la Fiera Letteraria - XIII - n. 39 - 28 settembre 1958

Data la sovrabbondanza dJ scritti che cl pervengono con la esplicita rJchJesta di giudizi particolari, comunJchJamo agli interessati che direttore e redazione della •Fiera• sono as– . solutamente imposslbUHaU a dar riscontro 8 queste richieste I LAFIERA LETTERARIA I ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 16-18 Manoscritti, foto e dlsegnl non pubblicati non si resUtulscono 111\T RACCONTO DI LlJIGI BARTOLIJlTI ln autunno un. grandt edi– tore italiano pubblicherd: l'at– teso racconto Conti con l'oste. di Luigi Bartolini, autore di Ladrl d1 bicidette. di Passeg– giata con 4 ragazre, di La vita di Anna StickJer ecc, Pubbli– chiamo la ,egucnte primi.eia dd romanzo. UON L'OSTE credete alla guerra. cinese, rus,a. mondiale; non et sarà•· Invece. dentro di me, teme– vo. e temo. che ci sarà: &lae– ché non è 1·uman!tà a vo– lerla. né il popolo e tanto meno slamo noi poveri Co– munque, non avevo alcuna volontà dt pormi a discutere, . tlsslme: ma che. altrimenti. ,,....,.,--..:a.......,..,,,...,-~,. ■-----, Teresa. No. anzi. fu cosl: ap- profondamente. con un neio- Ma cosi apprese che, in ca: 1~"o~~! 11 d1~Ptr~!r~rp:~·at~c!1v1:~~ ., .............. -- ----~ ~t~- soz~~to1~~t~a:!~n:ro d'~~= zisn:~1t 1 d~ 0 ~ittega, rimontai. sa mia. ogni cosa è della ti: o - peggior fato. triste qulstare le calze. In un nego- ripeto. sopra la !ed~e blcl- Conchlta e di Isabella. mia sorte! - c·è rischio che vada- zio della periferia. Ma quel eletta ed eccomi, giunto. su- unica figlia. Quando toccherà, no a terminare nelle mani negoziante, es.sendosl accorto. datissimo. In cruia di mia so- a mia volta, a me. di morire, della Zaravella: oggi im•ec- dalla mia ccceulva fretta. che rella. L'uscio esterno era. se- tali due Innocenti creature rl- chiata alquanto; ma sempre si trattava d'un acquisto per mlaperto giacché. In circo- marrebbero in mC!ZZo della di più terribile ricattatrice. un lutto Improvviso. aveva stanza di mortorio. la casa del strada, se io non avessi già Quella d'avere la mia sorella. tratto pro!llto dalla clrcostan- morto. ahimé!. diventa la ca.sa provveduto a loro favore. Ad !ra le pareti del mio studio. za per offrirmi due pala di del vicini, del colnq~ilinl. del ogni modo, ogni cosa mia non è per me. come un sogno. calze ad un prezzo doppio del parenti e degli amici. Nella è cbe cosa di Conchlta; gua- Ella otterrebbe d'aver pace ed normate. Gli evevo risposto sua stanza - già da letto - dagnata lavorando. noi due, -amore. Potrebbe coltivare I con una guardatacda: poi, giaceva U povero morto. Lo assiduamente. e dal 1933, in- fiori deU'altana, pot.rebbe at- tornato ad Inforcare l3 bici- avevano la.sciato eolo, fra sleme: anzi, ella servendo san- tendere all'educazione di Pi- eletta. m·cro avviato verso U quattro candelieri. La cera tamcnte ed umilmente me, Jn no. Ma. con la morte del co- ba:tar dello Stella. magazzino delle candele scolava. nella ogni m1a bisogna cd io lei. d gnato. ceco che si chiude un popolare a prezzi fis.,i. Per sera. Insopportabile. d'agosto, siamo !atti la reciproca carità atto di questa tragedia !ami- !strada. la calura, rara d'ago- dalle cande.le ina:obbate e pu- del fraterno amoroso bene. g1iare; tragedia che non tra- sto, il vento di scirocco. sbat- tiva di grasso di beccheria. Intanto 1 Guarnari ricattava- scese a fatti di sangue a ca- té contro U mio viso le pre- Plscolle di cera erano sul pa- no. riuscivano a ricattare U gione della mfa rassegnazione mature. gialle risecche. !oglle vimento nel corrispondenti mio povero vecchio padre. Ed e di quel mio sapere attende- cadenti d'un viale alberato. punti di caduta di ciascuna allora egli, 1n parte per l'in- re la pace dal Destino. Ma Acquistavo le calze (ed. anzi sgocciolatura. Al morto aveva- genultà, In parte perché ine- esiste il Dest.lno? la commessa di negozio mi no legato. stretto. dalla nuca ~~~1o dJbe;~~~o.''!C~~li/do d~: III !~~fs~~:~ari~ral:;:r ~1!tra~~ ;fo~ !é~~i~~hur ~!~~lr~t;~nou~I~ qualsiasi maneggio legale, an- Eravamo. giunti. nelle ore conti) ma siccome io ero con d1 quel frati. d1 quei Beati ziché in!o.rmarm1. domandare. del pomeriggio, a quelJe del la morte fra 1 denti avevo delle sacre urne dei conventi. a me - aHidare. 3 me - funerale. Pino. il figlio del poco voglia di parlare. sla Non avevo volontà di guar- la difesa della nost.ra casa e morto. stava a casa mia. Ave- pure di letteratura: e tanto darlo. Nella stanza attigua dei nostri possedimenti. cedet- v~ detto. a ~onchlt.a. ?'andare meno avevo volontà di scher- erano, sempre radunali a con- te ~l ricatto dei Guarnarl. Ri- lei ad acquistare 1 fiori per zare: d'altro canto. la comm~- fabulare. intorno ad un tavo- catto che consistette nel dare U morto: .. almeno per salvare sa s'era mostrata gentilissima. lo. I fratelli del morto. E cosl quattrini al cognato: ar!inché. le apparenze!'"· Sortendo dallo Stella pensai ero nella camera mortuaria. invece di procurarsi un im- Cosl come ml aveva pre- alla cara Sara. Non possedeva solo. io, cd il morto. Mi si piego. vivesse alle spalle. Un gato Conchlta. (Dove si vede neppure Jet una veste nera· strinse il cuore pensando non giorno. però. mio padre - ~he ancora ero crudele verso come sua madre. Allora mi ph) all'odio c~e gli portav_o consigliato da gente che dice- il morto). orientai circa dove (in qual ma alla poverissima sua di- va d'essere esperta delle cose Conchtta. Intenta a consola- negozio) ,wrei potuto recarmi partita. Non volendolo. mi al del mondo - decise. per to- re mia sorella, ad aiutarla per acquistare allrl cinque addensavano. Intorno agli oc- Jtliersi dall'eterno ricatto. di in cosi duro frangente. s'era, metri di crépe: ma d'un crépe chi, veli di lacrime: e cosl vendere - o. peggior cosa. di intanto. dimenticata d'acqul- migliore di quello che già ml assalirono, .salendo dal svendere - U podere grande: stare i fiori. Ed allora lo di- Conchita aveva acquistato per cuore. altre lacrime. Che sl. il podere che era stato della scendevo dal mio settimo pia- mla sorella. Mi venne in men- eltll aveva arrecat~ tanto ma- nostra ava. la contessa Maria no per andare al mercato del R,.,,,,_l;M,..,. mente: .. Da Aleppi. In via del le alla sua famlgl!a· alla no- Piccardi. Podere vasto, di fiori; e giunto al mercato ac- Pretori». Ma, Aleppi. non stra. a m~, aJ mio focolare: ventitré ettari: con tre corpi quistavo due enormi mazzi di vende seterie• vende soltanto ma. al solito. di chi la colpa di fabbricato. Attualmente. ta- dalie rosa e le recavo In casa. tele. Provai 'dalla ..Tevere•. delle cose umane? Quali, in- le podere varrebbe non meno Pino, che, in casa, continuava n crèpc, In tale ricco nego- tanto. le colpe di questo ~ di quaranta milioni. Eppure. a giuocare con Isabella, s'ac- zio. era ottimo: ma costava vero morto?: le colpe d'una mio padre lo svendette. Lo corse dei fiori e ne lntul lo troppo caro. Rammentai d'un c~eat~ra na.ta in un mondo ;:~n:ce;1~'o1~11·::~~t~~t1a gli~~- :r:orr~~o~e. T~nt~~~~in~.ar:~: Luigi nnrtollnl: Paesaggio Flu,•11\lc lacggz~~s!a\s~~~:i3; ideria b~~~ g1~ I~~~~: d~r:~;~~!. codesto !ua:~o :=~~roeg~!J~v~~~e~~~~ ~~~:~sl~~n d~; 1 °ro:1ns:m:r:ra~ d ~e.un :nc~~~ro~f~naio~~~a mdi :t'tn;~~i:n~:~i~~~laDi~~v~~! st d~ ~~t;'l ~e~ePf/c~edo1~ ..Fo~onl~r~ ~~ 0 ":;~a~~~tl~~e~~e ~~c~t~ ui::; e!st!et3a ~~ifò. ~~~o:t~[ 0 3a ~~~ :eer~;~o: 1trR~~/ 1 c~~ani:;ig; ~h 0 t~;a ;à ~a~~a;~en-; <il PJ!: :~if dciona~~t~e d~ ~~=~~~~ r:i\~Hadea~;da1; 0 st~af:1~ 1 l~ha~~~ 0 rso~ad~~; ase!~~;~; l'~~~ ;~~rr!:1~, 1 ~ 0 s~~~~cÌii 0 ~1~!u~} 1 i~ f~t: 11 ;~ro~!. ; d~~~ '\1t;~~ln~ ~~nf3::1~azt~;:gn~~fff~de~~~{~= ~fc1~ltaS:C~\~~~hé 0 ;[:~~ 0 pe 1 ; r~:= ~lùbig~o p~e1:zo~omache vc nd e ~~1ez~~·e:C 0 ~:u~h~ 0 l~~e ~~r~ uno, destinato a mia sorella per colpa d1 lui. giacché avreb- morte; Jn cruda e cupa morte ciente stl[){'ndio di commesso usano. per lo più. al plurale mate. finalmente. la liquida- si l'ora della chiusura. scroti- Là. trovai ad acquistare I no. tu no. oh povero morto!'"'· ;;;a gà~ "à~~~:i. 'J'a !~~ 0 ;n~~:= ~;. di~~~;~;a~~ ~~Pcfe1f.fPs°v~~= :7~ni~;~·;: .. sco;at~u:J'ocl~;net~!~ ~~1:~~e u;~ic~~g1~;ivJ! 0 )~01~n~i: ri~/ 11 ~~:r~eqt~~w d;~~:elu~~: ~:~~:ie,t~!f~~int~!~sai8~ 1 • 1 ~~!e~~ ~ 1 ~tedli1..~e~rz 1 b;;;:a:iud~~~o f~~ ~~nr~~:. ;i~~I c~~sp~r~~p~ g~~ toE acols~.i 1 f·a~~~~,e~fà 0 ~;d~= to) gli altri tre destinati. uno dtta del podere grande: 111- aveva tentato d'attaccarla al tere sussistere se non coabi- essi. naturalmente. pongono. caduta del fascismo) del po- cevo acquisto di dt1e pala di prezzo. □ padrone del nego- nato. 'J)er ciascuno. a Vario mlo !orma:ml allo sCOJ?Oche lo cuore. Ma forte, com'è mia tando. Insieme a sua moglie. quale prima cosa. 11 denaro: vero Giovannino Guarnarl. calze di nylon. nere: uno ne- zio diceva che I prezzi era- · · fratello, a Lupettino altro mio potessi frenare 11 ricatto ope- madre, e desiderosa dl non ed ai tre (o quatlro che sia- ma io non ho mal considerato suo padre. Una liquidazione ceuario per la mia cara ne- no rialzati anche per lui. Io · · fratello. ed il terzo a me. Io rato. tempo addietro. dall or- morire, era riuscita a scam- no) suoi bambini. nella casa gli uomini dal denaro che eguale ad un'Inezia: una li- pote e l'altro necessario per gli facevo osser\fare ..non LUIGI BARTOLL"'I ho, però. già rlnunciato alla mal PO"ero morto. Mi er~ as- parsela: c>d anzi aveva avuta paterna: casa (io non lo sol hanno In tasca: ben sapendo quidazione. !n tutto. di tredi– tria quota parte di tale ere- solutamente necessario finge- la temerarietà d'alzarsi dal Jet- forse ancora di nostra pro- che I denari si fanno soltanto cimUa lire. Sortendo dalla ca– dit.à. re - m'accorsi - per recarmi to. per affacciarsi alla fine- prietà: (o forse. un giorno. con il rubare. Mal si fanno. In sa di mia sorella avevo In- Da anni cerc::vo d'evitare. In casa del morto al luncrale. stra ed assistere ad una pro- dovrò accorgermi che anche quantità considerevole. ope- contrnto Gastone per le scale. ~~~:~iL~ist~ss~o~ni:to!O~~= !~!~~ 1 ~r=· 1Ji sv:ri~~cc::s~~~o~~ ~~srs~~~e:D~~1nr 0 ~es~~~e ca~~ ~~lind1~a daè cb~il~tira:si°~~~~l~ ~~n~?ac~~~m?~~t\o,~· l~\e~~~=~~:n!~i!~ns~d~~:. ~~a a~~avr~~!! era più quella d'una volta; recato a vlsilare mla, sor~lla (sempre se mal non rammcn- ta, sfulJ!ala, anche tale pr~- re dell'ingegno. Sl dovrebbero assai triste. Cap\l che. In cole.I che tanto amavo quando Teresa. la vedova. mero ac- to) tg!acch~ tutto si dlmentl- prletà. Ed il fidanzato di nua accumull;lrc con ]e opere del- quanto alla Immediata. etfct- f!~top~c:~n1u eJte.lla~i E.si~ t 1~ ~~rt3ei~:i. cMas~~zt;o~~~an~e~: ~~Ì1ec 0 d1s:~ 1 azfen>"l sigitoU di~~ t~~ot~ls~~1~rt~I : 1 c~~\itaco~i; ~~-g~~~~c:. ~~~~e d~iela~:;~~ ~\~ila 11 ~~!~a;frnaeve~:~~ ;fsepd~: ~i~°sa~~~~~a:Ioglfac::éde~~i~ :~~~. d~ 0 fu1f~.ss~é ul:t. v;Jtt1~ ii8::1ci~~Ìn~o~~f_se tt g;~~:~ f~ _s;~~t~dfa°c~ftà 1 f~t:nzi!~c~~/~ f~~~~~\a~ec.c°ec 1 eo"ì~e ~~fl:~~~~ ~~~zl~icèhe~ota~,~g ~~i bt~~~\ meglio per lei e per i suol sua ft~lia: la mia cara nepote. mamma aveva lanciato. con denari - aveva incominciato esperienze. Per il mio inge- mali nel quali giace. lmpc– figli: farò tutto ciò che occor- La .i:1 11 a cara ~cpote. d.1 venti le sue tremule mani. petali a prendc~e ln ugila la cara i,:no.- da alcuna persona mal g?lata. la _Povera umanità: il rerà ad essi: e che, natural- a~nt, ? s.18ta già tanto. in que- dl rose sopra le teste del sal- Sara. Dall uggia. a brevi passi. seriamente negato - per le P)Ù ln"uartbilc del .suoi mali: mente. non mi riuscirà lm- fti ult1;1\ a~ni, d~tt~tal dal do- modianti. Poi. mlracolosamen- j due fidanzati passarono ai mie mille incise lastre ad ac- giacché la burocrazrn non fa f:,ss~~~e ~!nt~tr~d v~~~~~; s~~o s~i~aa abb,ando 0 n~f! ~!i _te. s'era. intesa meglio. Ed ~~~~ZaY; g1i~~ti~aa so,~~~a 1~:: ~~i3'dt~f,;tl ~~eip:t~~~~ni~ ~~t ~:~fcn:l 1 ~ 1 c~;!~~ :h.cm ~e~~ta 1 ~~ nella mia casa. Allora sl che fidanzato che I a\_•cva lllu~a. !ntanto, io. nel mio studio~ pote che .. Il fratello non si ti anni. porre da parte pochi degli arttcoh e parag_rafl delle lei ritornerebbe mia vera so- portat~ a spasso. fmge nd0 'o- 1~v~on~a. ;g~\trr~~oda l~~l:ia;n sarebbe sposato se non si fosse denari:• e. se li ho posti da Leggi e del Bollettini. rella; cosi come ella !u la 1erle I il plu gran ll bene.. Era. r . li d~mplo' a~ Il Fato trattato d'un buon partito. clal parte ve 11 ho posti attra- Allora il mio pensiero. il mia !edele alleata sin da COSll! · lll.l su? co. egt:t 10 ur i~ci~é o. e li r morl~e lato del denari ... Io capii. al- verso sacrifici "iornalierl. ser- mio desiderio, Je mie cure. quando mio padre persegui- u~~IO d\ ragi~!1cria.. ~ ~- P~ • $ t;. 0 ~/ l'ln~~ 1~ 0 che ell~ 1ora. che ben presto egll rati. Infiniti di numero. di furono soltanto quelle di cor– tava egualmente e me e lei. ne. occas ~>ne un viaggio e e e 1 • si. 5 oesl 1 n avrebbe abbandonato Sara: specie e qualità. Posti da par- rere. in bicicletta per ritorna– Oh. potesse ella aver neces- esscljdue, 10 comp~gvta d.l mia d~nss\ u~he P ·tro~ef'Ò ~a li~ vilmente l'avrebbe abba11do- te per Conchita e Isabella. re alla mia abitazione. Entrai :~t! n~l ::~ ~:i:i~;ar: I~~~ ~!~re a~ tva~!~~ta ~u~~r e;~= me~r~ ~~n ap~na ml ,sarà ~!i~· n~~c~~tand~n:s~~: d~l~ ]V :~~~a s;~:~ 0 d:1 t~;~e~~o t~~!~ ~ella d; . u~a parte. e Pino. ~!~f:1a"0 ~aro~ ~n!~~~tt;' 0 J~t; po~si~~~~·mo del fidanzato di df d~~::i. riran~~l.a a~uc~~~~~~ ve~~f 1 a~~~~ge:! 10 ~1,~é ::~ ~~= tcng~ il dcne:o, ~ in più ne Luigi Barlolinl: Interno 11 suo !1glluolo. e Sa.ra. la marchesa Guarnan, madre d1 Sara: fldanzato che. avendo ricadeva sopra la testa l'ana- reJla si trovav.a senza denari. presi altre d1cclm1la. Già ne mla cara nipote, dall'altra. Mia Pino - il !id~nzato delJa mia conosciuta. constatata. la no- Ioga cattiva azione che egli impallidii visibilmente. Né avevo prese. 11 mattln?. tre– sorel!a è intelllgente e po- cara ncpote s e~a ~ccorto che stra decadenza Ce che - or- stesso aveva commesso allor- dissi alcunché. Seppi, intanto. mila per darle a Conch1ta: af– trebbe condividere. con me. le non eravamo ricchi se anche m~i :- eravamo più poveri ché a\·eva ricattato mio pa- che Gastone. Il figlio maggio- finché potesse acquistare c1uat– fasi dell_a mia gr~nde_ batta- ~orm:i'8:~;noo f~~gi~f 1~ 1 le se~~1 ~:} ~!;~~adi:~u~f;•l~rld!l!a e~~= dre costringendolo alla sven- re di mia sorella, ingegnere, tro o cinque metri di crèpe glia (unica che m è rimasta) della nostra miseria. Mio pa- stra condizione: e per cui ------------------------------------------------------------– per l'arte e per la letteratura. dre, d'ottanta anni. giaceva. a\'eva già !atto proposito d'ab– Ella potrebbe curare le mie ormai afflitto da arterioscle- bandonare Sara. Dicevamo di carte manoscritte. carte tan- rosi; immobilizzato, o quasi. mio padre, con la sua pen- , r:-:---.,,.0:-:::.:.._:_-'!::-~.: .. . ~ ·-~~:;,;;;~.( ~ • Il-"~ ...."' Lulfl Bartollnl: Balcone t., .. ,;~•t:;:.,~~n- 'l i"- ·. \: Cecchi critico gidisca. denunci l~ f~;Zatura o V 1 • • · come, nè so ancora perchè, vada In franll_1m1. ~ trattata ecc 11a Sl"IIOra ma è certo che mi vedevo ~~ ?~e~c~:;!~~r~ ~~nat!!~~o~ O nato da una _grande fai:iigtia di artificiosità. Nello stesso mo_ (continua da paf. '1) sv~nturata, t.l p~dre di qua, (Contlnu~a 1>ag. 3) tirà più gli uni con gli altri. Quando poi l'altro è CPc-chl.!':i sa benissimo che. di regola. pre– ferisce prendersi la rc.,,poue;a– bilità di avere ragione. Peccato che i critici dl ades– so non possano più servirsi della trovata del Barc>tti. Con un personaggio come quel suo Scannabue. si utilizza tutto d1 se stessi: opinioni, amori. in– tolleranze. timidezze. perfino gli urli di nervi e le agi,:ressi– vità più irriducibili. senza la antipatia di esibirsi o l'obbligo di scusarsi dell'Invadenza. Ccc· chi non ricorre a simili lra– vestimentl. né si concede le facilitazioni di una critica in costume. Ma qualche cosa ra anche lui In questo senso. An– zi. se è permessa una finzio– ne abusata e meccanica solo perchè può farci gioco. direm– mo che un suo personaggio se l'è coslruito lui pure, median– te il quale vara il molto di st' che, manifestato in forme più realistiche, gli darebbe il sen• so di intromettersi. Nello stes– so tempo, ammortizza le spin– te di una personalità certamen– te assai mobile e rt?attiva. E· quel personaggio a stabi– lire con l'interlocutore una ci– vile familiarità: un tono sobrio e confidenziale. quand'è il ca– so, e anche di abbandono: ma solo fino ai limiti oltre i qua– li confidarsi è diventare com– plici delle reciproche debolez– ze e luoghi di minore resisten– za. Della sua psicologia ci sono dati i semitoni più affettuosa– mente cromatici; il suo aspetto si presenta con tutte le dovute ombreggiature: ma grazie a questo Intermediario il man– dante evita di mostrarci la propria ombra e ci toglie Il so– spetto che certi riserbi dipen– dano da qualche sfortunata ri– mozione. Si è subito disposti ad aprire il massimo credito alla sincerità del personaggio, per– chè effettivamente egli cl offre tutta intera la sincerità di cui dispone. Pub darsi che In certi momenti Cecchl lo delPghi a denudare qualche sua antipa– tia. non solo di gusto, ma per– sino fisica: come quando, per dare U colpo di grazia al Guer_ razzi (che è uno degli odi di Cccchl) gll contesta certi spro– loqui entusiastici sul Byron, al– tro bersaglio di Cecchi, fin da– gli anni ormai lontani della Storia della lelterattira inglese. E qui senza dubbio. al giudl– z\o letterario incontcsiabilc, si mescola anche un'avversione del tem1ieramento. O viceversa: facendogli rac– contare, una volta tanto. un particolare che sembri molto personale, si J,tarantlrà per un pezzo la facoltà di stare abboL tonato. EccolO per esempio che.> sta demolendo gli incauti ludi di Vittorio Bettelonl contro Il Pascoli e il D'Annunzio, e con– clude: "'pare. t.ra l'altro, che Virgilio poco lo interessas,e; e per me, quando si è detto que– sto. s'è detto tutto .... Sembra che confessi il più geloso del suoi amori. E ha scmplicemen. te asserito che Virgilio è il metro campione per misurare la ricettività poetica: qualche cosa che si sarebbe potuto 1H1- dare In piazza. I suol duldo vitio se li terrà per sé. Tocca ancora allo stesso per– sona!(gio di caratterizzare, co– lorire. difendere da certe scap. pate esorbitanti la cultura, che a Cecchi pare più solida e ser– vizievole al fini del proprio la. voro. Una cultura aggiornatis– sima. fornita di una utensile– ria di recente modello. lutta di gran marca. Talvolta quell'In– termediario civetta con una f\nta nostalgia delle buone no– zioni di gusto antiquato. si spalma di una patina di fedel– tà a!le usanze del paese. della provincia. del campanile. E ha l'aria di Ignorare le nuove ipo. tesi l' scienze. tra ,ocio1oeic-h<' e antropologiche, delle quali si blasonano rni,:gisti e cntic1 •n vena di strablllare con l'annun– zio che ormai l'intelligenza t,a una dimensione di più. Nessun dubbio che anche Cecchi i> aJ corrente di ciò che il ~uo pr-r– sonagglo finge di non sapne: sarà dlfflcile cogl!erlo alla sprovvista. Semplicemente ha deciso. per ora. di non farne niente. Sebbene certi suoi trat. ti e superfici di una vibrazl.>ne pili irrequieta, più ricchi di trasallmentl, a batterli <'Onle do chi" scompare qualsiasi - finito e spedtto tn potvere a nocche, facciano sentire che scricchiolio di congegni calco- a questa donna che, atl'ut- Roma; la madre di là. reclu- ;~~~~!;g~~.ch;n~ ~uo;;K ~i~u~i ~~ 1 ;;~r1fe 1 di;i::;,t:t~~7"~~~ ~~: ;~~t~ ~~n m~~:l~rie°v;~dec~~ :oft!n!~~lt~a a~i:h~ ~:ra ~ collau~1, ha !1 ~ompit.:>.: 1 , n,u- legge. nell'obbedienza alla re~ La pronunzia francese di at- mi ha visto nè guardato pri.- !~~:s~~~ou~ fiscf~~d~~~iiad :ii; ~~~a 70 d; e~~~:e ;e~~;::;e ~:c:h~. cmii vocaboli e che una not- ma . di partire per sempre, ai mistagoghl, ai pa:lti della contraddistingue il .buon .scTit- te era cadut~ a ter_ra sopra u!i tsola1:1ento perpetuo, una Torre di Babele. Si ;,;u,i.Ylabr- tore.... Eppure si tratt:i proprio 1m grande pital~ dt gomma d1sp~ra~1one matura, ~m sen.– ne però dalla spocchia r,s,,n- di diplomazia. e consumata al e no,i poteva gridare e ave- so dt divagamento. dt alter– tlta dell'escluso. che v,nl.; la punto che i suol successi ren- va atteso il matti.no quando nato disinteresse. di passfo– prop:ia sapienza più_ co·tn e dono quasi Incredibili taluni la figlia. svegliata dat fan- ne inespressa. Soltanto i.o, cas~hnga c-ome una <'1v·l'.àsu- rarissimi, mor:nentanei 1.ap.sus tasma del padre, era accor- per questa ragione, violento, periore a certe ~ac~hlanerle. Quello. per dirne uno, m cui sa. Mio adre ru iva an- ratte,wto sul limite delle col- no~r;ile g~!d~!~z 1 ;;i1 p:r~~~~g~ ~~~z~:~! ~ 1 ;~~~c À~~:tie~;~= cora dal!: polvere?gper non pe, .destinato ai tre~i e alle glo. messo cosi al sicuro da- toni. e gli sfugge la parola essere sta_toamato carne vo- n~vl,. S-!f una banchrn~ fats0: gli usuali complessi dei lette- .. razza ... nonostante ne cono- leva e mia madre nor1 s'era dt c,tta. Sempre nohzte dt rati. va contata in prima linea s.ca l'accezione ormai peggiora- mai cambiata da quella che u~ ~ U.ro mondo. Sempre po– quella di avere salvato in Ccc- tiva e funesta. era sempre stata. una don- sttnt attorno a me con let– chi una rara elasticità. Critico N?t.1 sarà violazione di do- na di casa. teggera ombra, tere raccomandate. ILbigtiet– di tanta autorevolezza e ir,- ~ic1ho sorprendere per un at- negata alla grande passio- to sempre vaLido, sempre f~uenza. e~II non _ha nni pr..:~'l i~~~~ro~e~~~~o alpi5t 0 c~:vo!o 1~: ne. come trem,enda coi figli rin110.vato,sempre pronto, in 1en_bonp_omts~lntuale del no- stesso ad aprirci uno spiraglio e ~oi nepoti sino ad invee- tasca, tenu!o den~ro _cetlo– tab1lc, la gravità e segretrzza Sta rilep:p:endo il vrrc-hlo com- cluare: una volta vecchia. si phan perche non si scmpas– rramassonica dell'ottimate, dc>Imento di Raffaello Fornaciarì a era fatta remissiva. docile. se. Co~ne ttna tessera dt ri– potente delle lettere: CQ11:~ è una scelta del Decameron S, in preghiere continue in un conosctmento fra gente se• accaduto Invece a certi suoi compia~e di ritrovarlo anc-ora angolo di villa co~e alle dentaria. opaca, dte volava colleghi. in apparenza più ac- vivo. ~1 ~onstatare che quel porte di una città delta fi- verso Parigi per sorbire un cessibill. Quasi sicuranwnte le pedanll di. una volta non. solo glia. orologio di carne con caffè o si metteva nel treno riserve, le aut~~ife~~ dell'uJ- ::g:,~::: ~la~r:: ~:~tl~~~~e~~~ carillon di parole. Eppure cel.ere l?e.r arrivar~ ~ Shan– mo saranno v1g1l~n i:;i rt{': Il parsimonia di avere capito questa madre era fu.ggita gat e visitare la cttta. personaggio tuttav!a ha l'agill- quello che' di meglio c'era da u.na notte da Perugia assie- Al terzo giorno mia madre tà e la prontezza d1 un ragazz'l, p:ustare in un libro. E adesso me con me, qttando non rit,- ha spala11cato la bocca; le ancora esente dagli obblighi vuol v~dere come il Fornaciar1 sciva a sopportare più. mio c~melie deUa sua peUe st t~!~o.g~~~~:o~~:~~l~~;r:~~- 1 :~~. ~~ l~at~~ ~al;f~~;iJ~~e!~,r:v;~~~ pa~re. invadente. terribille. t~~~a:ta~~~ '"t,:irt~d~~/ qucl personaggio è ·.11~to o,1PI- ~i~tai~a st ~ao~~e 10di~e~~;· ~W; ~ic ~~'t 0 pi~L 1 ~~~n:~:v~ 0 ~ 0 l:~i la pregltier~ o al salmo can.: 10 che ~I vuole. fuor:::hè u:i ~er scena dell'uc'clslone. do~e il e il vecchi.o elegantissimo. tat~ nella. v.itla solitaria o sona~gio nel senso uffici~le chiosatore, dopo di avere mes. berretto marrone e grande pa- a~l 111110 cristtano nella tema Pregi che potrebb~ro nn..;he so in opera alcune .. analisi e strano di lana ghette e ca- dt non essere degna di con– non rlgu.adarci. e ~nvc~P.v-tn di,crin!inazioni lingui,tiche.. ramella all'occ.hio. era' rima- qttistare ~aGerusalemme ce– no notati qui per :1ò ,•he rrut- mol~a , comandi_ e se ne esce sto ilt quella ci.ttcl umlJra. leste le e apparsa alta boc– tano leUerariamo?n e. nell esclamazione. .. Luogo su- 110 . . t . d. ca, le ha come scotennato . La volont~, di ~ontinuo sul ?~~~Jfs:r: 0 -:nti:: d~h:m<;: 1 ::~ 110~\ep~ii s:p~~t:Uim~r:tr: fi~ aHe labbra, il più possibile llro. è riuscita a d,vent~re na- subito aulica, la lacrima di en- nestre dipinte in oro da larna, _lunga, ~er un conta– tura, una natmalezza sut pene- tusiasmo che cola sulla barba u.n·antica istitutrice dei. figli. tare dt la1:1ent.t,per _un mi.- ris, come una gemma ricostltui. dell'erud;to, sarebbe troppo suratore dt utttme grtda sen- ta, ma di quelle che sembrano Ma un nonnuUa di nostalgia V za suono. vere anche ai periti. Ne è pro- per quell'ing.enu:'l possibilità di Non volevo pensare, ri- < Uu moniento >, supplica- va la scrittura. La quale vive ~be~ond:i: 1 ~1 c~fanr1;adei ~uet~- man~.ayo ogni p~nsi~ro a un vaC1hma~?ce. , sotto un costante controllo sia Si potrebbe anzi ammettere. poss1btle domam: mt ero se- e e e da aspettare. stilistico che umano: si ln~er- per Ipotesi, che molto di Ccc- duto su una panch.ina di < Un momento, un mo. rompe ln un f\tt1s s lmo succe- chi. come I suoi lettori lo ve- marmo, sotto gti alberi. e gli mento ancora> suppticava dersl di pause. come per dare, dono. nasca dalia rinuncia a altri vedevano in me uno an_cora la stessa voce di fi– i! tempo di rlUettt're. di lm- !':!miliesclamazhml \n pubblico che stava per partire: < s'è glia nella piccola camera co– pedlrsl gli automatismi. le Q1:1alicompensi ne derivino, a fermato un poco, perchè era stellata di candele. scorrevolezze scapestrate di un ~~~ceat~d,fliu~1:t1 :arcehefinabbulal.mo stan co, ma .adesso comfnce- I fiori cercavano dt trova- parlare a briglia sciolta: e tut- q rd a camminare davvern e re terra feconda. tavia non c'è caso che si lrri- GIACOMO DEBENEDETTI solo e per sempre>. Non so MARCELLO GALLIAN

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