la Fiera Letteraria - XII - n. 13 - 31 marzo 1957

Domenica 31 marzo 1957 GiuscPPe Ziga.ina: "Figure" LE MO~TRE ROMANE * L'ECOtE D PABIS * Z,gaina alla Galleria * del Pincio di ATTILIO La Selecta. succursale romana di una nota e benemerita galleria milanese di origine veneziana (il Nord apre fondachi nella Capitale. vuol colonizzarla con i suoi panettoni e pittori eccellenti, e i suoi servizi irreprensibili) ha inauguralo una mostra dedicata all'f:cole de Paris. e da sapere che la bottega d'arte di cui sopra è dirimpettaia d'uno dei più di– screti librai antiquari di Roma: una per– sona gentilissima che, come tu gli pre– senti il volume, usato ma sempre in pet·– fetto ordine, ch'hai deciso di acquistare, delicatamente toltotelo di mano. s'affretta a cancellarvi il prezzo scritto a lapis. Che è una bella gentilezza, e utile al biblio– filo. la cui pace famigliare potrebbe venir turbata dalla troppo frequente immis– sione nella biblioteca domestica di nuovi libri vecchi: che cosi. col solo prezzo d'origine a documentarne il costo, si ri– velano capricci veramente innocenti. Fi– guratevi: due paoli. 95 centimes. one shilling ... Ogni volta che la dura professione di critici d'arte ci porta in Via Propa– ganda. la tentazione di scegliere, fra quadri vergini e fiammanti e libri usati e un po' scoloriti, questi ultimi, è sem– pre grande in noi. Colpa nostra, si capisce. Ma questa volta il gusto, un tantino morbido, per il faisandè, che ci fa odorare con delizia carte dei Jibri di un tempo andato, e ognuna ha l'odore del suo secolo, aveva di che accontentarsi, e come, pure fra i quadri. Il nostro naso, appena entrati. avvèr– tì un sentore così legato agli anni della nostra adolescenza da provocarci una di quelle intermittenze del cuore per cui è necessario arrestarsi, e magari appog– giarsi a qualcosa se si vogliono evitare guai. 11 bello è che proprio qualche giorno addietro quel profumo del '20 l'avevamo sentito acutissimo nella libre– ria di fronte, cavando dallo scaffale l'Anthologie de la Nouvelle Poésie Fran– çaise, edita da Kra all'insegna del Sa– gittario: testo sacro dell'apprendistato poetico fra le due guerre. E sfogliando il caro, prezioso tomo, il nostro occhio quali versi di un minore fantasista aveva _incontrato? « Lcs dleux !•en vont s'cn vont au trot Le dernie-r Abecenrage Est mollt dan la metro». ETavamo preparati, dunque, a vedere i maestri dell'f':cole de Paris andarsene al trotto. Nostalgici di tutte le nostalgie meno una ci siamo naturalmente com- BEll'l'Ol,IJCCI mossi allo spel.tacolo. così come ci com– muoviamo. e non ci freghiamo le mani soddisfatti, se ci accade di incontrare per la strada. devastata. inquieta e sup– plice, una bellezza che nel '28 fieramente aveva 16 anni. terrorizzandoci. Ma il nostro amico pittore incontrato poco più in là, interrogato in proposito ci rispose che no, non era andato alla mostra, e aveva l'aria crudele. di scu– sarsi cli non poterci andare. infatti degli amici lo aspett.avrmo da Rosati a Piazza del Popolo dove ormai si stava bene seduti ai tavolini. fuori. Lui era entu– siasta di questa nuova primavera discesa su Roma. e entusiasta che la si potesse lodare con materie nuove. per niente commosso al pensiero delle primavere di un tempo. che videro pittori di un tempo lodarle con materie. ecc. La crudeltà dei pittori verso il pas– sato. anche quello proprio, è ben nota. Dobbiamo ammettere che i pittori buo– nissimi, meno buoni. cosi cosi. cattivi. dell'€cole de Paris sono da vedere ormai in Museo, in quell'aria "'sanza tempo tinta>. Anch'e fossero stati pezzi più importanti. quelli selezionati dalla Se– lecta, avrebbero sofferto della cruda, brutale luce postuma del 1957. Alla Tartaruga, che continua con mol– ta coerenza a present.are i più v ivi art,i– sti della nuova scuola roma.na, Antonio Corpora espone alcune sue opere re– centi. Nella ricerca che lo accomuna agli altri incamminati Corpora pdrta un im– pegno ostinato, un po' greve, quasi moralistico che gli impedisce le rapide, le felici soluzioni. Ma il suo pennello non incile non è neppure arbitrario. cosi lo spazio nuovo da lui perseguito e trovato resiste se un vento improvviso investe le sue superfici cromatiche. fa– cendole vibrare e suonare tutte lun– gamente. · Al Pincio. che ha accusato chiara– mente nelle ultime mostre la crisi in atto nella Scuola realista. Zigaina. che della scuola stessa è sempre stato uno dei più dotati. dimostra che anche il suo bel Friuli è rima~to toccato, ferito. Nel disgelo la sua pittura anche troppo limpida si intorbida, ma positivamente ci pare. gonfiandosi di nuove linfe' ge– nerose ed urgenti. Dopo lo straripa.men– to di una meno categorica. ma più au– tentica• chiarezza, riemergeranno al sole più fruttuosi, gli acri della, sua pittura. Qu@sta ò una mostra di transizioné, per Zigaina, che sarà bene considerare con simpatia e speranza. senza troppo insistere su certe sgraziature anche trop- po evidenti. , ATTILIO BERTOLUCCI I.;i\' FIERA' LETTERARIA' IU'l'HA'l"l'INO DI UN A~IICO ... UNPITTORE D L DOPOGUERRA cli GIOSE Rllflt1 NELLI Se noi 110n ci raccontassimo lercio e la cassetta dei cotorLlnat1tratmente l'impressioni- rativo, e cli sbagliare e cli cor- 11~n potrem:mo racco,ttare lai~ batlerinette e contrabban- smo, nè il cubismo, nè la Ti- reggersi senza adagia-rsl mal vita degli altri. Ed io non.clieri volevano un ritratto scoperta della scultura Tiegra. in una formula come tanti posso vedere o sentire Fran-1beUo, da lui, con Le pfeglie Plet Mondrlan, e la fuga dal· pittori hanno fatto, come a co Jttrlo, vedere o 8entir par del volto, con tutte le ciglia,·la forma, dalla materia, per dire che lo stato d'animo di lare di un suo quodro. della co,;a le onde dei capelli, con un rifugio in un'unica reattfl Ju.rlo sia conti11uamente alla pittura clic fa, dei notevoli tutrt i bottoni della camicetta spirituale. il colore nello spa. ricerca di /asi sperimentali. premi che incomincia a vin- come avessero chiesto a. un zio, suonava H flicorno per Ponti, barche, marine. campi, cere senza ricordare, come se fotografo una. fotografia a co- i giovani. Tuttavia quelle che figure: un dizionario vastis– rivedessì una fotografia. d'al- lori di se stessi. Jurlo fece erano state le conquiste dellalsimo dentro iL quale è pitì tri tempi, i j7iorni che pas· solta.nto ii ritratJo della Sora piuura francese di trent'anni facile perdersi che affermar sammo insieme, quando lui si Mana .. u11a sorta di Goulne prima venivano adesso riesa· si. Ma Jurlo, che non ha chie– cercava una strada ed io pu· della decadenza fisica, che minate dalla giovane pitturalsto nuUa alla. mondanità e al re: quando eravamo scono• egli vendette poi a un mer- romana. per giungere a dei partiti, ritardando cosi un sciuti e morti cff /amf'. Jnten· conte di granaglie per una risultati notevoli. Per questi avvento che poteva liberarlo diamoci: non .si dice che oggi, somma che gli parve buona, giovani si trattò di affrontare dalla bohéme, ha dimostrato 1957, si navighi nella polvere ~ quel tempo: cinquemila sacrifici enormi: riinnestaTSÌ. quale magnifico e canoro e aurifera di Mlda; per gli ar- hre. in un processo culturale va- brillante pittore egli sia. La tisti raramente c'è ricchezza. _ Io non conoscevo a.ncora Lido dopo l'oscurantismo fa- ricerca del vero pittorico, non e quando questa arriva già via del Babuino. Piazza di scista. e superare il sens-uati- di emozioni pittoriche: la ri– non si può pll't parlare di Spagna, Piazza del Popolo, e smo della cosidetta "'Scuota cerca di ttna continuità pitto– arte vera; oggi, tuttavia. s'in- i cento o mille luoghi del RomanCI » che, se ebbe il me· rica, non di una staolone pit– comincia110 a intravedere al· quartiere - studi, bar, galle· rito di urlare contro il con- torica: questo, mi pare, sia tre soluzioni principalmente rie, negozi - dove Jurlo en, formismo pseudo culturale Jurlo, giovane sempHce. ge– perchè sono mutati - e guai trava e usciva da padrone, e del /ttturismo e deU'ermeti- neroso; giovane dl talento vi· se non fosse così - gti inte- dove depositava un quadro, smo, ancora dopo quest'ulti- vo che. se ha sofferto l'usura ressi e le co11fusiont che han- tm vestito, il cavalletto, la m.a guerra si giovava di con- del bisogno, è stato degno no creato noi e quel primo scato_ladei colori. QuPi cento dizioni spirlt1wli anarchiche. della sua vocazione di pittore. dopoguerra italia110. o mille luoghi del Babuino tese piit verso la satira che Oggi, gli anni deUa nostra Risaliamo alt'inverno 1946, eran? _per lui altr!!ttantl ma- verso un~ m:ecisa Tea_lt_à. so- lotta per la vita e per l_'af– e Ptr via dei Giardini Roma oazzmi temporanei; e paTlava ciale e p1ttor1ca. Le v1c1ssitu· fermaz1one non sono :fi.nih, la dov'era, e forse c'è ·ancora: con tutti. 'st.rinoeva mani a dlni politiche e sociali di quel parabola non si è chiusa. Ma l'Ente Comunale Assistenza. d~stra e a manca, e diceva tempo esigevano una rivolu. ci resta una certezza, opgi: 8!trf::1~sc:hiu!}}:c~i~rt~e~:~ ~~-a~~~ st ;it o ! -~u~l/o~n"' ~sl~~ ! 1 ~!~s~~c~~o\~z~~:: !~~~~ì_c1i ?nu:t~:t J:r~~ f ':i ;~~gre s~it! il Tritone sa che la strada è e e un grande amico»; e poi neorealismo sembrò a tutti il non fa colpo subito; è un pit– in salita, lastricata con dei a ~e. n!ll'.o:ec~hio; "'Sono punto di parte!):Za, o_d1 arri.- tore difficile non per quello• selci. sco11nessi che ricordano tutt1 degh id10ti •. vo. per u11a hberaz1one. D1- che fa. ma per come lo fa. i denti malati di piorrea. Pio• Er4: l'epoca. quella, difficile Sfl!azlat~m~nte, pas!ati. i pri- Il s~o grande momento dovrà ve sempre. Lungo H muro e furiosa in cui gli artisti sta- mt ~nn1 di .den'!ncta, ti _neo- venire ancora, ma n~n è mol– delle scu.derie uomini e don- v~no tentando te loro più ar- realismo pittçmco m:uto le to l~ntano .Il_tempt? e. maturo. ne, con involti nelle mani e dite espeTienze. Come la Pa- sue premesse m mia s1g!a po. Vi sono det versi d1 Baude– bollif1i-viveri dentro una fila rigi deL 1906 (dal tempo che Litica:'e in ~u.esto sen_so i mi. !aire .c~e risuonano neUe che si rinnova come la vita, va daUa morte di Cé.zanne fi· ~fatt, Pl,ttor1c1 non s1 conta- orecch~e. , oome te albe. Non c'è ancora no allo scoppio della prima rono piu. • S? Jeunesse ne fut qu ur:i !lot;~:fiio.nta i~p~',°;~~~ : ai~ y.i~e~~ gd:t'Mx er:e~~ 1 :'o~n~~ts~ a.iJ;~1~Pr~~!;!fmneon:eSir;~~~: ~tne_~reu1à 0 i:~e d-; i~f,~=~~: ~f :i~di s~e1 ~k,~~rt~rta~;r~~ ~~te~:~acc~;fiei:c~;d~ue1°~~~ ~'t°~~i~i ~ft~7i~~~i,p~t!~t~l sot 11 J;t-rlo .c'è ancora dentro siede in quella minestra q1t0- quartieTe da Piazza dl Spa- vbse intensamente, ma con a. questa giovinezza. E' leglt· tidiana deH'ECA. Io e Jurlo mia a Piazza de! Popolo t.uttllessi non divise che it furore timo _aspettarsi da lui oper~ siamo in coda alla fila. Ri· i giova ni anche stranieri, di- della ricerca. Per il Testo fu che 1l tempo non reputera cordo che eravamo sempre in vara.ti d&l tormento deU'aTte. libero di andare avanti da sè, effimere. , coda. arrivassimo prlmi o ul- L'arte dei giovani 110n era, sempre nell'ambito del figu- GIOSE RIMANELLI ~~~ev~os~e~;;g_ r};g[d~ia~ 1 i ~ ~ · ' dentro, ai tavoli di manno che Ticordano le macellerie. Qualcuno dice che in questa specie di salone. che riempita d'uomini risuona come una uccelliera, mangiavano e dor– mivano i cavalli del Re. e Io debbo dipingere questa gente», diceva Jurlo. Quel quadro di Van Gogh dei pazzi che girano in tondo lo sco– primmo in quei giorni alla li~ brE:ria Hoepli, e Jurlo disse: "' E' come L'androne di via dei Giardini». L'amico indossava tm impermeabile che origina– riamente doveva essere dl un bel coloro avorio, Qtiel bel co· lore avorio degLi impennea.– bHi di cui, in quel tempo, andavano pazzt gli impiegati statali e i poliziotti in bor. ~!!:ti· era t;:~rs~"::t~~i~~i ci~ me se qualcuno Vi avesse pu– lito dei pennelli sopra., percid era impossibile scambiarlo per un poliziotto fn borghese o un impiegato statale. Veni– i,a dalle Puglie e dai campi di concentramertto tedeschi: veniva da tutt'e due le parti, ne oortava i segni distintivi addosso. Ed a Roma era arri· va to a. piedi, va le a dire dopo giorni e r,ior·ni di tradotta, con uno di Qttef carri merci che fermavano a tutte le sta– zioni, a q.ttti i dischi, a tutte le salite. Aveva in tasca qual– che tubetto di colori, un pen– nello, un pettine, uno spazzo– lino da dentt, 1m sapone ver– de, la macchinetta per la bar· ba, ttn asciugamano-fazzolet. to: il suo {lttardaroba intimo, le uniche sue proprietd. Franco Jurlo: "Barche'' VENEZIA E- L'EUROPA Sll,1110 BllAf~ZI E ricordo il freddo delte notti. · "'Venezia e l'Europa» è Il nezia lega le fortune dell'ar- care qui, come si vorrebbe. il ·e In Galleria Colonna. da titolo di 1;1nfol_to e bel V?lu· te moderna, eh.e sono tu.tti nome di tutti gli oratori. Di– Berardo vanno i borghesi II me, pubblicato m questi g1or- fatti che costltu1scono, a grn· remo comunque che essi 6U– diceva 'Ju.rlo E andavam~ ni. che raccoglie gli atti del sto dire del Venturi, i e ca- perano il centinaio, e molti di anche noi a derc are un po' di XVIII Congresso di storia pltoli necessari di qualunque altissima competenza e fama caldo. u1l ma.re di gent in dell'arte. il qu_al!, svoltosi storia dell'arte». indiscussa. Il che basta, c1. 1-------------------------------...;..-1 Galleria: fascisti comu:lsti. aP.punto nella -c1tta lagunare Che un materiale siffatto. sembra, ad av_allare la grande i nuovi democratici. i e bido- dal 12 al 18 settembre 1955, cosi rlcco di spunti, di messe t1;1portanza d1 una pubbllca– nisti ». L'Italia era alla ri- ha segn ato la presenza dl una a Cuoco e di sollecitazioni z1one che, se pure è composta cerca del suo plasma sociale gr~ n.de. _ folla d i studiosi, fra culturali, _finisse disperso su di. saggi staccat~ e per certa e politico dopo lo brutta guer· c_ u1 1 p 1u b.el nomi della cri- per le riviste e i bollettini guisa autonomi, costituisce ra. L'Arte non aveva fatto tlca mondiale. "'Il piacere specializzati di mezzo mondo tuttavia, nel suo complesso, ancora capolino nell'odio del- provato. in quei g.iornl non è sarebbe stato un grave dan- un testo da riuscire Co~da– le parti: esistevano I memo- stato ozioso». scrivf: Lionello no per _gli ~tudiosl, molti del meritale negll studi del! art~ riali dei génerali Ed esiste- Ventun nella prefazione, per- quali d1fflc1lmente avrebbero veneta. Un testo, come ap vamo noi appoggiati al muro ché e l'affluenza alle conte- poi potuto rivederlo con quel- pu~to ha affermato il Ven– di Berardo nel caldo deL bar renze è stata forse maggiore l'attenzione e servirsene con t1;1r1,che condensa tanti ca. Qui suona-i',ano Rigoletto e ti che nE:iprecedenti cong ressi». quell'agio che esso in realtà p1toli necessari ormai a una TTovatore, Marecltiaro e, 1 ma E agg1ungf: C?me P.er la prl- merita. Sicché codesto volu. qualunque storia dell'arte. LE MOSTRE D'ARTE IN ... IL PREMIO UCCELLA Giorgio DariQ Paoluccl: "Spauacamino" A.ll' l'JS1'1 l'J'AUA~I * G.Dario Paoluc * di RODOl,FO ,,,, 1,1,lJC('II u·1 Tra !e nuove rectu.te della pittura italiana Gior– gio Dario Paolucci ha i.ndubbiamente un posto a sè. Se L'è con°quistato con accanimento: rivelando una vocazione indubbia. Ecco che cosa scrive di sè H Paotucci. nato a Venezia trent'anni fa: e Ha cominciato a dipingere fin da bambino. Compiuti gli studi scientifici. si è dedicato definitiv amente alta pittura. servendosi della natura come maesl.ro. Lavora nella campagJ11a di. Castelfranco. peregrinando all'Italia ed aH'estero ». In questi poclti tratti H Paolucci. con fessa il suo amo-re per la pittttra. la sua fede i.n u.na espres– sione figurativa, il suo attaccamento al p aesaggi.o t·eneto, queUo classico di Castelfranco. · Ma i suoi dipinti ci dicono qualcosa di piU. Un figurativo si., ma a suo modo: che subito e con autorità s'è saputo inserire in uno dei filoni pi.t't origiriaU della pittura veneta moderna: cioè quello che fa capo a Gino RossL Anzi att'l·averso la Lezione, del Rossi il Paolttcci. è risalito pi.U in là: al furore espressioni.stico di Van. Gogh. Da buon veneto ha. sentito la -necessità di porre t'ubi consistam della sua espr~ssione nel colore: ma in un colore violento, a ,zone giustapposte di. poche tonatità per lo più blù, verdl e rosse. percepi.te non in un.a luce di.urna, ma in un'atmosfera d i tèmpesta imminente, allusiva ad una interna an– gosci.a. Il colore si approfondisce, dentro le cerniere di un segno violento, sgraziato ma estremamente espressivo. Ribollono in certi paesaggi. di Paolu.cci. accostamenti cosi violenti di zone cromatiche. dila– gémti. in telai prospettici mobili e dinamici, da far venire in mente la violenza di. un Vlami.nck cfauve>. .Ma ormai con un senso del colore tutto su.o, sgan– ci.alo anche dagU immancabili ricordi del Rossi: un colore che si. cala nel reti.colo di. 1m segno violento, caratterizzandosi in modo del tutto personale. Non fummo difficili profeti a prevedere_. qualche anno fa, che it Poolucci. avrebbe fatto del buon cammino, proprio per t'isti.nti.vità del suo tempe– ramento affatto conformista: per la violenza della sua espressione, che non ha b'isog110 di concLamati atteggiamenti. romantici. A vederlo, H Paotucci è un giovanotto man– sueto e bonario: eppure, anclte nel suo sorriso, v'è un'ombra di scontentezza, di biappagata inquietu– dine. Forse egli trova la sua serenità. nell'atto crea– tivo: cioè net. deporre cosi aggressivamente sulla tela. o sulla carta quella carica vital.e che il con– tatto con la natura ha fatto vibrare in tui. Non bisogn a dimenticare infatti che i.t nucleo delta pittura d.et Paotucci. è drammatico: dinnanzi alla natura e gl i reagisce con un linguaggio aspro e concitato: in esso egli rispecchia la pena della sua condizione umana. Questa preoccupazione di. con– tenuto talvolta ingorga un po' la sua espressione: ma nelle ultime opere mi sembra che il Paotucci. abbia superato felicemente anche questo periodo. Non resta che augurargli di continuare a dipingere con q1tella coerenza eh.e finora ha mostrato di pos– sedere: continuare sulla strada intrapresa significa non contraddire ad una vocazione che fin datle prime prove s'è dimostrata quanto mai perentoria. RODOLFO PALLUCCHINI Venezia, 15 dicembre 1956 volta, pe,-sino Giovtn.ezza. Io ma volta_ s1 s1~ ven~cata e la me, c~e Ot'a vede _la luce a SILVIO BRANZI !:t~~f 0 s:~ ~W;iridfc~in~v:i~ f~f(e:~!~~tvi de; ~~ 1 ez\~~tt:1i~ ~=~l:Z~dt~T~~e /r~~Zl~~ef:. 11 : ---------------------- A distanza ùi un anno sia, 1sentati, il pezzo più sciolto dn morte di De Stefanis; Godi, conosciuto a Parigi: Picasso or:gm1. allo sviluppo, alla dlf· net quale tutte le conferenze, r ~"'· GIUSEPPE SCIOR'l'INO ~:te~~rn;;ir alas. v~:::~e e~:~: ~~~r:nn:,~~!i :e~tus:!;~~i p~Ucl1\~ ~\~ ~fnd:e~e;t;~~ ~i° c~:;s~t g;iiv1!:' J~~f:. ~~~-rc~:ti:~~ ~~si;t~-adpe~~•tiurr:r\~a~t!1u~~: ~~c .. ~~~1~ri:ì J~~g~~;;~vi~~: ~ é seconda edmone del premio bero e fervido modellare d1 effetti della .sua pitt_ora por- leppi ad alta voce? Tonto, qui nez~an~ e il _mondo». gono puPblicati in ordine ero. W regionale di pittura e scultu• questo scultore. tata a termme mediante un partono tutti ad atta voce» S1 ncordera come codesto nolog1co e nel testo Integrale. ra che s'mt1'ola a Raffaele Due secondi premi ex-aequo •grattare• sul colore che non Proprio come nell'uccelliera Congresso. inaugurato e chlu- non può non essere accolto ~~:el!:al~n~a~:;;~:n: 0 :r~~~:; ~~o ti~;l~al~l:~:ra/~b,g~~:~!~ ~:~can:;t~l~~ge~~~~e~~~ ~:~ ~:s:tia d~i ~t::;d;; ~;;el~ o ~il~ ~uc!~~~nt~~;ts~t1e i~ep:~~~~~ ~~~ l;'~ri~itfi~~e:ees~i f~~~~~~ modesti O giovani e che è in- co Paduano e a La Sfinge lun tare non presentano opere con tura di Jurlo su.ll' impressio- scienti fiche presso la Fonda. di una consultazione la quale dice d'un amore per l'arte; po' tr~ppo legata ai conati ac- quahta superiore a quelle dei nismo, per quanto p li bastasse zie.ne Cini. nell'isola di San talvolta si manifesta. più che amore che andrebbe lncorag- cadem1ci) d~ Raffaele D'Ann_n; suaccennat1. vedere una riproduzione Qual- G;iorgio Maggiore. con due opportuna, indispensabile sen– giato non so,ta:ito dalle auto: mentre menta una segnalaz10- Dunque, un panorama che siasi. in quei nostri bivacchi riunioni plenarie e tre gior- ~•altro al proseguimento delle rità ma anche da parte di ne A~na Magheua P~r le sue fra l'altr? compre:nde molti d1- da Hoepli. per saper rlcono- nate dedicate alle riunioni mdagm! critiche. Sono in to• quegli artisti campa~1 - tal! ballerme che, pur ri_sentendo l!ttant1 1 quali, inv_e7e d! af- scere un i,i!.tore. Certi dipinti simultanee di_ cinque sezioni. t~le quattrocentoventidue pa– P"' nascita c. per residenza - d~ll_e r~cent1. eleganti danza. f1dars1 nlla sempllc1ta dei lo- 9 u piacevano in maniera fol- oltre alla sezione palladiana. qme di testo. corredate da che que.sta volt_a abbiamo tr1c1 d1 ~mili«;> Greco, ?on ro mezzi espressi, non esitano Le, e cercava sempre quelli. trasfer~ndo~i poi anche a Vi· trec~ntocinquantatrè illustra. trovalo msp 1egabtlmente as- mancano duna m~en~a grazrn. d1 fronte. alle .comphcatezze. Si trattava di Van Gogh. Ma· cenza 11 giorno 16, per un zlom, che compongono il vo– senti. Fra le opere d1 p1ttur~ rl- coi~ effetti as-sa, spesso nega- tisse. invece, non gli interes· omaggio a Palladio. Il tema lume: il quale, dopo la ricor Non ci sono, per esempio. corderemo pe'. 1.;1n . d~hcato t1v1 o comunque grotteschi. sava, nè gli piacevano le cose che s'è detto - "'L'arte veneM data introduzione del Venturi Ci-ardo Brancaccio, Notte, Cu• g?rbo t?nale, 1 F1on brnn-du l!:p1>ure è stata fatta una buo- di Toulow;e-Lautrec, 0 Dénas 7.iana: ori~ini. sviluppo, dlfM e i vari discorsi d'apertura gurra.' e arri no. Vitiello, di Mynam Artus. la bu~na na, anch_e se non troppo sevi?• 0 Sislel/. Aveva soggezione di fusione» - era certamente delle manifestazioni ufficiali. Chlancone Verdecchia, ecc., a.~sa /ella persoc~e ,lecn ~a r.a, selezione, che per altro ha Cézanfle (> Ull vaoo trasporto tale da attirare l'interesse di entra tosto nel vivo della ma– che - maC'.ali alcuni ponendo- C~lva;f~n~~f: anz/d:co~atJ~~ consentito di ~are a_lla mo st r 0 per Pirasso. DI Modigliani lo o~nuno. e si comprende come teria, pubblicando le otto si fuori concorso - avrebbe• della N~tura gmor;a con vaso u~ carattere di dignit.~. se non suppest1onavn ta sua vita di parecchi de.gli interventi sia· conferenze pronunciate alle ro contnbuito ,a rendere più e li.mani di Kosmà Alfancse. di completeu.a O di eleva. e peintre maudlt », poichèlno stati indo~ti a p_resentare sedute plen_arie da. ~ndré rappresentativa della Cam- il Paesaggio luminoso di Gen- tezza. . . Jurlo vi si riconosceva, più u_na. folta_ serie d_l comunica- Grabar, Giuseppe Fiocco, pania la man1festaz1_one di naro Izzo. Il racconto estroso Alla vermce .. poi, non erano chp la sua pii tura. g qualche z1on1 ~ _d1memone. spesso di M!llard Meiss. Jan Lauts. Ni– S. Maria C. V. organizzata e e composiUvamente ben rlt- ancora present:, 518 "ure ~uori nnlte l'abbiamo trascorsa a ~ttuahta assai viva, le quali kolaus Pevsner, W. G. Con– allestita, da parte della Com- malo del Giorno di Quaresima cor7orso, alcune mo~tre d! ar- dormire in un portonP. qual- m molti casi. oltre che la stable. Rodolfo Pallucchini e missione pre~osta a tale_ ope-- di Santolo Maffellone. la de• 11st1 ~amparn. di pnmo piano, che altra in una casa .iordida. documentazione "di un lavoro Re~é Huyghe, per accogliere ra, con un amore che, p~1ma o Jicatezza cromatica del Poe- la _cui partccipazwn"! tuttavia a labirrnto. df proprietà di conc!uso ed esaurito nel suoi q~mdi le varie comunicazio· poi, finirà sen_za dubbio co_l saggio di Giuseppe Menlchlnl. ci e sembr~ta assicurata per 11 ,rno vecchia gobba e gialla che> ter~t~i Qropri. rivelarono. per n1 svC?lte alle cinque sedute ~produrre. i suoi buoni frutt1. Ha un'impaginazione in un giorno dt;!l inaugu~az,one. Què• aveva l'adorazione dei gnt. cosi dire. 1~ c.apacità di apri- di ~ez1one. su ~ Ravenna, Ve– Le esl?erienze giovano. certo senso vagnettfana la ste _quasi personali: alle quah ,· . . , re n1.1:ovench1este e sollevare nez1a e B1sanz10 •. su "'L'arte Data la situazione, la Giu- Natura morta di Mirella De si e pensato ali ultimo mo- · 1 · ,n via f.!rbana, propno df -:iuov1 problemi in merito a romanica e gotica nel Vene. ria ha dovuto con ram mari- Palma; nelle figure di Anto• mento, sono o~viamente c~ia- f~onte al Cme-T~atro Manto- auei rapoorti d'inizio fra BI· to •. su • Firenze. Venezia e co rinunziare all'assegnazione n!o De Core è notevole una mate nd ac;soh_ere una funzio- 1 11.e dove alloar,1ava110anrhP 1:;anz10e Venezia. tra Firenze Bruges nella Rinascenza» su dei due premi di pittura; men- d1str1buz1one spaziale delle nf' equi1ib;air1e:E e c~ratteriz- certe affamate baUermette di e Venezia. tra Bruges e Ve- e La pi ttura e la scultura ·ve– tre è stato ad essa pi\l fac_ile forme. Pan~ ha due pae~agg1 ~t~lce. cloe ad, aJzar~ il livello a1,anspettacolo, contrabbon n.ezia. e quin~i a quell'esf?an- nezia~a n.el Cinouecento e lo· _ per il .n~mero e )a qualità che, pur r1~entendo dell ins1>.di~la~t~~s~:ie: 0 ~ 1 °i~o~1: 1 red~P 1 e;t~ dh:rj di st(JnreUe e aente di .;ione _della pittura ven,e1.1nna t'O d1ffus1~ne In_ Europ~ • e degli artisti partec1~ant1 ~ gnamento eia.diano, t~ndon_~ li uei 10vani che in Terra di passagpio che viveva di olc --leJ Cinquecento e del! archi- su • yenez1a e. gh scamb_1cui– procedere all'assegnazione de1 evidentemente a qua!Lflcars1 L q g . d d. t· . t . 1 . J t . tettura oal\ad\ana. e nor.ora a turali europei dal Seicento premi di scultura. 11 primo/su un piano di meno oppres- avoro si e 1~ 8 n? con co_- f'O I m no, 11· ur O passava tn Quei contatti tra Venezia e agli !nizt dell'Ottocento» cui premio è toccato a Fortunato siva dipendenza; legate alla 1 st8 ~te amore a ipingere e 8 mezzo a tutta quella gente 11rnghilterrfl o il continente sern1e in flne la "'Sezione' pal. Jodlce per la scultura Colom· recente note maniera di Bran- sco pire. della "'Cosa delLo Sora Ma- europeo nel Settecento. e In tadiana », ba_ferita che è, !ra quelli pre- caccio sono le due nature GIUSEPPE SCIORTINO ria» col suo impermeabHe fme a quel debito che a Ve- Lo spazio Ci viet,a di elen- Giusepl)e Ziga.ina: "Figura''

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