò allora il cognato a trovarsi un lavoro. Dopo infruttuosi tentativi presso i suoi amici. gU procurò un impiego in un'azienda privata. Lo zio con qualche riluttanza prese ser- ,·iz.io. ma per quei pochi giorni che fu impiegato. non rispettò mai l'orario d'ufficio. Si trattava di un posticino modesto. qualche conto e un po' di protocollo. ma lui si comporta,·a come se a,·esse neUa coscienza le respcosabilità di un primo ministro. Per farla breve. dopo una settimana. lasciò l'impiego. Da allora nessuno ha più tentato di farlo lavorare. II Molto spesso mi dicevo: « E' un uomo che merita tutta la nostra pietà. Gli manca quello che tutti noi abbiamo >1. i\ta non sapevo dire cosa gli mancasse. Dopo molti mesi dall'incendio. un giorno che c'erano in casa degli operai. sorpresi lo zio che s'era messo ad aiutare i muratori. Lavorò per tutta- la gioniata come un mano,·ale e a sera a,·e,·a il viso quasi felice. L"indomani si alzò mollo presto e ricominciò a trasportare pietre e secchi di calce con grande zelo. Ero così impressionato di vederlo indaffarato che chiama.i mia sorella per mostrarglielo. - Pa;-e che nella vita abbia sempre fatto il manovale. Lo fa cosi bene - disse lei. - Eppure so che agli studi non andava male. Anzi. .. Intanto i muratori. abituatisi all'obbedienza dello zio Antcnio. avevano persino cominciato ad afHdargli incarichi più difficili. Lo zio sudava e sorrideva come un bambino. Ricordo che certi vicini di casa ,·ennero per un paio di g\orni a guardarlo. Forse speravano di ridere alle sue spalle. ma davanti a quel piccolo uomo taciturno che trasJ)Orta,·a pietre con grande sussiego non ebbero il coraggio di mostrare il loro di,•ertimento. Una sera. però. mio padre arri\'Ò dalla campap1a prima del solito e vide lo z.io Antonio tra j muratori. Non so cosa accadde tra i due'. Si guardarono e basta. L'indomani. però. lo zio Antonio non scese più nel cortile. Tutto ritornò come prirha. Si la,·ora\"a. si mangia,·a. Si dormiva. ma non ci scambia\·amo una parola. Ognuno di noi sta,\a per suo conto. su una propria isola. Ma pareva che lo zio Antonio abitasse. da solo. un continente vastissimo. pieno di silenzi e di misteri. L'anno passato. ,·er~o il mese d'aprile. lo zio Antonio. in un pomeriggio di sole. era seduto in un varco della siepe. accanto al cespuglio di rosmarino. Alle tre del pomeriggio lo \'Idi dalla finestra. Era ;nco:a sulla sedia. con le gambe corte e grassocce penzoloni sull'erba. Alle tre e un quarto. atlra,·ersando il terrazzo. gettai un'occhiata ,·erso l'orto e mi accorsi che lo z.io non sta\'a più al suo posto. Vidi solo la sedia ro,·esciata sulle zolle. Pensai che fosse rientrato in casa e stavo per tornarmente dentro. In quel momento però il cane si mise ad abbaiare come se a\'esse fiutato l'arrh·o di un forestiero. In quetrora calda e sonnolrnta non viene mai nessuno da noi. Gridai per far tacere il cane. Dal terrazzo scorgevo un panorama di stoppie e di uli\'i in fiore. Si udi- ·.-a un chiocciare aspro di galline. Senza una ragione precisa rabbrividii e guardai \'erso il sole. Cosi intuii che era accadute qualcosa. III Lo zio Anlonio rientrò in casa \'Crso sera. sul dorso di un mulo. Fu sdraiato sul letto e si mandò a chiamare il medico. Sulla nostra casa scese la solita angoscia che ben conoscevo. Noi non siamo gente coriacea. mi pare di averlo detto. Mio padre ~astiene che abbiamo ereditato dagli , 11tenati un cuore di pietra. ma è una sua pietosa bugia per tenerci su. Sotto una leggera scorza di ruvidezza c'è in noi un ,·asto molle spazio percorso da paure ata,·iche e una prostrazione fatta di antiche stanchezze. Un nonnulla e siamo boccheggianti. in balia delle più assurde trepidazioni. Il corpo dello zio non presenta\-a tracce di ferite. Il oostro medico di famiglia. il dottor Lippolls. dichiarò che si trattava di commozione cerebrale. Prescrisse alcune cure ma si dimostrò scettico. - Col salto che ha fatto. - disse - abbiamo poche speranze che sopravviva. Il giorno dopo lo z.io Antonio non diede alcun segno di miglioramento. Era - Io le dico che è in questo stato da quand'è nato - rispose brusco il medico. Mio padre quella sera mi confessò che il dottor Di Paolo s·era dichiarato fiducioso. E aggiunse: - Tuo zio Antonio non può morire soltanto perché il suo corpo ha paura di vh·ere. E si andò avanti così per due settim1.,1e, combattuti tra il pessimlsmo del Dottor Llppolis e l'ottimismo del suo collega Di Paolo. Questi. due medici ormai go\'crnavano i pensieri e le effiozioni della mia famiglia. C'era dh·entato impossibile !are a meno della loro presenza. Se non si face\'ano \"edere li mandavamo a chiam.ire perché ci rifornissero di una buona razione di angoscia. poiché anche l'ottimismo del dottor Di Paolo era cosa che faceva str, namente male. Quest'ultimo diventò uomo di casa in poco tempo. :\l'ero abituato ormai al suo viso ossuto. ai suoi baffi spioventi e al suo sguardo di rettile. E con quell'aspètto destava non poca impressione sentirgli sulla bocca parole di speranza e di conforto. li dottor Lippolis. medico alla mano e senza tante sofisticherie. continuò sempre a elargirci notizie crudeli. In certe occasioni fui tentato di buttarlo per le scale. ma altre ,·olte lo ,woca\'o e sentivo di ave: bisogno di lui. della sua umanità priva di Opli complicazione. nuda. spietata ma verace. - Dobbiamo allontanare i due medici dalla nostra casa - disse una sera mio padre. - Noi stiamo uccidendo lo zio Antonio nel nostri pensieri perché non sopportiamo più questa sua interminabile agonia - feci disperato. Quella sera il dottor Lippolis ~anunciò che lo zio Antonio era diventato cieco. Il giorno dopo disse che il moribondo aveva perso la facoltà d'avvertire gli odori. Di Paolo non si fece ,·edi latte e ricadde di peso sul letto. Ritornarono i due medici che ripresero possesso di lui. Passò un'altra settimana. Lo z.io Antonio oon dava segni di peggioramento. Pareva che dovesse trascorrere l'eternità in quel suo stato di incoscienza. La vita usciva da lui con una lentezza spa- ,·ento;;a, ma talvolta ritorna\'a ad animargli impercettibilmente il viso. come dispiaciuta dì doverlo abbandonare. - Non è malato. eppure è condannato a morire - disse una sera il dottor Di Paolo. Queste sue parole sembrarono affrettare le cose. All"impro,·viso lo zio .Antonio cominciò a migliorare. Riapri gli occhi. sbadigllò agitando le mani sul Ietio. Sul tardi chieSc dell'acqua. Di nuovo riassicurati. lo circondammo di mille premure. Fu una sera di pace. piena di speranze. quella. Lo zio Antonio pareva rinato a una nuova vita. L'indomani mio padre. entrando nella sua stanza. lo tro,·ò morto. Dopo un quarto d'ora Lippolls e Di Paolo si precipitarono a casa nostra. Per la prima ,·olla furono di opinione concorde. Lo zio era mo:-to davvero. stavolta. Non sapendo che fare. i due medici si rifugiarono vicino alla finestra e li stettero a p~rlottare per un pezzo. IV Pas:,;arono dei mesi. Rapidamente il ricordo dello zio A1Jtonio anda,•a cancellandosi dalla mia mente. Mi sforzavo cli pensare a lui il più che mi fosse possibile ma, nonostante la mia buona volontà. non riuscivo a trattanere nella memoria l'immagine che m'ero fatta della sua vita. Appena cercavo di rinvangare qualcosa che lo riguardava. subito nel cen·ello mi si !ace,·a il vuoto cd ero riassalito dall'angoscia. Fu cosi che un giorno mi feci coraggio e entrai cella sua stanza. Dall'epoca della sua morte nessuno \'i a,·eva messo più piede. Trovai del disor- ,tino delle Site: • Fiiura • (Quadriennale di Roma) l':'> 'c\GGIO DI YIXCE::l"ZO YLSCIDI * Scho1rnnha11er filosofodellamusica * di /lE,l 1A 'l'O JJIJCCI Un consapevole uomo dine ma non molto. ln un casretìo privo Schopenhauer_ fu il filosofo suoni più gravi delramionla, in eviden.:a ti senso deffannodi serratura scoprii un bel mucchietto di della nostra pnma gtovineu:a. come nel basso fondomental«!, ,ua: nell'accordo perfetto d1 vecchie carte e di cartoline estinte. Dap- e_lo aD_rontammo app,ena usci- fanno riscontro \ Qradi infimi tonica Schopenhauer rai.,vua la prima svogliatamente. poi \'ia ,·ia con h 4!-alliceo. a tale studio_ esor- deUa volontd. che si oggettiva: disposizione: al malumore che mag~ore interesse. mi buttai su quelle tau dal nostro 1nd1ment1cabile la natura inorganica, la. massa tende però o com~orsi 1n se~ * povere cose alla ricerca di un segno che ma~stro cd amico Ettore Zoe- del pianeta: e. per quanto più remtà, come sinteticamente a, ml parlasse del defunto. del suo mondo. coh e ad esso indaltt_ anche da deltagliotamente riguarda I due mach dt _..,maggiore, e di cli Al,IIER1'0 IIEIIILAl"QlJA del suo passato. quel singolar_e e cunoso clima suoni emessi dalla voce umana. ..-m~nore, si possono rifare Non posso dire che il suo carteggio ~~ 1 ~e~:~1 0 _ 1 :~~ 11 :~;f~e,., ""/C::: ~1 _::s;,:i~;op~~=~t:~:~ ~"'n!1 1 1~a!~;e "if\~r~:,a;r;._ Tra i '1tot·am narra1ori d1e si sono se"nalati durante il 1959, Gennaro "1a11no. occupa indubbiamente un suo posto d1 rilievo, pu quanto il suo esordio (o.ovenuto con· un romanzo, • Le terrazze •, pubblicato da Sciascia) lascia a .sperare su buone basi di fiducia. Cio che conferisce a Manna una luce di novil<i, di ori'1inali10., e una giudiziosa fre.sche::.::a nel considerare la vita. sen- ::a esagerazione né di pessimismo né di euforia, con un equilibrio che esprime e.Ukaccm"1te un uomo consapevole del mondo in cui vive e elle e contento di viverci, nonosiante tutto. Una sorla di sana e vitale filosofia, dunque, una semplicità che non va scambiata per povertà sentimentale o intellettuale: ecco le doti più euidenri di Ma1111a che, con il suo immediato buon senso. porrebbe porlare, se non allro, una ventata di aria fre•ca in quura nostra letteraiura fradicia di contorcimenti interiori ed ulelici. di complicazioni spinte all'estremo e. in definitiva, cosi •squisitamente• lontana dalla vita, cosi incapace di enirare nel vivo del nostro tempo. Manna i nolo a Tocco Casauria, in pror,incia di Pescara, nel 1912 e ha compiuto gli studi universitari a Roma, dove •i è laurealo in leg"e. Ha cominciato a scrivere abbastanza presto. arricchendo le sue tendenze narrativi." con uno .studio. dapprima con/u- .so e inceno e poi sempre pili attento e ben orientalo. dalla letteratura straniera. e. sopratutto. degli esempi maggiori del no.stro ottocento. Il romanzo • Le terrazze;. è !caturilo da una particolare esigen=a: quella d1 chiarire la natura del rapporto che lega Manna con iJ mondo in cui ira trascorso linfan.zia e lo giovinei:a. Si è trattato. dunque. di una specie di debito di co- .scienzo .,che primo o poi uno scrittore deve pagare. ---Quello che uno scrittore esprime». dice Manna a questo riguardo ""'TlOn è soltanto suo. ma anche di chi gh sempre steso sul letto. rigido come un antico fo.ssile. gli occhi chiusi. la fronte pallidissima. Fu chiamato un secondo medico. il dottor Di Paolo. uomo secco e baffuto. Questi rece una visita accurata, gli sollevò le palpebre. gli analizzò minutamcute tutto il corpo. alzandogli le braccia e facendole ricadere bruscamente. - Quest'uomo è semplicemente stordito. non ha nulla - sentenziò. Ci si riapri il cuore alla speranza. Il quarto giorno lo z.io Antonio dormiva ancora. Tornò il dottor Lippolis. il medico di casa. e dopo un esame frettoloso disse che il poverino era intrato in agooia. F'urono preparate le scarpe la cravatta la camicia per il moribondo. Fu steso un ,·estito nero su una sedia. Quella sera non cenammo. Sul tardi ,·enne mio padre nella mia stanza. sedette sul letto. accese un sigaro e se ne stette a fumare tranquillo senza dirmi una parola. Questa sua prova di forza mi indispettì. Ma quando alzai lo sguardo sul suo viso notai che aveva gli occhi umidi di pianto. Fia.1ito che ebbe di succhiare il suo sigaro. borbottò: - Non dcvi farti vincere dalla malinconia. Scossi la testa. ma non ebbi la forza di sostenere il suo sguardo. - Meglio la sofferenza che la malinconia. capito - ripeté. Chinai la testa sul ta,·olo, forse mi misi a singhiozzare. - Sei un povero ragazzo. - egli aggiunse. - Sento di averti trasmesso nel st.ogue una tristezza di cui io non ho alcuna colpa. Cerchiamo di vincerla insieme. Vorrei dire queste cose anche a tua sorella. - E se ne andò. Il sabato lo zio non era ancora morto. Non toccava cibo da cinque giorni. Era sempre bianco come la neve ma per niente dimagrato. Fu chiamato una seconda volta i1 dottor Di Paolo. Questi fece un nuovo esame accuratissimo del malato, e quaL1do ebbe finito scosse la testa. - Non so cos'abbia. quest'uomo - disse. - Secondo me è sano. Il suo corpo è normalissimo. - Dottore. sono sei giorni che mio cognato è in questo stato! è .stato vicino per anni e anni, di chi ha avuto i suoi stess1 problem1 e lo stesso modo di spiegarsi il mondo ... E prosegue: -11 mio roman;:o s ambienta nel mondo contadino non perché io avevo particolari problemi da sollevare. I problemi che avr,ertivo allora. prima dt scrivere, erano nutrili di stati d'animo non di idee. E nel libro ho tr03/erito piuttosto rumore della mia gente che le loro istan:e, perché mi pareva che a un ltQrratore no,i si. può chiedere di più. Oggi forse non scriverei più un roman=o sui contadini. non perché lo ritengo .superato. ma perché personalmente non ho altro da dire sulfargomento ... ,._ Già da queste dichiarazioni, fatte sen;:a troppo montare in cattedra, s, intuisce in quale scor=a morde la prosa di Manna. Dalle sensazioni più elmentari scaturiscono riflessioni apparentemente distolte da una incisività critica ma che, ricollegandosi sempre 1n vi1'tiì. di una ben strutturata e chiara psicologia. di una necessità dì, dialogo narrativo, finiscono per dorci un quadro cero e convincente. anche se spoglio di particolari estrosità, del mondo ~·oppi. Nel racconto che presentiamo. 11titolo è già di per sé proQrammatfco. Non ci sono sorprese. avverte Manna. nella. storia. Ma bisogna subito aagiungere che se le sorprese non si inseriscono nella successione esterna dei fatti. esse rientrano però nel mondo sotterraneo ai fotti stessi. punteggiando la strana psicologia del protagonista lo zio Antonio, di piccoli fuochi d'artificio, di un continuo., vivaciuimo Qioco di luci. Fermiamo, ad esempio. I'atten.::ione sul urorte!co finale_ La .Jio Antonio. che sembra morire e re$U$citare ad oQni pié sospinto, disputato da due medici animali da apposti cont:incimen.ti. pur necheQgiando figure già nell orecchio, nmane .sempre un esempio oltremodo gustoso di caralteri.z:.::o:ione. Manna continua nello sua ricerca e nel suo lavoro. Sarà bene tenerlo d'occhio. ALBERTO BEVILACQUA fosse ricco. Lo zio Antcnio in vUa non s~ d1 pe.u1mu-mo, dt buddismo, divisioni precise rapportabili al de n/leua la "rande vane~d amava evidentemente conservare la cor- da. teosofia. E df mu.nca ba- regno minerale (basso). a quel- cd e,tensione di sentimento e rispondenza che riceve\'a. Tra l'altro mi chiana. lo vegetale (tenore), a quello da capaatà dell'animo umano, capitò tra le mani la fotografia di una Altri interessa ci Jecero 1n animale (alto). a quello del- mentre m quella del basso nota donna. Si trattava di una creatura di ,eguito accantonare lJ mondo l'uomo (soPrano). sempre una certa pesantezza; \'enticinque anni all'incirca. bruna. coi ca- C?me volontà .e rappresenta- Il Filosofo, dopo ai:er costi- per ciò che ~~iene ai tempi pelli in grandi trecce abbando.,ate sulle z1onc. l'unico hbro che aveva- tuito tali analogie, sente la ne- d, una compo~1one, trova nelspalle nude, in atteggiamento crepusco- :U::i: 0P:~;~~ ;:;sr:r;r~~~~: ~ff1~~ ~f:r':'~~fc!~gl!t;:1~; ~!l;ue:,r;ir:;f;!! 0 s~;rs~nam~~; lare. Una mano sconosciuta - forse lo tu!tavia _non abbiamo negletto nota che si prende c01ne ba.se, lonta!'e, nell'---adagio; li dolozio? - aveva tracciato su quelle belle gh studi che man mano han vaie a dire la tonica. _ scrive re dt una grande asp1raz1one: labbra un paio di baffi. La caricatura che n~duto la !uce su! pC111.sierodel l'Autore -, si possono tTo1'd- che ·di.sdeQna lo Jehatà mene risultava non suscitava alcuna ilarità. Filosofo d1 Dan.zic-a. e ci sta- -re 1nt_ervolh regolati da leogi achina.. Era piuttosto tetra. Mi imbattei jn altre 77!~ perciò procurali anche U che si potranno dire armona- Tutt~ qu_este analogie conducarte. appunti, memorie brevi e frettolose. p1u recente. che. le quali denotano la com- cono iJ Filoso/o od affermare annotazioni che rivelavano il carattere di Ne è autore Fioren.;:o Viscidi. plementaritd. di una -nota n- che I possiamo considerare iJ uo essere mediocre. piegato dal peso di d'i q:;:~ic:~e a~r~a~ao!!li~~ id:~ spetto all'altra e che pongono ~~~o 1!~c:r;c~o~e 'du:a~~= mille preoccupazioni insignificanti. Non particolare problema dello filo- verse espress1on1 della corn una traccia di interessi particolari. di un sofia .schopenhauriana, cioè a "ercas·, antolog,·a stes.s~; la _qual! è odun~ue ti impegno, di un progetto da eseguire o già quello della mu.sica, trattato dal lJ 14:mune d1 unione dcli analoesegu.ito .non un segno d'amarezza. di fa- Pensatore tedesco nel Mondo. Qta ch_e p03sa ~ra loro ... tica. dj gioia. di sconforto, nessuna te- nuneid· SPuapralpl•.,mpoenmtenl • • ",',' pch•,rer.•.·, delnostroumorismo n/':n~t~~c~t~~~~p!:;~ 1 .' 0 s~~~ stimonianza di vita: ncu il ricordo di un · affare. di una giornata laboriosa o alle- ~:anto dire in tutta la sua ope- (Continua da pag-ioa 3) ~::h;~~:h.a,:~i~: ~s;d~::: gra, utile o inutile. non la traccia di un L'A tore ha di .b 1 . - Quaggio universale. come esentimento. di una cupidigia, cli una ca- materi: 111 sette c:t~o~~rfi ra~ re_ alla ~~era degli U~o!.i- ,pression.e dei. sentimenti puri, parbietà. di una scelta. Niente di niente. mo dei quali è C:71$acraro P al- sh la rrugliore caratteristica Cc>f1!eun~ specie d1 eden. d1 paCome se una carta assorbente avesse pro- lo studio della musica nella rest_a fo~, quella della sua r~diso. d iperuranio. 1 P~sto c_he sciugato da quelle povere cose le ultime problematica filosofica dai Gre- deci.sa e mtenzione • di a-p- n potesse dare una spiega;:iolabili impronte del passato. a svuotarle ci al Romanticismo; il secon- partenervi, non è a torto che neri- ~" 11 dichiara - della di ogoi significato, di ogni legittimo sapore. do presenta il si.sterna ;filoso/i- qui mancano anche i Sac- mu ca m _tuuo esatta. com~iuNessuna delle carte trovate mi aiutò ad co di Schopenhauer: il terzo chetti e i suoi conterranei? ~0 • !! che • 1 a~derun tn partico- ne di.seQna la personalità mu M ard' . dal ari, ossia nprodurre esattoaprire uno spiraglio. Stavo perdendo tem- sicole; il quarto intrauienc sul: d a gu 13:111oc1 . preten- mente in concetti ciò che ella po a inseguire un morto senza che a ciò la sua metafisica della mu.sica; e_re che ci f~cctan~ sgana- ;$J>nme, questa . soreb~e sen- !ossi spinto da amore. Mi sembrò che la il quinto enuclea le varie que- sci_ar~ dalle risa. Ride bene ..._altro una suffec1ente nprodumia ansia di ricerca dipendesse esclusiva- stioni musicali da lui ,mpo- citi ride poco. none e ~legazione dd mondo mente da un bisogno freddo e intellettuale state; il sesto riguarda il pro- Un'antologia deglt Umori- 1 '" con?ettc oppure le equii:ardi incorniciare nella concretezza di una blern..aJ'.iloso/icomu..sical~ secon- sli .italiani del Novecento re• ;~~:e ,N:,.,t,;'J! 0 ... e .arebbe coSl la nostalgia un· o..-iigma da quattro soldi. E do altn filgsofi ed esteuci con- ~t~ dunque ancora da fare ed JJ Viscidi passa oì ad esaperciò mi sentivo punito. beffato. Tentai !::ha~:~,c~ P:Sl=~~r: ~iS~':::.= e incombenza _alla quale ben minare partitament: i corollari di ricordare se lo zio jn vita avesse pos- do al roPporl:, t~ que.st'uft1mo ~trebbe continuar~ a. prov- della. trattnzione meta/i.sica seduto qualche abitudine singolare: un e Wagner, tra quest'ultimo e i,;edere lo stess~ V1car1, por- pnnc1·pafe. quall vengono ~spoindizio innocente e sommesso di grandi Nietzsche; iJ settimo capitolo tan~ola _ac<_>mpune~to secon- sh ne,. Supplemen~i e nei Pasentimenti celali. tenuti lontani dal volto è riservato ad uno sguardo cri- do d criterio da lut divisato ~r_ga. in un appos-~to pa~grafo per pudori mai confessati. Neo rammen- tico e a con.sidera..::-ionl criliche e tenendo salde per carità :htolat; alle d d1 enva...."lont daltavo nulla. Una stortura? Un errore? poL't!c~;;!-onahtà musicale del c~te ~~tinzioni di qualità.~ , 0,i:r!a~c~ qufn~i ~~!a·Q::~ dere per diversi giorni. E il malato e Eventi familiari cui egli avesse parteci- Filosofo di Dan...-i_ca è an.::itutto riso 1ili<:>ta competono. altri stioni mu.ncatl in Schopennoi restammo così fa balia del Dottor pato in qu,alche modo? Niente. In me du- analizzata dal Viscidi 30110 un cataloghi ~e non qu_elli del- hauer. Lippolis che sembrava diventare tanto rava l'immensa sensazione di vuoto. quadi:uplice punto di vista: per- !e antologie letterarie, dove Es_se . ~ttengono alle forme più sicuro di sé man mano che lo zio Uscii dalla stanza in punta di piedi. sonahtà. .sensibilitd. competen- lf!V~-de_ve far be~a mostra mu~icah. so-nata, concerto, sinpeggiorava. come se potessi disturbare qualcuno. M'af- ;:a. passione; personalità polie- d1 se il rJ.So, o sorr1SO, intel- fonia. Messa cantata. opera. La notte si svegliò. La mattina dopo !acciai sul terrazzo. E ancora nel petto drica: sen.sibtlità nell'ambito ligente, lungo tutta la gamma ouverture. _aria e duetto, bol- ,·E:nne Lippolis e. fiutata raria della una bramosia. un'angustia. Ul.1bisogno di :fti-J;; 0 t:fee:;s~n:,~;~!e ~~i~~ dal flebil~ al ~etico, quan- ~~~~ct:~·"tirmdea abal~~P~~ stanza. spalancò la OOeslra. - Il po- infrangere un alibi inconsistente ma sem- sia ascoltata nelle esecuzioni tunque sta da ricordare che, dell~ quali il J:iloso/o ha modo vero Antonio è morto - disse. pre più muto. sia eseQuito .sonando 11 /lauto o!Lrepass~to un c_erto grado di dt!7lOStrare 11suo b~o_n gusto Il cadavere fu lavato e vestito. So- La campagna si stendeva a perdita d'oc- ed orientata verso lo classicità d1 accensione, o d1 smorzat.u- class1co. la sua erudrnone 111 praggiunse Di Paolo trafelato e sedette chio, Colta di ulivi che macchiavano dj sensibilità teoretico _ musicale ra, l'Umorismo cede alla Sa- tema di mu.s1colo_Q1a. le sue sul letto . Aveva una buona cera quel ombre nere il biondo del grano. il grano dimostrata realizzando una me- tira. Il difficile di un'antolo- pre/eren.::e coerenti con la sua giorno e un aspetto giulivo. Restò a hm- biondo. quasi rosso. violaceo sotto il sole. ta.tisica deJla musica e /ormu- gia dell'Umorismo è nella ideologi.a. go nella nostra casa e solo quando fu E allora mi parve di capire. Lo zio Anto- landa giudizi; competenza non classilicazione stessa del- .. Ove il filosofo - rileva ti ~ul punto di andarsene. esclamò: - nio noo era stato che quell'immenso in- !~~l~a•e "::tt~~tu~:e r::!'t:a,:~ l'_Umorismo. 9gru .interpreta: ~,!!ci~:nt-;;i ~~!~fe 4 dt~~~!ft~ Quest'uomo è morto di fame. valicabile vuoto che mi avevano trasmesso passione attestata dall'interes: ZIOne ~era e conservera cazione fra J'a.,petto metafisico suf 1fet~~n~~=~o~i~o e ~~~!0 d!i i;:;~~ ~~:=: ~~~=n~~~!. ~~as::e: !!:a~a~•l'i~~[.~~;::1c~~~:eer 3:1~~ ~=ee ilde~.F;rJ~~ ~eir:ic~!eC:~~e 1~~e.m~~~ Fu un colpo terribile per tutti noi. Mio Sapevo ormai che non c'era altro da sco- P.res~ di posizione nei. c~nfron- chi la formula e la docu- si può star certi che eQh copadre. però. non si impressionò affatto. prire sul suo conto. La sua unica vera Il di un genere e dl un com- menta. Ma questa caratteri- Q!le _nel segno d1 sensate tntut• - Sono due somari. quei due - disse. tragedia era consistita dunque nella sua pontare a preferm.;a di un al- stica, del resto più o meno noni che con.tnbuiscon.o dt molLo avevano dato per morto senza sentir- incapacità di guadagnarsi n piacere di tro .. • La !"u.s:tc~ ~n fil0!0fia - comi.t.ne ad ogni lavoro anta- to ad approfondire l'interesse gli il cuore. Che presuntuosi! alimentare una propria storia. ~f:;;:~e ~i V~!C::t'aq~:!' ~~,;:~ l~gico, non togli_e va~d.ità 8:1- ~f:!°~~;,~ ~~lturole deUa muLo z.io Antonio sorseggiò un bicchiere GENNARO MANNA dis~mfna - con Schopenhauer 1 impresa. E noi restiamo 1D Non. meno i.nteres.santl dt ....,.,.,.,., __ ,...,...N>oN>o,.,...,,...,,. _____ N>o,.,...,,...,,...,,..,.,.,.,.,.,..,.,._ . N>oN>o"•lu.sciva ~all'alveo originale di attesa 1 che qu_alche. volente- qu.eUe .tulle forme mu.sicah soT una visione troppo 1nge-nua e roso 1 affronti, COSI per la n.o le osservazioni che 11 Penprimitiva e .-i . poneva come nar_rativa come J:M:I' !a poesia. s~tore di Danzica fa a propoprob.lema eslet1co nella sua cosi per la sagg1Stica crune ~lo deQH strumenti, e i gìud1amp1ezza ... per )a diaristica avendo cura .n formulati nei con.fronti dei GALLE RIED'ARTEINITALIA LECCIE GALLERtA L CORNICE Via Lo Re 29 Personale di RINO DI COSTE M[LA o GALLERIAS NFEDELE Piazza S. Fedele. 4 - Tel. 800.760 PORTOGRUARO GALLERIA COMUNALE D'ARTE Ponte Molini - Casa del Marinaio Collettiva di Pittori Veneziani ROMA GALLERIAL'INCONTRO .4.cqueforti di MARC CHAGALL Via due Macelli. 86 - Tel. 674.235 che illustrano Le anime morte di Gogol Personale di e Lo Bibbia EBER FRANQUELL Nd quarto libro, l'estetica, di escluderne ia' volgarità del compo.ri~n, tra \ quah .. non del Mond~ come volontà e rap-- barzellettume e la vuota •_ ~enza enide-nte contraddtZtone, ~:~:,~~i:,n:. ~r~~~~~~ a;:,::; ne dell'.imensa~o. F~cciam~giil ~lri~arr~ ~r::~is;a R~~~~i! tn uHima in ordine di trattazione ~to _sulla. 61~auone del- Tralasdancfo ora le considema prima in online d'impor- l Umor1.S.mo 1ta~ano. Sarebbe razioni critiche d'ord.ine spetanza. come l'arte per eccellen- co~e guardarci nello spec- dale del Viscidi, veniamo ad za: solo per ragioni psicologi- chio ad occhio nudo, per un sommario no.sito Qiudizio che di tmdeiiza ed entusiasmo? quanto lo specchio dell'wno- sulla sua monografia. Ottima la Certamente no La musica, se-: rista sia sempre un Po' ap-- struttura,_ la ~arti.rione della c~mdo Schopenhauer, - e qm pannato_. sia che rida e sia materia. 1l tagho dato al ricco s1 presuppone nel leuore Ja che lacrinù. E sarebbe anche contenuto, del sagg10._Non sem- ~~°:~~';» 0~::!~ri ~l:;":U":a:: un bel modo per tr~i If10- ~;:tu~~-v~"::"it: ~'u::::;e p~:~~ st~a. - supera tutte le altre men:tane~ente fuori ,dall ~- appare rapsodico u, quanto non a~h perchè è l'oogettìvazton.e ~ione di _tan_te_sgua.iat~g~- dettato da strette esigenze di diretta della uolontd. cosi che ru. e Letton m.1ei.. Era OPlnlO- natura logica. Ma la monograpotrebbe stare a sé .senza l'esi- ne del reverendo Lorenzo ti~ è densa di precise osserva• s~enza _dei mondo fenomenico. Sterne parroco in Inghilter- noni, di. Qiudizi esatti., e lonta- ~~p~~~~~t~1;:JJ~o!ro;!~aa ;:~ ~t~~~eun~ori~~o~~~ ~~~~ 1 ;1~s~~:r:a1~~t:a t::~:~: st t:ratta p1u d! somiglianza con brevissima della vita. ma _ lana la mente di un monograle idee, mo d1 un. vero e pro- re ch'egli . ltr chpa /o. Purtroppo, la scritturo delprio parallelismo. . _IDO. e sapes~ e l'Autore palesa una certa fretAlla scala dei .suoni corri- 0 ~ lacnma _insegna a mor- ta. dtfetto aggravato da scorspondon.o i gradi di oggettiva- tali una verità•. rezloni tipografiche. MN>oN>oN>o,.,...,,.___ .,.,.,.,.,.,.,.,. ____________ N>oN>o""'""'-Wlztonc della volontà, onde ai E. F. RENATO l\lUCCl Biblioteca Gino Bianco l

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