la Fiera Letteraria - XII - n. 47 - 24 novembre 1957

Data la sonabbondanza di scritti che ci pe.rvena-ono con la espliCJta ricbies*.a di giudizi particolari. comunichiamo agli interessati che direttor~ e redazione della •Fiera. sono asso– lutamente impossibilitati a dar riscontro a queste richieste GALLERIA LA FIERA LETTERARIA I DEGLI ARTISTI * on_uuo OELL-\ REDAZIOSE 11-13 16-US ::u.aooscrlttl, foto e dlsernl non pubbUcall non s! reslltulscooo ITALIANI R·OBERTOMElll • • Un maestro Carlo Ludo"-ico Ragghianti ba scritto di ~elli come e del solitario pieno di fede >. E l'indicazione che si riferiva a una posizione dell"artista negli anni in– torno al 1936 e si ribalta\·a nei \·enti– c: .Dqu e anni anteriori con la stessa giu_ s ~z.za qualificatrice, torna ancor oggi de gna d"esser citata. tanto corri.sponde alla figura schi\"a e calorosa deu·uomo. Chi ra"·esse incontrato. come m·ac– cadd e. alla vigilia dell"apertura della s.ua mostra alla Fondazione dei premi Rom a. qualche mese fa, ravrebbe risto così atti"t"O e operoso a disporre le ope– re. cosi ansioso. e pur così mode,to. da\-·vero solitario in quell'alta rocca del– l'appartamento al Palazzo Barberinl so– pra la scala a chiocciola del Botromini: e pieno di fede per quello che era il più. "·asto riconoscimentb che venh·a alla Sua opera. finalmente. Cinquant"anni di atti\":ita sono le noz– ze d·oro per un artista: per il :\Ielli sono cinquanta netti netti di plttura. quattro o cinque soltanto per la scul. •ura. dal 1909 al 1913, sah-o qualche bre\·e ritorno. come la terracotta della moglie, che e del 1936. )!elli scultore ha un posto preminente. non inferiore a quello che occupa come pittore. per il quale ha tanto più durature e continue testimonianze d'a\'anguardia. Perchè. , quando scolpiva. nel 1909 ad esempio. il e Ritratto di gio'-"inetta >, o nel 1913 la e ~ascherina >, già si stacca\·a dal filone di )ledardo Rosso e parlava un linguaggio nuovo. Co5i fu per queU-in. solito sbalzo in rame, con un profilo di ragaua. che di questi giorni si può v~ere nella )1ostra della Scultura i:a– liana del XX secolo aperta presso la Galleria Nazionale d"Arte )lodema. ese– guito nel 1911. due anni prima che si affermasse quel modo di scultura pa– rallelo alle ricerche dei futuristi e di qua.J.ità tanto ele\'clta che oggi, al con– fronto. vale più della \·era scultura fu. turista. Ponete accanto. come accade propcio alla Mostra di Scultura. l'c Antigraz.io. so> di Boccioni e il bronzo (o la pietra) deJ e Vincenzo Costantini , di Melli. e vedrete che la qualità penderiJ. tutta dalla parte del :\lelli. anche se l'audacia sarà inferiore e il rinnovamento di pro– gramma più cauto. Del resto. il e Ritratto della moglie> e la e Signora daJ cappello nero >, cioè j due bronzi che sono alla Galleria Xa. zionale d'Arte moderna. sono sculture da anno\ ·era.re fra le poche valide di quegli a no.i. E tutti sanno che. tolti Brancusi e :\Iodighani (e con la buona pace di chi non trova )lodigliani un gran scultore). nel 1913 non erano molti a scolpire opere degne di passare ai po– steri con le carte in regola. )lelli non fu un futurista. Anzi. nel 1914-1915. fece Roberto ::Uelli: e ?\fia. morlic • (1931) parte del contiglio dirett.l\"o della e Se. cessione, Fu un indipendente con\·:n. LO: dal Rosso. come ha scritto il Rag– ghianti. prese 11 taglio impro\·viso e istantaneo, ma ne capo""·olse l"esito for. male. cosi che le sue sculture passano dall'unica \.·is1one alla e vis:one multi– pla e continuante. in cui iJ flusso della forma assume f;ssità monumentali, in un contesto di composte contemplazio– ni>. E chi avesse visto a )fessma nello scorso agosto sul verde ampio del parco della Villa ).lazzin.i. dove si tenne. per merito dell'Agosto messinese. la pnma edizione della mostra di scultu" a. il ri. tratto de.I Costantini sulla sua bo.se in malta. contro lo sfondo delle gran di palme, avrebbe colto ancor più age\.·oJ. mente la sensazione che questo giud1zio del Ragghiant1 riporta. ossia la fissità monumentale del bronzo neJ grande spazio aperto, e H flusso dei p:ani for– mali a seconda del multiplo variare delle incidenze di Juce. Quel che di spel'imentale r:mane nelle sculture programmatiche di Boccioni. diventa opera cresciuta. forma ormai definita nelle opere del )telU. Era l"es1- genza del colore a creargli il gran con– trasto de.i pi.ani in ombra con quelli m luce. e non quel clima d'eccezione che circondava i manifesti dei futuristi For. se una minore ambizione. ma nello stesso tempo una ricerca sicura al pun~ to che quelle poche sculture del )Ielh oggi rimangono t.estimonianz.e certe di una nuova necessità plastica. Già allora consapevole. l"artista tendeva a un tut. t'uno tra la formà e !"espressione. con– ciliava la cultura e la sua sensibilità. usa\·a un linguaggio dialettico ma non abusava d·intellettualismo. Il Ragghian– ti (cito sempre dalla prefazione alla )!ostra di quarantasette dipinti e quat. tro sculture del Melll organizzata ad Ivrea dal Centro culturale Oliveui nel maggio 1946) vedrebbe volentieri le sculture del !\Ielli m una basilica tardo– romana o ravvennate, che sarebbe per lui l"ambiente ideale e e simpatico, E l'insolita chiusa sorridente del critico toS<"ano non è affatto una fantasia. \"i si ripeterebbe, tra l'architettura e le sculture. come in un rìlmo, la rispon. denza degli spazi pieni e degli spazi vuoti. di modo che l'innesto tornerebbe attuale per l'una e le altre . D: tre mostre. almeno. del )Jelli. s·e occupata recentemente la critica: tra quelle già dette di Ivrea e di Palazzo Barberini, ,·e ne fu, .infatti, nella pri. mavera del 1956 un'altra più modesta e riserYata ne1la piccola galleria e La :'.\le– dusa > a Roma. in "·ia del Babuino. \·• erano esposte dodici tele fra le prime dell'atti\·ità del pittore. dalla e Fante– sca> del 1911 alla e Casa rossa> del 1922, e fu una retrospetti\·a polemica. di confronto alla Quadriennale, do"·e n~Ua Antologia dei • laestri italiani del 1920 al 1930, il i\lelli era imitato sol– tanto fra gli scultori e come tale s'era a\·uto la medaglia d"oro famosa Roberto )lell1. come da se stesso scrisse nel preambolo del catalogo alla e )ledusa >. intese di chiari re un punto della sua posizione artisti.ca. Ed ~l punto e il seguente. ~egli anni in cui si de. termina\·a il profilo nuo\·o dell"arte i~– liana. sospmta e iUumincH~ dai mO\'l~ menti franc~si. una "·oce d1 riscossa s1 le\"ò dagli artisti saturi ormai di que! vieto provincialismo e alla voce egh si aggregò con tutto fen·ore e .total– mente. pro,·a ne siano le dodici p:tture Roberto l\lelli: • :uarina a Celle Ligure• (1956) d·pinte allo stes:.o periodo in cui Boe. cionì. de Chirico o :\lodigliani traccia– "·ano quel profondo solco fra la tradi– z:one e 11 tempo nuo"·o. Questi quadr' d'antica a\'anguardia furono vist:, si può dire. per la prima \'Olla nella sala personale che Roberto )1elU si ebbe a!. le penultima Biennale. nonostante fos· sero apparsi in mostre del 1920 e del 1922: non era quindi da stupire se non se ne fosse parlato che dopo quaranta– <::.nque anni e dopo che le posizioni e le ricerche di un cinquantennio di arte erano state chiarite proprio alla luce della successione storica. Perché è in– dubbio che la cosa più sorprendente della piccola mostra di :\Ielli alla e :\le– dusa > era' proprio la datazione di que– sti quadri, da quella e Fantesca> chiu– sa nella straordinaria misura dello scialle dola. agli e studi di testa > di– "·orati daJla fantastica struttura della luce. alla e Ridente>: e non sarebbe stato inutile. in quell'occasione. chie– dersi mentalmente se quel tal quadro d! Viani o di Boccioni fosse stato di– pinto prima o dopo di que:l.i di Roberto )lelli. Il merito di )lelli nei confronti della scuola romana di pittura è davvero grande se si pensa che fu lui ad aprire Ja strada aJ movimento dei e Valori pla– stici >. cioè a quel mo"·imento che. sen– za presupporlo. determinò la ricerca e dell'identità di spazio e colore>. e aprì una breve ma felice stag!one sulle rfre del Te\·ere. troppo presto inaridita ri– spetto all'esito trionfante che ebbero i suoi "·essilliferi. )laurizio Cal\"esi che ha scritto due a1mi fa un·approfondita monografia sul. rartista. ha percorso storicamente tutto il cammino di ?-.lelli, dagli anni nei quali certi documenti erano di una spregiu– dicatezza che rasenta\·a l"audacia. fino alle recenti esperienze. Forse )lelli tien troppo a dichiarare i.I sottofondo francese di certe inno\"a• zioni della cultura figurativa italiana del primo decennio del secolo. Sappiamo invece che Arturo )tartini e Gino Ros– si che a\·evano scoperto appena nel 1907 la e Mecca > parigina. erano considerati sbrigativamente dei dissennati che \"O• Ie\.·.ao !are &"li e-stros1. )l~Ui racconta che allora i pochi pittori desiderosi di nnnovare le sorti dell'arte si raccoglie. \·ano in cenacoli solitari. con l'aria di recarsi ai misteri dei primi cristiani delle catacombe. per sentir narrare con un profumo proibito le no\ità straor– dinarie che s1 comph·ano nella e ciUe lumièrc >. E questo è senza dubbio un aneddoto chiarif.icatore. perche sta a dire come dal tanfo pro"·inciale di certe cattedre si discostasse ogni tanto il buon odore di un pane fresco. Cosicehè la saletta formata da quelle opere alla e )fedusa > andrebbe di peso trasferita nel museo perchè non se ne perda il filo. negli episodi che com– pongono e danno linfa alla cultura mo– derna, a quell'auspicato panorama an– cora soltanto nei \"Oti. della pittura e della scultura italiana di questo primo mezzo secolo. Sarebbe infatti quanto mai proficuo cogliere gli aspetti istintivi di quella ricerca pittorica. divenuta poi cosi con. sape"·ole. Lo e Studio di testa > del 1916 e dav\"eto il primo e congeniale pos.. Roberto Melli: • On: Caio ivi Caia • (1955) sesso • de:.'!nt:.uz,une colore-!t.1ce >. co– me SCf!\•e lo stesso art.sta. che trasfe. nva nella pittura le sue esperienze pla, stiche. Pe:-chè. ad un certo :stante. Ro– berto :\Ielli s·accorse che e l'espressione de1 nostro tempo particolare nelle arti (igurati.\"e era la p,ttura. Ja nuova ri. ,·elazione pittorica>. La e Creola> del 1917. che è un ulteriore raggiungimento di quella intens:til cromatica già tutta previs:.a in un altro celebre dipinto di quattro anni prima. quella Ridente an– ch"essa esposta alla e )1.edusa > fra le opere gjo\•anili. o il Controluce, anche esso del 1917, sono ben probanti segni di questa e rh·elazione >. Quando. dopo il 1922 e flno almeno al 1931. cioè per circa dieci anni. il )lelli riprese iJ suo la\·oro su basi meno accese se non con minore volontà pole– mica. segui un coerente sviluppo che andava come arricchendo da un lato la sontuosità del colore e dall"altro re. cupera\·a un"icasticità della forma. Tra la e &roba > del 1922 e il e R~tralto del– la moglie > di \'ent'anni dopo, il d!• ~corso hla alia p,erfn..:oJne. E s~m:bra che s1 faccia pal denso. nonostante che le opere tarde. a confronto con quelle prime. mos:.rlno una sensib:l.i:.a pacata e più penosa. uno stimolo p~U calmo, un inno a gioie e se.."'ltimen:.i m;.er.ori. Quei senlimentI o ~li della fantasia che ritornano nelr~n\"ocazione recente (19;>4) {,iel )lelh poeta: c. O calorose caste e treptde I pwme della mio fan,. ta.sia I t.·anopinte al vo[o / accoglu~. temt in lungo ripo!O / .sul t:Ostro mar. buio letto >. Le piume della f,1ntas.a sono dunqu'!. per il pittore. \·alorose ma anche easte e trepide: ed e questo il senso lirico dominante nelle sue opere dalle fluenti modulazioni della luce-colore delle pri– me. al sereno idillio che semplifica le più recenti \"ision.i. \"e<h la e Perife_-ia di Ferrara > e il e )fare di Celle> in Liguria. come temi fecondi di uno sp:. r:ito Qlimpico. Di quest·onda così serena. ma pur così generosa e \-rta.!e e profonda d"emo. zion.i autentic.he. rimane nell'ope=a d: Rober to )lelL l'eco costante. GJO'I" A.'\~, CARAXDE'.lòTE Robcrto·:Uellè •Controluce• (191;)

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