la Fiera Letteraria - XII - n. 9 - 3 marzo 1957

LAFIERA . LETTERAR Anno XII - N. 9 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE AR'Pl E DELLE SCIENZE Domenica 3 marzo 1957 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direftore VINCENZO CARDARELLI QUE!:ìTO NUMERO L. 60 DIREZIONE.- AMMINISTRAZIONE; ROMA Via d1 Pona Castello. 13 Telefoni· Redazrone 555 487 Ammm1s.tr 555 I 58 PUBBLICITA: Amm1n1str: "LA FIERA LETTERARIA» V di Porta Castello. 13 · Roma TAR :Commerciall L 150 Editoriali L. 80 al mm .. ABBONA.MENTI Annuo L. 2700 . Semestre L 1.400 . Trimestre L. 750 Estero: Annuo L 4 000 Ccpia arretrata L. 100 Spedizione m <'nnto ('Or rente postale (Grupp0 U) - Conto corrente postale 1131~26 LA ~-,IDUUIA ALROMANZf) -'f di P. M. PASlll/ET'J'I In "Co-raggio di vivere"di Parronchi l'immagine delineata dell'uomo e del poeta -'f IN MARGINE ALLE ELEZIONI * ILNUOVO C NSIGL del Sindacato scrittori * Per la prima volta dopo tanti anni, un gruppo di scrittori ha sentito che i pro– blemi della nostra piccola dis&edata so– cietà letteraria debbono essere vivi nella coscienza di ognuno e discussi e fatti conoscere per la partecipazione di tutti * di GlJGLIELIIO PETHONI Durante l'assemblea del Sindacato nazionale scrit– tori. che si è tenuta domenica scorsa, qualcuno mi ha chiesto come mai. a differenza degli anni trascorsi daIJa guerra in poi; quest'anno, non solo la -Parteci– pazione degli scrittori è stat.a relativamente numerosa, ma ha assunto un tono di critica e di ricerca della pro– pria entità di categoria che prima non si era mai ve– rificato, nemmeno dopo le più fervide sollecitazioni dei pochi più avvertiti e direttamente impegnati come, per esempio. Alvaro, che ne fu l'iniziatore. Io non ho saputo rispondere altro che, forse, i vari anni di de– mocrazia cominciano a farci intendere di non essere trascorsi inutilmente. Infatti se sono davvero serviti a influenzare anche gli scrittori ed impegnarli a ricer– care attorno a sè la comunità e le relative esigenze, qualichessiano stati questi anni di imperfettissima de– mocrazia possiamo salutarli come benefico trascorso. Le esigenze deUa vita democratica, lo si sa, sono molto più tiranniche di quelle della dittatura e del paternalismo in genere. Nella democrazia, la perso– na, le categorie, le classi, sono chiamate alla parte- · cipazione della vita collettiva con una propria re– sponsabilità; mentre nena dittatura gli uomini trova– no prefabbricato tutto e perfino il pensiero a cui si debbono rifare. senza possibilità di critica e senza ob-. bligo di partecipazione, se non quella passiva e dema– gogica che consiste nell'applaudire ciò che i padroni hanno stabilito. Insomma la vita democratica è· _più faticosa, e richiede che ognuno adopri i1 proprio cer– vello non solo per se stesso. ma aoche per U proprio affine e per tutti. Verrebbe fatto di pensare che que– ste cose, tanto semplici e ovvie f! patriffl()Uio camune a tutti gli uomini di buona volontà. per una catego– ria come quella degli scrittori, cioè una delle più evolute, r:appresentino l'abc dell'esistenza quotidiana; invece, in tanti anni di consuetudine col mondo del– le lettere e con gli "interessi deg1i scrittori. infinite volte ci siamo dovuti st-.ipire come lo scrittore, nel meccanismo mentale e materiale delle pra,ssi demo– cratiche si dimostri come un pulcino nella stoppa. Fa impressione il pènsarlo, anche se più di una volt::i, direttamente o indirettamerlte, lo si è detto e scritto; ma evidentemente. il costume democratico è qualche éosa che ha a che fare più con la consuetudine e buona volontà. che con l'inteJligenza personale o • pro– fessionale•. Cioè l'intelligenza non serve tanto ana capacità d'inserirsi e credere nel meccanismo della Qemocrazia, quanto serve l'abitudine a vivere in una società libera partecipando ai suoi problemi sociali o collettivi che dir si voglia. non sentimentalmente. ma con interventi reali. Se avanti abbiç:mo detto: perfino gli scritt11rì; benchè possa sembrare una frase addirittura ortensi– va, lo abbiamo detto con convincimento. rilacendoci ad una esperienza che non pochi hanno denunciato e confermato a più riprese in questi anni. Tali E-spe– rienze nabralmente non ci hanno mai autorizzato a pensare che le singole personalità delle lettere gene– ralmente non sappiamo apprezzare il valore delJe li– bertà e dei ,l>UOistituti, ma ci hanno autorizzato a notare che la categoria degl•i scrittori noo senti mai troppo la necessità dì manifestarsi come collettività che conta nella vita_del paese., che ha esigenze pro– prie che solo l'unità e la partecipazione di tutti pos– sono soddisfare. L'assemblea di domenica scorsa infatti, se pur ci ha consolato per una manifesta e mai prima riscon– trata volontà di esistere come categoria, ci ha anche sconcertato per l'approssimazione e la di1'ettosi1à strumentale con cui sì è svolta. Vi sono cose che. nena più modesta associazione di individui, come nella più alta assise- di un paese, non possono essere svolte con criteri approssimativi: l'esercizio del voto, la dichiarazione de1le idee direttrici, la preparazione dei ·programmi. _per qualsiasi assemblea di persone che non sia soggetta a nessuna direttiva centralizzata in un gruppo o in un individ-..io. se pur sembrano sol– tanto rnanifestazipn·i meccaniche della organizzazione. ra'Ppresentano indubbiamente anch'esse garanzia e rispetto delle opinioni. possibilità di esprimere tutti e liberamente il proprio pensiero e di vederlo attuato in un istituto alla cui elezione tutti hanno concorso. Perciò anche lo -$Crittore, se è vero, come abbiamo l'impressione, sta imparando a conoscere i propri pro_ blemi. dovrà imparare a senirsi degli strumenti pratici che rappresentano un costume per U quale. come ho detto. l'intel1igenza non serve se non in mi– nima parte. Dovranno pç>i imparare che quel costume. anche quando si è int.eIJigenti ed evolutissimi, si ac– q'..lisisce solo con l'osservanza, il rispetto e la L'OOO– scenza di regole semplicissime che però richiedono impegno e fiducia ed un 1minimo di lavoro in eom~ne: attraverso queste regole soltanto (l'esercizio rlegli ii-tituti democratici) si conseguisce la liberà possibilità di fare rispettare i propri diritti morati e queU:i mate– riali che vi sono stretta-mente connessi. Tutto sommato. domenica scorsa, pur con vario smarrimento, pur con qµalche ignoranza infantile ve– rificatasi nell'attuazione democratica den•~ssemblea stessa. non sono stato il solo a rallegrarmi che. per la prima volta dopo tanti anni. un gruppo di scrittori nbbia sentito che. i problemi della nostra piccola e diseredata società letteraria. debbono essere vivi nel– la coscienza di ognuno e discussi e fatti conoscere pPr la partecipazione di, tutti. Penso perciò d'interpretare il pensiero di molti amici formulando, s-J queste pa– l!ine che tra prime registrarono un cert.o risveglio rlella nostra categoria. l'augurio che il nuovo Con– ~~~Jio del Sindacato. sorto da un sentimento di maJ?– cdore solidarietà e consapevolezza dei nostri nroblemi. inizi il suo esercizio con l'appo~io continuo e il vl– P."ilP ~iuto dell~ mal!!?"nr oartP dPJ?lJ scrittori taJianl. GUGLIELMO PETRONI

RkJQdWJsaXNoZXIy