la Fiera Letteraria - XIII - n. 48 - 30 novembre 1958

Domenica 30 novembre 1958 LA FIERA' LETTERaRI:A: Pag. 3 ERRATA.• CORRIGE PER L"ALJJ.-l:\'.1.CCO DI GOTTA del cuoi fratelli Rupe? (Con- RASSEGNA DI STUDI CLASSICI * tronta Tempo, 15 luglio 1958.) Q prl~~~~f~ ~;ll~u~~~\P~~j À CURA DJ ETTORE PARATORE ... ,,!~,~-~attiv~ni d ll'antica "Voce .. tt~J~) UNA VISIONE ÒTTOCEN tori Bompianl Mondadori • ,, i E ,, R I e o F A I, Q ll I meno quelli dena Saga ••• ··~•ll•mo, come ulti~• In tlca ed onorata usanza, rilan- Ma ~~al!. dt ~noi; (dt ., lo- del romanzo Lula, il Gotta Cuore di Dc Amicis>. (« A Del r~sto anche eltrJ, dallo Vittorio Vettori nei suoi gr~- Vellccchl, rlpr~ndcndo un'an- . . remmo cun~t d1 conoscerli. ordine di temp?, le_ pag1_nc d1 DELLA clno, ciascuno, un proprio AL- ro >} 'I 1~u.s~1rono. A suo "?" ebbe quasi più occasione tutt'oggi (.anno 1957 In cui Zucc~h ~I :13r?cchl, sono gli ~ltl ap_P't:'ntl_pe~ una ston~ ma.nacco letterario, l'autore di Slesso giud1z10. non Gu!do. da d Incontrarlo, ammirò « la scrivo queste memorie) si so- autori_ d1 1en _che, proprio delle Riviste italta~ del No quello Saga. dei Velo i cui mi- Verona. non Mario Mariom, e sua.c~ltura, per sentito dire~- no vendute del libro più di pcrc~e dJ _un t1?C?allora In veccnto (Slsmond1, Rorra, gliori dodici del ventinove ro- n~ppure ';ngel:> Gatti. Fo~~ e fmt « col non leggere piu 400.000 copie. né l'Intensità voga, quas, sollectta:no, oggi, 1958 >· LETTERATUR ROM manzi (da Pio del 1912 a Do- Pirandello. Qu! decsntato p1u i suoi articoh >: «perché non del successo tende e dccrc· una nostra supplementare Quant~nque volenterosi, es- •Durant~ la prima metà dcli mani a te del 1950) 6ono stati come_ ~utore d1 teatro. Forse capisco che cosa voglia. come scere •). lettura. E chi sa che, ed In- si cl laSCteno spesso_pcrpl~ssi, nostro -,.ecolo, d?po il bene- riuniti nelle 2872. emplissime ~:c~~~;t ~ia~ti~~uc/s~in~~~~ critico, e lui da un_pezzo dc: Ma non tutto deve essere ~~!li!i;;!tan~ 1 ~tt~:rn~lll~ ~~r:'e« ~~~i~~. ~n st s~;~e~: ~\~acl:1:C:ru~e~~~:!.t~: pagine di tre tomi della mon· interessato solo la ! ve avere smesso d1 leggere t oro qucJ che riluce. se lo stes· . g consideralo il nume tutelare percusgioni fra ali studiosi dadonana collezione Omni- non la sostanzia•. F rorm: ~ m1e1 ro~anz1 an~he . perch~ so Gotta, «dopo quasi cln· occasione. ~el_Ie. Saga (1954: della Voce derobertisiana > e delle _lctt~raturc c1Gss1che, bus. Sah·otor Gotta. dunque, gese? Qui citato co~:C ri~r. non ghcil ho mat piu man- qu~nt'anni d.1 attività lette- cfr. Uomin, vi.sta, II, 150·155), al rineltcn;i sulla rivista 'di era d1Vcnuto un lu~o 00- sulta scorta dell'Almanacco co. Non certo Bacchelli e I dati>, rana~ a pagma 192, con ressa per quanto, di Ravegnani e tale presunta « affinità s i- munt- tuon;ire e<>nt..~ la n– d1 Gotha, preso a m~el~o ammirato « più come sio~:o P?Co male: « Succede spcs- eh~« m Italia rare unlcamen- s':'llo stesso autore, noi ,s'ab- rituale• tra De Robertisp e ~~tt~an7co:;!al~. ~~;::; come «compendio dell an- e uorr O collo, che non come so. !n letteratura, eh~ fra .u:1 te 11 narratore è ,u,n lusso: tm· b1a e mente anche ~n altra Panzlnl si ettribuisce quasi dei J:::randl filologi tedcschl. stocrazia dc, sangue•, ha romanziere e uomo di t . critico e un autore s, stab1h· pone molti sacnr1ci che sol· nota, non estNnea al ciclo del Il valore di una scoperta. In· che J)(."rt.utto a tte. XIX e messo Insieme e _dato. elle tro >. Vien fatto di sospcu!:c s~a un ~ran silenzi~, come se ~a~to 11successo morale e la V_ela,ma intitolata Decade~ vero è da rivedere anche u hno alle eogll«: <rei &ec. XX stampe (Mondadon. Milano, che in quel e noi> . 1 Gotta I uno sia morto nspetto al- intima soddlsCazlonc compcn- d1 Salva.tor Gotta e da !ar n- rapporto con Serra ma pro· avevano br...nd1to Il bastone 1958) un suo personalissimo adombri e raduni au~o . h l'altro, e viceversa. E' uno sano: e la speranza nei po- salire al 1929. (Cfr. Contem- prio perché nella 'voce let· del ooman~o nel ca~po ~I Almanacco di Gotta, che, pur salvati O perduti che si r~l:n~: stato. di_ g:azia.• .. E,, come steri>. La verità è che Sa!· poranei, I, 67·73.) Per ora, tere.rta dall'c inquietudine> !fu!• 1 <;!:~~;.J~ ~i~lt:1~fU pro domo sua., vuol 1, es.sete non sottoscriverebbero il suo ~empie, 11 _s1lenz1 ~e doro , se v.itor Gotta vuole. essere r1· ~enza re~ar ~orl:> .ad olcui:io, del Serra si passò al e rigo- rìtrovat.1 del metodo filolo– « un comp~nd10. del. ansto• parere sulla Voce. !l Gotta r!v~la d1 ave.re, con letto anche da «noi».- E_ dun- m materia dt ctch narret1vi re> del Dc Robertis. Si rac- ~leo. ma Imponendo Miche 1 c:azla dcll ln~elhgcnza ~• o, Che poi la Voce fibbia av- 1 soli Bah:hn1 e Castold1, _st_am.-quc pe~·c_hénon commc1a col del nostro conterraneo nove- colgano e si ristampino i suoi l~_ro.gludl'ti. In loro vilrione più esattamente. delle mtel- versato e negato la Narrativa p~to « 40 op~re, 1~8 edmo_n1, mandai c1 la su~ ~aga? cento, siamo fermi al Molino, scr.Jlll vociani e risulterà fl· d_ 11l61er:nc rl~uardo ali~ mas– ligen1.c da Ju1 Incontrate e per costituzionale incapacità circa un rr ihone d1 volumi>: Le cinque (1thsslme pagi- det Po, di Riccardo Bacchelli, nalmentc chiaro quanto fosse snne _f1f:'.UTC di _&C'l'1ttor1 00 ai conosciute a lutl'oggi. Ma dei Vociani a praticarla ~ C SC del suo Piccolo Alpino ne della blbllografla. «com- cx vociano ed ex rondista di Intransigente il e saper lcg- pru:/wrrlitJ movc;mcint lct;;;ir– v1slc. e !.atte rived~rc, «ello abusato luogo comune non afferma, « senza_ t~m~ di esa- pleta a tutto Il 1957 >, spa- specchiata fede. Ma non cl gcre., del direttore della vo- !~tic~ ~~mi' Pr<>~l~ 1~ stor~ esterno>, non studiate • ~l· del tutto rispondente al vero. g_crare •, che «e tl hbro 1ta: vcnterebbero qualunque più auguriamo che di dover el~ cc letteroria; quanto se,rero, ture critiche cui c~i si erano l'interno>: da • serr._phce Come l'altro che. per con· hano. che ha avuto da noi fcrr~to le~toi:c. _Ma. del!~ no- lungar~ la ~ista. Cominceremo n suo credo. lasciati andare oon la. oom- &pcttatorc •. non da criti~o e trappost 6 , prElcnde di tene- maggior successo dopo 11 vantma d1 hbn elencati, al· con Rèpac1 e con Ja storia ENRICO FALQUI movente .s1cumeNl,loro Wus~ men che meno de saggista, re i Voclam inchiodati m r----------------------------------------~ da~la cosc1~nua d sere gh stante ,.1'innata _avversione eterno a1 «Frammentismo.. ram~l:;~~!a~'if~~it:.1 ~= c~n~ro 1 mtcra gema del sag: E' un punto Intorno al quale lit..:arono <" in certo scnso lc- ~~s:!· r:,~~rza~i d:ru:!1~~: ~aè ~~à ~~~~:es~'\ di:i~!!~; Duepoe s1· e d1· 11· no Cure . ff!~ :~~ti 1:ud~~ie~~ (c!r. !69), al tempo delle am· sempre con l'impressione che I c.he poi att;W>u1~no ~IUlii- ~~!~~~c nomine . acca~e- ~:rr~~r~: addci oli~~~ s1cf;~ l~ 7F.!~~i:t:i~:~TI?u\~l Assennato proposito, dal· cesse quasi una questione di voci più gl"OSSOlam. ch'erano trondc, quello dt presentar- quantità, un computo nume- irweoc il frutto di una re- cisi In veste di spctt~to~! del rico delle pagine scritte alla IL POLLI m mota .a.sccndcn-zaromantica. C quale, sempre che v1 st e at· insegna del Romanzo. Altri· J>?rciò si scnUrono In diritto tenuto, Il Gotta ha t'\cavato menti si sarebbe dovuto rico- L'immensa luce dell'estate impolvera d_1svalutare anch(' il metodo anche quo_lc~c bel ritrattino e noscerc c~e qualche buon la tiua pianura, stride !:~~~t~· :rt 0 J°~!roleo=: QUB;l®e ~1az1oso echlzzo. Noi~ racconto I hanno pur scritto rova fare n 1 ,pcllo; e In ciò cosi ogni qualvolta se ne e anche l Vociani. Nal\Jrfllmen4 l'arsa cicala sulle stoppie; il cielo remo illdubblamente Il discostato per f!vventurarsi in te neJ modo loro proprio. LI· veglia i tuoi sonni giovani e profondi. sogno. giudizi. Valga l'esempio delle rico, autobiografico, rr emo- Tu respiri con lui. Vt!'dor ti,atW.rc coane ferri- due paginette dedicate alla rialistico. E con clò? Ci e g!à Penso alle stelle vecchi un Teodoro Momm- Voce. C'è chi dubita ohe in- occor50 di dover replicare scn Calmt•nocome giudice di torno a quel periodico e 8 che ru da certi racconti che che videro la tua prima innocenza, lettcraturo). un FIX!eri~ Leo. quel movimento si raccolsero passammo, che, potemmo pas- fervide ancora sul volto lontano. ~ U~lc; ~ Wllam;witz. un e~. operarono al_cune. lra le sare a certi romanzi, usu· l\H rimane di te questo paesaggio B~~helcr 0 d~~ = ft~~i:i!cnJ!t~e~:; 111 ~~~~~= !~!~~~o d~s~:~~~~en;: 0 e~e~~; degli anni acerbi; e il sogno f~ 1 ~ •:i;ia~~:. r0g~o1~t e:;:,~: Gotta racconta d'essersene più provinciali e più arren· del nostro incontro. per cui sLriscio e gndo c1 furo:i dcll'~ tct1ea ideali. dovuto tenere al largo; e no:-i devoli di quelle messe 0 trut- sulle cose che passano, s'incanta 6tica si oono, anona.ti. e i solo per la e f~ziosi~à irr_uen- t~ in racconti e, in romanzi di in quella forma. So che l'avrei amata, ~~~• sC::: ~: ~~ t~d fllol~- te •. per 11e nvolu~1onansmo differente specie. E le prove per l'ombra della nuvola in tTagitto ~uarsi di RUO\.'O nella :~ rumor':>so e sca!1'1c1~to •, pe: stes~. dei Vo~ianl furono mol- ta-zionc critica degli -autori le e v11lonle p1azza1ole » _dt tephc1, e variarono, per csem· sulla tua infanzia verso 1Imare, e il suono al'!hchi (e non 60 1 0 di quc- cui Cecero brutale sfoggio. pio, da Soffici a Linati, da del torrente che sfiora la tua casa. su) da quando I concomite.nti « Ragioni anche più essen- Jehier a Savinio; senza tra- L'aria, l'acqua, da luce che ti crebbero r1suHatì del trammcnt!smo, ziali • lo tennero lontano dal· s~urare gli sviluppi e lii svol- a volubile donna, m'innamorano. d~f::~l~oncl~ 1=:a~ la Voce. . girr enti propriamente narra- come il vento la vela. Dal più trito militante di buona pa.rtc d' « Io avevo troppa passione tivi che in .appresso convah- Sono gonfio della tua !erma assenza. sudore del mio tempo mi 1 .attrislo Europa. ~ del sempre piÙ per la narrativa per potermi darono la rinomanza del Pea, Incomincio a sentiirt.i come un peso scaltrìto indirizzò della rlcer. imbrancare con gente che dei Palazzcschl e dei Bac- al tuo passaggio, l'apido '1o stormo ca stllistloa. improntante dJ negava a priori l'esistenza del chelli. che temo di deporre, ancora imparo .dei giovani pensieri ti l'aggiunge sè la eultUtm titorlco-lettcra- romanzo italiano. Letteratis· Bisognerebbe smetterla di come <rinasce lentiamente un'ombra lungo !'arco del &ole. Resterò ria. hanllo tatto 6'Caderc U sh_ni dal rr.omento del risve- rìcon:ere a cosl inesatte .cd de un volto vivo. E ormai si rasserena nei giarni CJU&li 8 .macerarti, vita ~;;t~ t~'!c~s~~e~l:, ~~= gho Cino 8. quello del sonno, e _qu I v O eh e ugomcntaz10- il rancore in pietà, chiara s'illumina " chio qU8nto le ecuole di :re~ r:e~~~~:~~e. d~n r~::ro°iiipa::: ~~ ;i~~o!~~utfo e~\~f m ~~n~ la tua falica fot~e disperata senza trapianto. E ml accompagni ancora ~~~~u~~~la :~a i=t•ci: ~::!è pc~io':i~~\~ n~ae~!n~~! !~~;gis~~c:h1 Li':~os: r~~a;!! ;:~~m~i':c;~.tàc:v:;·i~~::v:ilenzi con la tua calda luce ~~i~l~~~~i~c~~:ni: bile che quel signori trovas· d'Italia, giugno 1958), a lntc- mi affannavo a rincorrerti di partenze e d'imbarchi a cruesto ripido quel co~tcn~to, stes.,o: si che s~r~ mai la g.ioia di guardar- grazi~ne di q~anto aveva 1 già con doloroso allarme stando insieme. gorgo di stelle dove si sprofonda ~~~~ ; 1 ntt:=t~ 10m:~~o ~ ;1 l~n~f~~o dt~:~~ri~er:~nc':,~ :~~r,:;;;u!~ang:.1:e~rfa~~s: ::;: :g~is=:ast~:11~::a, il luogo f,r;f: s~~~~~f~ ,.;~~~~: ~;ri:~z;li~l~l~~ui!, 1~~: ~~~ f!o el9a~~~eorcao~~. ~~;~;4;; ~\ Le lucciole che vegliano le nozze nel più erto «ilenzlo. Sulla riva ~~~~:m1\.~i::l~ ~~:infa~i: fu coraggiosa ma arida, uli· probabile che taluni dei no· del fior di grano, bambi-na rapivi del crescente infinito, che si U.bera e CI " 1 illude co:;a d'e&"\?re le e nello s_tesso tempo, trop- str~ nuovi romanzieri. no.n i1 loro fuoco tremulo con assiduo dolore dalla fom,a :~: ~: ~~l/~t~ 1 ~~= po lcttcrar~a perché potesse scr1vereb~ero come oggi seri• per liberarlo nella stanza buia, della persona, Porto tutto il fuoco 91no contcnutistico 3'\l'CYa ri- glovare ali arte.> E, datane vono, se dietro aHe Joro spalle schiariscono de siepi sulla terra vendicato la primazia della le colpa al «segreto ispira- non ci rosse stato un com- resistente degli anni, alzo lo &guardo fo:rme oreatrice. D'altro can. tore » e «maestro•, ldentifi- plesso lavorio stilistico e lin· che non conosco e tri formò. Da lei alla parete altissima degli a«tr.i, !O la revlsiOr\c sempre più f:~~rv~~o ~~~~~~tt°vas~oc: ~~~~:cÙnc~!v~~tÌ c~~ug~lic~ :~r;~ 1 :~.:~i s~~l~ :~:c:~~:~·a~: 11 !~:~o che ml sovrasta, e penso: ~~cnn:bil~ :~~~li~~ ~~d:; lroppo_,ricco di cultura, trop- suo! ,frutti in opere modest~ ricco di te, della tua ~ssenza, al fremito ~:~à d:-~:r'\'a~t~;~aCome la somma ~!~~a :=~~1i:.:.:.~c°l:u ~~/a~i;~op:g~:nz!o!ius~~if~; :\i~~hci~e~~~~~f/~~~~-:~ dell'eSlate comune, nell'~nlica innanzi a te che t'ing-randlsci, morte. ~t~~/\~~~~~tf 1 ~o~°; ~:Tt:. l~~~:!~o ~~.1\!~te~~st :~:,;ei~~:/~t!er:;~o;c'èe n~=~ speranza d'altra vita Piango nella ra\"lice t? sono 8olo ~=:(ifto~td:~:ii td~~ nalc e assunto il «noi., suna ragione che quanto C dove H flore di questa aprir3 il ca-lice. verso il mio punto di f-ul<gore.Salgo cultura e diclla vita 61.essade- maiestallco, prosegue e con- possibile delle cos~ di questo senza oriz.z:onli nell'oscura notte. ~:;d~~jj~ 1 hannfi ~ lmpre- cludc: e Non ci sentimmo mondo, non cl si debba sen· IL VIAGGIO La mia tenebra a questa ,si confonde, che si sU01 ~f~are f'"~ ~~~i 11 :r~une~ 11 ~r~t~~~e Il~~:~~ tir:ra~.bza~~on;si;~et~;- Emilio li mondo è un occhio aperto che s'Incanta e so rabbrivide nd0 ~~ ~~~aos:s:n~~'7f~~ quelli di noi che riuscirono a Cecchi. quanti avalleranno il nella tumida luce. Ancora passi, di aver toccato l'uno e l'a! t.ro -abisso. ritorno al canoni della ,clcn- salvarc la propria ispirazione giudizio che ne dà il Gotta? stagione del viaggio, e mi sommuovl L~,··o CURCI ze filologioa. di clrl I grandi e il proprio cuore, dovettero Dop? l'epert~r~ di credito fai· m :~r;,g~ 1 ~r1'1hl\8.~:~~!~'i~t/ starsene lontani da quel .roco- tagh dal cr:tico, nel Secolo Trionfa.le iritorno dclJ fil 1 · lai d'intelligenza perniciosa •.del 31 marzo 1925, a carico'------------------------------------------' ;!ia e ~-vcrtim~t~ d~lr; Taccuino dello svagato: IL CAPO TRA LENUVOLE * ,li GIORGIO CAPRO/VI D:cono che il poeta sia uno svagato, con la testa perennemente nelle nuvole, in· capace per costltuz;one di veder le cose concrete del mondo. e quindi dt destreg• g;arsi tra que!le, tanto da non riuscire in a!cun modo a ragg;ungerc nella « vita pratica• (ia sola. gira e rigira. che conta) una qualsiasi, se non proprio brillante, utile posizione. A parte il fatto che alcuni esempi. an– che reccnt1sslm!, pollebbero di hotto di· mostrare il contrario (diciamo d1 poeti che meritamentc hanno raggiunto e posi• z1oni :nvidiabili., In questo o In quel com– plesso industriale, con relativi stipendio· ni mensili. i quali si che s-uscitano la con– slderaz.!one delle persone quadrate 11 che « senza grilli per il capo» e sanno pren• dcrc il mondo•): a parte Ciò non v'è /a. palissade (falsa lapalisSadc) più sballata di questa, per alti-e due ragioni ancora, non accessorie ne contraddittorie. che fret• tolosamente (giacché 11 gong insiste nel chiamarci a tavola, dove tutti aspettano con la forchetta alzata la nostra presenza) vorremmo ricordai e in un orecchio. Intanto. Quando mai il poeta è stato uno e sva· gato• (• Sogna, col naso in aria, paradi– siaci lumi; scopre ovunque una Capua, i.L sua occhio stregato, appena una candela fioca un !upurio illumini•), se non da quando s'è stabilita la falsa equivalenza poeta-bohéme? Che tale equivalenza, che per noi è un genere d'importazione, abbia in qu~lch~ caso funzionato (ma si trattava proprio d1 bohém.e nel caso di Dino Campana, i in quello di Ccccardo Roccatiagliata. Ceccar:, di? O non si tratta,va, come pensiamo, d1 qualcosa di più umanamente e fatalmente profondo?), l'eccezione non ci par conf"Cr· mar la regola. dal momento che in casa nostra - in media - il poeta è sempre stato « una pe:~ona per bene >1, povera o meno povera, intraprendente o meno. la cui media ..realizzazione pratica> di evita• è impersonata dal m;tc e modesto cideale• (o tran tran?) di Pompeo Bettini. Vedi ad esempio gli Scapigliati. che for– se m casa nostra hanno offerto il massimo esempio di scandalo». tanto per non re:;tar con le mani in mano e per far qualcosa, così olla buona, di rim· petto ai ma udits. Ohe « brave II persone. brave veramente a dispetto d<"llc virgolette. che noi mettia– mo così, in barba a Benedetto Croce, sol– tanto per guada~na'rc spazio e per giun· gcr più pre:.to (è coi millimetri ohe si ar· riva al metro) alla so:spirata firma. Emilio Praga al1.ava volentieri il gomi– to, come volentieri litigava coi suoi, e tanto basti di fronte al Delirium tremens d'un Poe: Giovanni Camerana. vedi un po". e si tolse la vita , dopo essere sta– to qualcosa come Proouratore generale di Corte d'Assise, o giù di li; mentre Arrigo Boito - gran musicista•• dicono i Ma– nuali - non fu forse Senatore, dopo es– sere stato garibaldino? Rimane Il Tarchetti, certo, di fronte al quale, lo conlessiamo, proviamo una tTa~ fltta a1 cuore. Ma ecco che a t oglierci d1 impaccio c'è il bravo Guen' r.ni, bibliote– cario ed erudito e .. letterato fi nito», che nel roseo lume dell'aurora, o nella ver• miglia pace dei tramonti, o nel merig– gio che a,vvampando indora la messe al piano e 1a vendemmia ai monti, -sovra il ferreo corsier passa contento come .t no,•ella gioventù rinato. e per d1 più sano e buono e libero (libero, beato lui), come un qualsiasi pedalante ìl quale nemmen per sogno, o soltanto .per ischerzo, abbia tentato un giorno di farsi chiamar Stec– chetti dai Posteri, che dopotutto - tanto per cominciare e per dar l'esempio - saremmo sul momento noi. No (ci mettiamo la mano sul petto), non Cacciamo dell'ironia a buon mercato. Un fondo di casalingo buon senso (che i maligni chiamano conformismo, come se loro ne Cossero alle radici immuni) è sem· pre stato il limite, e il merito, nonostante quel tanto di scapestrataggine necessaria, dei nostri ultimi poeti maggio1i e minori, e diciamo del maggiori soprattutto, da•! momento oh'è umano e natiurale che i mi– nori e i min·lml ricorrano tanto più volen– tieri alla messa in scena della sregola• tezz.a, a loro necessaria (come a loro è ne– cessario far ciò) per 1ichiamare in qual· che modo c in maggior numero l'atten· zione. Ma saliamo su un piano più serio, e più universale». Su tale piano nobile, come vorremmo vera la leggiadra leggenda del paeta col capo fra le nuvole, completamente e in· genuamente astratto dalla vi\.a pratica! Giacohè se un'infelicità viene al poeta dal vivere, essa nasce proprio dal con– trario, care persone quadrale, ossia dal– l'aver egli lo sguar\"lo talmente immerso nel vero concreto del mondo, da scorgere non soltanto, come riuscile a far voi, la bella o brutta racotata delle cose, ma - diremmo in trasparenza - l'anima de.lle cose stesse, un poco come dall'alto si -scor• ee l'anima del mare, coi $UOi fiorì d'al– ga e i suoi mostri in profondo: che dav• vero e per fortuna sua non riuscirà mai a scoi,ger colui ohe sa navigar cosi bene in superficie, verso i più lucrosi porli mer– cantili. Quell'anima del mare e delle cose, intendiamo dir pressappoco, che le per– sone quadr,ate, felicemente avvolte nella nube spessa e nel l'Umore dei loro quoti– diani traffici (e saldi sulla plancia dei lo– ro « ereditati principi>), non conoscono né si preoccupano di conoscere, furbacchioni involontariamente e a tutto loro profitto in quanto appunto In tale ignoranza è la culla della loro perfetta tranquillità, e quindi (non lToppo inteUigenti secondo la raccomandazione dell'Aµostolo e di Dosto– evskrl) della loro medesima siourcna nel• l'agire e nel conquistare e un posto nel mondo•, se non addir,ltlttra e ìl mondo>, Le brave e persone quadrate»! Coloro che «corrono al 6odo », ossia al lucro e al successo e alla bell,a Posizione! Ma non sono costoro, se vogliamo essere obiettivi, i veri e svagati! 1> col «capo fra le nuvole•· incapaci di veder la realtà vera della vita vera e della morte vera, fino al punto di sentire il bisogno di far testamento loro che fino all'ultimo .sono andati coi 'piedi di piombo? ~O. CARO PROTO: proprio in omaggio alle persone quadrate non accettiamo il do– no che ci hai fatto nel nostro precedente taccuino. dove semplicemente e pedestre– mente avevamo scritto Canti andalusi. e non (che è tanto più bello. lo ammettiariio) Canh andolusioni. Perchè non rispetu 1d no:;tra modestia? critica letteraria .ad opera delln orltica 6tilistlea sono i due coeUici~ti che hanno d-ctern1lnoto l'andata a Ca– nossa della nObtr.a orgoeliosa c~sc1cnzn di puri critici e la xinnove-lluta ecnu[fossi-onc d; fronte al J!lorìosi 6'1..""P(llcrl dc 1 maestri della Altertum.,wi.s– senschcft. si ~fi~~hbi~;~·o 1 ~h~~it;~ col,assero in veste Italiane.. per .una più w..ta accolta di stud106i, opere basilari che i massimi filologi tedeschi a caa.'.aliCT'C foa i fflJiC ultimi se– coh ci h;m,n,o 136Ciatesu pro. blemi di fondamentale inte– resre; e si era ccreato di sol– lecitare or,a questo ora quello dei n-06tri <'diton pc.rch!C ve– deo-se-ro la luce nella nostra lingua. ltbl'Ti come Saffo e Snnoni.de o Ploronr o La fede de.gli Elleni o La pot>~1a elle– m_stica del Wllamowltz o La b1ograf1a greco-romana del Leo o il commento al L. VI dell'Eneide o Ag11osto.s Th.eo.s o L'orit1ca prosa d'arte o La primitiva sto r _i a germanica riel/a .,Ger1110111a,.d1 Tacito di E. Nord<"n. Invece il be– nemerito editor(! Laten.a, non so da chi oonsigllato, h.:i pre. ferito pubblicatic in vcs~ ita– liana. sotto il titolo La let- f.~;!~a :iù"'f ~n{!t%\;1l!~~: t.e invecch.iata dcll'ulhmo dei grandi filologi ora nominati cioè I due compendi di !et~ ter.atura. IO!ina eh-e sotto 1 t1;olì. ..differenti ma arral~i. D1e rom1.schc Latcratur e Dit lateinische Lrteratur. E Nor– den aveva sicritt1 rlspetti\-'13- mentc per 1'lntroduzio11e alla scit>-n:a dell"ontichttd. diretta da lui e dal Gercke. e per l'oper,a collettive Lo cultura odierna. &.si erano già stati rifum insieme e aggt"Ornati dall'autore, e in quest,a !or– m.3.d~!Lnihva compaiono O&CI nella \"e!'t:ione di Faltl:Sto Co.. dino. vel'amentc Impeccabile quanto a pcrnp!eultà. fedeltà e capacità di rendere il &apa. r~ dell'originale In tutti i suol aspetti più r:iposti. Divulga.re nella nostN. 00- ,ru.a 1.m'opera cosi rappre.;en– tatrva di una f.asc della cul– tura eu:oo,pea. ma proprio al– lo !fCOpodi tornire una del– le ~timOnianzc p1ù autore– voli delle idee dominanti n– -;uardo all.i ci-viltà clasnea nell'ambiente più qualiliicato e in un periodo dei più rcr-– vldJ. e certo opera alta– ~nte meritoria: ma .sarobbe stato necessario preeentaTe queste paegine oon parole che al lettore rTlCllll() prow«tuto f06t5'ero 6er.Yite da contravve– leno. E ad ogni mod o noi sa,.. lutiamo con gioie. l'~ pariz.io– ne rf...a nO'i. in cosi deg na ve– ste. di quello ch'è for9e 11 massimo documento. nella eua meditata pot-erna &i.ntetica. della coscienza critica dlc-1 fl_ lologismo germanico (giunto alla sua ora eolane). rispetto alle letterab.lIQ. di Roma Né d'altro canto e da trucurare Il ratto che il compcnd!o del :-fordcn abbraccia andhe Il momento cruciale del passa}l:– g10 al :\tedioevo e cl :fo'mi– scc una trattazione sulle fonti antiche re1at1ve ea:Ii autori e suu., COn6ervcw:one e tradi– zione della letbe.ratur.a roma– na: e sull'uno e s ll'altro punto co.--.servaun'1t1lità che non potrà mai essere suUi– clentunente apprezzata, Quin– di la pubblicazione di quest.a, oper,a p:>trebbe <.'8SC.Te lnqoa... drata ncl movimento tenden– te a rioostruire la storia della oult..ura modcma ncJl,e sue fasi più signilioative, Jn qu.cD rnavimcnto che. p. es., ha de– tcmnineto <ti l'ecentc fa di– vulga1Zione in V<!Eilc Italiana doelle massime opere del Btr.clthardt 9Ulleciviltà 1:"reo& e sul Rinas-cimento. Ma il guaio è che sulla so– vracoperta del volume si le1- ~~~ta«in=~~~~ come tuttora attua1e, anzi d-e– [fflitivo nei suoi fondamenti critici: ...Col16iderata ne.i suoi OTizz.ooti rpiù vasti - dai pre– cedenti ellenici ifino al Rina.– scirmcnto - la letterat.ura 1"0- mana si rr.aela UD periodo di trnnsirione. di ~dattamento e di ripensamento della lettera– ture greca Tale pra;pcttivia C()G'.lttnteal Nordcn di a~ prezzare nella giusta m!sura non solo ,gli slanci più alti dei talenti creatori ma anche l'lmpo. rtanz,a 6lorloo-oultu--ra1e d'elli a.uto.ri minori: e qumd1 la fW Jz, ionie della cultura ro– maoo come intermediaria fra la d.vll t.à greca e quella mc.. dievale e moderna-. Di con– '60guenza. si awh-'!3 a formu,– Jare questa .raocomaodazione: ..Al.la lettooatura romana in– ratti non ci si d'eve accostare con t:Jwpa inc:;enu:ità, nè si deve rifiutare oon troppa pre– cipita'tione come tutto caduco e non poetico quel troppo di erudito che imbaroaua U le~ torc modemo •. Posta ootro questi termini. la ·pub'olicaZi.o– nc dell'oper13 del N oroen. do– po ~I fecondltilSimo lavo.ro di revisione comp1ut.o. in lta. lia e fuori. da lalllti s..:I cri– tici riwiato.ri e da tenti più mo de rni e più ll)Cni?t.N1111ti ma. nuaJi di letteratura latina. e~ pare un sorprendente lfeno– meno di prov111cia'1.isrno cul– turale. ricontluicì't>ile a 11 a mentalità di non pochl gio– vinetti filol01gi d'oggi, ita1ia– ni e stranieri. che nocn si pc. ritano di t<mnare pa&il...,..amen– te alle iposizioni di cinquan. t'anni fa, inconsci della loro insostenibilità e - peggio an-cor.a- dcl danno mortale C01Sl essi arrecano ella cul– tura classioa. tacendola ap. peri.re una m'Clanconica rima– sticar uro d1 una tradizione obliata. estr.ane.a allo &Plrito mode.mo. Le idee del Nordec poteva no figurare come Kul– tur deT Geaenwari nel primo decennio di queiito secolo. e solo in detenmnati paesi: ma conservar loro og,gi il titolo e il ,ialore eotto cui esse fu.. rono poste in corso c1 obbll– ea a sorride.""C. Perciò ci sentiamo C06tttttl e rirwiare aneooa una volta la seconda ipootat.a della ras– segna di studi oraziani per !ormulare i-1 nostro altolà cli fronte a questo incomprensi,.. bile tentati\'o• di contrabban– dare come manifesto d'ine<>n. futa·!:>iJepensiero ci-itico una opera ch'è inre.re6santissima. anzi cserr,plare come d'OCU– mento della coscienza critica di un'età ben individuabile. ma non può competere a nes– sun patto con sintesi prodotte da un'eiiperie.nza storica mol– to più ag.giornata. Come abbiamo già chiarito, la mentalità di cui il Norden è tnt:erprete si alimenta de– -gli oner.t:arnenti, dei metodi e delle manie del pOSitivismo imperante sullo scorcio d-el .:::ec. X:IX. Portando esso alla più monbosa diffidenza della sintesi critioa. &Ila negazione della hbertà oreatri0e deUo artista, e reoEtndo m primo piano, nell'ambito dell'inda. g111cletterari-a. la ricerca del– le fonti e l'analisi lin;ulstica secondo gli schemi retorici di m1a forma da applicare al contenuto indipendente– mente dalle vibr.azion l da es– so comwticate alia t.anta.s.ia. era inevitabile che I suoi ,e_ CU3'(:inel campo delle lette– ratul'le cless1ohe porta&:Sero a!!– l-~ion,e il dogma della tn3llcanza d'ohginalità della letteratura latina, in quanto d1.essa sono visibili ad ogni p~ ~06Pinto i modelli ereci . ~pecte sul piano d el con.te– n.u to, e m molti dei su.li au– tori è evidente la p .reo couPL zione di dosare gl'io,gredienti fonnah, SJ>€6SO secondo il peso di una tradizione .reto- 11ioa apertamente confessata Ma in re-.cltà il oredo positl~ ,rista servi.,,•a solo ad ot.frl~ alla lvro preconcetta co.'lvln– zione i metodi penche -essa riusciSlìe a presentm\Si dimo- t:traOilc n.ilpi.:mo d•·ll'indaJ:l– nc filolo;-ica: Jc J'f'mote ori– gini di cosi pc-rvieace ,.._.,..:.u– U't1one della letteratura la– tina s>no da indtvidu.are nel ;raooP UJC('nd10dcl roman– UCUSmo 1ermanico. crode dcl fos txm. Rom. ~lla Rifo rma luterana. incubator1' di tir.ti i p:ù protervi prqiudizi :c– z1ali ehc dettero al popolo tede,eo l'illustone d'~.re il più le&lttlmo parente niente– meno che dell'antico popolo greco, tn quanto l'uno e l'al– tro rappresentav ano le massi– me, le più pure manllestaz.io– nl del &enlo ariano (e di qu i il dlsprezzo per la civiltà lati– na, Inintelligente caudataria di quella ~a). l'illusion.e che ~~ ~n~~~~~~~n~/=! ohe o,:: più giusta.mente 61 suol chiamare col più com– prcn.s1\'0 teimine d'i indoeu– ropea. E m fondo a tutto qUA– !lto c'era un ben preciBab.te motf\-o !!torico, di fac1le c1r– ~ione entro i moti"\.ispi– rituali del treoolo m -::'Uid4- vampò in Germania l'i:lcen– dio romanhco: la necessità d1 svmcolargi do.I predomi– nio della cultura e della let– teratura france.,e l'.X"J arand .s1ècle, che {specie n.ell'epoca in cui cr,a 110rto S cesarismo mrpoleonico cd cesa Eembra.– va, In pieno movimento neo– clas.sico. nutri.rio dclle euo linfe p11ì profonde) sarnbrev•a (..'()Dfigurarsl come la :revivi.., 3ClC'J'lz.a della oultur.a lettera– ria di Roma antica nei suo( modi. nei 6\JOI ideali, nei woi metodi. soprattutto nella ma.– nicr,a d1 concepire e realiz,.. z:::n-e In perennità di una tra– dizione e le forme del. EUO riechcn'iemcnto. Quando la catastrofe del 1918 ebbe amorzato tempor..,.. neam-.,ntc i furori del paogc.– manano. CU1che la cult:u:r9 das.siea ti?d't?$ca fii avviò ad UD più cquilibnato r:ip01DF3- mecnt.o d<?i caratteri e del– l'i.ndl6trutbbi1e valore àè.!a crviltà letteraria dell'an:b:ca Roma: uomini oome il Reit– zenstcUl furono i vessill;1t:=..'"l di questa preziosa palinOdia, che veru1,-.a a rondl?l' giarti– ua ~i sforzi che pa da tempo aleunl tra I nostri mi– <SrilOr.i studiosi (il ~i. il Funaioli, il Rostagni> 5ta– v.ano oondu:cndo per reagL-e ali' antlstor:loo e grossolano deprezzamento della civiltà letteraria romana di tronte a iur:lla d~~a;p~l~n 1::,~: mento In cui s'era a:rroooata la litologia francese. inter– prete in questo cfic1 più ge– losi motilvi eond\lt"..ori della ci-viltà patrta. e quindi por– tata a conBidcrare sempre in primo piano l'h.uma.nita.s de– cli acrittori latini. in cui ~i era cwtantement..e nf!isato il tipico, amaro senso dell'um3- no, proprio dclle lettere tra."1- cest. Anche çanrli filolo-.::i afiermati~t già suJo 6CO?'Cio del secolo passato, come il Wilamowitz. fecero in tempo a sottoscnve'n! ed avalla-re :a meditata palinodia. Ora in– vece &t VOITJ"t'ibbe tare un Ìll– giU6l1hcabilc salto all'indietro e ripresentarci come quintes– senu di un penc;i.ero critico perennemente v.alido un'opera non priva di spunti luminosi (chè il Norden era pur sem– pre un grandissimo filologo). ma sostanzialmente legata o pregiudizi di annose e poco eutorevole vetustà, che ci si meravigliac:omeun uomo di tanto i~o. il quale è ,"i5-. euto (ino al 1-941. non abb'ia mal 9C lltit o il b isogno di sot– topor.re a t.ma accorta revi– sione. Ecco come il Norden. dopo 8V'C.l'e atfennato che .. ii e.-i– teno parboolare per giudi– care le letteratura romana ,-a ricen::sato nci 9UOi rapporti con la lettc:ratu..-a greca )O, e dopo avcr quindi J)06'to a tonòamcnto della sua smtes1 il dogma de-1 I a su:ddiUD.za passiva della prima ella se– eonda. come plcco:a pro,,,i.n– c1a dell'ellonismo. dà di que– sto d~ la più spietata delle lformulazionl: .. Quel po– ,polo che con mirabile coe– renza ei creò la forma stataile corrispondente ella soo natu.. ra e che sottomise a s,è l'Ita– lia non possedette dunque una letteratura originale. Gli mancava la f~ dell'imma– ginazione, l'athtudine e lo Btimol-o a creare forme arti- 61.iche e anche e sop.N;ttutto quella curiosità indagatr'..ce da oui era nata la scienza greca•· 0...-e non è chi non veda oome nell'accusa di mancanza d'immeginazione e d'i.ncapa,e1ta a creare forme u-llst.!ohe si nasconda l'eqlli- • ~ - romantico e posili– "1st1co a un tempo - c:te scambia l'invenzione con la fantaSl.3, la nO\,tà del c,:,n– tenut.o con la oreezione, pe r– ché m fondo gli alti ISJ). iti.ti della cultura temtanica er o -– no vincolati al preconcetto d'orilginc herderlana. che I~ vera 'P(>eSia era la oroazione anon ima dcll'aa11ma p opolar e. c.hc - come ebbe a di.re il Mom m~cn - solo la G reaia e la Gcrmani,a erano capaci di poet;ia iperehé .ricche del t~oro d-ei canti popolari. le C1ll l.luse non avevaoo arriso al Vlru'de wolo d'Italia; e. a non parlare del fatto che Ro– ma. nel campo della scultu."'3. e del!' architettura. è stata creatrice di ver-e e proprie forme arbst1che. come il ri– tratto da:I vero e tutte le co– Stru:l:iOni fondate sul partito arc.hitetton!x:o òell'Qrco. sfu:g_ ge al Norden ciò che di .re– cente una più matura coscien– za stO'rica ha c0minci3to a chiarire, ohe cioè la ooerenz.a della creatività giinidica. e istil'uzionale del popolo ro– mano è rondat..1 più OOe al– tro sulla dutlllit à dell'adatta– mento a mut.ev- oli ctrcootanze: sl che un QIIlmonjco sistema di aeat. nell'ambito diel din~

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