la Fiera Letteraria - XII - n. 19 - 12 maggio 1957

I /I I· I I: H ·\ I I le HA H I A Domenicn 12 mnggio 1957 dclln nostrn poesin (fino alle soglie deL In \'occ) c. insieme. impelagarsi qualche mm. voltn (ma soltanto per il gusto di schizzarne poi fuori con inevitabile tra– dimento) in certe suggestioni d'Après– mìdi: U11 torrente, lui solo. i passi nascosti. s'io lì scnito, mormora dall e fos~ sc e il ucto a11tico. fuor lem.po solleva alle cu.rv e, Qt teUe che tentc torhano pu.re e bionde; I!. quanto pi .ù s'ingorgano, scioglie bettà di forme. il pugno in atto. sfida di motori. .. Dov'è evidente che Piefri è uno di quei poeti i quali credono più nella mu– sica delle immagini dissolte (sempre di– stnitte al loro stesso atto di nascita) che nella dichiarazione esplicita de-Ile idee. teso com'è fino all'ultimo limite di resi– stenza (fin quasi alrassurdo) verso la convinzione che la poesia, anziché dire deve piuttosto dare (deve piuttosto far sorgere) idee nel lettore. ' Senonché Pierri è anche un uomo co– si concreto (cosi tenacemente radicato a)la terra nonostante il suo sguardo al cielo: così coinvolto nei suoi affetti, nelle sue passioni e perfino nei suoi e pecca– ti•: i miei peccati - dice - che, 1111- gllia netta memo, ho radicati) da non riuscir mai, per questo. a dim.enticar del tutto i cosiddetti dati fisici. o a ra– rç(arli talmente da farli diventare pura e pbcata (ma per noi anche svanita) espressione mentale. (calnmita e calamità insieme) come se egli ne vedesse rricl1oscopicamente. oltre In seduzione delle forme, il Male che hanno dentro. e perfino di quel .Male provasse un'impossibile (giacche sareb– be empia) carità: di quel nl8le che le annulla nell'atto stesso dell'amore. la– sciandogli nell'animo un bianco vuoto (l'l1orror ·vacu.i. appunto) che finisce qualche volta con l'avvicinare questo cattolicissimo poeta della Speranza al più disperato. e fr~nante. esistenziali– smo. AddiriLturn. in qualche immagine in\"ero non frequente, si simbolismo senza chiave cli Kafka, se non proprio a certi incubi p1·eromantici quasi alla Girolamo Bosch. Ma ho spinto all'eccesso ogni µossi– bilnà eh raffronto, e a ristabilire le giu– ste dimensioni di questa voce che ad ogni costo vuol vincere la paura (la paura del comune e cl estino degli uomi– ni. elle accumula al confine Le cataste comuni>: ma anche quella diffusa pau– ra dì vivere che va prendendo campo. oggi, nell'espressione poetica, sostituen– dosi allo sbarbariano-montaliano male di vivere. come questo sostituì ieri il leopardiano dol_ore) si legga almeno questo suo iniziale Esame di poeta. in– dicativo non fossaltro della direzione della sua ricerca: Prima, o fanciullo, ripetimi non la grande, la piccola prosa, la scoperta fra i maestri d'un [bnwetto, i nu.di ignoti i.n massa d.ella leva, il rien t:ro costante dei tisici. a casa, it v1ioto dell'ira dietro i passi mi.ti, la coda astratta ai corridoi, se fai [primo ... allora siedi dove io sono e scrivi 1111a tli.a poesia. O anche si legga, in quest'ultima rac- colta, Tra olmi e cipressi: IL rimorso, tua preda, e t'ofezzp che lasci al parapetto stu.pisce la cornacchia IVAN KETOFF: Una • Ragazzo» SALUTO A BEGUIN (Contluun da 1mi;h111 1) Resistenza. non soltanto francese, Quando d'improv. viso. nel ·50 Mounier mw·ì. anche lui cosl pl'ematu– ramente. aé'guin. per coìnune riconoscimento della libertà e della carità che sapeva dare alla fede sino a farne una pagata e fertile condizione di rischio. fu chiam:ito n succedergli. e per sette anni - sette :.rnni capitali per la storia delle avnngu.irclie cristiane. - Béguin offrì con l'équipe di Esprit \'esempio di un cristianesimo sociale. intransigente soprntutto col se. dicenti cristiani stessi. quale stenteromo a vedere renlizzato ora che ci è mancato il suo aiuto. Come non ricordare le coraggiose e confortanti campngnc di Esprit, sue e di Domenach, contro i vari macchar– tismi di turno. i clericalismi contrabbandati. il colo. nialismo. il riarmo tedesco. la e.E O. e la 11 piccola Europa n. l'americanismo. e altri problemi di scottante attualità? Non si dimentich'no le due testimonianze, Faiblesse de l'Allemagne (1946) e il libro sull'India. Era preoccupato. in questi ultimi giorni. del\'av. venire cli Esprit. Temeva certe pressioni. vedeva ripe. tersi un nuovo attentato. Ma mi confidavn, senza ter– giversazioni. che avrebbe continuato nella sua strada. con speranza e con fiducia: ora che lui già è venuto a morire a Roma, Roma ancor meno dovrebbe volere la morte di Esprit ... E se. in un primo tempo. le bat– taglie di Esprit tanto lo occuparono da fargli. non trascurare, ma tenere separati gli studi Iettcrnri, orq era arrivato a sentire che .. in fondo. l'essere scrittore lo portava di per sè a dover assumere un impegno politico, che in lui poi era esso stesso un impegno religioso. Mai come negli ultimi anni. dnll'esperienza di Esprit, aveva compreso che uno-scrittore ha una unica vocazione ed un unico servizio: la verità, in ogni campo, e contro tulli. Bernanos gli aveva inse- gnnto che ({ qui obéit h1difjérc,11n<'llf rì tOtH le 111011de -ue sait plus ce quc c•est Qlte servir n, e perciò rif\u. tava le obbedienze ai pr<ltres·pnrro11s e si schierava d~1lla parte eroica e umiliata dei vrétrl's-ouvriers. e lavorava per la cristianità, ma non per le sue im– provvisate succursali. Del resto il suo lavoro di critico n1ilitante. ( la. sciatemi almeno ricordare una delle sue ultime pa. gine. quella penetrante Note cOnjoi11re sur M. Go!ct- 11ian1i et la méthode (( globale l•, 111 margine al .:aggio del marxista Lucien Goldmann, Le, dieu cciché). un lavoro di anni che andrà presto riordinato a raccolto. non merita altra misura - e altro elogio - che di essere stato un totale servizio della verità. ul pumo che il Léon Bloy l'lmpc,tierit e il Bloy 111yslique rl(' 'a dou/eur. il Pascal e Il Bernanos, i due studi su La prière e L',c Evc 11 di Péguy. il Ramuz o il mero.vi_ glioso Balzac visionnaire, oltre ad essere dei compiuti ed esattJ ritratti, valgono come una gallerin di di– scretissimi ina infallibi\1 autoritratti. Sinora abbiamo letto quei suoi studi per strap– parne via le immagini di certi suoi amori letterari, i romantici tedeschi o Scève, e. sopratutto. di alcuni suoi maestri spirituali. San Bernardo. Pascal, Bloy. Pégt1y, Bemanos: ora dobbiamo rileggerli per cercar– vi solt:into la sua ombra. E ci accorgeremo subito. che è un'ombra che occupa uno spazio forse impre– visto: proprio come accade di certi personaggi di ro– m;mzo ritenuti a torto non di primo piano, Oltretutto scopriremo li romanzo interiore di Bé– guin. che risulterà forse tra i più strazianti. e certo tra i più nobili, di questi cinquant'anni. Non era un letterato. Era un'anima. Sopratutto non fu un'anima interessata nppena ai propri tornaconti. GIANCARLO VIGORELLI nidiata di - - r0D1anz1er1 La poesia di Pierri. anzi, ha orrore del vuoto; ed è da quei dati puramente flsic'i che è partita. quasi impressionistL can ente (Fuori il turbine sfronda I i ram•j per fermarsi I tra te pieghe del fango / at brusco terminare deUa piog– gia. I Mia madre mi reggeva / per ac– costarmi suUe braccia al cielo / d'ot– t.obre. Gid i. cespUgti I di tuce rischia– Tavano la sera), anche se egli ha sùbito sèntito il bisogno, per cosi dira. di scor– porarli. tali dati, e nel modo più ele– mentare per un poeta d'oggi: quello di proiettarli - anime più che corpi - in un tempo o meglio in uno spazio per– duto, che ancora una volta è quello dell'infanzia rnmota: add.irittura un luo– go. per il primo Pierri, di ritrovamento e cli ricupero. mancando il quale ver– rebbe a mancare (a precipitare nello sgomento) la stessa ragione. o persua- e il campo che ora fende specchi nero nna dc111za in ritardo. le a1lcl1e dei ci.pressi; ancora e sempre ,iebbia st.ermìnata si gonfi cc!ontlnua da pagina t) dinariamente feconda g-lo-1Wain, William Cooper Kings- do -strade proprie ed igno- cettore a disposizione del lo- cessario quando si affronti Il - riosa tr-.1dizione dell'arte \ey .J\mls. Sybille Bedford. randa gli altri. Di Emyr cale sovrano, ed essi con qual- tema trito eppure sempre noi. In Francia i_l desiderio narrativa riesce dopo qu:isi Walter Baxter, Hugo Charte- Humpreys abbiamo tre ro- che variante sono quelli so- attuale dell'Infedeltà e della d1 scop1:i1:e ogrn n~ese ~e due secoli _e !11ezzo .8: ~alva-lris. P.H. _l'fewby, J.D. _Scott manzi sul tllvolo: e The Voice l[ti d~i ~ant_i romanzi d'i.den- infelicità ~onlugale. M~nca non add1nttura ogni setti- re romanz1en e cntic1 dal- ,sono !am1hari a quanti se- of a Stranger •, e A Change tica 1sp1raz1one. Da scrittori pure Ja f'ls1one tra l'amb,en– mana un ,giovane di ecce- le peg_giori aberrazioni. Si è•guono lo sviluppo della pro- of Heart • e e A Man's Es.La- come Robert Kee e D,J. En- te - si-a esso la Borgogna co– zionale ingegno ha svalu- più cauti nei giudizi più ri- sa britannic:1. I loro nomi ri- te» (Eyre and Spottlswoode right siamo•in grado di chie- me in e Infidelity • o l'Italia tata la critica creando una servati nell'acco,glienza - corrono di frequente su set- edit, London). Pubblicati ad dere qualcosa di più appunto come nei due lunghi raccon– inflazione una superprodu- salvo quando si tratta di timanali e riviste. Ma non alcuni anni di intervallo essi per la -stima che ci ispira il ti - ed i personaggi. Tuttavia zione di narrativa con un libri od autori francesi - sono l soli. Altri per ora me- segnano una continua ascesa loro ingegno. e The Honeymonn • c\ lascia risultato ~nnle opposto a rna. si. è anch~ molt;o men<? no notl pren.10110 alle porte HumphreYs è un narratore Edwai·d Grierson invece. sperare qualcosa di più e di qu1:llo desiderato. La n_ar~ a!·c1gni verso 1 1~uov1 venuti trovando di volta in volta chi spighat~. vario negli interes- che dopo un pi·omettente de- meglio in un non lontano fu– rat1ya_ fran~ese è da d1e~1 d1 Q_uanto lo s1 foss~ un~ è disposto a patrncinarn!:! la s1, assm attaccato al nativo butto con e Reputation far a turo, sione, ciel vivere: · · un'infanzia negli almi che già /ìittano cagne. atate p11r qneste. Se da lontano conducete un ;tomo sui tuoghi in sogno della fanciullezza e most.rate ohe son polvere e f1tmo, muri crollati, cieli nudi. erbacce secche. avarizia e lordure vi·venti; a un uomo intatto, rinnegato a lungo cl.a potere da gloria e da saggezza morrebbe c•t giorno per sempre [per sempre. L'esempio è tratto dalla prima rac– colta. ma invero il Pien-i più autentico non andrà cercato in questa comune iso– la, bensì n~lla sede di quello sgomento ' (a volte stranamente colorato di tinte - ma è certo una nostra assurda im– pressione - quasi calvinistiche), che a lui dànno, e sospeso tra l'ozio e La pau– ra•, appunto le incombenti presenze fisiche, amate e paventate a suo tempo Non sono, forse. i versi meglio riu– sciti di Piel'l'i (del quale il lettore non faticherà a trovare le composizioni più ricche di [ascino, in questa e nelle altre raccolte: spesso molto viCine alla verti– gi•ne di certi met(lfìsici) ma bastano a testimoniare il perché del nostro inte– resse per lui. poeta che anche quando violenta la parola (alcuni suoi baroc– chismi nordici sembrnn rasentare l'e– spressionismo). sempre appare uno che si volge alla poesia non per stare al gioco del mondo (Pierri vive a Taranto. e non frequenta i circoli letterari. pago di pochissime amicizie) ma unicam1mte comC' esercizio di indagine interiore: co– me confessione e chiarificazione ed esal– tazione e magari dannazione a un tem– po, nella tesa ricerca (e fra tanti aperti segni / cercando lontananze per sé so– lo•) della propria e delraltrni anima d'uomo. GIORGIO CAPRONI a~1111 m .c:iuu nettumentc lll ven!ma od una tren~1_na d1 causa. l nove autori cuì si Galles ma desideroso anche Song » aveva deluso cedendo Bcnchè ancora molto go– nb~sso. ~' possono certo fa- anrn fa. _Malgrad? Pili_ ct:e accenna in questo articolo di allontanarsene. La guerra alla facilità. si è singola,·- vane. un romanziere d'isti~lo t·~ 1 110!f11 _d1un.a 1: 1ezz.a d,~z- altrove s1 deplon per1och- non sono più come Elémire lo ~a portato in Italia e cThe mente ripreso con e The se- appare John Mortlmer con zma d1 g\ovam r1 cc h1 d m- camente la dec~denza del Zolla, Franciosa, Cesaretti, Voice or a Stranger • è un cond Man • (Chatto & \Vin- cThree Winters» (Collins edit. gegno _e ~h pron,e~s~, da R~- roma~,zo annunziandone la 1:un1 0 ~uintavalle al pri;no r?manzo d'~mbient_e it.ali_ano dus edit. London). E' eviden- London). Fin dalle prime pa– g:er Nimier a réltcien i\'.fai- pr<;>ssir:,a fine - ma è !J_na libro Qtundi con relativa m- di quel periodo d'11nmedmto te che come Anteo ritrovava glne 5I rimane colpiti •falla si– ceau, ma essi scompai_ono ab,tudme che data da cuc~ certezza sugli sviluppi passi- dopo-guerra quando le trup- forza 'toccando terra Edward curezza del piglio dalla si– n~lla s_concertan_te mol~1tu-: 11 1) secolo. d~lla scom~arsa d! bili nell'avvenire. Essi come pe alleate presidiavano anca~ Gril?rson ritrova vigore quan- gnificativa scelta dei parti– dm~ d1 romanzi ~>ll~blicat! D_,cken_se _di Tl~a~kctay - 1 Ca!vmo. Parise. Prisco. Se- ra nella penisola, e A Chan- do tratta soggetti giudiziari colar! che ad una storia di ~:~ 1 Pt~ 111 ~ eca~~~m~~~ 1 H~ 1 ~,~~~ ~~~;~~~i ac~~'j~l~t~~ 1 ~i~o~in 1 ! min~ra ed il febbricitante ~o- ge :_>f He_ai:t•, dallo autore L_a.fant,asia storica gli è per- amore non più peregriny di senza tener conto ciel valo- seguiti con attenzione sono men_i_coRea hanno. da_to pio- st es!o ~et~mto e u~ 1. 8 com me- tl!Cl(!Sa mentre un processo t~nte alti·e conferiscono ·u– re letterario del libro pre- più numerosi che in qualsia- v: upetute del 1010. _rngeg~o dia • e mve~e :situata nel torbido e co!1:plesso. gli dà btto una tonalità ed un colo– scelto. La caparbia volontà sì :::iltro periodo. p1ese_n~~nd~ una f1s1o_nom1aGalles un~ vicenda più co- colle _sue ram1f1cazic,m il mo- re suo propno. Le tre oa1·tl di imporsi ad ogni costo tro- I iù sicuri e dotati hanno lette1a1 ia già ben deA111ta. , mune nell 1mpostaz1on~. e~pa- d~ d1. f?r prova di una In- dei ,romanzo corrispondenti a va un ultimo fallace soste- otteguto ià una fama s s- Per altro sono del tutto d1- ca~a n~J tono. Come llU:scita d1sculib1le brnvura. Il letto- tre mvernl rievocano tre ma– gno nell'arida, cerebrale. so anche ~ll'infuorì deÙe ~!o- versi fra di loro. Voler cer- ~ 1 ~ 1 ~~~~~:e 8 ,1 i~~ altre per u~a re ~egue con c1;e~ce_nteansia menti diversi ne:Ja vi1,a di meccanica avanguardia di le- Britanniche. Angus Wllson care un raoporto. una paren- do t 11 db peto !n pa1 te e simpatia l~ v1c1ss1tudl!fi di un uom<? durante \ qua, un Robbe-Grillet e Nathalie va oramai per la maggiore; tela una tendenza sarebbe va- mevn~t a !~ti ~nalll_à degli ele- Marion Kerr1son, una giova ... amore r1to~na c~me_ un -no– Sarraute. Joce!Yn Erook,e, William San- no. Ognuno è sorto e ere- credutopiar f~vasui quall ha ne e_rlavve~en~e avvocatessa tlvo ossessivo d1 cui Il nro– In Inghilterra la straor- som, Iris Murdoch, John sciuto per conto suo, seguen- .Ultimo in dat~ e più am- ~~ep~·~c~~si!~Cl~is~nT;sr:r~~= ~ifc~~ 1 f;~ ~~1raavira cg~ti~~~ --------------------------------------------------- b:ztos<? crA Man's Estate• resa dell'imputato. ammiran- rentl suoi e di Diana la coe– comphcato. come intreccio e do l'abilità del narratore. tanca di cui !in da r~gazzo si cp~e. tec~1ca nnn-atlva segnu Qualità affini 51 possono è innamorato. e Three Win– l lmz10 duna nuova fase. Il trovare in e Image of Socie- ters • è costruito con abilità tei;la del romanzo dcorda in ty • (André Deutsch edit. su Questo contrappunto e for– te.imini_ contemporo.nel_ e di: London) di Ro,Y Fuller, uno se più di ogni altro dei libri messi 11 tra_glco destmo d1 dei plù interessanti fra 11 glo- cu( si è accennato esso sem– 'Elettra In rivolta conti·o la vani po~ti inglesi, che dopo bra promettere il lento sor– rsdre ed un padrigno, Cui aver scritto due gialti molto gere di un nuovo romanziere mputa la mQrte prematura Intellettuali ha voluto ora rl- di grande Ingegno. LETT-EBA DA PISA Scrivere su Pisa è difficile come su. Roma; per que– st.a è it pericolo della retortca, per la prima il tranello deWantiretorica. Per Roma c'è da dimenticare tutta una oleografica letterat1Lra .. tutta 11:na oratoria, una sugge– stione df massa; per Pisa una letterat.urn più raffinata ma sempre viziata. una serie di. eleganti luoghi comm1i, una s1Lggestio11e di e élite>. Ma oggi sono fì1talm.enre -riuscito a superaTe ogni insidia e ogni diaframma e in que;,to mio tilt.imo i11contro con la pi.ù. inteLlethwle cittd. italimia, Ilo forumatamente e lietamente evitato i pre– decessori e i preceder1ti H/ustri (Carducci. D'Annm1zio, Fucini, Curtatone e Mo11tanara ecc.)_. ho Tepresso i miei stessi personaUssimi Ticord·i d.i. gol.iarda pisano (pateti– ci ricordi di universitari o degli anni cli guerra, di w1 periodo oscurissimo e gravi.do di mhwcce): creclo cli avere finalmente isolato ta sos tanza precipua di Pisa. il suo segno di distinzione phi autentico. la sua reclltà og– gettiva e riesco a godermela profondamente. conun pu– ro piacere spirit.u.ale, sqtdsi.tamente estetico e 110n edo– nistico. stabilendo fra me e la città un rapporto diret– to. non favoriro o suscitato da intermediari sent1men– tali (pu.r legittimi!), m,a comunicazi.one intima, esscm– zialm.ente logica. Ho rivisto Pisa nella sua luce, 11ella sua verità: come culla delr'i.11rellige11za e della cultura, fonte del J)ensiero: come <~ (uce 111.tellettual piena d'amore n. So che da questo S110 antichissimo privilegio. sono sca– t1iriti . tttt,ti gli a ltri .. da questa e energheia • h1t.etlett11ale ·sono vo111tt.ea Pisa tutte le sue altissime prerogative. E perta,ito, par tendo da q1Lesta consapevolezza, la ctttà e la sua terra p osso no essere riscoperte, assu11te e ex 11ovo > in 11oi. ca~ i.te. . iUu.mhrnte. In tutte li;_ sue espres– sioni. Pisa denota appunto qu.esta sita coscienza: dovun– que è H segno del pensiero_. della intelligenza pu.ra; niente pare cmmale: il paesaggio ,1011potrebbe ess ere che come è. L'arte.è e q1iella •• I.a vita che vi. si conduce è i't1 armonia con la e verità,. della città, lo sf,esso sole. ~umi:noso. ma mai accecan te. lo stesso cielo morbtd.o e vasto ma sempre defini.to. gli stessi orizzont.i così tersi. così ampi. ma ma'i illude~,f'i., corrispondono alla e veri– td • di Pisa. Ci troviatno allora di fronte a una città fred.dame11- te perfetta. dove tntto è pensato e 1iiente P spontaneo. dove tutto è logico e niente è fantastico? No,1 è così! L'i11tellige11za mumi11a. ma non spegne. il pensiero chia– risce, ma tton ticcide i senti.menti; come la filosofia 110n esclude l'arte ma la favorisce (e 11011sono nate da una precisa anche se inconscia filosofi.a le sctdtzLre di Nico– la Pisano, i ricami del Duomo e di Santa Maria d,e!La Spina?), così la perennità della coscienza 11011 limita le dokez::e e gli abbandoni, ma li suscita. Chi ha vissu to un po' a Pisa (e da 1m secolo le generaziQni pi.it sceite vi han'1IO trascor~o _gti. anni più fervidi), v1 h a subito le pit't pure e legm,me dolcez:e, vi 11agoduto le pì.1Ì edificanti tenerezze, le mçno cor– rive malinconie. Non è mia cittd platonica. Pisa; pure 11ella sùa sostanza itHellètPuale, è carica di umanità; è 1ma umani.Id meno prep otente e vistosa di altre, più sottile e più. pudica .. pi.ti misurata ma ugualmente spon– tanea. E' una cittd clie s a soffrire. La guerra la devastò come poche al.tre in ltalia; i.o vissi gli mmi della vigi– lia di questo dramma; la guerra infuriava e si avvici.– nava, eppure si contìnuava a -studiare; nelta pjù fa– mosa wiiversità i.talimza.- i Maestri i11segnavm10 anco– ra, gli studenti. si approfondivano e cospiravmw, la po– polazione era restia agli sfai.Lamenti e resisteva alle pri.vazioni e ai pericoli, sui lungarni si passeg_giava in atteggiamento di sfida aU'incubo della traged1_a. E. la tragedia scoppiò. Tutti gli italiani avevano dei guai e non si commossero troppo a q1telli di Pisa; del resto. 110n vivevano tutti del proprio e parliculare > in queL terribile 1944? Le bombe caddero e rasero al suolo in– teri qu,artieri; crollò anche a Ponte di Me~zo, fu scon– voito anche il celebre Camposa·nto: solo il Duo,~o. La Torre il Battistero rimasero a confermare <eMzraco• Iosa 1/ quella piazza incomparabile; la candida clne· setta della Spina sopravvisse, quasi irreale; L'UniversHà si salvò e fn un altro salvataggio carico di significati e di destino. I lu11gar11ifurono squarcia.t-i e com~ ~n un~ favola pagana iL fiume irato si -ribello e _straripo; cosi, di MARIO * GUJDOTTI dopo i. bombardamenti. l'occupazio11e, la liberazione. dopo la guerr-i combattuta quartiere per c1uartiere, vcn– t1e anche l'aLluvi-011.e.Un apocalisse da Medioevo, la do– ve H Medioevo non aveva portato che spler1dori. Di queste sciagure. Pisa non lta mai fatto <t propa– ganda•· Esistono delle città, in Itatia, c•1e sono visstLfe, i11questo dopoguerra, della rendita che ricevettero dai... dmwi della guerra. Anclte i11 questo <( cittd del silenzio 1), Pisa si è ricostruii.a da sè, controllando il Proprio do- 1.ore e ricre011do in sè ogni possibili.là di .amore. Sacri– fici silenziosissimi. contemplazioni reli giose dette mace– rie e ricostruzioni altrettanto religiosamente eseguir.e; it dopoguerra non fn più facile detta guerra. La ..:or– ruzione in/t,riava come una epidemia a Li"orno e Tom– bolo era una giungla del vizio cl)e ler,ilfimava una let– teratura; ma a Pisa s·ig11oravano quelle vicinanze e si evitava u11a co11tami11azio11e- che, data la misnia generale poteva avere a11cl1e delle atte1ma11ti. Così Pisa tornò ad essere quella di prima; ma ur– ba11isti.came11tepiù nuova e schiti.Uanre e più graiide. anche se il suo schema è lo stesso, così come dev'essere per una città , classica•· Il Ponte di /'l'Tezzo ora ha una sola arcata. è beUissimo. tntto luce; ma nessuno ricor– da pitì che è stato ricostruito ta,110 si. P intonalo. ,wlla me,noria. al vecchi.o. In Sottoborgo. al posto dei pa– lazzi distrntti. sono sorti dei ,nwtii, belli ed equ.ìlibrati: ma 'chi a"verte una novità irritante. w1 contrasto? La stazione e le piazze e le vie ad essa adiacenti. (rredtci anni fa erano dune polverose, come una necropoti an– tica) sono state ttttt.e ricostruite. dulie fondame,ita, ma nessuno potrebbe defintrle , nate iert >: riprendendovi il treno io lto provato •la delizia di ricordi di attre par– tenze, di ta-riti am1i. fa. La città si è espansa.. dilatata. eppure ha conservato quel privilegio di 11011 avere pe– riferia. intorno, di non d.enotare prcpaggi,,i; è Pisa nel.– l'estremo lembo di Pori.a a L1tcca come in Piazza rlei Ca-vcttieri. a San Giusto come sotto La Torre Pendente. I lm1garni sono costella ti di edifici in nalzoti con i mi– gliori e studiati criteri architet.toni.ci cli oçigi; ma citi nota discordanze con queUi. ant .ichi. S1tperstiti? Qu.este facciate tult.e vetri e tlt.tte l.uci stridono forse con qu.e/le classiche. medievali. o rinascimentali che siano? Non ci sembra; e poi c'f' l'el.emento Arno che armonizza e compone. ci sono quei chiari lungar11i che possono esse– re considerati senza timore i più bei c. quai• d'Italia; c'è questo elemento luce-acqua (acqua Umpida e fa11- tasiosa nei suoi riflessi). a Pisa dominant.e. che tut.to unifica. · Potrei. qui fare un elenco delle opere che sono sor– te: di. queUo che è stato costru.ito e ricostnlito; ma ciò che più m'interessci è avvertire questa perfetta armn- 11ia che ha contrassegnato la r·icostrnzio11e e la costru– zione e che ha pertanto evitato polemi.cl1e. rimpianti. nostalgie. Così la configurazione. ta morfolo(1ia, diremmo. d.i Pisa. sono rimaste intatte; it nuovo è stato assimto sen– za che tl vecchio venisse mortificato. e il. ritmo della cit– td è ripreso operosamente e silenziosamenle, come ope– rosa, si.l.enzio8a e ci.vHè e la vita che vi si conduce, una vita che por procedere su binari di ovatta. E' rimasta intatt.a la visione d'insieme di Pisa. nello scenari.o che va dalla Verruca agli altri monti pisani. atte pinete ma– rine, alle pianure meridionali: uno scenari.o che è es– sem::iale per la linea di Pisa. per la sua srruttura urba• nistica; mai paesaggio è stato così legato alla città, cosi intonato, cosi stupendament.e e fondale•: P anche es:;o. elle dona classicità a Pisa come gliela donano i suoi preziosi monmnerzti.. q·uei meravigliosi gioielU bianchi i11casto11a·ti nel più tenero smeraldo (oh. i colori di q11e– sta pol'icroma città, i suoi (oni.!); com.e gliela donano gli affreschi e le tele e le sc1Llture delle sue chiese e del suo camposanto, come gliela donm10 San Paolo a Ripa d'Arno. Santa Maria della Spina. Santa Cateri- 1ia. o la Cittadellct, o iL Palazzo dei Cavalieri.o la stessa Università. che e due volte 111onumen1p! H e divenire> di Pi.sa, che pure è anche una città moderna e industriale. che non è affatto un museo statico o un magazzino d'antiquariato, ma anche un centro economicamell-te proteso in avanti. ruota cittorno alla Università e aUa Scuola Normale. I monumenti in- sig11i conservano a Pisa il fascino ineffabile, l'Uni– versità e la Scuola ·Nor1rnle le garantiscono quel Livel– lo intellettuale che è la sua gra11de distinzione, A Pisa l'Universita t1011 è solo sede di studiosi e studenti, non è solo fucina di professionisti. non dà alla citfd solo fl e colore• goliardico; essa è epicentro deUa vita pisana. è fonte di scie11za e. prim'oncora che di scienza e di erudizione. to è di educazione morate e civile. La sua azione si riflette su fl\tri i pisa11i, va o ltre gli studenti e i professori. si comiwica anche al.la gente umile. de– termino il costume. Non voglio qui cita re fatti e perso· naggi notissimi., del Ri8orni.mento o anclte di questo -'ie– colo o anclie del passato remoto e di quello più pros:-;i– mo; voglio solo sottolineare questo elemento propul– sore ·e stabilizzatore nell a ec onomi.a spi.ril11C1le cli Pisa, nella sua civi.Lt.d.Una ci·vil.td che è altissima. che è pi.ù cl1e umanistica. Una civiltà e lle si riflette nel modo di viuere di tlttti. i pisani. ài capire, di stucliare. di pnrre i rapporti sociali, di accogliere gli os piti, si0 110 tnristt, siano studenti. d'inserirsi nella stessa ctltivi.td nazionale. Camminale sem.plicement.e in una stracla di P isa. e tro– verete questo equilibrio che Ila i pregi eletta tosca11itd senzn averne i difetti e de/l'universalità senz'avenie Le presunzioni. Osservat.e le persone e vi troverete misura. proporzione, consapevolezza. e al tempo stesso sponta– neità. Tutto è puHto. de/ìnilo, civile. Niente è eccessi– vo. nemmeno La bellezza; ttttto è mile come questo clima dolcissimo. ma niente è flebile o sdolcinato. E' u1ia civiltà consustanziata di dignità. Tutt.o è italiano, ma niente è italianamente sguaiato; gli stessi innumerevoti turisti stranieri. trovano qui come in ness1rn altro luo– go, la vera pace: ed è mia pace ricca e intensa; i:;,li stessi chiassosi turisti connazionali, si moderano cli fron– te a tanta maestà e a tanto silenzio. Il t~rismo è certa– mente ima industria, f1 Pisa. ma dobbiamo (l,n•mettere che la sua propaganda è saggiamente regolata. non im– posta: non si. confonde. Pisa, co11 lo stile pnbblici.tal"io di città ·e regioni elle turisticamente sono delle autenti– che , parvenues • e inventano ad ogni sWgione 1tno spet– tacolo folkloristico (quando i.n queUe città giw1geva solo qualche commercia11te, a Pisa gli aspi.ti avevano i nomi di Giacomo Leopard·i o dei. poeti ing lesi). IL Gio– co del Ponte, per esempio. prima elle per i forestieri è fatto per godimento dei pisani stessi. 1L1lll volta tcmto divisi in Mezzogiorno e Tramontana (ma non si pe11si a fazioni. che rimangono tutto t'armo, come a Siena; iL Gioco del Panie ha antiche lradi.zioni. ma mai è stCtto elemento di divisione e di attrito). Ci.ttà intensa come poche aure, citta personatissimn in cui le tradizioni mai sono -morte, cittd definita e fis• sata in un cli.ché che il t empo non scalfisce, Pi.sa -11011 è però una città angusta, chiu.sa in sè stessa, egoistica– mente gelosa delle proprie bel lezze, della propria ci– viltà. Essa è una città a.perla, invece, è sempre stata così, fin dai primordi: e come potevu essere altrimenti con quei presagio di mare che si lta, vivendovi e cam– minandovi., con quel senso di spazio, di <tpertura, di abbraccio, che emana dall'Arno e dalla pi.anura., co-n que/,/.'i.nvieo mari-no elle s'intuisce da! profumo deH'arin. dalla carezza di un ve,ito che, delizioso com'è, non può che venire da , quel• Tirreno? Come poteva essere al– trimenti se fin clnU'inizio i pisani si sentirono attratti. verso le ovvenhire mediterranee e portarono il vessillo crocisegnato a garrire su.Ue galere. in tutti i mari, vitto– riose a Napoli, a Bona, a Palestina e i,nfine soccombent.i in quella tragica giornata della Meloria? Non può essere chit4sa in sè stessa. gelosc1 del pro– prio passato e delle proprie bellezze, angusta e Limitata, una città così e spalm1cata > a tutte le comunioni spiri– tuali., una città cosi consapevoLe deH'universalità della fedé e del pensiero. tma città che c hiam a e Sapienza.• la sede del suo Ateneo. una città in/ i.ne che fra i tanti. può ricordare due nomi. 1nr diverse ra gioni altamente significativi: Galileo Galilei. l'uomo della scienza, che vi nacq1ie. e Giuseppe Mazzini. L'uomo della libertà, c:he vi volle morire. H primo vi ebbe la vita e vi alimentò la propria inteWgenza. il secondo vi trovò la pace deoti ultimi anni, ii silenzio e, foue, La speranza. del padre: sostenuta soltanto flettere In un racconto con- Abbiamo lasciato per ultl– d~ll.a speianza di vedersi un Unuato l'ambiente peculiare mo Lawrence Durrell dt cui gioi no vendicata dal frate\- di una società di costruzion! molti anni fa il debutto con ~ l~dl}fei:ent~ e lontano. immobiliari in una grossa c!t- e The Black Book • venne sa– _ues - 11 1 lto{na opo molti an- tà di provincia. RoY Fuller lutato da T. S. Eliot come una ~ ne e ene paterne del affrontando un soggetto al- eccezionale promessa. La– al_es spinto soltanto dallo quanto ingrato è riuscito a wrence Durrell è un poeta e spe1_an~a di poter trovare I scr;vere un libro alquanto vi- ((Justine 1► (Fa ber and ~a ber capitali nece~arl peì" spos~r- vo che offre la' speranza di edit. London) è il t'orna -o di si e_ stablH1si come medico un narratore originale. Una un poeta, vivacissimo , co– ~~ cdt,tà d<:~en 1~ 0 la sua par-- decisa a(fermazione ci sem- lori, violento. spasmod\r ec- acui~.c~ei ~0;1t~:asti5~ 0 PI?;;~~~ ~L~ngr\;~~~ ed~heLo~~~~\Vd! f!t~~~i· J: xr~~s:neJ~fa"~:~:~i~e! }.f 1t~ 1 , s i. Le va 11: rasi del ':? 11- ~rancis Kin_g, un giovane di riodo fra le due guerre ,·uale pers~n~onolt n~nf/e In PIi~a ingegno e di buona volontà l'ha vista e risentita Durre!!. q~attro p!rs~ 1 n~~gr:~~~~eo u~ ;~:gi~~na;~t\ 7~nrl'o 0 r1t;t~a~ ~~t~oi~rl~~~~?rn~~d;Òp~i.n~~~= ~ 1 ~~ed~i;ento }/falco t ft paesi, fra cui !I nostro, i,spi- bi. ebrei ed egiziani si <-mal- ner è st ?~p~ pr~m?~1·e.~en: ::~~1~0 ii dial~t!~t~n ~r;~agt~ai: ~~r;~;oop;l:~l~~~di~°u~r •~~ ;~rrssre a!1El'3 J irel'a un- dove l'intreccio poteva sem- del tutto particolari. L::i · !là miraan e cui 11 ~Y_r umpre~s bi·are un sempllce. pretesto sl incarna in Justine una Estat/.er è!m~àoisi e A Man s per rievocare una città ed un donn.a affascinante. ceret-rale, g un romanzo paese. oerversa appartenente aè una m~ut·o degno d'Interesse. crThe Widow » che si svol- oscura f~mlglia ebraica P cpo-. . nche Robert Kee ha co- ge Invece interamente in In- sata ad un facoltoso e 1to. min~iato O con romanzi di ghilterra è Il più solido ed Nlssim, amico del narr tore g~~hra.I 1 .1 ~l $\~ordiamo impegnativo dei romanzi fl- scrittore e prcfessore d m– cu· e ~poss, e _ore• !n nora da lui scritti. Esso con- t?lese ad Alessandria. Q ""''-li ~o~v~~~~d~r 1f 0 J. toni aspri e ferma pienamente la fiducia lre e Melissa, danzatrice ··e– fico dell n .• e ima cJta st ro- che sin dall'inizio molti han- ca di un locale notturno e ·e– i~ G 8 p~imavera el 194 5 no avuto per lo sviluppo del nuta l'amica del narra·ore am . ermam~ attr~verso !e suo Ingegno ricco di sfuma- formano li nucleo del roman– lita~~e i:;fenen~e citi ~n mi- ture. Vi si narra una storia zo colle loro complesse ed al– praggiung=~~e e:~:cfto a)u!~; in ~ri~io. accorata e senza luclnanli vicende. ~~n~hné ca~po di .prigionia. ;gip~o~1 ~~ft~a, fi~~~~~tt: ~; to~r;1ti,~t;~ep~rhPi~~e~~s~~= tutto di~~ 1~~ce~i~ 1 fo~sero d~~ lr:iferiore al :omanzo floren- rlco che illumina il racconto, ble Shore » pot,:vae ri:cfi-~~i~e hn_o ~ The D1vl_dlng Stream • oer lo stile smagliante. pe" 'a nei punti essenziali e Il Man- cui. cinque an111or sono l'.au- p_assio~e che lo anima. Es<;o do è una Prigione• di G _ to1e dovette una notonelà. s1 distingue da tutti gli altri glielmo Petroni. e come q~~- Purtroppo non _s_ipuò essere ma In un certo senso propr;o sto andava considerato quale altrettanto pos1tiv1 per RI- per contra_-sto ne conferma al– la promessa d'uno scrittore chard Chase. altro giovane cune quahtà, Come da noi. si di non _comuni qualità di stl- inglese, che ha soggiornato a diceva all'inizio. in Inghilter– le e di carattere. Da allora lungo in Italia ambientando ra la narrativa nuova è ricca r~~ert hKee ha tac!uto ed ii quindi le sue storie nel nostro d\ nomi e dì, promesse ed an– c1 ~ 0 S~ge a~esT<? ci Prooone paese. e Infidelity • e e The che In lnjil'.hilterra dopo tante and Spo~ti\~vood 1 ;i~~it. (~~= Ho~eym~on • seguito da e A cal?rose accoglienze è neces~ ~~n~ll~~t~~~~is~nde purtrop- :~!~~ioe~t1~n·d~~~es~~gri~~ !:~~~o~;~n~h~~ed~:f:e~:: f~ Si tratta' di un romanzo di non privi di qualità ma an- opere solide, durevoli, di ar– anticipazione. genere fra tutti cor-a incerti ed Immaturi. Ustica maturità. diffic!le alquanto in voga in Manca il loro mordente ne- GIACOMO ANTONINI Tnghilterra dopo il successo ~l Ge~~~:tec5~w!l~hsW~!'i 0u~~ --- parte a Londra in parte in 11 '- s 11 L Al 110 ~~~traf~t\~diii pr~!~!!~r~~~ . .A ~ .J ,f. , , a cura di ERNEST. ROSSI crTestimonianze del tempo» voi. XVll. Sovracopertn in quadricromia - Pegg, 96 - L. 300. Da .diversi anni non si trova più in commercio nessu– na edizione del "Sillabo". che. pubblicato da Pio IX 1'8 dicembre 1864. insieme alla Enciclica •·Quanta cura", per conda,nnare gli errori del secolo, è un documento sempre attuale. Non paia quindi strano che Ernesto Rossi, scrit– tore laico. si !'ia addossato l'onere della riedizione di un testo di carattere ecclesiastico. perché è proprio· in una li– nea di interesse storico che si inseriscono le encicliche. i messaggi, le allocuzioni. le lettere pastorali. ciò che nel– l'ultimo secolo i Pontefici hanno scritto o detto sul r.:i.zio– nall!=:mo, Jl socialismo ed il comunismo. pensieri e parole che si richiamano appunto al "Sillabo" di Pio IX. PARENTI. Editol'e - Milano, Plazzi:i Cavour, 2. venire quando tutto sarà mol– te;>peggiorato ma le condi– z10nl_di vita non saranno es– senzialmente cambiate. Mal– ~:ado il talento dell'autore la vicenda ed i personag~i ri– rryangono sempre Irreali non riuscendo quindi ad ottenere la piena adesione dei lettore Lo stesso potremmo dire di <1 Heaven Know!': WherP ., (Secker and Warburg edit. L_ondon) di D. J. Enright. sag– '{1sta e narratore combattivo e brillante. Senza essere una anticipazione la sua è una fantasia utopistica ricca d: colori ma non tanto da ooter comoensare la leggerezza. la '!ratuità dello assunto. GI: eventi si svol~ono in un'ioo– tetica Idillica isola del Pa– cifico dove Packet. un giova– ne professore d'inp:lese che narra la storia In prima oer– sona, è andato rispondendo MARIO GUIDOTTI ad un'inserz.ione come pre. '--------------------.....1

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