la Fiera Letteraria - XIII - n. 8 - 23 febbraio 1958

Domenica 23 febbraio 1958 LA FIERA LETTERARIA 31 POESIE NUOVE di LUIGI BARTOLINI tupo fuori della tana Quale il lupo, se sorte fuori. fuori, guardingo. dalla sua tana; d'umore cat.tivo si mostra; esplora con occhi di brace la siepe breve Versa. di g;là, il lupo rabida bava. O se ti scopre e terra disteso. il lupo. ecco ohe se non alz::i contro il bastone ti salta addos30 e ti sgozza! (così come sempre hanno fatto i suoi simili e come sempre faranno alle pecore). Chè è per ciò che. i lopi, tupi si chiamano: e. talvolta. anche gli uomini lupi si chiamano. Prigionieri Tu, sempre hai fretta e mi sfuggi; tu. breve piacere mi rechi; e lunga tristezza. Tu, come quando fa porta del car«!re al prigioniero si dischiude. ci sorte fuori dalla sua cella. ed all'aria giunto al cortile, respira un poco di aria buona. Tu ,n·arnerai senipre di più No, tu m'amerai ancora. Tu m'amerai di nuovo. o Luciana quando saprai che cosa è il mondo, esso ohe offende la bontà, anche a te recherà il male. M.a deh non te lo arrechi il mondo! migl~Ol"e è che io abbia torto, purchè a te -oot1 arrechi il male. La famiglia Sdiluvi~. poi cadde, la pioggia, incessante– per una mezza giornata intiera; le automobili schizzavano fango, fango contro i poveri pedoni. Io ritornai, a casa. fradicio d'acqua, Anita era ed a ttenderm.i con l'orr.brello, ma troppo tardi era. sull'uscio di casa. Poi mJaiutò ad asciugarmi a levarmi le sca!lJ)e, J-e calze; grondava il cappello verde ella paziente, con lieve panno 1\tsciiugò, quindi si desinò in santa pace; quesfè la casa. questa la famiglia, e ,beato, chi, come me, questa pace possiede. Il demania Il demonio non nominare; il demonio non osservare; va per la tua strada. Se puoi. lascialo perdere.. Negli abissi dove ha termine la pietà, entri egli soltanto. Non lasciarti dal demonio tentare! Nere di pece, ali gn:Magne :ece bava da labbra pulenti. -Non credere a ciò che egli dice. Anch'io conobbi costui, e ne pagai. lo scotto. caro. •Ahimé, come i poeti pagano ~aro tale scottai Quando ti lusinga ascoltalo m breve. poi allontanati dalla sua ombra. Odi? é là, che gracchia lontano con malconsesse mandibole. :f.€li teme un raggio di sole. si chiama Amore. ma non é; né può esserlo chi reea il male ed ha per ogni ln:noeenie, uno strale. Oh non é negli ampi cieli, neppure negli archi del mare: nel suo occhJo è la oscuro protervia e la tristeu.a che incatena. Alberga. la sua cattiveria, nella nostra quotidiana esistenza. E' la polvere che s'addensa anche su ramo più tenero. E' la inerzia che nulla crea; è il fazioso che si aliea con tutti i mali de-ll'universo. Quando ha scaw:to, il tempo ha perso. o Jo ritrovi un venniciattolo. V n giorno comprenderete perchè Un giomo tutti voi comprenderete perchè non volli ingannare alcuno. nè stupefar~. . Oh le vecchia, stravecchia. sorcellena_ degl! [ma:anru la fattucchiera abita l'antro oscuro e ver!11inoso. L'inganno è là dove non più si respira ana. I vostri quadruR,lici veli non rappresentano. che (flnuon1. Ma tu, antico aulete, consolat~re dei tuoi fratelli_. Tu non puoi essere presente m questo mondo ~1 Lfinz.ioni. Gli etn1schi Vita Innocente, fu la vostra, e noi non sappiamo che lodarla; ripescare faticosamente (questo soltanto sappiamo). Le cose vost.re cbc sono morte, ed anche se s ono soltanto cenere sembrano, o. dico meglio, ci sono più care di quelle nuove. Ombre Se l'ombra che fu grata ad ogni creatura si fa [più oscur::1 e se corriamo. ormai. fra ali tenebrose d'orrenda [notte che ci sospingono e ci disperdono per ogni [direzione in queste condii.ioni com'è possibile il }~? 3 ~~~!; Si coprono gli occhi gli uomini quando la strada [solleva cocenti nuvole di. polver~ ecoo che il cielo si restringe an<:OTadi piu; i ~01 [cirri di piombo minacciano pioggia di sangue so~~~t;e,v~~~~~!o~e:~f~~r;i;i Ratacupa stanno ancora nascosti a Rotacupa del Chientl, accanto alle ruote det vecchi mohm ~d acqua in un silenzio di foglie chiare d'acacia e non mascircono. ritornano a Dio, i m_iei.dlseg~i [d1 g1oventu. Eppure Era "lm uomo dagli occhi bassi_. grigi e losc~i; (l'ho. eppure. veduto - un giorno - acÌ~ 1 ~;f,)e al~arsi Quando il sole sorge. e sboccia per i'[~\i~n~~ non posso non volgermi verso di lui, che [:ar/: Buon padre, non posso non rivolgermi verso di Te; che riempi i boschi I prati del truo fervore. Mi sembrerebbe avere commesso la più crudele (delle colpe!" A Te. dunque, io, fedele figlio. discepolo r~mango, come il soldato al suo re, io a te fedele nmango, [o Sole! Deh, non m'involga la tetra Morte, fM le sue [tenebrose lenzuola, deh non distrugga codesto amore che è vivo fra (me e te Non rendere grigio. opaco. insano e pesante il (mio spirito; rl!nderesti me eguale a coloro che stanno in [agguato fra le tenebre. E" indifferente, per essi. rivolgersi verso il sole o ['verso l'ombra. Nessuna cosa tu renderai opaca, micidiale come la [polvere Salva me, padre Sole. dalla nemica polvere: deh. [salvami! (Le vestigia della Morte lasciano impronte [continue nella polvere!}. Vecchie carle - Io sarò. - Ciò che fu non lo so. - Di. don dai! dopo morto che sarai? (Venni e poca polvere;. Vecchie carte! miei pensieri, m'opprimete!. Vecchie carte che di cantina ormai sanno: (di calcinacci marci e diacci) (tanfo. di morte. a zaffate!). Ma in queste carte, dei tarli rose. fioriron rose d'amore un di: più che potette questo libretto le custodì. 'Allora nie raggiungevi Come il fiore acqua domanda al temporale: come la stridula macina olio domanda, o più ancora, giacchè è realmente certo che tutto si dona con l'istesso domandare; quando si è ,giovani, si è simili ad una fabbrica [nuova e ben disposti ad albergare l'ignoto amore, allora me raggiungevi sovente, o santa ispi– {razione! Borgo d·amore S'udiva da una antica bottega del Borgo battere il legnaiuolo gli ultimi tolpi; s'udiva l'usignuolo ai suoi primi notturni richiami; LUl(I Ba.rtollnl; • L"allieva,. Tu nulla rammenti. ormai, di tale tempo. Noi tornavamo allora dai campi lontani e tu. o padre, mi tenevì teneramente per mano Tu non rammenti più ormai. alcuna di tali immagini, di tali voci; o caro padre, sepolto nel cimitero. Unea La mia è una trincea lunga lunga: (profonda e nera più d'una .!ossa di cimitero. Io solo. contro il mondo!; io sempre ful solo, a combattere. credetemi! Non fu mai alcuno che venis se con me o che portasse, con me, 10 m.ia croce! Nessuno. quanto me, bramò per i boschi camminare; e, per 1 boschi, trovare - illuso! - altre a me st~sso. eguali creature; altri fedeli amici, educati a1 sogni!. Cercare ancora « Trovare. nel noto mondo un desiderio ancora ignoto 11 (Ecco il problema dei più - e che non trova mai Il bandolo perchè essi non sono. oh no, poeti! -). Occhi del mattino Occhio del mattino, convolvolo turchino più breve del mio è il tuo giorno tu che sorridi a me intorno in questa breve e dolce ora. Sete Era ben fragrante il lampone che il cacciatore raccolse in mezzo a, bosct' (non si potrebbe tornare in tale bosco?) Fermarsi Fu un Dio azzurro. un cielo divino che rese mite me, fra Ili: animali umani. Fu, oh si. un dono d'Iddio. come il profumo ohe egli ver a dentro il calice [dei fiori. Fu Iddlo Istesso che comandò che lo dicessi agli (uomln1. « Fermatevi, non correte, ascoltate il buon [profumo che lieve emana dai calici del suoi tlorl. Ma non oggi! TI ripeto. ancora una volta cara madre madre mia, rinuncia al tuo viaggio nel lontano Paradiso! Saliremo un giorno. insieme; ma non oggi, oh mia madre. famgo il fiume il cane è cattivo, sfugge. oggi. dall'immergersi [nell'acqua del fiume Sfugge dall'immeggeni nell'acqua cele5te del [fiume. Il cane è cattivo. Io, invece. corro Leto. lungo la riva sinistra del (Tevere Sete non ho; cerco il guado ~nz'acqua; attra– [versare voglio il fiume giacchè nella riva destra ho veduto una giovane (donna che sta sola soletta la"ando panni lungo la riva. Se· non si rasserena il mondo Se non si rasserena il mondo. se non ipiove un poco dell'antica celeste ambrosia. le mie nuove sono codeste. « A terra m'abbandono, (al margine d'una strada) Una qualsiasi strada. Sopra mi passi chi vuole. Chi vieta anche a voi ? - Chi ~eta, anche a te. amare codes'c cose, (io sono vecchio e non sono stanco d'amarle! Odi: suona un 'ascie sopra un legno nel bosco e la farfalla bianca, già ebbra. barcolla prima di mezzogiorno, sopra il Bore. Ne ha, di spazi fioriti. la farfalla da visitare! Sospettoso. come sempre. è il contadino allorchè [mi scorge seduto, o In cammino. sopra i suoi lunghi solchi. Il timore giustifica la cattiveria del contadino. Egli un agente d'imposte mi reJ1Uta; o. forse, un [ladro. Non si giustifica il timore del pettirosso, però, che mi precede lungo la nera siepe accompagnandomi, di passo in passo, col suo [cippotio. Il marinaio Il bastimento salpa a' cuore contento; s"odono sciogliersi le catene delle ritmiche grue. I marinai appaiono lieti e saltano, quali deUìni. da poppa a prua; altri stanno alla rotta del [timone. Sarutano allegri il sereno tramonto del sole. Voi dove andrete. a bastimento che salpa. o (miei marinai? e tu. buon vento. che sormonti per vivide nubi, tu dove accompagni, la grande nave che s·a1- [lontana?. Felice è chi. senza ambagia, può partire In tale [sera; avventurarsi nel.l'Oceano, che più nulla ha [intorno a sè; (costui si risveglia lontmo dal nostro crudele [mondo!). Il giacinta Chi non ama il profumo del giacinto? chi non odia questa pol".ere sop_ra i mobili? . Pcrchè. dunque, cosL d1ver~. m una medesima [stanza sono due cose, una degna d'amOT'e e l'-altra così [triste? buoni coniugi Eravamo quali due uccelli in una misera gabbia; non ci lamentavamo più d'alcunchè perchè, prigionieri, stendo Ulsieme del nulla quotidiano, che non è un nulla a ,. [pensarci bene. infatti eravamo, per fonga abitudine. felici. Amore Le foglie che risplendevano, gli alberi che sorridevano più belli d'ogni umana figura. oh amore di solitudine, senza più uomini nè donne. Oh il chiaro e verde amore dei boschi! Epigrafe In varia misura io reco il grido dell'Eterno; nè so. io medesima, quando giungo aJ segno; e iperdhè colpisco. Attendo ciascuno al suo varco; dal giorno della nascita do caccia alPuomo. Dovunque l'incontro lo riconduco a Dio. Te, infelice. che m'incontrasti, ieri; (ma ogni casa ha il suo morto: o prima o poi). Fiori Di questi fiori che amai - dell'altana mia romana - resti, alm'eno, una breve memoria .. Del1a fragile fucsia a cui non basta mai ombra nè acqua, nè aria (ma che non vuole sole); o della grande rosa gialla (come un torlo d 1 uo\·o). Delle campanule (da Stazione ferroviaria) celesti, bianche. viola tanto che sembravano lembi di cielo. Un fringuello montana Quando alle tempeste del bianco dicembre ci si [avvicina è allora che il fringueHo modula bene il suo [verso; canta lassù: fra i monti pieni di neve (nè so se, da vecchio, io riuscirò a cantare come [il fringuello). Ora Ora non sono più tanto ricco; e non posso più gett::1re al vento le carte dei [versi; nel cassetto un dl le panevo; senza rileggerle e ritornlrle. rifarle. eliminarle alcune, eccetera, [eccetera. La vena fiotta ancora un paco; ma è poco; tempo vi fu che lasciai l'ispirazione sfuggirmi [di mano. Lasciai l'ispirai.ione come bianca farfalla ..fug– [girmi di mano o è da dire che grondavo quale un tino colmo f di grappoli (Voi danzavate intorno a me, bellissime im– [magini!). Ascoltavo me stesso sbadatamente credevo che fosse. l'ispirazione. una fontana [eterna; feci come fanno i fanciulli che sboceoncellano [le frulla e tornano a prenderne altre giacchè le suppongono migliori di quelle che già hanno mangiato. LUIGI BARTPLL'VI Pag. 5 Una recente folorrafla di Lalrl Bartolinl LA PAROLA ALROMAN * di OLGt-1 LQJIBAHDI Abbiamo più volte ripeh1- ne in Giani Stuparich cu1 la tempelli con la sua scelta to che nella nOtitra tradizlo- 1stanz..a morale della Voce ha verso la dunenJione metafl.31- ne narraUva U racconto tie- .mpegnato in una strenua ri- ca segnava l'approdo d. quel– ne un posto più sicuro e an- cerca dt attnhuire all'opera la ricerca di rinnovamento zi ha quasi le carte plù ln leLt.erana un valore d1 testi- che ebbe i suoi eccessi e tu– regola rispetto al romanzo. monianza. Da e Donne nella rari nel !.Jt.uri.smo. .Ma da La funzione che questo si è vita di Stefano Premuda • a • La scbaccbiera davanti al– assunta ln altre letterature, , Simone•. la sua l:l'lvenzione lo specchlo • tino a e Gente di ~sentare i caratteri persegue piuttosto un e.sito oe.l tempo• U suo reai.ismo e la struttura della società, esemplare che la coerenza mag:eo ha sempre elusa la di tracciarne la storia e di struLtu:rale del racconto. rappresentazione della realtà fame Ja critica anche con Nell'opera di Anna Banil sostituendo ad essa un acuto impietosa severità, non st può lo scarto costante tra l'assun- gioco intellettuale, assurdo e dire aòb:a sollecitati i nostri zione di un dato storico e la stringente come nel • Figlio romanzieri, particolarmente suP'P()Slrione di una realtà di d_ue madri • o elegiaco CO-– quelli dell'ultimo cinquanten- 1mma~inana propone alla me m • q-ente nel tempo•- La nlo; quando cioè la reazione scnltnce la soluzione di pro- ricostroz.ione grottesca di una al positivismo e a un accen- biemi stilistici di una estre~ realtà SC<XnP<>Sta nella sua in– tuato naturalismo favori nel- ma arditezza. Appare qu8.Sl terna logica è ila tes:.i.monian– la nostra letteratura quella un tniracolo che il wo perso- z:a di un'erOS:.o ne crit ica ape– natUT1ale tendenza. alla tra- naggio esca intero da quella rata su quella rea1.là . non ne sposizione autobiografica che sottHissima elaborarione. la è però in nessu n caso la rap– corrrisponW'!:o un segreto dm- cui dlilicile mira è p1ù di da- presentazione. peg,no di costruire in -ra,ppre- re una ,plauslbilit.à psicologi- Quanto a Buzzati, la sua ta– sentazlone t propri mo-t.ivl in- ca al personaggio che di co- vofa sposta appena la dimen– teriorl. slru.irlo nella sua corposa evi- :.'.one realist:iea verso i con- Un -avvenimento letterarlo denza. fini di '\1Il eoprareale chiara- di notevole portata f,u nel Qualcuno dei racconti (L4- mente allush--o: ma L,a~dolti 1906 l'apparizione dl • Una vinia fuggita; AnbeUa) oUre raggiunge scomposizioru ben donna• di Sibilla Aleramo. l,,a soluz.lone esatta di un ca.l- più ardite con un gioco di Quest'opera nuova e ardita era colo armonioso che dalle sue piani così rigoroso e ~e-– la ,pro~ di una donna con- folle, minime ~messe si guenle che il suo virtuosi– tro un costume e una società conchiude su un :ritratto in- smo è riscattato da una ca– che ne soffocavano ogni li- timo e segreto di donna, tut- pacltà di invenzione appena bertà e espirazione. La de- to spiegalo nel piano descnt: sospe~~ di prez:iosism_?. e. :.I nunzia nasce non tanto dalla Uvo ma ancora ,aperto agli suo rifiuto della realtà com– aspra rappresenta.rione del innumerevoli sviluppi di una cide con rim~:;.,a ,·tr~ una fatti q\i:anto dall'analisi degli realtà supposta. La stessa interpretazione lirica della stati d'animo e dalla nuda e Artemisia•, la sua prova realtà stessa. Questa liritiz– con:tessione della pf'(f..agonista più impegnata. in cui la flut- z3z:iooe è più scoperta ~ cLa che rendono cosi drammatica tuazione tra le due realtà. la pietra lun-are • mentre in quella rappresentazione. Nes- storica e la supposta, sembra e Racconto d'autunno~ l,1 ri– suna con!essione ,aveva avu- trovare un saldo argine nello cerca è intesa ad attuare un ta né evrà in seguito l'lmpe- scrupolo di ricostruzione o- distacco dalla misu:-J ~•~ter,– to e la sincerità cosi poco biettiva, è invece l'opera in ziale verso la scoperta :i \ette 11 ari di quell'accento schl- cui la trasposizione appare quella zona dii. mistero Op,.!– vo d"elegia. più naturale, 'Più fluido il li- rante alla radice della comu- Con Svevo si reallz.z.a in limite tra ricostruzione e in· ,e realtà. ln •u..ta ;·opera ai una estensiane insolita quello venzione e ,persino tra U U- questo scrittore l:l rat['nata unpegno vel'SO la scoperta e bero gioco della fant:a.S:a e la S10ttigliezz.a dell' intellig'?nza decitr<IZicme di una realtà in· ineliminabile im,posta auto- cerca la sua con= espn:;– teriore ohe sta alla radice biografica. slone in una rispondenza IC..i– del carattere dl tanta nostra e Allarme sul lago• accen- nuziosa dell ~to ~ suol letteratura. E ment..re in cSe- tua questa scomposi.z.:one de- sensi reali e sunbo~c1 e 1-!1 nilità • quell'impegno non è gli elementi 'nella realtà rnp- una Te.Sa totale d~I 1~~- ~t~r:.e tr~dki~~:i:~el a~~ ~rir:an~~· di~ q~ra~ti:r: ~iie rrr:-n;;:a ~af 3 ~:;t a~b~ manzo ne e La coscienz.a di destini delle protagoaiste Sl sottintesi. • Zeno »:che tanta fama dette Intende che questi sono· gL.i .1! limite dl una così al~ al suo autore, quella strut- aspetti di un'unica intima ClVlltà le~erar!a è propno tura sembra disintegrarsi realtà alla cui proposta l"au- n~ coscienza della sua ma.– al fuoco di una acutissima trice risponde con quelle sup- tvri~à che le. propone come abbagliante ilntrospetione. Si posizioni che qui hanno una un unpegno ngoroso di illu– dirà che Svevo non è un let- più ,apparente plausibilità ma :t~l.nare i moventi dei !atl! t.eraio e che il euo caso aon che in • Artem!sia • sono p1u che di ra:p~esentatt ! può costituire In questo sen- qualcosa di oiù. sono il se- fatti stessi; di giust~oare ~ so un esempio probante. Let- greto e magico calcolo di una personaggi più che di unporli t.erati sono pero gli scrittori straordinaria soJ'littura. come attori nel loro ruolo; della Ronda che il romanzo Questa penetrazione nello ch;e è il ri-fless:o dl un inel.i– pl"ivano della misura narra- intimo di una realtà di cui mmabile w..rtob1ogra1:fsmo per tiva soslliuendola con una ca• non ci si contenta di accet- cui al carttere oropno de! ro-– denza ,Uriea e assumendo In tare le apparenze. trova il manzo. che è si_ntesl e_ntmo ;rhlga~1i~1 i~ 1 ~rr~lt~~l~ ~~~~~~~ Jr ~~:llae sr~ ~~r~s~~~o;~;~e~~ sono gli scrittarl di Sotarta quella carica di stgni!icati lu zlonl psicologiche e morall– La cui aristoo:ratloa inquietu- eon cui la supposiz.ion~ sur- st ~c.he : e un'acuta ~enza dine è espressa in tutta l'ln- realistica giunge ad alterare sti listic a. ten-sità del registro da Gian- le linee della realtà. Già Bon- OLGA LOMBARDI na Manzm.l. L'interesse per un mondo di voci segrete da scoprire e portare alla luce dà a lla scrittura della Man• z.i.ni un'ecutezza cosl pene– trante che pur eludendo la rappresentazione diretta di quel mondo essa ne deter– mina per successive semp-re più calzanti ellusianl e ana– logie la chlarn immagine. In • Lettera all'Editore• la pri– ma l'adice dl un romanzo, il suo elaborarsi e farsi neces– sario e autonomo. vengono suggerili. sollecitali e man mano ricostruiti con un'acu– tissima e sottile attenzione alle minime disponibilità psi• cologlche. L'espressione di questa scoperta è U sugge– stivo e ricco linguaggio c,he ne • La snarviera • serrerà temei drammatici e sospen– derà oause liriche Intorno al– la lucida anal;si di una ma– lattia. In que5t'ultimo romanzo 11 tema delta malattia serve al– la scrittrice oer tl'OCC!are lungo una llnea e-=:i-rtenziale la storia Interiore del orota– ir;onista con quella ardita no– vità di ~ntuizione con cui la Manrlni conduce I suol aroti ~s-aml di coscienza folti d; lmpen~te sroperte. e le c,:ue 'ierrate c,tmfessio,l Più lllu– "lllnantt di un ritratto intimo '> della definizione di un ca– .-attere. Né meno vivo è il 2"Usto dell'analisi e della \.'On!essio- Roma borghese * di iUARIO PICCHI ln un recente artico.lo pubblicato su Esprit, Simone Fraisse prendeva in esa me, in modo abbastanza con– vincente, due dei più famosi (rammenti di Pascal: quello sui divertiment.i e quello sull'amor proprio, non tanto per darne una nuo\•a spiegazione quanto per far risaltare le diHerenze di mentalità sc,pravve– nute dai tempi di Pascal ad oggi e la nuova conce– zione della vita che, senza dubbio. è agli antipodi da quella di due o tre secoli fa. • A molto più bre\·e distanza, il volumetto di Gio– vanni Faldella, Roma. borghese (1887), che è stato da poco ristampato, può dare il pretesto per paragonare alcuni tratLi della nostra immagine ron l'immagine che rislùta da quelle pagine ancora fresche. Più i tempi sono vicini, n3turalmente, e più sem– bra facile cogliere le dilterenze: sicché viene subito da chiedersi se esist..ano ancora. oggi. [amiglie come qoella dei Berleris, di cui Faldella fa un elogio venato d'ironia ma pur d'ammirazione. Quegli otto bambini e che pranzavano con un ovo solo lessato col guscio• intingendovi il grissino dentro, secondo l'ordine d"età. riuscirono poi. da grandi, a sistemarsi ottimamente e a portare nel mondo le loro virtù e quella grettezza che li rende\·a capaci di realiz.zare tanto, quella gret– tezza tutt..a ottocentesca glorificata da Faldella che impresse il suo segno dovunque. nell'ltalia di allora: dai monurrient.i civici al desco familiare, dalle stazioni

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