la Fiera Letteraria - XII - n. 39 - 29 settembre 1957

LAFIERA L-ETTERA '.A ·No XTT- X 39 tiETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 29 settembre 1957 SI PUBBLICA LA OOME 'ICA Oirettore VINCE ZO CAROARELLI QUESTO NUMEIW L. 60 DIREZIONE. Al\ll\IINISTRAZIONE: ROMA - Via di Porta Castello, 13. Telefoni: Redazione 555.487 • Ammintstr. 555 158 • PUBBLlCITA': Amministr.: e LA FIERA LETTERARIA> - Via di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerciali L. ISO Editoriali L. 80 aJ mm. - A BBONA)IENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 _ Estero: Annuo L. 4.000 _ Copia arre rata L. 100 . Spedizione in conto corrente POStale (Gruppa II) - Conto corrente oo~tale n. 1/3 142 6 LA 'OVJTA' S'A! 1 NZIA E AVANZA DA PI 'PARTI * IL LIBRO l>I CIJI SI PARTJA * UNA POESIA INEDITA DI ANTONIO DELFINI * Che cosa bolle nella pentola R.M.DeAngelis d · J I ,, , , sulla montagna i cantata e anostra ~IO va ne poes m,,:,:;:~,~::.::·:~::.~~ :, " ..~ ... * La produzlone poetica si differenzia sempre più decisamente dall'Ermetismo; ragion per cui la no– vità mag~iore risulta sempre proveniente dal Realismo tli * ENRICO FALQl,"/ Confuso. ma l'int~nto comune dei può cominciare ad aspirare a un pre– nuovi poeti è quello di opporsi e rea- mio estetico. gire all'Ermetismo. In ciò la loro- coe- ~'f renza. Risale al '43-'45. E. senza essersi Con quale fondatezza siamo dunque t)~n%i~el1ìsar~~v:iad\e~-t~~ ~~~~a mi:tl~t~~~m:~~ia a~~~toè da due opposte soUecit.azio- distolta mai da un sent.i– ni: una, diremo, corrusca- mento /acuto della realtà e mente meridionale, paesana. sia pure d'i wia realtà de– incline alla ricerca magari for!'Tlat.a. sollevata. rifatta di una· mitologia inscritta nuova dalla fantasia. quel nelle sue stesse origini etni- e realismo magico> che fu che e umane, quel meridio- allora. alle origini di De nalismo tutto fuori dal pro- Angelis scrittore che fece ~!~~~•i i~5r!~ 0 t.a~a;i m~e:a2;1 f~~~~ dde~ll;ru~mi~a 90 !'i;tt! ~~1 a~::n!~i ~~~n!lim~~ ~n~~~:alo ~~st:Om~~~~eli~ alquanto in ombra neJla rimane il rappresentante più nuovissima narrativa del do- ricco di ingegno, anche se poguerra; e una componente si tratta di un ingeKTio istin– europea, ma assa·i più ri- tivo e talvolta disorganico. cercata nei miti che in una Tutte queste sollecitazioni * Per l'inondazi Non mi senti 'uovo fiume che sorgi? Tra Secchia e Panaro è disceso l'Oblio! Virgilio è traclito per sempre. Roma non è stata fondata. A che serve - se ascolti, Dirti che non potremo costruire più niente? A che serve, Se il fiume ha già segnato il suo corso? A che serve, manifestala in espressioni del tutto va- stati rimproverati di non avere parte– lide artisticamente. essa ha pur ottenuto cipato a favore dell'una o dell'altra di chiudere un periodo e di aprirne un nuova corrente. se la nostra naturale altro. Ne a noi senibra che •l'odierno doverosa cautela è stata dal più sma– c rinascimento,. della no.stra poesia si niosi scambiata per indifferenza e dai arresti e alla più pericolosa delle Ar- più presuntuosi per incomprensione? cadie: quella basata sulla buona misu- Una raccolta eseguita con criterio di ra. sul rispetto delle regole. su un'ottima repertorio, al fine di soddisfare alle media>. (Bo: Paragone, febbraio 1956). varie esigenze senza discostarsi dalla li– Concordiamo piuttosto nel riconoscere vellata misura secondo la quale si ma– che e proprio la buona misura fa di- nifestano. e dunque tale che avrebbe fetta a pa'recchi dei giovani poeti più dovuto risultare documentaria a prima promettenti"· (Frattini: Idea, 27 gen- vista. è stata invece presa per una an– nBllo 1957). tologia e molti autori vi sono risultali cultura vera e propria. o al- e componenti si ritrovano R. M, de At11elb ~nea"~in~~ 1 ~a:i~~l:ii~=n~zi~~ ~geJisovgh: 0 ~~~~~~ D~ . , Se tu non puoi nulla? ... se il mondo è finito 11 disegno, eseguito? ~~~:~~C~-n ri~i~,~a~e~~es:a ~~eJ~\1~~ l~~~s~;e~~t r:~~~ :h; 1 ae ~~!\a ~ld t~~~ ~~tr~A~ 0 ch~ 1 ~e ~~~tt~spua!~~ Alvaro. se tlon altro per ra- veranno; si può aggiunJ?ere della grande festa ~1 ~arne- r~~hsmo ~ag1co _(forse il gioni di conterraneità. ed che proprio in questo libro vale alla quale tutti s1 pre- P!U autent_1co realismo ma– anche perché e innegabile il De An~elis ragJ?iunge la parano. . . gi.c? che sia venuto d~ uno che il primo romanzo di estrema tensione deUa sua in un gioco siffatto. attra- scrittore del _gruppo d1 900) De Angelis. Inverno in pa. atmosfera: esso si svolge at- verso il quale tras~are come v_a sempre ricercato un e~– lu<le. risentiva di non pochi traverso un crescendo di :lttraverso un magico scher: s1llo_mo~ale. ~ma drammati– motivi ed in r I es s I on i scoperte sempre più osses- mo, il recente dra_mma d1 ca mqu1etudine_ della sal– di schietta marca alvariana. sive. in un clima nel quale un'Europa trava~li.ata da vezza. una cosc1en~ forte– Tuttavia assai poco di Alva- i sortilegi si accumulano si- guerre e da stra~1. 11 trasor mente P":Ovata_dall 1del:l del ro rimo.ne ne11o sviluppo di no a frantumare del tutto lo gnato (e pur consapevole al- peccato. il sent11nento di una Il nuovo fiume E' già un fiume che tutto travolge! Dovremo andar via Dimenticare per sempre! E' una legge che non si conosce Liberat:lsi dalla intimidazione crocia- eccessivi. Ma antologia non era e non na. non ha forse affrontato anche nuovi voleva essere. e Onde a quelli che e generi:.? Anche se non e radicale>. giudicarono troppo zeppo il repertorio. come quella .auspicata dal Macri, una bisognerebbe rispondere con un nuovo certa e riforma,. l'ha pur operata e nei repertorio di volume doppio. o triplo. temi e nello stile"· é diremmo che sia e intitolato: La Poesia della nuova questo scrittore. cosi poco stesso involucro del1a realtà l'estremo) Giovanni attendE; FERDI~DO vmotA portato - a differenza del- dalla quale lo S<:rittore è la discesa dagli alti monti (Continua a pag. :?) ma una legge severa che cancella la Storia. ~~~tr;e_d~1fae7~~~~p~t~~~: ~:;~i 1 b~ d 1 il~icii:1 :~~~=r:~~ ~~i ;:~g~i~ c:\hfe"Je;":~: ------------------,-------------, cosi poco incline ad una tra- recenti cronache. in quelle corso aJdi uomini. Ma scen– sfusione di se stesso nel di uno dei recenti riiidissi- deranno i camosci dalla dramma del mondo moder- mi inverni. quando in molti mont,agna in tanto ribollire no. così poco disposto com'è paesi delle Alpi turisti e di odio. in tanto intreccia:- ;~ 1 ~f1/,..":~~o~~::~b/ ~~~~~teM~~~: ItaJt ;· n(~iT:ii~)del suo materiale che - il solo e oggetto di tanto vanus ser- si possono effettuare e ritagliare alcune mo"· e La poesia del Dopoguerra è sem- scelte particolari, tendenza per tenden– mai fin troppo turgida e sanguinosa. za. iMa il compito di celebrare runa a pecca proprio per eccesso, non per di- scàpito delle altre va lasciato agli im– fetto, anche di contenuti. carica com'è bonitori specializzati. Alcuni, per esem– di sollecitazfoni passionali, poLitiche e pio, sì ripromettono di far accettare ad morali>. (Della Corte). E non coste- ogni costo la prevalenza e quasi la su– rebbe fatica indicare, all'occorrenza, la premazi-a dell'istanza sociale. A noi ba– discendenza di alcuni giovani poeti dagli sterà ricordare che è stato il non so– anziani della prima e della seconda ge- spetto Fortini stesso a lamentare che nerazione. Ai giovani non sempre piace troppo spesso i seguaci dell'istanza so– ammetterlo. Ma i testi lo documentano. ciale e chiedono i nostri suffragi per la E discendenza non è sudditanza. loro posizione. non già per la qualità Noi non abbiamo preteso di fissare delle loro espressioni. E. se è vero che. valutazioni né di stabilire collocazioni al limite. posizione e qualità coincido– storicbe. Senza isolar troppo le e perso- no: è anche vern che l'una influisce sul– nalità incipienti,., ma tuttavia distin- l'altra. si che l'effusione generica ed in– guendole, ci siamo limitati ad una serie forme è sempre arretrata. quando anche di segnalazioni destinate quasi unica- voglia porsi al servizio di una causale mente a smentire che nella nostra poe- sociale e politica che condividiamo>. sia non c"è alcunché di nuovo. Purtrop- Ma ciò non deve indurci a consentire po e venuta a mancare giusto l'auspicata con coloro che continuano a biascicare discussione sulla possibilità o meno - non esservi oggi. in poesia. alcunch~ di previa analisi - di e reperire costanti nuovo. Non diamo retta: o sono duri formali. modi stilistici. ordini e filoni d'orecchi o sono in mala fede. oppure di lingua poetica secondo il vario c0n- difettano d'informazione. Qualcosa di fluire e intrecciarsi degli atteggiamenti nuovo. di sempre più decisamente di– etici. religiosi, politici. ecc."· Fuori verso c'è: chi lo nega. e per giunta con– dubbio e un complesso ideologico si si- tinua a farlo altezzosamente, senza ti– gnifica poelicamenle sul piano forma- more di Poter essere smentito dai testi. le•· (Cfr. Macri). Eppure l'analisi di o non se ne intende o cambia le carte quel e piano,. non C stata nemmeno in tavola. La nodtà s'annunzia e avanza tentata. in conseguenza della precon- da più parti. E se è presto per valutar- . cctta faziosa esclusione di un 4; com- ne la durata. non lo è per esaminare plesso ideologico"• che invece esiste e le varie espressioni e. con esse. le varie che. nel mentre si delinea e si articola. tendenze. açquista riconoscibilità. La parola • co- Comunque si \·oglia giudicarla. la municazìone, la parola - comunione, la _prospettiva ricavabil~ ~all'osserv~zione parola . salvezza, non si çonquista di col- del presente repertorio _e molto d1ve_rsa po. Vincere la solitudine dell'uomo è El'lriRICO FALQt.:I impresa che solo adesso. se realizzata. {Contl~a pa.g. 2) a calarsi nella sua angoscia vallij?iani rimasero bloccati si di intrighi e di orrori? e ad intensificàre se stesso talvolta per settimane negli Mentre tutti sono presi dal– con l'angoscia dei suoi per- alberghi e neJle bàite. Così l'ossessione delle tempeste sonaggi. D'altronde l'alter- è accaduto a un gntppo di di neve e da quella più sot– nativa tra il paese e l'Euro- gitanti di cuj fa parte il tile e captante che emana pa (e diciamo Europa nel Pt:Otagonista del romanzo, dalla stregoneria etrusca senso di una cosmopoli idea- Giovanni uno scrittore it.a~ del vHlaggio, dalle sue an– le e modernissima) è stata lia:no. alcuoc donne. stra- tiche ,leggende magiche, la e sarà sempre uno dei carnt- nieri. un bambino. nel gran-. dolorosa o&sessione di Gio- teri delta letteratura dei de albergo dove essi hanno vanni è proprio in questo meridionali italiani. se non preso dimora presso la mon. angoscioso interrogativo di altro perché essa risponde a tagna del Mouttas Muragl. uomo del nostro tempo e in aualcosa di \·ero. di concre- sotto la quale si dice bruci più di uomo che avverte nel- ~~l~drie vJ:? si~~o soirito PO- ~a !,8r:!s~i i~n v~~l~~ ~1:~:~r~ ~an s~~c;~~~~zi ~etY:s~te~ . i\Ta qual'è in De Angelis che una le~genda vuole po- sa vita. La risposta verrà 11 punto di sutura tra queste polato di disce'ndenti di una nelrorgiastica notte del car– due companenti. o meE?"tiocolonia di etruschi. espertis. nevale mascherato del vi1- tra queste due sollecitazioni simi nei sortile~i. la,ggio. durante la quale. ri– al suo raccontare? Si badi. Giunge ai prigionieri la masto solo. il piccolo inno- non si parla oui di una ri- rlebile ec-o di un'Europa cente Jean morirà assidera- ~ultante. bensì di un fatto lontana nella quale ciascuno to dopo esser precipitato da rntrinseco alla sua vocazio- di essi ha lasciato amori ed un dirupo. Giovann.i torne– ne. connesso. diremo. alla affetti e forse più l'intrico rà cosi nel mondo degli uo– sua stessa vitalità. a Qual- ciella \·ita vera. l'intrico do- mini con un'altra esperien– rosa· che è strettamente le- loroso e ambiguo che fa par· za, l'esperienza, diremo, di vato :1I suo mondo orie-ina- te della dura realtà di ogni colui che sopravvive a un ri~ Un::icoo;;tante vera e pro- 2'iorno. La loro dorata pri- dramma che è passato oria. che de"luncia aoount<' e-ionia accende reciproche attraverso una ourificazio– la vita1it:\ di un tempera- c:impatie. desideri, repulsio- ne, che si è rinnovato ne11e n:iento. ed è la forz~ seh- ni: le tre donne che hanno sue intime fibre. ma che sul'!le con la oua1e ee-li im- iniziato attorno a Giovanni pure resta legato al conta– metlP nella narrazione ur, un serrato JiC'eodi r-ecioro-Jio del i,eccato. cioè d@.lla mondn i"lfuocato. o;;orretto dP che rivalità: Corinne. la co- vita: e ... nessuna pace esi– nna violem:a interna. che ,;;: 1 :mata Svlvia. l'attrice ,Jose- steva capace di ridare al– n,:inifeo;;t:i tnttavi:l ouasi line. il piccolo Jean fie-lio !"uomo Ja pace dell'animo cemorP in una dimencinne di Corlnne. lo stesso Gio- perduta forse p('r sempre> . f:,nt:,c;tir~ment" aonr:ilittica. vanni sono a poco a poco Naturalmente non si può ouasi chE> C'le"ni.ibb:mdono oresi non soltanto dal ter- chiedere a uno sr:rittore co– ~; sensi e:., srontatn in oar- ribile fascino della monta- me R. M. De Angelis un 1 nn7.a, nell'intimo dello scrit- Jma incantata che li sovra- rigore logico. Diremo di più: 1 ore. in un c-attnlicn senti- sta. ma dalla stessa aria di la ricerca proprio di un ri• mento del ,,..cc-alo cho mnl- sortileeio che il oaese ema- gore logico opererebbe in ,,., soescn Pni<:re C('ll con- na da os;rni sua casa. dai qualunque sua narrazione fluiie TIPI simholo di una suoi abitanti. dalle loro sto- non soltanto come un limite ,,.,,.imei,f: lTIP,.irlinnalp e c-:-t- rie nelle Quali ritorna i1 pericoloso. ma anche come 1----------•---------------------' frii:,.., r,,nrtHir:,7inne rlPll::1mito del caprone. il Dio Ca. Qualcosa di sovrapposto. di H-icordo leg:O~d! 0 Qu~~ot!~e ?\!: ~ n::tr~ adri!!!~el;e:ai~at?.r~ che po' drio ne camino, • e un giorno la ne bati· - su 'no spalla... Co sard la mia ora - e eta me farà segno, . n' volar() scamparghe: . ghe risponder()." vegno ". - ButerO zo la testa, . serarò i oci, solo•. Fu il suo coll~uio più da vicino con la morte, ma la_ po~s:a rispecchia come tante altre, con agra modestia. l as– siduità di un pensiero che l'accompagnò sempre a dirlo contento sino all'ultimo dell'ultimo glomo di vita. Durante un mio soggiorno a Trieste. Ael '54, ci si vide ogni mattina, al pomeriggio, alla sera. e insieme per più giorni ci accorgemmo d'essere amici da molt_o tempo, dalle prime lettere. dal primo incontro. dal ri– cordo ch'egli aveva vivo ancora di una mia recen• sione a .-Colori », il e Colori • edizione di • Lettera– tura> che usci da Parenti nel 1941. In un almanacco. quella mia pagUletta e mezza scritta per Giotti era più che una testimonianza se usciva a dare del poeta rumana trasparenza sospesa al filo della sua grazia e l'ironia arrendevole alla poetica campitura delle cose nel loro colore. Magro. l:so. arguto. impeccabile per scioltezza, affezionato alla propria figura. Giotti uomo, con l'ineffabile sentimento della sua caducità per altro aperta alla solenne malinconia del tempo. somigliava aJJa sua poesia. intirizzita quasi a splendere di fer– mezza. R:condotto ogni giorno alla povertà della casa e della vita. alla memoria e alla passione dei suoi grandi dolori. Giotti sembrava resistere con la sua s.tessa gracilità tenace, col suo fusto stanco eppur e:!ovane, come se il vento della grande città azzurra. ov'era nato e ove era sempre tornato. lo piegasse per rarlo rialzare più alacre e più rasciugato nella su::1 di Jlirgilio * di ALFONSO GATTO iron5.a. Spogliandosi d'ogni superfluo, accostato sem– pre più a se stesso e alla sua ombra, sembrava vivere tutto negli occhi, desto a sorprendere l'amore della sua vita nella vita di tutti con una ingenuità più sorgiva di quella che il vecchio Saba riusciva a dare alla sua scelta amorosa. Nella rapidità stessa dello sguardo, nel palpito immediato della memoria, nell'estrema fiducia çlel– l'incontro. Giotti sciogUeva la confidenza e ne tratte– neva l'incanto. Lo proteggeva tra parola e parola, aprendole al puro spazio vocalico o vieppiù stringen– dole nella trama della loro dolcezza sdrucciola e quasi afona verso il taglio vivo della rima, tronca nel suo durare oltre il verso. Cosi l'uomo, l'amico che non' rivedremo mai più. lasciava il suo volto sorri– dere e pensare di là da lui e dalla sua irriverente malizia: gli andava dietro, a volte, l'accompagnava, mostrandogli sempre una nuova occasione di stupore e di addolorata felicità. Il dialetto era per lui veramente una lingua esi– stenziale. il passaggio più breve e più inosservato tra I.a sua scoperta e la sua col).fldenza: solo questa lingua estremamente consumata nella pronuncia, piegata a tutte le esitazioni della voce., alla lentezz.a del pensar parlando, e pronta a rivivere d'impeto nel suo avido risentimento lessicale, Poteva dargli insieme l'immediatezza e il ritardo in cui la sua espress:one poetica sembra trattenere a lungo il verso che più spedisce direttamente verso l'immagine, a colpirla. a penetrarla. E' un dia-letto che espone sempre la sua chiarezza 'ie nel segno delle cose lascia durare. e significarle. ALFOl'lri'SO GATTO (Continua a pag. 2) Giotti- Virgilio Glottl i\EL NOSTRO POETICO FILOBIJS * Due vocifemminili * Ormai qualcosa è cambiato davvero nelle donne anche per quanto concerne l'esercizio della poesia: non più intesa come un vezzo o un abito che dona, bensì con una serietà che non ha più nulla da invidiare a quella degli uomini * di GIORGIO CA.PRONI Dicono che una volta tanto (per que– .sto c'è il Carnevale) è lecito camuffarsi per il gusto di sentirsi ciò che non si è. Bene. Vogliamo allora quest'oggi alzar– ci e far e accomcw:tare > le donne, come se fossimo persone bene educate? . Nel nostro poetico filobus, sempre più affollato di figure femminili, ve ne sono almeno due che ci hanno colpito più delle altre (forse perché le più vicine a noi. e quindi le mçno sfocate dalla nostra miopia), una delle quali in piedi (vergogna) da quando il carrozzone s'è mosso. In1,1tile dire che appunto per queste ci e scomodiamo "· a-nche se in fondo cosi poco sicuri che la e gentilezza • rie– sca loro gradita. Si tratta invero d1 due giovani poe· tesse che (garante la nostra pigrizia e il nostro maggior amore per le ragazze che non scrivono versi, ma semmai ne ispirano) ci riconciliano ancb,'esse con le sempre più numerose eredi della Aganoor e della Brunacci Bona.monti, della CapeceJatro e della Contessa Lara. Cosl come del resto ci accadde anche l'altra volta che graziosamente ci al– zammo (ma si trattava di Liliana An– geli: poi lo facemmo per Cristina Cam– po e - con piena persuasione - per Elena Clementelli), ricevendo in pre• mio del nostro insolito comportamento ~~iir:J~~!ri~~ll:~:i!n::~c;:ape; quanto concerne l'esercizio della poesia: non più intesa come un vezzo o un abito che dona (e Guardate quanto son bella anche di dentro, e sensibile>), bens1 con una serietà (una necessità) che non ha più nulla da invidiare a quella degli .. uomini, e che comunque finisce, pur conservando intatti i caratteri femmi– nili, col rendere sciocca la separazione. Biagia Mamiti soprattutto (Cittd, crea– tura viva, 'Editore Sciascia). forse meglio di a.ltre anche più e brave,. e più e Poe– tiche> di lei, riesce a darci questa le– z.ione di umiltà, e a farci sentire quanto sia ormai frivola - almeno nei suoi confronti - una tale e maschile,. ri– sen·a. Vi è nella sua voce (cosi dimessa in apparenza: quasi da prosa qualunque: e proprio perché così dimessa senza es– sere sciatta: cosi poco femminile se per femminile intendiamo i fronzoli e le esibizioni del sentimento) qualcosa di teso e di sotterraneamente vibrante nelJa estrema sincerità della parola, che in alcun modo - e staremmo per dire ·all'infuori dei risultati raggiunti, del re– sto per nulla trascurabili - può lascia– re indifferente il lettore abituato a cer– care nella paesia, o soltanto sotto i versi anche quando non sono perfetta– mente riusciti. in primo luogo la pre– senza e la forza d'un'anima: in questo caso dell'anima di una donna capace di vivere e di sentire e di soffrire, con tutta la dignità della Donna, non sol- tanto i roancamenti e le esaltazioni d'amore, ma il più profondo amor della vita. in tutte le sue dimensioni. non ultima quella (cosi di rado espressa dalle donne che scrivono versi, o trop– po risenUtamente espressa e perciò tutta in superficie) di essere vivente non soltanto nella propria persona e nella natura, ma anche in u.nA (feli~e o in– felice: certo imperfetta) società. D'altronde la Marniti è pugliese. e per di più ha vissuto anche in Sardegna. e si sa come sia proprio di tanti poeti nati nel Sud il e calare ,. e rendere rico– noscibile la loro terra più in un'atmo– sfet:a sociale che geografica o cosmica. Con la differenza che la Mamiti ama più la sincerità che la politica (che pur deve amare non poco) e a sal– varla da ogni facile retorica o gesto o esagitazione di risentita denuncia e di ancor più risentita polemica. sta ferma la sua calma tempra di donna: e dicia– mo pure, tanto per conceder qualcosa che non toglie nulla, di donna del Sud. Di donna eh>? a Roma come a Sassari o altrove, pur che di una sola cosa si preoccupi, e salutarmente per_ la sua poesia: cercare - e restituirci co·n la maggior schiettezza. possibile - la pro– pria voce, e quindi anche con tutto U sapore della sua terra, riconoscibile (an– che quando non viene nominata) pro– pr;io per il modo e strano ,. come questa poe,tessa riesce spesso a tradurre, in una pressoché anonima lingua italiana appena appena alutta qua e là da certa quasi cardarelliana amarezza, l'accento a denti stretti della Puglia, cosl avara di parole come di fantasie e di illusio. ni: e Riportami. primavera, I la cittd assorta netle luci della sera / i caff~ ombrosi. di. fumo / la nebbia del suo mattino. I Cittd sul verde {tume / sei l'amore che non ha più fiaba I la let– tera che temo smarrita / gli uomini. senza pane e casa I nel cerchio della vita. I Nuova ed incauta, / qua.si igno– rando che non si torna indietro / sfilo e riprendo la mia tela. / Poesia donami H canto I che !(lretoli il nostro tem– po I ove affoga ogni calore umano, / il– lumina la nostra palude / questo ;azz della morte; I brucia l'ipocrisia / la bontd e stanca. I Sul mare conduci tu il mio grido / corallino gabbiano, onda, I trinchetto della bianca nave, / in atto vessitlo di. pace ,. ( e Roma, cittd sul verde fiume>, pag. 23). O, se vogliamo un accento più e prorompente> (è fa. cile pensare a Saffo, ma non è facile raggiungerla), con un attacco da secca canzone sveva: e Se il cuore si schian– ta I come quercia al fulmine del cielo I da te non ritorno, amore di sempre. I Se il cuore singhiozza / co– m'edera al vento I te non chiamo, amore lontano. I Ma se tu amor mio giunges– si, I morirei senza parlare. I Sono sola GIORGIO CAPRONI (ContJnu;-;- pac. 2)

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